SCIOPERO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI DELLE PULIZIE ALLA SAPIENZA oggi e domani
Napoli: esplode un pistone feriti tre operai, uno è grave
Altri cinque indagati per il pestaggio di Stefano Gugliotta
Milano. Omicidio volontario per il “ghisa” che sparò a un ragazzo cileno
Sanità: per il Censis sono 9 milioni gli italiani che non possono pagarsi le cure
Succede ad Alba: sei notav e porti solidarietà ai lavoratori in lotta e ti arrestano
Russia:Multe da migliaia di euro per chi protesta in piazza
LA GERMANIA FINANZIA SOTTOMARINI ISRAELIANI CON MISSILI NUCLEARI
NAVE DELLA MARINA ISRAELIANA RAPISCE TRE PESCATORI PALESTINESI
sistema di telecomunicazioni della marina militare statunistense, 4 sistemi, posizionati in diversi punti strategici del globo, tra cui uno in Italia, a NIscemi in provincia di Caltanniseeùetta. Pare sia l'ultimo ritrovato della tecnologia di guerra, un sistema di controllo remoto che permetterà, tra le altre cose, di guidare gli aerei spia privi di pilota. I cittadini di Niscdmi, insieme a compagne e compagni, stanno organizando una mobilitazione contro questo osceno piano. Sono previste due audizioni alla Camera, una alla Commissione difesa e una al Senato, alla comissione di inchiesta sull'ùursanio impoverito
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aggressione di casapound ieri
ieri sera, al parco di aguzzando, 4 giovani setudenti che stavano organizzando una festa per la ripresa dell'anno scolastico, sono stati aggrediti da venti fascisti, vicini a casapound. ascolta la coirrispondenza
oggi pomergio è stata organizzata una conferenza stampa da cui è partito un corteo che ha attraversato le strade del iv municipio
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manifestazione contro monti
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CLUSTER, A OSLO PER FARE UN PUNTO SUL TRATTATO - da misna
Giustizia e Diritti umani
Rappresentanti di oltre cento paesi sono riuniti da oggi a Oslo, in Norvegia, a quattro anni dalla firma del Trattato per la messa al bando delle bombe cluster per l’annuale riunione degli Stati parte.
A partecipare all’incontro sono anche una trentina di paesi che non hanno finora aderito al Trattato che proibisce l’uso, la produzione, l’immagazzinaggio e il trasferimento di queste armi indiscriminate che colpiscono soprattutto i civili rendendo per decenni inservibili ampi territori con dirette conseguenze sull’economia e su tutti gli aspetti della vita delle comunità.
Negli ultimi due anni, “si sono fatti significativi progressi nell’eliminazione delle cluster, ma sono ancora troppi i paesi al di fuori del Trattato” ha detto Laura Cheeseman, direttrice della Cluster munition coalition, una coalizione di organizzazioni della società civile internazionale che ha lavorato per trasformare l’impegno contro le cluster in un concreto strumento diplomatico e legale. “Speriamo – ha aggiunto – che la presenza di così tanti paesi che non hanno firmato significhi un loro prossimo impegno per eliminare le cluster e prevenire ulteriori vittime”.
Concepite per essere rilasciate da un contenitore che si apre a mezz’aria, le munizioni e sub munizioni cluster non sempre esplodono a contatto con il suolo rappresentando così anche per anni un potenziale rischio per i civili. Simili, proprio per questo motivo, alle mine anti-uomo, le sub-munizioni cluster se ne differenziano in quanto risultano più instabili e difficili da individuare. Il vertice di Oslo, cominciato oggi, si concluderà venerdì.
Alcoa: Tensione davanti prefettura Cagliari 'Una protesta al giorno', annunciano gli operai scesi dalla nave dopo due ore di protesta 11 settembre, 18:56
Alcoa: Tensione davanti prefettura Cagliari
CAGLIARI - Momenti di tensione davanti alla Prefettura a Cagliari. Gli operai Alcoa mentre i partecipanti al Vertice regionale sulla sicurezza, assieme al sottosegretario De Stefano, si avvicinavano al portone, hanno aumentato la pressione contro le forze di polizia. Sono state lanciate bottigliette d'acqua e bandiere contro il portone. Subito dopo é scoppiata una bomba carta. Poco prima gli operai hanno effettuato un minuto di silenzio perché "Si sta spegnendo la Sardegna"
Dopo alcune ore di occupazione gli operai Alcoa sono scesi dalla nave Sharden: nei loro occhi rabbia, delusione, poca la voglia di parlare. Dopo le 9 gli operai hanno abbandonato la nave. "Una manifestazione pacifica, così come avevamo assicurato all'equipaggio, al quale va il nostro ringraziamento. La Tirrenia ci è stata vicina e noi vogliamo ringraziarli", ha spiegato Luciano Fenu, della Rsu Alcoa. Nel piazzale del porto di Olbia, l'Isola Bianca, sono state fatti esplodere anche alcune bombe carta e petardi, ma non si sono registrati particolari situazioni di tensione. "Stiamo ripartendo, al momento la destinazione è Portovesme. Siamo molto amareggiati, ma non concluderemo la nostra battaglia sino all'ottenimento del risultato. Non abbiamo piani precisi, ma durante il tragitto è sicuro che decideremo il da farsi", ha aggiunto Fenu. Sono stati quasi 350 gli operai che questa mattina hanno occupato la nave che li ha riportati da Roma a Olbia dopo la manifestazione tenuta ieri davanti al Ministero per lo Sviluppo economico. Si è trattato di una occupazione pacifica e la Sharden dovrebbe ripartire regolarmente alle 12.
"La permanenza sulla nave è stato un atto dimostrativo - fa sapere al telefono Bruno Usai della Rsu Cgil - naturalmente non possiamo che ringraziare il personale della nave che ieri ci ha aspettato per due ore e si è adoperato per darci da mangiare e assicurarci le cuccette per dormire". La mobilitazione dei lavoratori non si ferma, come aggiunge anche Rino Barca, segretario della Fim Cisl: "Adesso stiamo andando in direzione Portovesme ma la preoccupazione è alta".
Per gli operai si tratta di "dare un segnale al Governo - ha detto il sindacalista Rino Barca della Fim-Cisl - perché da oggi sino alla chiusura della vertenza ci sarà una manifestazione al giorno". L'occupazione pacifica è stata messa in atto all'alba quando la nave della Tirrenia ha attraccato al molo numero 4 dell'Isola Bianca. Al momento non si registrano contrasti con il personale di bordo o con le forze dell'ordine ma solo il forte malumore dei lavoratori che, dopo la giornata di alta tensione trascorsa ieri nella capitale, continuano oggi in Sardegna a manifestare la propria disapprovazione contro la possibile chiusura dell' impianto. Dopo che i passeggeri sono scesi dalla nave, gli operai hanno issato la bandiera dei 4 Mori in segno di occupazione. Dalla Capitaneria di Porto, in contatto con il comandante della nave, assicurano che la situazione a bordo è tranquilla. A terra uomini della Capitaneria di Porto, della Polizia e dei Carabinieri. Il traghetto occupato dovrebbe ripartire alle 12.
Circa 350 lavoratori hanno occupato la nave per due ore, protestano battendo gli elmetti. "Ieri - spiega Bentivogli - al termine dell'incontro dopo l'illustrazione dell'esito dei verbali sottoscritti dal ministero dello Sviluppo economico, dalla Regione Sardegna e dalla Provincia Carbonia Iglesias tra i lavoratori si è diffusa una grandissima delusione per il risultati raggiunti". Un approdo "non giudicato sufficiente dai sindacati, che non lo hanno sottoscritto", aggiunge il dirigente sindacale. A suo avviso, "é urgente fare assolutamente un passo in avanti nella direzione di una soluzione
Windjet: lavoratori protestano a Catania da ansa Dipendenti in catene, traffico bloccato per un'ora
Guarda la foto 1 di 1 Windjet: lavoratori protestano a Catania (ANSA) - CATANIA, 11 SET - Circa 100 lavoratori della Wind Jet e della Katane Handling stamattina nei pressi dell'aeroporto di Catania hanno protestato per chiedere una soluzione alla vicenda dei lavoratori della compagnia low cost, bloccando per circa un'ora il traffico automobilistico. Due assistenti di volo si sono incatenati nell'aerostazione. Successivamente nei pressi dello scalo aereo hanno sfilato in corteo. La protesta e' scattata al termine di una assemblea organizzata da Cgil, Cisl e Uil.
ITALIA
SCIOPERO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI DELLE PULIZIE ALLA SAPIENZA oggi e domani
Oggi primo di due giorni di sciopero che vede i lavoratori e le lav delle pulizie della Sapienza. Lewggiamo il comunicato che lancia il secondo giorno di sciopero di domani e, a seguire, una corrispondenza con un compagno a fare brevemente il bilancio di oggi, con un rapido resoconto cronologico della mobilitazione in questione.
Comunicato:
Oggi, dopo un percorso di lotta articolato nel corso di mesi, i lavoratori e le lavoratrici delle pulizie della Sapienza, assieme a studenti e altre realtà autorganizzate, hanno dato vita ad una giornata di sciopero autoconvocato.
Tale sciopero è stato costruito in prima persona dai lavoratori senza l'appoggio di alcuna sigla sindacale, che al contrario ha cercato di ostacolarne la riuscita attraverso intimidazioni e diffondendo false notizie su una presunta irregolarità dello sciopero stesso.
Nonostante questi biechi tentativi, l'adesione alla mobilitazione da parte dei lavoratori è stata ampia e ha ricevuto l'approvazione da parte degli studenti e delle persone incontrate durante i cortei interni alle facoltà.
L'università e le ditte vincitrici dell'appalto, Euro&Promos e Coopservice, continuano a negare ogni tipo di confronto liquidando ogni manifestazione di dissenso come una mera questione di ordine pubblico, minacciando fantasiose denunce e altre azioni legali ai danni dei lavoratori e delle lavoratrici.
La mobilitazione non si ferma qui, rilanciamo per domani una seconda giornata di lotta a partire dalle ore 6.00 e per tutta la mattinata, che culminerà con un'assemblea pubblica alle ore 10.30 sulle scale del rettorato e che vedrà coinvolti anche i lavoratori e le lavoratrici del servizio di custodia e guardiania.
Napoli: esplode un pistone feriti tre operai, uno è grave
Tre operai sono rimasti feriti, di cui uno in maniera seria, in un incidente sul lavoro ieri a Napoli.
Il fatto è accaduto nel pomeriggio in un cantiere per lavori alla rete metropolitana in piazza Garibaldi. I tre sono stati investiti dall'olio bollente fuoriuscito per lo scoppio di un pistone idraulico.
Gli operai sono stati portati al centro grandi ustionati dell'ospedale "Cardarelli", e, secondo quanto si è appreso, un 35enne originario della penisola sorrentina è ustionato in maniera grave, mentre gli altri due hanno riportato ustioni meno severe.
Altri cinque indagati per il pestaggio di Stefano Gugliotta
Sono stati iscritti nel registro degli indagati per il pestaggio di Stefano Gugliotta e il successivo arresto altri cinque poliziotti, tra i quali il vicequestore Improta, oltre ai nove già sotto processo per averlo fermato in viale Pinturicchio dopo una partita di calcio (che aveva seguito fra l’altro da casa) e averlo brutalmente picchiato tanto da provocargli lesioni permanenti: un indebolimento della mascella e uno sfregio sul viso. Nell’udienza di ieri il gip ha infatti disposto le indagini per i reati di calunnia e falso ideologico, aggravati dall'abuso dei poteri e dalla violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione in merito al verbale redatto alle 3.30 del 6 maggio, diverse ore dopo il fermo. Identica iscrizione, per calunnia e falso, è stata disposta anche nei confronti dei sottoscrittori della comunicazione di reato al PM e nei riguardi di un altro agente per concorso nel reato di lesioni volontarie gravi e gravissime, contestato ai nove poliziotti già a giudizio. Nel disporre le nuove iscrizioni, il gip, in un provvedimento del 26 aprile scorso, ha disposto che il pm effettui accertamenti in ordine alle modalità con le quali vennero redatti verbale di arresto e comunicazione di reato (nella parte in cui si riferisce di una "violenta e concitata colluttazione ingaggiata da Gugliotta" e nella parte in cui si omette di riferire fedelmente cosa sia avvenuto sul mezzo di servizio su cui il ragazzo era stato fatto salire e tutta la dinamica su quanto avvenuto in via Pinturicchio la sera dei fatti), onde delimitare i contorni del concorso dei singoli ai reati ipotizzabili'. Contestualmente è stato archiviato il procedimento contro Gugliotta che dopo il pestaggio rimase in stato di arresto per una settimana con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale fino al rilascio con tante scuse da parte nientemeno che del capo della polizia Manganelli. L’episodio, avvenuto come dicevamo al termine di una partita di calcio a cui erano seguiti scontri tra tifosi e polizia, sarebbe finito probabilmente come tanti altri, se qualcuno non avesse filmato l’accaduto da una finestra, filmato ritenuto dal PM una prova chiara e sufficiente del pestaggio e dell’abuso di potere. I nuovi capi d’accusa, del resto, metterebbero in luce la catena di comando che non si limita alle menzogne e alla negazione dell’evidenza per tentare di coprire la violenza, ma arriverebbe fino all’occultamento o alla creazione di prove, attraverso la manomissione e la falsificazione degli stessi verbali. La prossima udienza è prevista per il 13 dicembre: Non ci risulta attualmente che gli indagati siano stati sospesi dal servizio, anzi magari avanzano di carriera, come insegna il g8 di genova. Milano. Omicidio volontario per il “ghisa” che sparò a un ragazzo cileno Aveva sparato “da distanza molto ravvicinata” a un cittadino cileno nei pressi del parco Lambro, a Milano, il 13 febbraio scorso, e oggi il gip Maria Vicidomini ha deciso che Alessandro Amigoni, agente di polizia locale, dovrà affrontare un processo per omicidio volontario. La sua comparizione davanti alla Corte d’Assise è prevista già per il 9 ottobre prossimo per la prima udienza. Alla base di questa decisione, ci sarebbe una perizia che afferma che Amigoni ha sparato al 28enne Marcelo Valentino Gomez Cortes – che fuggiva per evitare un controllo – praticamente a bruciapelo, cioè da una distanza che va “da un minimo di cinquanta centimetri a un massimo di due metri e ottanta”, non “da quindici-venti metri” e “solo a scopo intimidatorio, senza puntare l’arma contro la vittima”come l’agente aveva inizialmente dichiarato. Il colpo avrebbe raggiunto Cortes mentre stava fuggendo: sempre secondo la perizia, infatti, il proiettile che ha ucciso il ragazzo di origine cilena sarebbe sarebbe entrato dalla schiena per uscire dal torace, attraversando il cuore. Ad incastrare Amigoni sono state anche le testimonianze di tre suoi colleghi, che hanno sostenuto più volte che la vittima non era armata e che stava addirittura correndo a velocità limitata. Fuori dalle indagini la scacciacani ritrovata tra la neve del parco Lambro pochi giorni dopo la morte di Gomez Cortes. Probabilmente, si trattò di un maldestro tentativo di depistaggio. Il ‘ghisa’ che ha freddato Gomez Cortes, comunque, potrebbe richiedere il rito abbreviato, in modo da ricevere uno sconto di un terzo della pena in caso di condanna. L’istanza della difesa dovrebbe essere consegnata già nei prossimi giorni. In seguito a questa vicenda, il Comune di Milano ha anche deciso di sciogliere il nucleo operativo incaricato di contrastare il commercio abusivo, lo stesso a cui apperteneva Amigoni e che veniva definito spesso come una sorta di commando di “vigili-Rambo”, armati di pistola. Sanità: per il Censis sono 9 milioni gli italiani che non possono pagarsi le cure Sono più di 9 milioni gli italiani che, per ragioni economiche, hanno raccontato di non aver potuto accedere ad alcune prestazioni sanitarie di cui avevano bisogno. Secondo i dati di una ricerca di Rbm Salute-Censis, promossa in collaborazione con Munich Re e presentata ieri al “Welfare Day” di Roma, ben 2,4 milioni sono anziani, 5 milioni vivono in coppia con figli, 4 milioni risiedono nel Mezzogiorno. Un quadro non certo ottimista. Secondo l’analisi, una politica aggressiva di tagli, piani di rientro e spending review avrebbe determinato un importante crollo del ritmo di crescita della spesa pubblica per la sanità in Italia. Si è passati, cioè, da un incremento medio annuo del 6 per cento nel periodo 2000-2007 al +2,3 degli anni 2008-2010. La flessione si registra soprattutto nelle regioni alle prese con il piano di rientro, dove si e’ passati dal +6,2 per cento all’anno nel periodo 2000-2007 a meno dell’1 per cento di crescita media annua dal 2008 al 2010. Parallelamente, la spesa sanitaria privata è lievitata più che nel periodo precrisi: +2,2 per cento medio annuo dal 2000 al 2007 e +2,3 per cento negli anni 2008-2010. Il 77 per cento degli italiani che ricorrono al privato dichiara di farlo a causa della lunghezza delle liste d’attesa. Succede ad Alba: sei notav e porti solidarietà ai lavoratori in lotta e ti arrestano Ieri mattina ad Alba, durante una manifestazione di solidarietà con i lavoratori della Miroglio, azienda tessile multinazionale che licenzia 225 operai dopo tre anni di cassa integrazione, Pinuccia e Jack,due compagn* e attivist* notav, sono stati spintonati dalle forze dell’ordine e sono caduti per terra durante il fermo cui son stati sottoposti anche altri giovani compagni del Collettivo di Bra. Pinuccia, già ferita dai polferini a Porta Nuova a febbraio, ha dovuto ricorrere a cure mediche in ospedale, per una lesione a una gamba. I ragazzi del Collettivo di Bra si erano recati ad Alba per costituire un Presidio di solidarietà con gli operai licenziati dalla Miroglio, che oggi manifestavano ad Alba. Le fdo li hanno fermati e portati TUTTI in caserma. Ora sono fuori, tranne Pinuccia e jack, messi ai domiciliari dopo essere stati bistrattati. Il tutto per aver osato portare solidarietà attiva a dei lavoratori in presidio. Oltre il danno, la beffa! ESTERI Russia:Multe da migliaia di euro per chi protesta in piazza MOSCA - E’ stata approvata stanotte dalla Duma, la camera bassa del Parlamento russo, la legge che prevede multe astronomiche per chi partecipa e organizza manifestazioni non autorizzate, malgrado il tentativo di ostruzionismo dell'opposizione parlamentare (comunisti e Russia giusta), che aveva presentato ieri numerosi emendamenti per rallentare l'iter della legge. Alla terza lettura si sono registrati 239 voti favorevoli e 207 contrari, con una sola astensione. Ora il testo passa al vaglio del consiglio della federazione, il Senato russo, poi dovrà essere firmato dal presidente Vladimir Putin. In base alle nuove regole, sono previste multe sino a 300.000 rubli - equivalenti a circa 7.000 euro - per i partecipanti, mentre gli organizzatori, in qualità di soggetti giuridici, potranno essere condannati a pagare sino a un milione di rubli, ovvero 24.000 euro. In linea con iniziative analoghe in altri paesi europei, per esempio il nostro, anche la Russia prova a stroncare l’opposizione di piazza terrorizzando i cittadini sul piano finanziario, visto che non riesce su quello repressivo e violento. LA GERMANIA FINANZIA SOTTOMARINI ISRAELIANI CON MISSILI NUCLEARI Un cantiere tedesco ha già costruito per Israele tre sottomarini attrezzati per ricevere testate nucleari, e altri tre saranno consegnati entro il 2017. Lo riferisce il settimanale tedesco “der Spiegel”, secondo il quale Il governo tedesco è informato da decenni dell’armamento nucleare di Israele, nonostante le sue smentite ufficiali. I sottomarini da equipaggiare con missili nucleari sono stati costruiti nella città settentrionale di Kiel e pagati in gran parte dal governo tedesco. Il Ministro della Difesa israeliano Ehud Barak, ha detto a Spiegel che i tedeschi dovrebbe essere "orgogliosi " di aver assicurato l'esistenza dello Stato di Israele "per molti anni." Alti funzionari del governo tedesco, tra cui l’ex segretario di Stato Lothar Rühl hanno ammesso di sapere che Israele avrebbe armato i sottomarini con missili nucleari. Israele non commenta, ma dagli archivi del Ministero degli Esteri tedesco emerge che la Germania ne era a conoscenza fin dal 1961. La Cancelliera Angela Merkel ha fatto concessioni sostanziali agli israeliani: non solo finanzia un terzo del costo del sesto sottomarino per circa 168 milioni di dollari, ma permette a Israele di posticiparne il pagamento fino al 2015. Ha comunque legato la consegna ad una serie di condizioni, tra le quali l’arresto della politica espansionistica degli insediamenti e la costruzione di un depuratore per il trattamento delle acque reflue, parzialmente finanziato dallo stato tedesco. Finora, inutile dirlo, il premier Netanyahu non ha rispettato nessuna delle condizioni. NAVE DELLA MARINA ISRAELIANA RAPISCE TRE PESCATORI PALESTINESI Tre pescatori palestinesi sono stati rapiti questa notte e portati a bordo di una nave della Marina israeliana. E’ accaduto al largo delle coste meridionali di Gaza. La nave israeliana ha accerchiato la barca a bordo della quale si trovavano i pescatori palestinesi, che sono stati fatti scendere con la forza per essere condotti verso una località sconosciuta. I tre pescatori, di cui si conosce l’identità, provengono da Rafha. Il rapimento si inserisce nella campagna di terrore portata avanti da Israele nei confronti dei pescatori palestinesi, a cui viene impedito in modo assolutamente illegittimo, spesso con le armi, di procacciarsi l’unica fonte possibile di reddito. SALUTO DEI COMPAGNI A CARLA Camera Ardente alla Palestra Popolare e poi un ricordo collettivo. Così verrà ricordata Carla Zappelli Verbano, morta ieri sera a 88 anni, madre di Valerio, ucciso da un commando dei Nar nel 1980. Dalle 10 alle 15 di domani alla Palestra Popolare intitolata proprio a Valerio Verbano, in via delle Isole Curzolane al Tufello, si terrà la camera ardente. Alle 12 poi un ricordo collettivo: ognuno potrà esprimere il suo affetto per una COMPAGNA che ha sempre lottato per sapere la verità sull'assassinio del figlio Valerio, militante antifascista, senza mai ottenere risposte da parte dello stato e delle istituzioni. Ogni anno, il 22 febbraio, anniversario dell'assassinio di Valerio Verbano, si tiene un presidio sotto la sua lapide in via Monte Bianco a Roma. Ci saremo sempre più numerose/i.