aperto da paoletta ad una ora improbabile della notte... ci si sente domani. A proposito, numero di blicero in Palestina, se può servire: 00972 67 361097

paoletta dormi la notte ore 9.30 in radio ...massimo ,buona giornata.

Aggiornamento ore 11.00

MONDO

Argentina

Sono state almeno diecimila le persone scese pacificamente in piazza ieri sera in pieno centro a Buenos Aires per protestare contro la politica economica del governo ma, soprattutto, contro l'uccisione di due dimostranti compiuta il giorno prima dalla polizia. I manifestanti sono sfilati in corteo dal palazzo del Congresso fino alla Casa Rosada, sede della Presidenza dell'Argentina; e del presidente, Eduardo Duhalde, hanno chiesto a gran voce le dimissioni.

Il commissario Alfredo Franchiotti e altri poliziotti sono stati arrestati preventivamente per la repressione poliziesca di ieri, nella quale morirono assassinate due persone. L'ordine di detenzione è stato dato dal governatore della provincia di Buenos Aires felipe Sola. Il commissario Alfredo franchiotti, che mercoledì era stato aggredito a pugni mentre parlava con i giornalisti all'ospedale Fiorito, è stato indicato da alcuni testimoni come l'autore dello sparo che ha ucciso Dario Santillan, uno dei manifestanti assassianti negli scontri tra polizia e piqueteros. Claudio Pandolfi, avvocato della Coordinadora Contra la Represión Policial (CORREPI) racconta che due testimoni che erano all'interno della Stazione Avellaneda ( la stessa dove fu assassinato Santillan) hanno visto come la polizia abbia sparato nella schiena alla vittima. Pandolfi ha detto inoltre che i testimoni hanno riconosciuto il commissario vedendolo in televisione nella improvvisata conferenza stampa nell'ospedale Fiorito che provocò altri incidenti. In una foto pubblicata dal quotidiano Clarin si vede Franchiotti nell'atto di arrestare uno dei due ferirti nella stazione. Così raccontano i testimoni: Dario santillan, che apparteneva alla Coordinadora de Trabajadores Desocupados Aníbal Verón, si era avvicinato alla stazione per aiutare un ferito. nello stesso posto si erano concentrate varie donne e manifestanti che erano scappate dal luogo degli incidenti, credendo che fosse un luogo sicuro. Quandio la polizia ha ripreso il controllo del luogo, Santillan stava aiutando un ferito. In quel momento, sempre secondo le testimonianze, il manifetsante ha ricevuto un colpo di pistola nella schiena, che ne ha provocato la morte. Franchiotti sarebbe l'autore dello sparo. Quello che è certo, è che la burocrazia che determina queste procedure ha fatto in modo che si attui una perizia sulle 120 armi in dotazione alla polizia.

(indymedia argentina)

Doccia fredda per le speranze dell'Argentina di ricevere dai paesi piu' indistrializzati del mondo denaro fresco e agevolazioni che le permettano di superare l'attuale cirisi economica, forse la peggiore nella sua storia. E' stato il cancelliere tedeesco Gerhard Schroeder, a margine dei lavori per il summit del G8 in Canada, a gelare le aspettatiove di Buenos Aires, affermando che il Paese sud-americano non e' ancora in regola con i parametri del caso. "L'Argentina", ha osservato il leader di Berlino, "deve adempiere tutte le condizioni necessarie affinche' le arrivino aiuti dall'Occidente, ma per il momento non si trova in tale posizione". Opposto l'atteggiamento di Jose' Maria Aznar, premier spagnolo e presidente di turno dell'Unione Europea, che ha invece perorato la causa argentina rammentando ai partner gli impegni assunti a suo tempo. Da ieri Roberto Lavagna, ministro dell'Economia di Buenos Aires, si trova a Washington per colloqui con i responsabili del Fondo Monetario Internazionale e con le autorita' Usa; colloqui che finora non hanno sortito alcun esito. Schroeder ha anche sottolineato che per ora non sussistono i presupposti per una piena ripresa dei rapporti con il Fmi.

Palestina

ore 9.45

Le truppe israeliane che circondano la sede del governatorato di Hebron, in Cisgiordania, avrebbero dato un'ora di tempo ai palestinesi che si trovano all'interno perche' si arrendano prima di essere attaccati. Lo riferiscono fonti palestinesi, ma un portavoce dell'esercito israeliano ha smentito l'esistenza di un ultimatum. Soldati israeliani hanno usato megafoni per spingere alla resa i palestinesi asserragliati, chiamando anche loro parenti perche' li convincano. Sono stati anche sparati colpi dagli elicotteri contro l'edificio del governatorato. Da martedi, quando e' iniziato l'assedio, si sono arresi 150 palestinesi dell'intelligence militare presenti nel compound.

Australia

E' sempre più alta la tensione nel centro di detenzione di Woomera (Australia meridionale). Dopo le recenti proteste culminate in uno sciopero della fame, oggi 35 richiedenti asilo per i quali era previsto il rimpatrio nei Paesi di origine si sono dati alla fuga, aiutati da attivisti per i diritti umani. Un portavoce del dipartimento dell’Immigrazione ha dichiarato che, poco dopo la mezzanotte locale, alcuni sostenitori dei diritti dei rifugiati hanno squarciato una delle reti di recinzione che delimitano i confini del campo, contribuendo così alla fuga dei 35 profughi di nazionalità afgana, iraniana ed irachena.Se rintracciati, i profughi fuggitivi potrebbero scontare fino a 5 anni di prigione, mentre agli attivisti verrebbe comminata una pena ancora maggiore: 10 anni di carcere per favoreggiamento nella fuga. Woomera, località nel deserto australiano situata 450 chilometri a nord di Adelaide, è stata più volte teatro di rivendicazioni, risse e disordini messi in atto dai richiedenti asilo, esasperati dalle pesanti condizioni di vita e dalle lungaggini burocratiche. I centri di detenzione sono più volte finiti nel mirino di organizzazioni per i diritti umani, che accusano le autorità australiane di trattare i profughi alla stregua di criminali. Studi recenti hanno dimostrato che i tentativi di suicidio o autolesionismo sono ‘endemici’ tra i detenuti.

Dall'Italia

E' lo scoop di Repubblica, che grazie al direttore di "Zero in condotta", quindicinale di , Valerio Monteventi, pubblica oggi le lettere del giuslavorista assassinato dalle nuove BR. Lettere destinate a riaprire una polemica esplosa già nelle prime ore dopo l'omicidio, perché confermano le ripetute, disperate e consapevoli richieste di aiuto di Marco Biagi alle massime cariche dello Stato e ai responsabili della Pubbblica Sicurezza perché lo tutelassero da una minaccia terroristica ormai pressante, inconbente, concreta. E perché contengono pesanti riferimenti al segretario della Cgil Sergio Cofferati.

Cinque lettere I documenti pubblicati dal quotidiano sono cinque: "Devo chiederti aiuto - si legge nella missiva al presidente della Camera Pieferdinando Casini - per la mia sicurezza personale. Da un anno sono sottoposto a regime di tutela-scorta. Poiché collaboro con la giunta Albertini a Milano e sono l'estensore tecnico del 'Patto per il lavoro di Milano', la Digos di varie città mi ha preso in consegna contro il rischio di possibili attacchi terroristici. Il timore è che si ripeta con me un caso D'Antona".