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italia

milano ennesimo tentativo di suicidio nel cie

Un cittadino marocchino trasferitosi a Brescia, detenuto da sei mesi nel Centro di Identificazione ed Espulsione (Cie) milanese di via Corelli, ha tentato di togliersi la vita martedì scorso, 12 luglio, dopo aver saputo che dovrà trascorrere almeno altri due mesi nel centro. Lo comunica Fortress Europe. Nel cuore della notte, l'uomo si è recato in bagno con l'intenzione di impiccarsi. Fortunatamente, qualcuno è riuscito a intervenire in tempo. È l'ennesimo tentato suicidio avvenuto nel Cie del capoluogo lombardo. Scontati i sei mesi di trattenimento, l'uomo si apprestava ad uscire dal centro per raggiungere la moglie e i figli a Brescia. Ma il giudice di pace gli ha convalidato la proroga del trattenimento nel Cie per altri due mesi. La stessa sorte ha riguardato un argentino. Si tratta delle prime proroghe del periodo massimo di reclusione di cui abbiamo notizia, dopo l'approvazione da parte della Camera del decreto legge sui rimpatri, varato dal Consiglio dei Ministri il 17 giugno scorso, che prevede l'estensione del periodo massimo di reclusione dai 6 ai 18 mesi. Il decreto ha una validità di 60 giorni, in attesa del voto del Senato che potrà convertirlo in legge. Nei prossimi giorni, per molte persone recluse nei Cie di tutta Italia scadranno i sei mesi di trattenimento. Dopo aver atteso la liberazione, molti di loro si vedranno prolungare il periodo di detenzione.

caduta l'accusa di eversione per i compagn* di fuoriluogo

Caduta l'aggravante di eversione, gli anarchici possono ottenere gli arresti domiciliari. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Andrea Scarpa in merito ai cinque anarchici del circolo bolognese Fuoriluogo finiti in manette con l'accusa di associazioni a delinquere. Stefania Carolei, 55 anni, bolognese; Nicusor Roman, 31, romeno abitante a Bologna; Anna Maria Pistolesi, 36, bolognese; Martino Trevisan, 25, di Bressanone (Bolzano); Robert Ferro, 25, di Bolzano potranno dunque uscire dal carcere. Sono accusati di aver promosso, organizzato e diretto una organizzazione che si ritrovava al centro 'Fuoriluogo' (i cui locali sono sotto sequestro) finalizzata al compimento di violenze, lesioni, danneggiamenti, manifestazioni non organizzate. Resta in carcere Maddalena Calore, padovana residente a Ferrara, che non ha chiesto tramite il suo legale l'attenuazione della misura.

Omofobia uova, pietre e insulti

Tre aggressioni omofobe, a Centocelle, all'Eur e in pieno centro, nei pressi del Colosseo. Tutte avvenute nelle ultime due settimane, e denunciate oggi dai responsabili della Gay Help Line, la linea telefonica di aiuto alla quale si sono rivolte le vittime di questi episodi. Ragazzi picchiati o fatti oggetto di lanci di pietre e uova perché si baciavano, o anche solo perché passeggiavano nei pressi di un luogo di ritrovo della comunità omosessuale romana. Il più recente risale alla notte di domenica 17, quando alcuni giovani, in via dei Fori Imperiali, hanno lanciato uova e vetri contro un ragazzo di rientro da una serata nella Gay Street. Nessuna vittima, però, ha voluto sporgere denuncia, per paura di ritorsioni o per non rivelare la propria omosessualità.

napoli disoccupati bros chiedono incontro con il sindaco

Circa 400 disoccupati appartenenti a diversi gruppi e movimenti hanno nuovamente protestato ieri mattina davanti a Palazzo San Giacomo e nell’adiacente via Verdi, sede del Consiglio comunale di Napoli. Edn (Eurodisoccupati napoletani), Forza sociale ed il movimento Area Nord di Scampia chiedono un incontro con il sindaco De Magistris e l’assessore all’Ambiente Sodano sollecitato, affermano, dal 21 giugno. Dopo una mediazione della Digos è stato chiesto un incontro con i capigruppo consiliari. I disoccupati del progetto Bros, protagonisti dell’occupazione del Consiglio comunale, hanno scandito slogan per la liberazione dei loro due compagni arrestati l’altro ieri. Striscioni ed auto dotate di megafoni dei gruppi di disoccupati sono stati collocati in piazza Municipio

esteri

iran e cina si accordano per costruire altri inceneritori

Nell'ambito della visita a Teheran di He Guoqiang, membro del comitato centrale del Partito comunista cinese, Iran e Cina hanno siglato importanti accordi commerciali per il valore totale di quattro miliardi di dollari. La notizia è riportata dal sito web del quotidiano Peninsula, secondo cui cuore degli accordi prevederebbe la fornitura all'Iran da parte di Pechino di 60 inceneritori entro la fine dell'anno. Secondo quanto riportato dalla Tv di Stato iraniana, altri accordi sarebbero stati siglati dai due Paesi nell'ambito delle risorse idriche, dell'energia e dell'industria. Attualmente, si stima che gli scambi commerciali tra Repubblica Islamica e Cina si aggirino intorno ai 30 miliardi di dollari annui. Una cifra destinata ad incrementare, stando alle dichiarazioni di intenti delle autorità di Teheran. Sabato scorso, infatti, il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha annunciato la sua intenzione di "incrementare il livello degli scambi commerciali con la Cina fino a un valore di 100 miliardi di dollari annui". Dichiarazione cui è seguita quella del vice-presidente Mohammad Javad Mohammad Zadeh, che ha riconosciuto che la Cina "ormai è il principale partner commerciale iraniano", auspicando per i prossimi anni di "triplicare i rapporti commerciali" col gigante asiatico.

tunisia ragazzo di 14 anni ucciso da proiettile di stato

Feriti gravi, gravissimi, e poi ancora un morto tra i manifestanti. Aveva 14 anni Thabet Ajilaoui, ed era sceso in piazza per manifestare con i suoi amici nella città di Sidi Bouzid, quando un proiettile gli fora prima un braccio e poi lo ferisce mortalmente all’addome. L’ennesimo morto del movimento rivoluzionario tunisino ucciso perchè rivoltoso come tanti altri nella violenta repressione subita dai manifestanti che venerdì scorso avevano tentato di costruire un sit in alla Kasbah di Tunisi . Thabet è morto in ospedale domenica notte mentre nel resto della Tunisia gli scontri tra manifestanti e polizia, dopo un lungo fine settimana di battaglia, raggiungevano il culmine. A Tunisi nei quartieri proletari come Thadamen o Bab ElJedid la calma, apparente, è tornata solo verso le prime ore della mattina di lunedì, dopo che lacrimogeni e molotov avevano trasformato le strade e le piazze della zona in un teatro di guerra. Nel quartiere Ettahrir è stata circondata la sede della Sicurezza Nazionale dai manifestanti che per ore avevano dovuto subire i gas lacrimogeni sparati contro un sit in nei pressi del capolinea della metro. A Menzel Bourguiba, città industriale della regione di Bizerta, è stato saccheggiato e dato alle fiamme un posto di polizia e l’ufficio per l’impiego. Stessa sorte per la questura di Jebniana, città del governatorato di Sfax e per i posti di polizia di altri villaggi come Sidi Hassine. La collera in Tunisia non cessa di montare e l’omicidio del piccolo Thabet sta portando in strada centinaia e centinaia di manifestanti in molte località del centro del paese. A Sidi Bouzid, dove altri due ragazzi sono in fin di vita a seguito di un ferimento per arma da fuoco, è stato annunciato lo sciopero generale e durante i cortei l’esercito ha continuato a sparare, mentre a Gafsa sono tornati attivi i comitati di difesa dei quartieri, quei gruppi autorganizzati che all’indomani della fuga di Ben Ali avevano contrastato la violenza delle milizie fedeli al rais. E mentre a Sidi Bouzid sfilano ancora i cortei intorno alle 14h il presidente Essebsi parla alla nazione: senza citare la morte di Thabet, e subito dopo aver espresso solidarietà agli agenti feriti negli eventi di scontro degli ultimi giorni, indica negli estremisti religiosi e in gruppi di delinquenti i responsabili degli incidenti, accusando alcuni media di mettere zizzania tra le parti sociali del paese ed alludendo ad alcune forze politiche che trarrebbero giovamento dall’instabilità provocata dalle manifestazioni (Ennahda, partito islamista, in primisi, ndr).

resiste la popolazione indiana contro le multinazionali dell'acciaio

Da tre giorni, nello Stato indiano orientale dell'Orissa, centinaia di contadini, in gran parte donne, stanno bloccando con la loro protesta i lavori per la costruzione di una mega acciaieria della società sud-coreana Posco. Il progetto da 12 miliardi di dollari prevede la distruzione della foresta, e le comunità locali, organizzate in comitati anti-Posco, chiedono adeguati risarcimenti per la confisca delle loro terre, base dell'economia agricola. I lavori per la costruzione dell'acciaieria sono ricominciati da pochi giorni, dopo che lo scorso mese le autorità avevano sospeso gli espropri dei terreni agricoli proprio a causa delle forti resistenze locali incontrate. Sabato scorso, ai sit-in di protesta la polizia ha provato a reagire con lo sgombero, incontrando una forte resistenza dei manifestanti. Negli scontri, alcune donne che cercavano di difendere gli alberi sono rimaste ferite. Al movimento anti-Posco si sono uniti anche i Dongria Kondh, una popolazione che vive nelle colline di Niyamgiri e che ha partecipato agli scontri armata di archi e frecce. Il gruppo aveva acquisito una certa notorietà per essere riuscito, l'anno scorso, a bloccare il progetto di una miniera di bauxite del colosso minerario Vedanta.

in breve

borsa l'italia crolla a picco

Mercati europei negativi con Piazza Affari che, nella prima seduta dopo il varo della manovra economica, perde il 3,06%, con la performance peggiore d'Europa. Bruciati in una giornata 91 miliardi di euro. Piazza Affari è maglia nera d'Europa nel 2011, complice la forte esposizione sui titoli bancari, quelli che hanno accusato le performance peggiori. Milano ha fatto nettamente peggio delle altre principali piazze europee, visto che Parigi e' arretrata del 4%, Londra del 2,3% e la stessa Madrid del 5,19%. Francoforte è addirittura salita del 2,8%. Ha fatto peggio di Milano, invece, il listino di Atene, con il Ftse 20 arretrato del 23,3% da inizio anno

gror110718 (last edited 2011-07-18 17:38:49 by anonymous)