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NOTIZIE BREVI ITALIA Modena.Niente Centro di espulsione per i nati in Italia. Lo dice il giudice

Andrea e Senad, poco più che ventenni sono fra quegli italiani costretti nel limbo di uno Ius soli che non è permesso in Italia. Andrea e Senad sono stati rinchiusi da febbraio nel Cie di Modena perché i genitori, rom di origine bosniaca, hanno perso il lavoro.Sono registrati all’anagrafe locale, ma vittime dell’illecito amministrativo.E presto i due fratelli sono finiti dietro le sbarre."Non dovevano essere rinchiusi nel Cie di Modena". Lo ha stabilito con un'importantissima sentenza il tribunale di Modena.E presto i due fratelli sono finiti dietro le sbarre. Sulla loro vicenda era intervenuto anche l'ex ministro Carlo Giovanardi - il fratello gestisce il lager, definito democraticamente Cie, di Modena - sostenendo che fosse giusta la detenzione nel Cie dei due fratelli, visto che a carico di Andrea e Senad ci sono precedenti penali per piccoli reati. Sulla loro vicenda si è creata una mobilitazione, e la scelta di presentare ricorso oltre che di scrivere alla Corte europea del Diritto dell'Uomo.Sulla loro vicenda era intervenuto anche l'ex ministro Carlo Giovanardi - il fratello gestisce il Cie di Modena - sostenendo che fosse giusta la detenzione nel Cie dei due fratelli, visto che a carico di Andrea e Senad ci sono precedenti penali per piccoli reati.

ITALIA Modena.Niente Centro di espulsione per i nati in Italia. Lo dice il giudice

Andrea e Senad, poco più che ventenni sono fra quegli italiani costretti nel limbo di uno Ius soli che non è permesso in Italia. Andrea e Senad sono stati rinchiusi da febbraio nel Cie di Modena perché i genitori, rom di origine bosniaca, hanno perso il lavoro.Sono registrati all’anagrafe locale, ma vittime dell’illecito amministrativo.E presto i due fratelli sono finiti dietro le sbarre."Non dovevano essere rinchiusi nel Cie di Modena". Lo ha stabilito con un'importantissima sentenza il tribunale di Modena.E presto i due fratelli sono finiti dietro le sbarre. Sulla loro vicenda era intervenuto anche l'ex ministro Carlo Giovanardi - il fratello gestisce il lager, definito democraticamente Cie, di Modena - sostenendo che fosse giusta la detenzione nel Cie dei due fratelli, visto che a carico di Andrea e Senad ci sono precedenti penali per piccoli reati. Sulla loro vicenda si è creata una mobilitazione, e la scelta di presentare ricorso oltre che di scrivere alla Corte europea del Diritto dell'Uomo.Sulla loro vicenda era intervenuto anche l'ex ministro Carlo Giovanardi - il fratello gestisce il Cie di Modena - sostenendo che fosse giusta la detenzione nel Cie dei due fratelli, visto che a carico di Andrea e Senad ci sono precedenti penali per piccoli reati.

ESTERI El Salvador, primato mondiale di omicidi di donne

Solo nel 2011 sono stati registrati 647 femminicidi e centinaia di lesioni, abusi e stupri anche su donne di ogni età. Secondo recenti dati ONU, Honduras, El Salvador e Guatemala sono i tre Paesi più violenti del mondo con un tasso di omicidi ogni 100mila abitanti.Il Messico, Paese comunemente preso come esempio di estrema violenza sociale, ha un tasso di 18 omicidi ogni 100.000 abitanti. In USA il tasso è di 5, in Italia di 1,10 (questanno in Italia siamo già a 30 femminicidi).Ma parliamo di dati denunciati, questi non includono tutte le violenze che continuano a perpetuarsi all'interno delle mura domestiche o di omicidi su donne ad esempio migranti per cui nessuno denuncia la sparizione. El salvador in base a questi dati detiene il primato mondiale di femminicidi: 12 ogni 100.000 donne. Nel 2011 ce ne sono stati 647 e ben 87 commessi contro bambine o adolescenti, 142 contro donne di età compresa tra i 18 e i 25 anni. Nello stesso periodo 1.272 donne sono state vittime di altre violenze tra cui lesioni, stupri, molestie sessuali, violenza familiare. El Salvador è un Paese di soli 6 milioni e mezzo di abitanti.Le indagini segnalano che in media nelle bande abbiano tra i 12 e 24 anni. L’Italia è il primo Paese europeo di emigrazione dei salvadoregni. La violenza è una delle cinque cause che li spinge a lasciare il loro Paese.Paese il nostro che però ha drammaticamente ben 36 donne uccise dall'inizio del 2012 sono una vittima ogni 43 ore. Con questo ritmo sarebbero più di 200 alla fine dell’anno contro le 138 vittime del 2011. Una crescita spaventosa del 147%.

Movimenti per l'acqua occupano Ministero dell'Ambiente e la sede di Hera a Bologna

COMUNICATO STAMPA

Movimenti acqua stanno occupando Ministero dell'Ambiente

In occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua il Forum Italiano dei Moviementi per l'Acqua ha occupato il Ministero dell'Ambiente per chiedere il rispetto del voto referendario di giugno. Sono in questo momento all'interno del Ministero 30 attivisti, con megafoni, striscioni e bandiere. Un mese fa il Forum fu ricevuto dal Ministro Clini che però non ha mantenuto la promessa di attivarsi per far rispettare i referendum. Nello striscione più grande c'è scritto: Non siamo inClini ad aspettare, c'è un voto da rispettare. Diretta Twitter dell'occupazione: https://twitter.com/#!/AcquaBeneComune

COMUNICATO STAMPA Il comitato Acqua Bene Comune di Bologna ha occupato la sede di Hera

Oggi 22 Marzo 2012, giornata mondiale dell'acqua, come movimento per l'acqua bene comune di Bologna abbiamo pensato che il modo migliore per festeggiare questa giornata fosse quello di “andare a trovare” i dirigenti di HERA SpA, la multiutility di diritto privato che non ha ancora eliminato i profitti dalla bolletta idrica.

Chiediamo un incontro con Il Presidente del Cda Tommaso Tommasi e/o con l'Amministratore Delegato Maurizio Chiarini, per potergli chiedere, come mai non si sono ancora adeguati all'esito del 2° quesito referendario che ha cancellato il profitto sull'acqua e perchè, in contrasto con quanto deciso dal popolo sovrano con il 1° quesito referendario invece di avviare percorsi verso la ripubblicizzazione, si stiano preparando a costituire - assieme a A2A e IREN - una mega-multiutility “del Nord” che toglierebbe sempre più potere di controllo agli enti pubblici ed ai cittadini dei territori interessati.

Hera SpA ha un debito di oltre 2miliardi e 300 milioni, pari al doppio della capitalizzazione di borsa. Vogliamo che gli amministratori di Hera ci raccontino come pensano che possa stare in piedi un'azienda che avrebbe – in partenza – già 10 miliardi di passivo, se non con un continuo aumento della finanziarizzazione borsistica (privatizzazione) e delle tariffe e una costante diminuzione degli investimenti, della qualità del servizio e dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Come movimento per l'acqua bene comune siamo nettamente contrari a questa ventilata fusione di aziende private e ci batteremo fino in fondo per impedirlo.

Vogliamo ricordare agli amministratori di HERA, che il Decreto del Presidente della Repubblica del 18 luglio 2011, n° 116, che sancisce l’esito referendario, recita testualmente “E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.” e quindi non c'è alcuna necessità di attendere una qualche decisione da parte degli AATO. Vogliamo infine ricordargli anche che lo stesso Ministro dell'Ambiente Clini ha emanato alcune settimane fa una circolare in cui riconosce che, anche senza una nuova normativa nazionale, le tariffe vanno adeguate all'esito referendario. E allora cosa aspettano?

Il Forum Nazionale dei Movimenti per l'Acqua Bene Comune ha lanciato la campagna di Obbedienza Civile, che mira proprio a sanare questo mancato adeguamento al referendum con la cancellazione dei profitti in bolletta direttamente da parte dei cittadini e dalle cittadine. Che Hera SpA non tenti azioni di rappresaglia verso chi aderirà a questa campagna per il rispetto della legge. Non ne ha nè il diritto, nè la forza.

Dall'interno della sede di Hera S.p.A. - Bologna, 22/03/2012


Gr 13:00

Fiom: " Scioperi a difesa dell'articolo18" Secondo i metalmeccanici della Cgil " in numerose aziende piemontesi, si sono fermate. Altri scioperi sono previsti nei prossimi giorni

Numerose fabbriche metalmeccaniche del Piemonte hanno scioperato oggi in difesa dell'articolo 18. Lo rende noto la Fiom che annuncia altre fermate per domani. Nella provincia di Torino hanno scioperato Federal Mogul, Olivetti, Fucine Rostagno, Romi, Berco, Emarc, Intek, Ceva, Idrosapiens, Bertot, Comital, Kuene Nagel, Skf Bss, Pogliano BusBar, Elbi, Vertek, Sogefi, Bher Tronic, Aries Mecaplast con un presidio davanti ai cancelli e blocco della tangenziale, Agrati, Ibs; Tekfor, Prima Industrie, Rostan, Graziano, Tyco, Precision, Olsa, Bending Tooling, Eko, 2 A, Alessio tubi.

Si sono fermate ad Alessandria Bticino, Cerutti, Kme, Inox , Schiavetti, Nuova Elettrofer; a Cuneo Valeo, Graziano, Bottero e la Cometto, nel Vco sono state proclamate le ultime 2 ore di ogni turno; a Novara Meritor, Praxair, Isringhausen, Verbano Trasformatori; a Biella Obem e Bonino, ad Asti la Marcegaglia. "Gli scioperi di oggi e anche quelli previsti nei prossimi giorni - commenta Federico Bellono, segretario generale della Fiom torinese - dimostrano la volontà dei metalmeccanici torinesi di non farsi scippare diritti importanti come l'art 18 e la volontà di far sentire la propria voce nella trattativa in corso con il governo". Per il responsabile del settore auto della Fiom nazionale Giorgio Airaudo "i lavoratori difendono il loro articolo 18 perchè non è accettabile che le persone restino da sole di fronte al rischio dei licenziamenti". LAVORO: OPERAI PIAGGIO SCIOPERANO E OCCUPANO SUPERSTRADA FIRENZE-PISA-LIV LAVORO: OPERAI PIAGGIO SCIOPERANO E OCCUPANO SUPERSTRADA FIRENZE-PISA-LIVORNO = PER PROTESTARE CONTRO RIFORMA ART. 18 Pisa, 22 mar. - (Adnkronos) - Corteo degli operai della Piaggio di Pontedera (Pisa) per protestare contro la riforma del mercato del lavoro e in particolare contro le norme riguardanti l'art. 18. Lo sciopero è stato organizzato dalla Fiom-Cgil e ha ricevuto un'elevata adesione. I manifestanti si sono diretti gridando slogan allo svincolo di Ponsacco della superstrada Firenze-Pisa-Livorno, e hanno occupato la sede stradale in entrambe le direzioni di marcia. Si sono formate lunghe code sulla superstrada, una delle arterie vitali per il traffico regionale. Sul posto forze dell'ordine e polizia stradale. LAVORO: GENOVA, SCIOPERO UNITARIO FINCANTIERI RIVA TRIGOSO (2) ECO S0A QBXB LAVORO: GENOVA, SCIOPERO UNITARIO FINCANTIERI RIVA TRIGOSO (2) (ANSA) - GENOVA, 22 MAR - «Lo stabilimento Fincantieri del Muggiano (La Spezia) non è stato occupato. I lavoratori, che protestano per la modifica all'articolo 18, sono scesi in sciopero e hanno presidiato le portinerie». Lo afferma la direzione dello stabilimento del Muggiano. Analoga manifestazione è stata effettuata nello stabilimento di Riva Trigoso (Genova). In tutto, sono scesi in sciopero oltre 1200 lavoratori tra quelli diretti e quelli dell'indotto. La protesta si protrarrà anche nel pomeriggio. L'iniziativa di mobilitazione è stata indetta dalle rsu Fim Fiom Uilm. ART.18: FIOM, METALMECCANICI UMBRI GIÀ IN MOBILITAZIONE ECO S43 QBKU ART.18: FIOM, METALMECCANICI UMBRI GIÀ IN MOBILITAZIONE DOMANI DUE ORE DI SCIOPERO E ASSEMBLEE ALL'AST (ANSA) - PERUGIA, 22 MAR - È già mobilitazione in Umbria da parte dei metalmeccanici per difendere l'articolo 18: la Fiom di Perugia riferisce di una «alta adesione» al primo sciopero di due ore, martedì e ieri, e di una «grande partecipazione» alle assemblee che si stanno svolgendo su tutto il territorio. Domani sarà la volta degli operai ternani del gruppo Ast (Tkl-Ast, Sdf, Aspasiel, Titania, Ilserv e ditte terze) che sciopereranno per due ore ogni turno e terranno assemblee in fabbrica. Ieri sera - riferisce la Cgil Umbria in un comunicato - si è autoconvocata un'assemblea dei lavoratori dell'Iverplast, con sciopero nelle ultime due ore del turno, alla quale hanno partecipato anche lavoratori di altre aziende del marscianese. Simone Pampanelli, di Fiom Cgil Perugia, che ha partecipato all'assemblea, parla della «molta rabbia» dei lavoratori «per il tentativo di fare cassa sui loro diritti». Il sindacato annuncia quindi altri scioperi in varie aziende per i prossimi giorni, mentre il segretario generale della Fiom di Perugia, Maurizio Maurizi, sottolinea come il clima nelle fabbriche sia «molto teso». (ANSA). AMBIENTE: UE, ITALIA RISPETTI NORME SU PROTEZIONE ACQUE AMBIENTE: UE, ITALIA RISPETTI NORME SU PROTEZIONE ACQUE = PROSEGUE PROCEDURA INFRAZIONE COMMISSIONE Bruxelles, 22 mar. - (Adnkronos) - L'Italia non si è conformata alla legislazione Ue sulla protezione delle acque in quanto il recepimento della direttiva quadro nel diritto nazionale è per diversi aspetti lacunoso. Per questo, la Commissione europea, su raccomandazione del commissario per l'Ambiente, Janez Potočnik, ha deciso di inviare un parere motivato, secondo passo della procedura d'infrazione avviata nel maggio del 2009. Se l'Italia non risponderà entro due mesi o se la risposta verrà considerata insoddisfacente, l'esecutivo potrà adire la Corte di giustizia dell'Ue. La direttiva quadro sulle acque costituisce la base per la gestione e la protezione delle acque europee ed impone agli Stati membri di creare e mantenere «piani di gestione dei bacini idrografici» indicanti le modalità precise per conseguire entro un lasso di tempo concordato gli obiettivi ecologici, quantitativi e chimici fissati per i bacini idrografici. L'Italia non ha recepito correttamente una serie di articoli della direttiva quadro sulle acque, tra cui quelli relativi alla necessità di adottare una serie di misure per conseguire un «buono stato» dei bacini idrografici entro i termini previsti e conformarsi all'obbligo di mantenere un registro aggiornato delle aree protette. (Nap/Col/Adnkronos) 22-MAR-12 12:14 NNN Cosa succede a Pechino A Zhongnanhai è successo qualcosa di grosso. Il Partito fatica a mantenere il controllo dell'informazione, la stampa internazionale fatica a comprendere. Voci di un tentativo di colpo di stato, leader di Partito in ascesa sostituiti, figli illegittimi e Ferrari. E la ferita ancora aperta di Tian'anmen.

CINA: NUOVE VOCI SU GOLPE 'SVENTATÒ EST S0B QBXB CINA: NUOVE VOCI SU GOLPE 'SVENTATÒ (ANSA) - PECHINO, 22 MAR - Un colpo di Stato non si è verificato in Cina, solo perchè è stato bloccato sul nascere dal presidente Hu Jintao e dal premier Wen Jiabao. È questa l'ultima voce sulle divisioni interne al Partito comunista cinese emerse con il siluramento, la scorsa settimana, dell«'astro nascente» Bo Xilai, licenziato dalla sua carica di capo del partito nella metropoli di Chongqing. Da allora non si hanno notizie precise su Bo, che sarebbe agli arresti di fatto in un luogo non precisato, a Pechino. Secondo Mingjing News, un sito web basato negli Stati Uniti specializzato in «gossip» sui dirigenti cinesi, il «golpe» sarebbe stato organizzato da Bo Xilai con la collaborazione di Zhou Yongkang, il capo degli apparati di sicurezza e numero nove della gerarchia comunista. Mingjing News non nomina nessuna fonte, nè da altre indicazioni che rendano credibile la sua denuncia. Zhou, uno dei membri del potente Comitato permanente dell' ufficio politico (Cpup) comunista, è stato visto l' ultima volta in pubblico lunedì scorso. L' agenzia Nuova Cina ha diffuso sul sito web una foto nella quale lo si vede alla presidenza di una riunione di partito.(ANSA)

Mali, militari prendono il potere E’ sfociata in un colpo di Stato la rivolta dei militari scoppiata ieri pomeriggio in una caserma alla periferia della capitale Bamakò, frustrati dall’andamento negativo della lotta contro i ribelli jihadisti nel nord del Paese. Nella notte i militari, che ieri sera erano entrati in città con i blindati, hanno preso il controllo del palazzo presidenziale dopo alcune ore di scontri con la guardia presidenziale e hanno arrestato alcuni ministri, fra i quali quello degli Esteri, Soumeylou Boubeye Maiga. Questa mattina, parlando alla tv di Stato, il tenente Amadou Konarè, ha annunciato che i militari hanno preso il potere, creando un ‘Comitato nazionale per il recupero della democrazia e il risanamento dello Stato’ (Cnrdre) presieduto da capitano Amadou Sango. “Abbiamo agito per fronteggiare l’incapacità del regime del presidente Amadou Toumani Tourè (al potere dal 2022, ndr) nel gestire la crisi nel nord del nostro Paese”, ha spiegato Konarè. “All’esercito manca materiale adeguato per la difesa del territorio nazionale e per lottare contro la ribellione e i gruppi armati nel nord e contro il terrorismo”. Dall’inizio dell’anno le regioni settentrionali del Mali sono in preda a una ribellione tuareg del Fronte di liberazione nazionale dell’Azawad – con molti rientrati in Mali dopo aver combattuto per Muammar Gheddafi – e alle attività dei gruppi islamici jihadisti di Ansar Din. Il capo della giunta ha poi spiegato che è stata sospesa la Costituzione e dichiarato il coprifuoco, prendendo l’impegno solenne di restituire il potere ai civili e di creare un governo di unità nazionale per organizzare elezioni quanto prima. Immediato il commento di Parigi sulla situazione nella sua ex colonia. “Noi siamo legati al rispetto delle regole democratiche e costituzionali – ha dichiarato il ministro egli esteri Francesi, Alain Juppè – Chiediamo il ristabilimento dell’ordine costituzionale ed elezioni, che siano messe in programma per aprile. Bisogna che abbiano luogo al più presto possibile”. In primo Piano

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gror1200322 (last edited 2012-03-22 16:41:56 by anonymous)