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MASSIMO E SALVO salutano

G.R. ore 9,30

Palestina

Come ritorsione per la morte di due due capi della resistenza palestinese - Allah Sabbagh, 25 anni, capo delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa nella zona; e Imad Nasrti uccisi ieri notte nell'esplosione di un'abitazione nel campo profughi di Jenin, gli uomini di Fatah hanno preannuciato una nuova ondata di attacchi. Lo ha reso noto la radio israeliana. Secondo i soccorritori, i due erano in una stessa stanza al primo piano di un edificio, quando un missile, entrato dalla finestra, ha fatto saltare in aria l'intera abitazione. L'esercito ha pero' negato che in quel momento ci fosse alcun elicottero che operava nell'area. Il che lascia aperte due possibilita': l'attacco potrebbe esser stato portato da terra oppure i due potrebbero esser saltati in aria, mentre erano impegnati nella fabbricazione di una bomba.

Ancora:due elicotteri israeliani hanno attaccato in nottata Khan Yunis, nel sud della striscia di Gaza. Gli elicotteri, due 'Apache' - hanno precisato le fonti - hanno lanciato cinque missili sulla zona ovest della citta', danneggiando in modo grave una scuola e una vicina abitazione. Uno dei missili e' caduto in un campo senza esplodere. Non vi sono per ora informazioni su eventuali vittime.

Iraq

Dopo una interruzione di quattro anni, sono riprese oggi in Iraq le ispezioni di esperti dell'Onu sul disarmo. Una squadra di ispettori ha visitato una installazione militare nei sobborghi di Baghdad, secondo quanto hanno constatato fonti giornalistiche sul posto. In concomitanza con la prima ispezione, a Baghdad e' suonato l'allarme aereo per circa dieci minuti. Una fonte della difesa civile irachena ha detto che l'allarme e' stato dato perche' aerei occidentali hanno sorvolato la capitale. Il luogo ispezionato stamattina e' una importante installazione dell'Organismo di industrializzazione militare iracheno, sorvegliata da soldati, situata al margine di una strada a circa 20 chilometri a Est della capitale. Gli ispettori dell'Aiea - Agenzia internazionale per l'energia atomica, incaricati in particolare di verificare l'esistenza o meno di armi o programmi militari nucleari in Iraq - e dell'Unmovic (Commissione di verifica, controllo e ispezione) hanno lasciato stamattina alle 08:30 locali (le 06:30 italiane) l'hotel Canal dove l'Onu ha posto il suo quartier generale. La ripresa delle ispezioni e' stata imposta dalla risoluzione 1441 del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Gli Usa hano minacciato di attaccare l'Iraq per obbligarlo a disfarsi delle armi di distruzione di massa, che pero' Baghdad nega di avere.

Colombia

Il governo del presidente Alvaro Uribe ha ripreso in serata il dialogo iniziato ad agosto a Cuba con l'Eln (esercito di liberazione nazionale, di estrema sinistra), secondo movimento guerrigliero del paese, per trovare 'una soluzione negoziata' alla guerra civile. L'Alto commissario per la pace Luis Carlos Restrepo ha ammesso di avere avuto colloqui nel carcere di Itaqui, nei pressi di Medellin, con Francisco Galan e Felipe Torres, due dei leader dell'Eln attualmente in carcere.

COLOMBIA

Una commissione ad hoc del Senato colombiano ha approvato in via preliminare un provvedimento che conferisce all’esercito facoltà di polizia giudiziaria, previa autorizzazione della Procura generale. Se la proposta passasse in via definitiva i militari potrebbero effettuare, tra l’altro, recuperi di cadaveri, autopsie ed effettuare indagini. Attualmente, grazie al decreto presidenziale che ad agosto ha indetto lo stato d’emergenza, le forze armate hanno già tali facoltà ma solo in maniera transitoria. L’obiettivo dei legislatori è far sì che tali poteri diventino permanenti. Intanto, però, il bilancio della violenza nelle cosiddette ‘zone di riabilitazione e consolidamento’, affidate al controllo dei militari dopo aver esautorato l’amministrazione civile, non sono confortanti. Secondo quanto riportato dalla stampa locale dal 21 settembre, quando è entrato in vigore il provvedimento, non è stato possibile ripristinare appieno l’ordine pubblico in nessuno dei 26 municipi del nord del Paese e nei tre dell’est interessati dalle speciali misure di sicurezza. Il quotidiano ‘El Tiempo’ ha citato esempi concreti: negli ultimi 60 giorni nella zona dei Montes de Maria (nord) sono stati perpetrati quattro attentati, la sede del comune di Córdoba (Bolívar) è stata praticamente rasa al suolo, presunti uomini delle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) hanno assassinato il parroco di Chalán (Sucre) ed i sindaci di almeno cinque centri hanno rinunciato all’incarico dopo aver ricevuto minacce di morte. Come se non bastasse, nello stesso lasso di tempo nel dipartimento di Arauca sono stati uccisi undici civili, oltre al sindaco di Saravena, un assessore, un ex funzionario, un soldato e due poliziotti. Alla lista dei morti si sono aggiunti nelle ultime ore il sindaco di Puerto Rondón, Héctor Yesid Gutiérrez e il segretario del comune Sixto Cotrina.

CONGO

Cresce la tensione nell'area di Mambasa, (500 chilometri ad est di Kisangani, provincia dell'Ituri) nella zona nordorientale della Repubblica democratica del Congo. I timori maggiori sono legati all'avanzata delle truppe di Jean-Pierre Bemba, leader del Movimento di liberazione congolese (Mlc), e del suo alleato Roger Lumbala. Stando a quanto riferito da fonti locali, gli armati si troverebbero ormai ad una cinquantina di chilometri dalla città dell'Ituri che nell'ultimo mese è già passata dalle mani di una fazione a quelle dell'altra, con il relativo bilancio di violenze e saccheggi ai danni della popolazione locale. A Mambasa si trovano le formazioni armate della Coalizione democratica congolese-Movimento di liberazione (Rcd-Ml) di Mbusa Nyamwisi. Secondo le informazioni raccolte, Bemba e Lumbala sarebbero determinati a riprendere il controllo della città a tutti i costi.

BOLIVIA

Ore di tensione a Yapacaní (dipartimento di Santa Cruz de la Sierra) dove i gruppi indigeni, gli agricoltori e gli esponenti del Movimento dei Senza terra (Mst) si sono dichiarati in stato d'emergenza permanente convocando mobilitazioni in tutte le provincie della regione. Dopo il ritrovamento, domenica scorsa, dei cadaveri di tre presunti sicari assoldati da un latifondista locale, Samuel Rioja, il governo ha sollecitato l'apertura di un'inchiesta nei confronti di alcuni rappresentanti locali del Mst. Per tutta risposta i Senza Terra hanno minacciato di occupare tutti i terreni incolti del dipartimento e di allestire blocchi stradali sulle principali vie di comunicazione della zona. Da parte sua, il ministro per le questioni contadine, Amparo Velarde, ha confermato che nella regione di Yapacaní sono da tempo attivi gruppi di mercenari pagati dai latifondisti per controllare i Senza Terra. Dichiarazioni che non sono piaciute ai grandi proprietari terrieri ed in particolare all'imprenditore Rafael Paz, ritenuto responsabile dal Mst di Santa Cruz della creazione di numerosi comitati di autodifesa per reprimere la minaccia rappresentata dai Senza Terra, il quale ha rimandato le accuse al mittente.

Immigrazione

La vasta strategia di intervento denominata vie libere, voluta dal ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu e coordinata dal Dipartimento di pubblica sicurezza, ha preso il via nell'agosto scorso. La fase operativa che si e' conclusa oggi, spiegano gli investigatori: rappresenta il primo segnale, della volonta' di contrastare con il massimo rigore il fenomeno dell'immigrazione clandestina, all'indomani della scadenza dei termini per la regolarizzazione prevista della Legge Fini-Bossi. In particolare, a partire dal 12 novembre, la Polizia ha avviato una mirata attivita' di controllo del territorio finalizzata al rintraccio e all'espulsione, mediante il previsto accompagnamento alle frontiere, degli stranieri che, non potendo beneficiare della regolarizzazione , vivono in Italia illegalmente. Sono stati dunque 1.324 i provvedimenti di espulsioni a carico di stranieri , che sono stati accompagnati alle frontiere per il rimpatrio nei Paesi di provenienza. In alcuni casi il rimpatrio e' avvenuto in maniera collettiva, con l' organizzazione di numerosi voli charter; dal 15 di novembre ben 7 voli speciali (tre diretti in Romania, uno, rispettivamente, in Albania, in Egitto, in Nigeria e Sri-Lanka) hanno consentito di rimpatriare 455 clandestini.

Ore 13.00