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'''Firenze, occupato teatro nicolini'''

Circa 200 giovani della ''rete network'' hanno occupato oggi pomeriggio alle 15 lo storico Teatro Niccolini, nel centro storico di Firenze, chiuso per rastauri. ''Non c' e' nessun collegamento con il prossimo Social Forum - hanno spiegato i loro portavoce - e domenica lasceremo spontaneamente i locali, dopo avere anche fatto le pulizie''. La polizia sta controllando la situazione.
Il Teatro Niccolini si trova in Via Ricasoli, vicino al Duomo, ed e' chiuso da molti anni. Gli occupanti, tutti molto giovani, sono entrati forzando una porta laterale. Sulle pareti dell' edificio hanno affisso uno striscione bianco con scritto ''La resistenza continua''.
mentre il Governo italiano agita allarmismi.....il sindaco di Firenze dice:
 ''Il governo ci dica esattamente che cosa intende fare''. Lo ha detto oggi il sindaco di Firenze Leonardo Domenici a Venezia riferendosi al social forum previsto per la prima meta' di novembre e sottolineando: ''la mia preoccupazione e' che se questa vicenda continua ad essere cosi' esasperata puo' indurre anche persone un po' disorientate, non solo dal punto di vista politico, ma anche psicologico, ha compiere degli atti irresponsabili''. ''Perche' magari - ha aggiunto - passa l' idea che in quei giorni, a Firenze, puo' succedere di tutto. Non e' cosi'''. Il sindaco di Firenze ha poi ricordato: ''quando in marzo ed aprile ebbi degli incontri con gli organizzatori del social forum non e' che vennero da me dei black block, ovvero delle persone, come dicono i rapporti di polizia, travisate con dei passamontagna, ma vennero delle persone normalissime, che spiegarono di avere intenti assolutamente pacifici, di natura politico-culturale''. ''Era piuttosto problematico - ha concluso il sindaco di Firenze - dire lore che dovevano stare a casa loro, per non dire impossibile''.
Intanto Questo pomeriggio, poco dopo le 15, 200 giovani della rete ''net work'' hanno occupato lo storico Teatro Niccolini, nel centro storico di Firenze, chiuso da anni per restauri. ''Non c'e' nessun collegamento con il prossimo Social Forum -ha spiegato il loro portavoce- e domenica saranno lasciati spontaneamente i locali dopo aver fatto anche le pulizie''. Il Teatro Niccolini si trova dietro Piazza del Duomo. Gli occupanti, tutti molto giovani, sono entrati forzando una porta laterale e hanno affisso sull'edificio uno striscione bianco con scritto ''La resistenza continua''.

Proposta sommario:

Italia

Firenze, ancora tensione dal governo, che chiede di annullare la manifestazione

mentre il Governo italiano agita allarmismi.....il sindaco di Firenze dice:

  • Il governo ci dica esattamente che cosa intende fare. Lo ha detto oggi il sindaco di Firenze Leonardo Domenici a Venezia riferendosi al social forum previsto per la prima meta' di novembre e sottolineando: la mia preoccupazione e' che se questa vicenda continua ad essere cosi' esasperata puo' indurre anche persone un po' disorientate, non solo dal punto di vista politico, ma anche psicologico, ha compiere degli atti irresponsabili. Perche' magari - ha aggiunto - passa l' idea che in quei giorni, a Firenze, puo' succedere di tutto. Non e' cosi. Il sindaco di Firenze ha poi ricordato: quando in marzo ed aprile ebbi degli incontri con gli organizzatori del social forum non e' che vennero da me dei black block, ovvero delle persone, come dicono i rapporti di polizia, travisate con dei passamontagna, ma vennero delle persone normalissime, che spiegarono di avere intenti assolutamente pacifici, di natura politico-culturale. Era piuttosto problematico - ha concluso il sindaco di Firenze - dire lore che dovevano stare a casa loro, per non dire impossibile.

Intanto Questo pomeriggio, poco dopo le 15, 200 giovani della rete net work hanno occupato lo storico Teatro Niccolini, nel centro storico di Firenze, chiuso da anni per restauri. Non c'e' nessun collegamento con il prossimo Social Forum -ha spiegato il loro portavoce- e domenica saranno lasciati spontaneamente i locali dopo aver fatto anche le pulizie. Il Teatro Niccolini si trova dietro Piazza del Duomo. Gli occupanti, tutti molto giovani, sono entrati forzando una porta laterale e hanno affisso sull'edificio uno striscione bianco con scritto La resistenza continua.

Roma, azione contro elettrosmog

Si è svolta oggi a roma una azione del gruppo disobbedienti contro le antenne dei telefonini cellulari situate in poiuazza san giovanni bosco. Nel cvorso del gr delle 17, vi abbiamo dato conto della manifestazione mentre era ancora in corso. Ascoltiamo adesso una corrispondenza realizzata alla fine dell'azione (audio)

Forte prenestino, AN presenta denuncia per vietare la manifestazione

Bloccare la 'sagra della marijuana' in programma domenica a Roma, su iniziativa del centro sociale Forte Prenestino: lo chiede An con un'interrogazione al ministro Pisanu. "Se la droga miete tante vittime tra i giovani, la colpa e' anche della propaganda irresponsabile di chi, come certi centri sociali, veicola veri e propri inni delle sostanze stupefacenti, con il risultato di incentivarne l'uso tra i ragazzi" afferma il senatore Michele Bonatesta, membro della direzione nazionale di AN e coordinatore nazionale dei comitati contro la droga del partito, lanciando un appello agli organi preposti "affinche' blocchino" l'annunciata "sagra della marijuana organizzata per domenica dal centro sociale romano Forte Prenestino", sulla quale il parlamentare ha anche presentato un'interrogazione al ministro Pisanu. "Chiediamo al ministro dell'Interno, al sindaco e alla questura di Roma, ma anche alla magistratura, di intervenire per impedire che una manifestazione del genere possa avere luogo, vietandola perche' si sa preventivamente, essendone stati ampiamente pubblicizzati i contenuti, che nel corso di essa sara' commessa una serie di reati. Infatti - sottolinea l'esponente di AN - se il consumo personale di droghe e' stato purtroppo depenalizzato a seguito del referendum del '93, il consumo di gruppo, la cessione gratuita, lo spaccio, la coltivazione, la fabbricazione e la produzione di sostanze stupefacenti sono tuttora considerati, per fortuna, dei reati. Inoltre il codice penale vieta l'istigazione all'uso di sostanze stupefacenti e la pubblicita' indiretta delle stesse". Per Bonatesta, quindi, "la "notitia criminis" c'e' tutta, "per cui - conclude - sarebbe omissivo e complice assistere in silenzio, senza muovere un dito, ad un happening che violerebbe apertamente e sfacciatamente le vigenti leggi dello Stato". "Invece di preoccuparsi della festa della marijuana che si terra' a Roma sabato e domenica prossima, Alleanza Nazionale metta ordine nei ministeri del governo Berlusconi, in questi mesi all'attenzione delle cronache per questioni ben piu' rilevanti della festa della canapa indiana": e' il commento del Verde Paolo Cento alla richiesta, rivolta da AN al ministro Pisanu, di bloccare l'iniziativa a favore della legalizzazione delle droghe leggere, promossa da un centro sociale della capitale. Cento giudica "sbagliata" la richiesta di impedire l'iniziativa "perche' - spiega - sara' una occasione per riproporre all'attenzione dell'opinione pubblica e del Parlamento le proposte di legalizzazione della marijuana, anche come strumento per combattere il mercato clandestino delle droghe. In Parlamento - conclude - ci sono diverse proposte di legge, sottoscritte da parlamentari di tutte le forze politiche, che chiedono di superare il proibizionismo e di affrontare la questione delle droghe leggere in modo non ideologico

Esteri

Cecenia

I guerriglieri ceceni che da mercoledi' sera tengono prigioniere centinaia di persone nel teatro 'Dubrovka' di Mosca, hanno acconsentito a una richiesta affinche' fosse da loro permessa la consegna di cibo e acqua per gli ostaggi, costretti da due giorni a soppravvivere solo con le tavolette di cioccolata trovate nelle dispense della bouvette. Lo ha riferito Vladimir Vasilyev, vice ministro dell'Interno russo, precisando che a sollecitare i sequestratori in tal senso sono stati due dei mediatori: Anna Polytkovskaya, una giornalista che a suo tempo denuncio' con dovizia di particolari atrocita' e abusi perpetrati in Cecenia dalle truppe federali d'occupazione, e la cui presenza all'interno dell'edifico era stata pretesa dagli stessi ribelli; e il dottor Leonid Roshal, direttore del Centro Internazionale di Medicina per le Catastrofi nonche' di quello per i Disastri Pediatrici. Richiesta e accettazione sono coincise con la ripresa delle trattative, avvenuta intorno alle 18,45 ora locale, le 16,45 in Italia. Con un ultimatum, i ribelli hanno minacciato che domani mattina all'alba cominceranno a uccidere le prime persone. Lo ha detto un ostaggio, tra quelli liberati in mattinata, riferendo che la decisione e' stata presa dal commando in seguito alla mancanza di risposte da parte russa alla richiesta di ritirarsi dalla Cecenia.

La soluzione, per i membri del parlamento ceceno, puo' essere solo una: l'apertura di negoziati con il Presidente ceceno Aslan Maskhadov, l'unico legittimo rappresentante del popolo ceceno, che lo elesse liberamente nelle consultazioni del '95, seguite alla prima guerra cecena. Le richieste dei terroristi sono irricevibili, dicono i deputati, ma proprio per questo i ribelli poterebbero accettare di rilasciare gli ostaggi se venisse loro garantita l'apertura di veri negoziati di pace in Cecenia. Ma da parte di putin,m che pure dichiara oggi che la priorità è salvare gli ostaggi, il presidente ceceno viene considerato l'artefice e il mandante dell'attacco dellas notte scorsa. E a rimarcare la condsiderazione di Putin sulla cecenia, la vicenda del congresso che si dovrebbe svolgere a copenaghen lunedi. La tenuta di un Congresso mondiale sulla Cecenia programmato per lunedi a Copenaghen, avra' serie conseguenze sui rapporti bilaterali tra la Russia e la presidenza danese dell'Ue: l'ammonimento e' stato consegnato a un diplomatico danese convocato ieri a Mosca al ministero degli esteri dal viceministro Alexandr Losjukov, riferisce oggi la stampa danese. Il congresso di lunedi, al quale parteciperanno parlamentari ceceni e russi, il viceprimoministro ceceno Akhmed Sakajev, e personalita' cecene in esilio, e' stato organizzato dal comitato danese di sostegno per la Cecenia, e dal Centro danese di studi sull'olocausto. Il governo russo, che gia' nella primavera scorsa aveva convinto la Turchia a non ospitare una riunione dello stesso genere, ha definito la conferenza un incontro di terroristi, e ha ipotizzato anche la possibile cancellazione della visita del presidente Putin, atteso nella capitale danese l'11-13 novembre per un vertice Ue-Russia. Che la posizione di Putin sulla cecenia cominci a perdere colpi, lo si può notare anche dai commenti dei media russi. Per la prima volta oggi compaiono critiche alla politica del presidente Vladimir Putin che prima dell'attacco della guerriglia cecena a Mosca aveva nei sondaggi il 75 per cento dei consensi degli intervistati. Critiche aperte al Cremlino da parte di cittadini e intellettuali vengono formulate nei dibattiti televisivi che vengono trasmessi a tutte le ore, critiche piu' pacate compaiono sui giornali, anche quelli considerati putiniani come Izvestia.

Iraq Nessuna novità dalla riunione del consiglio di sicurezza dell'onu. L acontrapposizione tra stati uniti e russia e francia è sempre più marcata, e difficilemnte si potrà arrivare ad uniunica soluzione da presentare in sede di assemblea. Oggi, con una mossa a sorpresa, i francesi hanno presentato una loro bozza di risoluzione, il cui testo non è però stato reso noto nei particolari. Nel corso dei lavori di corridoio preparatori della seduta a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza, la delegazione francese ha contattato i dieci membri non permanenti del Consiglio stesso (quelli non dotati del diritto di veto, ma il cui voto fa comunque numero), per convincerli ad approvare emendamenti fondamentali della bozza proposta dagli USA, fra cui la constatazione della "violazione sostanziale" irachena delle precedenti risoluzioni dell'ONU. Ma da parte statunitense il segretario di stato Colin Powell ed il consigliere per la sicurezza nazionale Condoleezza Rice hanno gia' fatto sapere di non essere disponibili a negoziare sui punti contestati da russi e francesi, pur manifestando flessibilita' su altri punti. La delegazione russa, dal canto suo, ha prodotto una propria bozza di risoluzione, che ricalca da vicino una bozza francese diffusa diverse settimane fa, ma non la ha ancora proposta formalmente, anche se la ha fatta circolare. Anche i francesi hanno diffuso il testo con le modifiche da loro propugnate, e il governo di Parigi ha annunciato oggi stesso di avere preparato "idee costruttive" per il dibattito sulla bozza di risoluzione relativa alla crisi irachena, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il portavoce del ministero degli esteri francese Bernard Valero ha precisato che non si tratta di una nuova bozza di risoluzione vera e propria, concorrente con quella presentata dal governo statunitense: Parigi, ha sottolineato il portavoce, cerca "un compromesso inteso a far si' che il testo che sara' alla fine adottato possa raccogliere il consenso piu' ampio possibile". "Sono in gioco - ha insistito Valero - l'unita', l'efficacia e la legittimita'" del Consiglio di Sicurezza. Il portavoce non ha voluto rivelare la sostanza delle proposte di emendamento presentate dalla delegazione francese alla discussione al Consiglio di Sicurezza, ma a quanto si apprende da New York la versione francese della bozza di risoluzione smussa alcuni spigoli, come la denuncia statunitense di "violazioni sostanziali" irachene degli impegni che incombono a Baghdad in base alle risoluzioni precedenti. Qualche anticipazione e' stata fatta filtrare dalla delegazione francese che ha partecipato al vertice dell'Unione Europea a Bruxelles: "Non possiamo accettare - ha spiegato un funzionario della delegazione - un elemento che faccia scattare il ricorso automatico all'uso della forza". "Nel testo attuale della bozza di risoluzione - ha proseguito - ci sono alcune ambiguita', alcune parole chiave che possono portare al ricorso automatico alla forza: tanto la guerra come la pace possono essere innescate da ambiguita'"

Palestina

Quattro giorni dopo l'autobomba palestinese che a Karkur (Galilea) ha ridotto in uno scheletro di metallo annerito un autobus di linea e ucciso 14 israeliani, l'esercito dello Stato ebraico stamani all'alba e' entrato con ingenti forze nella citta' di Jenin (Cisgiordania) da dove sarebbero partiti i kamikaze della Jihad islamica responsabili della strage. L'operazione in corso, denominata 'Avanguardia', e' stata descritta dal portavoce militare come la piu' significativa dallo scorso aprile, quando Israele occupo' le citta' autonome sotto il controllo dell'Autorita' nazionale palestinese (Anp). I carri armati israeliani sono entrati nel centro della citta' da varie direzioni. La resistenza palestinese e' stata minima, anche se nella zona della casbah continuano sporadici gli scambi di raffiche di mitra, ha riferito all'Ansa Linda Tabar, una canadese studentessa dell'universita' americana di Jenin. La televisione locale 'Faraa' ha riferito questa sera che almeno 30 mezzi corazzati israeliani, tra cui una decina di carri armati Merkava, tengono sotto controllo gran parte della citta'. Una ruspa militare ha distrutto una piccola stazione di polizia dell'Anp nel quartiere di Marah. I tiratori scelti inoltre hanno preso posizione su una decina di edifici nel centro cittadino. Sono ancora imprecise le notizie sul numero delle vittime palestinesi. L'ospedale cittadino riferisce di cinque feriti: un ragazzo di 18 anni e quattro combattenti armati colpiti durante le prime fasi dell'operazione israeliana. Altre fonti parlano di sette feriti. E' stata smentita invece la morte di un miliziano palestinese riferita stamani da fonti locali. L'uomo, ferito gravemente all'addome, si trova ricoverato in ospedale. I reparti israeliani, ha detto questa mattina 'Galei Tzahal', la radio militare, hanno ricevuto l'ordine di sradicare le infrastrutture militari della Jihad islamica, di scoprire laboratori utilizzati per confezionare ordigni esplosivi e di catturare militanti di varie organizzazioni estremiste palestinesi. Il primo nome nell'elenco in mano ai soldati e' quello di Yiad Sawalhe, un comandante militare della Jihad islamica ritenuto responsabile dell'attentato di Karkur e di quello del giugno scorso a Megiddo, sempre in Galilea, dove rimasero uccisi 17 israeliani, in gran parte soldati. Stamane a Jenin i soldati israeliani hanno compiuto alcuni fermi. Altri otto arresti invece erano stati compiuti la scorsa notte in altre localita' della Cisgiordania. In questa giornata che ha visto, dopo molte settimane, decine di carri armati entrare di nuovo in azione, ha tuttavia avuto inizio anche il ritiro parziale dell'esercito israeliano dalla citta' di Hebron, nel quadro del piano di ridispiegamento delle forze armate dello Stato ebraico nella Cisgiordania meridionale. Secondo il ministro della difesa Benyamin Ben Eliezer sara' possibile ridurre l'occupazione militare anche a Betlemme e a Gerico. Ben diversa, ha aggiunto Ben Eliezer, e' la situazione nel Nord della Cisgiordania, e in particolare a Jenin che, a suo dire, si e' trasformata nella capitale del terrorismo.

Lussemburgo, azione di greenpeace

Nel Lussemburgo, 600 attivisti in azione fra cui 50 italiani. Sotto accusa la politica societaria su Kyoto Maxi-blitz di Greenpeace questa mattina all'alba: 600 attivisti dell'associaizone hanno bloccato tutte le stazioni di servizio della Esso nel Lussemburgo per protesta contro il sabotaggio da parte della multinazionale del petrolio del Protocollo di Kyoto. I volontari da 31 Paesi del mondo sono presenti nelle 28 stazioni di servizio del Granducato, inclusa la piu' grande stazione del mondo sita al confine con la Germania. Lo afferma una nota di Greenpeace. Vestiti da tigre o con la maschera di Bush, gli attivisti stanno bloccando l'accesso delle automobili alle pompe di benzina, distribuendo volantini agli automobilisti e appendendo in ogni stazione lo striscione Esso, killer numero 1 del clima. Sono presenti anche 50 attivisti italiani ed il direttore Domitilla Senni.

Svizzera, ancora contro lo sgombero del molino

Mentre cresce la solidarietà, anche internazionale, allo sgombero del centro sociale il molino, Il gruppo anti-WTO di Berna ha occupato oggi, in segno di protesta contro la chiusura forzata del centro autogestito «il Molino» di Canobbio-Lugano - i locali del partito socialista svizzero a Berna. Dalle finestre che si affacciano sulla strada, alcuni giovani - col volto coperti da maschere dei «Simpson» - hanno chiesto la riapertura del centro e la liberazione dei cittadini equadoriani che vivevano lì vicino. L'ordine di sgombero è stato dato dalla consigliera di Stato ticinese Patrizia Pesenti, sostiene il coordinamento. «Una simile candidata al Consiglio federale per il partito socialista la riceveremo a torte in faccia», indica un volantino. «Il Molino», sostengono gli occupanti nel volantino, è l'unico centro culturale non commerciale del Ticino che dà ai giovani la possibilità di incontrarsi per mettere in pratica le loro concezioni relative all'autogestione. Per il governo ticinese, tale centro costituiva una minaccia e per questa ragione si è decisa la sua chiusura forzata con un importante dispositivo di polizia. (audio)

Venezuela, altri ufficiali contro chavez

Altri 5 ufficiali si sono schierati oggi a fianco dei 14 che hanno chiesto le dimissioni del presidente chavez, e che da ieri occupano una delle piazze principali di Caracas. Sulla tesa situazione del paese sudamericano, ascoltiamo una breve scheda (audio)

apre danielina buon giorno

  • = gr ore 9.30 =

JENIN: INCURSIONE DELL’ESERCITO ISRAELIANO NELLA NOTTE, CITTÀ SOTTO OCCUPAZIONE MILITARE (BRIEF, GENERAL)

Dalla scorsa notte Jenin è sotto occupazione israeliana. Reparti delle truppe ebraiche hanno fatto incursione nella città della Cisgiordania considerata una della ‘roccaforti’ del terrorismo palestinese. Fonti locali riferiscono che una lunga colonna di mezzi blindati dell’esercito di Israele ha ‘invaso’ il centro abitato con l’ordine di “sradicare le infrastrutture della Jihad islamica”. La radio militare israeliana ha confermato che si tratterebbe di una delle più importanti operazioni compiute dopo quella dell’agosto scorso nella città cisgiordana di Nablus. La città, comunque, vive da mesi in uno stretto regime militare. All’inizio di aprile è stata teatro di una furiosa battaglia tra le truppe dell’esercito israeliano e i militanti palestinesi asserragliati nel campo profughi.

  • VENEZUELA, 25 OTT 2002 (0:27)

CHAVEZ DEFINISCE "UNO SHOW" OCCUPAZIONE PIAZZA ALTAMIRA DA PARTE DI GENERALI ‘RIBELLI’

"Uno Show". Così ieri il presidente del Venezuela Hugo Chavez ha definito l’occupazione della Piazza Francia de Altamira (municipio di Chacao, est di Caracas)da parte di 14 alti ufficiali delle forze armate che pretendono le dimissioni del capo di Stato venezuelano. "È bene che questo gruppetto di militari, che continua ad esortare la gente ad un'insurrezione, sappia che sta commettendo un crimine", ha sottolineato Chavez. Il presidente venezuelano non aveva finora commentato l'avvenimento, ma ieri parlando all'emittente televisiva di Stato non si è certo risparmiato. "Le richieste e le dichiarazioni fatte da questi militari rientrano in un nuovo tentativo di colpo di Stato. Spero solo che questi disperati riescano al più presto a recuperare la calma e assumersi le proprie responsabilità, dal momento che in questo Paese c'è un governo e una costituzione che riconosce i loro diritti", ha continuato Chavez. Ma il presidente si è scagliato anche contro le persone (a secondo delle fonti decine, centinaia o migliaia) che si sono recate in piazza Francia a Caracas per manifestare la loro solidarietà ai militari che hanno inscenato la protesta. "Il Paese lavora per cercare di uscire dalla crisi economica e sociale, la stessa cosa che dovrebbe fare l'opposizione", ha concluso Chavez. (MZ)

Mosca, 08:00 Teatro in ostaggio, rinviata liberazione sequestrati

La liberazione degli ostaggi, prevista per le 7 italiane (le 9 di Mosca) è stata rinviata all'ultimo momento, secondo fonti diplomatiche a Mosca. "Le trattative si sono interrotte. Lavoriamo per ottenere la liberazione degli ostaggi stranieri per le 11 (locali, le 9 italiane), ha detto il console generale degli Stati Uniti James Warlick. All'alba un funzionario dei servizi di sicurezza russi aveva annunciato: "Da un momento all'altro il commando dovrebbe rimettere in libertà tutti gli ostaggi stranieri". Il funzionario non ha voluto fornire ulteriori dettagli. Serghei Ignatchenko ha precisato che c'è un accordo per la liberazione dei cittadini stranieri, una settantina circa, che fanno parte del gruppo di ostaggi in mano al commando di ceceni. Il portavoce del 'Fsb' ha dichiarato che i componenti del commando che conducono la trattativa hanno chiesto la presenza nella zona degli ambasciatori a Mosca prima di liberare gli stranieri. Secondo le notizie finora raccolte ed i dati ufficiali, in mano al commando ci sono quattro americani, sette tedeschi, due olandesi, due australiani, 25 ucraini, tre turchi, un canadese, tre britannici, tre georgiani ed un moldavo. (Red)

Nel Lussemburgo, 600 attivisti in azione fra cui 50 italiani. Sotto accusa la politica societaria su Kyoto Maxi-blitz di Greenpeace questa mattina all'alba: 600 attivisti dell'associaizone hanno bloccato tutte le stazioni di servizio della Esso nel Lussemburgo per protesta contro il sabotaggio da parte della multinazionale del petrolio del Protocollo di Kyoto. I volontari da 31 Paesi del mondo sono presenti nelle 28 stazioni di servizio del Granducato, inclusa la piu' grande stazione del mondo sita al confine con la Germania. Lo afferma una nota di Greenpeace. Vestiti da tigre o con la maschera di Bush, gli attivisti stanno bloccando l'accesso delle automobili alle pompe di benzina, distribuendo volantini agli automobilisti e appendendo in ogni stazione lo striscione Esso, killer numero 1 del clima. Sono presenti anche 50 attivisti italiani ed il direttore Domitilla Senni.

Il movimento di occupazione che è nato fa parlare giorno dopo gio rno sempre più di sé, generando interesse e domande crescenti da parte degli studenti direttamente coinvolti e di quelli che ne erano rimasti finora più o meno esterni. Al terzo giorno di occupazione motivi e obiettivi della mobilitazione qui a filosofia si chiarificano e vanno concretizzandosi nel lavoro delle commissioni che entrano in piena attività. Queste ultime stanno infatti analizzando nel dettaglio la Riforma e la privatizzazione dell´ADISU con lo scopo di creare risposte alternative alla realtà vigente. La commissione creativa produce materiale proseguendo il lavoro di informazione sia nella facoltà occupata che nel resto dell´Ateneo e arrivano alla commissione stampa mails di solidarietà e proposte di collaborazione e interazione da parte di altre realtà studentesche. Il movimento si era proposto come uno dei principali obiettivi quello di allargare il consenso intorno a sé, per questo m otivo, di particolare interesse, sarà la giornata di domani 25 OTTOBRE che prevede per le 10.30 nell´AULA XI occupata, un´assemblea di confronto aperto con i docenti, che si sono già riuniti tra loro nei giorni scorsi. Il secondo appuntamento, sempre per domani, è per le 15.30 nell´AULA XI occupata dove si terrà un´assemblea interfacoltà sui temi riguardanti l´ADISU. Con queste prime attività stiamo dando inizio a un progetto a più largo respiro che prevede già dai prossimi giorni laboratori di didattica alternativa.

Filosofia occupata

GR ORE 13.00

Esteri

Mosca

Le commando tchétchène qui retient 700 otages à Moscou a libéré vendredi huit enfants mais n'a pas procédé à la libération attendue des étrangers alors que les rebelles ont été montrés pour la première fois à la télévision.Le commando, qui a tué une femme jeudi, avait déjà relâché sept otages dans la nuit de jeudi à vendredi. Il s'était engagé à libérer les étrangers, selon les services de sécurité (FSB), mais n'a pas donné suite. "Nous avons rempli toutes leurs exigences en invitant les diplomates et les caméras de NTV", a affirmé le porte-parole du FSB, Sergueï Ignatchenko.Quelque 700 otages sont détenus depuis mercredi soir dans un théâtre de Moscou par le commando qui exige la fin de la guerre en Tchétchénie. La situation sanitaire a commencé à se dégrader. Les rebelles interdisent aux otages d'aller aux toilettes et la fosse d'orchestre a été réservée à cet effet, a indiqué Gueorgui Vassiliev, directeur de la comédie musicale Nord-Ost, la pièce qui se jouait au moment de la prise d'otages. Selon un ex-otage, Maria Chkolnikova, plusieurs femmes otages sont enceintes.Les otages ont adressé jeudi un appel au président Vladimir Poutine pour lui demander "d'arrêter la guerre en Tchétchénie" et une cinquantaine de leurs proches ont manifesté contre la guerre vendredi.Les premières images du commando d'une cinquantaine de personnes ont été diffusées dans la nuit. Trois hommes armés de fusils d'assaut kalachnikov et en tenue de camouflage, l'air calme et déterminé, et deux femmes entièrement vêtues de noir, en tchador, armées de pistolets Makarov et la taille entourée d'une ceinture d'explosifs, ont été filmés par la chaîne de télévision NTV.La présidence indépendantiste tchétchène a affirmé que le commando n'appartenait pas à "l'armée tchétchène", selon le représentant spécial de la Tchétchénie en Europe, Aslambek Kadiev, qui a ajouté que le président Aslan Maskhadov était "contre tout acte visant des civils".Cette prise d'otages, qui porte la guerre au coeur de la capitale russe, est une humiliation sans précédent pour Vladimir Poutine qui avait promis d'en finir avec "les terroristes" au début de l'intervention de l'armée russe dans la république indépendantiste il y a trois ans.La presse russe a dénoncé vendredi la fragilité du "prétendu pouvoir fort" du président Poutine, critiquant également sa politique vis à vis de la république indépendantiste de Tchétchénie. L'opération est aussi un échec cinglant pour les services de sécurité russes.Une jeune femme a été tuée, dans la nuit de mercredi à jeudi, dans des circonstances non éclaircies. Le FSB a affirmé qu'il s'agissait d'un otage qui avait tenté de s'enfuir. Des membres du commando ont déclaré que la victime avait essayé de pénétrer dans le théâtre, malgré leurs avertissements, ce qui les a conduits à la considérer comme un agent des forces russes et à tirer. L'indentité de la jeune femme n'est pas connue. Depuis mercredi soir, les rebelles ont libéré près d'une cinquantaine d'otages. Deux jeunes filles ont aussi réussi à s'enfuir en sautant d'une fenêtre, le commando a ouvert le feu et l'une d'elles a été blessée.

Palestina

Dalla scorsa notte Jenin è sotto occupazione israeliana. Reparti delle truppe ebraiche hanno fatto incursione nella città della Cisgiordania considerata una della ‘roccaforti’ del terrorismo palestinese. Fonti locali riferiscono che una lunga colonna di mezzi blindati dell’esercito di Israele ha ‘invaso’ il centro abitato con l’ordine di “sradicare le infrastrutture della Jihad islamica”. La radio militare israeliana ha confermato che si tratterebbe di una delle più importanti operazioni compiute dopo quella dell’agosto scorso nella città cisgiordana di Nablus. La città, comunque, vive da mesi in uno stretto regime militare. All’inizio di aprile è stata teatro di una furiosa battaglia tra le truppe dell’esercito israeliano e i militanti palestinesi asserragliati nel campo profughi.

Iraq

La France a distribué jeudi aux autres membres du Conseil de sécurité de l'ONU une version largement remaniée du projet américain de résolution sur le désarmement irakien, alors que le président George W. Bush renouvelait sa menace d'agir en cas de blocage.Selon des sources diplomatiques, le texte français n'a pas été présenté comme une alternative au texte américain, mais il s'agit cependant d'une version très remaniée, avec des paragraphes inversés pour leur donner une importance particulière, et un paragraphe carrément supprimé.Les 15 membres du Conseil de sécurité doivent se retrouver vendredi pour une deuxième session de consultations informelles sur le projet de résolution. Dans le même temps, le président américain a une nouvelle fois marqué son impatience et menacé d'agir militairement en dehors du cadre de l'ONU en cas de blocage persistant."Si les Nations Unies n'agissent pas, si elles font preuve de mollesse dans leurs responsabilités, et si Saddam Hussein ne désarme pas, les Etats-Unis conduiront une coalition au nom de la paix pour (le) désarmer", a affirmé le président américain. Paris aurait notamment proposé qu'il ne soit plus déclaré que l'Irak "viole matériellement" la résolution 687, qui fixe ses obligations aux termes du cessez-le-feu qui a mis fin à la guerre du Golfe de 1991.Pour sa part, la Russie a maintenu la ligne dure qu'elle observe face à ce projet depuis sa présentation lundi aux cinq membres permanents du Conseil de sécurité. Ce projet "a subi quelques modifications, mais selon toute évidence ne répond pas aux critères sur lesquels s'oriente la Russie", a déclaré un vice-ministre russe des Affaires étrangères, Iouri Fedotov, en jugeant que le texte "comprend des dispositions notoirement irréalisables". Le chef de la diplomatie française Dominique de Villepin a de son côté affirmé que Paris avait encore besoin "d'éclaircissements" avant de pouvoir accepter une résolution sur l'Irak.Le chef de la diplomatie irakienne Naji Sabri a estimé qu'une nouvelle résolution de l'ONU sur le désarmement de son pays n'était "pas nécessaire", dans un message adressé au secrétaire général de l'ONU Kofi Annan.Le projet américain de résolution impose des conditions draconiennes et un calendrier très strict aux inspections en désarmement. Selon des diplomates à New York, seule la Grande-Bretagne a soutenu clairement le texte américain mercredi pendant les consultations préliminaires des 15 membres du Conseil de sécurité.Des discussions du Conseil sont prévues lundi ou mardi, avec les deux principaux responsables du désarmement irakien, le chef des inspecteurs en désarmement de l'ONU, Hans Blix et le directeur de l'Agence internationale de l'énergie atomique (AIEA), Mohamed El-Baradei, a indiqué l'AIEA à Vienne.

Colombia

Due attentati in meno di 48 ore in pieno centro di Bogotá hanno provocato panico e sconcerto tra la popolazione della capitale colombiana. Dopo l’autobomba esplosa martedì a pochi metri dalla sede dei servizi segreti della polizia, ieri una granata lanciata contro un camion delle forze dell’ordine nel quartiere di San Victorino ha ucciso un giovane agente e ferito gravemente altre 21 persone, tra cui 13 civili. Un uomo, arrestato poco dopo lo scoppio, ha confessato di essere stato costretto da uno sconosciuto a tirare l’ordigno contro il veicolo, adibito alla vigilanza degli ambulanti. A detta del comandante della polizia metropolitana, generale Jorge Daniel Castro, i due episodi di violenza non avrebbero connessioni. Sta di fatto che quanto accaduto negli ultimi giorni alla ‘Comuna 13’ di Medellín – teatro di furiosi combattimenti tra esercito e milizie urbane della guerriglia – così come gli attentati dello scorso 7 agosto e quelli delle ultime ore, secondo la stampa locale mostrano come il conflitto si stia progressivamente spostando nelle città. Concorda l’analista Leon Valencia, ex militante dell’Eln (Esercito di liberazione nazionale), il quale rileva comunque come l’offensiva della guerriglia nella capitale, a differenza degli scontri di Medellín – sia “più lenta, più graduale ma anche spettacolare. Ad ogni modo – sostiene - dobbiamo prepararci a cose ben peggiori”. Per il senatore Antonio Navarro, ex militante dello M-19 (Movimento guerrigliero 19 aprile), “non ci sono reti urbane ma gruppi armati che scendono dalle montagne, fanno un attentato e se ne ritornano da dove sono venuti. È estremamente difficile che i servizi segreti riescano a fermare questo tipo di azioni. Se non c’è una collaborazione attiva dei cittadini, sarà impossibile fermare i violenti”.

Spagna

El Martes 15 de Octubre cuatro personas fueron detenidas tras el asalto a una inmobiliaria unos dias despues del desalojo del Centro Social Ocupado Malas pulgas, en Valencia. Estas personas están acusadas de asociación ilícita de carácter terrorista, desórdenes públicos, daños y lesiones. Las pruebas sobre las que se sostienen estas acusaciones, especialmente las más graves, son, no sólo circunstanciales (una pancarta, panfletos, etc) sino además, completamente desproporcionadas. Sin embargo, los cuatro jóvenes ya han ingresado en prisión, y de todos es sabido los riesgos que ello comporta. La represión al movimiento de movimientos y a sus formas de activismo locales, tiene muchas y muy diversas caras. La geografía política de cada territorio es determinante para establecer como se expresa en esta la geografía de la represión. Encontramos en las formas de actuar del delegado para la seguridad de Valencia todos los elementos que hacen "coherente" mediáticamente este tipo de actuaciones. Se parte del entorno de la ocupación y se relaciona directamente con las dinámicas de confrontación más duras de la zona, es decir, fascismo/antifascismo. Una vez hay generado un clima de confrontación suficiente, cualquiera puede cometer el error que le lleve a ser la víctima del proceso de represión. Las razones oficiales por las que los jóvenes son detenidos siempre son mucho menores que las acusaciones posteriores, y es que una vez en la cárcel, la defensa es prácticamente imposible. Los medios de comunicación se hacen eco de un fragmento de la historia, el oficial, el espectacular, la detención, y sacan la noticia directamente del informe policial y de nuevo se fortalece el clima de consenso y las relaciones causales entre ocupación, violencia y de ahí al terrorismo. E oggi a valenci asi terrà una manifestazione a sostegno dele libertà e contro la repressione.

lussemburgo

  • E’ scattato questa mattina all’alba il blocco di tutte le stazioni di servizio della Esso nel Lussemburgo da parte di Greenpeace, che protesta contro il sabotaggio da parte della multinazionale del petrolio del Protocollo di Kyoto.

Oltre 600 volontari da 31 Paesi del mondo sono presenti nelle 28 stazioni di servizio del Granducato, inclusa la più grande stazione del mondo sita al confine con la Germania. Vestiti da tigre o con la maschera di Bush, gli attivisti stanno bloccando l’accesso delle automobili alle pompe di benzina, distribuendo volantini agli automobilisti e appendendo in ogni stazione lo striscione “Esso, killer numero 1 del clima”. Sono presenti anche 50 attivisti italiani ed il direttore Domitilla Senni. “La protesta avviene mentre 185 Paesi sono riuniti In India per fare il punto sul clima, su chi ha ratificato e chi ancora no- spiega Senni la defezione degli Stati Uniti, risultato della pressione esercitata dalla Esso negli ultimi 10 anni, mette in pericolo l’applicazione del Protocollo di Kyoto” Esso, conosciuta anche come Exxon e Mobil nel mondo, nega il cambiamento climatico, nonostante gli scienziati di tutto il mondo siano ormai concordi sull’effetto devastante dei gas serra e i fenomeni climatici estremi, la ritirata dei ghiacciai e la distruzione delle barriere coralline siano sotto gli occhi di tutti. “La Esso vuole mantenere lo statu quo e non passare alle fonti rinnovabili- continua Senni - noi siamo qui per mostrare la rabbia dell’opinione pubblica di fronte a questa miopia che porta il pianeta al collasso. Il Lussemburgo è conosciuto come la stazione di servizio dell’Unione Europea, perché qui vengono automobilisti da tutta Europa per comprare la benzina che costa circa il 20% in meno dei paesi vicini”

In Italia la Esso, fondata a Venezia nel 1891, è la seconda società di distribuzione carburanti: con oltre 3.000 punti vendita rifornisce il mercato con 6,6 miliardi di litri l’anno.

ITALIA

Carceri

  • Si continua a discutere di carcere, e lo fa ancora, in maniera pesante, il Ministro Roberto castelli. Intervenendo oggi alla festa della polizia penitenziaria, Castelli ha parlato nuovamente del problerma del sovraffolamento delle carceri, così come già aveva fatto nei giorni precedenti. La posizione di castelli non è cambiata, anzi rincara sempre più la dose. Aveva iniziato nei mesi scorsi, sostenendo che nelle carceri italiane si stava fin troppo bene, aveva poi continuato dicendo che era la sinistra a fomentare le rivolte, e negli ultimi giorni aveva insistito affinchè non si discutesse di indulto.

Oggi, ha nuovamente sottolineato come aprire le porte del carcere significhi una resa da parte dello stato, invitando ad un'alternativa da parte dello stato. Alle dichiarazioni di caselli ha risposto casini, nella sua figura di presidente della camera, sostenendo che nessuno, nel governo, ha il diritto di sindacare sulle scelte dei gruppi parlamentari. L'ultima dichiarazione di Castelli, inoltre, riguarda proprio la polizia penitenziaria, di cui ha difeso anche le scelte fatte a genova. Ha sostenuto che c'è stato un tentativo di criminalizzazione, per fortuna non riuscito, da parte della stampa. e dichairazioni di castelli si riferiscono a quanto avvenuto non solo nella caserma di bolzaneto, ma anche nell carceri che hanno ospitato i manifestanti di genova.

<Sta a noi scegliere la strada: se invitare il Parlamento ad aprire le porte dei penitenziari perche' lo Stato non e' in grado di reggere la situazione oppure non arrendersi>. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, nel corso del suo intervento alla festa della Polizia Penitenziaria, affrontando il problema del sovraffollamento nelle carceri. <Molti dei nostri penitenziari sono obsoleti - ha continuato il ministro -, inadeguati, quasi sempre sovraffollati. E proprio per questi motivi sono state, nelle scorse settimane, le proteste dei detenuti, mai degenerate in violenza, come e' invece avvenuto in anni passati. E questo significa che il clima e' migliorato. Siamo quindi di fronte ad una scelta molto difficile sul sovraffollamento>. <Qualunque sara' la decisione del Parlamento - ha aggiunto Castelli - sono convinto che gli agenti del Corpo della Polizia Penitenziaria sapranno svolgere il proprio compito rispettando i valori fondamentali della Costituzione>. Il ministro ha poi fatto un riferimento allo scorso anno e ai fatti di Genova: <C'e' stato un tentativo di una parte dell' opinione pubblica di criminalizzare il Corpo dopo Genova, ma e' fallito. Tranne qualche caso isolato che la magistratura accertera', gli agenti si sono comportati in maniera altamente professionale>

<E' fallito il tentativo di criminalizzare il corpo della Polizia Penitenziaria dopo i fatti di Genova>. A dichiararlo -nel corso del suo intervento alla festa della Polizia Penitenziaria a Roma- e' il ministro della Giustizia Roberto Castelli, per il quale <singoli casi non possono ledere l'onore del Corpo>

Indulto come resa dello Stato davanti al sovraffollamento delle carceri? Il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini -al termine della festa della Polizia penitenziaria a Roma- non commenta direttamente quanto affermato poco prima dal Guardasigilli Roberto Castelli, ma risponde:<il ministro e' stato molto corretto e rispettoso delle prerogative del Parlamento e di questo lo ringrazio. Anch'io non voglio aggiungere altro. Ricordo -aggiunge Casini- che la conferenza dei capigruppo di ieri ha calendarizzato la modifica al'articolo 79 della Costituzione che riguarda il quorum per la concessione dell'amnistia o dell'indulto. E' stata una proposta avanzata dal deputato Boato che discuteremo. Cedo che da parte mia, sia giusto non voler interferire sulle libere scelte che faranno i gruppi parlamentari>. Ma sul sovraffollamento delle carceri, c'e' l'urgenza? <C'e' il problema>, risponde Casini.

GR ORE 17.00

Esteri

Mosca E' stato concesso il permesso per l'invio di cibo e bevande all'inetrno del teatro dove ribelli ceceni tengono ormai da due giorni in ostaggio circa settecento persone. Hanno minacciato che domani mattina all'alba cominceranno a uccidere le prime persone. Lo ha detto un ostaggio, riferendo che la decisione e' stata presa dal commando in seguito alla mancanza di risposte da parte russa alla richiesta di ritirarsi dalla Cecenia.

La soluzione, per i membri del parlamento ceceno, puo' essere solo una: l'apertura di negoziati con il Presidente ceceno Aslan Maskhadov, l'unico legittimo rappresentante del popolo ceceno, che lo elesse liberamente nelle consultazioni del '95, seguite alla prima guerra cecena. Le richieste dei terroristi sono irricevibili, ma proprio per questo penso che accetterebbero di rilasciare gli ostaggi se venisse loro garantita l'apertura di veri negoziati di pace in Cecenia. Se cosi' non fosse avrebbero gia' fatto saltare tutto. Il problema pero', dice il deputato, e' che nessun tentativo in questo senso viene per ora fatto. Anzi, vengono diffuse voci sui legami dei terroristi con il Presidente Maskhadov, anche se questo ha ufficialmente smentito la cosa, condannando il sequestro. Ora, se il Cremlino volesse negoziare - spiega Kovaljov - non diffonderebbe voci del genere, che anzi servono semmai allo scopo contrario: come si fa a negoziare con qualcuno che e' d'accordo con i terroristi?.

La tenuta di un Congresso mondiale sulla Cecenia programmato per lunedi a Copenaghen, avra' serie conseguenze sui rapporti bilaterali tra la Russia e la presidenza danese dell'Ue: l'ammonimento e' stato consegnato a un diplomatico danese convocato ieri a Mosca al ministero degli esteri dal viceministro Alexandr Losjukov, riferisce oggi la stampa danese. Il congresso di lunedi, al quale parteciperanno parlamentari ceceni e russi, il viceprimoministro ceceno Akhmed Sakajev, e personalita' cecene in esilio, e' stato organizzato dal comitato danese di sostegno per la Cecenia, e dal Centro danese di studi sull'olocausto. Il governo russo, che gia' nella primavera scorsa aveva convinto la Turchia a non ospitare una riunione dello stesso genere, ha definito la conferenza un incontro di terroristi, e ha ipotizzato anche la possibile cancellazione della visita del presidente Putin, atteso nella capitale danese l'11-13 novembre per un vertice Ue-Russia. Il ministro degli Esteri danese Per Stig Moller, che quando era all'opposizione si era detto favorevole a portare la Russia davanti al tribunale di Strasburgo per i diritti umani, per la questione cecena, ha risposto di non avere alcuna autorita' per impedire che la riunione si svolga a Copenaghen. Per quanto riguarda la presa di ostaggi nel teatro di Mosca, Sakajev, giunto ieri nella capitale danese, ha condannato ogni azione terroristica, ma ha detto che se qualcuno deve ritenersi responsabile, sono le autorita' russe. Gli autori dell'azione in corso a Mosca, ha aggiunto, sono 20-30 persone confuse, che hanno perso famiglia e beni. Si tratta di un'azione disperata dovuta all'occupazione russa. Dietro la conferenza programmata a Copenaghen, secondo il governo di Mosca, si nascondono forze estremiste che cercano di distruggere il processo politico in corso, per ottenere il distacco della Cecenia dalla Russia. Al diplomatico danese convocato al ministero degli esteri e' stato detto che l'azione del teatro di Mosca e' in linea con gli attentati dell'11 settembre negli Usa e con quello recente di Bali: tenuto conto di questo, quando si offre il territorio danese per realizzare azioni e incontri per i ribelli ceceni, si crea il dubbio sul totale rispetto, da parte della Danimarca, della risoluzione del consiglio di sicurezza 1373, che vieta ai paesi di sostenere il terrorismo in qualsiasi forma. La Danimarca non e' l'unico paese della Ue nel mirino di Mosca: il viceministro degli esteri russo Losiukov ha duramente polemizzato, ieri, con il governo Olandese per la pubblicazione nei Paesi Bassi del giornale ceceno 'Chechen press'. Secondo il viceministro, questo rappresenterebbe un sostegno diretto delle autorita' olandesi sia alla presa d'ostaggi nel teatro Dubrovka sia al terrorismo internazionale in genere.(ANSA).

Per la prima volta oggi compaiono critiche alla politica del presidente Vladimir Putin che prima dell'attacco della guerriglia cecena a Mosca aveva nei sondaggi il 75 per cento dei consensi degli intervistati. Critiche aperte al Cremlino da parte di cittadini e intellettuali vengono formulate nei dibattiti televisivi che vengono trasmessi a tutte le ore, critiche piu' pacate compaiono sui giornali, anche quelli considerati putiniani come Izvestia. La maggioranza della popolazione sembra comunque sostenere il leader, di nuovo c'e' la crescita del dissenso. Il sequestro di ostaggi a Mosca e' una durissima prova per Putin, scrive il quotidiano 'Moskovski Komsomoliets' secondo cui spetta proprio a Putin decidere come risolvere il problema: autorizzare l'assalto o accettare le richieste avanzate dai terroristi. Il giornale osserva poi che in ogni caso Putin e' destinato a perdere : sia in caso di assalto, con la morte inevitabile di molti ostaggi, sia se accettera' le rivendicazioni dei terroristi. I terroristi hanno preso in ostaggio non solo centinaia di persone, ma anche la carriera politica di Putin, conclude il quotidiano. Sono state finora le autorita' russe a sfruttare il fattore ceceno per risolvere problemi politici interni, ma adesso il fattore ceceno crea i problemi, scrive 'Nezavisimaia Gazeta' sottolineando che il sequestro di centinaia di persone ha inflitto il colpo piu' duro alla reputazione del Cremlino. Putin deve decidere cosa fare con la Cecenia la quale non vuole far parte della Russia, scrive il quotidiano 'Ivestia'. Putin deve poi decidere anche cosa fare con l'esercito, il quale non puo' costringere la Cecenia a fare parte della Russia, deve infine decidere cosa fare con i servizi segreti incapaci di prevenire atti terroristici di questo genere, osserva il giornale. Il presidente deve fare una scelta: diventare come De Gaulle che riconobbe l'indipendenza algerina per salvare la Francia oppure diventare come Stalin che decise la deportazione di interi popoli, incluso quello ceceno, concludono le Izvestia. Il quotidiano Kommersant manifesta stupore per il fatto che Putin non si sia rivolto al popolo con un suo messaggio dopo l'assalto al teatro. Questo - per il giornale - testimonia il disorientamento del presidente.

Iraq

Con una mossa a sorpresa Russia e Francia hanno presentato oggi all'Onu una bozza di risoluzione sull'Iraq in concorrenza con quella americana. La bozza rimuove il linguaggio che secondo alcuni critici della proposta Usa potrebbe autorizzare l'uso della forza contro Baghdad.

Palestina

Due quindicenni palestinesi sono rimasti gravemente feriti oggi a Jenin, nel nord della Cisgiordania, durante l'incursione di mezzi blindati israeliani, penetrati all'interno della città. Reparti delle truppe ebraiche hanno fatto incursione nella città della Cisgiordania considerata una della ‘roccaforti’ del terrorismo palestinese. Fonti locali riferiscono che una lunga colonna di mezzi blindati dell’esercito di Israele ha ‘invaso’ il centro abitato con l’ordine di “sradicare le infrastrutture della Jihad islamica”. La radio militare israeliana ha confermato che si tratterebbe di una delle più importanti operazioni compiute dopo quella dell’agosto scorso nella città cisgiordana di Nablus. La città, comunque, vive da mesi in uno stretto regime militare. All’inizio di aprile è stata teatro di una furiosa battaglia tra le truppe dell’esercito israeliano e i militanti palestinesi asserragliati nel campo profughi. Intanto la radio militare israeliana ha anticipato che l'operazione lanciata stamane a Jenin sara' prolungata. La emittente ha aggiunto che ci sono stati ripetuti scontri a fuoco fra i militari israeliani e palestinesi armati. I soldati hanno avuto ordine di scoprire laboratori utilizzati per la confezione di ordigni e di catturare militanti di varie organizzazioni radicali. Il nome piu' noto dei ricercati e' quello di Yiad Sawalhe, un comandante militare della Jihad islamica ritenuto responsabile dell'attentato di Karkur (avvenuto martedi') e di quello del giugno scorso a Megiddo (Galilea) dove rimasero uccisi 17 israeliani. Stamane a Jenin i soldati israeliani hanno gia' compiuto i primi fermi. Altri otto arresti sono stati effettuati la scorsa notte in altre localita' della Cisgiordania. Un importante dirigente palestinese ha definito 'una perdita di tempo' i colloqui che il ministro degli esteri israeliano ha avuto ieri con il capo- negoziatore palestinese Saeb Erekat aggiungendo che e' del tutto inutile organizzare in futuro simili incontri. Ne da' notizia l'agenzia online del quotidiano di sinistra israeliano Haaretz. Il funzionario, che ha parlato sotto garanzia di anonimato, ha poi detto che non c'e' stato neanche un centimetro di progresso nei colloqui del cui fallimento ha attribuito la responsabilita' al premier israeliano Ariel Sharon. Senza un ritiro da Hebron e da altre zone palestinesi, non ci puo' essere dialogo ha aggiunto. In agenda nei colloqui tra Erekat e Peres c'erano questioni di sicurezza comune e l'analisi dei metodi da adottare per agevolare l'ingresso in Israele dei lavoratori palestinesi. Le forze israeliane hanno iniziato nel primo pomeriggio un ritiro graduale dal settore autonomo di Hebon, Cisgiordania, secondo quanto riferisce il sito internet del quotidiano Yediot Ahronot, Ynet. Il giornale ha appreso che nelle prossime ore cesseranno i pattugliamenti nel settore palestinese della citta' (H1), che comprende quasi l'80 per cento dell'intero tessuto urbano. Nei giorni scorsi responsabili militari israeliani hanno precisato che comunque Israele prevede di restare appostato in due rioni palestinesi (Abu Sneine, A-Sheikh) che dominano il sottostante rione ebraico, dove abitano 450 coloni. Il ridispiegamento militare israeliano e' stato spiegato nei giorni scorsi dal ministro della difesa Benyamin Ben Eliezer con la constatata riduzione delle attivita' della intifada palestinese in citta'

ITALIA

firenze

- Circa 200 giovani della rete network hanno occupato oggi pomeriggio alle 15 lo storico Teatro Niccolini, nel centro storico di Firenze, chiuso per rastauri. Non c' e' nessun collegamento con il prossimo Social Forum - hanno spiegato i loro portavoce - e domenica lasceremo spontaneamente i locali, dopo avere anche fatto le pulizie. La polizia sta controllando la situazione. Il Teatro Niccolini si trova in Via Ricasoli, vicino al Duomo, ed e' chiuso da molti anni. Gli occupanti, tutti molto giovani, sono entrati forzando una porta laterale. Sulle pareti dell' edificio hanno affisso uno striscione bianco con scritto La resistenza continua.

gror251002 (last edited 2008-06-26 09:53:39 by anonymous)