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USA


- Il presidente americano George W. Bush consacra la giornata a rinsaldare i legami d'amicizia tra Stati Uniti e Arabia Saudita, mentre, nel nord e nel sud dell'Iraq, aerei da guerra americani e britannici conducono le ennesime scaramucce contro le difese anti-aeree irachene. Prima di ricevere, nel ranch di Crawford, nel Texas, l'ambasciatore di Riad a Washington, il principe Bandar bin Sultan, Bush telefona al principe ereditario saudita, Abdullah. E' una conversazione tutta zucchero e miele, riferisce l'agenzia di stampa saudita: Bush definisce ''irresponsabile'' parlare di declino delle relazioni tra i due Paesi, che restano ''forti'' e che non saranno danneggiate da quanti parlano di aiuti del regime di Riad agli integralisti. Ma le differenze ci sono. La visita al ranch di bin Sultan, sbarcato all'aeroporto di Waco con tutta la numerosa famiglia, non e' soltanto l'occasione per rinnovare la solida amicizia d'affari tra i Bush e i principi sauditi. Il presidente dice all'ambasciatore che Saddam Hussein, il presidente iracheno, e' una minaccia per la pace e se ne deve andare, perche' il Mondo sarebbe un posto migliore senza di lui. A quanto riferisce il portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer, Bush aggiunge di non avere ancora preso nessuna decisione su come rovesciare il regime di Saddam e rinnova l'impegno a consultare gli alleati prima di farlo. Mentre l'ambasciatore saudita e' al ranch, Adel al Jubeir, suo consigliere, fa il giro dei media americani, per dire che Arabia Saudita e Stati Uniti hanno ''relazioni speciali'', dove non c'e' ''niente da aggiustare''. Ma Al Jubeir aggiunge: ''Siamo d'accordo sul fatto che Saddam costituisce una minaccia'', ma non siamo d'accordo su come affrontare la minaccia. ''Pensiamo che ci siano altri modi che il confronto armato -dice il saudita- e che gli Stati Uniti dovrebbero seguire le vie diplomatiche e legali, attraverso le Nazioni Unite''. Servirebbe a qualcosa? ''Se gli ispettori dell'Onu tornassero a Baghdad, la minaccia sarebbe eliminata senza sparare un solo colpo''. Con l'incontro nel ranch, dove fu gia' ospite il principe ereditario Abdullah, Bush spera di migliorare i rapporti tra Washington e Riad, turbati dopo gli attacchi terroristici dell'11 Settembre (almeno 15 dei 19 terroristi kamikaze erano sauditi) e condizionati dai dubbi Usa ull'impegno arabo nella lotta anti-terrorismo. Le affermazioni fatte, lunedi', dal sotto-segretario all'interno saudita, principe Ahmed, sembrano fatte per alimentare i sospetti: per Ahmed, nessuno degli elementi finora arrestati in Arabia Saudita, perche' sospettati di contatti con il terrorismo internazionale, e' risultato legato alla rete 'al Qaida', che fa capo a Osama bin Laden. L'agenda dell'incontro di Bush con il principe bin Sultan includeva, oltre alla guerra contro il terrorismo, le prospettive di ripresa del dialogo di pace tra israeliani e palestinesi in Medio Oriente. Ma il discorso e' presto finito sull'Iraq, come aveva facilmente previsto Fleischer. Riad, che non condivide la necessita' di un'azione militare, vieta di lanciare l'attacco dal proprio territorio . Nelle basi saudite, ci sono, attualmente, circa 5.000 soldati americani: senza di esse, un'azione militare nel Golfo degli Stati Uniti e' praticamente impensabile. Un episodi e' stato il prologo sintomatico dell'incontro al ranch. In Colorado, l'aereo dell'ambasciatore e' stato scortato da caccia militari in un atterraggio ad Aspen, perche' un'imprecisione nei piani di volo aveva fatto scattare l'allarme anti-dirottamento: segno dei temi, nell'America dopo l'11 Settembre. Intanto, nei cieli dell'Iraq, aerei da guerra americani erano impegnati in due attacchi, a Nord, nei pressi di Mosul, e a Sud, contro postazioni radar e installazioni anti-aeree, dopo che i radar avevano inquadrato gli aerei americani e britannici che pattugliavano le zone di non sorvolo istituite sul Paese istituite dopo la Guerra del Golfo e che Baghdad non riconosce. Gli attacchi hanno portato a sette in una decina di giorni e a 32 quest'anno le scaramucce contro le difese anti- aeree irachene. Fuochi di guerra in Mesopotamia. E fuochi di guerra sui mercati, dopo che parole bellicose del 'vice Bush' Dick Cheney infiammano i prezzi del petrolio, che salgono, come quando s'avvicina un conflitto. Solo la diplomazia pare non cedere all'idea della guerra: Baghdad invia emissari nei Paesi arabi e in Cina, per tenere alta l'opposizione al conflitto; e il Dipartimento di Stato a Washington, giudica, invece, premature missioni per cercare il consenso degli alleati a un attacco, perche' Bush non ha ancora deciso il da farsi.

giornale radio ore 10.00

NAPOLI

E' morto nel corso della notte all'ospedale Cardarelli di Napoli, dove era ricoverato, Bernardo Romano, l'addetto ai lavori socialmente utili che si era dato fuoco davanti al Municipio di Cercola (Na) in preda allo sconforto per aver perso il lavoro. L'uomo, saputo che alla sua cooperativa non era stato rinnovato l'appalto, si era cosparso di benzina e si era dato fuoco, lasciando un biglietto in cui accusava gli amministratori locali con la frase: "e' colpa vostra". Le sue condizioni, con ustioni di vario grado nel 70% della superficie corporea, erano apparse subito gravi ed i sanitari del centro grandi ustionati del nosocomio partenopeo hanno fatto di tutto per tentare di strapparlo alla morte. Bernardo Romano lascia la moglie e sei figli. Sulla vicenda, intanto, la Procura della Repubblica di Nola ha aperto un'inchiesta tendente ad accertare la regolarita' nella iscrizione nelle liste Lsu, la congruita' dei compensi ricevuti dagli addetti, le mansioni svolte. Secondo quanto si e' appreso il magistrato avrebbe anche acquisito presso il Municipio la documentazione relativa all'affidamento dell'appalto per la Nu del Comune di Cercola. Questa sera era in programma una riunione del Consiglio comunale della cittadina. Oggi a Napoli sono in programma tre manifestazioni di disoccupati organizzati.

PAESI BASCHI

A tarda notte, la polizia autonoma basca ha fatto irruzione nella sede centrale del partito autonomista basco Batasuna, a San Sebastiano, la roccaforte principale del nazionalismo basco: con questa ultima operazione, compiuta dopo avere disperso i sostenitori del partito a guardia della sede a forza di manganellate ed a spari con pallottole di gomma, la polizia ha completato l'occupazione degli uffici principali del partito di cui e' stata disposta la soppressione. Una pallottola di gomma ha colpito un operatore della tv spagnola, che e' stato ricoverato in ospedale. Per penetrare nell'ultimo ufficio del Batasuna, gli agenti hanno infranto il vetro di una finestra. All'interno, i dirigenti del partito hanno opposto solo resistenza passiva, e ne sono stati sloggiati.

USA

- Il presidente americano George W. Bush consacra la giornata a rinsaldare i legami d'amicizia tra Stati Uniti e Arabia Saudita, mentre, nel nord e nel sud dell'Iraq, aerei da guerra americani e britannici conducono le ennesime scaramucce contro le difese anti-aeree irachene. Prima di ricevere, nel ranch di Crawford, nel Texas, l'ambasciatore di Riad a Washington, il principe Bandar bin Sultan, Bush telefona al principe ereditario saudita, Abdullah. E' una conversazione tutta zucchero e miele, riferisce l'agenzia di stampa saudita: Bush definisce irresponsabile parlare di declino delle relazioni tra i due Paesi, che restano forti e che non saranno danneggiate da quanti parlano di aiuti del regime di Riad agli integralisti. Ma le differenze ci sono. La visita al ranch di bin Sultan, sbarcato all'aeroporto di Waco con tutta la numerosa famiglia, non e' soltanto l'occasione per rinnovare la solida amicizia d'affari tra i Bush e i principi sauditi. Il presidente dice all'ambasciatore che Saddam Hussein, il presidente iracheno, e' una minaccia per la pace e se ne deve andare, perche' il Mondo sarebbe un posto migliore senza di lui. A quanto riferisce il portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer, Bush aggiunge di non avere ancora preso nessuna decisione su come rovesciare il regime di Saddam e rinnova l'impegno a consultare gli alleati prima di farlo. Mentre l'ambasciatore saudita e' al ranch, Adel al Jubeir, suo consigliere, fa il giro dei media americani, per dire che Arabia Saudita e Stati Uniti hanno relazioni speciali, dove non c'e' niente da aggiustare. Ma Al Jubeir aggiunge: Siamo d'accordo sul fatto che Saddam costituisce una minaccia, ma non siamo d'accordo su come affrontare la minaccia. Pensiamo che ci siano altri modi che il confronto armato -dice il saudita- e che gli Stati Uniti dovrebbero seguire le vie diplomatiche e legali, attraverso le Nazioni Unite. Servirebbe a qualcosa? Se gli ispettori dell'Onu tornassero a Baghdad, la minaccia sarebbe eliminata senza sparare un solo colpo. Con l'incontro nel ranch, dove fu gia' ospite il principe ereditario Abdullah, Bush spera di migliorare i rapporti tra Washington e Riad, turbati dopo gli attacchi terroristici dell'11 Settembre (almeno 15 dei 19 terroristi kamikaze erano sauditi) e condizionati dai dubbi Usa ull'impegno arabo nella lotta anti-terrorismo. Le affermazioni fatte, lunedi', dal sotto-segretario all'interno saudita, principe Ahmed, sembrano fatte per alimentare i sospetti: per Ahmed, nessuno degli elementi finora arrestati in Arabia Saudita, perche' sospettati di contatti con il terrorismo internazionale, e' risultato legato alla rete 'al Qaida', che fa capo a Osama bin Laden. L'agenda dell'incontro di Bush con il principe bin Sultan includeva, oltre alla guerra contro il terrorismo, le prospettive di ripresa del dialogo di pace tra israeliani e palestinesi in Medio Oriente. Ma il discorso e' presto finito sull'Iraq, come aveva facilmente previsto Fleischer. Riad, che non condivide la necessita' di un'azione militare, vieta di lanciare l'attacco dal proprio territorio . Nelle basi saudite, ci sono, attualmente, circa 5.000 soldati americani: senza di esse, un'azione militare nel Golfo degli Stati Uniti e' praticamente impensabile. Un episodi e' stato il prologo sintomatico dell'incontro al ranch. In Colorado, l'aereo dell'ambasciatore e' stato scortato da caccia militari in un atterraggio ad Aspen, perche' un'imprecisione nei piani di volo aveva fatto scattare l'allarme anti-dirottamento: segno dei temi, nell'America dopo l'11 Settembre. Intanto, nei cieli dell'Iraq, aerei da guerra americani erano impegnati in due attacchi, a Nord, nei pressi di Mosul, e a Sud, contro postazioni radar e installazioni anti-aeree, dopo che i radar avevano inquadrato gli aerei americani e britannici che pattugliavano le zone di non sorvolo istituite sul Paese istituite dopo la Guerra del Golfo e che Baghdad non riconosce. Gli attacchi hanno portato a sette in una decina di giorni e a 32 quest'anno le scaramucce contro le difese anti- aeree irachene. Fuochi di guerra in Mesopotamia. E fuochi di guerra sui mercati, dopo che parole bellicose del 'vice Bush' Dick Cheney infiammano i prezzi del petrolio, che salgono, come quando s'avvicina un conflitto. Solo la diplomazia pare non cedere all'idea della guerra: Baghdad invia emissari nei Paesi arabi e in Cina, per tenere alta l'opposizione al conflitto; e il Dipartimento di Stato a Washington, giudica, invece, premature missioni per cercare il consenso degli alleati a un attacco, perche' Bush non ha ancora deciso il da farsi. PARIGI - FRANCIA

-Nessuno, ne' un magistrato ne' un pentito mi ha mai accusato di essere coinvolto in omicidi politici. Di averli eseguiti o di esserne stato il mandante. E allora perche' e di cosa avrei il dovere etico di fare autocritica-. Da Parigi dove si trova in esilio da 21 anni, Oreste Scalzone, ex di Potere Operaio polemizza in un'intervista a Repubblica con Sergio Segio, che ieri aveva invitato i terroristi esuli in Francia a condannare la lotta armata prima di chiedere indulto o amnistia. -Gli amici hanno sempre rimproverato -sottolinea Scalzone che dopo l'arresto di Paolo Persichetti aveva sollecitato per se' l'estradizione annunciando lo sciopero della fame- di essere troppo buono, troppo liberale, quasi un pompiere-. Quanto agli ex br che vivono nella capitale francese dice: -Se ce ne sono di clandestini, io non lo so. Quelli che conosco e che magari hanno degli ergastoli sono piu' moderati di me-. -Nessuno, ne' un magistrato ne' un pentito mi ha mai accusato di essere coinvolto in omicidi politici. Di averli eseguiti o di esserne stato il mandante. E allora perche' e di cosa avrei il dovere etico di fare autocritica. Da Parigi dove si trova in esilio da 21 anni, Oreste Scalzone, ex di Potere Operaio polemizza in un'intervista a Repubblica con Sergio Segio, che ieri aveva invitato i terroristi esuli in Francia a condannare la lotta armata prima di chiedere indulto o amnistia. Gli amici hanno sempre rimproverato -sottolinea Scalzone che dopo l'arresto di Paolo Persichetti aveva sollecitato per se' l'estradizione annunciando lo sciopero della fame- di essere troppo buono, troppo liberale, quasi un pompiere-. Quanto agli ex br che vivono nella capitale francese dice: -Se ce ne sono di clandestini, io non lo so. Quelli che conosco e che magari hanno degli ergastoli sono piu' moderati di me-

gror280802 (last edited 2008-06-26 09:53:24 by anonymous)