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apre danielina buon giorno

JENIN: INCURSIONE DELL’ESERCITO ISRAELIANO NELLA NOTTE, CITTÀ SOTTO OCCUPAZIONE MILITARE (BRIEF, GENERAL)

Dalla scorsa notte Jenin è sotto occupazione israeliana. Reparti delle truppe ebraiche hanno fatto incursione nella città della Cisgiordania considerata una della ‘roccaforti’ del terrorismo palestinese. Fonti locali riferiscono che una lunga colonna di mezzi blindati dell’esercito di Israele ha ‘invaso’ il centro abitato con l’ordine di “sradicare le infrastrutture della Jihad islamica”. La radio militare israeliana ha confermato che si tratterebbe di una delle più importanti operazioni compiute dopo quella dell’agosto scorso nella città cisgiordana di Nablus. La città, comunque, vive da mesi in uno stretto regime militare. All’inizio di aprile è stata teatro di una furiosa battaglia tra le truppe dell’esercito israeliano e i militanti palestinesi asserragliati nel campo profughi.

CHAVEZ DEFINISCE "UNO SHOW" OCCUPAZIONE PIAZZA ALTAMIRA DA PARTE DI GENERALI ‘RIBELLI’

"Uno Show". Così ieri il presidente del Venezuela Hugo Chavez ha definito l’occupazione della Piazza Francia de Altamira (municipio di Chacao, est di Caracas)da parte di 14 alti ufficiali delle forze armate che pretendono le dimissioni del capo di Stato venezuelano. "È bene che questo gruppetto di militari, che continua ad esortare la gente ad un'insurrezione, sappia che sta commettendo un crimine", ha sottolineato Chavez. Il presidente venezuelano non aveva finora commentato l'avvenimento, ma ieri parlando all'emittente televisiva di Stato non si è certo risparmiato. "Le richieste e le dichiarazioni fatte da questi militari rientrano in un nuovo tentativo di colpo di Stato. Spero solo che questi disperati riescano al più presto a recuperare la calma e assumersi le proprie responsabilità, dal momento che in questo Paese c'è un governo e una costituzione che riconosce i loro diritti", ha continuato Chavez. Ma il presidente si è scagliato anche contro le persone (a secondo delle fonti decine, centinaia o migliaia) che si sono recate in piazza Francia a Caracas per manifestare la loro solidarietà ai militari che hanno inscenato la protesta. "Il Paese lavora per cercare di uscire dalla crisi economica e sociale, la stessa cosa che dovrebbe fare l'opposizione", ha concluso Chavez. (MZ)

Mosca, 08:00 Teatro in ostaggio, rinviata liberazione sequestrati

La liberazione degli ostaggi, prevista per le 7 italiane (le 9 di Mosca) è stata rinviata all'ultimo momento, secondo fonti diplomatiche a Mosca. "Le trattative si sono interrotte. Lavoriamo per ottenere la liberazione degli ostaggi stranieri per le 11 (locali, le 9 italiane), ha detto il console generale degli Stati Uniti James Warlick. All'alba un funzionario dei servizi di sicurezza russi aveva annunciato: "Da un momento all'altro il commando dovrebbe rimettere in libertà tutti gli ostaggi stranieri". Il funzionario non ha voluto fornire ulteriori dettagli. Serghei Ignatchenko ha precisato che c'è un accordo per la liberazione dei cittadini stranieri, una settantina circa, che fanno parte del gruppo di ostaggi in mano al commando di ceceni. Il portavoce del 'Fsb' ha dichiarato che i componenti del commando che conducono la trattativa hanno chiesto la presenza nella zona degli ambasciatori a Mosca prima di liberare gli stranieri. Secondo le notizie finora raccolte ed i dati ufficiali, in mano al commando ci sono quattro americani, sette tedeschi, due olandesi, due australiani, 25 ucraini, tre turchi, un canadese, tre britannici, tre georgiani ed un moldavo. (Red)

Nel Lussemburgo, 600 attivisti in azione fra cui 50 italiani. Sotto accusa la politica societaria su Kyoto Maxi-blitz di Greenpeace questa mattina all'alba: 600 attivisti dell'associaizone hanno bloccato tutte le stazioni di servizio della Esso nel Lussemburgo per protesta contro il sabotaggio da parte della multinazionale del petrolio del Protocollo di Kyoto. I volontari da 31 Paesi del mondo sono presenti nelle 28 stazioni di servizio del Granducato, inclusa la piu' grande stazione del mondo sita al confine con la Germania. Lo afferma una nota di Greenpeace. Vestiti da tigre o con la maschera di Bush, gli attivisti stanno bloccando l'accesso delle automobili alle pompe di benzina, distribuendo volantini agli automobilisti e appendendo in ogni stazione lo striscione Esso, killer numero 1 del clima. Sono presenti anche 50 attivisti italiani ed il direttore Domitilla Senni.

Il movimento di occupazione che è nato fa parlare giorno dopo gio rno sempre più di sé, generando interesse e domande crescenti da parte degli studenti direttamente coinvolti e di quelli che ne erano rimasti finora più o meno esterni. Al terzo giorno di occupazione motivi e obiettivi della mobilitazione qui a filosofia si chiarificano e vanno concretizzandosi nel lavoro delle commissioni che entrano in piena attività. Queste ultime stanno infatti analizzando nel dettaglio la Riforma e la privatizzazione dell´ADISU con lo scopo di creare risposte alternative alla realtà vigente. La commissione creativa produce materiale proseguendo il lavoro di informazione sia nella facoltà occupata che nel resto dell´Ateneo e arrivano alla commissione stampa mails di solidarietà e proposte di collaborazione e interazione da parte di altre realtà studentesche. Il movimento si era proposto come uno dei principali obiettivi quello di allargare il consenso intorno a sé, per questo m otivo, di particolare interesse, sarà la giornata di domani 25 OTTOBRE che prevede per le 10.30 nell´AULA XI occupata, un´assemblea di confronto aperto con i docenti, che si sono già riuniti tra loro nei giorni scorsi. Il secondo appuntamento, sempre per domani, è per le 15.30 nell´AULA XI occupata dove si terrà un´assemblea interfacoltà sui temi riguardanti l´ADISU. Con queste prime attività stiamo dando inizio a un progetto a più largo respiro che prevede già dai prossimi giorni laboratori di didattica alternativa.

Filosofia occupata

GR ORE 13.00

Esteri

Mosca

Le commando tchétchène qui retient 700 otages à Moscou a libéré vendredi huit enfants mais n'a pas procédé à la libération attendue des étrangers alors que les rebelles ont été montrés pour la première fois à la télévision.Le commando, qui a tué une femme jeudi, avait déjà relâché sept otages dans la nuit de jeudi à vendredi. Il s'était engagé à libérer les étrangers, selon les services de sécurité (FSB), mais n'a pas donné suite. "Nous avons rempli toutes leurs exigences en invitant les diplomates et les caméras de NTV", a affirmé le porte-parole du FSB, Sergueï Ignatchenko.Quelque 700 otages sont détenus depuis mercredi soir dans un théâtre de Moscou par le commando qui exige la fin de la guerre en Tchétchénie. La situation sanitaire a commencé à se dégrader. Les rebelles interdisent aux otages d'aller aux toilettes et la fosse d'orchestre a été réservée à cet effet, a indiqué Gueorgui Vassiliev, directeur de la comédie musicale Nord-Ost, la pièce qui se jouait au moment de la prise d'otages. Selon un ex-otage, Maria Chkolnikova, plusieurs femmes otages sont enceintes.Les otages ont adressé jeudi un appel au président Vladimir Poutine pour lui demander "d'arrêter la guerre en Tchétchénie" et une cinquantaine de leurs proches ont manifesté contre la guerre vendredi.Les premières images du commando d'une cinquantaine de personnes ont été diffusées dans la nuit. Trois hommes armés de fusils d'assaut kalachnikov et en tenue de camouflage, l'air calme et déterminé, et deux femmes entièrement vêtues de noir, en tchador, armées de pistolets Makarov et la taille entourée d'une ceinture d'explosifs, ont été filmés par la chaîne de télévision NTV.La présidence indépendantiste tchétchène a affirmé que le commando n'appartenait pas à "l'armée tchétchène", selon le représentant spécial de la Tchétchénie en Europe, Aslambek Kadiev, qui a ajouté que le président Aslan Maskhadov était "contre tout acte visant des civils".Cette prise d'otages, qui porte la guerre au coeur de la capitale russe, est une humiliation sans précédent pour Vladimir Poutine qui avait promis d'en finir avec "les terroristes" au début de l'intervention de l'armée russe dans la république indépendantiste il y a trois ans.La presse russe a dénoncé vendredi la fragilité du "prétendu pouvoir fort" du président Poutine, critiquant également sa politique vis à vis de la république indépendantiste de Tchétchénie. L'opération est aussi un échec cinglant pour les services de sécurité russes.Une jeune femme a été tuée, dans la nuit de mercredi à jeudi, dans des circonstances non éclaircies. Le FSB a affirmé qu'il s'agissait d'un otage qui avait tenté de s'enfuir. Des membres du commando ont déclaré que la victime avait essayé de pénétrer dans le théâtre, malgré leurs avertissements, ce qui les a conduits à la considérer comme un agent des forces russes et à tirer. L'indentité de la jeune femme n'est pas connue. Depuis mercredi soir, les rebelles ont libéré près d'une cinquantaine d'otages. Deux jeunes filles ont aussi réussi à s'enfuir en sautant d'une fenêtre, le commando a ouvert le feu et l'une d'elles a été blessée.

Palestina

Dalla scorsa notte Jenin è sotto occupazione israeliana. Reparti delle truppe ebraiche hanno fatto incursione nella città della Cisgiordania considerata una della ‘roccaforti’ del terrorismo palestinese. Fonti locali riferiscono che una lunga colonna di mezzi blindati dell’esercito di Israele ha ‘invaso’ il centro abitato con l’ordine di “sradicare le infrastrutture della Jihad islamica”. La radio militare israeliana ha confermato che si tratterebbe di una delle più importanti operazioni compiute dopo quella dell’agosto scorso nella città cisgiordana di Nablus. La città, comunque, vive da mesi in uno stretto regime militare. All’inizio di aprile è stata teatro di una furiosa battaglia tra le truppe dell’esercito israeliano e i militanti palestinesi asserragliati nel campo profughi.

Iraq

La France a distribué jeudi aux autres membres du Conseil de sécurité de l'ONU une version largement remaniée du projet américain de résolution sur le désarmement irakien, alors que le président George W. Bush renouvelait sa menace d'agir en cas de blocage.Selon des sources diplomatiques, le texte français n'a pas été présenté comme une alternative au texte américain, mais il s'agit cependant d'une version très remaniée, avec des paragraphes inversés pour leur donner une importance particulière, et un paragraphe carrément supprimé.Les 15 membres du Conseil de sécurité doivent se retrouver vendredi pour une deuxième session de consultations informelles sur le projet de résolution. Dans le même temps, le président américain a une nouvelle fois marqué son impatience et menacé d'agir militairement en dehors du cadre de l'ONU en cas de blocage persistant."Si les Nations Unies n'agissent pas, si elles font preuve de mollesse dans leurs responsabilités, et si Saddam Hussein ne désarme pas, les Etats-Unis conduiront une coalition au nom de la paix pour (le) désarmer", a affirmé le président américain. Paris aurait notamment proposé qu'il ne soit plus déclaré que l'Irak "viole matériellement" la résolution 687, qui fixe ses obligations aux termes du cessez-le-feu qui a mis fin à la guerre du Golfe de 1991.Pour sa part, la Russie a maintenu la ligne dure qu'elle observe face à ce projet depuis sa présentation lundi aux cinq membres permanents du Conseil de sécurité. Ce projet "a subi quelques modifications, mais selon toute évidence ne répond pas aux critères sur lesquels s'oriente la Russie", a déclaré un vice-ministre russe des Affaires étrangères, Iouri Fedotov, en jugeant que le texte "comprend des dispositions notoirement irréalisables". Le chef de la diplomatie française Dominique de Villepin a de son côté affirmé que Paris avait encore besoin "d'éclaircissements" avant de pouvoir accepter une résolution sur l'Irak.Le chef de la diplomatie irakienne Naji Sabri a estimé qu'une nouvelle résolution de l'ONU sur le désarmement de son pays n'était "pas nécessaire", dans un message adressé au secrétaire général de l'ONU Kofi Annan.Le projet américain de résolution impose des conditions draconiennes et un calendrier très strict aux inspections en désarmement. Selon des diplomates à New York, seule la Grande-Bretagne a soutenu clairement le texte américain mercredi pendant les consultations préliminaires des 15 membres du Conseil de sécurité.Des discussions du Conseil sont prévues lundi ou mardi, avec les deux principaux responsables du désarmement irakien, le chef des inspecteurs en désarmement de l'ONU, Hans Blix et le directeur de l'Agence internationale de l'énergie atomique (AIEA), Mohamed El-Baradei, a indiqué l'AIEA à Vienne.

Colombia

Due attentati in meno di 48 ore in pieno centro di Bogotá hanno provocato panico e sconcerto tra la popolazione della capitale colombiana. Dopo l’autobomba esplosa martedì a pochi metri dalla sede dei servizi segreti della polizia, ieri una granata lanciata contro un camion delle forze dell’ordine nel quartiere di San Victorino ha ucciso un giovane agente e ferito gravemente altre 21 persone, tra cui 13 civili. Un uomo, arrestato poco dopo lo scoppio, ha confessato di essere stato costretto da uno sconosciuto a tirare l’ordigno contro il veicolo, adibito alla vigilanza degli ambulanti. A detta del comandante della polizia metropolitana, generale Jorge Daniel Castro, i due episodi di violenza non avrebbero connessioni. Sta di fatto che quanto accaduto negli ultimi giorni alla ‘Comuna 13’ di Medellín – teatro di furiosi combattimenti tra esercito e milizie urbane della guerriglia – così come gli attentati dello scorso 7 agosto e quelli delle ultime ore, secondo la stampa locale mostrano come il conflitto si stia progressivamente spostando nelle città. Concorda l’analista Leon Valencia, ex militante dell’Eln (Esercito di liberazione nazionale), il quale rileva comunque come l’offensiva della guerriglia nella capitale, a differenza degli scontri di Medellín – sia “più lenta, più graduale ma anche spettacolare. Ad ogni modo – sostiene - dobbiamo prepararci a cose ben peggiori”. Per il senatore Antonio Navarro, ex militante dello M-19 (Movimento guerrigliero 19 aprile), “non ci sono reti urbane ma gruppi armati che scendono dalle montagne, fanno un attentato e se ne ritornano da dove sono venuti. È estremamente difficile che i servizi segreti riescano a fermare questo tipo di azioni. Se non c’è una collaborazione attiva dei cittadini, sarà impossibile fermare i violenti”.

Spagna

El Martes 15 de Octubre cuatro personas fueron detenidas tras el asalto a una inmobiliaria unos dias despues del desalojo del Centro Social Ocupado Malas pulgas, en Valencia. Estas personas están acusadas de asociación ilícita de carácter terrorista, desórdenes públicos, daños y lesiones. Las pruebas sobre las que se sostienen estas acusaciones, especialmente las más graves, son, no sólo circunstanciales (una pancarta, panfletos, etc) sino además, completamente desproporcionadas. Sin embargo, los cuatro jóvenes ya han ingresado en prisión, y de todos es sabido los riesgos que ello comporta. La represión al movimiento de movimientos y a sus formas de activismo locales, tiene muchas y muy diversas caras. La geografía política de cada territorio es determinante para establecer como se expresa en esta la geografía de la represión. Encontramos en las formas de actuar del delegado para la seguridad de Valencia todos los elementos que hacen "coherente" mediáticamente este tipo de actuaciones. Se parte del entorno de la ocupación y se relaciona directamente con las dinámicas de confrontación más duras de la zona, es decir, fascismo/antifascismo. Una vez hay generado un clima de confrontación suficiente, cualquiera puede cometer el error que le lleve a ser la víctima del proceso de represión. Las razones oficiales por las que los jóvenes son detenidos siempre son mucho menores que las acusaciones posteriores, y es que una vez en la cárcel, la defensa es prácticamente imposible. Los medios de comunicación se hacen eco de un fragmento de la historia, el oficial, el espectacular, la detención, y sacan la noticia directamente del informe policial y de nuevo se fortalece el clima de consenso y las relaciones causales entre ocupación, violencia y de ahí al terrorismo. E oggi a valenci asi terrà una manifestazione a sostegno dele libertà e contro la repressione.

lussemburgo

Oltre 600 volontari da 31 Paesi del mondo sono presenti nelle 28 stazioni di servizio del Granducato, inclusa la più grande stazione del mondo sita al confine con la Germania. Vestiti da tigre o con la maschera di Bush, gli attivisti stanno bloccando l’accesso delle automobili alle pompe di benzina, distribuendo volantini agli automobilisti e appendendo in ogni stazione lo striscione “Esso, killer numero 1 del clima”. Sono presenti anche 50 attivisti italiani ed il direttore Domitilla Senni. “La protesta avviene mentre 185 Paesi sono riuniti In India per fare il punto sul clima, su chi ha ratificato e chi ancora no- spiega Senni la defezione degli Stati Uniti, risultato della pressione esercitata dalla Esso negli ultimi 10 anni, mette in pericolo l’applicazione del Protocollo di Kyoto” Esso, conosciuta anche come Exxon e Mobil nel mondo, nega il cambiamento climatico, nonostante gli scienziati di tutto il mondo siano ormai concordi sull’effetto devastante dei gas serra e i fenomeni climatici estremi, la ritirata dei ghiacciai e la distruzione delle barriere coralline siano sotto gli occhi di tutti. “La Esso vuole mantenere lo statu quo e non passare alle fonti rinnovabili- continua Senni - noi siamo qui per mostrare la rabbia dell’opinione pubblica di fronte a questa miopia che porta il pianeta al collasso. Il Lussemburgo è conosciuto come la stazione di servizio dell’Unione Europea, perché qui vengono automobilisti da tutta Europa per comprare la benzina che costa circa il 20% in meno dei paesi vicini”

In Italia la Esso, fondata a Venezia nel 1891, è la seconda società di distribuzione carburanti: con oltre 3.000 punti vendita rifornisce il mercato con 6,6 miliardi di litri l’anno.

ITALIA

Carceri

<Sta a noi scegliere la strada: se invitare il Parlamento ad aprire le porte dei penitenziari perche' lo Stato non e' in grado di reggere la situazione oppure non arrendersi>. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, nel corso del suo intervento alla festa della Polizia Penitenziaria, affrontando il problema del sovraffollamento nelle carceri. <Molti dei nostri penitenziari sono obsoleti - ha continuato il ministro -, inadeguati, quasi sempre sovraffollati. E proprio per questi motivi sono state, nelle scorse settimane, le proteste dei detenuti, mai degenerate in violenza, come e' invece avvenuto in anni passati. E questo significa che il clima e' migliorato. Siamo quindi di fronte ad una scelta molto difficile sul sovraffollamento>. <Qualunque sara' la decisione del Parlamento - ha aggiunto Castelli - sono convinto che gli agenti del Corpo della Polizia Penitenziaria sapranno svolgere il proprio compito rispettando i valori fondamentali della Costituzione>. Il ministro ha poi fatto un riferimento allo scorso anno e ai fatti di Genova: <C'e' stato un tentativo di una parte dell' opinione pubblica di criminalizzare il Corpo dopo Genova, ma e' fallito. Tranne qualche caso isolato che la magistratura accertera', gli agenti si sono comportati in maniera altamente professionale>

<E' fallito il tentativo di criminalizzare il corpo della Polizia Penitenziaria dopo i fatti di Genova>. A dichiararlo -nel corso del suo intervento alla festa della Polizia Penitenziaria a Roma- e' il ministro della Giustizia Roberto Castelli, per il quale <singoli casi non possono ledere l'onore del Corpo>

Indulto come resa dello Stato davanti al sovraffollamento delle carceri? Il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini -al termine della festa della Polizia penitenziaria a Roma- non commenta direttamente quanto affermato poco prima dal Guardasigilli Roberto Castelli, ma risponde:<il ministro e' stato molto corretto e rispettoso delle prerogative del Parlamento e di questo lo ringrazio. Anch'io non voglio aggiungere altro. Ricordo -aggiunge Casini- che la conferenza dei capigruppo di ieri ha calendarizzato la modifica al'articolo 79 della Costituzione che riguarda il quorum per la concessione dell'amnistia o dell'indulto. E' stata una proposta avanzata dal deputato Boato che discuteremo. Cedo che da parte mia, sia giusto non voler interferire sulle libere scelte che faranno i gruppi parlamentari>. Ma sul sovraffollamento delle carceri, c'e' l'urgenza? <C'e' il problema>, risponde Casini.