Ore 9.30

Palestina

Il Consiglio centrale palestinese (Ccp) si riunira' il 9 gennaio prossimo, per la prima volta da due anni, al fine di approvare alcuni punti chiave nel processo di riforma dell'Autorita' nazionale palestinese (Anp). Lo ha annunciato in serata Nabil Shaath, ministro palestinese della Pianificazione e dello sviluppo internazionale. L'obiettivo della riunione sara' la ratifica della bozza di Costituzione palestinese, compresa una clausola che istituira' la carica di primo ministro, ha detto Shaath. Israele e Stati Uniti considerano il posto di primo ministro fondamentale per la democratizzazione delle istituzioni palestinesi. Ma Shaath ha dichiarato all'agenzia Reuters che la carica di premier non verra' ricoperta fin quando non sara' creato uno Stato palestinese. Le decisioni del Ccp sono vincolanti per il presidente dell' Anp Yasser Arafat, che guida l'amministrazione istituita in base agli accordi di pace provvisori del 1994-95 con Israele. Israele e Stati Uniti vogliono che Arafat sia sostituito da una nuova dirigenza, con un primo ministro, perche' lo accusano di istigare il terrorismo e di bloccare le riforme. Nelle scorse settimane l'Anp ha rinviato a tempo indeterminato le elezioni politiche, in programma nei Territori palestinesi il 20 gennaio prossimo, sostenendo che non si puo' votare finche' l'esercito israeliano occupa ampie parti della Cisgiordania e impone il coprifuoco. Shaath ha precisato che il Ccp si riunira' nel semidistrutto quartier generale di Arafat a Ramallah, la Muqata. I 120 membri del Ccp vivono nei Territori e all'estero. Non e' chiaro quanti potranno partecipare alla sessione, date le restrizioni alla liberta' di movimento in Cisgiordania e a Gaza imposte dagli israeliani. Il Ccp e' un organo intermedio tra il Consiglio nazionale palestinese (Cnp, Parlamento in esilio, circa 400 membri) e il Comitato esecutivo dell'Olp (Ceolp), che sabato scorso gli ha chiesto di esaminare il piano di pace proposto dal cosiddetto 'Quartetto' (Stati Uniti, Russia, Onu e Unione europea). Shaath presiede un comitato che lavora da tre anni al progetto di Costituzione palestinese.

Intanto reparti dell'esercito israeliano hanno demolito la scorsa notte nel villaggio cisgiordano di Dura (Hebron) le abitazioni di due militanti della Jihad islamica, Ahmed Ayad Fekayn e Muhammed Mustafa Shahin. Un portavoce militare israeliano ha spiegato che i due sono rimasti uccisi nella nottata di venerdi' dopo che avevano ucciso nella vicina colonia ebraica di Otniel quattro studenti di un collegio rabbinico e ferito una decina di militari. La agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce che un negoziante di Betlemme - Issa Halil al-Batah - e' stato rapito ieri in pieno giorno dal suo negozio. Secondo l'agenzia, i rapitori sarebbero membri di una unita' speciale israeliana. Israele finora ha confermato solo la cattura di tre dirigenti locali della Jihad islamica, ieri a Dura. Secondo il portavoce militare, l'operazione e' stata condotta dalla Unita' Ciliegia, i cui membri agiscono in borghese.

Un palestinese e' stato ucciso stamane da una pattuglia di frontiera israeliana nei pressi del valico di Nahal Oz, a sud di Gaza.

Yemen

Tre medici statunitensi sono stati uccisi in un azione compiuto nella città di Ibb, a sud della capitale yemenita Sanaa. Secondo fonti ospedaliere ci sarebbe anche un altro dottore rimasto ferito.L'assalto è stato compiuto da un azionista islamico in un ospedale gestito da religiosi cristiani. L'attentatore sarebbe stato arrestato.

Bolivia

Il problema della distribuzione della terra in Bolivia continua ad essere un tema fondamentale per i settori sociali meno abbienti, soprattutto per i popoli indigeni del Paese andino. E sono proprio le comunità autoctone che hanno dovuto sopportare nel corso degli anni la sistematica sottrazione del 90 per cento dei loro territori tradizionali. Come accade in altri Paesi sudamericani, a fronte di numerosi latifondi improduttivi, lasciati incolti, esistono migliaia di contadini che non hanno abbastanza terra da coltivare o semplicemente non ne possiedono neanche una minima porzione. Per tentare di porre fine a questa situazione nel 1990 venne istituito con un decreto il ‘Territorio indigeno multietnico’, con una superficie di 430mila ettari. Eppure sono dovuti passare 11 anni prima che agli indios fossero riconosciuti concretamente i loro diritti e, invece di sparire, i conflitti sono proseguiti. Dal 1971 il ‘Centro di investigazione e promozione’ dei ‘campesinos’ (Cipca), promosso dalla Compagnia di Gesù e impegnato nello sviluppo rurale sostenibile, ha lavorato per rafforzare i movimenti indigeni e contadini. Nell’ottobre scorso, il Cipca ha facilitato l’istituzione di una commissione incaricata di documentare 36 casi di violazioni dei diritti civici, territoriali, educativi e culturali. Il Cipca ha fornito appoggio tecnico alla commissione e a diversi movimenti sociali per stilare un documento da rendere pubblico. Questo ha provocato le ire dei possidenti terrieri che hanno individuato nel lavoro del Cipca il loro principale ostacolo. I gesuiti e i loro collaboratori hanno ricevuto minacce. Oggi le organizzazioni contadine, indigene e senza terra continuano la loro battaglia attraverso un coordinamento nazionale, che ha visto la luce alla metà di dicembre. Nel manifesto del movimento si esigono dal governo di La Paz l’assegnazione delle terre alle comunità che ne hanno fatto richiesta, lo smantellamento dei gruppi armati al soldo dei latifondisti e la destituzione dei politici che sostengono questi ultimi.

Clonazione

La neonata Eva, frutto del primo esperimento di clonazione umana, arrivera' oggi negli Usa. Lo ha annunciato Clonaid, la societa' scietifica legata alla setta dei raeliani che avrebbe effettuato l'impianto. Baby Eva e' stata dimessa ieri da un ospedale in una localita' segreta e arrivera' negli Usa con la famiglia. Una volta in patria sara' possibile confrontare il suo Dna con quello della madre. Il rientro a casa di Eva e dei suoi familiari e' stato avvolto da mistero.Boisselier aveva anticipato che la bimba avrebbe lasciato l'ospedale tre giorni dopo la nascita come un normale neonato e Eva ha rispettato in apparenza la tabella di marcia. I test sul Dna di Eva e di sua madre sono stati affidati da Clonaid a un ex giornalista scientifico della rete tv americana Abc, Michael Guillen. Guillen, che ha una laurea in medicina, ha detto di aver scelto un esperto indipendente che prelevera' campioni organici. Gli esami, ha aggiunto, saranno affidati a due laboratori indipendenti di profilo mondiale. I risultati sono attesi la prima settimana di gennaio, piu' o meno quando dovrebbe venire alla luce, in una nazione non precisata del nord Europa, il secondo bambino clonato.

La polizia sudcoreana, su mandato della magistratura, ha compiuto oggi un'irruzione nella sede della setta dei Raeliani nel paese, per verificare la possibilità di un loro coinvolgimento nell'esperimento di clonazione del primo essere umano annunciato dalla setta negli Usa. I procuratori della repubblica hanno detto di aver proibito ai dirigenti di lasciare per il momento il territorio sudcoreano. Alcuni membri della filiale sudcoreana della Clonaid, la società americana guidata dai Raeliani, sono ancora sotto interrogatorio da parte degli investigatori sudcoreani.La filiale sudcoreana di Clonaid, la Biofusion Tech. Inc. situata a Daegu, nel sud, è al centro di un'inchiesta dal luglio scorso, quando fu annunciato che tre donne sudcoreane si erano iscritte al programma di clonazione e che una di esse era già incinta.

Ore 13.00

Palestina

Un palestinese è stato ucciso oggi a Nablus (Cisgiordania) nel corso di aspri scontri verificatisi quando l'esercito israeliano ha cercato di imporre il coprifuoco. La vittima si chiamava Jamal Shabaro e aveva 22 anni.

In precedenza un altro ragazzo palestinese è stato travolto da un carro armato israeliano all'altezza del valico di Nahal Oz il palestinese proveniente da Gaza. La notizia non ha finora conferma da parte del portavoce militare. Accanto al cadavere del palestinese (che vestiva l'uniforme dell'esercito isareliano) sono stati trovati due fucili e alcune bombe a mano.

Una delegazione di esperti giordani e' attesa oggi a Gerusalemme per iniziare i lavori di restauro del Muro meridionale della Spianata delle Moschee, alla base della Moschea al-Aqsa. La delegazione sara' guidata dall'ex ministro giordano Raef Nejman. Gli esperti giordani avevano ispezionato il Muro meridionale della Spianata delle Moschee gia' nell'agosto scorso, dopo che era stato notato un suo rigonfiamento di oltre un metro che faceva temere un crollo imminente. A quanto pare si dovra' adesso smontare un tratto di circa 100 metri delle Mura, riempire i vuoti creatisi col tempo per poi risistemare le pietre originali. Il ricorso agli esperti giordani rappresenta una soluzione di compromesso dopo che i dirigenti del Waqf si erano nettamente opposti ad un intervento da parte di archeologi ed ingegneri israeliani. Nel frattempo la radio dei coloni Canale 7 riferisce che un rigonfiamento preoccupante e' stato notato adesso che nel Muro occidentale della Spianata, ossia il Muro del Pianto.

La Corte Suprema israeliana ha respinto stamane il ricorso di alcuni riservisti che chiedevano il riconoscimento del loro diritto di rifiutarsi a prestare servizio nei Territori. Il presidente della Corte Suprema, giudice Aharon Barak, ha stabilito che la loro richiesta rischia di allentare i vincoli che stringono la societa' israeliana. Le nostre forze armate, che sono un esercito di popolo, rischierebbero di trasformarsi in un esercito di popoli diversi aggiunge il giudice.

Yemen

Tre medici di nazionalità statunitense sono stati uccisi nella mattina di oggi, lunedì, durante un attentato ad un ospedale battista della città di Jibla. Secondo quanto dichiarato alla Reuters dalle autorità yemenite, un militante del partito islamico di opposizione si è introdotto nell'ospedale ed ha fatto fuoco contro quattro medici, due uomini e due donne, uccidendone tre e ferendone uno. L'uomo, un trentacinquenne, è stato arrestato subito dopo il fatto, avvenuto nella provincia di Ibb, a circa 170 km dalla capitale San'a.

Cecenia

Sale il bilancio delle vittime dell'attentato di venerdi' a Grozny: secondo l'agenzia di stampa russa Itar-Tass sono 80 le persone rimaste uccise nelle due esplosioni che hanno devastato il palazzo del governo filorusso nella capitale della Cecenia, mentre i feriti sono 150. Intanto, il capo dell'amministrazione nominata da Mosca, Ahmed Kadyrov ha proclamato tre giorni di lutto a partire da oggi in memoria delle vittime dell'attentato compiuto da tre kamikaze, precisando che sono state al contempo annullate tutte le celebrazioni per festeggiare il nuovo anno.

Australia

Per la seconda volta in due giorni, un incendio di origine dolosa e' scoppiato in un centro di detenzione per stranieri richiedenti asilo in Australia. Non si registrano vittime. Ad appiccare le fiamme, in entrambi i casi, si ritiene siano stati immigrati reclusi che hanno inteso cosi' protestare nei confronti della politica sull'immigrazione del governo australiano. I vigili del fuoco hanno faticato a domare le fiamme, che hanno causato danni ingenti - stimati in circa 3 milioni di dollari australiani - al centro di Port Hedland, nello stato dell'Australia occidentale. Il fumo ha solo causato lievi intossicazioni per due membri del personale. Ieri era toccato alla nuovissima struttura di detenzione di Baxter, nell'Australia del Sud, dove le fiamme hanno ferito otto immigrati e distrutto 77 camere nell'ala maschile. Il totale dei danni stimati per entrambi gli episodi e' di oltre 5 milioni di dollari australiani (circa 2,8 milioni di euro). Il premier conservatore John Howard ha condannato gli incendi ed ha dichiarato che il governo non cambiera' la sua politica nei confronti dell'immigrazione, ma che aumentera' la sorveglianza. Una legale dei rifugiati, avv. Marion Le, ha dichiarato che gli immigrati hanno agito per frustrazione per protestare contro un clima straordinariamente repressivo.

Conflitti sul lavoro

La conflittualità sui luoghi di lavoro segna un incremento notevole nel periodo gennaio-novembre del 2002. Le ore utilizzate per conflitti di lavoro risultano pari a 30,5 milioni con un incremento del 407,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Lo rileva l'Istat che sottolinea come "l'elevato numero di ore registrate è dovuto all'89,6% a vertenze non originate dal rapporto di lavoro (27,4 milioni)". Rientra in questa categoria, ad esempio, lo sciopero generale del 16 aprile contro la modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. "Le ore perse per motivi originati dal rapporto di lavoro (3,2 milioni) sono state determinate prevalentemente da rivendicazioni economico-normative (1 milione) e da vertenze per rinnovi contrattuali (876 mila)".Nel periodo gennaio-novembre le ore perse per tali motivi sono diminuite del 46,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. I dati dell'Istat segnalano come vi sia una forte concentrazione della conflittualità in tre settori: le industrie metalmeccaniche, pari a 856 mila ore (il 27,3% del totale), in quella dei trasporti e telecomunicazioni per 459 mila ore (il 14,5% del totale) e quello del credito.