2. definire una strategia per sconfiggere la fame nel mondo

Le OSC propongono una strategia basata sulla convinzione che il mondo non troverà una soluzione per la fame nel mondo senza accettare il bisogno di un'economia agricola fortemente basata sulla famiglia e un migliore equilibrio tra la popolazione urbana e rurale. Il decentramento dello sviluppo economico è la chiave di una stabilità sociale e del progresso.

E' necessario diversificare le opportunità di lavoro, mantenendo una forte economia contadina come base per decentralizzare le attività economiche.

Questa decisione strategica richede ai governi continui investimenti in infrastrutture sociali e produttive nelle aree rurali, che produrrebbero risultati immediati incentivando i poveri delle aree rurali a restare in quelle zone. Molto spesso il povero migra non solo nella speranza di trovare un lavoro migliore, ma anche per avere un più semplice accesso all'educazione e alla salute.

Gli investimenti nelle infrastrutture dovrebbero essere fatti tenendo in considerazione le esperienze delle OSC. Per esempio, le ONG hanno diffuso nel Brasile semi arido una tecnologia agricola per la costruzione delle cisterne che costa 250.000 dollari, soprattutto con materiali locali e impiegando nel lavoro famiglie e comunità. Questa tecnologia permette di risolvere il grave problema dell'acqua potabile. Inoltre, risparmia le donne dal duro lavoro di trasportare acqua ogni giorno. Paragonato ai grandi investimenti del governo, questo è molto più efficiente ed economico.

3. Un fattore capitale: fornire un accesso sicuro alla produzione

Gli agricoltori devono avere accesso a terra sufficiente nel rispetto di ogni ecosistema e tecnologie scelte. La riforma agraria è quindi un tema fondamentale da affrontare nel rispetto di ogni pattern culturale e delle specifiche situazioni. I costi di tale opzione sono significativi, ma possono essere ridotti scegliendo tecnologie agroecologiche, che richiedono meno terra per ogni famiglia agricola, che può essere utilizzata in modo più intensivo.

L'accesso all'acqua è un altro obbligo. L'esperienza delle OSC ha dimostrato che è molto più sostenibile e meno costoso finanziare le piccole e decentralizzate infrastrutture che investire in grandi dighe e sistemi di irrigazione.

L'accesso alle risorse genetiche è di estrema importanza per una produzione sostenibile. Le OSC ritengono che l'accesso a semi di varietà tradizionali devono essere assicurati per garantire l'adattabilità con un approccio agroecologico. Ciò significa che devono essere promosse iniziative per difendere e rendere disponibili questi semi. D'altra parte le leggi sulla produzione e il mercato dei semi devono essere adattate per permettere alle varietà tradizionali di essere accettate nelle imprese commercaili e accettabili per i progetti di credito.

I sostegni finanziari per la produzione sostenibile di cibo devono essere comprese in un doppio senso. Da un lato sono necessarie risorse per sostenere i costi di servizi di ampliamento, ma è anche di estrema importanza il sostegno alla partecipazione sociale nel processo di sviluppo. I crediti per sostenere la transizione dal sistema convenzionale a quello agroecologico possono di molto accelerare il processo.

4, Produzione sostenibile di cibo: una chiara scelta in favore delle tecnologie agroecologiche

Le esperienze delle ONG in tutto il mondo hanno dimostrato che l'agroecologia è una sostenibile e appropriata alternativa per l'agricoltura familiare. In alcuni degli ambienti più avversi, gli approcci agroecoligici hanno permesso ai coltivatoridi innalzare la loro produttività del 100%. Questi risultati sono stati ottenuti con scarse risorse e contro le correnti politiche agricole, che tendono a privilegiare le grandi coltivazioni agrochimiche. molto di più potrebbe essere ottenuto se queste politiche fossero adattate a sostenere alternative agroecologiche. ricerca, estensione e politiche di credito sono la chiave per facilitare il corso delle esperienze agroecologiche e il WFS - fyl (five years later) dovrebbe chiaramente rivedere le generali raccomandazioni adottate nel 1996.

Sotto questa luce, dovrebbero essere fatti sforzi per ridirezionare la ricerca internazionale e nazionale nell'agricoltura per incorporare l'agroecologia come focus principale per alleviare la povertà e garantire la sicurezza del cibo. Non è un'impresa facile. l'agroecologia è un problema specifico per ogni luogo, mentre la ricerca ha sempre cercato di proporre regole generali applicabili ad un ampio range di situazioni.

La ricerca partecipativa degli agricoltori non può essere vita come separata dall'estensione e deve essere integrata nella mobilitazione sociale per lo sviluppo locale.

La diffusione di massa dell'agroecologia dipende inoltre dai controlli dei prodotti chimici dannosi e l'imposizione di tasse sul negativo impatto ecologico dell'agricoltura convenzionale. Far pagare chi inquina e costringere i coltivatori convenzinali ad evitare tecniche che provocano la diminuzione delle risorse naturali eliminerebbe molto rapidamente ogni vantaggio su grande scala che dipende principalmente da un approccio "minerario" all'agricoltura.

5. Sovranità alimentare: un percorso inevitabile per la sicurezza alimentare

La globalizzazione ha destabilizzato l'agricoltura familiare in tutto il terzo mondo. Importazioni economiche di cibo sussidiato competono in modo molto dannoso con la produzione locale. Immediati apparenti guadagni per i consumatori urbani sono stati presto superati da un aumento della massa di gente povera e affamata nelle aree rurali e il riversarsi di nuovi migranti in cerca di rifugio nelle aree urbane.

Il consolidarsi della strategia delle OSC per la sicurezza alimentare implica la revisione delle regole del WTO per permettere ad ogni governo di definire il modo migliore di giungere a questo scopo. Questa posizione è emersa nel Forum romano del 1996 come un punto chiave della strategia dei coltivatori e delle OSC in generale e dovrebbe essere messo a capo dei dibattiti nel WFS - fyl.

6. OGM: la principale e più recente minaccia alla sicurezza alimentare.

Dal 1996 le corporations hanno diffuso con attenzione l'idea che le coltivazioni transgeniche fossero una nuova soluzione per la fame nel mondo. Studi economici hanno dimostrato che solo loro hanno tratto profitto da questa nuova tecnologia, ma un notevole impegno di pubbliche relazioni continua a presentare gli OGM come la soluzione sia per la fame che per il degrado ambientale.

Gli OGM rappresentano una minaccia non solo per gli agricoltori familiari e i poveri delle aree rurali, che non possono permettersi di adottare questa costosa alternativa, ma anche per l'agricoltura in generale. Gli OGM rappresentano l'estrema espressione del paradigma della Rivoluzione Verde dell'artificializzazione della natura, e produrrà una situazione potenzialmente pericolosa di precisa standardizzazione di ogni coltivazione. Come si è visto durante gli anni della Rivoluzione Verde la standardizzazione implica un grosso rischio di fallimento delle coltivazioni in massa dovuto a parassiti e altre cause naturali.

La strategia corporativista di provocare contaminazioni dei raccolti(come il granturco)per forzare i coltivatori ad accettare i loro costosi semi e prodotti chimici associati sta producendo impatti pericolosi all'agrobiodiversità, incluso l'inquinamento genetico.

Le OSC vedono questo tema come il più importante nei nuovi dibattiti, e lotteranno per rafforzare una moratoria mondiale sulla liberalizzazione delle coltivazioni transgeniche.

7. Diritto al cibo: dalle parole all'azione.

Nonostante l'accordo quasi generale del 1996 sulla definizione del diritto al cibo come un diritto umano basilare (fatta eccezione per la delegazione USA) poco è stato fatto per mettere in atto questo diritto sia dai governi nazionali che dalla comunità internazionale. Gli aiuti in cibo continuano ad essere usati come sbocco per le sovrapproduzioni del nord e in molti casi hanno funzionato come fattori di dumping nelle economie rurali nazionali. D'altra parte, gli aiuti in cibo si sono trasformati in molti casi in doni velenosi producendo nuoti pattern di consumo alieni alle tradizioni nationali e alle possibilità di produzione. La globalizzazione delle abitudini dei consumatori basata sul modello "McDonald's" hanno sia degradato la qualità del consumo, e hanno generato una domanda a cui non si può rispondere con un'offerta delle produzioni nazionali in molti paesi.

Le OSC lotteranno per approvare nuove politiche che possano contare sulla garanzia all'accesso al cibo per coloro che non hanno mezzi perchè si possa far affidamento innanzitutto sulle coltivazioni tradizionali all'interno di ogni paese e sull'acquisto di prodotti simili nei mercati internazioneli quando possibile. Solo quando questi prodotti non saranno più disponibili per gli aiuti in cibo, gli altri non tradizionali dovrebbero essere usati come soluzione di emergenza. Questo significa che gli aiuti alimentari non arriveranno dal surplus del nord, ma dall'acquisto di generi alimentari nei mercati nazionali ed internazionali.

In ultimo, ma non per importanza, gli aiuti alimentari devono essere visti come parte di un approccio integrato per supportare il recupero della produzione di cibo nelle regioni e paesi bisognosi, soprattutto attraverso lo sviluppo dell'agricoltura familiare e riforme della terra coome soluzione strategica.

non_toccare_martina (last edited 2008-06-26 09:55:03 by anonymous)