visto che non c'è ancora, metto la sintesi tradotta del documento che sarà approvato dal Forum: Profitti per pochi o cibo per tutti? (Giangi)

PROFITTO PER POCHI O CIBO PER TUTTI? RICONSIDERATO CINQUE ANNI DOPO

Alla fine del Vertice Alimentare Mondiale del 1996 le ONG e le OSC presenti approvarono una dichiarazione dal titolo Profitto per pochi o cibo per tutti, nella quale si segnalava che le misure e e le attività citate nel Piano d'Azione non avrebbero raggiunto grandi risultati nella riduzione del numero di affamati nel mondo. Purtroppo quell'analisi della società civile era esatta.

A. Sulle questioni della fame e della malnutrizione ci vuole un approccio fondato sui diritti. Il diritto a una alimentazione adeguata deve essere messo al centro di qualunque iniziativa della FAO, responsabilizzando gli stati, gli organismi intergovernativi e le aziende transnazionali nei confronti delle popolazioni.

B. L'attuale modello di agricoltura industriale, I sistemi di allevamento animale intensive e di pesca eccessiva, stanno distruggendo i tradizionali sistemi agricoli e la varietà dell'ecosistema. E' urgente sviluppare un uso sostenibile dell'ecosistema attraverso modelli alternativi di agricoltura.

C. Nell'attuale commercio agricolo le sovvenzioni pubbliche alle esportazioni dei paesi del Nord mantengono artificiosamente i prezzi bassi, con l'autorizzazione dell'OMC: ciò provoca effetti distruttivi sulla maggior parte delle popolazioni delle aree agricole, le famiglie di coltivatori e le comunità indigene. La sovranità alimentare deve garantire un reddito decente ai coltivatori e porre limiti al monopolio del cibo da parte della grandi aziende.

Questi tre temi centrali si articolano in 10 punti.

La Dichiarazione di Roma riconferma questo diritto, che impegna gli stati a garantirlo e svilupparlo e a responsabilizzare individui e organizzazioni sociali. La mancanza di volontà o l'incapacità dei governi a rispettare i loro impegni ha in parte determinato la fame e la malnutrizione. Se gli stati perdono la propria sovranità per l'azione dei poteri sovranazionali (p. es., per le conseguenze finanziarie delle regole del commercio internazionale, delle politiche di aggiustamento strutturale), allora le responsabilità sono anche delle organizzazioni intergovernative. Il diritto all'alimentazione adeguata fa parte dei diritti umani e significa che ogni donna, uomo o bambino abbiano accesso fisicamente ed economicamente in ogni momento ad un'alimentazione adeguata utilizzando le necessarie risorse di base, nel rispetto della loro dignità; cibo senza sostanze nocive, culturalmente accettabile, in quantità e qualità che soddisfi i bisogni nutrizionali delle persone, nel rispetto degli altri diritti umani e della produzione sostenibile. * Proposte: Le ONG e le OSC chiedono agli stati di adottare un Codice Internazionale di Comportamento sul diritto a un'alimentazione adeguata, a partire dal documento delle ONG approvato nel 1996, definendo regole e responsabilità dei soggetti pubblici e privati.

Fame e malnutrizione sono spesso causa di esclusione dalle risorse produttive (terra, foreste, mari, semi, tecnologie, crediti, ecc.). L'esclusione sociale, determinata da normative interne agli stati, è uno degli ostacoli principali all'accesso e non è adeguatamente considerato dall'agenda politica: così non saranno mai raggiunti gli obbiettivi del Vertice FAO sull'alimentazione. P. es., i lavoratori agricoli senza terra sono esclusi dalle riforme agrarie; le donne sono escluse dal credito o sono escluse dall'eredità della famiglia; l'accesso ai semi sta diventando sempre più complicato, a causa del crescente monopolio delle grandi aziende sui mercati e la progressiva brevettazione dei semi; anche l'accesso all'acqua sta diventando sempre più difficile. *Proposte: Riforme agrarie globali adattate alle condizioni locali, con uguali opportunità per le donne e equo accesso alle risorse produttive.

Molti lavoratori agricoli lavorano senza contratto e su base stagionale o giornaliera, senza diritti sindacali, supersfruttati, senza tutele sociali, esposti ai pesticidi: sono quindi i più vulnerabili. *Proposte: Riconoscimento dei diritti dei lavoratori agricoli, compresi quelli sindacali, sociali, sanitari e assistenziali, in linea con gli standard dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (che devono essere sottoscritti da tutti i governi) e dei diritti umani. Riconoscimento dei diritti culturali, sociali, economici e politici delle comunità indigene.

Le comunità indigene affrontano terribili problemi in molte parti del mondo, a causa dei conflitti per la terra, gli sgomberi e gli espropri. *Proposte: Riconoscimento dei diritti, dell'autonomia, dell'autodeterminazione e della cultura indigene.

La FAO ha iniziato a lavorare sull'Osservatorio dei diritti umani e del diritto a un'adeguata alimentazione, ma l'approccio non è ancora sostanziale. Il sostegno della FAO per i progetti tecnici e finanziari non ha ancora identificato le aree e i metodi di lavoro. *Proposte: L'Osservatorio deve documentare anche le violazioni del diritto a un'adeguata alimentazione.

L'attuale modello di agricoltura industriale non è sostenibile: i tassi di sfruttamento di acqua, suoli, diversità biologica sono eccessivi. Eppure questo modello riceve la maggior parte dei finanziamenti per la ricerca. L'ONU dovrebbe fare regolarmente una valutazione dei costi ambientali e sociali dell'agricoltura industriale. La crescita delle grandi aziende agricole in molti paesi determina l'allontanamento forzato dei piccoli coltivatori. *Proposte: Cambiare il modello produttivo, adottando principi agro-ecologici. Più fondi per la ricerca nell'agricoltura organica, coinvolgendo i coltivatori diretti e le loro conoscenze. Proteggere la vegetazione per evitare siccità e desertificazione. Ridurre l'uso dei pesticidi e concimi chimici. Fare investimenti nell'economici e sociali nelle zone rurali, per sviluppare una economia decentralizzata.

Le risorse genetiche esistenti sono il risultato di migliaia di anni di graduali sperimentazioni di piccoli agricoltori e comunità indigene: i semi sono quindi patrimonio dell'umanità. L'accesso alle risorse genetiche è essenziale per la sicurezza alimentare. L'attuale tendenza della ricerca deve cambiare e diventare principalmente pubblica. Gli OGM sono una minaccia per gli agricoltori e i poveri delle campagne, oltre che per l'agricoltura in generale. Gli OGM rappresentano l'ultima evoluzione della "Rivoluzione Verde" e provocherà un pericolosa uniformità dei prodotti agricoli, favorendo la proprietà private dei semi. La strategia delle grandi aziende sviluppa la contaminazione delle coltivazioni con sementi OGM, per costringere i contadini a comprarle e a usare concimi chimici. *Proposte: Proibire la bio-pirateria e i brevetti degli organismi viventi, comprese le varietà sterili. Attuare subito una moratoria sulla produzione e l'uso degli OGM, fin quando non sarà dimostrata la loro innocuità per la salute e l'ambiente, attraverso procedure pubbliche e accessibili a ONG e OSC. Vietare gli aiuti alimentari con OGM.

Le regole del commercio agricolo imposte dall'OMC e altri organismi regionali, il G8, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e altre istituzioni finanziarie ha seriamente compromesso la sicurezza alimentare e la vita dei piccoli agricoltori, soprattutto nei paesi poveri. L'OMC consente ricche sovvenzioni alle grandi aziende agricole dei paesi del Nord e impone la liberalizzazione dei mercati agricoli nei paesi del Sud, privi di sovvenzioni per gli agricoltori e costretti a importare i prodotti a basso prezzo del Nord. Le organizzazioni della società civile devono avere il diritto di decidere le proprie strategie per la produzione sostenibile e su scala piccola e media, la distribuzione e il consumo di cibo, nel rispetto delle diverse culture di contadini, pescatori e comunità indigene. Sovranità alimentare non significa autarchia o protezionismo, né impedisce il commercio internazionale agricolo e ittico. *Proposte: Fine di tutte le forme di "dumping" (vendita di prodotti sottocosto). Cambiare le regole del commercio internazionale, per garantire alle famiglie contadine e ai gruppi a rischio un reddito e la possibilità di produrre cibo. Escludere l'agricoltura dagli accordi dell'OMC. Un nuovo sistema, democratico e trasparente, per regolare il commercio internazionale.

La privatizzazione dei beni pubblici è un fatto preoccupante. Prima responsabile di questo processo è la Banca Mondiale, che vuole introdurre il mercato della terra in tutte le zone rurali, distruggendo le risorse collettive della comunità e i sistemi produttivi locali. La redistribuzione delle terre ai contadini poveri è ancora un fattore decisivo per lo sviluppo di molte zone rurali. La privatizzazione dell'acqua difficilmente favorirà la sua distribuzione alle comunità marginali. *Proposte: No allo sviluppo di un mercato della terra, proposto come alternativa alle riforme agrarie. Una rapida e acritica privatizzazione diminuirà l'accessibilità dei beni pubbici per le comunità marginali.

E' necessario un modello di democrazia inclusiva e partecipativa, basato sui diritti umani, sociali ed economici. I governi locali e nazionali devono prendersi una effettiva responsabilità nella lotta contro fame e malnutrizione e le organizzazioni popolari e le ONG devono poter partecipare alle decisioni politiche. Attualmente è in corso un processo di concentrazione monopolistica delle risorse produttive, mentre l'esclusione sociale non viene ridotta. La mancanza di volontà politica è stata determinante nel fallimento degli obbiettivi stabiliti nel Vertice mondiale FAO del 1996.


Il WORKSHOP "SICUREZZA ALIMENTARE E AGRICOLTURA BIOLOGICA” del 10 giugno Si è svolto ieri pomeriggio l’incontro dal titolo Sicurezza alimentare e agricoltura biologica” organizzato da IFOAM (federazione Internazionale dei Movimenti per l’agricoltura biologica” I relatori si sono confrontati sui temi della sostenibilità dell’agricoltura tradizionale e sulle ipotesi di sviluppo dell’agricoltura biologica. Molti degli interventi si sono soffermati sui problemi di natura economica e politica connessi alla produzione alimentare di tipo industriale. Il sistema delle produzioni biologiche sicuramente non è il solo mezzo per risolvere tutti i problemi dell’alimentazione ma, se sviluppato e potenziato, potrebbe offrire una possibilità in più per tamponare alcune gravi problematiche del settore, come per esempio, quelle relative all’impatto ambientale, alla qualità e agli alti costi di produzione. Particolarmente interessante è stato il contributo dell’ecologista indiana Vandana Shiva, che ha ribadito i problemi connessi all’uso di pesticidi. Vandana Shiva ha inoltre sottolineato le gravi conseguenze economiche del fenomeno del dumping, a causa del quale molti piccoli produttori agricoli vivono in condizioni di povertà, senza possibilità di sviluppare il loro lavoro e ha sottolineato come incrementando il sistema di rapporto diretto tra produttore e consumatore sarebbe possibile contenere i costi e garantire all’agricoltore un giusto guadagno. Il workshop ha evidenziato anche le difficoltà di certificazione del prodotto, che costituiscano un limite alle possibilità di sviluppo delle aziende biologiche. Il ministro tedesco della Protezione dei Consumatori e dell’Agricoltura, Renate Kunast, ha puntato l’indice sul problema dell’inadeguatezza organizzativa e strutturale della maggior parte delle organizzazione agricole biologiche, che non sarebbero ancora in grado , secondo l’opinione del Ministro, di competere con le grandi multinazionali e ha commentato, supportata da esempi, la necessità di migliorare la trasparenza dei processi di produzione. “L’agricoltura biologica” ha detto il ministro Kunast “non dovrebbe continuare a dipendere dalle strutture tradizionali dell’agricoltura industriale, ma dovrebbe piuttosto sviluppare proprie strutture autonome, costituendo per esempio dei network tra produttori” L’incontro si è concluso con un vivace dibattito tra i relatori e i partecipanti al workshop: diversi piccoli coltivatori biologici hanno portato all’attenzione le difficoltà che ancora incontrano nel loro lavoro, relative per esempio alla rigidità delle normative in materia di certificazione dei prodotti e alla politica dell’Unione Europea principalmente orientata all’esportazione o all’alto costo dei mangimi per gli animali.


Workshop: Impactos del ALCA para la soberania alimentaria de los pueblos de America.(Impatti dell' ALCA sulla sovranità alimentare dei popoli d'America) Roma,10/06/2002

Gli USA stanno promuovendo la costituzione di area di libero commercio (ALCA) nel continente americano. Il patto, firmato all'inizio degli anni novanta, sarà probabilmente ratificato nel 2005. Ad oggi, l'apertura commerciale ha solo provocato maggior povertà nei paesi latino-americani, a causa delle distorsioni mercantili provocate a loro volta dai sussidi protezionisti degli Stati uniti e dei paesi più sviluppati. Distorsioni che fanno particolarmente profonde nel caso del settore agro-alimentare. L'ALCA si presenta subito come sinonimo di asimmetria. Diversamente dall'UE, le parti in causa hanno infatti diversi livelli di sviluppo. Il supposto libero commercio in queste condizioni non è altro che un meccanismo volto a incrementare l'insicurezza alimentare e la povertà e a radicare l'esclusione di diverse identità sociali che la Red Interamericana Agriculturas y Democracia (RIAD) ha ritenuto necessario far incontrare a Roma. Dal workshop sono emersi interessanti temi di discussione. Renato Maluf, dell'università di Rio de Janeiro, discutendo dei caratteri e dei contenuti dell'ALCA, si è domandato se sia realmente necessario un accordo emisferico. Dal canto loro, gli States vedono, nell'applicazione dell'ALCA, la possibilità di allargare la loro sfera di influenza politica ed economica, penetrando in nuovi mercati attraverso investimenti corposi e tramite la pratica del dumping (esportazione di prodotti da vendere in sottoprezzo, spesso sotto il costo di produzione, modificando gli equilibri tra domanda e offerta). L'ALCA è quindi da ascrivere, secondo Victor Suarez, direttore esecutivo dei campesinos del Messico, al desiderio degli Stati uniti di recuperare le quote di mercato erose, ad esempio da UE e Australia, oppure, nella stessa America Latina dal Mercosur. Inoltre, gli USA, pur chiedendo ai paesi sudamericani e del Caribe di essere concorrenziali, impongono i loro brevetti e il rispetto delle proprietà intellettuali sulle tecnologie. E' necessario ricordare che anche i grandi imprenditori latinoamericani sarebbero favoriti dall'ALCA (17 imprese sudamericane controllano il 43% dell'export della macro-regione), tuttavia i piccoli produttori non ritengono utile ed equa la proposta degli Stati uniti perchè si parla di un accordo di liberalizzazione commerciale e non di sviluppo economico che verrà applicato attraverso l'imposizione di modello di produzione non sostenibile nemmeno dal punto di vista ecologico, come sottolinea l'equadoregna Ana Lucia Bravo. L'area sudamericana dispone di ingenti quantità di risorse petrolifere e naturali (31% dell'acqua, 23% dei boschi, 43% della flora e della fauna presenti sul pianeta) su cui gli USA potranno mettere le mani. Mantenere un sistema simile a quello degli States significherbbe anche sovraprodurre, consumare molto di più e produrre quote di rifiuti che comporterebbero costi sociali elevatissimi. Impossibile inoltre applicare il principio di precauzione nei confronti degli OGM, su cui esistono invece normative ancora abbastanza rigide in Europa e Giappone. La dipendenza alimentare del sudamerica aumenterebbe a dismisura. L'esperienza del Messico, nel NAFTA (North America Free Trade Agreement) da 9 anni, ha già dimostrato le possibili cause e conseguenze di un accordo commerciale con gli Stati uniti. Con l'ALCA, attraverso l'annullamento della resistenza delle popolazioni locali, verrebbe smantellata l'agricoltura campesina e la società indigena. L'espulsione della popolazione rurale dai campi comporterebbe un'impennata della disoccupazione, un conseguente crollo dei salari e la possibilità di sfruttare manodopera a basso costo, soprattutto negli stessi USA, luogo di approdo dei migranti sudamericani ma anche luogo ove regna il razzismo. ALCA è anche un'accordo militare: lo dimostrano, ad esempio, le politiche di terrore svolte nei confronti dei coltivatori di coca. E' stato sottolineato come in questa decina d'anni gli scenari politico-economici dell'America Latina siano radicalmente mutati, tra crisi economica argentina, golpi venezuelani (peraltro imputabili agli States) e notevole sviluppo del Brasile (per questo isolato dagli USA). E' opinione di Pedro de la Cruz, presidente dei campesinos equadoregni, che l'ALCA sia paragonabile a un OGM. Idea originale ma giustificata in quanto l'Alca non risponde all'evoluzione dell'area dell'America Latina, violandola nelle sue caratteristiche storiche, economiche, politiche e sociali. De la Cruz ritiene che sia molto più auspicabile un'integrazione di tipo regionale basato non sulla dipendenza e sull'assimmetria ma sulla solidarietà e la cooperazione.

Workshop: Impacts of ALCA over food sovereignty of American peoples. Rome 10/06/2002 The U.S.A fosters the creation of a free trade area in the American continent. The agreement, signed on the beginning of the 90’s, will probably be ratified on the year 2005. For the moment the trade area has only brought poverty to the Latin American countries, due to trade distortions caused by protectionist benefits of the U.S. and to developed countries. These distortions become more severe in the food and agriculture sector. ALCA is synonymous of unbalance. Unlike the EU, the countries have different levels of development. Free trade within these conditions is nothing but a mechanism which aim is to increase food uncertainty and poverty and emphasize the exclusion of the different social identities that the Interamerican Agriculture and Democracy net (RIAD Red Interamericana Agriculturas y Democrazia)felt necessary to gather in Rome. Interesting discussions emerged from the Workshop. Mr. Renato Maluf, of the University of Rio de Janeiro, debating over the features and contents of ALCA, questioned the need of an hemispheric agreement. The implementation of the free trade area for the United States means a chance to broaden its economic and political influence, penetrating new markets by means of sound investments and dumping (exportation of products to be sold below prize, often below production costs, modifying the balance between offer and demand). According to Victor Suarez, president of Mexican peasants, ALCA stems from the desire of the U.S to recover the erosion of market shares, for instance the shares of the EU and of Australia, or the one of Latin America from Mercosur. Moreover the U.S. asks the South American and Caribbean countries to be competitive, but then it imposes its patents and respect for intellectual properties on technologies. It’s important to bear in mind that also strong Latin American entrepreneurs would benefit from ALCA (17 South American companies control 43% of the exportation of the Macro-region), yet small producers reckon that the U.S. proposal isn’t useful nor just because its a free trade agreement and not aimed at economic development and it will be implemented by means of an imposed production pattern unsustainable not even from an ecological point of view, as Ana Lucia Brava from Ecuador points out. The South American area has great natural and oil resources (31% of water, 23% of woods, 43% of flora and fauna present on earth)that the U.S would gain. Maintaining a U.S.A type of system leads to overproduction, increases consume and produces wastes which would imply a very high social cost. Moreover it would be impossible to apply the principle of precaution to the GMO’s that are under strict regulation in Europe and Japan. The food dependence of South America would greatly increase. The Mexican example in the NAFTA (North America Free Trade Agreement)during 9 years, has already demonstrated the possible causes and consequences of a trade agreement with the U.S. ALCA, through the eradication of local people resistance, would dismantle peasant agriculture and the indigenous society. Exclusion of the rural population from the fields would imply a steep rise in unemployment, a crash of salaries and would give the possibility to exploit low cost labor force, especially in the U.S, where south American emigrants go, and where racism is very strong. ALCA is also a military agreement: as the terror policies against the Coca grower show. Emphasis was given to the fact that in these last ten years the political and economic scenario of Latin America has radically changed, due to Argentina economic crisis, coup d’etat in Venezuela (the U.S. was blamed for this fact) and remarkable development of Brazil (that U.S. isolated for this reason). Pedro de la Cruz, president of the Ecuador peasants, reckons that ALCA is like a GMO. His idea is bizarre but we can understand it for ALCA does not respond to the evolution of the Latin American area, breaking its historical, economic, political, and social features. Mr. De la Cruz is for a regional integration not based on dependence and unbalance, but on solidarity and cooperation.

Gli USA stanno promuovendo la costituzione di area di libero commercio (ALCA) nel continente americano. Il patto, firmato all'inizio degli anni novanta, sarà probabilmente ratificato nel 2005. Ad oggi, l'apertura commerciale ha solo provocato maggior povertà nei paesi latino-americani, a causa delle distorsioni mercantili provocate a loro volta dai sussidi protezionisti degli Stati uniti e dei paesi più sviluppati. Distorsioni che fanno particolarmente profonde nel caso del settore agro-alimentare. L'ALCA si presenta subito come sinonimo di asimmetria. Diversamente dall'ue, le parti in causa hanno infatti diversi livelli di sviluppo. Il supposto libero commercio in queste condizioni non è altro che un meccanismo volto a incrementare l'insicurezza alimentare e la povertà e a radicare l'esclusione di diverse identità sociali che la Red Interamericana Agriculturas y Democracia (RIAD) ha ritenuto necessario far incontrare a Roma. Dal workshop sono emersi interessanti temi di discussione. Renato Maluf, dell'università di Rio de Janeiro, discutendo dei caratteri e dei contenuti dell'alca, si è domandato se sia realmente necessario un accordo emisferico. Dal canto loro, gli States vedono, nell'applicazione dell'alca, la possibilità di allargare la loro sfera di influenza politica ed economica, penetrando in nuovi mercati attraverso investimenti corposi e tramite la pratica del dumping (esportazione di prodotti da vendere in sottoprezzo, spesso sotto il costo di produzione, modificando gli equilibri tra domanda e offerta). L'ALCA è quindi da ascrivere, secondo Victor Suarez, direttore esecutivo dei campesinos del Messico, al desiderio degli Stati uniti di recuperare le quote di mercato erose, ad esempio da UE e Australia, oppure, nella stessa America Latina dal Mercosur. Inoltre, gli USA, pur chiedendo ai paesi sudamericani e del Caribe di essere concorrenziali, impongono i loro brevetti e il rispetto delle proprietà intellettuali sulle tecnologie. E' necessario ricordare che anche i grandi imprenditori latinoamericani sarebbero favoriti dall'alca (17 imprese sudamericane controllano il 43% dell'export della macro-regione), tuttavia i piccoli produttori non ritengono utile ed equa la proposta degli Stati uniti perchè si parla di un accordo di liberalizzazione commerciale e non di sviluppo economico che verrà applicato attraverso l'imposizione di modello di produzione non sostenibile nemmeno dal punto di vista ecologico, come sottolinea l'equadoregna Ana Lucia Bravo. L'area sudamericana dispone di ingenti quantità di risorse petrolifere e naturali (31% dell'acqua, 23% dei boschi, 43% della flora e della fauna presenti sul pianeta) su cui gli USA potranno mettere le mani. Mantenere un sistema simile a quello degli States significherbbe anche sovraprodurre, consumare molto di più e produrre quote di rifiuti che comporterebbero costi sociali elevatissimi. Impossibile inoltre applicare il principio di precauzione nei confronti degli OGM, su cui esistono invece normative ancora abbastanza rigide in Europa e Giappone. La dipendenza alimentare del sudamerica aumenterebbe a dismisura. L'esperienza del Messico, nel NAFTA (North America Free Trade Agreement) da 9 anni, ha già dimostrato le possibili cause e conseguenze di un accordo commerciale con gli Stati uniti. Con l'alca, attraverso l'annullamento della resistenza delle popolazioni locali, verrebbe smantellata l'agricoltura campesina e la società indigena. L'espulsione della popolazione rurale dai campi comporterebbe un'impennata della disoccupazione, un conseguente crollo dei salari e la possibilità di sfruttare manodopera a basso costo, soprattutto negli stessi USA, luogo di approdo dei migranti sudamericani ma anche luogo ove regna il razzismo. ALCA è anche un'accordo militare: lo dimostrano, ad esempio, le politiche di terrore svolte nei confronti dei coltivatori di coca. E' stato sottolineato come in questa decina d'anni gli scenari politico-economici dell'america Latina siano radicalmente mutati, tra crisi economica argentina, golpi venezuelani (peraltro imputabili agli States) e notevole sviluppo del Brasile (per questo isolato dagli USA). E' opinione di Pedro de la Cruz, presidente dei campesinos equadoregni, che l'alca sia paragonabile a un OGM. Idea originale ma giustificata in quanto l'Alca non risponde all'evoluzione dell'area dell'america Latina, violandola nelle sue caratteristiche storiche, economiche, politiche e sociali. De la Cruz ritiene che sia molto più auspicabile un'integrazione di tipo regionale basato non sulla dipendenza e sull'assimmetria ma sulla solidarietà e la cooperazione.

Per Paula

TIERRA

SOFIA MONSALVE: campana via campesina y FIAN desde 1999. Objectivo principal apoyar internacionalmente los movimientos de reforma agraria. Acceso al la tierra derecho umano, reforma agrar necesaria. 3 estrategias: apoyo directo a los movimientos nacionales, tomando casos concretos. Caso de Guatemala en apoyo a los afectados por la represion. Otra manera: misiones investigadoras internacionales, Indonesia, Honduras y presenta su informe a la prensa y a la comision derechos humanas. Colaboracion entre movimientos campesinos de todo los continentes, setiembre 2002 Paraguay. Cabildeo, lobby a nivel internacional en el Banco Mundial y organizaciones de cooperacion del norte del mundo cuyas estrategias son excluentes.

BIPLAP Asociacion que trabaja en India y Pakistan, en el mundo 40.000.000 de personas no pueden comer dos veces por dia, y casi la mitad vive en la India, Bangladesh, Sri Lanka y Nepal. En Asia del sur muchos campesinos no tienen tierra el 80% no tienen o no bastante el 44% tiene muy poco pero el 50% de los hogares tiene el 60% de toda la tierra. Programa de agricultura por la reforma agraria 1961/96 aumentò el porcentaje de los sin tierra, politicas de liberalizacion, dumping damnifica los campesinos

MCT (Brazil) Alegria ! Quiro compartir nuestras preocupaciones denuncia contra el gobierno brasilero. En los ultimos anos este gobierno ha hecho una politica de represion contra los movimientos sociales, sobretodo contro el movimiento de los sin tierra. Esta politica de criminalizacion tiene varios aspectos, policia militar. En el mismo tiempo tienen iniciatiuvas Banco de la tierra que confunde y impide una verdadera reforma de la tierra. Muchos lideres estan en la carcel. Querian crear un cuerpo especial de la policia para luchar contra estos lideres. Como otros paises Brasil tiene politicas neoliberales que solo piensan en intetreses internacionales, no en la gente. Fernando Enrique Cardoso ha empeorado no hay salida para las familias del campo. Las consecuencias 60.000.000 de brasileros son pobres el 20% desocupados 40.000 asesinatos por anos, sobretodo entre los jovenes. 50.000 salariados han perdido su trabajo, nunca la crisis habia llegado a tanto. A pesar de todo el movimiento sin tierra sigue luchando para dar recurso a nuestros campesinos. Luchas, marchas, hemos conseguidos dar tierra a 300.000 familia y 100.000 familias siguen luchando por la reforma agraria y cambiar este modelo. Intentamos tener en cuenta todas la dimension humanas. En la practica estamos haciendo muchas vcosas que el gobierno deberia hacer. Nos organizamos en America Latina. En el ultimo congreso nacional 2000 brasil 12000 delegados para un brasil sin latifundo. Latifundo vinculado con bancos y empresas internacionales. Es una lucha de clase contra el poder, no es contra los proprietarios de latifundios pero contra el sistema de poder. La reforma agraria en brasil tiene que luchar tambien contra el poder extranjero. Projecto popular brasilero de desarrollo. 1% de los proprietarios 40% de las tierras. Contra la zona de libre comercio, porqué vamos a ser una colonia de EEUU si no vamos a cambiar esta situacion. Reforzar la lucha por la tierra en escala internacional, contra el capitalismo, otro modelo para el mundo

Peter Rafi sobre politica del banco Mundual de los ultimos anos. Politica qu edificulta el acceso a la toerra y al agua. Politica que esta promoviendo en muchos aises del mundo, con muchas diferencia, no obstante el BM tiene las msmas politicas que inpone en Africa, Asia, Europa del Este. Paises y culturas que non son lo mismo, politicas ke empiezan con programas de la tierra, division de la tierra, lo que dice el BM es ke se tiene que dividir entre los campesinos, en realidad lo que hace es crear programas en los ke familias o individuos tienen titulos de propiedad de la tierra, ke se puede asi vender como cualquier otro bien. En otros contqxtos de politicas estructurales estan haciendo desaparecer el derechoh al acceso a la tierra, ke casi siempre era comunal. Los Bancos pueden apropiarse de estos titulos, porque los campesinos no pueden respectar los creditos. El banco tiene en parte la culpa porke facilita el acceso no a los pobres, sino a los ricos ke tienen los recursos. Los paises ke han vivido este programa de los titulos de la tierra los pobres estan bajo la supervision de los Bancos, komo en Brasil, es un modelo de vendedores ke es un desastre para los pobres porque los ricos kieren vender tierra mala a los prcios del mercado, 200 300% el precio normal de la tierra no buena. Esta gente tiene una tierra de escasa calidad pa’ el Gobierno es “la riforma agraria” mas buena, porque son programas simbolicos, el banco puede decir ke esta haciendo algo pa’ el acceso a la tierra, cuando en realidad lo que hace es dar acceso a los ricos. En relidad esta politica tiene como objeticvo debilitar nuestro movimiento, en Brasil esta pasando esto. No se pueden solucionar solo ekl 1% de los problemas de la tierra como esta pasando, estos modelos impuestos por el BM no estan disminueyendo el hambre en el mundo, sino ke estan empeorando la situacion

EVON PETER (Netsaii Gwich’in) Acceso a la tierra para las poblaciones indigenas. Representamos a mas de 500 millones de personas en el mundo entero. La historia que tenemos de acceso a la tierra es en realidad que tenemos que abandonar nuestra tierra por lo que representamos socialmente y culturalmente, hoy nuestra gente esta marginada, estamos muy dejados de lado y sin embargo, nuestra gente tiene unos contactos muy fuertes con la naturaleza. Nos estan atacando constantemente porque nosotros queremos seguir manteniendo nuestra manera de vida. Cada tribu tiene sus problemas por el tipo de reaccion de las politicas del gobierno, pero compartimos una lucha porque todos los Gobiernos de los ultimos 500 anos intentan quitarnos de nuestra tierra. Asi que el reto que tenemos es garantir el acceso a nuestra tierra, tenemos que fomentar el derecho de nuestra gente a tener acceso a nuestra tierra para satisfacer nuestras necesidades. Nuestro reto consiste en trabajar juntos para reforzar esta lucha y la presion que podemos poner como poblaciones indigenas choca con la reaccion de los Gobiernos. Mucha de nuestra gente esta en la carcel, incluso ha muerto. El acceso y la gestion de la tierra para nosotros es muy importante si queeremos garantir la independencia y la vida de nuestra gente.

AGUA SODSAI SRANGSOK (Moon River Bacin Community Network) THAILANDIA Estoy aqui en representacion de la Comunidad de Moon River, del nombre del rio principal del nordeste de Thailandia. La gente cree que en Thailandia exportamos el arroz y que tenemos seguridad alimentaria. No es asi, hay falta de recursos productivos, sobre todo de agua. No tenemos acceso a los recursos debido a que el Gobierno intenta centralizar los recursos nacionales para sus exportaciones en el mundo, intenta utilizar el agua como una mercancia. El Moon River y el Chi son los rios principales de Thailandia, hay un programa del Gobierno que prevee dar agua a los agricultores, pero en realidad hay muy pocos agricultores que sacan provecho de estos programas gubernamentales. Hay otro programa del Gobierno que dice que va a dar luz al sur del pais, pero no tenemos confianza. Estan una presa para dar energia al sur del pais, pero esta presa muy grande puede destrozar la cultura de los campesinos, su vivencia comunitaria, destrozar los recursos. La situacion se agravo al empezar la crisis economica en Thailandia hace 5 anos. El FMI y el Banco asiatico concedio un prestamo al Gobierno bajo la condicion que este centralizara y controlara el acceso al agua en todo el pais. Por lo tanto el uso del agua en Thailandia se controla atraves del Gobierno, de las multinacionales y ahora tenemos una compania de luz que maneja concesiones y contratos y que intenta controlar este programa para sacar provechos de los agricultores mas pobres. Nuestra recomendacion es que las poblaciones indigenas tienen que controlar los recursos, por lo tanto los Gobiernos y las Naciones Unidas tienen que apoyar a las poblaciones para que mantengan su cultura y puedan vivir en manera digna. Nosotros nos oponemos todos a la intervencion del FMI y del Banco asiatico que intentan robar el agua, que consideran como una mercancia mas. Los Gobiernos del mundo tienen ke dejar de especular sobre el agua. La ultima recomendacion es ke los recursos del agua no tendrian ke pertenencer ni al gob. Ni a privados, sino a las poblaciones ke esi tendria acceso a este recurso tan importante.

PEDRO MERCHE BRASIL Personas afectadas por las presas en brasil. Estan intentando tratr el agua como una mercancia, creemos ke el agua es un bien comun. 45.000 mil represas contruidas, grandes latifundios de agua.800 miliones de personas afectads por la construccion de presas ha destruido la cultura la pesca, las comunidades indigenes y ha tenido consecuencias muy graves pa el medioambiente. 60% de los rios esta con presas en todo el mundo solo el 3% del agua es dulce, disponibke pa el consumo. Hoy en dia cada tres personas una no tiene acceso al agua. 3 millones depersonas en el mundo estan afectadas por dolencias relativas al agua.el mundo esta entrando en grave crisis pa el agua. Tenemos una situacin muy diferente entr epasise que tienen agua y los ke no tienen acceso. Brasil tiene gran potencia hidrico y muchas personas estan muriendo por falta de agua. Amazonia es una de las cuencas hidrograficas del palneta con los 10 rios mas grandes del mundo pero tenemos la intervencion de Blegica y de Francia interesadas en provatizar el acceso. El agua es vista hoy como un puro valir economico que tiene ke depender del sistema capitalista. En Katar la OMC privatizacion de los recurso, de la energia y del agua. El dia internacional del agua 22 de marzo no debe ser un dia conmemorativo del agua sino un dia de movilizacion en contra de la privatizacion. Nosostros estamos en contra de la construccion de las presas pero no en contra de la produccion de energia, sin embargo estamos en contra ke agua y energia esten privatizados y tratados como mercancias. Hoy en Brasil empresas internacionales poseen ya 11 rios brasilenos, nosotros promovemos campanas en contra de esto. Creeemos ke nuestra lucha es contra la privatizacion del agua, porke el agua es un derecho a la vida, de los pueblos,


Sophie Monsalve

Campagna globale per la riforma agraria. La Campagna di Via Campesiana e FIAN comincia nel 1999. L'obiettivo principale è appoggiare i movimenti per la riforma agraria a livello internazionale. Perchè l'accesso alla terra sia riconosciuto come diritto umano è necessaria la riforma agraria. Tre strategie: appoggio diretto ai movimenti nazionali per la riforma agraria, come in Guatemala dove aiutiamo le persone colpite dalla repressione. Missioni investigative internazionali che presentano i propri risultati alla stampa e alle commissioni per i diritti umani, come in Indonesia ed Honduras. Ultima strategia bisogna spingere per la collaborazione dei movimenti contadini di tutti i continenti, bisogna premere sulla Banca Mondiale e sulle organizzazioni di cooperazione del nord perchè non escludano i popoli dai loro piani.

Biplap Halim

Lavora per una associazione agricola presente in Asia del Sud, India, Sri Lanka, Bangladesh e Pakistan. Nel Mondo ci sono 40 milioni di persone che non possono mangiare 2 volte al giorno. In Asia del Sud la maggior parte dei contadini non ha terra, l'80% non ne ha o non ne ha abbastanza, il 44% ne ha poca. Il 5% dei proprietari tiene il 60% della terra. C'è una mal distribuzione della terra. La riforma agraria è l'unica possibilità per avere cibo e sovranità alimentare. Il WTO ha sponsorizzaro la liberalizzazione dell'agricoltura ma le terre sono concentrate nelle mani di pochi proprietari o di grandi organizzazioni.

Vincent Wilson

Denuncia la repressione del governo brasiliano contro le organizzazioni sociali, in particolare contro i Sem Terra. Molte associazoni sono state perseguitate dalla polizia e i loro capi sono attualmente detenutI. E' necessario creare un corpo speciale di polizia per lottare per la loro liberazione. Il Brasile sta impiantando il modello Nord Americano transgenico dell'economia. Sta introducendo la privatizzazione. Questo modello è rivolto solo agli interessi economici internazionali e non alla gente. La salita al potere di Fernando Enrique Cardoso ha peggiorato la situazione. La conseguenza è che 60.000 brasiliani vivono in assoluta miseria, il 20% della popolazione economicamente attiva è disoccupata e ci sono 40.000 omicidi all'anno, in particolare tra i giovani. Un milione di piccoli agricoltori ha perso la terra mentre 1,5 milioni ha perso il lavoro. Siamo alla disperazione. Non ci sono soluzioni. I Sem Terra stanno lottando per dar voce ai nostri contadini e per la riforma agraria. Lotta per un'agricoltura che favorisca le persone povere. Lotta per l'intera esistenza umana, non solo per la terra ma anche per l'educazione, per la salute e la cultura. Lotta per un mdello che parta dalle basi per salire e soddisfare tutti questi bisogni. Cerca di fare ciò che dovrebbe fare il governo e che non fa. Lotta per un Brasile senza latifondo. E' una lotta contro il potere e contro lo stato, non contro i latifondisti, ma contro il sistema di proprietà. L'1% dei proprietari detiene il 40% della terra. Lottiamo contro il potere straniero e contro la zona di libero commercio. Stiamo diventando una colonia dell'unione europea. Dobbiamo cambiare questa situazione. Dobbiamo rafforzare la lotta per la terra su scala internazionale contro il capitalismo e creare un modello alternativo per tutto il mondo.

Peter Rosset

Ha parlato delle politiche della Banca Mondiale degli ultimi anni. Si tratta di politiche che rendono più difficile l'accesso alla terra e all'acqua. La Banca Mondiale sta promuovendo le stesse politiche in Africa, Asia e Europa dell'Est, paesi molto diversi fra di loro. La Banca Mondiale dice che la terra deve essere divisa fra i contadini ma in realtà crea programmi in cui poche famiglie o individui si spartiscono la terra. La terra viene venduta come qualunque altro bene. La Banca Mondiale facilita l'accesso ai ricchi investitori e non ai poveri. Alcuni paesi hanno adottato programmi di amministrazione della terra. Questi programmi sono stati presentati dalla Banca Mondiale come la salvezza per i contadini, in quanto danno ai contadini ciò di cui hanno realmente bisogno: la terra. In realtà, questi contadini hanno ottenuto ad un prezzo molto elevato, 200 o 300 volte più alto di quello reale, una terra di bassa qualità non buona per coltivare. C'è una contraddizione fra ciò che la Banca dice e ciò che fa in realtà.

Chief Evon Peter

Chiede che le popolazioni indigene, circa 500 milioni di persone in tutto il mondo, possano avere libero accesso alla terra. Gli indigeni sono stati costretti ad abbandonare le loro terre. Sono attaccati continuamente perchè cercano di portare avanti il loro tradizionale modello di vita. Queste popolazioni devono poter accedere alla terra per soddisfare le proprie necessità.

ACQUA

Sodsai Srangsok

Rappresento la Comunità di Moon River. Moon River è il principale fiume del nord-est dela Thailandia. La gente crede che la Thailandia sia uno stato esportatore e che ci sia la sicurezza alimentare. Non è così. In Thailandia manca l'accesso alle risorse, in particolare all'acqua. Non abbiamo l'accesso alle risorse a causa della volontà del nostro governo di centralizzare il ricorso alle risorse per l'esportazione in tutto il mondo. Il governo vuole usare l'acqua come una merce di scambio. Il Moon River e il Chi sono i fiumi principali della Thailandia. Un programma del governo prevede di dare acqua agli agricoltori ma in realtà pochi agricoltori sanno di questo programma governativo. Un altro programma del governo prevede di dare energia a tutto il sud del paese ma noi non abbiamo molta fiducia. Stanno costruendo una diga per dare energia ma è una diga molto grande e può distruggere le comunità contadine. Da 5 anni la situazione sta peggiorando a causa della crisi economica. Il FMI e la Banca dell'Asia hanno concesso un prestito al Governo a condizione che quest'ultimo centralizzi e controlli l'accesso all'acqua in tutto il paese. Pertanto l'uso dell'acqua in Thailandia è controllato a livello governativo, dalle multinazionali e c'è una compagnia dell'energia elettrica che maneggia concessioni e contratti e che tende a controllare questo programma per intascarsi i proventi degli agricoltori più poveri. La nostra raccomandazione è che le popolazioni indigene possano controllare le risorse, pertanto i governi e le Nazioni Unite devono appoggiare queste popolazioni in modo che non perdano la loro cultura e possano vivere in maniera decorosa. Noi ci opponiamo all'intervento del FMI e del Banco Asiatico che intendono rubare la nostra acqua considerandola come una merce. I governi del mondo speculano sull'acqua. L'ultima raccomandazione è che l'accesso all'acqua non deve appartenere al governo ma ai privati.

Pedro Merche

I paesi ricchi stanno tentando di trattare l'acqua come una merce di scambio. Noi pensiamo che l'acqua sia un bene comune. Non può essere privatizzata. Oggi nel mondo 45000 dighe sono già state costruite, una sorta di grande latifondo dell'acqua. Oggi nel mondo 800 milioni di persone soffrono a causa della costruzione di dighe che hanno distutto la pesca, le coltivazioni, le comunità indigene e hanno causato effetti molto gravi sull'ambiente. Oggi nel mondo sono state costruite dighe sul 60& dei fiumi e solo il 3% dell'acqua è dolce e disponibile per il consumo. Tre milioni di persone in tutto il mondo muoiono per malattie che sono da mettere in relazione con l'acqua. Tutti questi dati mostrano che il mondo sta entrando in una grave crisi dovuta all'acqua. Ci sono paesi che hanno acqua ma non vi possono accedere, il Brasile ha un enorme potenziale idrico ma molte persone muoiono a causa della mancanza di acqua. L'Amazzonia è una delle regioni più ricche del pianeta, 10 dei 20 fiumi più grandi si trovano qui. Multinazioanli belghe e fancese stanno tentando di privatizzare l'acqua. In Qatar hanno già raggiunto il loro obiettivo. L'acqua è considerata solo per il suo valore economico. Il 22 marzo, giornata mondiale dell'acqua, non dovrebbe essere un giorno commemorativo ma un giorno di mobilitazione contro la privatizzazione. Noi siamo contro la costruzione di dighe ma non contro la produzione di energia elettrica. L'acqua e l'energia sono un diritto dei popoli. L'acqua deve essere fonte di vita e non di morte.

Relazione sul Workshop sull'acqua

Dina Rauf (Egitto)

- l'acqua come diritto dei popoli e non come merce - garantire l'accesso all'acqua - lotta contro la privatizzazione dell'acqua - riciclare l'acqua che può essere utilizzata in agricoltura - le decisioni sull'acqua devono essere adottate da chi la usa - uguale distribuzione delle risorse idriche - lotta per recuperare i metodi tradizionali di gestione dell'acqua - preservare l'acqua e le altre risorse naturali per le generazioni future

RISORSE GENETICHE

Mohammed Nourredine (Indonesia) Quali sono i vantaggi delle risorse genetiche? Il governo dell'Indonesia ha introdotto la produzione del cotone BT, un particolare tipo di cotone geneticamente modificato, nel Sulawesi orientale con la promessa di un aumento di produttività e la totale mancanza di effetti negativi sull'ambiente. Cosa è accaduto 10 mesi dopo? Le promesse non sono state mantenute. La produzione non è aumentata e si sono sviluppati nuovi parassiti. Gli OGM non saranno mai una buona soluzione per i contadini.

PESCA

George Owletuck

La sopravvivenza dei nativi dell'Alaska è strettamente legata alla salute dell'oceano. Oggi in Alaska le navi per la pesca industriale pescano tutto il pesce. Per i nativi la pesca ha una parte spirituale. La danza e i tamburi accompagnano la pesca. Il valore sociale rafforza l' attaccamento alle risorse naturali. In Alaska i nativi vivono in armonia con il mare. La loro sopravvivenza dipende soprattutto dal salmone. Le popolazioni di salmoni si stanno riducendo a causa della pesca eccessiva. Bisogna sostenere sistemi che rispettino l'equilibrio della natura. I nativi sono parte integrante dell'ecosistema dell'oceano.

Jaquab Rai

Pone l'attenzione sui consumi eccessivi di pesce da parte dei consumatori del Nord. Per soddisfare i bisogni dei paesi occidentali c'è bisogno di produrre sempre più pesce. Per questo, il governo indiano ha imposto ai piccoli pescatori di impiantare l'acquacoltura industriale. Ciò ha portato alla totale distruzione del sistema di mangrovie che protegge le coste indiane. Oggi 3,5 milioni di tonnellate di pesce sono prodotte da questa industria. Pertanto i consumatori occidentali devono ridurre il loro consumo e passare da 39 kg di pesce a persona per anno a 13 kg.

J.C. Cardenas (Cile)

Il cile è uno dei piu' grandi produttori di pesce nel mondo. Il 22% della sua popolazione è occupato nella pesca. Ma il mercato è nelle mani di Stati Uniti, Unione Europea e Giappone che consumano circa il 50% delle risorse dell'oceano. Questi stati premono per espandere l'acquacoltura industriale. Il loro obiettivo è l'eliminazione della pesca tradizionale. In Cile il governo permette alle multinazionali di accedere gratuitamente alle risorse idriche. Stiamo creando un'alleanza con le comunità costiere di tutto il mondo per opporci a questo progetto.

Luisa Pinada (Cile)

Ha parlato del punto di vista delle donne sulla pesca in Cile. Cosa fanno le donne? Combattono per evitare la privatizzazione delle risorse. Limitare l'accesso all'acqua e alle risorse naturali significa impedire ai piccoli pescatori di mantenere le proprie famiglie. Le donne in Cile si sono associate per lottare contro la distruzione della flora e della fauna. Senza risorse naturali non possono sopravvivere.


TERRE

Sophie Monsalve (Campagne Globale pour la Réforme Agricole) La campagne agricole de Via Campesina e FIAN a commencé en 1999. Le but c’est de soutenir au niveau internationale les mouvements de réforme agraire. Trois stratégies : appuis direct au mouvements pour la réforme agraire ; création d’organismes internationaux d’enquête qui présentent les propositions de réforme à la commission des Droits de l’Homme et enfin la coordination de tous les mouvement paysans du monde : lobbies de paysan à l’intérieur de la Banque Mondiale et les organisations de coopération du Nord du monde qui conduisent des stratégies d’exclusion.

Piplab Halim (SAPC)

Je fais partie d’une association paysanne qui travaille en Inde et au Pakistan. Dans le monde 40 million de personnes ne peuvent pas manger deux fois par jour et la moitié d’entre eux vis en Inde, Bangladesh, Sri Lanka et Népal .

La conclusion de cette relation est basé l’exposition des pourcentages de paysan qui possèdent et cultivent la terre dans les région de l’ Inde, Bangladesh, Sri Lanka et Népal .

Vincent Wilson (Via Campesina) Je vous demande de partager notre lutte contre le Gouvernement du Bril. Pendant les dernières années ce gouvernement a conduit une politique de répression contre les mouvements sociaux, surtout contre le mouvement des Sem Terra. Cette politique de criminalisation a différent aspects : police militaire, initiatives du Banc de la Terre qui empêchent une réelle réforme agraire. Beaucoup de leaders sont en prison et le gouvernement veut créer un corps spéciale de police pour lutter contre nos leaders . Comme dans autres pays le Brésil conduit des politiques libérales voté aux intérêts économiques internationaux et pas aux personnes. Le conséquence de la politique de Fernando Enrique Cardoso c’est que 60millions de Brésiliens sont pauvres, le 20% de chômage e 40.000 tués par an. 50.000 travailleurs salariées ont perdu leur travail. La crise est arrivé à son pic, malgré tout ça le mouvement Sem Terra continue à lutter : manifestations , marches, grève. Nous avons donnée la terre à 300.000 familles et 100.000 entre elle continuent a lutter pour une reforme agraire. Nous essayons de tenir en compte les différentes problèmes de toutes les Brésiliens. Finalement nous sommes en train de faire ce que le gouvernement du Brésil devrait faire. La reforme agraire au Brésil doit lutter contre le pouvoir étranger : nous sommes une colonie des Etats Unies.

Peter Rosset (Food First) La politique de la Banque Mondiale rend difficile l’accès a la terre et a l’eau. Cette politique est proposée dans plusieurs pays dans le monde sans tenir compte des différences entre eux. La Banque Mondiale favorise l’achat de la terre aux riches et non pas aux pauvres qui sont victimes d’un marché au quel ils ne peuvent pas atteindre.

Chef EVON PETER: Je vous parlerai des problèmes pour l’accès à la terre des peuples indigènes, qui dans l’histoire ont subi les pires traitements jamais infligés aux êtres humains pour ce qui concerne ce domaine. Les peuples indignes cherchent à maintenir l’accès à la terre et aux animaux qui sont leur source de subsistance. Les défis sont très divers pour chaque tribu car les peuples indigènes sont soumis aux gouvernements différentes. Les peuples indigènes deviennent dépendants de leurs gouvernements pour la subsistance : donc, ils ont perdu leur propre souveraineté alimentaire. On doit reconnaître notre droit d’accès à la terre, on doit le reconnaître au niveau international. Les peuples indigènes doivent travailler ensemble car ils ont eu beaucoup de victimes et des indigènes ont été emprisonnés car ils se sont opposés aux gouvernements et aux multinationales. La gestion de la terre est essentiale pour notre manière de vivre, c’est un droit auquel on ne peut pas renoncer.

EAU

SODSAI SRANGSOK. Je viens du réseau communautaire du fleuve Moon, dans le nord-est de la Thaïlande. Nous sommes un pays très riche, un des principaux exportateurs de riz, et alors les gens pensent que nous n’avons pas de problèmes alimentaires et surtout que nous n’avons pas de problèmes avec l’eau. En réalité nous n’avons pas accès aux ressources productives à cause de la politique de centralisation du gouvernement qui pense que l’eau est une ressource qu’on peut vendre. Il s’agit, pour la précision, d’un gigantesque programme pour irriguer les terres agricoles. Même si en réalité il y a peu de terres qui peuvent être irriguées par le Moon, ils sont en train de construire un barrage pour donner électricité au sud du pays. Ce barrage détruit l’économie des petits villages et les coutumes des peuples indigènes. La situation ne cesse d’empirer à cause de la crise économique pour laquelle le gouvernement a demandé des aides à la Banque Mondiale et au FMI. Les ressources hydriques sont contrôlées par les multinationales et les compagnies privées qui commercialisent le droit d’accès à l’eau. Une proposition : tout d’abord les populations indigènes doivent avoir le control des ressources hydriques et le gouvernement doit soutenir ces communautés locales dans cette lutte. Nous nous opposons aux politiques de la Banque Mondiale, du FMI et des entreprises privées. Les gouvernements du monde entier doivent mettre fin à la commercialisation des ressources hydriques qui doivent appartenir aux communautés locales, c’est la seule manière pour arriver à la souveraineté alimentaire.

PEDRO MELCHIOR (MAB – Brésil). J’appartiens à une organisation de personnes touchées par la construction du barrage. L’eau n’est pas un simple marchandise, nous du MAB pensons que l’eau est un bien humain. Nous luttons contre le «latifundium dam », c'est-à-dire contre la construction du barrage. Partout dans le monde, 4.000.000 de personnes sont affectées par la construction des barrages qui détruisent les communautés des pêcheurs et cultivateurs indigènes. Le 60% des fleuves sont menacés par la construction des barrages, une personne sur trois dans le monde n’a plus d’accès à l’eau, et ils souffrent des maladies dues à l’eau.

On peut parler d’une grande crise liée au problème de l’eau. Il y a des différences entre les pays qui possèdent des grandes ressources d’eau et ceux qui n’en ont pas : mais le Brésil, par exemple, a un grand potentiel mais il y a beaucoup de gens qui meurent de soif. Au Brésil dans la zone amazonienne, il y a des entreprises françaises et belges qui sont intéressées à la privatisation de l’eau. L’eau est considérée comme une valeur commerciale soumis à un prix. L’OMC a commencé à ouvrir des espaces pour la commercialisation des ressources naturelles et énergétiques comme l’eau. Le 22 mars 2002 c’est la journée internationale de l’eau : pour cette occasion on doit mobiliser tous ceux qui s’opposent à la privatisation de l’eau. Nous sommes contre la construction des barrages, nous ne voulons pas que l’eau et l’énergie soient privatisées. Nous de Via Campesina organisons une campagnes contre la privatisations des fleuves et des ressources hydriques : nous luttons parce que l’eau soit une ressource de vie.

Le système néolibéral il permette la privatisation et donc nous luttons contre ce système.

DINA RAUF (Egitto –resumé atelier sur l’eau d’hier) : 15 considérations : 1- l’eau est un droit des peuples, non pas une marchandise ;

2- les peuples doivent controler les ressources et les ONG doivent insister pour une procédure durable pour les generations futures ;

3- on doit lutter contre la privatisation de l’eau, comme au Bresil ;

4 –on doit recycler l’eau ; 5-Il est nécessaire un approche spécifique, et il est nécessaire d’évaluer le rôle des femmes ; 6-On doit travailler unis au niveau regionale pour une solidarité contre conflit parmi les nations ; 8 - la façon traditionnelle de prendre l’eau ne détruit pas la falde phréatique, donc nous nous opposons au système moderne ; 9 –Nécessité de systèmes de canalisation, et rationalisation de l’acces a l’eau.

RESOURCES GENETIQUES

SILVIA RODRIGUEZ : La revolution verte est la cause de la crise de l’agriculture.

PAT MOONEY : ressources génétiques. Tout ce qui se trouve au forum des ONG

VIA CAMPESINA : strategie pour proteger les resourcements genetiques. Pat Mooney on a parlé du traité sur les ressources genetiques qui peut etre interprété comme une obligation pour les parties contractantes, et de la nécessité d’une convention international sur la biodiversité. Les état on le droit de controller les ressources génétiques : si il est possible en Mexique, ainsi il est possible dans en autres pays. Nous disons Non au biocolonialisme. Nous devons encourager la rédaction d’un nouveau traité. Nous avons combattu contre les entreprises des semillas

PECHE

George OWletuck La danse elle fait partie d’une vie spirituelle, un mode de vie très proche de la nature. Le poisson et la vie sauvage sont fondamentaux, notre culture implique une harmonie avec les ressources de la terre et de la mère. Chaque année on dépense beaucoup d’argent, deux tiers de la mer sont exploite par des compagnie de pêche commerciale. La sur plus de pêche est la raison principale de la destruction du monde marin. L’industrie du salutage gaspille 25 % de toute les prise de pêche du monde. Il faut reconnaître que les peuples de l’alaskie sont fondamentale pour la subsistance de la vie marie et l’écosystème

JAQUAB RAJ Il y a 10milion des petits pecheur qui produisent le 5% du poisson mondiale. Le plus parte d’entre eux vis en Inde. 505million de ton. de poisson de 90% était du poisson Pendant la dernier décennie les petits pêcheurs son en difficulté extrême, parmi d’autre cause il y a l’introduction de chalutiers qui obtiennes des droit de pêche a travers des permis du gouvernement a travers la corruption. A cause de ça les petits pêcheurs on été repousse loin des cotes tanzanien filippini kenien etc. on été assistés de la banque mondiale et du FAOI et des prêts ont été donné. La banque mondiale a convaincu qu’il fallait commencer une eau culture industrielle pour vivre et ils offraient une occasion pour rétablir la situation. Les mensonges Le système a souffert de cette industrie de l’eau culture 3,5million de hectare de terre cultivable a été rendu incultivable par cette industrie. La sur- consommation des pays du nord est une raison de ce système commerciale. Faut faire des campagnes pour réduire les consommations. Moratoire sur l’expansion de la colture de poisson et crevette Si on ne respecte pas la durabilité écologique il n’y aura pas de sécurité alimentaire.

J. C. CARdenas A' la fin année 50 ont augmenté énormément La marche occidentale est de 50% sur le totale. Les offres des gouvernements pour trasferere les zones maritimes multinationales. La politique du Chili permet la sure exploitation des pêcheries et permet la privatisation des ressources de la pêche. Le chili est un producteur fondamental mais le peuple chilien est sous-alimenté, il faut mondialiser la lutte.

Luisa Pinada 436 femmes pêcheur artisanales dans le pays. 60000 pêcheurs, 3000 femmes ont l’autorisation d’extraire les ressources pour la survie de la famille. Il y a des femmes qui luttent dan des organisations. 10000 femmes actives dans le secteur de la pêche au Chili. On a droit a un jour de pêche par mois, mouvement sociale vs la privatisation femmes hommes. Protection flore et faune Chilienne, le traite de libre échange a été impose au Chili. Le problème de la mare rouge et par la salmoniculture (pollution).


Sodsai Srangosok

Rappresentant of Moon River Community. Mon river is the main river of the Nord Est of Thailand. People believe Thailand is a exportator country with Food Security, but it is no true.We don’t have the access in particular to the water resource. We don’t have the resources access because our governament want centralize the use of resources for exportation for all the world. For example the Governament want use the Water like a good for exchage. Moon river and Chi are the most important river of Thailand. A governament program establish to give only to the agricolturist the water but a lot of them don’t know it. Another program foresee the energy distribution to all south part of country but we don’t trust in it. They are building a dam to give energy but it’s a very large dam and it could be distroy all the agricolture community. In the last 5 years the economic crisi make the situation more complicate. The IMF and the Bank of Asia gave a loan to the Governament at the condition that the governament centralize the access and the control of the all country water access. For the reason the water use in Thailand is controlled at governative level from multinational and the energy company control the program to keep money from the most poor agricolturist. Our raccomandation is indigene population can control the resources and the governament and the U.N. have to support this population to don’t lose their culture living in good condition. We oppose ourself to the IMF and Asiatic Bank intervention that want tke our water considering like goods. The governament exploit on water. The last raccomandation is the water access don’t belong to the governament or the private.

Pedro Merche

The rich countries are trying to use the water like exchange goods but we think that water is a common well and it don’t be privatized. Today in the world are already built 45000 of dams, it’s a kind of water large estate. 800 milion people suffer for building dams that distroy fishing, cultivations, indigens community and produce effects on the environment. The dams are build on 60% of rivers and only 3% of water is fresh and available to the consumers. Three million people all around the world died for deaseas connect to water. all this date demonstrate world is coming in a very big crisis for the water. There are countries that have water but they couldn’t use it: Brasil have a very big hydric potential but a lot of people died for the water lacking. Amazony is one of the richest egion of the world but 10 of the 20 rivers largest of Amazony. The belgian and french multinationals try to privatize water. In Quatar obtain its objective and the water is considered only for his economic values. On 22th March, the mondial day of water, it should be considered a commemorative day but a mobilization day against the privatization. We are against the dam building but not against the energy production. Water and energy are right of people. Water have to be for life and not for dead.

Water Workshop Summary. Dina Rauf - water like people right and not like a goods. - garantee the water access - fight against privatization - riciclying water could not be used for agricolture - decission on water use have to be adopted by people use it - fight to the traditionl methods to the water managment - preserve water and other natural resources for the next generations.