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=MANIFESTAZIONI CONTRO LA GUERRA=

==Catalogna==

Dopo l'imponente manifestazione di sabato scorso (oltre 500.000 persone avevano sfilato sotto la pioggia per criticare l'appoggio del governo di Josè Maria Aznar all'intervento militare in Iraq) la capitale catalana continua ad essere teatro di continue mobilitazioni contro la guerra. Un nutrito corteo studentesco, oltre 15.000 persone, partito dall'Università, ha interrotto il traffico sull'autostrada A-7 e si prepara a marciare per le vie del centro della città. In serata, cortei e sit-in in tutte le principali città catalane: a Lleida l'appuntamento è per le 19,00 sotto la sede locale del Partido Popular, così come a Tarragona e a Hospitalet. A Barcellona, a partire dalla serata, sit-in permanente sotto la sede del Governo autonomo, del municipio e nei pressi di varie sezioni del PP.

==Paese Basco==

Per la serata convocate manifestazioni sotto tutti i municipi. A San Sebastian è stato occupato il campus universitario ed è stato attivato il boicottaggio nei confronti di alcuni di distribuzione di petrolio. A Bilbao e a Bayonne si attendono i cortei più imponenti. All'interno del Parlamento autonomo di Vitoria, sono stati espulsi i parlamentari della formazione indipendentista Sozialista Abertzaleak per aver esposto striscioni contro la guerra.

==Stato spagnolo==

A Siviglia mobilitazione a partire dalle 20,00, quindi catena umana dalla sede del Partido popular fino al consolato statunitense. A Madrid corteo in serata a partire dalla Porta del sol, domani, in concomitanza con le altre città spagnole, assedio dei consolati e delle ambasciate USA, sabato corteo che si concluderà sotto la sede del Governo alla Moncloa.Sempre a Madrid centinaia di persone si sono radunate sotto il Parlamento per protestare contro l'attacco americano.

==Francia==

A Parigi cortei studenteschi per tutta la mattina, mentre nel pomeriggio è previsto un grande corteo che si concluderà sotto l'ambasciata americana. Sit-in e mobilitazioni spontanee un po' ovunque nella capitale francese, con protagonisti principali gli studenti medi ed universitari. Alle 19,00 concerto di solidarietà con il popolo iracheno allo Zenith. Altre manifestazioni si stanno tenendo e si terranno a Lens, Lille, Roubaix, Arras, Valenciennes, Nizza, Marsiglia, Tolone e Tolosa.

==Grecia==

Oltre centomila persone, secondo le prime stime, si sono riunite nel centro di Atene per manifestare contro la guerra. La maggior parte dei manifestanti e' costituita da studenti dei licei della capitale greca. Centro della protesta e' la piazza centrale di Syndagma, davanti al parlamento greco. I manifestanti stanno facendo una marcia verso l'ambasciata americana. Per il momento non si registrano disordini.

==Gran Bretagna==

A Londra circa 40 pacifisti hanno bloccato una delle autostrade piu' importanti della Gran Bretagna, la M621, nei pressi della citta' di Leeds. Un portavoce del Royal Automobile Club ha sottolineato che ci sono code di diversi chilometri in entrambe le direzioni. La coalizione Stop the War ha indetto per oggi alle 18,00 (le 19,00 in Italia) manifestazioni nelle piazze delle principali citta' del Paese. A Londra il punto di concentramento e' Parliament square. Diversi gruppi di lavoratori e studenti hanno bloccato scuole, ospedali, università ed interrotto le comunicazioni in diverse città inglesi, scozzesi e gallesi: a Birmingham, Manchester, Edimburgo, Lancaster e Sheffield le iniziative più importanti. Si registrano scontri ed arresti a Lewisham e a Londra, dove la polizia ha arrestato vari studenti.

==Germania==

Cortei studenteschi ad Hannover, Coblenza, Chemnitz, Kassel, Berlino. A Munster imbrattata la sede del comando militare tedesco-olandese.

==Danimarca==

Un attivista ha lanciato della vernice rossa sul premier danese Rasmussen gridandogli "hai le mani sporche di sangue". Rasmussen ha detto che la Danimarca,la cui popolazione è nettamente contraria al conflitto, appoggia in pieno l'attacco Usa ed è pronta ad inviare truppe e mezzi in Irak.

==Belgio==

Massiccio corteo studentesco a Gent, mentre altre mobilitazioni si registrano a Bruxelles.

==Portogallo=

A Lisbona alle 18,00 appuntamento di fronte all'ambasciata americana. Gli organizzatori hanno fatto sapere che tenteranno di entrare, in tutti i modi, all'interno dell'edificio.

=SCENARIO DI GUERRA=

Le ostilità si sono aperte stamattina con il lancio di alcuni missili sulla periferia di Baghdad, ad opera di un gruppo di bombardieri F-117. L'obiettivo era l'uccisione del presidente iracheno Saddam Hussein ma le uniche vittime accertate sono alcuni civili residenti nella zona. Più tardi sono continuati i raid aerei sul sud dell'Iraq, per tutto il pomeriggio caccia angloamericani hanno bombardato la zona di Bassora colpendo installazioni della contraerea irachena. Contemporaneamente fonti britanniche parlano di "numerosi colpi di artiglieria registrati nel nord del Kuwait al confine con l'Iraq. Continuano nel frattempo le prese di posizione ufficiali contro l'attacco: il premier greco Costas Simitis, presidente di turno dell'Unione Europea, ha espresso "profonda deplorazione per il fatto che non sia stato possibile trovare una soluzione pacifica"; Romano Prodi, presidente della Commissione Europea, ha dichiarato che "l'avvio della guerra ha posto fine agli sforzi della comunità internazionale per trovare una soluzione pacifica alla crisi irachena all'interno delle Nazioni unite";la Santa Sede ha deplorato che si sia interrotta la via della trattativa e si sia attentato al diritto internazionale; il presidente russo Putin ha chiesto la sospensione il più presto possibile delle operazioni militari.

=STATI UNITI - Applausi ma anche fischi per Bush sui campi di pallacanestro=

I campi della NBA, la lega professionistica di basket americana, si sono fermati per alcuni minuti durante i quali pubblico e giocatori hanno ascoltato il messaggio alla nazione del presidente Bush. Molti applausi, ma anche contestazioni non sparute alla politica guerrafondaia di Washington. Le protesti più forti si sono levate ad Oakland,in California, ed in altre località nord-occidentali degli Stati Uniti.