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Questa mattina seimila lavoratori metalmeccanici, secondo il sindacato, sono scesi in piazza a Torino per manifestare contro il piano di riorganizzazione della Fiat. Allo sciopero di 4 ore, dalle 9 alle 13, hanno aderito anche tutte le categorie dei lavoratori dell'industria piemontese. a Mirafiori l'adesione oscilla tra il 70 e l'80%. Per l'Azienda, invece, alle Presse ha aderito il 24%, alle Carrozzerie il 19%. Il corteo dei metalmeccanici della Fiat partito da piazza Arbarello era aperto dallo striscione del coordinamento dei cassaintegrati. Dietro al corteo partecipavano anche alcuni gonfaloni dei Comuni della Provincia torinese, tra cui Torino, Orbassano e Beinasco. Le tute blu si sono congiunte con un altro corteo partito da piazza Castello che raggruppava gli addetti del pubblico impiego e insieme hanno percorso l'ultimo tratto di via Roma per raggiungere nuovamente piazza Castello dove si è tenuto il comizio conclusivo. Questa mattina seimila lavoratori metalmeccanici, secondo il sindacato, sono scesi in piazza a Torino per manifestare contro il piano di riorganizzazione della Fiat. Allo sciopero di 4 ore, dalle 9 alle 13, hanno aderito anche tutte le categorie dei lavoratori dell'industria piemontese. a Mirafiori l'adesione oscilla tra il 70 e l'80%. Per l'Azienda, invece, alle Presse ha aderito il 24%, alle Carrozzerie il 19%. Il corteo dei metalmeccanici della Fiat partito da piazza Arbarello era aperto dallo striscione del coordinamento dei cassaintegrati. Dietro al corteo partecipavano anche alcuni gonfaloni dei Comuni della Provincia torinese, tra cui Torino, Orbassano e Beinasco. Le tute blu si sono congiunte con un altro corteo partito da piazza Castello che raggruppava gli addetti del pubblico impiego e insieme hanno percorso l'ultimo tratto di via Roma per raggiungere nuovamente piazza Castello dove si è tenuto il comizio conclusivo. E anche il pomeriggio i lavoratori del secondo turno di Mirafiori sono usciti dallo stabilimento, in un corteo che ha puntato il Lingotto dove nel frattempo si era concluso il consiglio di amministrazione della Fiat.
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'Una preghiera: che sia messa la parola fine al crudele dibattito sull'indulto''. E' questo il passaggio cruciale dell'appello che i detenuti di San Vittore hanno rivolto al presidente della Camera, Pierferdinando Casini, e al ministro della Giustizia, Roberto Castelli, presenti nella casa circondariale per partecipare al tradizionale concerto di Natale. L'appello e' stato letto da Dino, un detenuto: ''la parola fine... qualunque essa sia - ha detto - siamo maturi per accettare l'una o l'altra eventualita', ma credeteci, l' incertezza uccide, non e' una metafora, uccide nel senso letterale del termine''. Al presidente della Camera e al ministro Guardasigilli i carcerati hanno posto una serie di domande: ''Se questo e' un Paese che crede ancora nella sua carta costituzionale e nelle leggi; se ancora vuole che la pena non consista in trattamenti contrari al senso di umanita'; se con tutte le leggi approvate dal Parlamento in tema penitenziario sia ancora possibile tenere detenute madri con i loro figli; se per tossicodipendenti, malati terminali o in Aids conclamata non siano possibili alternative valide al morire in cella; se sia giusto che un detenuto per colpa del sovraffollamento debba essere trasferito a centinaia di chilometri di distanza dalla sua residenza; se sia concepibile che dopo 20 anni e piu' di ininterrotta carcerazione si possa essere considerati ancora socialmente pericolosi''. ''Noi - prosegue il documento - non pretendiamo la liberta', questo non vuol dire che se ci fosse data la rifiuteremmo, noi chiediamo solo che tutte le leggi, se in vigore, abbiano pari dignita' tra loro. Non vi siano alcune migliori delle altre: le prime che ci portano inesorabilmente in carcere, le altre, vuoi per incuria culturale prima che per mancanza di mezzi e risorse poi, non applicate''. I carcerati hanno quindi chiesto ''solo che ci sia data la possibilita' per chi vuole, di abbandonare la via del crimine, che qualcuno ci dica come e a chi possiamo dimostrare la nostra volonta' di cambiamento. Noi vi chiediamo di non seppellirci nelle galere senza offrirci una strada positiva che possiamo utilmente intraprendere. Signor presidente, signor ministro, fate vostra la nostra voce, chiediamo solo che le leggi vengano applicate, nulla di piu', perche', e noi ne siamo convinti, se cosi' fosse, oggi forse non si parlerebbe di indulto o indultino e non si allarmerebbe neppure l' opinione pubblica. Nella nostra situazione solo le istituzioni ci possono difendere, perche' spesso e volentieri i nostri avvocati, finiti i processi e con essi i soldi, ci abbandonano''.
Ma ai detenuti ha risposto anche Castelli, ministro della giustizia.
''Il mio partito, per il momento, e' contrario''. Lo ha detto, a proposito dell' ipotesi dell' indulto, il ministro della Giustizia, il leghista Roberto Castelli, parlando con i cronisti a margine del concerto di Natale, tenutosi oggi nel carcere milanese di San Vittore. ''Noi garantiamo la tenuta del sistema carcerario - ha proseguito Castelli -. Noi sorvegliamo giorno per giorno la situazione. L' atmosfera e' buona, l' abbiamo visto anche oggi. Questo grazie all' abnegazione degli operatori. Per questo c' e' un' atmosfera vivibile''. ''Facciamo di tutto per agevolare sia lo studio che il lavoro dei detenuti - ha concluso -. Siamo partiti da una situazione difficile, ma stiamo facendo molti passi avanti''


CARCERE - A un mese dalla richiesta di riduzione della pena avanzata dal Papa alla Camera dei deputati, che così tanti applausi riscosse da parte di tutti i parlamentari, non si può dire che non vi siano stati gesti di attenzione nei confronti delle carceri.
'Una preghiera: che sia messa la parola fine al crudele dibattito sull'indulto'. Riguardo all'indulto si è pronuunciata l'aassociazione Papillon. Un loro comunicato sostiene che 'A un mese dalla richiesta di riduzione della pena avanzata dal Papa alla Camera dei deputati, che così tanti applausi riscosse da parte di tutti i parlamentari, non si può dire che non vi siano stati gesti di attenzione nei confronti delle carceri.
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Insomma, come già due anni fa, si gioca con le speranze e i diritti dei detenuti, si sfilacciano i tempi, si annacquano le proposte di legge e si punta al ribasso. Insomma, - continua il comunicato di Papillon - come già due anni fa, si gioca con le speranze e i diritti dei detenuti, si sfilacciano i tempi, si annacquano le proposte di legge e si punta al ribasso.

Buongiorno danielina!!!!! Ti ho spedito su paradiso34 i documenti relativi a copenaghen per domani mattina (scusa, stamattina!) Chiamami se serve qualcosa. Io darò una mano al gr delle 13.00, fatti vedere in chat bacioni, e buona giornata. Da Paula : ci lavoro dalle 16.00 con aiuto di grandi mavi e mace. Besos a tutt@ coloro che contribuiranno.


Gr serale di venerdi 13 - ore 19.30

SOMMARIO

dAL mONDO

COPENAGHEN - Vertice UE, Controvertice e arresti.

PALESTINA - Un palestinese e' morto e altri due sono rimasti feriti oggi nell'esplosione accidentale di una bomba nel campo profughi di Bureij.

IMMIGRAZIONE - E' iniziato questa mattina lo smantellamento del centro profughi di Sangatte, al confine tra Francia e Gran bretagna.

Dall'Italia

FIAT - 6 MILA TUTE BLU IN CORTEO A TORINO

DAL MONDO

DANIMARCA - Nella notte tra il 12 e il 13 sono stati arrestati decine di manifestanti che si trovavano a Copenaghen per contestare il vertice dell'Unione europea. Tra questi alcuni disobbedienti italiani. Secondo le ultime notizie sette di loro sarebbero gia' stati liberati. Adesso uno solo resterebbe in carcere.sI TRATTEREBBE DI lUCA cASARINI. Lo ha detto Lars Erik Kruse, console danese a Milano. Il diplomatico ha spiegato di aver ricevuto verso le 15 una telefonata del Ministero degli Esteri danese. E intanto arrivano dichiarazioni di condanna degli arresti, come quelle de i rappresentanti del Forum sociale europeo. 'Ancora una volta stanotte alcuni di noi sono stati arrestati. Senza alcuna seria motivazione. Circondati e ammanettati mentre camminavano per le strade di una citta'. Questa volta a Copenhagen. A dimostrazione che l'Europa e' unita'. 'A Firenze - hanno ricordato alcuni esponenti del forum sociale europeo - abbiamo fatto piu' forte l'alleanza per un'Europa dei diritti, della pace, del lavoro, della democrazia. Questa Europa non c'e'. Lo sappiamo bene. Lo vediamo tutti i giorni, da Termini Imerese alla Galizia. Per questo non ci fermeremo'. 'Che nessuno si illuda - concludono i no global - potete metterci in gabbia uno ad uno, ma il movimento non si arresta. Domani in piazza a Copenhagen e a Genova, il 15 febbraio in tutte le citta' d'Europa contro la guerra. Intanto un presidio contro gli arresti di copenaghen si è tenuto a Milano e uno comincerà a Roma.

E tornando in Danimarca, c'è stato un Simbolico sfondamento della zona rossa del Consiglio europeo da parte dei contestatori del vertice, che hanno partecipato al corteo contro il summit. Un migliaio di no global danesi, norvegesi, svedesi e tedeschi, a cui si era unita una quindicina di 'disobbedienti' italiani, ha marciato dal quartiere di Christiania fino al Bella Center, sede del vertice. Giunti a settanta metri dal centro congressi i manifestanti hanno strappato il nastro che segnava l'inizio della linea rossa e si sono avvicinati con le mani alzate agli agenti schierati alcune decine di metri piu' avanti. All'invito dei poliziotti di fermarsi, hanno improvvisato un sit-in. Un disobbediente triestino, Andrea Olivieri, ha pronunciato un discorso in cui ha ricordato Carlo Giuliani, il no global ucciso al G8 di Genova, che voleva "un'altra Europa" rispetto a quella liberista e del capitale. La manifestazione si e' poi sciolta pacificamente. Intanto prosegue il vertice ufficila esull'allargamento dell'Unione europeo. Una questione chiave resta l'allargamento alla Turchia. Oggi l'appoggio del presidente nordamericano George W. Bush all'integrazione della Turchia nell'Unione europea e' stato oggetto di aspre critiche in Francia. Laurent Fabius, ex premier ed ex ministro delle finanze del governo Jospin, ha definito stamane 'incredibile' che il presidente degli Stati Uniti abbia utilizzato Jacques Chirac e il premier danese come piccoli telegrafisti, in riferimento alle telefonate di Bush al presidente francese e a Anders Fogh Rasmussen. La questione di sapere a quali condizioni la Turchia entrera' in Europa dipende dagli europei, non dal presidente degli Stati Uniti, ha detto Fabius.

Palestina

Un palestinese e' morto e altri due sono rimasti feriti oggi nell'esplosione accidentale di una bomba nel campo profughi di Bureij, nel centro della striscia di Gaza. Lo si e' appreso da fonti della sicurezza palestinese. Secondo testimoni, l'esplosione e' avvenuta all'interno di un'abitazione dove attivisti del movimento integralista Jihad islamica stavano maneggiando un ordigno. La casa e' andata distrutta nell'esplosione.

IMMIGRAZIONE - E' iniziato questa mattina lo smantellamento del centro profughi di Sangatte, sulla costa francese. Con l'aiuto degli ultimi 200 ospiti, sono stati smontati i primi prefabbricati. Gli ultimi profughi partiranno lunedi. La chiusura del centro di Sangatte, con quattro mesi di anticipo rispetto al previsto, e' stata concordata il due dicembre dai ministri degli Interni francese e britannico, Nicolas Sarkozy e David Blunkett. In base all'intesa, Londra ha accettato di fornire permessi di soggiorno a 817 curdi iracheni, oltre a 117 afghani le cui famiglie si trovano gia' in Gran Bretagna. Altri 131 rifugiati dovrebbero ottenere un permesso di soggiorno in Francia. Da quando fu istituito nel 1999, il centro profughi e' stato una fonte di frizione fra Londra e Parigi, data la sua prossimita' con l'ingresso al tunnel sotto la Manica che collega i due paesi. Ogni mese centinaia di ospiti del centro tentavano di raggiungere la Gran Bretagna, dove le leggi sul diritto di asilo sono un po meno restrittive che in Francia. Per questo motivo, migliaia di immigrati illegali arrivavano in Francia nella speranza di utilizzare Sangatte come punto di partenza per la Gran Bretagna.

DALL'ITALIA

Fiat

Si è concluso il consiglio di amministrazione straordinario convocato dalla Fiat per oggi. Come previsto, paolo fresco non ha voluto rassegnare le dimissioni, come già aveva annunciato, forte dell’appoggio degli istituti di credito. Alessandro Barberis è il nuovo amministratore delegato della Fiat e Paolo Fresco resta presidente. Lo ha nominato il Cda del Lingotto riunitosi oggi a Torino. Franzo Grande Stevens è stato nominato vicepresidente e Gabriele Galateri di Genola resta nel consiglio. Dal canto suo, il governo ha ribadito di non voler entrare in alcun modo nella parte finanziaria della fiat, respingendo ogni proposta di nazionalizzazione o partecipazione controllata.

Gli operi di mirafiori anche oggi sono scesi in piazza. Dopo i blocchi di questa mattina, anche il secondo turno ha deciso di scioperare e dirigersi verso il centro della città. I lavoratori del secondo turno di Mirafiori stanno uscendo dallo stabilimento. Il corteo, che partira' dalla porta 5, probabilmente raggiungera' il Lingotto dove si e' da poco concluso il consiglio di amministrazione della Fiat.

Questa mattina seimila lavoratori metalmeccanici, secondo il sindacato, sono scesi in piazza a Torino per manifestare contro il piano di riorganizzazione della Fiat. Allo sciopero di 4 ore, dalle 9 alle 13, hanno aderito anche tutte le categorie dei lavoratori dell'industria piemontese. a Mirafiori l'adesione oscilla tra il 70 e l'80%. Per l'Azienda, invece, alle Presse ha aderito il 24%, alle Carrozzerie il 19%. Il corteo dei metalmeccanici della Fiat partito da piazza Arbarello era aperto dallo striscione del coordinamento dei cassaintegrati. Dietro al corteo partecipavano anche alcuni gonfaloni dei Comuni della Provincia torinese, tra cui Torino, Orbassano e Beinasco. Le tute blu si sono congiunte con un altro corteo partito da piazza Castello che raggruppava gli addetti del pubblico impiego e insieme hanno percorso l'ultimo tratto di via Roma per raggiungere nuovamente piazza Castello dove si è tenuto il comizio conclusivo. E anche il pomeriggio i lavoratori del secondo turno di Mirafiori sono usciti dallo stabilimento, in un corteo che ha puntato il Lingotto dove nel frattempo si era concluso il consiglio di amministrazione della Fiat.

Indulto

Si fa sempre più serrato il dibattitto sull'indulto, in vista della sospensione dei lavori in commissione per le feste natalizie. Oggi il presidente della camera casini ha deeto che la protesta dei detenuti avviene in clima tranquillo e pieno di dignità, e che ogni parlamentare dovrà decidere in coscienza, ma che questa decisione ci sarà, quanto prima. E' la risposta ad una lettera dei detenuti di San vittore, inviata oggi: 'Una preghiera: che sia messa la parola fine al crudele dibattito sull'indulto'. Riguardo all'indulto si è pronuunciata l'aassociazione Papillon. Un loro comunicato sostiene che 'A un mese dalla richiesta di riduzione della pena avanzata dal Papa alla Camera dei deputati, che così tanti applausi riscosse da parte di tutti i parlamentari, non si può dire che non vi siano stati gesti di attenzione nei confronti delle carceri. Infatti, se pure latita o stenta l'iniziativa parlamentare e il consenso politico sulle proposte di legge in materia di indulto e amnistia depositate, si moltiplicano le circolari riservate del Viminale e dell'Amministrazione penitenziaria per rafforzare misure di vigilanza e di sicurezza. Insomma, - continua il comunicato di Papillon - come già due anni fa, si gioca con le speranze e i diritti dei detenuti, si sfilacciano i tempi, si annacquano le proposte di legge e si punta al ribasso. E, così facendo, grazie a una corale e preoccupante disattenzione delle forze politiche, ci si avvia a un drastico peggioramento della situazione. Oggi il carcere è carcere dei poveri. Domani e sempre più sarà anche il carcere degli operai, espulsi dalla produzione e di tutti coloro che si battono perché un mondo diverso e migliore sia possibile.

Gr flash di venerdi 13 - ore 17.00

DANIMARCA - Nella notte tra il 12 e il 13 sono stati arrestati decine di manifestanti che si trovavaano a Copenaghen per contestare il vertice dell'Unione europea. Tra questi alcuni disobbedienti italiani. Secondo le ultime notizie sette di loro sarebbero gia' stati liberati. Adesso uno solo resterebbe in carcere. lo ha detto Lars Erik Kruse, console danese a Milano. Il diplomatico ha spiegato di aver ricevuto verso le 15 una telefonata del Ministero degli Esteri danese. E intanto arrivano dichiarazioni di condanna degli arresti, come quelle de i rappresentanti del Forum sociale europeo. 'Ancora una volta stanotte alcuni di noi sono stati arrestati. Senza alcuna seria motivazione. Circondati e ammanettati mentre camminavano per le strade di una citta'. Questa volta a Copenhagen. A dimostrazione che l'Europa e' unita'. 'A Firenze - hanno ricordato alcuni esponenti del forum sociale europeo - abbiamo fatto piu' forte l'alleanza per un'Europa dei diritti, della pace, del lavoro, della democrazia. Questa Europa non c'e'. Lo sappiamo bene. Lo vediamo tutti i giorni, da Termini Imerese alla Galizia. Per questo non ci fermeremo'. 'Che nessuno si illuda - concludono i no global - potete metterci in gabbia uno ad uno, ma il movimento non si arresta. Domani in piazza a Copenhagen e a Genova, il 15 febbraio in tutte le citta' d'Europa contro la guerra. Intanto un presidio contro gli arresti di copenaghen si è tenuto a Milano e uno comincerà a Roma.

E tornando in Danimarca, c'è stato un Simbolico sfondamento della zona rossa del Consiglio europeo da parte dei contestatori del vertice, che hanno partecipato al corteo contro il summit. Un migliaio di no global danesi, norvegesi, svedesi e tedeschi, a cui si era unita una quindicina di 'disobbedienti' italiani, ha marciato dal quartiere di Christiania fino al Bella Center, sede del vertice. Giunti a settanta metri dal centro congressi i manifestanti hanno strappato il nastro che segnava l'inizio della linea rossa e si sono avvicinati con le mani alzate agli agenti schierati alcune decine di metri piu' avanti. All'invito dei poliziotti di fermarsi, hanno improvvisato un sit-in. Un disobbediente triestino, Andrea Olivieri, ha pronunciato un discorso in cui ha ricordato Carlo Giuliani, il no global ucciso al G8 di Genova, che voleva "un'altra Europa" rispetto a quella liberista e del capitale. La manifestazione si e' poi sciolta pacificamente. Intanto prosegue il vertice ufficila esull'allargamento dell'Unione europeo. Una questione chiave resta l'allargamento alla Turchia. Oggi l'appoggio del presidente nordamericano George W. Bush all'integrazione della Turchia nell'Unione europea e' stato oggetto di aspre critiche in Francia. Laurent Fabius, ex premier ed ex ministro delle finanze del governo Jospin, ha definito stamane 'incredibile' che il presidente degli Stati Uniti abbia utilizzato Jacques Chirac e il premier danese come piccoli telegrafisti, in riferimento alle telefonate di Bush al presidente francese e a Anders Fogh Rasmussen. La questione di sapere a quali condizioni la Turchia entrera' in Europa dipende dagli europei, non dal presidente degli Stati Uniti, ha detto Fabius.

Palestina

Un palestinese e' morto e altri due sono rimasti feriti oggi nell'esplosione accidentale di una bomba nel campo profughi di Bureij, nel centro della striscia di Gaza. Lo si e' appreso da fonti della sicurezza palestinese. Secondo testimoni, l'esplosione e' avvenuta all'interno di un'abitazione dove attivisti del movimento integralista Jihad islamica stavano maneggiando un ordigno. La casa e' andata distrutta nell'esplosione.

IMMIGRAZIONE - E' iniziato questa mattina lo smantellamento del centro profughi di Sangatte, sulla costa francese. Con l'aiuto degli ultimi 200 ospiti, sono stati smontati i primi prefabbricati. Gli ultimi profughi partiranno lunedi. La chiusura del centro di Sangatte, con quattro mesi di anticipo rispetto al previsto, e' stata concordata il due dicembre dai ministri degli Interni francese e britannico, Nicolas Sarkozy e David Blunkett. In base all'intesa, Londra ha accettato di fornire permessi di soggiorno a 817 curdi iracheni, oltre a 117 afghani le cui famiglie si trovano gia' in Gran Bretagna. Altri 131 rifugiati dovrebbero ottenere un permesso di soggiorno in Francia. Da quando fu istituito nel 1999, il centro profughi e' stato una fonte di frizione fra Londra e Parigi, data la sua prossimita' con l'ingresso al tunnel sotto la Manica che collega i due paesi. Ogni mese centinaia di ospiti del centro tentavano di raggiungere la Gran Bretagna, dove le leggi sul diritto di asilo sono un po meno restrittive che in Francia. Per questo motivo, migliaia di immigrati illegali arrivavano in Francia nella speranza di utilizzare Sangatte come punto di partenza per la Gran Bretagna.

DALL'ITALIA

Oggi si è conclusa con l'assoluzione il processo a carico dei compagni per lo sgombero della casa occupata di via Degli Angeli e per le manifestazioni dei giorni seguenti. Ascoltiamo la corrispondenza registraTA COn una legale.

Fiat

Si è concluso il consiglio di amministrazione straordinario convocato dalla Fiat per oggi. Come previsto, paolo fresco non ha voluto rassegnare le dimissioni, come già aveva annunciato, forte dell’appoggio degli istituti di credito. Alessandro Barberis è il nuovo amministratore delegato della Fiat e Paolo Fresco resta presidente. Lo ha nominato il Cda del Lingotto riunitosi oggi a Torino. Franzo Grande Stevens è stato nominato vicepresidente e Gabriele Galateri di Genola resta nel consiglio. Dal canto suo, il governo ha ribadito di non voler entrare in alcun modo nella parte finanziaria della fiat, respingendo ogni proposta di nazionalizzazione o partecipazione controllata. Gli operi di mirafiori anche oggi sono scesi in piazza. Dopo i blocchi di questa mattina, anche il secondo turno ha deciso di scioperare e dirigersi verso il centro della città. I lavoratori del secondo turno di Mirafiori stanno uscendo dallo stabilimento. Il corteo, che partira' dalla porta 5, probabilmente raggiungera' il Lingotto dove si e' da poco concluso il consiglio di amministrazione della Fiat.

Questa mattina seimila lavoratori metalmeccanici, secondo il sindacato, sono scesi in piazza a Torino per manifestare contro il piano di riorganizzazione della Fiat. Allo sciopero di 4 ore, dalle 9 alle 13, hanno aderito anche tutte le categorie dei lavoratori dell'industria piemontese. a Mirafiori l'adesione oscilla tra il 70 e l'80%. Per l'Azienda, invece, alle Presse ha aderito il 24%, alle Carrozzerie il 19%. Il corteo dei metalmeccanici della Fiat partito da piazza Arbarello era aperto dallo striscione del coordinamento dei cassaintegrati. Dietro al corteo partecipavano anche alcuni gonfaloni dei Comuni della Provincia torinese, tra cui Torino, Orbassano e Beinasco. Le tute blu si sono congiunte con un altro corteo partito da piazza Castello che raggruppava gli addetti del pubblico impiego e insieme hanno percorso l'ultimo tratto di via Roma per raggiungere nuovamente piazza Castello dove si è tenuto il comizio conclusivo.

Indulto

Si fa sempre più serrato il dibattitto sull'indulto, in vista della sospensione dei lavori in commissione per le feste natalizie. Oggi il presidente della camera casini ha deeto che la protesta dei detenuti avviene in clima tranquillo e pieno di dignità, e che ogni parlamentare dovrà decidere in coscienza, ma che questa decisione ci sarà, quanto prima. E' la risposta ad una lettera dei detenuti di San vittore, inviata oggi: 'Una preghiera: che sia messa la parola fine al crudele dibattito sull'indulto. E' questo il passaggio cruciale dell'appello che i detenuti di San Vittore hanno rivolto al presidente della Camera, Pierferdinando Casini, e al ministro della Giustizia, Roberto Castelli, presenti nella casa circondariale per partecipare al tradizionale concerto di Natale. L'appello e' stato letto da Dino, un detenuto: la parola fine... qualunque essa sia - ha detto - siamo maturi per accettare l'una o l'altra eventualita', ma credeteci, l' incertezza uccide, non e' una metafora, uccide nel senso letterale del termine. Al presidente della Camera e al ministro Guardasigilli i carcerati hanno posto una serie di domande: Se questo e' un Paese che crede ancora nella sua carta costituzionale e nelle leggi; se ancora vuole che la pena non consista in trattamenti contrari al senso di umanita'; se con tutte le leggi approvate dal Parlamento in tema penitenziario sia ancora possibile tenere detenute madri con i loro figli; se per tossicodipendenti, malati terminali o in Aids conclamata non siano possibili alternative valide al morire in cella; se sia giusto che un detenuto per colpa del sovraffollamento debba essere trasferito a centinaia di chilometri di distanza dalla sua residenza; se sia concepibile che dopo 20 anni e piu' di ininterrotta carcerazione si possa essere considerati ancora socialmente pericolosi. Noi - prosegue il documento - non pretendiamo la liberta', questo non vuol dire che se ci fosse data la rifiuteremmo, noi chiediamo solo che tutte le leggi, se in vigore, abbiano pari dignita' tra loro. Non vi siano alcune migliori delle altre: le prime che ci portano inesorabilmente in carcere, le altre, vuoi per incuria culturale prima che per mancanza di mezzi e risorse poi, non applicate. I carcerati hanno quindi chiesto solo che ci sia data la possibilita' per chi vuole, di abbandonare la via del crimine, che qualcuno ci dica come e a chi possiamo dimostrare la nostra volonta' di cambiamento. Noi vi chiediamo di non seppellirci nelle galere senza offrirci una strada positiva che possiamo utilmente intraprendere. Signor presidente, signor ministro, fate vostra la nostra voce, chiediamo solo che le leggi vengano applicate, nulla di piu', perche', e noi ne siamo convinti, se cosi' fosse, oggi forse non si parlerebbe di indulto o indultino e non si allarmerebbe neppure l' opinione pubblica. Nella nostra situazione solo le istituzioni ci possono difendere, perche' spesso e volentieri i nostri avvocati, finiti i processi e con essi i soldi, ci abbandonano. Ma ai detenuti ha risposto anche Castelli, ministro della giustizia. Il mio partito, per il momento, e' contrario. Lo ha detto, a proposito dell' ipotesi dell' indulto, il ministro della Giustizia, il leghista Roberto Castelli, parlando con i cronisti a margine del concerto di Natale, tenutosi oggi nel carcere milanese di San Vittore. Noi garantiamo la tenuta del sistema carcerario - ha proseguito Castelli -. Noi sorvegliamo giorno per giorno la situazione. L' atmosfera e' buona, l' abbiamo visto anche oggi. Questo grazie all' abnegazione degli operatori. Per questo c' e' un' atmosfera vivibile. Facciamo di tutto per agevolare sia lo studio che il lavoro dei detenuti - ha concluso -. Siamo partiti da una situazione difficile, ma stiamo facendo molti passi avanti

- La manifestazione contro il vertice Ue partita stamane da Christiania, dopo aver violato la zona interdetta alle manifestazioni, e' sfilata accanto all'imbocco di una delle strade che portano al Bella Center, sede dei lavori del summit comunitario. Alla violazione simbolica e' seguita, infatti, una sfilata, che probabilmente e' stata frutto di un accordo: a un certo punto, infatti, i poliziotti si sono disposti in modo da lasciar passare il corte, per farlo poi defluire attraverso due ponticelli che oltrepassano un fosso. I dimostranti sono sfilati cantando slogan, anche contro la polizia, e si sono incamminati sulla lunga via del ritorno. Alle 17, infatti, e' prevista una fiaccolata

GR ORE 13.00

Italia

fiat 6 MILA TUTE BLU IN CORTEO A TORINO = Torino, 13 dic. (Adnkronos) - Seimila lavoratori metalmeccanici, secondo il sindacato, sono scesi in piazza questa mattina a Torino per manifestare contro il piano di riorganizzazione della Fiat. Allo sciopero di 4 ore, dalle 9 alle 13, hanno aderito anche tutte le categorie dei lavoratori dell'industria piemontese. a Mirafiori l'adesione oscilla tra il 70 e l'80%. Per l'Azienda, invece, alle Presse ha aderito il 24%, alle Carrozzerie il 19%. Il corteo dei metalmeccanici della Fiat partito da piazza Arbarello e' aperto dallo striscione del coordinamento dei cassaintegrati. Dietro al corteo partecipano anche alcuni gonfaloni dei Comuni della Provincia torinese, tra cui Torino, Orbassano e Beinasco. Secondo il programma quando le tute blu raggiungeranno piazza san carlo si congiungeranno con un altro corteo partito poco fa da piazza Castello che raggruppa gli addetti del pubblico impiego e insieme percorreranno l'ultimo tratto di via Roma per raggiungere nuovamente piazza Castello dove si terra' il comizio conclusivo.

Uffici pubblici chiusi oggi in Sicilia per lo sciopero indetto da Cgil, Cisl, Uil e Sma per il rinnovo dei contratti di lavoro. I sindacati in una nota parlano di alta adesione (i dati effettivi saranno disponibili nei prossimi giorni) nello Stato, sanita', autonomie locali, parastato ed igiene ambientale, nel rispetto delle norme sulla garanzia dei servizi essenziali. In migliaia hanno partecipato alle manifestazioni dei comuni capoluogo di provincia. La maggiore affluenza si e' avuta ad Agrigento, Palermo e Catania dove il corteo si e' concluso con un comizio. (Ter/Gs/Adnkronos) 13-DIC-02 12:23 FIAT

La Fédération des travailleurs de la métallurgie Cgt ha emesso un comunicato di adesione alla giornata di lotta europea sulla Fiat indetta dalla Fem (Federazione europea dei metalmeccanici)per lunedì 16 dicembre. Anche negli stabilimenti francesi del gruppo Fiat, da Iveco (Irisbus) a Magneti Marelli, da Teksid a Comau, si svolgeranno dalle 10,00 alle 12,00 iniziative per esprimere solidarietà alle lotte in corso in Italia. Il comunicato mette l'accento sul fatto che l'industria automobilistica nel suo insieme, in Francia come nel resto d'Europa, subisce le ristrutturazioni condizionate da scelte strategiche che privilegiano la finanza e il profitto immediato, a scapito dei bisogni dei lavoratori e delle popolazioni. E questo avviene tanto nel caso dei produttori francesi di automobili quanto nelle aziende fornitrici e dell'indotto. I lavoratori di Matra Automobiles, del gruppo Valeo, di Faurecia, di Trw sono in lotta per invertire la logica di distruzione del tessuto industriale e sociale. La Cgt, quindi, aderisce con convinzione alla giornata europea sulla Fiat indetta dalla Fem, per farne anche in Francia un grande appuntamento di lotte e di iniziative.

SCIOPERI: VELTRONI, IL GOVERNO PRENDA INIZIATIVE QUATTRO GIORNI SCIOPERI HANNO RIPERCUSSIONI SULLA CITTAIl Governo deve prendere iniziative perche' non si puo' accettare passivamente che per quattro giorni scioperi e mobilitazioni abbiano ripercussioni molto pesanti sul tessuto cittadino. E' l' appello lanciato al Governo dal sindaco di Roma Walter Veltroni in vista della raffica di scioperi prevista nei prossimi giorni. Veltroni si e' detto molto preoccupato per la situazione perche' una citta' come Roma, ma anche qualsiasi citta' italiana, si trovera' nei giorni di Natale in una situazione difficile. Il sindaco di Roma definisce legittimo lo sciopero dei netturbini, frutto di una vertenza nazionale nella quale i sindacati aspettano da due anni e mezzo il rinnovo del contratto, ma invita il Governo a riaprire le trattative. Quando le trattative si impantanano - ha affermato - qualcuno deve tirarle fuori dalle secche e sbloccare una situazione stagnante ed e' questo l' invito che rivolgo all' Esecutivo. (ANSA).

Napoli, disocuppati in corteo

Ancora manifestazioni a Napoli, una pratica ormai consueta in una città dove il disagio generale si somma alle condizioni particolari del luogo. Una delegazione di disoccupati aderenti alla lista 'Reddito minimo d'inserimento', si e' recata nei pressi della sede del Comune di Palazzo San Giacomo ed ha chiesto di incontrare il sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino. Il corteo, partito da piazzetta Museo, ha attraversato questa mattina alcune strade del centro storico. I manifestanti sono diretti in Prefettura, a piazza del Plebiscito, dove chiederanno un incontro con i responsabili dell'Ufficio territoriale del governo. Nel corso del corteo e' previsto un sit-in anche nei pressi del palazzo della Regione. Da diverse settimane i disoccupati e precari napoletani sono in mobilitazione, per chiedere agli enti locali delle risposte serie sulla situazione relativa ai corsi di formazione, alle assunzioni previste dal comune, alle indennità.

processi.

  • oggi assolti tutti i coinvolti nel processo via degli angeli sesta circoscizione di quattro anni fa

quando un pesante sgombero di case occupate a roma aveva ricevuto risposta di occupazione della circoscizione per questa occupazione la risposta fu il carcerei domiciliari e tante udienze in tribunale (audio)

NO GLOBAL:PROCURA COSENZA FARA' RICORSO CONTRO SCARCERAZIONI

  • COSENZA, 13 DIC - La Procura della Repubblica di Cosenza presentera' ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale del riesame di Catanzaro di scarcerare le persone arrestate nell' ambito dell' inchiesta su aderenti ai movimenti no global. Nessun commento e' stato fatto dal sostituto procuratore della Repubblica, Domenico Fiordalisi, titolare dell' inchiesta. Secondo quanto si e' appreso, il pm Fiordalisi avrebbe gia' cominciato a preparare il ricorso.

lunedi inizieranno le udienze del tribunale della libertà per i 23 arrestati ancora in custodia cautelare nell'inchiesta genovese.vi ricordiamo il corteo nazionale di domani a genova h. 15.00 piazza alimonda partenza stazione termini h. 7.15 puntuali. per quel che riguarda i treni l'accordo con le ferrovie dello stato ha prodotto:solo treni di linea da roma compresa a tutto il sud 30 euro andata e ritorno. da firenze a tutto il nord entro 8 euro.

manifestazione contro la finanziaria a firenze

Circa 7000 fra studenti medi, universitari, docenti e lavoratori hanno partaecipato al corteo contro la finanziaria dei tagli all'istruzione.

Il corteo è passato anche sotto al Rettorato dal quale sventolavano due enormi drappi neri (evidentemente come simbolo di lutto).

Tutto è filato liscio, anche se il corteo dovrebbe essere ancora alle ultime battute.

ESTERI

Copenaghen, arresti Questa notte 27 persone sono state trattenute in staro di arresto a Copenhagen con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale, l'azione appare una evidente ritorsione per le mobilitazioni alle frontiere, ed un tentativo di condizionare la mobilitazione di oggi contro il vertice della UE. (audio) Immediata la risposta delle realtà danesi e degli attivisti giunti a Copenhgen per asssediare il vertice. Alle 12.15 ha mosso i primi passi un corteo che si dirigerà verso il Bella center luogo che ospita in summit. In testa al corteo scudi di plastica, caschi e imbottiture in gomma piuma. . Gli arrestati nella notte sono 27: 8 italiani, 6 francesi, 6 svizzeri e sette danesi.

  • iniziative, a Roma, Trieste, Milano e Venezia.

I Disobbedienti e i Verdi stanno organizzando un presidio a Trieste, alle ore 17 sotto il consolato danese di Viale Miramare, 5, per protestare contro gli arresti di questa notte a Copenhagen. Lanciano un appello a tutti i democratici ad essere presenti per protestare contro quello che e' un arresto preventivo, per impedire di dar voce alle tematiche degli esclusi, afferma il Verde Alessandro Metz. Che sottolinea che le manette scattate anche ai polsi di Luca Casarini dimostrano una chiara volonta' di arrestare le persone che hanno maggiore visibilita. Dal Friuli Venezia Giulia erano partiti per Copenhagen 8 no global, ma nessuno di loro figura tra gli arrestati.

Sono in corso in una caserma di polizia di Copenhagen gli interrogatori degli italiani, fra cui il leader no global Luca Casarini, fermati questa notte dalle forze dell'ordine durante una operazione di controllo di documenti. I nomi degli altri fermati, resi noti dallo stesso movimento sono: Paolo Do di Roma e i veneti Max Gallob, Riccardo Varotto, Michele Valentini e Enrico Casagrande. Fonti della Farnesina, ribadendo come la vicenda sia costantemente seguita dalla nostra ambasciata, fanno comunque sapere che in un modo o nell'altro la questione si dovra' chiarire perche' i fermati non possono essere trattenuti per piu' di 24 ore senza un provvedimento dell'autorita' giudiziaria. fdv/cam/rs 131226 DIC 02

Copenaghen, temi

Secondo giorno di discussione al vertice dell’Unione Europea a Copenaghen.

  • Ieri, in serata, sono state decise le modalità di ingresso e negoziazione per alcuni dei paesi candidati a far parte dell’EU.

E’ stato superato lo scoglio economico, quello che negli ultimi tempi aveva visto dei grossi contrasti tra i governi dei vari paesi. Ma resta ancora lo scoglio più grande, quello della Turchia. La turchia è paese candidato da tempo immemore, e ogni volta ha mantenuto questo suo ruolo per le palesi violazioni dei diritti umani nel paese. Lo scorso anno, alla turchia erano state imposte delle riforme, in parte attuate e in parte disattese. La revoca della condanna a morte di ocalan rientra in queste. La turchia è però anche paese membro della nato, e questo complica la questione. Soprattutto adesso, la Turchia preme affinchè ci sia una decisione , non sul suo ingresso, perchè quello è ancora molto lontano da venire, ma solo sulla data in cui sarà esaminata la sua candidatura. Il nuovo presidente turco pone questa questione come questione di principio, e di propria dignità. E' abbastanza preoccupante che il presidente turco sia andato proprio questa settimana negli stati uniti , a perorare la sua causa, e che abbia rivolto quelle che potremmo definire minacce, o avvertimenti, all'unione europea. Altrettanto significativo, in questo quadro, che a proporre lo slittamento della questione turchia siano la germania e la francia, e cioè i due paesi che maggiormente si oppongono all'uso della forza in irak, e che per questo sono in aperto contrasto con gli stati uniti. La turchia da dieci anni presta le proprie basi nato come piattaforma d'appoggio per i raid angloamericani sull'irak . E proprio Francia, Germania e Turchia si incontreranno oggi, nel pomeriggio, al di fuori del vertice ufficiale, in un incontro chiesto dal ministro degli esteri turco, che accusa i due paesi europei di aver influenzato la decisione dei 15 sullo slittamento. L’incontro avviene dopo che questa mattina lo stesso ministro turco, Abdullah Gul, ha giudicato inaccettabile la decisione presa nel corso dle vertice.

Francia, chiude sangatte

E’ cominciato questa mattina lo smantellamento del centro per rifugiati di Sangatte, nei pressi del tunnel della manica, destinato a concludersi entro il 30 dicembre di quest’anno, data stabilita tra il governo inglese e il governo francese. Partiranno domani gli ultimi due pullman diretti verso l’inghilterra, mentre nel pomeriggio di oggi si troverà la soluzione per i richiedenti asilo che hanno ottenuto accoglienza dalla Francia. Resta tutt’ora insoluto il problema di centinaia di migranti che non hanno ottenuto il riconoscimento di rifugiati, e per i quali è previsto il rimpatrio nei paesi di origine. Con la definitiva chiusura di Sangatte non si ottiene certo una vittoria, ma al contrario si complica la situazione per i migranti, poiché sarà più difficile dopo questo ottenere il diritto a restare nei due paesi. L’unica reale vittoria è quella ottenuta dalla società proprietaria del tunnel sotto la manica, che aveva premuto a lungo perché venisse eliminata quella che giudicavano una struttura pericolosa per lo sviluppo della loro economia, e che più volte era stata bloccata dai migranti che protestavano per la loro situazione. La soluzione adottata accontenta dunque solo alcune persone, e non risolve la situazione.

Venezuela, si litiga sul petrolio

I servizi segreti statunitensi stanno manovrando per rovesciare il presidente venezuelano Hugo Chavez. È quanto denunciato apertamente dal deputato uruguayano José Bayardi, dello schieramento di sinistra ‘Incontro progressista-Fronte Ampio’ (Ep-Fa) in un’intervista rilasciata al quotidiano ‘La Joventud’. Il parlamentare ha asserito di aver avuto accesso ad informazioni riservate dell’intelligence di Washington, in base alle quali "il governo di Caracas potrebbe crollare entro le prossime 72 ore". Lo sciopero nazionale, in corso ormai da 12 giorni nel Paese sudamericano, "persegue scopi politici, è trainato dai settori industriali, dalla burocrazia sindacale e petrolifera e il livello di intransigenza raggiunto dall’opposizione in sede negoziale impedisce di raggiungere una via d’uscita", ha dichiarato Bayardi. La mobilitazione, ha insistito il deputato di Montevideo, "è funzionale agli interessi politici della Casa Bianca". "In Venezuela – ha continuato – sta accadendo qualcosa di simile a quanto avvenuto in Cile nel 1973 e la crisi può sfociare in una guerra civile, con un bagno di sangue". Consultato in merito alla possibilità di un intervento militare straniero in Venezuela, Bayardi ha risposto che per il momento l’ipotesi resta lontana ma non è escluso che, con l’aggravarsi della tensione, si possa arrivare anche a questo. (FB)

gror131202 (last edited 2008-06-26 09:53:28 by anonymous)