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11.20, apre paoletta per il gr delle 13.00. Dani, se ci sei batti un colpo!!!

= Sommario provvisorio =

Manifestazioni contro la guerra ieri in europa (anche audio)

Due anni di intifada, manifestazione a Marsiglia e nei territori occupati (anche audio)

Israele allenta l'assedio ad Arafat, ma non consegna la lista dei ricercati

FMI, ancora arresti

Attacco all'IRAQ, probabile la data del 28 novembre'

GR ORE 13.00

Palestina

Il governo israeliano ha deciso di allentare l'assedio che da dieci giorni stringe il presidente dell'Anp Yasser Arafat nel suo quartiere generale a Ramallah. La notizia e' stata riferita dalla radio militare che ha precisato pero' che i militari resteranno comunque a presidio della citta'. I carri armati con la Stella di David hanno cominciato stamane a ritirarsi dalla zona della Muqata, il quartier generale del presidente palestinese a Ramallah, quasi interamente distrutto dai bulldozer. Lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi nel capoluogo della Cisgiordania. La decisione di porre fine all'assedio e' stata assunta nel corso di una riunione questa mattina del premier israeliano Ariel Sharon con alcuni ministri e i responsabili della sicurezza dello Stato ebraico. E' stato stabilito che le truppe si ritireranno a una certa distanza dal palazzo ma resterenno abbastanza vicine da poter arrestare, qualora ne escano, i circa 50 militanti palestinesi ricercati ancora all'interno della Muqata. "L'esercito israeliano si terra' a distanza e verra' schierato in modo tale che i ricercati non potranno uscirne", ha spiegato una fonte politica. "A quanti non sono coinvolti nel terrore sara' permesso di tornare a casa, i ricercati che tenteranno di allontanarsi verranno arrestati". Nabil Abu Rdainah, un consigliere di Arafat, ha parlato di <vittoria> per la causa palestinese. -Il ritiro dovrebbe essere seguito dal ripiegamento da tutte le citta' alle posizioni tenute prima del 28 settembre 2000-, ha aggiunto. Ma è di diversa opinione Nabil Abu Rudeina, portavoce e stretto collaboratore del presidente palestinese, che ha definito una farsa l'annuncio di Israele. -Questa decisione e' una farsa e un imbroglio attraverso i quali Israele vuole sottrarsi all'applicazione della risoluzione 1435 del Consiglio di sicurezza dell'Onu-, che chiede un -arresto immediato delle misure prese dentro e attorno a Ramallah-, ha aggiunto il responsabile palestinese.-Il Consiglio di sicurezza deve operare affinche' Israele applichi integralmente questa risoluzione e cessi la sua politica di imbrogli-, ha concluso. L'assedio era iniziato il 18 settembre, dopo due attentati suicidi palestinesi che avevano provocato sette vittime. La motivazione dell'assedio, più volte ribadita da parte delle autorità israeliane, era la cattura di presunti terroristi che si trovavano all'interno del complesso.

Ma Israele non ha inoltrato nemmeno agli Stati Uniti la lista dettagliata dei palestinesi ricercati per terrorismo che si troverebbero assieme al presidente Yasser Arafat in quel che resta del Muqata. Lo afferma oggi il quotidiano 'Maariv'. Al giornale risulta che un consigliere del premier Ariel Sharon, Dov Weisglass, si e' recato nei giorni scorsi negli Stati Uniti per convincerne i dirigenti che l'assedio di Ramallah si era reso necessario per impedire <una serie di attentati> in Israele, il cui primo episodio -secondo il funzionario- era stato dieci giorni fa l'attentato suicida di Tel Aviv. Ma, quando gli interlocutori statunitensi hanno chiesto di verificare i nomi dei presunti terroristi assediati con Arafat e le loro attivita' Weisglass, secondo 'Maariv', non e' stato in grado di fornire alcuna lista. Secondo vari ministri israeliani, con Arafat si trovano 18-19 esponenti palestinesi legati ad attivita' terroristiche, di cui il portavoce militare ha reso noto finora solo quattro nomi. Nei primi giorni di assedio, alcuni portavoce israeliani hanno detto che i <terroristi> erano almeno cinquanta. Ancora oggi la donna-ministro Dalya Yitzik (laburista) ha affermato che con Arafat ci sono <una quarantina di assassini>. L'assenza di una lista consente così al governo israeliano di dichiarare legittimo in ogni momento il suo operato: sarà sufficiente stilare successivamnete una lista di ricercati, utilizzando i nomi di coloro che effettivamente sono all'interno dell'edificio.

Contro la guerra

Decine di migliaia di persone hanno sfilato ieri a Roma rispondendo all'appello lanciato da Rifondazione comunista per opporsi a una guerra contro l'Iraq, dopo che Berlusconi ha, nella seduta del Consiglio di mercoledì, ribadito il suo sostegno alla politica degli Stati uniti. Secondo gli organizzatori, hanno partecipato circa 100.000 persone. Secondo il segretario di rifondazione, la manifestazione ha lo scopo di costruire un njuovo movimento per la pace. Alla manifestazione hanno partecipato anche Nemer Hammad, rappresentante dell'Autorità Palestinese in Italia, e il vescovo siriano Hilarion Capucci. La siria è il paese che più si oppone, in seno all'ONU, all'applicazione delle risoluzioni di guerra nei confronti dell'Iraq.

E decine di migliaia di persone- 250.000 secondo gli organizzatori- hanno sfilato a Londra per gridare la loro opposizione ad una eventuale guerra americano-britannica contro l'Iraq, in una delle più importanti manifestazioni pacifiste organizzate in Europa. " E' la più grande marcia contro la guerra che la Gran Bretagna abbia mai visto" ha assicurato Andrew Murray, uno dei portavoce degli organizzatori, che stimano in un quarto di milione il numero dei partecipanti.La polizia non aveva fatto stime ufficiali fino al pomeriggio. Diversi deputati e personalità , come il regista cinematografico Ken Loach, si sono uniti al corteo che ha percorso nel primo pomeriggio il centro della città passando davanti ai cancelli della residenza ufficiale del Primo Ministro Tony Blair, in una Downing Street assediata dalla polizia. Organizzata congiuntamente dalla "Coalizione contro la guerra" e dall'Associazione dei Musulmani di Gran Bretagna, la manifestazione portava una doppia parola d'ordine, indirizzata tanto al presidente americano George Bush quanto al suo più fedele alleato Tony Blair: "Non attaccate l'Iraq" e "Libertà per la Palestina". Venuti dalla capitale ma anche da molti paesi- alcune centinaia di pullmani erano stati prontamente preparati- i manifestanti brandivano manifesti che mostravano le diversità del corteo: bandierine dei sindacati, di organizzaznioni pacifiste, associazioni rappresentanti minoranze etniche ....su uno dei numerosi manifesti distribuiti dagli organizzatori si poteva leggere "non in mio nome . Non attacate l'Iraq ". Numerosi giovani, famiglie con i bambini, hanno voluto far sentire la loro voce. Questa manifestazione ha dato al Primo ministro un assaggio dell'opposizione che l'attende a partire da oggi nel corso del Congresso del Partito Laburista che si svolgerà a Blackpool. Sindacati e militanti hanno previsto di esprimere brutalmente il loro malcontento di fronte al sostegno dato da Blair alle minacce americane di intervento militare in Irak.

Inverno di guerra

I capi militari americani sono stati allertati in vista di un attacco contro l'Iraq che potrebbe iniziare il 28 novembre, giorno del Ringraziamento. Lo scrive il Sunday Times, citando fonti militari e diplomatiche sia di Washington che di altre capitali alleate. Un numero crescente di esperti militari -scrive il quotidiano britannico- ritiene che la data di inizio sia il giorno del Ringraziamento. Secondo l'opinione di John Pike, capo di globalsecurity,org e autorevole analista, il Pentagono avra' bisogno di soli 10 giorni per preparare gli armamenti e altri 10 per trasportare una prima forza di di attacco nella regione. La posizione -aggiunge Pike- e' di arrivare alla guerra prima della fine di novembre. Un'altra fonte militare, scrive ancora il Times, ha confermato che il generale Tommy Franks, capo del CentCom, il comando centrale americano da cui dipende la regione del Golfo, ha avvertito diverse unita' di combattimento di prima linea, di tenersi pronte per un dispiegamento rapido. Le possibilita' di evitare un attacco -scrive ancora il Sunday Times- appaiono ridotte visto che il team di Bush ha diretto i propri attacchi verso i presunti legami tra Saddam e Bin Laden. Nonostante il diffuso scetticismo a Londra -ricorda il quotidiano- ma un po' ovunque, che Al Qaeda abbia trovato rifugio in Iraq, il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld ha insistito sull'esistenza di prove inconfutabili di un collegamento. Infatti, dopo avere tentato la strada del mancato rispetto delle risoluzioni sull'invio degli ispettori, gli Stati Uniti hanno ripreso la loro vecchia idea, quella di tentare di costruire un legame tra Hussein e Bin Laden. Ma le prove, già annunciate alla fine dello scorso anno, non sono mai state rese pubbliche, ma solo citate. I pochi rapporti che sono stati resi noti, non dimostrano legami di alcun tipo tra i due personaggi. Molto più forti sono i legami tra la famiglia Bush e Bin Laden, ma questo non è certo tenuto in considerazione dal Congresso americano, che dovrebbe altrimenti chiedere le dimissioni del suo stesso presidente.

FMI

Non cessano le proteste a Washington per la riunione annuale del FMI e della Banca Mondiale, nonostante gli oltre 600 arresti avvenuti nella giornata di venerdì. Gli organizzatori dei cortei di protesta che hanno contestato, a Washington, le riunioni delle istituzioni finanziarie internazionali hanno affermato, sabato sera, di stimare tra i 15 e i 20 mila il numero delle persone che hanno complessivamente partecipato alle manifestazioni. Fonti della polizia parlano, invece, di due o tremila persone. I cortei si sono sciolti pacificamente, come s'erano svolti, mentre alcune decine di manifestanti inscenavano sit-in ai varchi nelle transenne che recintano l'area delle sedi dell'Fmi e della Banca Mondiale. Sono stati circa 3.000 gli agenti di polizia, a piedi, a cavallo, in bicicletta, in motocicletta, in auto e in elicottero, schierati per contenere i manifestanti. Tra i politici che hanno partecipato alle manifestazioni e parlato ai manifestanti anche Ralph Nader, leader dei consumatori e degli ambientalisti e candidato alle presidenziali 2000: Dobbiamo subordinare -ha detto- il potere delle corporazioni al potere del popolo.

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gror290902 (last edited 2008-06-26 09:49:48 by anonymous)