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Sommario
In primo Piano
Investito sul Raccordo operaio in gravi condizioni Un operaio di 55 anni travolto all'altezza dello svincolo con l'A24 mentre lavorava in un cantiere. Portato in codice rosso all'ospedale Pertini. La donna alla guida del veicolo è in codice giallo
- Un operaio 55enne italiano è stato investito da un'auto intorno a mezzanotte sul Gra, all'altezza dello svincolo con l'A 24, mentre stava lavorando in un cantiere del Raccordo di Roma L'operaio è stato trasportato dal 118 in codice rosso all'ospedale Pertini.
Editoriale
NOTIZIE BREVI
ESTERI
Gaza, processo Arrigoni aggiornato al 2 aprile
Nuovo rinvio a Gaza City del processo per la morte dell’attivista italiano Vittorio Arrigoni, ucciso un anno fa da una cellula di ‘estremisti salafiti’. Fonti presenti al tribunale, dove questa mattina alle 9 avrebbe dovuto tenersi l’udienza, hanno riferito a E Online che l’ennesimo aggiornamento è stato fissato al 2 aprile. La corte ha addebitato la ragione del rinvio a ‘motivi di sicurezza’. Da giorni è infatti in corso un continuo bombardamento sulla Striscia da parte dei droni israeliani e un ininterrotto lancio di razzi verso Israele da parte dei gruppi radicali della Jihad Islamica e dei Comitati di resistenza popolare. Venticinque palestinesi sono morti da venerdì scorso, e tre israeliani sono rimasti feriti.
Palestina Mercoledì, le unità delle forze speciali di Metsada e Nahshun hanno violentemente preso d'assalto la prigione di Ofer, a ovest di Ramallah, scatenandosi contro i/le prigionieri/e e danneggiando i loro effetti personali tra l'intenso lancio di lacrimogeni. Una fonte informativa ha raccontato al Palestinian Information Center che le forze armate israeliane, indossando maschere antigas, hanno fatto incursione nella prigione, circondato i prigionieri palestinesi che erano nel cortile lanciandosi addosso a loro e poi portandoli ammanettati in piccole celle all'aperto, utilizzate per ingabbiare i detenuti quando sono prossimi a raggiungere il tribunale per le udienze. Molti dei prigionieri sono svenuti in seguito ad aver respirato i lacrimogeni, e le forze armate hanno iniziato a rompere e confiscare alcuni effetti personali dei prigionieri nelle loro celle, con il pretesto che si trattasse di oggetti proibiti, e hanno chiuso una cella della sezione 16 tagliando l'acqua a tutti i bagni. Secondo le fonti, nei prossimi giorni i/le prigionier* intendono rafforzare la loro protesta in tutte le prigioni israeliane per fare pressione sulle autorità carcerarie israeliane e per mettere fine alla campagna repressiva nei loro confronti e alle misure di isolamento dei/delle detenut*.
Terre rare, la sfida Usa-Cina per la tecnologia
Ue, Usa e Giappone hanno denunciato la Cina al Wto per le sue restrizioni al commercio di terre rare, diciassette elementi presenti in alcuni minerali e necessari alla produzione di una sfilza di prodotti high-tech, dagli smartphone alle fibre ottiche, passando per le batterie delle auto ibride e i missili telecomandati. Il 97 per cento circa della produzione mondiale di terre rare è cinese. Pechino ha deciso la riduzione del suo export a più riprese a partire dal 2009, ufficialmente per ragioni ambientali e per limitare lo sfruttamento di una risorsa scarsa. Questi i fatti. Dietro però c’è forse un conflitto più ampio, a tutto campo. Nonostante gli ingenti investimenti in ricerca & sviluppo, la Cina chiede da anni alle economie più avanzate di favorire il trasferimento di tecnologie di ogni tipo oltre Muraglia: ce n’è bisogno per ammodernare la struttura produttiva, renderla meno energivora senza farle perdere di competitività. E il ministero del Commercio di Washington, ha esplicitamente sostenuto in un comunicato che le restrizioni all’export di terre rare messe in opera da Pechino sono una pressione “sulle aziende Usa e non Usa per traslocare operazioni, lavoratori e tecnologie in Cina”.
Il comunicato evita di dire però che dal 2010, le imprese cinesi hanno investito più di 17 miliardi di dollari in accordi e joint-venture che riguardano il settore delle materie prime negli Stati Uniti e in Canada. Le imprese statunitensi hanno sviluppato nuovi metodi rivoluzionari per estrarre petrolio e gas, ma hanno bisogno di capitali, sempre più scarsi dopo la crisi finanziaria. Le grandi compagnie energetiche cinesi, da parte loro, sono proprio a caccia del know-how made in Usa. Precedentemente, nel 2005 l’amministrazione Bush aveva vietato alla cinese Cnooc di rilevare la statunitense Unocal, accettando le obiezioni di molti membri del congresso secondo cui l’accordo avrebbe messo risorse strategiche in mani cinesi. Pechino ha quindi cambiato strategia: finanzia partner Usa acquisendo quote di minoranza e intanto trasferisce parte della tecnologia dei partner americani oltre Muraglia. Ma è una strategia sempre esposta alle decisioni politiche di Washington. È questa la vera debolezza cinese. Così, nel gioco del bastone e della carota, Pechino e Washington si sfidano in una partita che non riguarda tanto l’accesso alle materie prime, quanto la tecnologia necessaria a individuarle, estrarle e lavorarle e, più in generale, tutta l’innovazione. Il quasi monopolio nelle terre rare permette alla Cina sia di attirare tecnologia straniera sia di favorire la propria industria high-tech. I classici due piccioni. In attesa della sentenza del Wto.
Afghanistan, soldato accusato dei 16 omicidi portato in Kuwait
Il soldato americano accusato dell’omicidio di 16 civili (tra cui nove bambini) in Afghanistan la scorsa domenica, è stato portato in Kuwait, lo rivelano fonti ufficiali statunitensi. Il regolare procedimento giudiziario sarà condotto in un altro Paese anche se i deputati afghani chiedono che l’uomo risponda ad un regolare processo in Afghanistan. La controparte risponde che ciò sarà molto improbabile. Al momento, non si è saputo nulla rispetto alle motivazioni del gesto e nè del suo stato mentale: il militare non è stato ancora incriminato. Panetta, che ieri ha subito un attacco, ha detto che rischia la pena di morte, se riconosciuto colpevole. Oggi, circa 2000 persone hanno manfestato nella provincia meridionale di Zabul, la seconda protesta più grande al di fuori di Kandahar durante questa settimana. I manifestanti che hanno gridato slogan anti-americani, issando bandiere bianche, chiedono che il killer sia giudicato in Afghanistan.
Somalia:scontri,migliaia in fuga
Migliaia di persone sono in fuga da Gedo, regione sud occidentale della Somalia, a causa dei feroci scontri tra le milizie di al Shabaab e l'esercito governativo sostenuto dai militari kenyani. Mohamed Abdi Kaliil, governatore della regione, ha riferito ai media locali che sono centinaia le famiglie costrette a fuggire dalle loro abitazioni: migliaia di sfollati che hanno "disperato bisogno di una casa, assistenza sanitaria, acqua e cibo", ha detto Kaliil.
ITALIA
No Tav, denunciati i 25 attivisti perugini che hanno bloccato i binari a Fontivegge. Tra di loro due minori Venticinque attivisti “No Tav” sono state denunciati dalla Digos di Perugia per aver bloccato i binari ferroviari a Fontivegge il 3 marzo scorso. Le accuse: interruzione di pubblico servizio e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Tra di loro anche due minori. La manifestazione si era svolta pacificamente nel giorno della mobilitazione nazionale contro la Tav in Val di Susa. Il blocco dei binari «Nel primo pomeriggio dello scorso 3 marzo – si legge in una nota della questura – nell’ambito di una manifestazione non preavvisata, alcuni aderenti al locale comitato “NoTAV” hanno invaso i binari della stazione di Fontivegge, determinando il blocco della circolazione ferroviaria per circa mezz’ora. Ignorando l’intimazione del personale Digos a lasciare liberi i binari, alcune di esse si erano anche travisate, nel tentativo di impedire alle forze di polizia il loro riconoscimento». A causa del blocco momentaneo, tre treni regionali hanno subito ritardi, «con grave nocumento – sostiene la polizia – alla circolazione ferroviaria e disagi per i passeggeri». Identificati dai filmati Per quei fatti, al termine di una articolata indagine, che per identificare i responsabili e ricostruire le singole condotte si è avvalsa di filmati e fotogrammi realizzati dal personale della Digos presente in stazione. Da qui sono scattate le 25 denunce, comprese quelle a due minorenni, per i reati previsti dagli articoli 340 e 650 del codice penale, ovvero interruzione di pubblico servizio e inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Dei 25, tre sono stati denunciati anche per aver promosso una manifestazione non autorizzata e tre per violazioni delle disposizioni a tutela dell’ordine pubblico attraverso il travisamento per non farsi riconoscere.
Protesta nel cara di Agrigento I migranti richiedenti asilo, contenuti nel Cara di Agrigento stanno protestando in modo determinato contro la condizione di sequestro-abbandono a cui sono sottoposti. Hanno deciso di trattenere un operatore e si sono rifiutati di rilasciarlo. In attesa di aggiornamenti e solidarietà, riportiamo quanto segue dai media di regime: Un gruppo di 18 nigeriani, tutti uomini e maggiorenni, richiedenti asilo, si è asserragliato all’interno del centro di accoglienza situato a Palma di Montechiaro, lungo la Strada Statale 115, trattenendo all’interno anche uno degli addetti alla gestione della comunità, Luigi Tannorella, un italiano di 33 anni. Sul posto si sono recati i poliziotti del commissariato di Palma di Montechiaro e i vigili del fuoco di Agrigento perché si teme che i manifestanti possano dare fuoco alle suppellettili in segno di protesta. La tensione è comunque altissima e una segnalazione è già stata inoltrata alla Procura della Repubblica di Agrigento dove si ipotizzano anche i reati di violenza privata e sequestro di persona. L’addetto della comunità tenuto in ostaggio sta comunque bene e non sarebbe stato sottoposto ad alcun maltrattamento. I profughi sono giunti da Lampedusa nel giugno scorso e da ormai dieci mesi sono trattenuti nel centro. Protestano perché vogliono essere trasferiti nel centro di Mineo a Catania dove molti di loro hanno parenti e amici. Il centro di Palma ospita in tutto 24 persone, ma sei di loro si sono dissociati dalla protesta. I nigeriani non hanno raccolto i ripetuti inviti della polizia a rilasciare l’uomo.
Lavoro, Monti convoca le parti sociali
« Auspicabile accordo entro marzo, è priorità» Il presidente del consiglio: «Per tirare le somme di un percorso di dialogo avviato a Palazzo Chigi» MILANO - Il presidente del Consiglio, Mario Monti, in accordo con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero, ha convocato a Palazzo Chigi le Parti Sociali per martedì 20 marzo alle ore 15.30. La riunione verterà sulla «Riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita» e sarà l'occasione per tirare le somme di un percorso di dialogo avviato a Palazzo Chigi il 23 gennaio 2012 e che porterà ad una conclusione, auspicabilmente con un pieno accordo, entro la fine di marzo.
- All'incontro prenderanno parte anche il Ministro dello sviluppo economico Corrado Passera, il Ministro dell'istruzione e della ricerca scientifica Francesco Profumo
Occupy Welfare
Dopo quella dell'8 marzo, domani un'altra iniziativa del movimento occupy welfare.
AUDIO
ACEA, CREMONESI: «NON POSSIAMO E NON DOBBIAMO ENTRARE IN QUESTA VICENDA» Nonostante il referendum sull'acqua il comune cederà il 21 per cento «Come società e come Cda non commentiamo la scelta dei soci. C'è una legge nazionale che le amministrazioni scendano nella quota e, naturalmente, il Comune di Roma, che in Acea ha il 51 per cento, dovrà decidere cosa fare. Noi rappresentiamo tutti i soci quindi non possiamo e non dobbiamo entrare in questa vicenda». Così Giancarlo Cremonesi, presidente Acea, a margine del convegno 'Roma sceglie sostenibile, un manifesto per la sostenibilità', a chi gli chiedeva un commento sulla cessione del 21 per cento della quota dell'amministrazione comunale di Acea. Marsiglia, inizia il Forum Alternativo Mondiale dell’Acqua È iniziata ieri, a Marsiglia in Francia, e finirà il 17 marzo prossimo, il Forum Alternativo Mondiale dell’Acqua (Fame). Attiviste ed attivisti del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, insieme alla vasta coalizione dei movimenti per l’acqua del mondo e ai tantissimi altri attori della società civile, si sono riuniti per definire una strategia europea contro il paradigma di sfruttamento e di mercificazione del Forum Mondiale dell’Acqua (Wwf), convocato dalle multinazionali del settore dell’acqua, come Veolia, Suez e Acea, insieme alla Banca Mondiale e l’egida dell’Onu. Come fanno sapere gli organizzatori, le associazioni di tutto il mondo si riuniscono ”per condividere il cammino in difesa di acqua e beni comuni, che in Italia ha portato alla vittoria del referendum Acqua bene Comune il 12 e 13 giugno”. Secondo i movimenti: ”È ormai chiaro che la democrazia è ostaggio dei poteri economici che dettano ai governi le loro esigenze per accumulare profitti e calpestare le sovranità popolari, anche quando riescono ad esprimersi. E che vogliono imporre la mercificazione dell’acqua come paradigma di un nuovo modello di sviluppo” . Gli attivisti europei si pongono l’obiettivo di ”elaborare a Marsiglia la Carta della Rete Europea dei movimenti per l’acqua che ha mosso i primi passi a Napoli nel dicembre scorso e troverà al Fame nuove adesioni e contributi, identificando gli strumenti per contrastare le politiche privatizzatrici dell’Europa delle Banche, tra cui l’ Ice – Iniziativa dei Cittadini Europei, per difendere il nostro risultato referendario, l’acqua e i beni comuni in altri Paesi dalle direttive europee” e per ”manifestare Marsiglia sabato 17 marzo, in tante e tanti, colorati, allegri e determinati per partecipare al corteo creativo che partirà dalle ore 14 dal Palais Longchamps”.
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