Gr 19:30
Sommario
In primo Piano
Editoriale
NOTIZIE BREVI
ESTERI
PALESTINA: POCHI INTERNAZIONALI RIESCONO AD ARRIVARE A BETLEMME (Nena News)
Alla fine di una lunga giornata di mancati arrivi, cortei negli aeroporti, arresti e deportazioni, il bilancio finale: secondo un portavoce della polizia israeliana, gli attivisti internazionali fermati all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv sono stati 45 e verranno deportati nelle prossime ore. Nove gli attivisti israeliani pro-palestinesi arrestati per aver manifestato la loro indignazione per il trattamento che lo Stato di Israele ha riservato a “Welcome to Palestine”, iniziativa nonviolenta e legittima. Ma a stupire davvero è il numero di coloro a cui le compagnie aeree europee non hanno permesso l’imbarco su aerei diretti a Tel Aviv, dietro minacce di sanzioni e pressioni politiche delle autorità israeliane. Circa venti le compagnie che si sono fatte intimidire, la maggior parte europee, tra cui Lufthansa, Alitalia, AirFrance, British Airlines, EasyJet e Turkish Airlines. Secondo il quotidiano israeliano Ha’aretz il 40% degli internazionali i cui nomi erano nelle “liste nere” dello Shin Bet (i servizi segreti interni) e della polizia non erano affatto attivisti e non stavano prendendo parte alla campagna “Welcome to Palestine”: 470 persone – delle 1200 a cui è stato negato l’imbarco – non avevano nulla a che vedere con l’iniziativa. Tra loro un diplomatico francese e sua moglie, un impiegato del Ministero italiano delle Comunicazioni, che ha così saltato il meeting con la controparte israeliana, un membro del CdA della casa farmaceutica tedesca Merck, parte di una delegazione al Weizmann Institute of Science (in cui la Merck ha investito 10 milioni di euro), e alcuni cittadini israeliani. Al Peace Center di Betlemme, centro di raccolta degli attivisti che sono riusciti a passare i severi controlli israeliani, sono arrivati alla spicciolata due spagnoli, una canadese, tre francesi e due italiani Alberto e Rossana, di 71 e 81 anni. Israele finge di essere una democrazia, ma è in realtà è solo un sistema di apartheid che impedisce l’ingresso di internazionali nei Territori Palestinesi, che volevano solo aiutare la costruzione di una scuola e partecipare a progetti agricoli di solidarietà. La Cisgiordania è sotto assedio, Gaza è sotto assedio e ai palestinesi non è permesso di muovesi da un’enclave all’altra. La campagna "Welcome to Palestine" coincide con il primo anniversario della morte nella Striscia di Gaza di Vittorio Arrigoni, ucciso nella notte tra il 14 e il 15 aprile 2001.
BRASILE: assassinato leader contadino
Un leader contadino, Raimundo Alves Borges, 56 anni, presidente dell’Assentamento Terra Bela di Buriticupu, è stato assassinato a colpi d’arma da fuoco in un’imboscata,a 395 chilometri da São Luís, capitale del Maranhão, perché non si stancava di denunciare la vendita illegale di terreni nello stato nordorientale brasiliano. Secondo la Cpt, organizzazione legata alla Chiesa Cattolica, con Borges sono 247 le persone uccise dal conflitto agrario che da 25 anni sta piegando il Maranhao, uno degli stati che ancora si salva dal turismo di massa e dalla speculazione, ma dove sono tanti e forti gli interessi di chi vorrebbe trasformarne le splendide spiagge e i bei paesaggi in nuove attrazioni tutte cemento e locali notturni. Nel 2011, la CPT ha registrato 223 conflitti agrari, con oltre cento persone minacciate di morte.
AFGHANISTAN: OFFENSIVA TALEBANA, 47 MORTI
Sono decine le vittime causate da un’offensiva coordinata dei guerriglieri talebani contro obiettivi governativi, forze militari straniere e rappresentanze diplomatiche nel centro di Kabul: i combattimenti si sono conclusi oggi dopo 17 ore. Stando al bilancio ufficiale, a perdere la vita sarebbero stati 36 guerriglieri, 8 soldati e poliziotti afgani e 3 civili. I feriti sarebbero invece più di 60. Questa mattina, soldati afgani e militari della missione dell’Alleanza atlantica (Isaf) avrebbero anche liberato una quarantina di persone ostaggio in un edificio del centro di Kabul scelto dai talebani come base per la loro offensiva. Gli attacchi, condotti utilizzando razzi e altri ordigni esplosivi, hanno preso di mira anche il parlamento. Combattimenti tra forze governative e talebani sono stati segnalati anche in altre zone dell’Afghanistan. L’offensiva ha preceduto di circa un mese una riunione della Nato durante la quale dovrebbero essere discussi un piano per il progressivo ritiro delle forze straniere e un passaggio delle responsabilità in materia di sicurezza agli afgani entro il 2014.
SIRIA: MISSIONE DI PACE ONU HA INIZIATO ATTIVITA'
Sono contraddittorie le notizie che arrivano dalla Siria, dove è operativa da qualche ora un’avanguardia della missione di osservatori dell’Onu stabilita dal Consiglio di sicurezza per monitorare il cessate-il-fuoco entrato in vigore la scorsa settimana. L’arrivo degli osservatori dell’Onu rientra nell’ambito del piano per una soluzione politica della crisi proposto dall’inviato di Nazioni Unite e Lega Araba, Kofi Annan. Il piano prevede oltre al cessate-il-fuoco anche l’apertura di un tavolo negoziale, la liberazione dei prigionieri, il libero accesso ai giornalisti, l’apertura di corridoi umanitari, la libertà di manifestare pacificamente. Secondo fonti vicine all’opposizione scontri hanno opposto militari e combattenti dell’Esercito libero siriano a Idlib, nel nord del paese e si è combattuto anche Homs. Altre foni invece riferiscono di una città sostanzialmente tranquilla, dove solo sporadicamente nelle ultime ore si sono sentiti colpi d’arma da fuoco. In città ci sono soltanto alcuni problemi con l’erogazione della corrente elettrica, ma per il resto la situazione appare in miglioramento. A Daraa, nel sud, e in altre località secondo diverse fonti locali e internazionali centinaia di manifestanti sono scesi per strada protestando contro il governo.
BRASILE: RIVOLTA NEL CARCERE, OLTRE CENTO OSTAGGI
Circa 400 detenuti ammutinatisi nel carcere ‘Advogado Jacinto Filho’ di Aracaju, capitale dello stato nord-orientale di Sergipe, trattengono da ore in ostaggio 131 persone, tra cui 128 familiari, inclusi donne e bambini, e tre guardie: lo ha riferito la polizia alla stampa locale, precisando che i reclusi sono armati di coltelli e di alcuni fucili rubati dal magazzino interno alla prigione. Poco fa i rivoltosi sono di nuovo apparsi sul tetto del carcere, come avevano fatto ieri poco dopo l’avvio della protesta, che resta circondato da 150 agenti. Il capitano della polizia militare Marcos Carvalho, designato come negoziatore, ha informato che le trattative avviate con i detenuti non hanno prodotto alcun risultato perché le loro richieste sono state respinte. A innescare la sommossa, hanno dichiarato alcuni dei protagonisti, i maltrattamenti da parte delle guardie e la scarsa alimentazione. La rivolta è cominciata ieri durante l’orario delle visite, con alcuni prigionieri che hanno dato fuoco ai materassi delle celle. In Brasile, come in tutta l’America Latina, la popolazione carceraria vive in condizioni di sovraffollamento.
ITALIA
BOLOGNA: Rivolta AL CIE (audio: ROR)
Un tentativo di fuga, a notte fonda, è sfociato in una sassaiola contro gli agenti custodia che stavano cercando di fermare l'evasione Una rivolta ha coinvolto, questa notte, tutti gli ospitì maschili del Cie di Bologna. Tutto è iniziato intorno alle due e trenta, quando un gruppo di dieci persone ha cercato di fuggire arrampicandosi sulle inferriate. Quando il personale addetto alla vigilanza li ha visti, è iniziato un fitto lancio di detriti e pezzi di mattoni contro poliziotti e militari dell'esercito da parte degli altri uomini - diverse decine - rinchiusi nella struttura. Il materiale era stato ottenuto frantumando, con una porta divelta usata come ariete, la parete di una camerata. Per sedare la rivolta ci sono volute circa due ore e l'intervento dei vigili del fuoco, chiamati per spegnere i materassi ignifughi cui alcuni ospiti avevano tentato di dar fuoco (nessuna fiamma, ma tanto fumo). Due militari hanno subito lievi contusioni e una camionetta, utilizzata per bloccare una via di fuga, è stata danneggiata. Due prigionieri tentando di fuggire, sono caduti dal muro,fratturandosi gli arti.
VALSUSA: PRESIDIO NO-TAV A CHIOMONTE E VAL CLAREA, MA LA COOP. CMC NON ARRIVA
Troppo presi nei festeggiamenti, i dirigenti di Ltf annunciavano l’11 aprile, in seguito alle notifiche di esproprio che da lunedì 16 il cantiere sarebbe stato attivo, sarebbe giunta “l’armata CMC” e via… esplosivo, talpa, e tunnel fatto in quattro e quattrotto. Repubblica segue a ruota, annunciando il via ai lavori, squadre e mezzi pronti. E invece nulla, tralasciando il piccolo particolare che un progetto definitivo non esiste ancora, oggi in una nota stampa la Cmc spiega cosa farà e allunga i tempi arrivando a parlare di un anno, nella primavera del 2013, smentendo Ltf che in teoria dovrebbe coordinare il tutto. Intanto la banda del buco si è contraddistinta per la devastazione avvenuta in questi giorni in Clarea, con l’abbattimento di molti alberi e altre devastazioni del territorio che documenteremo. “Per i primi sei mesi- spiega l’ufficio stampa dell’azienda in una mail – queste attività consistono nella redazione del progetto esecutivo delle opere e, in tale periodo, non sarà in esecuzione nessuna opera significativa: le attività che saranno evidenti in cantiere sono limitate a quelle necessarie allo sviluppo del progetto, vale a dire: tracciamenti, sondaggi, scavi archeologici, bonifica degli ordigni bellici e monitoraggio dei parametri ambientali”. Il movimento intanto ha organizzato da lunedì postazioni di osservazione e accoglienza per la Cmc, che consociamo bene. La notte dello sgombero del presidio di Venaus, il 5 dicembre del 2005, gli operai in passamontagna, inquadrati in stile militare, portavano i tondini in metallo per costruire l’allora recinzione del cantiere.
FROSINONE: Giovane disoccupato tenta suicidio, è gravissimo
Si e' sferrato una coltellata all'addome dopo l'ennesimo colloquio di lavoro andato a vuoto. E' in fin di vita presso il Policlinico Umberto I di Roma, un ventunenne residente a Boville Ernica che, nella tarda serata di ieri, in un gesto di disperazione dettato dalla grave crisi economica, ha afferrato un coltello in cucina e, davanti agli occhi dei genitori sconvolti e allibiti, se lo e' infilato nella pancia. Inutile ogni tentativo da parte del padre di bloccarlo. L'uomo, a sua volta, e' rimasto ferito alle mani.
BRESCIA: QUINTO GIORNO DI SCIOPERO DELLA FAME CONTRO L'AMIANTO
Quinto giorno di sciopero della fame in Piazza della Loggia a Brescia da parte degli attivisti del Comitato spontaneo contro le nocivita’ che protestano contro l’imminente apertura della discarica di amianto di via Brocchi. Questa mattina Alessandra ha dato il cambio a suo figlio Andrea, giovane militante del gruppo.
Gr 13:00
In primo Piano
NOTIZIE BREVI
ESTERI
ATTIVISTI FILO-PALESTINESI BLOCCATI DA ISRAELE
“Benvenuti in Palestina”: questo il nome di una campagna che ha preso il via ieri e che ha subito incontrato la forte opposizione di Israele. All’aeroporto di Ben Gurion decine di attivisti e simpatizzanti internazionali della causa palestinese, diretti in Cisgiordania, sono stati fermati dalle autorità israeliane per essere espulsi.
Secondo notizie riferite dal quotidiano israeliano ‘Haaretz’ i servizi di sicurezza (Shin Bet) hanno stilato una lista di 1200 persone etichettate come ‘attivisti pro-palestinesi’. Liste di nomi di ‘indesiderati’ sono state inviate a una ventina di compagnie aeree che – riferisce ‘Haaretz’ – sono state minacciate di sanzioni se non avessero cancellato dalla lista dei passeggeri le persone indicate.
La campagna “Benvenuti in Palestina” andrà avanti fino al 21 aprile, ad essa hanno aderito 25 organizzazioni di diversi paesi. “Non ha importanza se arriveranno 8 o 800 persone – ha detto Lubna Masarwa, una delle organizzatrici – è chiara invece l’esistenza di una lotta popolare che si sta facendo spazio e che ha ottenuto il sostegno internazionale di migliaia di attivisti. I palestinesi non sono soli nella loro battaglia”.
Fonti della polizia israeliana citate dall’agenzia di stampa palestinese ‘Maan’ riferiscono che all’aeroporto di Ben Gurion 45 persone sono state bloccate e in stato di fermo sono stati posti nove israeliani che li stavano attendendo.
Secondo gli organizzatori della campagna, ieri solo due attivisti sono riusciti ad arrivare in Cisgiordania attraverso l’aeroporto e finora sono una ventina gli attivisti stranieri riusciti a superare i cordoni di sicurezza israeliani per partecipare a una settimana di eventi culturali, artistici e sociali di vario tipo.
La campagna coincide con il primo anniversario della morte nella Striscia di Gaza di Vittorio Arrigoni, attivista e giornalista italiano ucciso nella notte tra il 14 e il 15 aprile 2001. In suo ricordo sono state celebrate diverse iniziative sia nei Territori palestinesi che in Italia.
Brasile, assassinato leader contadino che denunciava la vendita illegale di terreni
Un leader contadino, presidente dell’Assentamento Terra Bela di Buriticupu, a 395 chilometri da São Luís, capitale del Maranhão, è stato assassinato a colpi d’arma da fuoco in un’imboscata, perché non si stancava di denunciare la vendita illegale di terreni nello stato nordorientale brasiliano. Si chiamava Raimundo Alves Borges e aveva 56 anni.
A diffondere la notizia è la Commissione pastorale della terra (Cpt), citata dal portale d’informazione web G1 dell’emittente Globo. Secondo alcuni testimoni, gli assassini erano a bordo di una moto e avevano bloccato la strada con dei pezzi di legno per fermare l’autovettura di Borges. Quando è sceso dall’auto per liberare la strada, gli assassini gli hanno sparato molti colpi. Secondo la Cpt, organizzazione legata alla Chiesa Cattolica, con Borges sono 247 le persone uccise dal conflitto agrario che da 25 anni sta piegando il Maranhao, uno degli stati che ancora si salva dal turismo di massa e dalla speculazione, ma dove sono tanti e forti gli interessi di chi vorrebbe trasformarne le splendide spiagge e i bei paesaggi in nuove attrazioni tutte cemento e locali notturni.
Nel 2011, la CPT ha registrato 223 conflitti agrari, con oltre cento persone minacciate di morte.
Afghanistan: attacchi, 47 morti nel paese
Sono decine le vittime causate da un’offensiva coordinata dei guerriglieri talebani contro obiettivi governativi, forze militari straniere e rappresentanze diplomatiche nel centro di Kabul: lo ha riferito il ministro degli Interni Bismullah Mohammadi, secondo il quale i combattimenti si sono conclusi oggi dopo 17 ore.
Stando al bilancio ufficiale, a perdere la vita sarebbero stati 36 guerriglieri, otto soldati e poliziotti afgani e tre civili. I feriti sarebbero invece più di 60. Questa mattina, soldati afgani e militari della missione dell’Alleanza atlantica (Isaf) avrebbero anche liberato una quarantina di persone ostaggio in un edificio del centro di Kabul scelto dai talebani come base per la loro offensiva. Gli attacchi, condotti utilizzando razzi e altri ordigni esplosivi, hanno preso di mira anche il parlamento. Combattimenti tra forze governative e talebani sono stati segnalati anche in altre zone dell’Afghanistan.
L’offensiva ha preceduto di circa un mese una riunione della Nato durante la quale dovrebbero essere discussi un piano per il progressivo ritiro delle forze straniere e un passaggio delle responsabilità in materia di sicurezza agli afgani entro il 2014.
ITALIA
Rivolta CIE di Bologna
Un tentativo di fuga, a notte fonda, è sfociato in una sassaiola contro gli agenti custodia che stavano cercando di fermare l'evasione Una rivolta ha coinvolto, questa notte, tutti gli ospitì maschili del Cie di Bologna. Tutto è iniziato intorno alle due e trenta, quando un gruppo di dieci persone ha cercato di fuggire arrampicandosi sulle inferriate. Quando il personale addetto alla vigilanza li ha visti, è iniziato un fitto lancio di detriti e pezzi di mattoni contro poliziotti e militari dell'esercito da parte degli altri uomini - diverse decine - rinchiusi nella struttura.
Il materiale era stato ottenuto frantumando, con una porta divelta usata come ariete, la parete di una camerata. Per sedare la rivolta ci sono volute circa due ore e l'intervento dei vigili del fuoco, chiamati per spegnere i materassi ignifughi cui alcuni ospiti avevano tentato di dar fuoco (nessuna fiamma, ma tanto fumo).
Due militari hanno subito lievi contusioni e una camionetta, utilizzata per bloccare una via di fuga, è stata danneggiata.
Due ospiti, del gruppo che aveva cercato inizialmente di fuggire, sono caduti. Portati all'ospedale Maggiore, sono stati dimessi questa mattina: prognosi di dieci e sette giorni per traumi agli arti.
NOTAV: PRESIDIO A CHIOMONTE E VAL CLAREA IN ATTESA DELL’ARRIVO DELLA CMC
Presidio no tav questa notte alle reti della centrale idroelettrica di Chiomonte in attesa dell’arrivo della Cmc, la cooperativa muratori e costruttori di Ravenna, la ditta incaricata da Ltf di svolgere i lavori per lo scavo geognostico del tunnel della Maddalena. La devastazione del terriorio però non si ferma in Val Clarea, dove prosegue la totale distruzione dell’ambiente e anche di un sito
Giovane disoccupato tenta suicidio a Frosinone
Si e' sferrato una coltellata all'addome dopo l'ennesimo colloquio di lavoro andato a vuoto. E' in fin di vita presso il Policlinico Umberto I di Roma, un ventunenne residente a Boville Ernica che, nella tarda serata di ieri, in un gesto di disperazione dettato dalla grave crisi economica, ha afferrato un coltello in cucina e, davanti agli occhi dei genitori sconvolti e allibiti, se lo e' infilato nella pancia. Inutile ogni tentativo da parte del padre di bloccarlo. L'uomo, a sua volta, e' rimasto ferito alle mani. .
E' morto Carlo Petrini, ex attaccante di Roma e Milan
E' morto nella sua Monticiano (Siena), dopo una lunga malattia, all'età di 64 anni, l'ex calciatore Carlo Petrini, attaccante degli anni Sessanta e Settanta cresciuto nelle giovanili del Genoa e consacratosi nelle file del Milan di Rocco. Nel 1980 fu coinvolto nello scandalo del calcioscommesse, subendo una squalifica di tre anni e sei mesi amnistiata dopo la vittoria dell'Italia al Mondiale del 1982. Nel 2000 Petrini pubblicò la sua autobiografia, intitolata "Nel fango del dio pallone" dove racconta fatti e trascorsi nel mondo del calcio, con la denuncia dell'uso di doping nel calcio negli anni Sessanta e Settanta.
Petrini era affetto da una grave forma di glaucoma, che gli ha procurato la quasi completa cecità dell'occhio sinistro e la seria compromissione del destro. A detta dei medici che lo hanno curato nel corso degli anni, sottoponendolo a ben cinque interventi chirurgici, la malattia potrebbe essere stata correlata all'assunzione dei tanti farmaci dopanti e no, avvenuta durante la carriera di calciatore. _ Siparietto Appunti e note redazionali Servizi audio della giornata