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Bangladesh - Si è spenta definitivamente l’unica emittente televisiva indipendente non satellitare del Bangladesh, ‘Ekushey Television’ (Etv). La Corte Suprema del Paese asiatico ne ha decretato ieri la chiusura, sostenendo che la licenza in possesso del canale televisivo per la trasmissione dei programmi è ‘irregolare’. I magistrati hanno così confermato il verdetto emesso nel marzo scorso dall’Alta Corte del Bangladesh. Lanciata nell’aprile 2000, la Etv aveva ottenuto la licenza di trasmissione dal partito allora al governo, la Lega Awami (Al) della premier Sheikh Hasina. L’anno scorso hanno sporto denuncia contro l’emittente televisiva 4 persone sospettate di essere spalleggiate dallo schieramento oggi al potere, il Partito nazionale del Bangladesh (Bnp) dell’attuale primo ministro Khaleda Zia. I 4 hanno sostenuto che il precedente governo della Al non aveva seguito le giuste procedure nell’assegnare la licenza alla Etv. Peraltro questa stazione televisiva era già stata temporaneamente chiusa a pochi giorni dalle elezioni politiche dello scorso primo ottobre. Ufficialmente i motivi della decisione erano di ordine tecnico. Di fatto il Bnp, all’epoca all’opposizione, aveva spesso accusato l’emittente di essere troppo schierata con la Al. Va ricordato anche che nel maggio scorso l’esecutivo di Dhaka ha proibito le trasmissioni di Mtv e Channel-V, canali satellitari che trasmettono programmi musicali per un target giovanile di pubblico, per "evitare infiltrazioni da parte di culture diverse e fermare il degrado morale dei giovani". Bangladesh - Si è spenta definitivamente l’unica emittente televisiva indipendente non satellitare del Bangladesh, ‘Ekushey Television’ (Etv). La Corte Suprema del Paese asiatico ne ha decretato ieri la chiusura, sostenendo che la licenza in possesso del canale televisivo per la trasmissione dei programmi è ‘irregolare’. I magistrati hanno così confermato il verdetto emesso nel marzo scorso dall’Alta Corte del Bangladesh. Lanciata nell’aprile 2000, la Etv aveva ottenuto la licenza di trasmissione dal partito allora al governo, la Lega Awami (Al) della premier Sheikh Hasina. L’anno scorso hanno sporto denuncia contro l’emittente televisiva 4 persone sospettate di essere spalleggiate dallo schieramento oggi al potere, il Partito nazionale del Bangladesh (Bnp) dell’attuale primo ministro Khaleda Zia. I 4 hanno sostenuto che il precedente governo della Al non aveva seguito le giuste procedure nell’assegnare la licenza alla Etv. Peraltro questa stazione televisiva era già stata temporaneamente chiusa a pochi giorni dalle elezioni politiche dello scorso primo ottobre. Ufficialmente i motivi della decisione erano di ordine tecnico. Di fatto il Bnp, all’epoca all’opposizione, aveva spesso accusato l’emittente di essere troppo schierata con la Al. Va ricordato anche che nel maggio scorso l’esecutivo di Dhaka ha proibito le trasmissioni di Mtv e Channel-V, canali satellitari che trasmettono programmi musicali per un target giovanile di pubblico, per "evitare infiltrazioni da parte di culture diverse e fermare il degrado morale dei giovani".
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È ancora preda della paura la città di Dungu (estremo nordovest della Repubblica Democratica del Congo), conquistata due giorni fa da Jean-Pierre Bemba del Movimento di liberazione congolese (Mlc). Il gruppo composto da clero locale e missionari, che per sfuggire agli assalti si era rifugiato in una parrocchia fuori Dungu, ha ricevuto ieri altre due ‘visite' degli armati. Lo riferiscono fonti della MISNA, specificando che i militari di Bemba sono tornati a chiedere con arroganza cibo, soldi, batterie, macchine ed altri beni. Le stesse fonti sottolineano come i recenti, feroci combattimenti abbiano causato gravi danni a Dungu, anche perché i militari si sarebbero dati al loro ‘gioco' preferito: il saccheggio. A farne le spese è stata anche la sede locale di Msf (Medici senza frontiere). In un comunicato diffuso da Ginevra si informa che, nella notte tra martedì e mercoledì scorso, per ben 3 volte dei soldati armati si sono introdotti con la forza nel loro complesso abitativo, “dandosi ai saccheggi e minacciando fisicamente il personale di Msf”. Sono stati sparati colpi di arma da fuoco ma per fortuna non ci sono state vittime. L'organizzazione umanitaria, attiva a Dungu dal luglio 2001, sostiene di aver ricevuto in passato garanzie dalle varie fazioni impegnate nel conflitto per poter rimanere sul posto e continuare a far funzionare l'ospedale locale. Avendo i militari contraddetto alla parola data, Msf ha deciso di evacuare temporaneamente la propria équipe a Kampala, nella vicina Uganda, almeno fino a quando non verrà fatta chiarezza sui recenti avvenimenti. È ancora preda della paura la città di Dungu (estremo nordovest della Repubblica Democratica del Congo), conquistata due giorni fa da Jean-Pierre Bemba del Movimento di liberazione congolese (Mlc). Il gruppo composto da clero locale e missionari, che per sfuggire agli assalti si era rifugiato in una parrocchia fuori Dungu, ha ricevuto ieri altre due ‘visite' degli armati. Lo riferiscono fonti della MISNA, specificando che i militari di Bemba sono tornati a chiedere con arroganza cibo, soldi, batterie, macchine ed altri beni. Le stesse fonti sottolineano come i recenti, feroci combattimenti abbiano causato gravi danni a Dungu, anche perché i militari si sarebbero dati al loro ‘gioco' preferito: il saccheggio. A farne le spese è stata anche la sede locale di Msf (Medici senza frontiere). In un comunicato diffuso da Ginevra si informa che, nella notte tra martedì e mercoledì scorso, per ben 3 volte dei soldati armati si sono introdotti con la forza nel loro complesso abitativo, “dandosi ai saccheggi e minacciando fisicamente il personale di Msf”. Sono stati sparati colpi di arma da fuoco ma per fortuna non ci sono state vittime. L'organizzazione umanitaria, attiva a Dungu dal luglio 2001, sostiene di aver ricevuto in passato garanzie dalle varie fazioni impegnate nel conflitto per poter rimanere sul posto e continuare a far funzionare l'ospedale locale. Avendo i militari contraddetto alla parola data, Msf ha deciso di evacuare temporaneamente la propria équipe a Kampala, nella vicina Uganda, almeno fino a quando non verrà fatta chiarezza sui recenti avvenimenti.
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 È ancora preda della paura la città di Dungu (estremo nordovest della Repubblica Democratica del Congo), conquistata due giorni fa da Jean-Pierre Bemba del Movimento di liberazione congolese (Mlc). Il gruppo composto da clero locale e missionari, che per sfuggire agli assalti si era rifugiato in una parrocchia fuori Dungu, ha ricevuto ieri altre due ‘visite' degli armati. Lo riferiscono fonti della MISNA, specificando che i militari di Bemba sono tornati a chiedere con arroganza cibo, soldi, batterie, macchine ed altri beni. Le stesse fonti sottolineano come i recenti, feroci combattimenti abbiano causato gravi danni a Dungu, anche perché i militari si sarebbero dati al loro ‘gioco' preferito: il saccheggio. A farne le spese è stata anche la sede locale di Msf (Medici senza frontiere). In un comunicato diffuso da Ginevra si informa che, nella notte tra martedì e mercoledì scorso, per ben 3 volte dei soldati armati si sono introdotti con la forza nel loro complesso abitativo, “dandosi ai saccheggi e minacciando fisicamente il personale di Msf”. Sono stati sparati colpi di arma da fuoco ma per fortuna non ci sono state vittime. L'organizzazione umanitaria, attiva a Dungu dal luglio 2001, sostiene di aver ricevuto in passato garanzie dalle varie fazioni impegnate nel conflitto per poter rimanere sul posto e continuare a far funzionare l'ospedale locale. Avendo i militari contraddetto alla parola data, Msf ha deciso di evacuare temporaneamente la propria équipe a Kampala, nella vicina Uganda, almeno fino a quando non verrà fatta chiarezza sui recenti avvenimenti.  È ancora preda della paura la città di Dungu (estremo nordovest della Repubblica Democratica del Congo), conquistata due giorni fa da Jean-Pierre Bemba del Movimento di liberazione congolese (Mlc). Il gruppo composto da clero locale e missionari, che per sfuggire agli assalti si era rifugiato in una parrocchia fuori Dungu, ha ricevuto ieri altre due ‘visite' degli armati. Lo riferiscono fonti della MISNA, specificando che i militari di Bemba sono tornati a chiedere con arroganza cibo, soldi, batterie, macchine ed altri beni. Le stesse fonti sottolineano come i recenti, feroci combattimenti abbiano causato gravi danni a Dungu, anche perché i militari si sarebbero dati al loro ‘gioco' preferito: il saccheggio. A farne le spese è stata anche la sede locale di Msf (Medici senza frontiere). In un comunicato diffuso da Ginevra si informa che, nella notte tra martedì e mercoledì scorso, per ben 3 volte dei soldati armati si sono introdotti con la forza nel loro complesso abitativo, “dandosi ai saccheggi e minacciando fisicamente il personale di Msf”. Sono stati sparati colpi di arma da fuoco ma per fortuna non ci sono state vittime. L'organizzazione umanitaria, attiva a Dungu dal luglio 2001, sostiene di aver ricevuto in passato garanzie dalle varie fazioni impegnate nel conflitto per poter rimanere sul posto e continuare a far funzionare l'ospedale locale. Avendo i militari contraddetto alla parola data, Msf ha deciso di evacuare temporaneamente la propria équipe a Kampala, nella vicina Uganda, almeno fino a quando non verrà fatta chiarezza sui recenti avvenimenti.
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ore 9.00. buongiorno a tutte/i. pagina aperta da paola e cristina...benvenuto ogni contributo! c: ore 13.30 abbandono il campo...baci

aggiornamento ore 13.00

DAL MONDO

Palestina - Reparti militari dell'esercito israeliano sono impegnati dalle prime ore dell'alba in una incursione nella citta' di Jenin (Cisgiordania) e nel vicino campo profughi. Il segretario di zona di al-Fatah, Cadura Mussa, ha riferito da Jenin che finora si ha notizia di un morto e di due feriti. La incursione dei mezzi blindati israeliani, ha aggiunto Mussa in una intervista televisiva, e' stata ostacolata dal fuoco di militanti palestinesi e sembra volgere adesso al termine. -Se gli israeliani speravano di arrestare ricercati, non sono riusciti nel loro intento-, ha concluso Mussa. Le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato nel giro di 24 ore 23 palestinesi sospettati di essere coinvolti in attività terroristiche. Lo hanno rivelato giovedì le stesse autorità di Tel Aviv. Le severe misure di sicurezza adottate da Israele negli ultimi mesi per sradicare la infrastruttura terroristica palestinese hanno provocato un vero disastro nell'economia palestinese. Lo afferma l'emissario delle Nazioni Unite nella regione, Terje Larsen. Secondo i dati raccolti dai suoi collaboratori nei Territori, nel secondo trimestre del 2002 il tasso medio di disoccupazione era compreso fra il 36% e il 50% della forza lavoro. Questo tasso ha raggiunto vette del 63,3% questa estate, quando 500-900 mila persone in Cisgiordania sono state sottoposte a ricorrenti coprifuoco. Dall'inizio dell'intifada nel settembre 2000 l'economia palestinese - secondo Larsen - ha perduto introiti per un valore complessivo di 3,3 miliardi di dollari. Una volta stabilito il livello di poverta' in consumi quotidiani pro capite che non eccedano i due dollari, lo staff delle Nazioni Unite ha calcolato che il 70% degli abitanti di Gaza e il 55% della popolazione della Cisgiordania ne sono al di sotto. Nei Territori c'e' diffusa disperazione. Il funzionario Onu ammette che la rimozione della morsa militare potrebbe effettivamente creare rischi per la sicurezza di Israele. Al tempo stesso, avverte, perpetuare la situazione attuale genera fra i palestinesi un sempre maggiore estremismo

Iraq - Il quotidiano israeliano "Maariv" ha riportato ieri la notizia che entro la fine di novembre gli Stati Uniti attaccheranno l'Iraq. L'avvertimento sarebbe arrivato da due generali delle forze armate americane nel corso di una visita effettuata, nell'arco delle scorse settimane, in Israele allo scopo di ispezionare i depositi di munizioni, i pezzi di ricambio, e lo stato dei magazzini di materiale bellico che le forze armate Usa hanno nel paese. Secondo quanto riporta il giornale, i due generali, uno dei quali sarebbe il comandante del quinto corpo d'armata dell'esercito statunitense, nel corso di un'ampia relazione hanno reso noto ai colleghi israeliani che l'obiettivo dell'attacco sarà di provocare il crollo del regime al potere in Iraq e l'uccisione del presidente Saddam Hussein. L'offensiva dovrebbe avere inizio con un massiccio attacco aereo e navale e col lancio di paracadutisti americani dentro l'Iraq al fine di arrivare nelle località dove si sospetta che potrebbe essersi nascosto il rais. Nelle stime americane l'operazione durerà alcune settimane e in ogni caso non si concluderà prima della liquidazione dell' attuale regime iracheno. Gli ufficiali avrebbero assicurato che Israele sarà tenuto tempestivamente informato dell'operazione e che le truppe americane faranno tutto il possibile per occupare al più presto le località dalle quali l'Iraq potrebbe essere in grado di lanciare missili contro Israele. Nel corso di una di queste ispezioni uno dei due generali avrebbe detto ad alcuni ufficiali israeliani che «il presidente George W. Bush questa volta è deciso a uccidere Saddam Hussein, a differenza del padre che nella guerra del Golfo del 1991 non ci riuscì». La preoccupante notizia segue la dichiarazione dei giorni scorsi del segretario alla difesa Donald Rumsfeld,che ha affermato che gli Stati Uniti sono decisi a provocare la caduta di Saddam Hussein anche se dovessero agire da soli e senza un sostegno internazionale. Intanto da Johannesburg, giunge la notizia che l'Iraq proseguirà ad esportare greggio anche nel caso di un attacco militare da parte degli Stati Uniti. "Naturalmente continueremo ad esportare il nostro petrolio", ha dichiarato il ministro della Pianificazione Hassan al-Khattab a margine del vertice sullo sviluppo sostenibile in corso nella città sudafricana. Secondo al-Khattab, una guerra avrebbe gravi conseguenze sull'economia mondiale "perché i prezzi del petrolio salirebbero": già solo il dibattito sul possibile conflitto ha fatto salire i prezzi da 23 a 30 dollari a barile, ha notato il ministro, "se attaccheranno l'Iraq, i prezzi aumenteranno sensibilmente". Al momento i governo Berlusconi si trova ad essere praticamente l'unico governo europeo ad avere una linea di appoggio incondizionato agli Stati Uniti in caso di attacco. Secondo molti esperti del settore finanziario e petrolifero , se da un lato la continua tensione sui piani USA contro Saddam contribuisce a tenere "vivo" il mercato del petrolio, con benefici sui prezzi di cui si avvantaggiano anche le imprese petrolifere italiane, dall'altro lato l'isolamento del governo italiano sulla questione potrebbe essere pagato a caro prezzo nel prossimo futuro dalle nostre aziende che operano nei paesi mediorientali e nel nordafrica

Sempre piu' forte l'opposizione interno al Partito laburista contraria a supportare un intervento militare in Iraq. Nelle prossime settimane il premier, Tony Blair, dovra' affrontare il malumore sempre crescente della base e dei suoi stessi compagni di partito del Labour contrari a seguire la linea interventista di Washington contro Saddam Hussein. La posizione di Tony Blair e' delicata, il Primo ministro britannico deve fare i conti con i malumori del suo partito ma, allo stesso tempo, si trova a dover fronteggiare le pressione che gli vengono fatte dai falchi dell'Amministrazione americana come Dick Cheney e Donald Rumsfeld.

PAESI BASCHI

agenti della polizia autonoma si trovano in questo momento in via Ikata, nella parte vecchia di San Sebastian dove secondo alcuni testimoni si è proceduto con la chiusura delle sedi di partiti e associazioni indipendentiste. Nonostante le prime informazioni siano confuse, sempre secondo i testimoni, gli agenti della polizia basca si sono presentati a Zuhatzi taberna ed hanno proceduto a chiudere il locale. Nella stessa strada si trova -Herria elkartea-, una associazione gastronomica basca, locale verso il quale si era in prima istanza diretta la polizia. trovandolo gia chiuso hanno optato per dirigersi alla taverna sopracitata. Con questo intervento la polizia basca prosegue le sua irruzzione nelle sedi patriottiche nel territorio della provincia di San Sebastian. Nella notte tra mercoledi e giovedi, i poliziotti avevano gia chiuso la sede di Batasuna a Lezo. Intanto a Bizkai, le ultime operazioni poliziesche in esecuzione del decreti di Baltazar Garzon si sono avute a Arrigorriaga, Galdakao y Santurtzi.

Una manifestazione indetta per il 7 settembre a Bilbao contro la sospensione di Batasuna ha generato una aspra polemica fra il Partito Popolare di Aznar e il governo autonomo Basco. Il ministero dell'Interno basco, infatti, ha dato il nulla osta manifestazione, perche' convocata da due cittadini qualsiasi e non da Batasuna in quanto partito politico. Il segretario del Partito Nazionalista Basco, Joseba Egibar, ha detto oggi che la messa al bando di Batasuna e' dovuta in gran parte al -protagonismo maniacale- del giudice Baltasar Garzon. -Eta e Batasuna non sono la stessa cosa, ne' organicamente ne' strutturalmente-, ha aggiunto Egibar, aggiungendo pero' che -appartengono allo stesso spettro -eologico, il che mi pare evidente-. Per il segretario del Pnv l'Eta -non e' semplicemente un'organizzazione mafiosa, ha una storia dietro di se', nella quale cio' che era la sua azione armata in altre epoche ora appare sbiadito, perche' con l'arrivo della democrazia, invece di affrontare le questioni politiche attraverso di essa, ha deciso portare avanti la strategia dell'imposizione-. -Per queste cose bisogna trovare una soluzione, non basta col dire che devono sparire-, ha sottolineato Egibar, secondo il quale -per quanto siano terribili gli effetti della sua strategia terroristica, l'Eta sta agendo dentro una strategia politica, che questo ci piaccia o no-, e ha aggiunto che il Pnv -e' lo specchio della sconfitta dell'Eta-. -La Giustizia di questo paese si sta giocando la reputazione con questa questione-, ha proseguito il portavoce del Pnv, secondo il quale il giudice Garzon -e' gonfio come un pallone gonfiato- che -nei suoi documenti presenta come risolutivi fatti che sono mera speculazione-. Il Psoe guidato da Zapatero chiederà -immediatamente- che Batasuna venga inclusa nella lista di organizzazioni terroristiche stilata dall'Unione Europea, -cio' che e' illegale in Spagna non puo' essere legale in Europa-, ha riferito la responsabile degli affari esteri del partito. -amo tutti parti dell'UE, che e' una istituzione sovranazionale, nella quali gli Stati membri sono sottomessi a una serie di quadri giuridici,e vorrei ricordare che il terzo pilastro della comunita' e' quella della Giustizia e degli Interni-. La dirigente socialista ha aggiunto che in passato l'UE si era rifiutata a considerare Batasuna un'organizzazione terroristica perche' era un partito legale -ma adesso che e' illegale, come lo voleva il Partito Socialista, ovviamente non puo' piu' essere legale in altri paesi europei-. Il giudice Baltazar Grzon, a New York per ricevere un dottorato ad honorem, ha dichiarato che la sospensione di Batasuna non aumenterà atti di tipo terroristico nel paese iberico. In un discorso alla New School University ha parlato dell' 11 settembre: - è necessaria una rivoluzione dei concetti che si oppongono al terrorismo, la legalità è la unica arma a disposizione-. Di parere contrario è il premier spagnolo Aznar che in una intervista al quotidiano El Mundo ha dichiarato che -si dovrà soffrire con una ondata di terrorismo, ma la Spagna sta lavorando nel verso giusto-.

ARGENTINA Nonostante i tentativi del gocverno Duhalde per ottenere aiuti dal FMI, e le dichiarazini ottimiste dei suoi rappresentanti, oggi è arrivata la doccia fredda.L'Argentina non e' ancora pronta per un prestito d'emergenza. Cosi' il FMI ha risposto alla lettera d'intenti inviata all'inizio di agosto dal governo argentino. Il paese ha indubbiamente fatto progressi per cercare di uscire dalla crisi economica - ha dichiarato Thomas Dawson, portavoce dell'istituto di Washington - ma ci sono ancora numerosi problemi che devono ancora essere risolti, tra cui l'ancora troppo elevata spesa pubblica. La notizia, pessima per il governo Duhalde, rappresenta però una speranza per il popolo argentino, che spera che questo convinca il preemier ad adottare politiche differenti da quelle imposte dagli organismi internazionale. Il timore però è che Duhalde accetti le imposizioni del FMI, rendendo ancora più pesante la situazione economica. Recentemente il ministro dell'economia Roberto Lavanga ha condannato la decisione di un tribunale di abolire il taglio ai salari dei dipendenti pubblici varato dal governo che avrebbe prodotto un risparmio di circa $2 mld l'anno. A peggiorare il clima e' giunta inoltre un'inchiesta del Financial Times secondo cui i parlamentari argentini avrebbero chiesto tangenti alle banche straniere presenti sul territorio in cambio del rinvio di una normativa che imporrebbe alle banche il pagamento di una commissione per la creazione di un istituto sociale che aiuti i dipendenti delle societa' finite in bancarotta. Il no del Fmi non e' proprio arrivato come un fulmine a ciel sereno per l'Argentina. Il paese infatti gia' si attendeva una risposta del genere sull'onda del ritardo con cui il Fondo monetario internazionale ha accolto le richieste della lettera d'intenti. L'Argentina dopo aver dichiarato il default sul debito per un valore di $ 141 mld si e' ritrovata con una forte impennata dell'inflazione e della disoccupazione mentre la valuta locale, il peso, ha perso oltre il 70% del suo valore. Oltre ai cittadini a risentire di questa situazione e' stato l'intero sistema bancario che davanti alla corsa agli sportelli per il ritiro dei depositi si trova ora in forte crisi di liquidita' nonostante il blocco imposto dal governo.

Afghanistan - Dopo essersi a lungo opposti a un'estensione del mandato dell'Isaf, la Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza impegnata in Afghanistan, gli Stati Uniti sono adesso tendenzialmente propensi all'ipotesi opposta, e si dicono favorevoli non soltanto a un incremento nel numero dei militari impiegati, ma anche a un loro dispiegamento su porzioni di territorio piu' vaste, anziche' lasciarlo circoscritto alla sola Kabul e immediati dintorni, come avviene attualmente. Lo hanno riferito al quotidiano 'The New York Times' fonti riservate dell'amministrazione di George W. Bush, secondo cui al Pentagono si ritiene che in tal modo la sicurezza nel Paese centro-asiatico potrebbe essere tutelata meglio, permettendo tra l'altro alle truppe americane inquadrate nella stessa Isaf di concludere piu' rapidamente la missione. "E' una correzione a meta' percorso", hanno spiegato in sintesi le fonti Usa, motivandola con le difficolta' incontrate nel processo della ricostruzione afghana, maggiori del previsto in particolare per quanto riguarda il ripristino della legge e dell'ordine.

Pakistan - Secco no per Benazir Bhutto, parziale via libera per Nawaz Sharif. I funzionari del collegio elettorale di Larkana, un feudo della famiglia Bhutto nel sud del Pakistan, hanno respinto oggi la candidatura alle elezioni del prossimo 10 ottobre presentata per procura nei giorni scorsi dalla ex premier attualmente in esilio. Motivo del diniego è la condanna in contumacia per corruzione inflitta nel 1999 alla donna che ha guidato il Pakistan dal 1988 al 1990 e successivamente dal 1993 al novembre 1996. Se per la Bhutto il no sembra definitivo, c'è ancora qualche spiraglio di speranza per un altro ex primo ministro pakistano, Nawaz Sharif, deposto nel 1999 con un colpo di Stato incruento dall'attuale presidente Pervez Musharraf. Anch'egli in esilio, nei giorni scorsi aveva presentato per procura la sua candidatura alle future elezioni e ieri i funzionari di Lahore hanno concesso un preliminare via libera. Tutte le candidature presentate necessitano comunque della formale approvazione dalla Commissione elettorale nazionale. Il ritorno in patria di Bhutto e Sharif è di fatto impedito da due misure volute nei mesi scorsi da Musharraf: la prima impedisce di candidarsi a persone che siano state giudicate colpevoli di reati, la seconda vieta ai primi ministri con due mandati alle spalle di correre per un terzo incarico. È giocoforza che, non appena varcheranno il confine del Pakistan, per la Bhutto e Sharif scatteranno immediatamente le manette.

DALL'ITALIA

Cercola - Un migliaio di persone hanno partecipato ai funerali di Bernardo Romano, il precario di 47 anni che e' morto dopo essersi dato fuoco davanti al municipio di Cercola, nel napoletano, disperato per la mancanza di un lavoro fisso. La parrocchia dell'Immacolata Concezione, in via Riccardi a Cercola, dove si sono svolte le esequie, era stracolma. Almeno 500 persone non sono riuscite ad entrare. La moglie, Patrizia Iervolino, e' svenuta ed e' stata poi portata a braccia all'interno della chiesa. Presente, oltre al sindaco, che è stato duramente contestato, e agli amministratori locali, il prefetto di Napoli, Carlo Ferrigno. In chiesa vi erano gli ex compagni di lavoro di Romano mentre all'esterno una delegazione di diverse liste di disoccupati ha steso uno striscione che riporta, oltre a quello di Romano, i nomi di altri precari che si sono uccisi negli anni scorsi, sempre per la mancanza di certezze lavorative, tra cui Luigi Pelliccia. Anche quest'ultimo, come Romano, si diede fuoco per protesta e mori', a soli 25 anni, dopo quattro giorni di agonia il 3 giugno dello scorso anno. Sullo striscione campeggia la scritta: Gli stessi gesti, gli stessi diritti negati.

GR 0RE 10.00

DAL MONDO

La Lega araba si oppone ad un attacco americano all'Iraq. Lo ha affermato, in un'intervista alla Bbc, l'ambasciatore dell'organizzazione a Washington, Yahir Mahmasanni, secondo cui ogni cambio di regime in un paese arabo deve avvenire dall'interno L'opposizione irachena, scrive oggi il New York Times, starebbe preparando una conferenza generale in Europa per fine settembre. Scopo del vertice la nomina di un governo in esilio sostenuto dagli Stati Uniti. La sede dell'incontro, dicono alcune fonti dell'opposizione irachena, dovrebbe essere Amsterdam e il summit, e l'idea di nominare un governo in esilio, sarebbero state definite a metà di Agosto nel corso degli incontri a Washington tra l'opposizione irachena e l'amministrazione Bush. La stessa fonte spiega il motivo di tale scelta. Si tratterebbe di un "test" molto importante per dimostrare agli Usa che l'opposizione irachena "può agire sotto una leadership unica" facilitando l'intervento americano. Tra i principali candidati alla guida del futuro governo in esilio, Ahmed Chalabai, del Congresso Nazionale Iracheno, il principale gruppo ombrello dell'opposizione.

PALESTINA (aggiunta da macedonio assonnato)

Reparti militari dell'esercito israeliano sono impegnati dalle prime ore dell'alba in una incursione nella citta' di Jenin (Cisgiordania) e nel vicino campo profughi. Il segretario di zona di al-Fatah, Cadura Mussa, ha riferito da Jenin che finora si ha notizia di un morto e di due feriti. La incursione dei mezzi blindati israeliani, ha aggiunto Mussa in una intervista televisiva, e' stata ostacolata dal fuoco di militanti palestinesi e sembra volgere adesso al termine. -Se gli israeliani speravano di arrestare ricercati, non sono riusciti nel loro intento-, ha concluso Mussa. Le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato nel giro di 24 ore 23 palestinesi sospettati di essere coinvolti in attività terroristiche. Lo hanno rivelato giovedì le stesse autorità di Tel Aviv.

Undici arresti sono stati compiuti nella notte tra mercoledì e giovedì a Nablus, Tulkarem, Daharia e vicino a Ramallah. Gli altri sospettati sono stati arrestati nel corso della giornata a Gaza, Hebron, Dura, e ancora a Tulkarem e Nablus. Nel frattempo fonti mediche palestinesi hanno invece rivelato che un ragazzino di 12 anni è stato ucciso, e altre otto persone sono rimaste ferite, nel corso della sparatoria seguita a un'incursione delle truppe israeliane a Rafah, nel sud della striscia di Gaza. In precedenza, nelle prime ore della mattina, altri quattro palestinesi - tra cui una donna e due dei suoi figli - erano stati uccisi dai colpi sparati contro la loro casa da un carro armato israeliano, nel villaggio di Sheikh Ijleen, sempre nella striscia di Gaza. Su questo episodio era poi intervenuto il ministro della Difesa israeliano, Binyamin Ben-Eliezer, che attraverso una dichiarazione ufficiale esprimeva "rincrescimento per l'incidente in cui sono stati uccisi innocenti palestinesi". Testimoni inoltre raccontano dei pestaggi subiti dai prigionieri palestinesi nella prigione del Russian Compound nel centro di Gerusalemme. I prigionieri palestinesi sono stati legati e picchiati selvaggiamente dai soldati nel cortile della prigione. I soldati li hanno colpiti con i calci e con i fucili, procurando loro gravi ferite.

Londra, 30 agosto 2002

Gruppi militanti palestinesi, fra loro rivali, dopo sei mesi di negoziati dietro le quinte, avrebbero raggiunto un accordo che potrebbe cambiare gli equilibri nel conflitto arabo-israeliano. Lo rivela il quotidiano britannico The Guardian, cui sarebbe stata consegnata da fonti palestinesi una copia dell'accordo, chiamato "Proposta per un programma unito", insieme ad altri documenti compravanti lo svolgimento dei negoziati. Insieme sotto l'egida di Arafat Tredici fazioni palestinesi, tra cui al-Fatah, Hamas e la Jihad islamica, si sarebbero incontrate regolarmente a Gaza City per provare ad archiviare le loro storiche controversie e costituirsi in un fronte unito sotto la guida di Yasser Arafat. I punti principali del documento Il primo di essi - scrive il The Guardian - è "la fine dell'occupazione militare israeliana e degli insediamenti illegali dai territori occupati il 5 giugno 1967 (in occasione della Guerra dei sei giorni, ndr.), inclusa Gerusalemme". Il secondo è la costituzione di "uno Stato palestinese indipendente che abbia la piena sovranità, con Gerusalemme capitale, sulla terra occupata nel 1967". Il terzo, infine, è "la preservazione e la protezione del diritto dei profughi palestinesi di tornare alle loro case, da cui sono stati costretti a fuggire, in accordo alla risoluzione 194 delle Nazioni Unite del 1948". Adozione sistema multipartitico Il documento afferma inoltre la necessità di una completa riforma democratica della società palestinese , con l'adozione di un sistema politico multipartitico. Abbandonare strategia degli attentati Ma uno dei dati più significativi del documento è che per realizzare questi obbiettivi, anche i gruppi più radicali, come Hamas, sarebbero pronti a rinunciare alla strategia degli attentati contro i civili israeliani.

Le severe misure di sicurezza adottate da Israele negli ultimi mesi per sradicare la infrastruttura terroristica palestinese hanno provocato un vero disastro nell'economia palestinese. Lo afferma l'emissario delle Nazioni Unite nella regione, Terje Larsen. Secondo i dati raccolti dai suoi collaboratori nei Territori, nel secondo trimestre del 2002 il tasso medio di disoccupazione era compreso fra il 36% e il 50% della forza lavoro. Questo tasso ha raggiunto vette del 63,3% questa estate, quando 500-900 mila persone in Cisgiordania sono state sottoposte a ricorrenti coprifuoco. Dall'inizio dell'intifada nel settembre 2000 l'economia palestinese - secondo Larsen - ha perduto introiti per un valore complessivo di 3,3 miliardi di dollari. Una volta stabilito il livello di poverta' in consumi quotidiani pro capite che non eccedano i due dollari, lo staff delle Nazioni Unite ha calcolato che il 70% degli abitanti di Gaza e il 55% della popolazione della Cisgiordania ne sono al di sotto. Nei Territori c'e' diffusa disperazione. Il funzionario Onu ammette che la rimozione della morsa militare potrebbe effettivamente creare rischi per la sicurezza di Israele. Al tempo stesso, avverte, perpetuare la situazione attuale genera fra i palestinesi un sempre maggiore estremismo

PAESI BASCHI

Salgono a 12 le sedi di Batasuna sgomberate dalla polizia autonama basca. Solo resistenza passiva da parte dei simpatizanti che occupavano le sedi. Una manifestazione indetta per il 7 settembre a Bilbao contro la sospensione di Batasuna ha generato una aspra polemica fra il Partito Popolare di Aznar e il governo autonomo Basco. Il ministero dell'Interno basco, infatti, ha dato il nulla osta manifestazione, perche' convocata da due cittadini qualsiasi e non da Batasuna in quanto partito politico. Il segretario del Partito Nazionalista Basco, Joseba Egibar, ha detto oggi che la messa al bando di Batasuna e' dovuta in gran parte al -protagonismo maniacale- del giudice Baltasar Garzon. -Eta e Batasuna non sono la stessa cosa, ne' organicamente ne' strutturalmente-, ha aggiunto Egibar, aggiungendo pero' che -appartengono allo stesso spettro -eologico, il che mi pare evidente-. Per il segretario del Pnv l'Eta -non e' semplicemente un'organizzazione mafiosa, ha una storia dietro di se', nella quale cio' che era la sua azione armata in altre epoche ora appare sbiadito, perche' con l'arrivo della democrazia, invece di affrontare le questioni politiche attraverso di essa, ha deciso portare avanti la strategia dell'imposizione-. -Per queste cose bisogna trovare una soluzione, non basta col dire che devono sparire-, ha sottolineato Egibar, secondo il quale -per quanto siano terribili gli effetti della sua strategia terroristica, l'Eta sta agendo dentro una strategia politica, che questo ci piaccia o no-, e ha aggiunto che il Pnv -e' lo specchio della sconfitta dell'Eta-. -La Giustizia di questo paese si sta giocando la reputazione con questa questione-, ha proseguito il portavoce del Pnv, secondo il quale il giudice Garzon -e' gonfio come un pallone gonfiato- che -nei suoi documenti presenta come risolutivi fatti che sono mera speculazione-. Il Psoe guidato da Zapatero chiederà -immediatamente- che Batasuna venga inclusa nella lista di organizzazioni terroristiche stilata dall'Unione Europea, -cio' che e' illegale in Spagna non puo' essere legale in Europa-, ha riferito la responsabile degli affari esteri del partito. -amo tutti parti dell'UE, che e' una istituzione sovranazionale, nella quali gli Stati membri sono sottomessi a una serie di quadri giuridici,e vorrei ricordare che il terzo pilastro della comunita' e' quella della Giustizia e degli Interni-. La dirigente socialista ha aggiunto che in passato l'UE si era rifiutata a considerare Batasuna un'organizzazione terroristica perche' era un partito legale -ma adesso che e' illegale, come lo voleva il Partito Socialista, ovviamente non puo' piu' essere legale in altri paesi europei-. Il giudice Baltazar Grzon, a New York per ricevere un dottorato ad honorem, ha dichiarato che la sospensione di Batasuna non aumenterà atti di tipo terroristico nel paese iberico. In un discorso alla New School University ha parlato dell' 11 settembre: - è necessaria una rivoluzione dei concetti che si oppongono al terrorismo, la legalità è la unica arma a disposizione-. Di parere contrario è il premier spagnolo Aznar che in una intervista al quotidiano El Mundo ha dichiarato che -si dovrà soffrire con una ondata di terrorismo, ma la Spagna sta lavorando nel verso giusto-.

ARGENTINA Nonostante i tentativi del gocverno Duhalde per ottenere aiuti dal FMI, e le dichiarazini ottimiste dei suoi rappresentanti, oggi è arrivata la doccia fredda.L'Argentina non e' ancora pronta per un prestito d'emergenza. Cosi' il FMI ha risposto alla lettera d'intenti inviata all'inizio di agosto dal governo argentino. Il paese ha indubbiamente fatto progressi per cercare di uscire dalla crisi economica - ha dichiarato Thomas Dawson, portavoce dell'istituto di Washington - ma ci sono ancora numerosi problemi che devono ancora essere risolti, tra cui l'ancora troppo elevata spesa pubblica. La notizia, pessima per il governo Duhalde, rappresenta però una speranza per il popolo argentino, che spera che questo convinca il preemier ad adottare politiche differenti da quelle imposte dagli organismi internazionale. Il timore però è che Duhalde accetti le imposizioni del FMI, rendendo ancora più pesante la situazione economica. Recentemente il ministro dell'economia Roberto Lavanga ha condannato la decisione di un tribunale di abolire il taglio ai salari dei dipendenti pubblici varato dal governo che avrebbe prodotto un risparmio di circa $2 mld l'anno. A peggiorare il clima e' giunta inoltre un'inchiesta del Financial Times secondo cui i parlamentari argentini avrebbero chiesto tangenti alle banche straniere presenti sul territorio in cambio del rinvio di una normativa che imporrebbe alle banche il pagamento di una commissione per la creazione di un istituto sociale che aiuti i dipendenti delle societa' finite in bancarotta. Il no del Fmi non e' proprio arrivato come un fulmine a ciel sereno per l'Argentina. Il paese infatti gia' si attendeva una risposta del genere sull'onda del ritardo con cui il Fondo monetario internazionale ha accolto le richieste della lettera d'intenti. L'Argentina dopo aver dichiarato il default sul debito per un valore di $ 141 mld si e' ritrovata con una forte impennata dell'inflazione e della disoccupazione mentre la valuta locale, il peso, ha perso oltre il 70% del suo valore. Oltre ai cittadini a risentire di questa situazione e' stato l'intero sistema bancario che davanti alla corsa agli sportelli per il ritiro dei depositi si trova ora in forte crisi di liquidita' nonostante il blocco imposto dal governo.

Bangladesh - Si è spenta definitivamente l’unica emittente televisiva indipendente non satellitare del Bangladesh, ‘Ekushey Television’ (Etv). La Corte Suprema del Paese asiatico ne ha decretato ieri la chiusura, sostenendo che la licenza in possesso del canale televisivo per la trasmissione dei programmi è ‘irregolare’. I magistrati hanno così confermato il verdetto emesso nel marzo scorso dall’Alta Corte del Bangladesh. Lanciata nell’aprile 2000, la Etv aveva ottenuto la licenza di trasmissione dal partito allora al governo, la Lega Awami (Al) della premier Sheikh Hasina. L’anno scorso hanno sporto denuncia contro l’emittente televisiva 4 persone sospettate di essere spalleggiate dallo schieramento oggi al potere, il Partito nazionale del Bangladesh (Bnp) dell’attuale primo ministro Khaleda Zia. I 4 hanno sostenuto che il precedente governo della Al non aveva seguito le giuste procedure nell’assegnare la licenza alla Etv. Peraltro questa stazione televisiva era già stata temporaneamente chiusa a pochi giorni dalle elezioni politiche dello scorso primo ottobre. Ufficialmente i motivi della decisione erano di ordine tecnico. Di fatto il Bnp, all’epoca all’opposizione, aveva spesso accusato l’emittente di essere troppo schierata con la Al. Va ricordato anche che nel maggio scorso l’esecutivo di Dhaka ha proibito le trasmissioni di Mtv e Channel-V, canali satellitari che trasmettono programmi musicali per un target giovanile di pubblico, per "evitare infiltrazioni da parte di culture diverse e fermare il degrado morale dei giovani".

Pakistan

Bhutto aux législatives

La candidature de l'ancien Premier ministre Benazir Bhutto aux élections législatives d'octobre au Pakistan a été rejetée, a annoncé vendredi un responsable du processus électoral. "Elle a été reconnue coupable par la cour anticorruption, et elle n'est donc pas qualifiée pour participer aux élections", a déclaré Akhlaq Hussain Ladak, membre de la commission électorale, devant un tribunal à Larkana, localité située à quelque 1.200 kilomètres au sud-ouest d'Islamabad. Des centaines de partisans de Mme Bhutto qui s'étaient rassemblés à l'extérieur du tribunal ont scandé des slogans contre le président Pervez Musharraf, selon des témoins. Le général Musharraf avait récemment fait savoir que Mme Bhutto, qui partage son exil entre Londres et Dubaï, serait arrêtée si elle revenait pour participer au scrutin, affirmant qu'il y a à son encontre 12 affaires de corruption. Benazir Bhutto avait quitté le Pakistan en 1998 peu avant sa condamnation, en 1999, à cinq ans de prison dans une affaire de corruption. Elle avait contesté ce jugement devant la Cour suprême, qui avait annulé le verdict. Mais cette année, elle a été condamnée à deux reprises pour délit de fuite parce qu'elle ne s'est pas présentée au tribunal. Et des procédures pour obtenir son extradition sont "en cours", selon Islamabad. Mme Bhutto, Premier ministre à deux reprises, à chaque fois démise de ses fonctions pour corruption, en 1990 et 1996, et chef du Parti populaire du Pakistan (PPP), a été disqualifiée des élections législatives du 10 octobre par des décrets qu'a promulgués le général Musharraf, chef du régime militaire. Un autre ex-Premier ministre en exil, Nawaz Sharif, a, par le biais de ses représentants au Pakistan, également présenté sa candidature à ces élections en dépit de sa disqualification par le président pakistanais.

gr ore 17.00

dall'estero

palestina

Le dichiarazioni dell'inviato delle Nazioni Unite in Medio Oriente

  • In un'intervista alla BBC Terje Roed - Larsen parla della crisi in Palestina. Di seguito al sunto dell'intervista, il testo del rapporto delle Nazioni Unite

La BBC ha intervistato Terje Roed-Larsen, il coordinatore speciale per le Nazioni Unite in Medio Oriente. Larsen, che coordina l'UNSCO, si è detto seriamente preoccupato per l'impatto che le misure di sicurezza imposte da Israele stanno avendo sui civili palestinesi. Il pugno di ferro israeliano sta costringendo la popolazione civile palestinese ad una condizione di mera sopravvivenza e questo è davanti agli occhi di tutto il mondo, ha continuato l'inviato delle Nazioni Unite. La BBC riporta che Larsen ha affermato che la situazione dei palestinesi è la peggiore da almeno un decennio a questa parte. "Non abbiamo mai visto una cosa così, si deve fare qualcosa".

Larsen pare che abbia riconosciuto ad Israele il "diritto all'autodifesa", ma ha altresì affermato che la politica israeliana sta devastando l'economia e la società palestinese. Secondo i dati delle Nazioni Unite la disoccupazione è salita dal 36% al 50% da questa primavera, quando Israele ha rioccupato i Territori Palestinesi, imponendo il coprifuoco su intere città e rendendo le misure di chiusura particolarmente severe.

L'economia palestinese perde 7.600.000 di dollari al giorno. Gli operatori umanitari attribuiscono le responsabilità di questa crisi ad una precisa volontà di distruggere il commergio e il mercato (palestinese). Il World Food Program (FAO) sta fornendo cibo a quasi mezzo milione di persone. Ma la comunità internazionale è profondamente frustrata. I donatori internazionali, prosegue Larsen, sono riluttanti a 'finanziare l'occupazione', ripagando quanto distrutto per milioni di persone. Larsen ha richiesto ad Israele di rivedere le sue politiche concernenti la sicurezza, affermando che esse finora hanno solo reso i palestinesi più determinati nel cercare vendetta. "E' triste, ma ora ci sono più palestinesi che sostengono l'uso della violenza ... le difficoltà a cui sono sottoposti portano rabbia e frustrazione, che si sviluppa in violenza".

aggressione all'iraq

Iraq, Germania: in caso di guerra ritiro soldati da Kuwait

Il governo tedesco ha fatto sapere che in caso di attacco americano all'Iraq ritirerà il proprio contingente di uomini e mezzi corazzati di stanza in Kuwait. Un portavoce governativo ha detto che i sei carri armati 'Fuchs' e i 52 soldati della Bundeswehr si trovano in Kuwait - su mandato preciso del parlamento - solo nell'ambito della lotta internazionale al terrorismo, la missione Enduring Freedom. Nel caso di una guerra all'Iraq la permanenza del contingente tedesco - specializzato nella lotta anti-Nbc, nucleare, batteriologica e chimica, - non avrebbe più la copertura del mandato parlamentare. (red)

Giappone scandalo sulle centrali nucleari La principale compagnia elettrica ammette:"Dati falsificati". "Abbiamo occultato i danni ai reattori per lasciar funzionare gli impianti". Il premier Koizumi: "Inaudito è una vergogna".

Tokyo - Dati falsificati. Danni agli impianti occultati. In Giappone, è polemica sul nucleare. La "Tokyo Eletric", la principale compagnia elettrica, che gestisce la maggior parte delle 52 centrali atomiche del Paese, ha ammesso di aver falsificato negli anni '80 e '90 in 29 casi i dati relativi a 13 reattori durante le operazioni di manutenzione.

Le polemiche non si sono fatte attendere.

"E' inaudito", ha detto stamani in coro il primo ministro Junichiro Koizumi, il ministro dell'industria e del commercio, Takeo Hiranuma e il suo portavoce ufficiale del governo, Yasuo Fakuda.

"Una vera e propria vergogna, un colpo durissimo alla credibilità del programma di sviluppo nucleare". Soprattutto in un Paese dove più di un terzo del fabbisogno energetico è fornito da centrali nucleari. In una conferenza stampa convocata d'urgenza ieri sera, il presidente della "Tokyo Eletric", Nobuya Minami ha riconosciuto la falsificazione sistematica di dati ammettendo che "in 29 casi danni rilevati a varie attrezzature , anche all'interno del reattore dove avviene la fusione nucleare, sono stati occultati per continuare a far funzionare gli impianti".

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2002/08_Agosto/30/nucleare.sh

Congo saccheggi dei militari, Msf evacua la propria sede a Dungu È ancora preda della paura la città di Dungu (estremo nordovest della Repubblica Democratica del Congo), conquistata due giorni fa da Jean-Pierre Bemba del Movimento di liberazione congolese (Mlc). Il gruppo composto da clero locale e missionari, che per sfuggire agli assalti si era rifugiato in una parrocchia fuori Dungu, ha ricevuto ieri altre due ‘visite' degli armati. Lo riferiscono fonti della MISNA, specificando che i militari di Bemba sono tornati a chiedere con arroganza cibo, soldi, batterie, macchine ed altri beni. Le stesse fonti sottolineano come i recenti, feroci combattimenti abbiano causato gravi danni a Dungu, anche perché i militari si sarebbero dati al loro ‘gioco' preferito: il saccheggio. A farne le spese è stata anche la sede locale di Msf (Medici senza frontiere). In un comunicato diffuso da Ginevra si informa che, nella notte tra martedì e mercoledì scorso, per ben 3 volte dei soldati armati si sono introdotti con la forza nel loro complesso abitativo, “dandosi ai saccheggi e minacciando fisicamente il personale di Msf”. Sono stati sparati colpi di arma da fuoco ma per fortuna non ci sono state vittime. L'organizzazione umanitaria, attiva a Dungu dal luglio 2001, sostiene di aver ricevuto in passato garanzie dalle varie fazioni impegnate nel conflitto per poter rimanere sul posto e continuare a far funzionare l'ospedale locale. Avendo i militari contraddetto alla parola data, Msf ha deciso di evacuare temporaneamente la propria équipe a Kampala, nella vicina Uganda, almeno fino a quando non verrà fatta chiarezza sui recenti avvenimenti.

Johannesbur: Wwf, bilancio della prima settimana E' un bilancio "agrodolce" quello che si puo' ricavare dalla prima settimana di lavori al vertice mondiale di Johannesburg

E' un bilancio "agrodolce" quello che si puo' ricavare dalla prima settimana di lavori al vertice mondiale di Johannesburg sul'ambiente e sullo sviluppo sostenibile. Lo sottolinea il Wwf Internazionale, che ricorre all'aggettivo "agrodolce" per gli aspetti si' positivi emersi dal dibattito ma anche per i tanti ancora negativi evidenziati dalla difficile trattativa su piu' fronti tra i Paesi ricchi e quelli in via di sviluppo. Un bilancio anzi in definitiva non del tutto esaltante perche' - sottolineano in casa Wwf - si e' raggiunto un accordo su appena due questioni: l'ambiente marino e la gestione delle sostanze chimiche nocive. Le trattative invece sul commercio e sulle energie rinnovabili non hanno fatto progressi, "essendo gli interessi economici dei ricchi anteposti ai bisogni della povera gente e dell'ambiente", e fino ad adesso le negoziazioni non si sono concluse con degli impegni in grado di assicurare un futuro sostenibile al pianeta e alla gente che ci vive", ha dichiarato Claude Martin, direttore generale del Wwf Internazionale. "Tuttavia - ha aggiunto - siamo speranzosi che l'incontro dei capi di Stato e di governo possa capovolgere le tendenze che abbiamo visto sino ad ora". Analizzando i distinti capitoli, il Wwf rileva che ad esempio in tema di commercio i sussidi e l'accesso al mercato "rimangono il cuore delle negoziazioni". Nelle trattative precedenti al summit e' stato raggiunto un accordo tra i delegati del commercio europei e statunitensi che e' alla base dell'attuale testo negoziale. Questo accordo "pone gli interessi dell'elite economica al di sopra dei bisogni dell'ambiente e dei poveri". In particolare i negoziatori - sostiene il Wwf - hanno elaborato un testo che mantiene l'agenda di globalizzazione e fallisce invece su tre questioni chiave: nel mettere gli accordi ambientali internazionali al di sopra degli obiettivi del WTO; nella centralita' del principio di precauzione stabilito nel 1992 dalla dichiarazione di Rio sull'ambiente e sullo sviluppo; nell'impegno ad eliminare il sistema dei sussidi che danneggia l'ambiente, come quello legato all'agricoltura e all'energia. E a proposito di energia, viene rilevato che nonostante la posizione contraria di Stati Uniti, Australia, Canada e Giappone, dal vertice emerge che si sta tenendo un dibattito sui nuovi obiettivi da raggiungere in materia di energia rinnovabile. Un gruppo di nazioni - Brasile, Norvegia, Messico, Filippine e Argentina - ha come obiettivo il raggiungimento del 10% dell'uso di fonti rinnovabili sul totale dell'energia utilizzata entro il 2010. E anche il Venezuela ha espresso il suo sostegno, mandando cosi' "un segnale positivo poiche' segnala che il G77 non e' unitariamente contrario al raggiungimento di questo obiettivo". L'associazione ambientalista spera ora che l'Unione Europea sostenga la proposta di arrivare a toccare quell'obiettivo del 10%, "invece di essere a favore dello sviluppo dell'energia idrica e di un insostenibile uso della legna come carburante". Quanto all'accesso per tutti all'acqua potabile, il dibattito ha detto che "solamente gli Stati Uniti e Australia non concordano ancora con l'obiettivo di dimezzare il numero di persone che non hanno accesso alle reti idriche e fognarie entro il 2015", e dunque un accordo potrebbe essere forse raggiunto. Non mancano tuttavia le preoccupazioni perche', nonostante i governi stiano prendendo decisioni giuste per assicurare alla gente l'accesso all'acqua, niente e' stato ancora formalizzato in modo da assicurare che ci sia acqua per la natura e per la gente. C'e' poi il capitolo della biodiversita': esistono "gravi problemi riguardanti l'obiettivo di arrestare ogni ulteriore drammatica perdita di biosistemi differenti entro il 2010. C'e' una forte opposizione da parte dei Paesi del G77 e il Wwf e' preoccupato che gli Stati Uniti possano supportarli". Dato che 180 nazioni hanno gia ratificato la Convenzione sulla Biodiversita', "il timore e' che i principi sui quali ci si e' gia accordati possano essere messi in discussione". Per quel che concerne invece le sostanze chimiche tossiche, i negoziatori hanno trovato un compromesso su tutte le questioni irrisolte, con l'eccezione della parte riguardante l'approccio preventivo. Pero' - dice il wwf - alla fine il risultato delle negoziazioni e' che "l'accordo raggiunto a Johannesburg e' piu debole degli impegni su cui ci si era gia intesi in altri meeting internazionali". Infine l'ambiente marino. Il testo che e' stato approvato ha stabilito come obiettivo il ripristino degli stock esauriti di pesce entro il 2015 e l'eliminazione dei sussidi perversi. Nonostante sia incompleto sulla parte riguardante il piano di azione e contenga poche misure nuove da adottare e poche scadenze, il documento "rafforza" l'appello del Wwf sulla riforma dei sussidi e allo stesso tempo "conferma la Politica Comune della Pesca dell'Unione Europea", offrendo cosi' alla stessa UE "l'opportunita' di essere la prima realta' politica a poter raggiungere l'obiettivo prefissato".

europa

PAESI BASCHI:altri sgomberi, indetta manifestazione per il 7 settembre by macedonio Friday August 30, 2002 at 01:13 PM

  • Una manifestazione indetta per il 7 settembre a Bilbao contro la sospensione di Batasuna ha generato una aspra polemica

agenti della polizia autonoma si trovano in questo momento in via Ikata, nella parte vecchia di San Sebastian dove secondo alcuni testimoni si è proceduto con la chiusura delle sedi di partiti e associazioni indipendentiste. Nonostante le prime informazioni siano confuse, sempre secondo i testimoni, gli agenti della polizia basca si sono presentati a Zuhatzi taberna ed hanno proceduto a chiudere il locale. Nella stessa strada si trova -Herria elkartea-, una associazione gastronomica basca, locale verso il quale si era in prima istanza diretta la polizia. trovandolo gia chiuso hanno optato per dirigersi alla taverna sopracitata. Con questo intervento la polizia basca prosegue le sua irruzzione nelle sedi patriottiche nel territorio della provincia di San Sebastian. Nella notte tra mercoledi e giovedi, i poliziotti avevano gia chiuso la sede di Batasuna a Lezo. Intanto a Bizkai, le ultime operazioni poliziesche in esecuzione del decreti di Baltazar Garzon si sono avute a Arrigorriaga, Galdakao y Santurtzi.

Una manifestazione indetta per il 7 settembre a Bilbao contro la sospensione di Batasuna ha generato una aspra polemica fra il Partito Popolare di Aznar e il governo autonomo Basco. Il ministero dell'Interno basco, infatti, ha dato il nulla osta manifestazione, perche' convocata da due cittadini qualsiasi e non da Batasuna in quanto partito politico. Il segretario del Partito Nazionalista Basco, Joseba Egibar, ha detto oggi che la messa al bando di Batasuna e' dovuta in gran parte al -protagonismo maniacale- del giudice Baltasar Garzon. -Eta e Batasuna non sono la stessa cosa, ne' organicamente ne' strutturalmente-, ha aggiunto Egibar, aggiungendo pero' che -appartengono allo stesso spettro -eologico, il che mi pare evidente-. Per il segretario del Pnv l'Eta -non e' semplicemente un'organizzazione mafiosa, ha una storia dietro di se', nella quale cio' che era la sua azione armata in altre epoche ora appare sbiadito, perche' con l'arrivo della democrazia, invece di affrontare le questioni politiche attraverso di essa, ha deciso portare avanti la strategia dell'imposizione-. -Per queste cose bisogna trovare una soluzione, non basta col dire che devono sparire-, ha sottolineato Egibar, secondo il quale -per quanto siano terribili gli effetti della sua strategia terroristica, l'Eta sta agendo dentro una strategia politica, che questo ci piaccia o no-, e ha aggiunto che il Pnv -e' lo specchio della sconfitta dell'Eta-. -La Giustizia di questo paese si sta giocando la reputazione con questa questione-, ha proseguito il portavoce del Pnv, secondo il quale il giudice Garzon -e' gonfio come un pallone gonfiato- che -nei suoi documenti presenta come risolutivi fatti che sono mera speculazione-. Il Psoe guidato da Zapatero chiederà -immediatamente- che Batasuna venga inclusa nella lista di organizzazioni terroristiche stilata dall'Unione Europea, -cio' che e' illegale in Spagna non puo' essere legale in Europa-, ha riferito la responsabile degli affari esteri del partito. -amo tutti parti dell'UE, che e' una istituzione sovranazionale, nella quali gli Stati membri sono sottomessi a una serie di quadri giuridici,e vorrei ricordare che il terzo pilastro della comunita' e' quella della Giustizia e degli Interni-. La dirigente socialista ha aggiunto che in passato l'UE si era rifiutata a considerare Batasuna un'organizzazione terroristica perche' era un partito legale -ma adesso che e' illegale, come lo voleva il Partito Socialista, ovviamente non puo' piu' essere legale in altri paesi europei-. Il giudice Baltazar Grzon, a New York per ricevere un dottorato ad honorem, ha dichiarato che la sospensione di Batasuna non aumenterà atti di tipo terroristico nel paese iberico. In un discorso alla New School University ha parlato dell' 11 settembre: - è necessaria una rivoluzione dei concetti che si oppongono al terrorismo, la legalità è la unica arma a disposizione-. Di parere contrario è il premier spagnolo Aznar che in una intervista al quotidiano El Mundo ha dichiarato che -si dovrà soffrire con una ondata di terrorismo, ma la Spagna sta lavorando nel verso giusto-.

turchia 30 Agosto 2002 La British Petroleum (BP) e altre compagnie petrolifere hanno siglato con il governo turco un accordo che gli conferisce la liberta' di violare le leggi nazionali per costruire un oleodotto da loro proposto.

L'oleodotto proposto e' lungo 1760 km ed e' sponsorizzato da BP (Gran Bretagna), ENI (Italia), Unocal (USA), Statoil (Norvegia), Turkiye Petroleum (Turchia), TotalFinaElf (Francia), Itochu Oil (Giappone), Delta Hess (USA/Arabia Saudita) e la compagnia petrolifera statale dell'Azerbaijan. Esso si estenderebbe dalla citta' di Baku sul Mar Caspio, attraversando Tiblisi in Georgia, per finire nella citta' turca di Ceyhan sulla costa mediterranea. L'oleodotto verrebbe completato entro il 2005 e sarebbe funzionante per 40 anni. L'accordo, conosciuto anche come HGA (Host Government Agreement), istituisce un corridoio che di fatto sarebbe al di fuori della giurisdizione nazionale turca per tutta la durata del progetto proposto.

l'HGA e' stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Turchia il 10/09/2000, ma solo recentemente un gruppo di ONG lo ha ottenuto e analizzato. Esso esenta le multinazionali dagli obblighi delle attuali e future leggi turche che potrebbero ostacolare i profitti del progetto, comprese le leggi ambientali, sociali e a tutela dei diritti umani. L'unica legge non violabile e' la costituzione.

L'accordo permette al consorzio che costruira' l'oleodotto di chiedere alle forze di sicurezza turche una protezione illimitata, senza nessuna garanzia a tutela dei diritti umani. Secondo le vaghe parole del testo, le unita' paramilitari potrebbero essere disposte lungo il percorso dell'oleodotto per prevenire "disturbi della popolazione civile" o attivita' "terroristiche". Dato che l'oleodotto passera' nel bel mezzo di villaggi e delle proprieta' private, le persone potrebbero trovarsi separate dalle loro famiglie o terre e sarebbero costrette ad oltrepassare regolarmente la proprieta' delle multinazionali durante la loro vita quotidiana. L'accordo prevede anche il libero accesso alle risorse idriche da parte delle multinazionali, senza tenere in considerazione le necessita' delle comunita' locali; inoltre il consorzio sarebbe esentato da ogni responsabilita' in caso di una fuoriuscita di greggio o in caso di altri danni causati dall'oleodotto. Il governo turco puo' intervenire solo temporaneamente in caso di minaccia "imminente" e "materiale" al pubblico, all'ambiente e alla sicurezza nazionale.

Ma il testo non specifica cosa costituirebbe una simile minaccia. Ne' chiarisce chi debba stabilire l'esistenza di tale minaccia. Sembra che alle comunita' locali e ai paesi confinanti non sia lasciata alcuna possiilita' di rivolgersi alle autorita' giudiziarie per gli eventuali danni subiti. Il percorso scelto per l'oleodotto e' uno dei piu' costosi possibili per le esportazioni di greggio del Caspio. Secondo la British petroleum, la sua profittabilita' dipendera' dalla disponibilita' di denaro pubblico, gran parte del quale dovrebbe venire dalla Banca Mondiale e dalle Agenzie di Credito all'Esportazione (ACE).

Le ONG hanno definito l'accordo con l'aggettivo "colonialista", e lo hanno paragonato al vecchio accordo MAI (Multilateral Agreement on Investment) dell'OSCE, che e' stato rifiutato nel 1998 da molti governi e dalla societa' civile perche' prevedeva ricompense alle aziende qualora i governi dei paesi in cui operavano avessero adottato leggi dannose per i loro profitti, senza tener conto degli interessi dei cittadini.

Secondo gli Amici della Terra, questo e' un chiaro esempio del perche' il Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile di Johannesburg debba adottare regole sulla responsabilizzazione delle corporations. Lasciate ai loro progetti, le multinazionali sono felici di mettere il profitto al di sopra della persona. La BP e le altre compagnie petrolifere vogliono essere esentate dalle regole, distruggendo l'ambiente e calpestando i diritti delle comunita' locali in totale impunita'.

Secondo un'altra delle ONG, la Turchia e' divisa in tre paesi adesso: l'area dove si applicano le leggi turche, le aree Curde sotto la legge militare, e una striscia lungo la quale la BP e le altre compagnie sono il governo effettivo. Simili accordi sono stati negoziati anche in Georgia e Azerbaijan.

Il gruppo di ONG comprende: FoE International, CRBM, Cornerhouse, KHRP, PLATFORM, CEE, Bankwatch Network, Ilisu Dam Campaign.

sito.ecquologia.it/sito/pag89.map

dall'italia Torture italiane Nessun codice di condotta per gli interrogatori, carceri sovraffollate, mancanza di regole penitenziarie ad hoc per i minori in Italia. A denunciarlo sono gli ispettori del Comitato europeo per la prevenzione della tortura in un rapporto pubblicato ieri da Italia Oggi. Le torture e le violenze sono troppe volte di casa anche in Italia, dove la mancanza di norme a tutela delle vittime rende il percorso della giustizia pieno di ostacoli. Gli ispettori europei si sono concentrati sulle modalità degli interrogatori, sulle condizioni delle carceri, dei centri di permanenza temporanea per immigrati e sugli istituti minorili. Pessime le condizioni igieniche delle camere di sicurezza delle questure di Firenze e Bologna, dove le camere hanno una dimensione inferiore alla misura minima di 6 metri quadrati. Nei cpt, sono state rilevate carenze igieniche, assenza di personale specializzato in mediazione culturale, carenza di assistenza legale gratuita e mezzi di costrizione eccessivi.

Cercola - Un migliaio di persone hanno partecipato ai funerali di Bernardo Romano, il precario di 47 anni che e' morto dopo essersi dato fuoco davanti al municipio di Cercola, nel napoletano, disperato per la mancanza di un lavoro fisso. La parrocchia dell'Immacolata Concezione, in via Riccardi a Cercola, dove si sono svolte le esequie, era stracolma. Almeno 500 persone non sono riuscite ad entrare. La moglie, Patrizia Iervolino, e' svenuta ed e' stata poi portata a braccia all'interno della chiesa. Presente, oltre al sindaco, che è stato duramente contestato, e agli amministratori locali, il prefetto di Napoli, Carlo Ferrigno. In chiesa vi erano gli ex compagni di lavoro di Romano mentre all'esterno una delegazione di diverse liste di disoccupati ha steso uno striscione che riporta, oltre a quello di Romano, i nomi di altri precari che si sono uccisi negli anni scorsi, sempre per la mancanza di certezze lavorative, tra cui Luigi Pelliccia. Anche quest'ultimo, come Romano, si diede fuoco per protesta e mori', a soli 25 anni, dopo quattro giorni di agonia il 3 giugno dello scorso anno. Sullo striscione campeggia la scritta: Gli stessi gesti, gli stessi diritti negati.

  • Gran Sasso, resta un solo tunnel?

L'Anas starebbe studiando la possibilità di riservare un tunnel ai laboratori e imporre la doppia circolazione nell'altro

  • In seguito all'incidente del 16 agosto (50 litri di trimetilbenzene dei Laboratori di fisica nucleare finiti nel torrente Mavone) e alle perduranti ed accertate condizioni di insicurezza del sistema "traforo-Laboratori", l'Anas starebbe studiando l'ipotesi di chiudere al traffico una delle due gallerie sotto il Gran Sasso, e precisamente quella su cui si affacciano i portoni d'acciaio degli stessi Laboratori.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero, la decisione sarebbe stata sollecitata direttamente dal governatore Giovanni Pace e dall'assessore Giorgio De Matteis in una lettera alla Protezione Civile e all'Anas.

La chiusura del tunnel sarebbe un'ipotesi "molto avanzata", e dettata da "motivi di sicurezza". Una volta decretata la chiusura della galleria, spiegano all'Anas, l'altro tunnel verrebbe utilizzato nei due sensi di marcia, con esclusione del traffico pesante.

Per il il sindaco dell'Aquila Biagio Tempesta la chiusura della galleria "sarebbe un colpo tremendo per l'economia del capoluogo" e ha polemizzato con chi si oppone al terzo tunnel. Per il presidente della Provincia di Pescara, Pino De Dominicis, "è importante la sicurezza dei Laboratori, ed è importante evitare opere di grave impatto ambientale come la terza galleria".

Il governatore, Giovanni Pace: "Credo che l'Anas stia agendo di concerto con la Protezione civile. Ricordo che mesi fa il direttore generale della Protezione civile, Bertolaso, non appariva tranquillo dopo un sopralluogo sul Gran Sasso per verificarne le condizioni di sicurezza, indebolite oltre misura dalla fruizione contemporanea delle strutture scientifiche e dell'autostrada".

Firenze, 16:16 Altera confezioni cibo e ricatta multinazionali

Ha estorto denaro a almeno quattro aziende alimentari, delle quali due sono multinazionali, minacciando di divulgare la notizia del ritrovamento di confezioni dei loro prodotti adulterati. V. C., 50 anni, vedova e pensionata, negli ultimi mesi si era fatta consegnare 10.000 euro. Ora è in arresto per estorsione continuata. In casa della donna i carabinieri hanno trovato recipienti con escrementi di topo, scarafaggi e formiche, oltre a confezioni di cibo adulterate con peli e pezzetti di cartone. Era tutto pronto per nuovi ricatti. In base alle "scorte" trovate, i militari sono risaliti alle aziende colpite: un pastificio, un'azienda di dolciumi, un'impresa specializzata in sottolii e una ditta di fast-food.

Secondo quanto riferito dai militari la donna, con molti problemi finanziari, prendeva contatto con l'azienda rivolgendosi al numero verde e segnalava il caso di adulterazione chiedendo un risarcimento, pena la divulgazione della notizia tramite un inesistente parente giornalista.

gr ore 19.30

Cameraman della Reuters sotto il fuoco israeliano a Gaza Bassam Masaoud, un operatore free lance palestinese che lavora per la Reuters nel campo profughi di Rafah, è finito sotto il tiro dei soldati israeliani impegnati nell'ennesimo scontro a fuoco coi palestinesi nella striscia di Gaza, scontro che Masaoud stava riprendendo. Fortunatamente illeso il cameraman venticinquenne, distrutta invece la telecamera. Per Israele, invece, i soldati israeliani non avrebbero sparato contro il giornalista, che si sarebbe trovato per caso nel fuoco incrociato tra i due schieramenti. Tesi questa che non convince la Reuters, che preannuncia una lettera formale di protesta.

Le dichiarazioni dell'inviato delle Nazioni Unite in Medio Oriente

In un'intervista alla BBC Terje Roed - Larsen parla della crisi in Palestina. Di seguito al sunto dell'intervista, il testo del rapporto delle Nazioni Unite

La BBC ha intervistato Terje Roed-Larsen, il coordinatore speciale per le Nazioni Unite in Medio Oriente. Larsen, che coordina l'UNSCO, si è detto seriamente preoccupato per l'impatto che le misure di sicurezza imposte da Israele stanno avendo sui civili palestinesi. Il pugno di ferro israeliano sta costringendo la popolazione civile palestinese ad una condizione di mera sopravvivenza e questo è davanti agli occhi di tutto il mondo, ha continuato l'inviato delle Nazioni Unite. La BBC riporta che Larsen ha affermato che la situazione dei palestinesi è la peggiore da almeno un decennio a questa parte. "Non abbiamo mai visto una cosa così, si deve fare qualcosa".

Larsen pare che abbia riconosciuto ad Israele il "diritto all'autodifesa", ma ha altresì affermato che la politica israeliana sta devastando l'economia e la società palestinese. Secondo i dati delle Nazioni Unite la disoccupazione è salita dal 36% al 50% da questa primavera, quando Israele ha rioccupato i Territori Palestinesi, imponendo il coprifuoco su intere città e rendendo le misure di chiusura particolarmente severe.

L'economia palestinese perde 7.600.000 di dollari al giorno. Gli operatori umanitari attribuiscono le responsabilità di questa crisi ad una precisa volontà di distruggere il commergio e il mercato (palestinese). Il World Food Program (FAO) sta fornendo cibo a quasi mezzo milione di persone. Ma la comunità internazionale è profondamente frustrata. I donatori internazionali, prosegue Larsen, sono riluttanti a 'finanziare l'occupazione', ripagando quanto distrutto per milioni di persone. Larsen ha richiesto ad Israele di rivedere le sue politiche concernenti la sicurezza, affermando che esse finora hanno solo reso i palestinesi più determinati nel cercare vendetta. "E' triste, ma ora ci sono più palestinesi che sostengono l'uso della violenza ... le difficoltà a cui sono sottoposti portano rabbia e frustrazione, che si sviluppa in violenza".

La Lega Araba ripete l'opposizione all'attacco all'Iraq L'ambasciatore della Lega Araba all'Onu, Yahir Mahmasanni, in un'intervista all'emittente britannica Bbc ha ribadito l'opposizione della Lega a qualsiasi azione militare contro l'Iraq. L'ambasciatore ha detto che qualsiasi cambio di regime, in qualsiasi paese, deve arrivare dall'interno, senza ingerenze esterne. Al fronte del no, si è unito ieri il presidente francese Jacques Chirac che ha criticato l'unilateralismo statunitense.

Iraq, Germania: in caso di guerra ritiro soldati da Kuwait

Il governo tedesco ha fatto sapere che in caso di attacco americano all'Iraq ritirerà il proprio contingente di uomini e mezzi corazzati di stanza in Kuwait. Un portavoce governativo ha detto che i sei carri armati 'Fuchs' e i 52 soldati della Bundeswehr si trovano in Kuwait - su mandato preciso del parlamento - solo nell'ambito della lotta internazionale al terrorismo, la missione Enduring Freedom. Nel caso di una guerra all'Iraq la permanenza del contingente tedesco - specializzato nella lotta anti-Nbc, nucleare, batteriologica e chimica, - non avrebbe più la copertura del mandato parlamentare. (red)

Più afroamericani maschi in prigione che nei college L'ultimo rapporto del Justice Policy Institute, un organismo non governativo di analisi sulla politica carceraria statunitense, mostra che il numero dei maschi afroamericani nelle prigioni Usa supero quello degli iscritti nei college di istruzione universitaria. Sono infatti quasi 800mila gli afroamericani maschi detenuti negli istituti carcerari del paese, e poco più di 600mila quelli iscritti all'università. Gli afroamericani sono il 46 per cento della popolazione carceraria negli Usa.

Giappone,scandalo sulle centrali nucleari

  • La principale compagnia elettrica ammette:"Dati falsificati". "Abbiamo occultato i danni ai reattori per lasciar funzionare gli impianti". Il premier Koizumi: "Inaudito è una vergogna".

Tokyo - Dati falsificati. Danni agli impianti occultati. In Giappone, è polemica sul nucleare. La "Tokyo Eletric", la principale compagnia elettrica, che gestisce la maggior parte delle 52 centrali atomiche del Paese, ha ammesso di aver falsificato negli anni '80 e '90 in 29 casi i dati relativi a 13 reattori durante le operazioni di manutenzione.

Le polemiche non si sono fatte attendere.

"E' inaudito", ha detto stamani in coro il primo ministro Junichiro Koizumi, il ministro dell'industria e del commercio, Takeo Hiranuma e il suo portavoce ufficiale del governo, Yasuo Fakuda.

"Una vera e propria vergogna, un colpo durissimo alla credibilità del programma di sviluppo nucleare". Soprattutto in un Paese dove più di un terzo del fabbisogno energetico è fornito da centrali nucleari. In una conferenza stampa convocata d'urgenza ieri sera, il presidente della "Tokyo Eletric", Nobuya Minami ha riconosciuto la falsificazione sistematica di dati ammettendo che "in 29 casi danni rilevati a varie attrezzature , anche all'interno del reattore dove avviene la fusione nucleare, sono stati occultati per continuare a far funzionare gli impianti".

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2002/08_Agosto/30/nucleare.sh

Congo: saccheggi dei militari, Msf evacua la propria sede a Dungu

  • È ancora preda della paura la città di Dungu (estremo nordovest della Repubblica Democratica del Congo), conquistata due giorni fa da Jean-Pierre Bemba del Movimento di liberazione congolese (Mlc). Il gruppo composto da clero locale e missionari, che per sfuggire agli assalti si era rifugiato in una parrocchia fuori Dungu, ha ricevuto ieri altre due ‘visite' degli armati. Lo riferiscono fonti della MISNA, specificando che i militari di Bemba sono tornati a chiedere con arroganza cibo, soldi, batterie, macchine ed altri beni. Le stesse fonti sottolineano come i recenti, feroci combattimenti abbiano causato gravi danni a Dungu, anche perché i militari si sarebbero dati al loro ‘gioco' preferito: il saccheggio. A farne le spese è stata anche la sede locale di Msf (Medici senza frontiere). In un comunicato diffuso da Ginevra si informa che, nella notte tra martedì e mercoledì scorso, per ben 3 volte dei soldati armati si sono introdotti con la forza nel loro complesso abitativo, “dandosi ai saccheggi e minacciando fisicamente il personale di Msf”. Sono stati sparati colpi di arma da fuoco ma per fortuna non ci sono state vittime. L'organizzazione umanitaria, attiva a Dungu dal luglio 2001, sostiene di aver ricevuto in passato garanzie dalle varie fazioni impegnate nel conflitto per poter rimanere sul posto e continuare a far funzionare l'ospedale locale. Avendo i militari contraddetto alla parola data, Msf ha deciso di evacuare temporaneamente la propria équipe a Kampala, nella vicina Uganda, almeno fino a quando non verrà fatta chiarezza sui recenti avvenimenti.

La Malaysia difende la sua legge contro i migranti Il governo malese ha risposto alle critiche e alle proteste di Filippine e Indonesia, contro la nuova legge per i migranti. Manila e Jakarta hanno protestato ufficialmente contro il trattamento subito dai migranti nel campo di detenzione di Sandakan, nel Borneo, dove, secondo alcune associazioni sociali e le informazioni diffuse dai governi indonesiano e filippino, sarebbero morti quindici filippini e diciassette indonesiani. Il governo malese dice che le condizioni nel campo di Sandakan sono "abbastanza buone" e ha smentito che nelle operazioni di espulsione siano avvenuti dei decessi. Dall'entrata in vigore della legge contro i migranti, almeno 300mila persone hanno lasciato la Malaysia.

Altre condanne alla lapidazione in Nigeria Mentre cresce la mobilitazione internazionale contro l'applicazione della Sharia, per come viene interpretata dai tribunali islamici degli stati nigeriani dove essa è in vigore, le corti continuano a emettere sentenze di questo tipo. Fatima Usman e Ahmadu Ibrahim sono le ultime due vittime. Si tratta stavolta di una coppia, che ha confessato una relazione extraconiugale

Johannesbur: Wwf, bilancio della prima settimana E' un bilancio "agrodolce" quello che si puo' ricavare dalla prima settimana di lavori al vertice mondiale di Johannesburg

E' un bilancio "agrodolce" quello che si puo' ricavare dalla prima settimana di lavori al vertice mondiale di Johannesburg sul'ambiente e sullo sviluppo sostenibile. Lo sottolinea il Wwf Internazionale, che ricorre all'aggettivo "agrodolce" per gli aspetti si' positivi emersi dal dibattito ma anche per i tanti ancora negativi evidenziati dalla difficile trattativa su piu' fronti tra i Paesi ricchi e quelli in via di sviluppo. Un bilancio anzi in definitiva non del tutto esaltante perche' - sottolineano in casa Wwf - si e' raggiunto un accordo su appena due questioni: l'ambiente marino e la gestione delle sostanze chimiche nocive. Le trattative invece sul commercio e sulle energie rinnovabili non hanno fatto progressi, "essendo gli interessi economici dei ricchi anteposti ai bisogni della povera gente e dell'ambiente", e fino ad adesso le negoziazioni non si sono concluse con degli impegni in grado di assicurare un futuro sostenibile al pianeta e alla gente che ci vive", ha dichiarato Claude Martin, direttore generale del Wwf Internazionale. "Tuttavia - ha aggiunto - siamo speranzosi che l'incontro dei capi di Stato e di governo possa capovolgere le tendenze che abbiamo visto sino ad ora". Analizzando i distinti capitoli, il Wwf rileva che ad esempio in tema di commercio i sussidi e l'accesso al mercato "rimangono il cuore delle negoziazioni". Nelle trattative precedenti al summit e' stato raggiunto un accordo tra i delegati del commercio europei e statunitensi che e' alla base dell'attuale testo negoziale. Questo accordo "pone gli interessi dell'elite economica al di sopra dei bisogni dell'ambiente e dei poveri". In particolare i negoziatori - sostiene il Wwf - hanno elaborato un testo che mantiene l'agenda di globalizzazione e fallisce invece su tre questioni chiave: nel mettere gli accordi ambientali internazionali al di sopra degli obiettivi del WTO; nella centralita' del principio di precauzione stabilito nel 1992 dalla dichiarazione di Rio sull'ambiente e sullo sviluppo; nell'impegno ad eliminare il sistema dei sussidi che danneggia l'ambiente, come quello legato all'agricoltura e all'energia. E a proposito di energia, viene rilevato che nonostante la posizione contraria di Stati Uniti, Australia, Canada e Giappone, dal vertice emerge che si sta tenendo un dibattito sui nuovi obiettivi da raggiungere in materia di energia rinnovabile. Un gruppo di nazioni - Brasile, Norvegia, Messico, Filippine e Argentina - ha come obiettivo il raggiungimento del 10% dell'uso di fonti rinnovabili sul totale dell'energia utilizzata entro il 2010. E anche il Venezuela ha espresso il suo sostegno, mandando cosi' "un segnale positivo poiche' segnala che il G77 non e' unitariamente contrario al raggiungimento di questo obiettivo". L'associazione ambientalista spera ora che l'Unione Europea sostenga la proposta di arrivare a toccare quell'obiettivo del 10%, "invece di essere a favore dello sviluppo dell'energia idrica e di un insostenibile uso della legna come carburante". Quanto all'accesso per tutti all'acqua potabile, il dibattito ha detto che "solamente gli Stati Uniti e Australia non concordano ancora con l'obiettivo di dimezzare il numero di persone che non hanno accesso alle reti idriche e fognarie entro il 2015", e dunque un accordo potrebbe essere forse raggiunto. Non mancano tuttavia le preoccupazioni perche', nonostante i governi stiano prendendo decisioni giuste per assicurare alla gente l'accesso all'acqua, niente e' stato ancora formalizzato in modo da assicurare che ci sia acqua per la natura e per la gente. C'e' poi il capitolo della biodiversita': esistono "gravi problemi riguardanti l'obiettivo di arrestare ogni ulteriore drammatica perdita di biosistemi differenti entro il 2010. C'e' una forte opposizione da parte dei Paesi del G77 e il Wwf e' preoccupato che gli Stati Uniti possano supportarli". Dato che 180 nazioni hanno gia ratificato la Convenzione sulla Biodiversita', "il timore e' che i principi sui quali ci si e' gia accordati possano essere messi in discussione". Per quel che concerne invece le sostanze chimiche tossiche, i negoziatori hanno trovato un compromesso su tutte le questioni irrisolte, con l'eccezione della parte riguardante l'approccio preventivo. Pero' - dice il wwf - alla fine il risultato delle negoziazioni e' che "l'accordo raggiunto a Johannesburg e' piu debole degli impegni su cui ci si era gia intesi in altri meeting internazionali". Infine l'ambiente marino. Il testo che e' stato approvato ha stabilito come obiettivo il ripristino degli stock esauriti di pesce entro il 2015 e l'eliminazione dei sussidi perversi. Nonostante sia incompleto sulla parte riguardante il piano di azione e contenga poche misure nuove da adottare e poche scadenze, il documento "rafforza" l'appello del Wwf sulla riforma dei sussidi e allo stesso tempo "conferma la Politica Comune della Pesca dell'Unione Europea", offrendo cosi' alla stessa UE "l'opportunita' di essere la prima realta' politica a poter raggiungere l'obiettivo prefissato".

europa

PAESI BASCHI:altri sgomberi, indetta manifestazione per il 7 settembre by macedonio Friday August 30, 2002 at 01:13 PM

  • Una manifestazione indetta per il 7 settembre a Bilbao contro la sospensione di Batasuna ha generato una aspra polemica

agenti della polizia autonoma si trovano in questo momento in via Ikata, nella parte vecchia di San Sebastian dove secondo alcuni testimoni si è proceduto con la chiusura delle sedi di partiti e associazioni indipendentiste. Nonostante le prime informazioni siano confuse, sempre secondo i testimoni, gli agenti della polizia basca si sono presentati a Zuhatzi taberna ed hanno proceduto a chiudere il locale. Nella stessa strada si trova -Herria elkartea-, una associazione gastronomica basca, locale verso il quale si era in prima istanza diretta la polizia. trovandolo gia chiuso hanno optato per dirigersi alla taverna sopracitata. Con questo intervento la polizia basca prosegue le sua irruzzione nelle sedi patriottiche nel territorio della provincia di San Sebastian. Nella notte tra mercoledi e giovedi, i poliziotti avevano gia chiuso la sede di Batasuna a Lezo. Intanto a Bizkai, le ultime operazioni poliziesche in esecuzione del decreti di Baltazar Garzon si sono avute a Arrigorriaga, Galdakao y Santurtzi.

Una manifestazione indetta per il 7 settembre a Bilbao contro la sospensione di Batasuna ha generato una aspra polemica fra il Partito Popolare di Aznar e il governo autonomo Basco. Il ministero dell'Interno basco, infatti, ha dato il nulla osta manifestazione, perche' convocata da due cittadini qualsiasi e non da Batasuna in quanto partito politico. Il segretario del Partito Nazionalista Basco, Joseba Egibar, ha detto oggi che la messa al bando di Batasuna e' dovuta in gran parte al -protagonismo maniacale- del giudice Baltasar Garzon. -Eta e Batasuna non sono la stessa cosa, ne' organicamente ne' strutturalmente-, ha aggiunto Egibar, aggiungendo pero' che -appartengono allo stesso spettro -eologico, il che mi pare evidente-. Per il segretario del Pnv l'Eta -non e' semplicemente un'organizzazione mafiosa, ha una storia dietro di se', nella quale cio' che era la sua azione armata in altre epoche ora appare sbiadito, perche' con l'arrivo della democrazia, invece di affrontare le questioni politiche attraverso di essa, ha deciso portare avanti la strategia dell'imposizione-. -Per queste cose bisogna trovare una soluzione, non basta col dire che devono sparire-, ha sottolineato Egibar, secondo il quale -per quanto siano terribili gli effetti della sua strategia terroristica, l'Eta sta agendo dentro una strategia politica, che questo ci piaccia o no-, e ha aggiunto che il Pnv -e' lo specchio della sconfitta dell'Eta-. -La Giustizia di questo paese si sta giocando la reputazione con questa questione-, ha proseguito il portavoce del Pnv, secondo il quale il giudice Garzon -e' gonfio come un pallone gonfiato- che -nei suoi documenti presenta come risolutivi fatti che sono mera speculazione-. Il Psoe guidato da Zapatero chiederà -immediatamente- che Batasuna venga inclusa nella lista di organizzazioni terroristiche stilata dall'Unione Europea, -cio' che e' illegale in Spagna non puo' essere legale in Europa-, ha riferito la responsabile degli affari esteri del partito. -amo tutti parti dell'UE, che e' una istituzione sovranazionale, nella quali gli Stati membri sono sottomessi a una serie di quadri giuridici,e vorrei ricordare che il terzo pilastro della comunita' e' quella della Giustizia e degli Interni-. La dirigente socialista ha aggiunto che in passato l'UE si era rifiutata a considerare Batasuna un'organizzazione terroristica perche' era un partito legale -ma adesso che e' illegale, come lo voleva il Partito Socialista, ovviamente non puo' piu' essere legale in altri paesi europei-. Il giudice Baltazar Grzon, a New York per ricevere un dottorato ad honorem, ha dichiarato che la sospensione di Batasuna non aumenterà atti di tipo terroristico nel paese iberico. In un discorso alla New School University ha parlato dell' 11 settembre: - è necessaria una rivoluzione dei concetti che si oppongono al terrorismo, la legalità è la unica arma a disposizione-. Di parere contrario è il premier spagnolo Aznar che in una intervista al quotidiano El Mundo ha dichiarato che -si dovrà soffrire con una ondata di terrorismo, ma la Spagna sta lavorando nel verso giusto-.

turkia La British Petroleum (BP) e altre compagnie petrolifere hanno siglato con il governo turco un accordo che gli conferisce la liberta' di violare le leggi nazionali per costruire un oleodotto da loro proposto.

L'oleodotto proposto e' lungo 1760 km ed e' sponsorizzato da BP (Gran Bretagna), ENI (Italia), Unocal (USA), Statoil (Norvegia), Turkiye Petroleum (Turchia), TotalFinaElf (Francia), Itochu Oil (Giappone), Delta Hess (USA/Arabia Saudita) e la compagnia petrolifera statale dell'Azerbaijan. Esso si estenderebbe dalla citta' di Baku sul Mar Caspio, attraversando Tiblisi in Georgia, per finire nella citta' turca di Ceyhan sulla costa mediterranea. L'oleodotto verrebbe completato entro il 2005 e sarebbe funzionante per 40 anni. L'accordo, conosciuto anche come HGA (Host Government Agreement), istituisce un corridoio che di fatto sarebbe al di fuori della giurisdizione nazionale turca per tutta la durata del progetto proposto.

Francia, tredicenni in carcere, l'ok del Consiglio costituzionale francese

di Paul Ricard (info@vita.it)

30/08/2002

Manca solo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, poi anche i bambini di meno di 13 anni in Francia potranno essere sottoposti a carcerazione preventiva

E' fatta: manca solo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, poi anche i bambini di meno di 13 anni in Francia potranno essere sottoposti a carcerazione preventiva e per gli adolescenti dai 13 ai 16 anni si apriranno le porte dei 'centri di rieducazione chiusi'. Il Consiglio costituzionale francese ha approvato nella sostanza l'intera legge Perben sulla giustizia, avanzando solo qualche riserva d'interpretazione e bocciando senza appello il ricorso presentato dai socialisti dopo che il testo era passato in Parlamento all'inizio di agosto. A nulla sono valse le riserve espresse dagli operatori che lavorano con minori difficili contro una legge che non tiene in considerazione neppure l'allarme lanciato dai responsabili delle prigioni. Da mesi i secondini denunciano di non essere piu' in grado di gestire una situazione di sovraffollamento che crea condizioni di vita disumane sia dentro che fuori le celle. La campagna per le elezioni legislative e presidenziali ha posto in prima linea la lotta all'insicurezza e alla delinquenza - si inquieta Francois Carlier, dell'Osservatorio nazionale delle prigioni - Sulla magistratura l'impatto e' stato fortissimo e le condanne al carcere sono diventate molto piu' numerose. Cosi' oggi abbiamo 56.385 detenuti contro i 49.718 di gennaio ... In una cella di nove metri quadrati vengono stipati tre condannati, i materassi stanno sul pavimento ... In queste condizioni ogni difficolta', ogni problema viene esarcerbato. Anche i sorveglianti denunciano che la situazione e' diventata esplosiva. Sono in continuo aumento i casi di violenza tra detenuti, di suicidio e di aggressione di secondini ... L'attuale 'strategia' carceraria e' irresponsabile e il nuovo orientamento della politica penale, la cosiddetta 'tolleranza zero', non risolve nulla. Anzi. Porta in carcere per poco tempo persone con pene lievi che quando escono hanno spesso subito vessazioni da parte dei veri criminali e hanno di conseguenza accumulato ulteriore rabbia e aggressivita' nei confronti della societa'. Un atteggiamento di sola repressione - spiega Francois Hulot, sindacalista - serve solo a mettere in pericolo il personale degli istituti di pena ... Il governo ha promesso nuove prigioni, che non saranno pronte prima del 2005-2006. Per quell'epoca ci saranno 45-50.000 posti letto. Ma gia' ora il numero dei detenuti e' vicino a 60.000 e con la 'tolleranza zero' non potra' che aumentare. Una deriva pericolosissima in cui verranno catapultati d'ora in poi bambini e adolescenti. Anche numerosi deputati di destra hanno ammesso che oggi come oggi il carcere e' la scuola del crimine. Ma la maggioranza del centro-destra sia in Senato che all'Assemblea generale e' tale che le voci di dissenso non si sono quasi sentite.

Torture italiane Nessun codice di condotta per gli interrogatori, carceri sovraffollate, mancanza di regole penitenziarie ad hoc per i minori in Italia. A denunciarlo sono gli ispettori del Comitato europeo per la prevenzione della tortura in un rapporto pubblicato ieri da Italia Oggi. Le torture e le violenze sono troppe volte di casa anche in Italia, dove la mancanza di norme a tutela delle vittime rende il percorso della giustizia pieno di ostacoli. Gli ispettori europei si sono concentrati sulle modalità degli interrogatori, sulle condizioni delle carceri, dei centri di permanenza temporanea per immigrati e sugli istituti minorili. Pessime le condizioni igieniche delle camere di sicurezza delle questure di Firenze e Bologna, dove le camere hanno una dimensione inferiore alla misura minima di 6 metri quadrati. Nei cpt, sono state rilevate carenze igieniche, assenza di personale specializzato in mediazione culturale, carenza di assistenza legale gratuita e mezzi di costrizione eccessivi.

Sentenze: pesante giro di vite sull'espulsione dei minori stranieri

di Benedetta Verrini (b.verrini@vita.it)

30/08/2002

La Cassazione ha stabilito che la frequenza della scuola dell'obbligo non giustifica la permanenza in italia

La frequenza della scuola dell'obbligo non giustifica la permanenza del minore straniero in Italia, che può pertanto essere espulso. Lo ha stabilito la Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione, decidendo su un caso di minorenni di nazionalità albanese per i quali i genitori avevano chiesto l'autorizzazione a rimanere in Italia come previsto dalla legge del 1998. Il Tribunale per i Minorenni aveva accolto il ricorso, ma il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale aveva presentato reclamo in appello contro il decreto del Tribunale ritenendo che non sussistessero i presupposti legislativi ed ottenendo ragione. La Suprema Corte ha confermato l'interpretazione della Corte di Appello, ritenendo che i gravi motivi richiesti dalla legge non possano essere ravvisati nel semplice fatto che il minore straniero goda in Italia di migliori opportunità di sviluppo psico - fisico rispetto a quelle di cui gode nel proprio paese di origine, né nella necessità di garantire l'unità del nucleo familiare.

Cercola - Un migliaio di persone hanno partecipato ai funerali di Bernardo Romano, il precario di 47 anni che e' morto dopo essersi dato fuoco davanti al municipio di Cercola, nel napoletano, disperato per la mancanza di un lavoro fisso. La parrocchia dell'Immacolata Concezione, in via Riccardi a Cercola, dove si sono svolte le esequie, era stracolma. Almeno 500 persone non sono riuscite ad entrare. La moglie, Patrizia Iervolino, e' svenuta ed e' stata poi portata a braccia all'interno della chiesa. Presente, oltre al sindaco, che è stato duramente contestato, e agli amministratori locali, il prefetto di Napoli, Carlo Ferrigno. In chiesa vi erano gli ex compagni di lavoro di Romano mentre all'esterno una delegazione di diverse liste di disoccupati ha steso uno striscione che riporta, oltre a quello di Romano, i nomi di altri precari che si sono uccisi negli anni scorsi, sempre per la mancanza di certezze lavorative, tra cui Luigi Pelliccia. Anche quest'ultimo, come Romano, si diede fuoco per protesta e mori', a soli 25 anni, dopo quattro giorni di agonia il 3 giugno dello scorso anno. Sullo striscione campeggia la scritta: Gli stessi gesti, gli stessi diritti negati.

  • Gran Sasso, resta un solo tunnel?

L'Anas starebbe studiando la possibilità di riservare un tunnel ai laboratori e imporre la doppia circolazione nell'altro

  • In seguito all'incidente del 16 agosto (50 litri di trimetilbenzene dei Laboratori di fisica nucleare finiti nel torrente Mavone) e alle perduranti ed accertate condizioni di insicurezza del sistema "traforo-Laboratori", l'Anas starebbe studiando l'ipotesi di chiudere al traffico una delle due gallerie sotto il Gran Sasso, e precisamente quella su cui si affacciano i portoni d'acciaio degli stessi Laboratori.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero, la decisione sarebbe stata sollecitata direttamente dal governatore Giovanni Pace e dall'assessore Giorgio De Matteis in una lettera alla Protezione Civile e all'Anas.

La chiusura del tunnel sarebbe un'ipotesi "molto avanzata", e dettata da "motivi di sicurezza". Una volta decretata la chiusura della galleria, spiegano all'Anas, l'altro tunnel verrebbe utilizzato nei due sensi di marcia, con esclusione del traffico pesante.

Per il il sindaco dell'Aquila Biagio Tempesta la chiusura della galleria "sarebbe un colpo tremendo per l'economia del capoluogo" e ha polemizzato con chi si oppone al terzo tunnel. Per il presidente della Provincia di Pescara, Pino De Dominicis, "è importante la sicurezza dei Laboratori, ed è importante evitare opere di grave impatto ambientale come la terza galleria".

Il governatore, Giovanni Pace: "Credo che l'Anas stia agendo di concerto con la Protezione civile. Ricordo che mesi fa il direttore generale della Protezione civile, Bertolaso, non appariva tranquillo dopo un sopralluogo sul Gran Sasso per verificarne le condizioni di sicurezza, indebolite oltre misura dalla fruizione contemporanea delle strutture scientifiche e dell'autostrada".

Firenze, 16:16 Altera confezioni cibo e ricatta multinazionali

Ha estorto denaro a almeno quattro aziende alimentari, delle quali due sono multinazionali, minacciando di divulgare la notizia del ritrovamento di confezioni dei loro prodotti adulterati. V. C., 50 anni, vedova e pensionata, negli ultimi mesi si era fatta consegnare 10.000 euro. Ora è in arresto per estorsione continuata. In casa della donna i carabinieri hanno trovato recipienti con escrementi di topo, scarafaggi e formiche, oltre a confezioni di cibo adulterate con peli e pezzetti di cartone. Era tutto pronto per nuovi ricatti. In base alle "scorte" trovate, i militari sono risaliti alle aziende colpite: un pastificio, un'azienda di dolciumi, un'impresa specializzata in sottolii e una ditta di fast-food.

Secondo quanto riferito dai militari la donna, con molti problemi finanziari, prendeva contatto con l'azienda rivolgendosi al numero verde e segnalava il caso di adulterazione chiedendo un risarcimento, pena la divulgazione della notizia tramite un inesistente parente giornalista.

le corrispoindenze che sentirete saranno: napoli manifestazione regionale degli lsu ricordiamo che 2 lavoratori socialmente utili i sono uccisi negli ultimi 2 mesi a napoli

treviso: agg. sulla situazione degli immigrati

jhoannesburg: tricarico ci da gli ultimi aggiornamenti

graziella mascia deputata di rif com oggi in carcere a rebibbia per visitare persichetti ed altri detenuti

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gror300802 (last edited 2008-06-26 09:50:28 by anonymous)