Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

APPELLO DEL MOVIMENTO NO-TAV

Questo appello è rivolto a tutti gli uomini e donne che, in questi lunghi mesi di occupazione militare, in questi mesi di lotta e resistenza NoTav, si sono schierati al nostro fianco in ogni dove d’Italia. Grazie a voi è stato chiaro a chi ha cuore e intelligenza che la lotta dei No Tav di quest’angolo di Piemonte è la lotta di tutti coloro che si battono contro lo sperpero di denaro pubblico a fini privatissimi, contro la devastazione del territorio, contro la definitiva trasformazione in merce delle nostre vite e delle nostre relazioni sociali. Difendere la propria terra e la propria vita è difendere il futuro nostro e di tutti. Il futuro dei giovani condannati alla precarietà a vita, degli anziani cui è negata una vecchiaia dignitosa, di tutti quelli che pensano che il bene comune non è il profitto di pochi ma una migliore qualità della vita per ciascun uomo, donna, bambino e bambina. Qui e ovunque. In ogni ospedale che chiude, in ogni scuola che va a pezzi, in ogni piccola stazione abbandonata, in ogni famiglia che perde la casa, in ogni fabbrica dove Monti regala ai padroni la libertà di licenziare chi lotta, ci sono le nostre ragioni. Dopo la terribile giornata del 27 febbraio, quando uno di noi ha rischiato di morire per aver tentato di intralciare l’allargamento del fortino della Maddalena, il moltiplicarsi dei cortei, dei blocchi di strade, autostrade, porti e ferrovie, in decine e decine di grandi e piccole città italiane ci ha dato forza nella nostra resistenza sull’autostrada. In quell’occasione abbiamo capito che, nonostante le migliaia di uomini in armi, il governo e tutti i partiti Si Tav erano in difficoltà. Si sono aperte delle falle nella propaganda di criminalizzazione, si sono aperte possibilità di lotta accessibili a tutti ovunque. Il 27 febbraio non si sono limitati a mettere a repentaglio la vita di uno dei noi, hanno occupato un altro pezzo di terra, l’hanno cintata con reti, jersey, filo spinato. Il prossimo mercoledì 11 aprile vogliono che l’occupazione diventi legale. Quel giorno hanno convocato i proprietari per la procedura di occupazione “temporanea” dei terreni. Potranno entrare nel fortino fortificato come guerra solo uno alla volta: se qualcuno non si presenta procederanno comunque. L’importante è dare una patina di legalità all’imposizione violenta di una grande opera inutile. Da quel giorno le ditte potranno cominciare davvero i lavori. I No Tav anche questa volta ci saranno. Saremo lì e saremo ovunque sia possibile inceppare la macchina dell’occupazione militare. Facciamo appello perché quel giorno e per tutta la settimana, che promoviamo come settimana di lotta popolare No Tav, ci diate appoggio. Abbiamo bisogno che la rete di solidarietà spontanea che ci ha sostenuto in febbraio, diventi ancora più fitta e più forte. Non vi chiediamo di venire qui, anche se tutti sono come sempre benvenuti, vi chiediamo di lottare nelle vostre città e paesi. Vi chiediamo di diffondere la resistenza. (Il Movimento No Tav)

NOTIZIE BREVI

ESTERI

PALESTINA: STA PER PARTIRE UNA NUOVA INIZIATIVA INTERNAZIONALE DI SOLIDARIETA (Nena News)

Nuova missione degli attivisti pro-palestinesi che il prossimo 15 aprile, 1°anniversario della morte di Vittorio Arrigoni, voleranno a Tel Aviv cercando di raggiungere i Territori palestinesi occupati. L’iniziativa "Benvenuti in Palestina" segue quella dello scorso luglio, quando oltre 500 attivisti provenienti da tutto il mondo tentarono di raggiungere l’aeroporto di Ben Gurion per esprimere la propria solidarietà al popolo palestinese. Il governo israeliano fece una "lista nera" con i nominativi degli attivisti “indesiderati” e la inviò alle compagnie aree (tra cui Air France, Alitalia, Austrian Airlines, Lufthansa, Malev e EasyJet) che negarono l’imbarco negli aeroporti di Parigi, Bruxelles, Roma e Ginevra a decine di persone. Altre 200 riuscirono a partire ma furono bloccate all’aeroporto di Tel Aviv, imprigionate a Ber Sheva e Ramle, infine espulse. La cosa ebbe risonanza mondiale, causando critiche all’interno dello Stato di Israele, accusato da diversi media, di avere un atteggiamento isterico e controproducente. Difficilmente lo Stato di Israele quest’anno potrà contare sulla complicità delle compagnie aeree, costrette nel 2011 ad affrontare ingenti costi di rimborso per tutti i passeggeri a cui fu negato l’imbarco. Saranno oltre mille persone di tutte le età, provenienti da 20 Paesi, in arrivo a Tel Aviv, dove saranno attese da decine di israeliani contrari all’occupazione, quest’anno molto attivi nell’organizzazione dell’evento. L’intenzione degli attivisti è superare il blocco israeliano, per poi recarsi direttamente a Beit Jala (distretto di Betlemme) per contribuire attivamente alla costruzione del complesso scolastico Scuola Internazionale Palestina, i cui terreni sono già stati acquistati. Se da una lato Israele può ancora contare su un ampio sostegno diplomatico tra le cancellerie occidentali, sembra sempre più evidente la crescente perdita di credibilità a livello dell'opinione pubblica mondiale.

ISRAELE: Hana Shalabi liberata ed esiliata, Marwan Barghouti in isolamento

La prigioniera politica Hana Shalabi, che era detenuta in un carcere israeliano è stata liberata e trasferita a Gaza. Dopo 44 giorni di sciopero della fame, in segno di protesta contro la sua illegittima detenzione, è stata scarcerata a seguito di un accordo raggiunto tra Israele e la giustizia palestinese con la mediazione del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC). Questo il messaggio di Hana Shalabi riportato appena dopo la sua liberazione nel profilo Facebook dedicato a Vittorio Arrigoni, l’attivista per i diritti umani dell’International Solidarity Movement ucciso a Gaza: “Alla mia cara e amata famiglia, ai miei cari e a tutte le persone libere di tutto il mondo, ringrazio tutti voi per quello che avete fatto per me e per gli altri prigionieri palestinesi, spero che capirete la mia posizione e la mia decisione, che non è stata una debolezza da parte mia, ho iniziato e continuato uno sciopero della fame per 44 giorni, ho perso 20 chili e tutto ciò che volevo era di continuare la strada che è stata avviata dal fratello Khader Adnan, e, dopo aver rassicurato i miei fratelli che stanno seguendo questo percorso, come Bilal Theyab, Thaer Halhalah e altri, ho dovuto interrompere questo sciopero dal momento in cui la mia salute è molto peggiorata – ho cominciato a sanguinare. Così ho scelto di essere deportata a Gaza, “che è l’altra metà del Paese”, tra la mia gente e la mia famiglia per tre anni, per poi fare rientro nella mia città, Jenin.Spero possiate condividere e capire la mia decisione e che continuerete a sostenere tutti coloro che ovunque stanno combattendo la propria battaglia, per il Paese e per i prigionieri.” Il leader palestinese, Marwan Barghouti, è stato trasferito in una cella di isolamento nel carcere israeliano di Hadarim, dove sta scontando cinque condanne all’ergastolo, per aver inviato senza autorizzazione una lettera ai suoi sostenitori a Ramallah in cui scrive: “Dev’essere compreso che in Israele non esiste un partner per la pace, fintanto che gli insediamenti colonici continuano a essere costruiti. È un diritto del popolo palestinese opporsi con tutti i mezzi all’occupazione e la resistenza si deve concentrare sui territori del 1967”. La lettera di Barghouti, che è stata pubblicata integralmente oggi da un quotidiano palestinese, si conclude con la richiesta al popolo palestinese di lavorare per “l’unità, la coesione, la creazione di un governo d’unità nazionale, il proseguimento di della resistenza popolare e pacifica per mettere fine all’occupazione". Il leader palestinese, inoltre, per un mese non potrà ricevere visite. Barghouti aveva chiesto all’Autorità nazionale palestinese (Anp) di “interrompere immediatamente tutte le forme di cooperazione economica e in materia di sicurezza con Israele”. Il detenuto palestinese, infine, invitava la leadership palestinese a riprendere i colloqui di pace con lo Stato ebraico solo a condizione che vengano rilasciati i prigionieri rinchiusi nelle carceri israeliane.

BRUXELLES: MANIFESTAZIONE CONTRO LA NATO

A Bruxelles si è svolta ieri una protesta anti-Nato promossa dagli attivisti non violenti della ONG “Action For Peace”assieme a militanti del movimento locale degli Indignati. Le forze dell’ordine hanno mobilitato anche la cavalleria, oltre a unità cinofile, elicotteri e idranti. Oltre 480 i giovani fermati, e rilasciati dopo poche ore, per aver tentato di penetrare nel quartier generale dell’Alleanza Atlantica. I dimostranti, in tutto un migliaio, erano accorsi da vari Paesi d’Europa settentrionale per denunciare lo stoccaggio illegale di armi nucleari in territorio belga nonchè per contestare la legittimità dell’esistenza stessa dell’organizzazione militare internazionale.

TUNISIA: GOVERNO APPROVA IL PIANO ECONOMICO E PROROGA STATO EMERGENZA

Il governo tunisino ha approvato il suo primo piano economico e sociale che passerà ora al vaglio dell’Assemblea costituente. Quella dello sviluppo economico è secondo molti osservatori una delle vere sfide da vincere per il governo guidato dal movimento di ispirazione islamica Ennahda. La rivoluzione contro Ben Ali ha anche portato a un drastico calo delle entrate dal settore turistico, voce chiave dell’economia, e restano da risolvere tutti i nodi venuti al pettine già durante il deposto regime. Problematiche che periodicamente hanno portato all’organizzazione di scioperi e che sono uno dei fattori di destabilizzazione in questa fase di transizione. Proprio per la presenza di “episodici focolai di instabilità” il presidente tunisino Moncef Marzouki ha prolungato di un mese lo stato d’emergenza in vigore dalla fine della dittatura. Inizialmente prevista a fine marzo, la nuova scadenza è stata spostata al 30 aprile. La misura è stata presa d’accordo con il governo e con la presidenza dell’Assemblea costituente.

PAKISTAN: SCONTRI ARMATI TRA ESERCITO E ISLAMISTI

Violenti scontri in Pakistan, nel distretto del Mohmad, tra miliziani ed esercito. Il bilancio, attualmente, è di 14 morti tra i filotalebani e quattro tra le forze di sicurezza. Secondo alcune fonti, i miliziani, provenienti dal sud dell’Afghanistan, avrebbero attaccato all’alba un check-point, dando così il via alle ostilità. All’appello, poi, mancherebbero cinque soldati, che risultano dispersi. Si sospetta che siano stati rapiti dai ribelli, anche se la notizia non è confermata. A Karachi 6 persone sono rimaste uccise in diversi episodi. L’allarme sicurezza era scattato la scorsa settimana, dopo che un leader locale del Movimento Muttahida Qaumi (Mqm), Mansoor Mukhtar, era stato ucciso. Già l’anno passato Karachi è stata teatro di tensioni politiche ed etniche, con centinaia di morti lasciati sulle strade: le fonti riferiscono che, tra gennaio e luglio, le vittime sono state almeno 800.

ITALIA

PALERMO: 5 lavoratori Coop sul tetto per protesta

Cinque lavoratori della Coop 25 aprile sono saliti venerdì sul tetto del centro commerciale Forum di Brancaccio, a Palermo – che ospita Ipercoop – minacciando di buttarsi giù. Si tratta di un gesto estremo per protestare contro i piani dell’azienda, la quale, con la vendita dei cosiddetti supermercati fuori perimetro, manderà a casa molti lavoratori. Si tratta di un piano aziendale che ha, infatti, delineato un perimetro entro il quale si trovano “i gioielli produttivi”, ossia i punti vendita intoccabili, che fanno fatturato e che vanno tenuti, e che declassa tutto ciò che resta al di là di quella linea. L’Azienda ha, infatti, già comunicato che per i 6 punti vendita in perdita non ci sono acquirenti e che 81 dei 164 dipendenti potrebbero essere licenziati. Niente piano di reintegro dei lavoratori delle zone di serie B, dunque. E questo, come non si stancano di ripetere i lavoratori, alla faccia dei valori e dei principi tanto sbandierati dalla Coop. Gli impiegati che rischiano il posto sono per la maggioranza padri di famiglie monoreddito o con entrambi i coniugi dipendenti Coop. Quindi ciò che da mesi vanno chiedendo i lavoratori, protestando e manifestando, è di salvare il sistema Coop, permettendo a tutti di restare agganciati, magari imponendo sacrifici in parti uguali, ma senza mandare a casa nessuno. Ma finora, ogni proposta, ogni manifestazione è rimasta inascoltata, tanto che alcuni impiegati hanno scelto, appunto, di compiere il gesto estremo. Ad appoggiarli, una trentina di colleghi che hanno trascorso la notte in macchina davanti all’Ingresso dell’Ipercoop in segno di solidarietà, e la proclamazione dello sciopero dei lavoratori ad oltranza.

ROMA: E' MORTO L'EX PARTIGIANO ROSARIO BENTIVEGNA

Nato a Roma il 22 giugno 1922, fin dagli anni del liceo fu un attivo antifascista. Arrestato nel 1941, dopo la scarcerazione Bentivegna aderì nel 1943 al Partito comunista. Con l'armistizio iniziò la lotta armata nei GAP (Gruppi di azione patriottica), sia a Roma centro che nella zona della Casilina, dove comandò formazioni partigiane. Il 23 marzo del 1944 con Carla Capponi (che sarebbe poi stata sua moglie), fu tra gli autori dell'attentato di via Rasella, che uccise 33 soldati delle SS e che fu il pretesto per la strage delle Fosse Ardeatine. Pochi mesi dopo la liberazione della Capitale, Bentivegna decise di continuare la sua lotta contro i nazifascisti in Jugoslavia e in Montenegro. Dopo la guerra, subì numerosi processi per la sua attività di partigiano, dai quali è uscito sempre assolto.

ITALIA: i dieci più ricchi hanno lo stesso reddito dei tre milioni più poveri

In Italia i dieci individui più ricchi posseggono una quantità di ricchezza grosso modo equivalente ai tre milioni di italiani più poveri. Il dato emerge dallo studio pubblicato negli Occasional Papers di Bankitalia, dai quali si apprende come la ricchezza sia sempre più legata ai patrimoni e come i giovani siano sempre più poveri degli adulti. L’Italia è ancora un Paese piuttosto benestante, ma la ricchezza degli italiani è composta sempre più da patrimonio accumulato in passato e sempre meno dal reddito. Si parla anche di distribuzione della ricchezza: oggi, a differenza del passato, gli anziani sono più ricchi dei giovani. Lo studio conclude affermando che il livello di diseguaglianza è comparabile a quello di altri Paesi europei.

ECONOMIA: Boom di disoccupati a febbraio

Il tasso di disoccupazione si è attestato a febbraio al 9,3%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a gennaio e di 1,2 punti su base annua. Lo comunica l'Istat. Si tratta del livello più alto da gennaio 2004, inizio della serie storica. Aumenta anche il tasso di disoccupazione giovani (15-24enni), al 31,9% a febbraio, con un aumento di 0,9 punti percentuali rispetto a gennaio e di 4,1 punti su base annua. Nel quarto trimestre del 2011 il tasso di disoccupazione dei 15-24enni tocca un picco del 49,2% per le giovani donne del Mezzogiorno.

TORINO: Primavera No Tav

Hanno trasformato un angolo del parco del Valentino, invaso da migliaia di torinesi nella calda domenica primaverile, in un punto di informazione e mobilitazione No Tav. I movimenti che si oppongono alla nuova Torino-Lione hanno lanciato nel capoluogo la 'Primavera No Tav' sotto con lo slogan "Il 1/°aprile cambiamo aria". Tra i banchetti e gli stand, cucine da campo, laboratori artistici e di artigianato, spettacoli di musica, giochi e, nel cuore del pomeriggio, un'assemblea popolare. E' partita così la campagna per la giornata di protesta dell'11 aprile, quando ai proprietari dei terreni di Chiomonte, in valle di Susa, saranno notificati gli espropri per partire con i lavori di scavo del tunnel geognostico, in località Maddalena. Molti padroni dei terreni sono No Tav che li hanno acquistati proprio in vista dell'apertura del cantiere. La protesta dell'11 aprile, che si estenderà in tutta Italia - annuncia il movimento - sarà decisa nell'assemblea popolare convocata martedì prossimo al 'PalaNoTav' di Bussoleno (Torino).


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Palestina, Hana Shalabi è libera

La prigioniera politica Hana Shalabi, che era detenuta in un carcere israeliano è stata liberata e trasferita a Gaza. Dopo 44 giorni di sciopero della fame, in segno di protesta contro la sua illegittima detenzione, è stata scarcerata a seguito di un accordo raggiunto tra Israele e la giustizia palestinese con la mediazione del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC). Questo il messaggio di Hana Shalabi riportato appena dopo la sua liberazione nel profilo Facebook dedicato a Vittorio Arrigoni, l’attivista per i diritti umani dell’International Solidarity Movement ucciso a Gaza: “Alla mia cara e amata famiglia, ai miei cari e a tutte le persone libere di tutto il mondo, ringrazio tutti voi per quello che avete fatto per me e per gli altri prigionieri palestinesi, spero che capirete la mia posizione e la mia decisione, che non è stata una debolezza da parte mia, ho iniziato e continuato uno sciopero della fame per 44 giorni, ho perso 20 chili e tutto ciò volevo era di continuare la strada che è stata avviata dal fratello Khader Adnan, e, dopo aver rassicurato i miei fratelli che stanno seguendo questo percorso, come Bilal Theyab, Thaer Halhalah e altri, ho dovuto interrompere questo sciopero dal momento in cui la mia salute è molto peggiorata – ho cominciato a sanguinare. Così ho scelto di essere deportata a Gaza, “che è l’altra metà del Paese”, tra la mia gente e la mia famiglia per tre anni, per poi fare rientro nella mia città, Jenin.Spero possiate condividere e capire la mia decisione e che continuerete a sostenere tutti coloro che ovunque stanno combattendo la propria battaglia, per il Paese e per i prigionieri.”

Il leader palestinese, Marwan Barghouti, è stato trasferito in una cella di isolamento nel carcere israeliano di Hadarim, dove sta scontando cinque condanne all’ergastolo, per aver inviato senza autorizzazione una lettera ai suoi sostenitori a Ramallah in cui incitava la popolazione palestinese alla rivolta contro Israele “con tutti i mezzi”.

È quanto riferisce il sito web di ‘Yedioth Ahronoth’, secondo cui Barghouti è stato punito dalle autorità carcerarie con una settimana di isolamento. Il leader palestinese, inoltre, per un mese non potrà ricevere visite. Nella lettera, riporta il sito, Barghouti aveva chiesto all’Autorità nazionale palestinese (Anp) di “interrompere immediatamente tutte le forme di cooperazione economica e in materia di sicurezza con Israele”. Il detenuto palestinese, infine, invitava la leadership palestinese a riprendere i colloqui di pace con lo Stato ebraico solo a condizione che vengano rilasciati i prigionieri rinchiusi nelle carceri israeliane.

PIANO ECONOMICO DEL GOVERNO, PROLUNGATO STATO EMERGENZA

Il governo tunisino ha approvato il suo primo piano economico e sociale che passerà ora al vaglio dell’Assemblea costituente. Lo riferisce l’agenzia di stampa tunisina ‘Tap’ riportando le parole del ministro Ridha Saidi, incaricato dall’esecutivo delle questioni economiche. Saidi ha riferito di un documento di 120 pagine diviso in capitoli di politica generale e in altri dedicati a settori specifici.

Quella dello sviluppo economico è secondo molti osservatori una delle vere sfide da vincere per il governo guidato dal movimento di ispirazione islamica Ennahda. La rivoluzione contro Ben Ali ha anche portato a un drastico calo delle entrate dal settore turistico, voce chiave dell’economia, e restano da risolvere tutti i nodi venuti al pettine già durante il deposto regime.

Problematiche che periodicamente hanno portato all’organizzazione di scioperi e che sono uno dei fattori di destabilizzazione in questa fase di transizione.

Proprio per la presenza di “episodici focolai di instabilità” il presidente tunisino Moncef Marzouki ha prolungato di un mese lo stato d’emergenza in vigore dalla fine della dittatura. Inizialmente prevista a fine marzo, la nuova scadenza è stata spostata al 30 aprile. La misura è stata presa d’accordo con il governo e con la presidenza dell’Assemblea costituente.

Pakistan, ancora tensioni e violenze

Violenti scontri in Pakistan, nel distretto del Mohmad, tra miliziani ed esercito. Il bilancio, attualmente, è di quattordici morti tra i filotalebani e quattro tra le forze di sicurezza. Secondo alcune fonti, i miliziani, provenienti dal sud dell’Afghanistan, avrebbero attaccato all’alba un check-point, dando così il via alle ostilità. All’appello, poi, mancherebbero cinque soldati, che risultano dispersi. Si sospetta che siano stati rapiti dai ribelli, anche se la notizia non è confermata.

Intanto, si registrano tensioni anche a Karachi. Sei persone, infatti, sono rimaste uccise in diversi episodi di violenza. L’allarme sicurezza era scattato la scorsa settimana, dopo che un leader locale del Movimento Muttahida Qaumi (Mqm), Mansoor Mukhtar, è stato ucciso. E’ per questo che sarebbero andati in scena diversi scontri tra gruppi rivali. Già l’anno passato Karachi è stata teatro di tensioni politiche ed etniche, con centinaia di morti lasciati sulle strade: le fonti riferiscono che, tra gennaio e luglio, le vittime sono state almeno 800.

ITALIA

Palermo, 5 lavoratori Coop sul tetto per protesta

Cinque lavoratori della Coop 25 aprile sono saliti venerdì sul tetto del centro commerciale Forum di Brancaccio, a Palermo – che ospita Ipercoop – minacciando di buttarsi giù. Si tratta di un gesto estremo per protestare contro i piani dell’azienda, la quale, con la vendita dei cosiddetti supermercati fuori perimetro, manderà a casa molti lavoratori. Si tratta di un piano aziendale che ha, infatti, delineato un perimetro entro il quale si trovano “i gioielli produttivi”, ossia i punti vendita intoccabili, che fanno fatturato e che vanno tenuti, e che declassa tutto ciò che resta al di là di quella linea. L’Azienda ha, infatti, già comunicato che per i 6 punti vendita in perdita non ci sono acquirenti e che 81 dei 164 dipendenti potrebbero essere licenziati.

Niente piano di reintegro dei lavoratori delle zone di serie B, dunque. E questo, come non si stancano di ripetere i lavoratori, alla faccia dei valori e dei principi tanto sbandierati dalla Coop. Gli impiegati che rischiano il posto sono per la maggioranza padri di famiglie monoreddito o con entrambi i coniugi dipendenti Coop. Quindi ciò che da mesi vanno chiedendo i lavoratori, protestando e manifestando, è di salvare il sistema Coop, permettendo a tutti di restare agganciati, magari imponendo sacrifici in parti uguali, ma senza mandare a casa nessuno. Ma finora, ogni proposta, ogni manifestazione è rimasta inascoltata, tanto che alcuni impiegati hanno scelto, appunto, di compiere il gesto estremo. Ad appoggiarli, una trentina di colleghi che hanno trascorso la notte in macchina davanti all’Ingresso dell’Ipercoop in segno di solidarietà, e la proclamazione dello sciopero dei lavoratori ad oltranza.

Italia, i dieci più ricchi hanno lo stesso reddito dei tre milioni più poveri

In Italia i dieci individui più ricchi posseggono una quantità di ricchezza grosso modo equivalente ai tre milioni di italiani più poveri. E’ questo il dato sconcertante che emerge dallo studio pubblicato negli Occasional papers di Bankitalia, dai quali si apprende come la ricchezza sia sempre più legata ai patrimoni e come i giovani siano sempre più poveri degli adulti.

L’Italia è ancora un Paese piuttosto benestante, ma la ricchezza degli italiani è composta sempre più da patrimonio accumulato in passato e sempre meno dal reddito. Si parla anche di distribuzione della ricchezza: oggi, a differenza del passasto, gli anziani sono più ricchi dei giovani, che non riescono ad accumulare risorse. Lo studio conclude affermando che il livello di diseguaglianza è comparabile a quello di altri Paesi europei.

Boom di disoccupati a febbraio

Il tasso di disoccupazione si è attestato a febbraio al 9,3%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a gennaio e di 1,2 punti su base annua. Lo comunica l'Istat. Si tratta del livello più alto da gennaio 2004, inizio della serie storica.

Aumenta anche il tasso di disoccupazione giovani (15-24enni) che si attesta al 31,9% a febbraio, con un aumento di 0,9 punti percentuali rispetto a gennaio e di 4,1 punti su base annua.

Nel quarto trimestre del 2011 il tasso di disoccupazione dei 15-24enni tocca un picco del 49,2% per le giovani donne del Mezzogiorno. Lo rileva l'Istat in base a dati non destagionalizzati.

Primavera No Tav', al via da Torino

Hanno trasformato un angolo del parco del Valentino, invaso da migliaia di torinesi nella calda domenica primaverile, in un punto di informazione e mobilitazione No Tav. I movimenti che si oppongono alla nuova Torino-Lione hanno lanciato nel capoluogo la 'Primavera No Tav' sotto con lo slogan "Il 1/°aprile cambiamo aria". Tra i banchetti e gli stand, cucine da campo, laboratori artistici e di artigianato, spettacoli di musica, giochi e, nel cuore del pomeriggio, un'assemblea popolare.

E' partita così la campagna per la giornata di protesta dell'11 aprile, quando ai proprietari dei terreni di Chiomonte, in valle di Susa, saranno notificati gli espropri per partire con i lavori di scavo del tunnel geognostico, in località Maddalena. Molti padroni dei terreni sono No Tav che li hanno acquistati proprio in vista dell'apertura del cantiere. La protesta dell'11 aprile, che si estenderà in tutta Italia - annuncia il movimento - sarà decisa nell'assemblea popolare convocata martedì prossimo al 'PalaNoTav' di Bussoleno (Torino).

Siparietto


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


Torna a inizio pagina

gror120402 (last edited 2012-04-02 18:03:27 by anonymous)