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Sommario

In primo Piano

GRECIA: Dopo il voto del Parlamento imposto dalla UE, Atene brucia

Tantissime sono le persone che hanno preso parte alla mobilitazione e agli scontri in tutto l'arco temporale che va dalle 4 del pomeriggio a quelle di notte: tra loro anche reduci della guerra di liberazione contro i nazisti come Manolis Glezos e importanti compositori come Mikos Theodorakis che hanno preso parola contro il piano auspicando una nuova liberazione del popolo greco, questa volta dalla dittatura del debito. Manifestazioni ci sono state anche a Corfù, Eraklion, Salonicco, Patrasso, Tessalonica (dove più di 20.000 persone sono scese in piazza). Si parla di almeno 60 arresti e 50 feriti, in uno scenario di vera e propria guerriglia urbana che ha visto il suo epicentro in piazza Syntagma, completamente piena di gente così come le vie limitrofe. L'uso dei lacrimogeni è stato talmente massiccio da far avvertire l'odore anche all'interno del Parlamento dove si stava portando avanti il dibattito per l'approvazione del piano. Ai limiti del ridicolo le dichiarazioni di Papademos per il quale “la violenza di queste ore non è compatibile con una democrazia”. Allo stesso modo dopo oggi la Grecia è incompatibile anche con la democrazia liberale, che brucia nelle piazze e scompare in un voto dettato dalla Germania, dalla Francia e dalla finanza internazionale che oggi sorride.

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

GERMANIA: marcia dei nazi a dresda, mobilitazione antinazista (audio: ROR)

ARABIA SAUDITA: manifestanti uccisi

BAHRAIN: schierato l'esercito contro possibili manifestazioni

Migliaia di militari e uomini delle forze di sicurezza sono stati dispiegati nel piccolo paese del Golfo in vista di manifestazioni convocate dall’opposizione che fa riferimento alla comunità sciita, maggioritaria ma di fatto esclusa dalla vita politica e marginalizzata in ambito sociale ed economico. Da un anno il Bahrain è teatro di una crisi politica con il regime di Manama riuscito finora a controllare la situazione solo grazie agli aiuti di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

ITALIA

TORINO: Processo Eternit, condanna a 16 anni per i padroni (audio: ROR)

Una lunga coda si era formata stamattina all'ingresso del Tribunale di Torino dove oggi c'è stata la sentenza del maxi processo Eternit. Fuori dal Palazzo di Giustizia un gruppo di parenti delle vittime ha esposto pannelli che ritraggono il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, uno dei due imputati del processo, dietro le sbarre di una prigione. Schmidheiny era imputato insieme al barone belga Louis de Cartier, 90 anni, di disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. Il processo è durato oltre due anni e si è articolato in 65 udienze. Ai dirigenti vengono contestate le morti di 2.100 persone e le malattie che hanno colpito altre 800 persone nelle zone degli stabilimenti di Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli). Le parti civili che si sono costituite in giudizi sono oltre seimila. Il Tribunale di Torino ha condannato a 16 anni di carcere ciascuno il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier alla fine del processo Eternit. Il tribunale, secondo quanto si ricava dalla lettura del dispositivo della sentenza, che è tuttora in corso, ha ritenuto i due imputati colpevoli di disastro doloso solo per le condizioni degli stabilimenti di Cavagnolo (Torino) e Casale Monferrato (Alessandria). Per gli stabilimenti di Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli) i giudici hanno dichiarato di non doversi procedere perché il reato è prescritto.

BERGAMO: repressione contro manifestazione antifascista (audio: ROd'U)


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gror120213 (last edited 2012-02-13 19:23:41 by anonymous)