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Mondo

Ecuador - La popolazione di Riobamba (170 chilometri a sud di Quito) non si è ancora ripresa dallo shock provocato dalle esplosioni a catena verificatesi mercoledì in un deposito di munizioni di una base militare, mentre col passare delle ore giungono altre drammatiche notizie. Fonti della Croce Rossa Ecuadoriana (Cre) hanno riferito che il bilancio delle detonazioni, ancora provvisorio, è di sette morti e almeno duecento feriti. La stampa locale parla invece di oltre 500 persone con lesioni più o meno gravi. Ma a preoccupare di più è la sorte di oltre 270 bambini che al momento dell’incidente si trovavano a scuola o a giocare in strada nei pressi della caserma della Brigata ‘Galapagos’ dell’esercito. Le famiglie continuano affannosamente a cercarli con l’aiuto dei soccorritori impegnati a rimuovere le macerie delle decine di edifici coinvolti dalle deflagrazioni e in parte distrutti. Oltre due terzi dei circa 150mila abitanti della località, a grande maggioranza indigena, sono fuggiti dal centro abitato per il pericolo che diversi ordigni ancora inesplosi possano scoppiare

Nigeria - Con il passare delle ore continua a farsi sempre più grave il bilancio delle violenze scatenate ieri a Kaduna, nell’omonimo Stato del nord della Nigeria, da una folla di militanti islamici. Sono almeno una quarantina le persone morte e quasi 500 quelle rimaste ferite durante la protesta contro il concorso di Miss Mondo, che si terrà in Nigeria ai primi di dicembre. Lo riferiscono fonti delle organizzazioni di soccorso, che, sotto pesante scorta armata, nella tarda serata di giovedì sono riuscite ad entrare a Kaduna. La situazione nella città è tornata calma solo dopo che le autorità hanno decretato il coprifuoco e inviato sul posto le forze di polizia. Il divieto di circolazione nelle ore notturne è stato comunque esteso a tutta la giornata di oggi. Le violente proteste sono iniziate due giorni fa, quando alcuni militanti islamici hanno fatto irruzione nella redazione locale di uno dei principali quotidiani indipendenti della Nigeria, 'This day', dando alle fiamme gli uffici. A mandarli su tutte le furie un articolo pubblicato domenica scorsa nel quale si affermava che il Profeta Maometto avrebbe sposato con piacere una delle reginette che partecipano a Miss Mondo

Venezuela - L’opposizione venezuelana ha convocato nelle ultime ore un nuovo sciopero nazionale per fare pressione sul governo affinché indica nuove elezioni, considerate come la sola valida via d’uscita dalla crisi socio-politica in corso nel Paese sudamericano. Carlos Ortega, leader della Confederazione dei lavoratori del Venezuela (Ctv), ha riferito che la mobilitazione inizierà a partire dalle ore 6:00 del prossimo 2 dicembre ma non ha precisato quanto durerà. Se le circostanze lo richiederanno, si è limitato ad aggiungere, lo sciopero potrà essere prolungato. Pochi minuti dopo l’annuncio del principale sindacato nazionale, è arrivata secca la replica dell’esecutivo. Il vice presidente José Vicente Rangel ha qualificato la nuova sortita della Ctv un atto “criminale e terrorista”. I settori che si oppongono al capo dello Stato, Hugo Chavez, hanno deciso di radicalizzare le proteste a seguito del commissariamento della polizia metropolitana di Caracas, da domenica scorsa sotto l’autorità del ministro dell'interno e della giustizia, Diosdato Cabello, e della militarizzazione della capitale. L’ultimo sciopero nazionale indetto dall’opposizione circa un mese fa per spingere Chavez a rinunciare al potere è sostanzialmente fallito mentre il ‘Tavolo del dialogo’ aperto tra le parti con la mediazione del segretario generale dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa), César Gaviria, stenta a produrre risultati concreti. La tensione resta alta nel Paese e lo stesso Gaviria si è detto estremamente preoccupato dall’annuncio della nuova mobilitazione. “Un ostacolo che rischia di complicare ancora di più l’intero scenario”, ha commentato

Italia

Scarcerazioni - Il Gip di Cosenza, Nadia Plastina ha disposto la scarcerazione di alcuni degli indagati nell'inchiesta della Procura sui no global: si tratta di Claudio Dionesalvi, Gianfranco Tallarico e Vittoria Oliva. Concessi gli arresti domiciliari ad Anna Curcio. Immediate le reazioni da parte di esponenti del movimento no global. Nessun commento, invece, da parte del pm Domenico Fiordalisi. Fiordalisi è impegnato in alcune attività istruttorie ed ha confermato che non intende fare alcuna dichiarazione alla stampa, rimandando alla lettura dell'ordinanza del giudice delle indagini preliminari. "E' un' inchiesta tesa a criminalizzare il movimento - ha dichiarato Andrea De Bonis, portavoce dei disobbedienti cosentini, indagato a sua volta - ma la forte mobilitazione ha convinto i magistrati a rivedere la posizione della Procura. Sono felice per Claudio e per gli altri compagni che riacquistano la libertà che ingiustamente era stata loro tolta. Verrà un giorno in cui si potrà dire che questa inchiesta era una bufala". Le scarcerazioni dei no global sono state accolte con soddisfazione dal sindaco di Cosenza, Eva Catizone: "Finalmente una bella notizia - ha detto - Siamo molto lieti di sapere che Claudio Dionesalvi e Gianfranco Tallarico siano già liberi. (...) La decisione di rivedere i provvedimenti restrittivi ci conforta e ci rafforza nella convinzione espressa da subito, senza alcuna riserva mentale, sia personalmente che come Amministrazione comunale, che non si può finire in galera per un pensiero di libertà".

TORINO - Duecentomila persone sono in corteo a Torino, secondo i sindacati, per chiedere alla Fiat di cambiare il piano di riassetto dell'auto. Il lungo corteo, al quale partecipano il sindaco Sergio Chiamparino e il presidente della Provincia Mercedes Bresso, e' aperto dallo striscione di Fim, Fiom e Uilm: I metalmeccanici per Torino: no ai licenziamenti. Subito dopo le Rsu degli Enti Centrali di Mirafiori, quindi i gonfaloni dei comuni della Provincia. Lo slogan piu' urlato e' da Torino al Meridione un solo grido: occupazione, ma anche il posto di lavoro non si tocca lo difenderemo con la lotta, la cassa integrazione non e' la soluzione, vogliamo il pane e il lavoro, lavoro, diritti e democrazia, la lotta e' dura, ma non ci fa paura, non siamo scesi in piazza per passeggiare, il posto di lavoro non si tocca commerciante non stare a guardare, se chiude Miraf chiudete anche voi. Lunedi' prossimo il governo incontrera' i sindacati, Fiat e parti sociali a Palazzo Chigi per un confronto per la questione del gruppo automobilistico torinese. E alle 20, dopo il vertice di Palazzo Chigi, i sindacati incontreranno il ministro del Welfare, Roberto Maroni.