Da Paula: ci ho messo le mani a partire dalle 14.48. Asì que por favor pongan-mettete quello che volete, siempre que sea interesante. Un beso atod@s. Hace calor.


Gr Serale di martedi 23 luglio - ore 19.30

SOMMARIO

Dal Mondo

Argentina - Continuano le mobilitazioni dei disoccupati aregentini, che stanno manifestando con blocchi stradali per la rivendicaziione dei loro diritti. E ieri il Blocco Piquetero ha organizzato una mobilitazione contro il FMI. Inoltre sempre a Buenos Aires il giudice Bonadia, che ha ordinato l'arresto di ex dittatori e torturatori, ha ricevuto minacce di morte.

USA - Una legge dell'Arizona vieta ai siti che denunciano le condizioni dei detenuti e lottano contro la pena di morte di continuare a pubblicare news online. E minaccia i reclusi.

Dall'Italia

DAL MONDO

Argentina - Continuano le mobilitazioni dei disoccupati aregentini, che stanno manifestando con blocchi stradali per la rivendicaziione dei loro diritti. E iri il Blocco Piquetero ha organizzato una mobilitazione contro il FMI, presente con una sua commissione, a cui partecipano anche responsabili economici europei per incontrarsi con i responsabili argentini, mentre per il 26 è prevista una manifestazione in ricordo di Dario e Maximilian, nel primo mese dalla loro morte per mano della polizia. Intanto Si è costituita ieri la commissione investigativa non governamentale sugli avvenimenti del dicembre scorso, la cui finalità è fare chiarezza sulle circostanze delle diverse azioni che hanno prodotto morti, feriti e detenuti. L'identificazione dei responsabili degli atti repressivi e le responsabilità delle istituzioni sono alla base dell'istituzione della commissione. E sempre dall'Argentina una notizia la dice lunga sul clima simil-dittatura che si respira nel paese e che colpisce non solo chi si mobilita contro un sistema economico neoliberista ma anche i giudici che cercano l'incriminazione degli ex dittatori e torturatori. 'Se ti metti contro di noi ti stacchiamo le braccia' questa è stata infatti la minaccia che ieri a Buenos Aires ha ricevuto Bonadia, giudice federale che mercoledi scorso ha ordinato l'arresto di una quarantina di militari imputati di aver fatto sparire gente tra il 1979 e il 1980. altri frasi come "sei puntato dall'esercitto" gli erano gia pervenute precedentemente, ma ora queta inchiesta che rischia di far saltare pqrecchi dirigenti militari è al centro di frti speculazioni politiche.

USA - Una legge dell'Arizona vieta ai siti che denunciano le condizioni dei detenuti e lottano contro la pena di morte di continuare a pubblicare news online. E sono scomode, scomodissime, le rivelazioni che da molti siti nordamericani giungono al pubblico relative alle carceri statunitensi, alle condizioni di vita dei detenuti e a quelle delle persone in attesa di essere uccise nel paese che, come noto, pratica la pena di morte. Tanto scomode da aver indotto l'Arizona, stato tradizionalmente conservatore, a varare una legge che di fatto rende illegale la pubblicazione su internet di dettagli sulla vita dei detenuti e altro ancora. A scagliarsi contro la legge dell'Arizona sono organizzazioni storiche come la Stop Prisoner Rape, che ha reso noto di aver denunciato il Direttore del servizio carcerario dell'Arizona con l'accusa di criminalizzare le comunicazioni tra l'organizzazione e i detenuti nonché di adottare misure punitive nei confronti dei reclusi se sulla rete e sul sito di Stop Prisoner Rape appaiono informazioni che li riguardano. Stop Prisoner Rape ha deciso di unirsi ad altre due importanti associazioni che si battono contro la pena di morte, per appoggiare l'associazione per i diritti civili ACLU che ha fatto propria la denuncia sostenendo che la legge dell'Arizona viola il primo e il 14esimo emendamento della Costituzione nordamericana e ostacola il lavoro volontario a favore dei detenuti. Stop Prisoner Rape è una delle organizzazioni più scomode perché tratta degli abusi sessuali che avvengono all'interno delle carceri americane su detenuti di ogni età e pubblica sul proprio sito numerose lettere provenienti dai reclusi. "L'abuso sui prigionieri è una violazione seria e diffusa dei diritti umani - ha spiegato il direttore esecutivo di Stop Prisoner Rape Lara Stemple - che viene condotta in segretezza. Le storie e l'informazione che pubblichiamo sul nostro sito web contribuiscono ad abbattere il muro che circonda queste violenze, consentendo alle vittime di sapere che non sono soli, e di dare al pubblico informazioni di rilievo sulle prigioni". "Per molti detenuti - ha concluso Stemple - noi siamo la sola fonte di informazione su come affrontare le violenze sessuali e noi ci appoggiamo ad internet". Nella sua nota, i legali della ACLU hanno già messo in chiaro che intendono dimostrare al tribunale che con questa legge si intende impedire a chi critica le carceri dello stato di parlare e di diffondere le proprie idee, oltre a rimuovere d'autorità servizi spesso importanti per i detenuti e gestiti da volontari.

DALL'ITALIA


Gr Flash di martedi 23 luglio - ore 17.00