MARTEDI' AUTOGESTITO DA FEMMINISTE E LESBICHE

Benvenute nella pagina autogestita dal Mfla!


PALINSESTO

ore 17.00 – 17.15 – APERTURA

ore 17.15 – 18.00 – ogni 15 giorni si alternano:

MEGAFONIX – trasmissione musicale e geopoliticale / SISTERHOOD IS BLOOMING, anteprime, concerti, nuove uscite dal panorama della musica indie internazionale al femminile.

ore 18.15 – 19.30 – ATTI E MISFATTI – iniziative, appuntamenti, riflessioni di femministe e lesbiche in Italia e a volte anche nel mondo

ore 19.30 – 20.00 – GR SERALE

ore 20.00 – 20.15 – SPAZIO COMUNICAZIONE

ore 20.15 – 21.15 – MINIPIMER, la dose minima settimanale

ore 21.15 – 22.00 – ogni mese si altrenano:

E’ UNA CALAMITA’ DI CUI CI RENDIAMO PERFETTAMENTE CONTO – a cura del Coordinamento Lesbiche Romane / IL TERZO ORGASMO / CONTRO ESSENZE

ore 22.00 – 23.00 – ogni 15 giorni si altrenano:

QUANDO ERAVAMO PELOSE, storie di donne senza peli sulla lingua / SPIRITO DI PATATA la trx di femminismo pop


LINK UTILI PER NOI

su http://lab.dyne.org/mfla_aiuto link x GR + link x FEMMINICIDI + una sintesi dei nuovi programmi di Linux e a cosa servono

http://lab.dyne.org/martedi_autogestito_ror (una sintesi di quello che siamo, se vogliamo "segnalarci" a chi non ci conosce!)

http://bollettino-di-guerra.noblogs.org/ per i femminicidi

http://lab.dyne.org/mflaagenda idee per agende future

Femminicidio: http://www.zeroviolenzadonne.it/index.php?option=com_content&view=article&id=19155:perche-si-chiama-femminicidio&catid=193&Itemid=0


16 aprile 2013 Connettive

23 aprile 2013 CLR

30 aprile 2013 Terzo orgasmo

07 maggio 2013 CLR

14 maggio 2013 Connettive

21 maggio 2013 CLR

28 maggio 2013 Terzo Orgasmo

04 giugno 2103 CLR

11 giugno 2013 Connettive

18 giugno 2013 CLR

25 giugno 2103 Terzo Orgasmo

Le trasmissioni di Alessia, fascia oraria 2015 - 21, andranno in onda:

16 aprile 2013

21 maggio 2013

18 giugno 2013


AGENDA 16 APRILE

Roma

Roma Lucha y siesta

Contro l’inettitudine e la prepotenza delle Istituzioni – La Casa delle Donne Lucha y Siesta non si tocca!! Posted on aprile 10, 2013

Roma, 10 Aprile 2013

Oggi due poliziotti in borghese si sono presentati alla Casa delle Donne Lucha y Siesta con fare intimidatorio e inquisitorio per fare quello che loro chiamano “normali controlli”, e cioè sapere quante persone vivono lì e perché .

Questa anomala indagine, in un posto attivo da 5 anni ben conosciuto da tutte le istituzioni locali, arriva nella giornata in cui il peggior sindaco che Roma abbia mai avuto e il Prefetto minacciano sgomberi, arresti e il ripristino della legalità ad ogni costo contro le risposte trovate a un’emergenza abitativa sempre più pressante dall’autorganizzazione dei cittadini.

Ancora una volta preferiscono il testosterone alla testa e al cuore, ma l’inadeguatezza della carica che svolgono non ci sorprende perché l’abbiamo vista spesso negli ultimi anni: in una città che ha conosciuto solo campagne razziste sulla sicurezza continuano a crescere il numero di donne uccise, maltrattate e violentate (materia sulla quale abbiamo avuto un richiamo dell’Onu e della Commissione Europea). Negli ultimi tre anni nei Centri Antiviolenza e nelle Case di Accoglienza si è creato il paradosso di liste di attesa, chi oggi è vittima di violenza domestica non può aspettare! In questi anni non solo non sono stati aperti nuovi centri ma sono anche stati definanziati quelli esistenti che continuano a rimanere aperti spesso solo grazie al lavoro volontario delle donne.

Lucha y Siesta in questo panorama è un esperimento innovativo, e possiamo dire anche riuscito: non è una casa di accoglienza né un centro antiviolenza, sebbene il suo sportello di accoglienza faccia parte del circuito municipale antiviolenza; è un progetto di semi-autonomia nato dalla lotta e dall’autorganizzazione delle donne, un luogo che in poco tempo è divenuto un punto di riferimento nel panorama cittadino, che lavora in sinergia con servizi sociali, centri antiviolenza, sportelli per il disagio sociale, con realtà e associazioni delle donne, in un ottica di autonomia e non di assistenza.

Qui sta tutta l’inettitudine di questa amministrazione che non si accontenta di non riconoscere e valorizzare un lavoro prezioso come questo (che per altro non gli costa un centesimo vista la crisi e la maledizione della spending review), ma continua ad osteggiarlo. E questo avviene non soltanto perché i profitti vincono sul benessere di cittadine e cittadini ma anche perché un esempio di autogestione ed autonomia come la casa delle donne Lucha y Siesta spaventa perché dimostra che il loro modello di governo fa acqua da tutte le parti, mentre l’autogoverno è l’unica alternativa funzionante in questa città.

In questi 5 anni di attività la casa delle donne di Cinecittà ha offerto accoglienza, orientamento, percorsi di autonomia, di reddito e formazione a centinaia di donne; ha costruito laboratori di lavoro e formazione, ha creato uno spazio sociale e culturale di cui usufruiscono tutte/i le/i cittadine del quartiere.

Questa è Lucha y Siesta: un patrimonio insostituibile per la città, un modello che andrebbe replicato in tutti i municipi, non un problema di ordine pubblico da gestire con polizia, sgomberi e minacce.

Per questo diciamo a Prefetto, Sindaco e Governatore che non si azzardino a toccarci, la loro prepotenza armata non ci fa paura, le cittadine e i cittadini sanno bene da che parte stare!!

Casa delle Donne Lucha y Siesta

via lucio sestio 10


Venerdì 19 aprile 2013 nella sala da tè del Porto Fluvialevia del Porto Fluviale 12-Roma

La Coordinamenta femminista e lesbica con piacere e condivisione

invita alle ore 18.00 alla presentazione separatista del libro di ReFe (Relazioni Femministe) DIGITALIS PURPUREAriflessioni e pratiche su conflitto corpo violenza "ReFe è la storia di ognuna che si fa storia di tutte noi"

a seguire cena femminista e multietnicadelle donne del PORTO!

coordinamenta.noblogs.org

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ricevo e giro

Dal 19 al 25 aprile 2013, alla Multisala Cinema Massimo, si svolge il Torino GLBT Film Festival: http://www.torinoglbtfilmfestival.it/servizio/News/Online-il-programma-del-Festival.-A-breve-il-via-alle-prevendite/ca_23483.html

Nella serata inaugurale, alle 21,30, verrà proiettato "Time Bomb" di Jacqueline Julien e, a seguire, "Lengua Materna" di Liliana Paolinelli. Sabato dalle 16,15: "Dhè lell world, cozze e lesbiche veraci" di Sirka Capone; "Ad occhi chiusi" di Lisa Riccardi; "Le lesbiche non esistono" di Laura Landi e Giovanna Selis; "Re(l)azioni a catena" di Silvia Novelli. In serata dalle 20,40: "Margarita" di Dominique Cardona e Laurie Colbert; "Mauve" di Elena Ustinova e Zhanna Zhunusova; "Mathi(eu)" di Coralie Prosper. Alle 22,40: "The Love Part of This" di Lya Guerra. Domenica 21 alle 16, per la serie "Vintage": "Il portiere di notte" di Liliana Cavani. Alle 18,30, "Social Butterfly" di Lauren Wolkstein; alle 21, "Histoire belge" di Myriam Donasis e, a seguire, "Mon arbre" di Bérénice André. Alle 22,30: "Vecinas" di Eli Navarro. Lunedi 22 alle 21,30: "Junggesellin" di Anna Linke; alle 22,40, "Regina bianca" di Chiara Rap. Martedi alle 20,40, "A Perfect Ending" di Nicole Conn; alle 22, 40, "Who Am I Happy" di Maria Pavlidou; e a seguire "She Male Snails" di Ester Martin Bergsmark. Mercoledi 24 alle 20,40, "Facing Mirrors" di Negar Azarbayiani. Giovedi 25 alle 22, "Mapa para conversar" di Constanza Fernàndez.

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Roma

venerdi 19 Aprile dalle ore 21

Kesbilè propone lo spettacolo di

Francesca Legge cantante e chitarrista

Dalla voce cristallina e potente Francesca Legge, di origine salentina ma di adozione romana, propone un repertorio eterogeneo che passa dal rock ai classici del pop senza disdegnare il rock internazionale, le atmosfere più intime ed i ritmi dance attuali. Tutto eseguito in chiave acustica: solo la sua voce e l'inseparabile chitarra. Non perdere questo viaggio nella musica!

ingresso con sottoscrizione di 3 euro

... e a seguire, come al solito, SI BALLA!

Non perdere l'occasione di passare una bella serata tra donne. Ti ricordiamo infatti che tutte le iniziative proposte dal Kesbilè saranno esclusive ed esclusivamente aperte a

SOLO DONNE

Passa parola!

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TEATRO

dal 16 al 21 APRILE 2013 PRIMA NAZIONALE DONNA NUMERO 4 al Teatro Vascello, via G. Carini 78, Monteverde

di e con Eleonora Danco

NESSUNO CI GUARDA I condizionamenti ricevuti nell'infanzia, nella vita adulta.

Ispirato alla pittura di Jackson Pollock.

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Ispirato al diario della 13enne, violentata da più uomini e abbandonata dalle istituzioni. Poco tempo dopo si gettò dal balcone della sua casa a Taranto. Era il 15 aprile del 2007.

La storia di un'innocenza violata e di un disarmante silenzio.*Un fumetto*edito da Beccogiallo basato sul diario di Carmela, per gridare basta alla violenza sulle donne e al femminicidio. Realizzato in collaborazione con l'associazione/Io so' Carmela/fondata dal padre, affinché tutto questo, in futuro, possa non ripetersi più.

15 aprile 2007. Carmela Cirella si getta dal settimo piano di un palazzo nel quartiere Paolo VI di Taranto.*Aveva 13 anni ed era stata struprata*da più uomini. Abbandonata dalle istituzioni, rinchiusa in un centro di recupero, i suoi violentatori liberi come se mai nulla fosse accaduto. Questo libro a fumetti, basato sul diario di Carmela ritrovato dopo la morte, è un grido d'aiuto, di rabbia e disperanza.

"È arrivato il momento di rompere il silenzio e raccontare come è stata gestita la vicenda di nostra figlia, di come le istituzioni l'hanno trattata prima e dopo la sua morte. Sperando che serva a smuovere le coscienze di chi resta inerme di fronte a queste ingiustizie, indegne di un paese che continua a definirsi democratico e civile." (*Alfonso Frassanito, papà di Carmela*)

Sceneggiatura: Alessia Di Giovanni

Disegni: Monica Barengo

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25 aprile

il 25 al cine aquila: "la bimba dal pugno chiuso", con Giovanna Marturano, una delle partigiane più anziane, che novantenne si gira ancora le scuole, anche femminili, x portare le sue testimonianze, il suo calore, la sua lucidità, etc.

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Settimana Mondiale per la Liberazione degli Animali da Laboratorio [20>28 aprile 2013]

APPELLO PER UNA MOBILITAZIONE DECENTRATA CONTRO LA VIVISEZIONE

Dal 20 al 28 aprile 2013 si terrà l'annuale Settimana Mondiale per la Liberazione degli Animali da Laboratorio. Perchè non sia soltanto una ricorrenza simbolica da riempire con grandi marce pacifiche, facciamo una chiamata all'azione diretta, decentrata e diffusa nei confronti dell'industria della vivisezione e dei suoi responsabili in camice bianco.

Sappiamo benissimo che cortei di migliaia di persone che sfilano pacificamente, petizioni e richieste di leggi non turbano minimamente i sogni di chi ogni giorno, nei laboratori dei centri di ricerca, delle università, degli ospedali, delle aziende chimico-farmaceutiche, viviseziona milioni di animali di ogni specie sottoponendoli alle peggiori torture che la nostra mente possa partorire. Tutto questo in nome di un presunto "progresso" che non fa altro che avvelenare ancora di più questo pianeta e le esistenze dei suoi stessi abitanti, e che serve solo a coprire la sete di profitto dei governi, dell'élite tecno-scientifica e delle imprese ad essa collegate.

Come saggiamente ha detto qualcuno/a una volta: chi uccide il pianeta ha nome ed indirizzo. Striscioni, scritte, entrate a sorpresa nei loro uffici, presidi notturni o improvvisati a casa dei vivisettori e di fronte ai loro centri di ricerca, fino ad azioni dirette di ogni tipo nei confronti delle loro proprietà, sono tante le idee che possono venirci in mente, diamo sfogo alla fantasia... Che per una volta la paura cambi di campo!

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14 aprile una frazione della redazione Soft Revolution sarà visionabile e tangibile entro le mura del C. S. Bocciodromo di Vicenza. La serata, organizzata dall’assemblea We Want Sex, prevede in prima battuta, la duplice presentazione del libro Le ragazze del rock. 40 anni di rock femminile italiano (Sonic Press, 2011) di Jessica Dainese e della nostra webzine, dato che in qualche modo si va spiritualmente d’accordo.

http://www.softrevolutionzine.org/2013/ragazze-rock-dainese/

- dal 15 al 22 giugno 2013 C32performingartworkspace ed electronicgirls presentano

OPEN CALL PER PARTECIPANTI

Electro Camp

una settimana di formazione per musicisti e performers

via Forte Marghera, 30 Venezia http://www.electrocamp.it/electrocamp/home_IT.html

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Il Centro Antiviolenza D.A.L.I.A. avrà uno spazio!

Oggi l'associazione D.A.L.I.A., che opera da due anni all'interno del Consultorio di Piazza dei Condottieri nel VI Municipio a Roma con uno sportello antiviolenza per le donne, ha incontrato il Presidente di questo Municipio per ottenere una risposta definitiva, a fronte della nostra richiesta avanzata con regolarità da cinque anni a questa parte, sull'uso dello spazio pubblico e non utilizzato dell'appartamento sito in Via del Pigneto, 22 presso la ex Serono.

La nostra associazione rivendica dal 2008 la possibilità di disporre dello spazio suddetto per ospitare un centro antiviolenza, che permetta di fornire, oltre ai servizi normalmente legati allo Sportello antiviolenza, attività diverse direttamente collegati alla prevenzione. Oggi il Presidente Giammarco Palmieri si è assunto l’impegno formale di dare finalmente lo spazio allo sportello.

Il prossimo 9 aprile si riunirà la Giunta che delibererà l’assegnazione dello spazio in base ad una convenzione che preveda l’uso dello stesso da parte dell’associazione.

Dal 10 aprile il Centro Antiviolenza D.A.L.I.A. avrà uno spazio!

Ass. donne D.A.L.I.A. Con il sostegno di: Assemblea delle donne del Consultorio di P.za dei Condottieri, Comitato di Quartiere Pigneto Prenestino, Queer Lab, Csoa ex snia.

cell.: 3488680185

mail: associazionedalia@inventati.org

sito web: www.centrodonnedalia.it

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*Non si nasce donna* è il quinto volume della nuova serie della collana dei Quaderni Viola appena pubblicato

A cura di Sara Garbagnoli e Vincenza Perilli e con contributi di Christine Delphy, Maria Gabriella Da Re, Paola Di Cori, Sara R. Farris, Sara Garbagnoli, Colette Guillaumin, Nicole-Claude Mathieu, Vincenza Perilli, Redazione Quaderni Viola, Valeria Ribeiro Corossacz, Joan W. Scott, Renate Siebert, Paola Tabet e Monique Wittig,

il volume è suddiviso in cinque sezioni, ognuna dedicata alle figure maggiori del femminismo materialista francese (Delphy, Guillaumin, Mathieu, Tabet e Wittig) e, come si legge nel saggio introduttivo (S. Garbagnoli e V. Perilli, *Non si nasce (donna). La denaturalizzazione come ?questione femminista?*, pp. 8-11) , presenta "la traduzione di articoli inediti in Italia, preceduti da brevi introduzioni che mettono in luce gli elementi di rottura rappresentati da tali scritti al momento della loro pubblicazione, ma anche la loro attualità e, in filigrana, la possibilità di incontro (a volte mancato) con altre posizioni antinaturaliste - da Judith Butler a Gayatri Spivak [...].

L'intento di questo volume è quello di aprire uno spazio di discussione attraverso la traduzione di testi che affrontano le principali questioni sollevate da tale corrente teorica (denaturalizzazione del sesso, statuto delle soggettività minoritarie, studio dei processi di alterizzazione) e che ci paiono cruciali per chiunque intenda comprendere e contrastare le diverse forme di dominazione subite dai gruppi assoggettati.

In tal senso, il volume aspira ad essere uno strumento di introduzione ad un approccio che, iscrivendo nell'immanenza della politica ciò che l'ordine sociale produce come natura, ha contribuito a creare i germi di una vera e propria rivoluzione cognitiva, ovvero politica".

Per l'indice del volume: www.ilmegafonoquotidiano.it/libri/non-si-nasce-donna

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MOSTRA: DONNE RESISTENTI IN ROMA PRIGIONIERA - ROMA

23 marzo-4 giugno - Museo Storico della Liberazione - Via Tasso, 146 - Roma

frammenti di sorie, vite, testimonianze mostra storico-documentaria a cura di Lalla di Cerbo e Gemma Luzzi

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Ciclo di lezioni Magistri sine registro Processi culturali, genere e media

In linea con gli obiettivi dell’Osservatorio “Gemma – Gender and media matter”, attivo a partire dal 2010 presso il Dipartimento CORIS, il corso mira ad esplorare il ruolo dei media e della tv nella creazione di narrazioni e immaginari sul femminile e sul maschile all’interno della società italiana e occidentale.

L’intento è quello di andare oltre i risultati prodotti dal monitoraggio delle rappresentazioni televisive, recuperando e restituendo una visione pluridimensionale sui processi culturali e mediali e la loro incidenza sulla percezione sociale del genere. Letteratura scientifica e testimonianze di professionisti e professioniste della comunicazione restituiranno ai partecipanti una mappatura teorico-pratica non pregiudiziale sulle responsabilità dei media e della comunicazione nelle culture e nelle pratiche del cambiamento. Agli incontri possono partecipare studenti di tutti i corsi di laurea, dottorandi e ricercatori, docenti, personale tecnico-amministrativo e utenti esterni interessati.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Per informazioni e prenotazioni inviare un’email a osservatoriogemma@gmail.com

I prossimi appuntamenti sono:

Televisione: Informazione e intrattenimento venerdì 3 maggio, h. 11-14, aula Oriana

Televisione: Pubblicità commerciale e istituzionale mercoledì 8 maggio, h. 14-17, aula Magna

Ciclo di lezioni Magistri sine registro Processi culturali, genere e media

In linea con gli obiettivi dell’Osservatorio “Gemma – Gender and media matter”, attivo a partire dal 2010 presso il Dipartimento CORIS, il corso mira ad esplorare il ruolo dei media e della tv nella creazione di narrazioni e immaginari sul femminile e sul maschile all’interno della società italiana e occidentale.

L’intento è quello di andare oltre i risultati prodotti dal monitoraggio delle rappresentazioni televisive, recuperando e restituendo una visione pluridimensionale sui processi culturali e mediali e la loro incidenza sulla percezione sociale del genere. Letteratura scientifica e testimonianze di professionisti e professioniste della comunicazione restituiranno ai partecipanti una mappatura teorico-pratica non pregiudiziale sulle responsabilità dei media e della comunicazione nelle culture e nelle pratiche del cambiamento. Agli incontri possono partecipare studenti di tutti i corsi di laurea, dottorandi e ricercatori, docenti, personale tecnico-amministrativo e utenti esterni interessati.

Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Per informazioni e prenotazioni inviare un’email a osservatoriogemma@gmail.com

I prossimi appuntamenti sono:

Televisione: Informazione e intrattenimento venerdì 3 maggio, h. 11-14, aula Oriana

Televisione: Pubblicità commerciale e istituzionale mercoledì 8 maggio, h. 14-17, aula Magna

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A PARTIRE DA LUNEDI' 8 APRILE ore 19.00-21.00

CORSO DI AUTODIFESA FEMMINILE

presso: Associazione MinimaTheatralia -

CORSO DI AUTODIFESA FEMMINILE

presso: Associazione MinimaTheatralia -

La paura nasce nella testa

il coraggio anche !

Il primo passo per il cambiamento spetta a ogni donna:

rifiutarsi di essere “vittima”

Ogni donna, di qualunque età, può e deve avere la possibilità di sapere, innanzitutto, come evitare le situazioni pericolose e, se la prevenzione non è stata sufficiente, cosa fare se il pericolo è già presente.

Il corso intende sviluppare la tematica, più che attuale della violenza sulle donne, con particolare riferimento alla paura e al rischio di vittimizzazione, di donne e ragazze.

Si propone la finalità di far conoscere e comprendere strategie di prevenzione, autoaffermazione e tecniche efficaci di autodifesa contro lo stupro e altre tipologie di aggressione.

L’autodifesa aumenta la sicurezza in noi stesse, ci aiuta a prendere il controllo delle situazioni. Inoltre, la consapevolezza delle nostre capacità fisiche ci sostiene quando ci difendiamo verbalmente o quando non vogliamo essere intimidite. Chi ci aggredisce vuole farci del male, quindi noi dobbiamo reagire e difenderci.

Tramite alcuni semplici esercizi ci troveremo a capire qual è il limite oltre il quale il nostro spazio è invaso, sperimenteremo le nostre emozioni, interazioni e reazioni che difficilmente potremmo provare in un semplice allenamento fisico in palestra, o anche con un gruppo misto.

I corsi di “autodifesa femminile” si sviluppano su due livelli: base e avanzato.

- Non è richiesta pregressa attività sportiva

- per tutte le donne dai 14 anni ai 60 anni

- il numero di partecipanti non deve superare le 10-12 donne per gruppo.

INFO: lusa77@gmail.com – autodifesadonna@gmail.com

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MOM FESTIVAL - Marzo / Giugno 2013, Roma

il 1° festival al femminile family friendly

Mom Festival nasce dal bisogno di creare iniziative artistiche e culturali che riconoscano spazio alla donna non solo come artista, ma anche e soprattutto come madre e come fruitrice. Il festival si articola in incontri periodici a cadenza bimensile caratterizzati da proposte al femminile in ambito musicale e artistico, dibattiti e workshop. Tratto fondamentale che distingue la natura di questi eventi durante tutta la durata delle attività è la presenza dello spazio baby, vera e propria innovazione che rispecchia gli obiettivi del festival. Mom Festival infatti mira a curare in primo luogo la considerazione della condizione materna/genitoriale, garantendo spazi per bambine/i e accoglienza per la prima infanzia organizzate in orari e modalità accessibili alla maggior parte del pubblico. All’interno della programmazione del festival è prevista la partecipazione di associazioni e di mercatini di prodotti artigianali di varie categorie. E’ inoltre ben accolta l’eventualità di formare cerchi di dialogo inerenti la partecipazione della donna alla vita sociale cittadina e in particolar modo a quella artistico/culturale.

IL PERCHE’ DI MOM FESTIVAL

Nella maggior parte dei casi i luoghi del divertimento e dello svago cittadini non sono quasi mai adatti alle esigenze dei più piccoli, risultando il più delle volte disagevoli anche per le madri e per i padri; ciò che questo festival intende rispettare è innanzitutto il bisogno di fruizione della cultura da parte dei genitori, offrendo al contempo maggiori possibilità di incontro ai bambini stessi.

COME SI ARTICOLA IL FESTIVAL

1. organizzazione di concerti serali; ogni concerto inizierà alle 21 e vedrà la partecipazione di un’artista o un gruppo femminile (o a prevalenza femminile). Al termine dei live sono previsti Dj set, con protagoniste donne anche in questo caso. 2. creazione e gestione dello spazio baby; lo spazio sarà allestito in una stanza distinta dalla sala concerti e sarà attivo dall’inizio alla fine di ogni incontro. Sarà organizzato da personale specifico anche in collaborazione con associazioni di mamme e con mamme volontarie. 3. organizzazione di mercatini artigianali e stand informativi attivi dall’inizio alla fine di ogni incontro. 4. organizzazione di incontri e dibattiti su tematiche di genere; si terranno dalle 19 fino a inizio dei concerti e saranno gestiti dalle associazioni invitate. 5. cena e/o aperitivo, a cura della struttura che ospita il festival. Tempi: il festival prevede degli appuntamenti a cadenza bimensile a partire da Marzo 2013 fino a giugno 2013. Costi: Il festival prevede un ingresso a pagamento per il pubblico maggiorenne. Tra le voci di spesa figureranno i pagamenti per le artiste che si esibiranno, per le operatrici dello spazio baby, per il noleggio di materiale tecnico e per la pubblicità cartacea e non.

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TRE SEGNALAZIONI

Deportate per sciopero: Angelica e le altre

http://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article523

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"Partenogenesi. Il culto della nascita divina nell'antica Grecia", di Marguerite Rigoglioso.

Al centro di questo saggio, basato su una mole imponente di testi e documenti della classicità, stanno le parthenoi, sacerdotesse vergini dedite al culto e alla pratica della nascita divina. L'autrice, che appartiene alla nuova generazione di studi matrifocali e di genere, apre una prospettiva impensata su temi che appartengono a una zona di penombra del nostro immaginario: l'immacolata concezione, la nascita partenogenetica di dee, eroi e salvatori del mondo, i culti misteriosi praticati a Dodona, Delfi ed Eleusi.

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Recensione del libro "Un vulcano nel vulcano - Mary Daly e gli spostamenti della teologia", a cura di Letizia Tomassone, ed. Effatà, Cantalupa 2012.

http://www.universitadelledonne.it/vulcano.htm


AGENDE PASSATE

Stereotipi e differenze di genere in una classe delle elementari

Un documentario di Pina Caporaso e Daniele Lazzara

In una quarta elementare i bambini e le bambine riflettono sull'identità di genere, attraverso le storie, le immagini televisive, il confronto e la discussione tra pari. Ne emerge un quadro in cui è evidente quanto siano radicate le visioni più ricorrenti del maschile e femminile, attraverso tanti noti stereotipi di genere. Al tempo stesso, però, si palesa la capacità dei bambini/e di notare le criticità e le ristrettezze di un adeguamento troppo rigido ai ruoli imposti ai generi. Una scuola, una classe, 26 bambini e bambine, due generi a confronto: per una fotografia dei rapporti tra maschile e femminile che ancora dobbiamo immaginare.

Commenti 1

Interessante la visione dell'amore dei bambini maschi. Molti si chiedono perchè il tartarugo impedisse a lei di fare ciò che voleva. Immaginano che quello non sia l'amore ma riescono a vedere un tipo di rapporto diverso fatto di rispetto reciproco.

la maggior parte dei bambini-e sarebbero andati via e non avrebbero accettato di rimanere bloccati in un rapporto che li schiacciava. Una bambina nota il gioco sottile di Arturo che si prende cura di lei portandole da mangiare riconoscendo chiaramente il fatto che lei ora dipendeva dalle attenzioni di lui perchè impossibilitata a muoversi. Un ragionamento sottile, complesse e non scontato per una bambina di quell'età. Evidentemente il lavoro di decodificazione fatto a scuola funziona!!!!

mn 6.09

I bambini e le bambine pongono l'accento sull'importanza di conoscersi prima di sposarsi. Non c'è ancora capacità di immaginare un rapporto di coppia al di fuori del matrimonio. Vero anche che la storia commentata parla di una coppia sposata.

Commenti 2

la maestra chiede ai bambini maschi come si sarebbero comportati al posto di Arturo I bambini e le bambine si trovano d'accordo sul condannare il comportamento di Arturo e sul diritto di Clementina di vivere la propria vita. Nessuna-o porta propone come strategia di rimanere col marito.


La seconda storia parla di un marito topo che da padre padrone, diventa un padre ed un marito attivo e attento dopo aver rischiato di perdere la famiglia.

mn 12.00- mn 14.10

Viene chiesto ai bambini e alle bambine come è organizzata la vita nelle loro case. Si denota una consapevolezza dei ruoli che le mamma e i papà svolgono all'interno dell'ambiente familiare. Alcuni-e hanno, evidentemente, esempi positivi di genitori che non riproducono stereotipi uomo-donna. La maggior parte dei-delle bambini-e intervistati-e rispondono che anche i , maschi devono aiutare in casa, ma non escono cmq dalla concezione di naturalità della mamma casalinga. Probabilmente riportare sempre storie di famiglie potrebbe essere il limite di questa esperienza.

CONCLUSIONI

Nella prima storia in cui si parlava di maltrattamenti evidenti c'è un accordo della classe nel condannare il tartarugo e nel riconoscere la legittimità di Clementina di riprendersi la sua vita.

Nella seconda storia c'è sempre una consapevolezza degli stereotipi di genere, ma anche più debolezza delle bambine nel cercare di superarli.

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EDUCAZIONE SESSISTA

Comincia  già con la gravidanza

PROVERBI SULLA NASCITA DEi BAMBINI-E

Il lato destro del corpo è riferito ai maschi. E' quello considerato più importante , il più forte e cmq il più attivo. Con la mano destra si saluta, si scrive, si mangia,si lavora. L'ospite importante si siede alla dx del padrone di casa, la precedenza in macchina si da a dx.

Repubblica...l'inquinamento fa nascere più bambini che bambine. Gravidanza difficile? Femmina Nausea?Femmina Pancia brutta?Femmina

I bambini e le bambine da piccoli non sanno la differenza tra maschio e femmina. E' il mondo degli adulti che interviene tempestivamente e precocemente sul loro modo di essere e sulle cose da fare e non fare in qunato maschi o femmine.

COSA CI SI ASPETTA DALLE FEMMINE? Che diventi un oggetto, ed è considerata per quello che darà. Questo prevede la rinuncia alle aspirazioni personali e l'interiorizzazione delle energie in modo che gli altri possano attingervi. Il mondo si regge proprio sulle compresse energie femminili, ce sono li, come un serbatoio a disposizione di coloro che usano le proprie per avere successo. Alle bambine si insegna ad essere docili e pazienti, si insegna che il maschio è fatto così e che siamo noi a doverlo curare e rimettere insieme i pezzi della sua vita. Si insega ad essere già mamme quando abbiamo appena cominciato ad essere figlie. Si insegna che il corpo femminile è provocatorio e pieno di vergogna e che suscità istinti aggressivi nel maschio, quindi dobbiamo coprirlo e difenderlo. Ma allo stesso tempo dobbiamo far si che sia magro, curato, tonico. Ci si aspetta in ultima analisi che le donne siano tutto ciò che l'immaginario maschile vuole.

COSA CI SI ASPETTA DAI MASCHI? Che siano forti, coraggiosi, avventurieri, esploratori,lavoratori, che non piangano e soprattutto Eterosessuali. A loro sono lasciate le avventure migliori, le occasioni più gustose. Possono sporcarsi quando giocano. Non viene richiesta la cura ma il possesso, il successo. Gli si insegna, attraverso codici millenari, che un maschio non chiede, il mondo è in suo possesso. Tutto ciò che abita il mondo è suo, può disporne come vuole. Tra questo tutto sono comprese anche le donne.

E' impressionante osservare come i bambini ne siano pienamente consapevoli già in età molto basse. Un bambino e una bambina di 3 anni sanno già cosa ci si aspetta da loro, il ruolo che devono ricoprire. Ed è lo stesso che insegneranno ai loro figli e sopratutto alle loro figlie. Questo tipo di educazione serve a rafforzare e mantere le famiglie patriarcali. In che modo? Educando le bambine alla cura della casa e delle persone e sollecitando i bambini a cercare la propria strada fuori con la consapevolezza che in caso di errore o insuccesso c'è sempre una rete di salvataggio.

Ci da fastidio che una bambina impari a fischiare, mentre ci sembra naturale che lo faccia un maschio. Non volgiamo che una bambina stia scomposta o che urli, ma lo riteniamo naturale per un bambino. Se un bambino non dice grazie e prego ci scusiamo per lui, se lo fa una bambina ci mostriamo molto contrariati. Se una bambina prende a calci un apalla le insegniamo che deve tirarla con le mani, al maschietto insegniamo che è meglio prenderla a calci. Se troviamo un bambino a giocare con i suoi genitali glielo impediamo, se lo fa una femmina non nascondiamo il nostro disgusto.

Il concetto di femminilità è una vera mutilazione della personalità,. La consueta richiesta alla ragazze di esseree femminili sembra molto naturale. ma se lo fosse veramente non bisognerebbe insisterci tanto. Gli si insegna a realizzarsi come femmine, ovvero a sviluppare quelle caratteristiche che la differenziano dal maschile. Spirito d'avventura, furbizia, forza, coraggio, non sono caratteristiche necessarie nella vita delle donne. Una donna che le possiede è ritenuta sbagliata e definita mascolina.

Ovviamente in tutta questa "educazione" non c'è il minimo posto per chi decide di rompere lo schema eterodiretto uomo-donna. Mai un accenno a donne che amano altre donne o a uomini che amano altri uomini. Nessun accenno a quei bambini o bambine che sentono di crescere in un corpo che non riconoscono come loro. Se nasci con una vagina la percezione che il mondo avrà di te è di sottomissione e debolezza. Se nasci con un pene devi adeguardi a quei criteri di mascolinità che ti permettono di accedere ad un mondo di privilegi.

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No Tav e giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Aggredire nella sua prima accezione significava avvicinarsi ma, nel tempo e per adeguarsi alle necessità della comunicazione bellica, si è trasformato in assalire con violenza e all’improvviso. Ecco che il linguaggio familiare e aperto viene trasformato dalla mascolinità violenta della guerra. Troppe donne, troppo spesso, sono aggredite dentro e fuori la famiglia, stuprate, usate, schiacciate, cancellate dalla brutalità maschile. Sono ben novantotto le donne, vittime di violenza, uccise da inizio anno in Italia. Quasi una ogni due giorni.

In Valle di Susa, come in qualsiasi altro luogo della terra, noi donne abbiamo il dovere di denunciare e lottare contro questa violenza maschile. In Valle di Susa, ci troviamo anche nella necessità di lottare contro la violenza dello Stato e delle mafie nei confronti della terra. Vogliono imporci la devastazione del territorio con un’opera dannosa per la salute, per l’ambiente e che ipoteca il nostro presente ma anche il futuro di tutte le figlie e i figli dell’avvenire.

Per questo, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, vorremmo che tutte le donne valsusine si sentissero coinvolte nel dar vita a una due giorni di eventi che si svolgerà a Bussoleno nel fine settimana del 17/18 novembre 2012. L’idea è quella di coinvolgere attrici, artiste, artigiane, hobbiste, intellettuali, scrittrici, fotografe e tutte coloro che hanno idee e voglia di proporre, per creare non soltanto una giornata da vivere con la comunità tutta, all’aperto, ma anche una serie di eventi e approfondimento sul tema della violenza contro le donne e contro la terra.

Il fine settimana si concluderà con una passeggiata in Val Clarea per rendersi conto con i propri occhi di quello che la violenza delle lobby economiche è in grado di masticare e distruggere.

Chiediamo a tutte le donne che hanno un’eco più grande, grazie ai successi personali ottenuti nel corso degli anni, di condividere questo nostro manifesto e di aderire - anche solo formalmente nell’impossibilità dell’essere presenti di persona - affinché la voce delle donne della Valle di Susa possa essere ascoltata, discussa, condivisa.

DonneInMovimento Pubblicato da Sguardi sui Generis a 12:11

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> PRESENTAZIONE DELL'ULTIMO NUMERO DI LEGGENDARIA ROMA RM

Venerdi' 9 novembre, ore 18.00 Casa Internazionale delle Donne Via della Lungara, 19 - Roma

Presentazione dell’ultimo numero di Leggendaria: focus su Terre Mutate, (L’Aquila e l’Emilia dopo il terremoto), reportage e documentario di Maddalena Vianello e reportage di Nadia Tarantini

Organizza: Caffe letterario

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CI RIGUARDA TUTTE

Il 12 febbraio 2012, in una discoteca di Pizzoli (L’Aquila), una giovane donna di 20 anni è stata stuprata e ridotta in fin di vita. Accusato di questa aggressione e tentato omicidio è Francesco Tuccia, un militare in servizio all’Aquila per l’operazione “Aquila sicura” partita dopo il terremoto. La ragazza è stata ridotta in fin di vita e le sono state procurate lesioni gravissime e permanenti.

Il 18 ottobre all’Aquila si terrà la prima udienza del processo.

Quel giorno GIOVEDI’ 18 OTTOBRE alle ore 08.30 noi tutte saremo lì sotto il Tribunale de L’Aquila a dire che:

CI RIGUARDA TUTTE l’efferatezza e la viltà degli uomini che in una notte di febbraio hanno massacrato il corpo e la vita di una donna lasciata sul selciato a morire.

CI RIGUARDA TUTTE il massacro del corpo e dei desideri di ogni donna, di ogni età condizione e luogo, che viene disprezzata, usata, maltrattata, percossa, uccisa, stuprata.

CI RIGUARDA TUTTE l’uso che si fa dei nostri corpi in nome di una sicurezza che non ci tutela ma, anzi, ci usa per emettere leggi razziste e repressive. Non ci stancheremo mai di dire che la violenza di certi uomini sulle donne non dipende dalla nazionalità/cultura/religione, né dalla classe sociale di appartenenza.

CI RIGUARDA TUTTE perché non vogliamo più doverci difendere da padri, fidanzati, amici, vicini di casa, datori di lavoro, fratelli, zii, medici, maestri, militari….

Saremo lì in tante ad affermare la voglia e il diritto di autodeterminare le nostre vite.

GIOVEDI’ 18 OTTOBRE presidio di donne Ore 8:30 Tribunale de L’Aquila Via dell’Industria snc, Nucleo Industriale di Bazzano ss17

Centro Antiviolenza per le Donne – L’Aquila e Martedì Autogestito da Femministe e Lesbiche di Roma

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COMUNICATO PER CARMELA

Il 22 giugno saremo, come da anni in ogni processo contro gli stupratori di Carmela, al Tribunale di Taranto.Non ci possono fermare certo nè le pressioni degli avvocati dei trestupratori che vogliono lo spostamento del processo in altra sede perincompatibilità ambientale, a causa - come hanno detto - delle"manifestazioni di protesta del Movimento Femminista ProletarioRivoluzionario davanti al Tribunale"; nè le non tanto velate minacce deglistupratori e dei loro familiari a nostre compagne, con riferimenti a"macchine e porte che possono bruciare".Chi vuole il silenzio, vuole che non si faccia in realtà nessun processo evuole violentare e uccidere per l'ennesima volta Carmela.Ma la protesta, la denuncia forte, l'iniziativa continua ad ogni udienza delMFPR, l'instacabile battaglia del padre di Carmela che nelle scorsesettimane ha fatto anche un presidio sotto il Ministero della (in)Giustiziaa Roma, ottenendo un incontro e purtroppo solo promesse,lo sta impedendo!Ma ciò che è anche inaccettabile e vergognoso è che in questabattaglia anche le donne istituzionali o di "movimento" che si riempiono labocca, che fanno convegni sulla violenza contro le donne, non ci sono!In una situazione in cui troppe donne nella nostra provincia vengonoviolentate, uccise, ultima, una donna di Laterza, noi dobbiamo fare delprocesso di Carmela un simbolo di lotta contro la violenza maschile, ladoppia violenza da parte delle Istituzioni e di questo sistema sociale,contro l'oltraggio di una magistratura complice.QUESTO LO DOBBIAMO FARE PER CARMELA E PER TUTTE LE DONNE!Movimento Femminista Proletario RivoluzionarioTaranto- mfpr@libero.it

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MINIPIMER MARIPOSAS

Ci sembra interessante e importante parlare della storia delle sorelle Mirabal, per di più dando voce ad un di loro, a Dedè Mirabal, l’unica sopravvissuta alla violenza della dittatura militare del generale “jefe” Trujillo, dittatura che ha oppresso la Repubblica Domenicana per più di 30 anni.

Pensiamo che parlare delle sorelle Mirabal, ri-raccontare la loro storia sia, oggi, a distanza di più 60 anni, ancora attuale, per vari motivi.

Innanzitutto è interessante vedere che la Repubblica Domenicana era una colonia degli Stati Uniti, che hanno appoggiato, finanziato e addestrato tutti i colpi militari e le dittature dell’America centrale e latina e nel Caribe.

Ma nella RD, l’ingerenza nord-americano inizia già nel 1905 con l'occupazione militare da parte degli Stati Uniti, un intervento nelle finanze pubbliche del paese, con l’assunzione del controllo delle dogane, e successivamente la concessione di un prestito per saldare il debito che la RD aveva con l’Europa.

Nel 1916, dopo l’occupazione nord-americana di Haiti avvenuta l’anno prima, è stata occupata anche la Repubblica Domenicana. Quest’occupazione ha termine solo dopo 8 anni, cioè nel 1924 però lascia profondi segni sulla popolazione e sul ruolo sempre più dominante dell’esercito nel panorama politica del paese.

Sappiamo bene che in America latina il capitale finanziario ha sperimentato le politiche di controllo delle popolazioni attraverso la costruzione dell’”emergenza” debito, della “crisi economica”. Sappiamo che in America latina sono state sperimentate le “terapie dello shock”, usate per tenere le popolazioni in uno stato di paura e sottrarre loro diritti e promuovere politiche di liberticide a 360°, per esempio con il colpo di stato in Cile. Sappiamo che queste teorie economiche e sociali sono state prodotte e sperimentate dai Chicago boys di Milton Friedman, la cui scuola economica detta “millenarista” è quella che domina in questo momento, è il “modello unico di sviluppo capitalista” delle scelte economiche europee e del governo Monti.

Ci sembra quindi estremamente attuale parlare dei movimenti rivoluzionari contro la dittatura nella RD e quindi delle sorelle M perché lì inizia la nostra storia di lotta contro queste politiche economiche e questo modello di sviluppo.

Nel 1930 Trujillo, che ha fatto carriera molto velocemente nell’esercito, rovescia il presidente in carica e vince le elezioni in maniera fraudolenta.

Nel 1937 viene fatta una strage di haitiani compiuta per mano del dittatore. Tra il ’46 e il ’49 Trujillo inizia la repressione molto violenta degli oppositori (parallelamente, gli USA sono usciti vincitori dalla guerra).

Nel ’49, durante una festa popolare, Minerva (che ha 23 anni) sfida politicamente Trujillo, dopodiché viene incarcerata, insieme al padre. Questa sfida è diventata un po’ un mito, si dice addirittura che lei abbia dato uno schiaffo al dittatore: questo è un falso storico, l’affronto in realtà è stato molto più sofisticato perché su un livello politico.

Nel 1954 Trujillo rientra nel paese dopo un lungo viaggio in Spagna (a trovare il suo amico, il generalissimo Franco). Minerva l’anno precedente si era iscritta all’università, a Giurisprudenza, perché il suo sogno era diventare avvocata. Ma le viene negata la possibilità di iscriversi al secondo anno “per ragioni superiori” (le viene risposto). Per ottenere l’autorizzazione è costretta a scrivere un trattato di elogio dell’operato di Trujillo. Nello stesso anno anche la sorella più piccola, Maria Teresa, inizia l’università, fino ad allora era stata Minerva quella più impegnata politicamente.

Nel ’58 a Cuba il movimento rivoluzionario “26 di luglio” riesce a sconfiggere la dittatura di Batista e vincere la rivoluzione, portando al potere Fidel Castro (il nome è ispirato dalla data dell'attacco alla caserma Moncada a Santiago di Cuba nel 1953, uno degli episodi della Rivoluzione cubana).

Nel ’59 Minerva, in una riunione clandestina, propone di creare un movimento rivoluzionario simile a quello cubano del “26 de julio”. La prima riunione del movimento 14 di giugno (nome dato in onore ad una spedizione fallita, i cui partecipanti furono traditi e massacrati all’arrivo sull’isola, erano compagni che venivano da Cuba) si tiene in casa di Patria e Pedrito, il 9 gennaio 1960. Pochi giorni dopo più di 200 persone vengono imprigionate in tutto il paese, Maria Teresa e Minerva, e i mariti Manolo e Leandro, vengono arrestati in pochi giorni di distanza l’uno dall’altro (le 2 sorelle insieme), viene arrestato anche Nelson, il figlio di Patria e il padre Pedrito si consegna alla polizia.

8 febbraio: Minerva e Maria Teresa vengono scarcerate, ma sono tenute sotto sorveglianza. Aprile: il governo USA di Eisenhower autorizza l’ambasciatore nella Repubblica Dominicana a contattare clandestinamente qualche elemento dell’opposizione: fino a quel momento il governo degli Stati uniti era filo Trujillo e sosteneva il regime. È il segno di un cambiamento stocico di alleanze e di interessi economici. Maggio: Maria Teresa e Minerva vengono di nuovo incarcerate in un carcere di massima sicurezza, Las Quarenta (tristemente noto per essere stato un carcere di torture), sono processate e condannate a 5 anni. Ma ad agosto verranno di nuovo rilasciate, perché…

Giugno: fallisce il tentativo di Trujillo di uccidere il presidente del Venezuela Romolo Betancourt. L'Organizzazione degli Stati Americani chiede la rottura dei rapporti diplomatici e l’applicazione di sanzioni economiche.

8 novembre: Manolo e Leandro (mariti rispettivamente di Minerva e Maria Teresa) vengono trasferiti in un carcere al nord, bisogna attraversare le montagne . la capitale è a sud e le sorelle vivevano al centro della RD . 24 nov: patria va a visitare il marito a sud e gli comunica che andrà a visitare i ragazzi il giorno dopo con le sorelle

25 nov: le 3 sorelle vengono uccise brutalmente a bastonate, poi i corpi sono caricati nella geep in cui viaggiavano e la macchina lanciata nel precipizio per simulare un incidente. 4 dic: Manolo e Leandro vengono trasferiti a La Quarenta, dove era già stato portato anche Pedrito (il marito di Patria) e vengono mostrati loro i giornali che riportano dell’incidente e della morte delle mogli: per gli ufficiali è una festa macabra, sono ubriachi e li insultano e scherniscono Nel maggio del 1961 Trujillo viene giustiziato in un’imboscata organizzata da un gruppo di suoi ex ufficiali.

Miranta, Maria Teresa e Patria sono tre donne rivoluzionarie, differentemente impegnate nel movimento di liberazione della RD. Vengono uccise dai militari.

Mi sembra importante che la giornata contro la violenza alle donne abbia questa radice, questa valenza. Perché ci ricorda che la violenza contro le donne è agita per tenerci sottomesse, le donne vengono uccise quando si ribellano, prendono la parola pubblicamente (o clandestinamente…), quando si oppongono. Ci ricorda che le donne vengono uccise per mantenere questo sistema patriarcal-capitalista.

Ci ricorda che alla base della scelta del 25 novembre, scelta operata dalle donne, dalle compagne centro e latinoamericane, c’è la repressione violenta di alcune donne ribelli (così come d’altronde è per l’8 marzo; giorno in cui avvengono manifestazioni di lavoratrici almeno dalla metà dell’800). Ci ricorda anche che alcune (molte, moltissime) donne sopravvivono alle violenze, come è sopravvissuta Dedè. E appunto come sopravvissute vogliamo pensarle, non come vittime.

Inoltre la storia di queste 4 compagne ci ricorda da vicino la violenza dei militari, la violenza agita dai militari sui corpi delle donne. I militari uccidono le donne, come in tutta Italia e in tutto il mondo e in tutti i regimi (dittature o democrazie) uccidono le donne Ci ricorda che la violenza sulle donne è perpetrata sistematicamente dagli uomini in armi e in divisa. Gli uomini in armi e in divisa stuprano e uccidono le donne nei territori occupati: dai luoghi del mondo in cui ci sono dittature militari, ai luoghi in cui sono impegnati in missioni militari, a tutte le città del mondo (anche nostrane) in cui sono impegnati nelle operazioni di controllo del territorio.

Gli uomini legalmente armati stuprano ed uccidono le donne perché possono farlo. Godono di tutti i privilegi dell’appartenere alle istituzioni (esercito e forze dell’ordine) che agiscono il monopolio della violenza da parte dello Stato: hanno le spalle coperte, sono impuniti e sono addestrati per farlo. Parliamo di stupri di guerra e di guerra quotidiana degli uomini contro le donne. La sistematicità della violenza degli uomini in divisa è la cartina tornasole della violenza degli uomini sulle donne.

Ci ricorda che è importante l’impegno che come MFLA, insieme a tante compagne di varie città, abbiamo messo nelle mobilitazioni (passate e a venire) di denuncia dello stupro e tentato omicidio da parte del militare Francesco Tuccia (con l’omertà, se non complicità dei suoi compari commilitoni) ai danni di una giovane donna a L’Aquila. Lo sapevamo nel 2007 e continuiamo a dirlo: non è questa la sicurezza che vogliamo. Denunciamo la strumentalizzazione della violenza maschile sulle donne per fini repressivi, razzisti e di controllo sociale.

Questo è ciò che aveva scritto qualcuna di voi nei giorni scorsi… Dedé è la seconda delle quattro sorelle Mirabal. Patria, Dedè, Minerva e María Teresa Mirabal vissero la loro gioventù negli anni della dittatura di Trujillo nella Repubblica Domenicana (1930-1961). Una dittatura lunga, fortemente razzista (Trujillo si macchiò della strage di 30.000 haitiani) per lungo tempo appoggiata dagli USA e dalla Chiesa cattolica.

Le sorelle Mirabal lottarono attivamente contro la dittatura e fondarono il Movimento 14 Giugno, gruppo politico clandestino di resistenza nel quale militarono con il nome di battaglia di las Mariposas. Il movimento aveva assunto il nome dal giorno in cui nel 1959 domenicani/e rivoluzionari/e in esilio tentarono un attacco armato, con il sostegno di Fidel Castro, ma furono sterminati dall’esercito del dittatore, il più grande del centro-america. Nel gennaio del 1960, il Movimento venne scoperto dalla polizia segreta di Trujillo e le/i militanti del movimento vennero perseguitati e incarcerati, tra cui le sorelle Mirabal. Molti dei prigionieri vennero inviati al carcere di ‘La 40’ (carcere di tortura e morte). Le sorelle vennero invece liberate alcuni mesi dopo, ma solo perché il regime aveva altri piani per liberarsi di loro in maniera definitiva.

Il 25 novembre del 1960 Patria, Minerva e María Teresa Mirabal partono in auto verso Puerto Plata, dove erano ancora incarcerati i loro mariti tra cui Manolo Tavares Justo, uno dei fondatori del gruppo, Dedè rimase a casa a badare ai figlie e alle figlie di tutte.

Le altre tre, 1960 Patria, Minerva e María Teresa Mirabal, furono uccise in un agguato della dittatura che poi cercò di camuffare il fatto, sostenendo che erano morte in un incidente d’auto. Con la morte delle sorelle Mirabal Trujillo credette di aver eliminato un problema, ma ciò causò grandi ripercussioni nell'opinione pubblica dominicana (nonostante la censura), molte coscienze si scossero e il movimento culminò con l'assassino di Trujillo nel 1961.

Il 25 novembre fu scelta come giornata mondiale contro la violenza contro le donne nel 1980, durante il Primo Incontro Internazionale Femminista, celebrato in Colombia e poi fu in seguito adottata anche dall'Onu (1998).

Dedè Mirabal ha vissuto da allora allevando tutte/i insieme le figlie ed i figli suoi insieme a quelle/i delle sorelle assassinate che ha mantenuto divenendo assicuratrice. Non ha comunque abbandonato le terre agricole della famiglia ed oggi gestisce con orgoglio una fattoria di cacao biologico, il primo certificato del paese. Ha speso la vita per mantenere viva la memoria delle sorelle e con questo obiettivo ha creato e dirige la Casa Museo Hermanas Mirabal, fondata nella casa della famiglia Mirabal nella provincia di Salcedo che oggi ha assunto il nome di Provincia Hermanas Mirabal. All’ ingresso della città capoluogo si è accolte da un enorme murales con i visi delle quattro sorelle.

Notizie supplementari:

Nel 1995 la scrittrice dominicana Julia Álvarez ha pubblicato il libro "Il tempo delle farfalle", da cui è stato tratto nel 2001 il film In the Time of the Butterflies con Salma Hayek nel ruolo di Minerva.


Dedé è la seconda delle quattro sorelle Mirabal. Patria, Dedè, Minerva e María Teresa Mirabal vissero la loro gioventù negli anni della dittatura di Trujillo nella Repubblica Domenicana (1930-1961). Una dittatura lunga, fortemente razzista (Trujillo si macchiò della strage di 30.000 haitiani) per lungo tempo appoggiata dagli USA e dalla Chiesa cattolica.

Le sorelle Mirabal lottarono attivamente contro la dittatura e fondarono il /Movimento 14 Giugno/, gruppo politico clandestino di resistenza nel quale militarono con il nome in codice di Mariposas (farfalle). Il movimento aveva assunto il nome dal giorno in cui nel 1959 domenicani/e rivoluzionari/e in esilio tentarono un attacco armato, con il sostegno di Fidel Castro, ma furono sterminati dall?esercito del dittatore, il più grande del centro america.

Nel gennaio del 1960, il Movimento venne scoperto dalla polizia segreta di Trujillo e i membri del movimento vennero perseguitati e incarcerati, tra cui le sorelle Mirabal. Molti dei prigionieri vennero inviati al carcere di ?La 40? (carcere di tortura e morte). Le sorelle vennero invece liberate alcuni mesi dopo, ma solo perché il regime aveva altri piani per liberarsi di loro in maniera definitiva.

Il 25 novembre del 1960 Patria, Minerva e María Teresa Mirabal partono in auto verso Puerto Plata, dove erano ancora incarcerati i loro mariti tra cui Manolo Tavares Justo, uno dei fondatori del gruppo, Dedè rimase a casa a badare ai figlie e alle figlie di tutte.

Le altre tre, 1960 Patria, Minerva e María Teresa Mirabal, furono uccise in un agguato della dittatura che poi cercò di camuffare il fatto, sostenendo che erano morte in un incidente d?auto.

Con la morte delle sorelle Mirabal Trujillo credette di aver eliminato un problema, ma ciò causò grandi ripercussioni nell'opinione pubblica dominicana (nonostante la censura), molte coscienze si scossero e il movimento culminò con l'assassino di Trujillo nel 1961.

Il 25 novembre fu scelta come giornata mondiale contro la violenza contro le donne nel 1980, durante il Primo Incontro Internazionale Femminista, celebrato in Colombia e poi fu in seguito adottata anche dall'Onu (1998).

Dedè Mirabal ha vissuto da allora allevando tutte/i insieme le figlie ed i figli suoi insieme a quelle/i delle sorelle assassinate che ha mantenuto divenendo assicuratrice. Non ha comunque abbandonato le terre agricole della famiglia ed oggi gestisce con orgoglio una fattoria di cacao biologico, il primo certificato del paese. Ha speso la vita per mantenere viva la memoria delle sorelle e con questo obiettivo ha creato e dirige la Casa Museo Hermanas Mirabal, fondata nella casa della famiglia Mirabal nella provincia di Salcedo che oggi ha assunto il nome di Provincia Hermanas Mirabal. All? ingresso della città capoluogo si è accolte da un enorme murales con i visi delle quattro sorelle.

Notizie supplementari:

Nel 1995 la scrittrice dominicana Julia Álvarez ha pubblicato il libro "Il tempo delle farfalle", da cui è stato tratto nel 2001 il film In the Time of the Butterflies con Salma Hayek nel ruolo di Minerva.

mfla8 (last edited 2013-04-16 16:08:21 by anonymous)