GR ore 13.30

Italia

Pensioni

dopo la manifestazione di sabato, che ha portato in piazza a Roma circa un milione e mezzo di persone secondo gli organizzatori, si riapre il confronto governo/sindacati sulle pensioni. Il ministro del Welfare, Roberto Maroni ha convocato un 'tavolo' per mercoledi' per cercare di "ricucire" lo strappo delle scorse settimane sulla riforma previdenziale. Il governo ribadira' i 'paletti' delle necessita' finanziarie per tenere negli anni prossimi i conti in ordine del sistema pensionistico, mentre i sindacati, che stano elaborando una loro proposta alternativa vogliono discutere dell'intera riorganizzazione del Welfare

unione europea

La preparazione del vertice europeo di fine semestre e la Conferenza intergovernativa (Cig) per la costituzione saranno i principali temi sul tavolo dei ministri degli Esteri Ue che si riuniscono a Bruxelles oggi e domani sotto la presidenza del ministro Franco Frattini. In vista del vertice che si terrà nel fine settimana, i capi delle diplomazie Ue adotteranno una "strategia europea sulle armi di distruzione di massa" che elabora un elemento della "Strategia di sicurezza e difesa dell'Ue" approntata dal rappresentante per la politica estera Javier Solana, che sarà anch'essa approvata dai leader nel vertice.

La bozza dei leader contiene inoltre un capitolo sull'immigrazione e la cooperazione giudiaria e penale e uno sull'allargamento. Nell'ambito del capitolo sulla giustizia e Affari interni figura poi un paragrafo sul dialogo interreligioso, in cui è contenuta anche una condanna dell'antisemitismo, come richiesto dalla francia.

Unione europea due

Non è passata, oggi a Bruxelles, la proposta della Commissione europea di autorizzare alla commercializzazione una varietà di mais geneticamente modificato, il Syngenta Bt11. La Commissione non è riuscita ad ottenere la maggioranza qualificata necessaria. Contro la proposta, messa ai voti nel comitato delle derrate alimentari dell'Ue, si sono pronunciati Francia, Danimarca, Grecia, Lussemburgo, Austria e Portogallo. Si sono astenuti Italia, Germania e Belgio. Gli altri paesi hanno votato a favore. L'approvazione della proposta della Commissione avrebbe segnato la fine della moratoria "de facto" che blocca qualunque nuova autorizzazione di Ogm nell'Ue dall'ottobre del 1998. Sulla moratoria europea pesa un ricorso all'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) da parte di Stati Uniti, Canada e Australia, ricorso sul quale dovrebbe pronunciarsi un "panel" all'inizio del 2004. Dopo il voto negativo di oggi, la decisione viene rinviata al Consiglio Ue, che potrebbe pronunciarsi durante la riunione dei ministri dell'Agricoltura del 16 dicembre, ancora sotto presidenza italiana (ciò che vuole la Commissione ma che l'Italia vorrebbe evitare) o più probabilmente a una delle due riunioni di gennaio (l'8 o il 26), sotto presidenza irlandese. Se neanche in Consiglio dovesse esserci una maggioranza qualificata a favore o contro la proposta di autorizzazione, la Commissione potrà prendere essa stessa la decisione di dare il "via libera" al mais Bt 11, mettendo fine così alla moratoria.

Religioni

Le chiese cristiane di Francia si coalizzano contro la prospettiva di una legge ad hoc che proibisca lo sfoggio del velo islamico e di tutti gli altri simboli religiosi a scuola: avvertono che sarebbe una discriminazione e allontanerebbe ancor piu' i giovani dalle religioni. Il consiglio delle chiese cattoliche francesi, di cui fanno parte cattolici, protestanti e ortodossi, ha lanciato oggi un appello al presidente Jacques Chirac perche' si eviti di legiferare sul velo islamico in nome della laicita'. L'iniziativa sarebbe percepita come discriminatoria, avvertono i rappresentanti delle principali confessioni cristiane nella lettera al capo dello Stato. Secondo un sondaggio reso noto ieri il 57% dei francesi e' a favore di una legge anti-velo mentre il 41% e' ostile e il restante 2% non ha opinioni al riguardo. Al momento in Francia i simboli religiosi a scuola e negli uffici pubblici sono ammessi a patto che non siano pero' esibiti in modo ostentatorio. Giovedi' prossimo una commissione istituita qualche mese fa da Chirac per fare il punto sulla difesa della laicita' indichera' nel suo rapporto finale se considera o no opportuna una legge contro il velo islamico. la questione, ormai da diversi mesi, sta dividendo pesantemente la Francia, uno dei paesi europei la cui politica coloniale ha portato ad una forte immigrazione mussulmena, quasi mai seguita da una vera e propria integrazione.

Gran Bretagna

Continuano le politiche restrittive della Gran Bretagna nei confronti dei migranti. Dopo le pesantissime leggi approvate lo scorso anno, che limitano fortemente il diritto di ingresso e quello di asilo, il ministro dell'interno britannico David Blunkett pensa di fare pagare una tassa aggiuntiva di 500 sterline (750 euro) ai circa 900.000 immigrati che arrivano in Gran Bretagna ogni anno. Lo scrive oggi il Guardian. Questa tassa supplementare, che sarebbe dovuta anche da chi va in Gran Bretagna per studiare, permetterebbe di raccogliere circa 450 milioni di sterline (652 milioni di euro), cioe' circa un quarto del costo di gestione dell'immigrazione in Gran Bretagna. Funzionari del ministero dell'interno citati dal Guardian hanno giustificato la misura con il guadagno realizzato (dagli immigrati) quando accedono al mercato del lavoro britannico. La misura, dice il quotidiano, fa parte del progetto di legge sull'immigrazione che deve passare in seconda lettura alla Camera dei Comuni la settimana prossima. Il costo di un permesso di lavoro dovrebbe gia' salire dal prossimo aprile da 95 sterline (137 euro) a 125 sterline (181 euro).

Russia

Il partito del presidente russo Vladimir Putin, Russia Unita (Er) ha stravinto alle elezioni legislative di ieri ottenendo il 36,8% dei suffragi per la Duma (camera bassa), mentre si sono quasi dimezzati i comunisti fermandosi al 12,7%, escono i liberal riformatori, raddoppia l'ultradestra di Vladimir Zhirinovski e entrano a forza i socialnazionalisti di Rodina (Madrepatria). Con oltre il 91% delle schede contate Zhirinovski ottiene il 12,7%, mentre i due partiti liberali Sps e Yabloko rispettivamente il 4,3% e il 3,9% restando fuori dalla Duma a causa dello sbarramento del 5%. Secondo i primi calcoli degli analisti, Er, con i voti di lista e i candidati indipendenti col maggioritario, sfiora da sola il 50% con 22 seggi sui 450 della Duma e, insieme a Zhirinovski e Rodina sembra riuscire ad ottenere quella supermaggioranza di due terzi che le permetetrebbe di dominare la camera bassa e persino riscrivere la costituzione.

Palestina

I colloqui delle 12 fazioni palestinesi al Cairo si sono conclusi senza un accordo sulla proposta egiziana per una tregua.Lo affermano fonti di movimenti integralisti palestinesi. I due punti controversi dei colloqui, quello sul cessate il fuoco richiesto dall' Egitto e quello sulla rappresentanza e dirigenza del popolo palestinese dell' Olp 'saranno esaminati nel prossimo colloquio'. Lo ha detto Hossam Arafat, componente del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.

Lanciare una ciambella di salvataggio all'accordo di una tregua palestinese, naufragato al vertice del Cairo, al fine di porre le basi per una successiva implementazione della road map. E' questo l'obiettivo dei funzionari palestinesi, i quali stanno provando a convincere le organizzazioni di militanti a tornare sui propri passi. Intanto, pare nuovamente vicino un vertice tra il premier israeliano Ariel Sharon e quello palestinese Abu Ala. A prepararlo sono direttamente i due uomini a capo dei rispettivi uffici: Dov Weisglass, direttore dell'ufficio di Sharon, e Hassan Abu Libdeh, direttore da alcune settimane dell'ufficio di Abu Ala. Secondo quanto riferito dal quotidiano haaretz, alcuni membri del partito Fatah, che fa capo al leader Yasser Arafat, sarebbero impegnati in una complicata mediazione diplomatica per convincere le fazioni palestinesi a cambiare idea sulla loro opposizione alla 'hudna'.

israele Onu

Si profila una nuova sconfitta all'Onu per Israele. Motivo del contendere e' il 'muro di sicurezza' che il governo di Ariel Sharon sta costruendo nei territori palestinesi; ad accendere la miccia, una bozza di risoluzione, voluta dal mondo arabo, in cui si chiede che la Corte internazionale di Giustizia si pronunci sulla legalita' della barriera che i palestinesi hanno gia' bollato come il 'muro dell' 'apartheid'. E' la seconda volta, negli ultimi due mesi, che i Paesi arabi tentano di far approvare una risoluzione che coinvolga il Tribunale dell'Aja sul delicato tema. Lo scorso 21 ottobre dal testo fu eliminato qualsiasi riferimento alla Corte di Giustizia pur di far approvare una risoluzione di condanna di Israele. Il documento -che passo' a stragrande maggioranza: 144 si', 12 astensioni e 4 soli 'no' da parte di Usa, Israele, Isole Marshall e Micronesia- chiedeva al governo di Ariel Sharon di fermare la costruzione, considerata una violazione del diritto internazionale. Non solo: la risoluzione sollecitava l segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, a stilare un documento sulle conseguenze del muro sulla vita dei palestinesi. E nel rapporto, consegnato a fine novembre, Annan ha denunciato il fatto che Israele non abbia rispettato nessuna delle risoluzioni approvate dall'Onu sul tema; e ha rilevato come la costruzione della barriera sia "profondamente controproducente" e pregiudiziale per la ripresa del negoziato di pace tra israeliani e palestinesi. L'ambasciatore israeliano all'Onu, Arieh Mekel, ha preannunciato che la nuova risoluzione sara' probabilmente approvata "grazie alla maggioranza automatica" di cui i Paesi arabi dispongono alle Nazioni Unite. Per parte sua, Israele ha gia' provato a convincere i Paesi dell'Unione Europea ad unirsi agli Stati Uniti nel bocciare la risoluzione. L'operazione gli e' riuscita solo in parte, ma sicuramente alcuni 'no' europei indeboliranno l'autorevolezza del documento.

Irak

l governo giapponese formalizzera' domani in un consiglio dei ministri il piano base per l'invio di un contingente di circa 1.110 soldati in Iraq. Lo ha reso noto oggi il ministro della difesa Shigeru Ishiba, al termine di un incontro con il primo ministro Junichiro Koizumi, il ministro degli esteri Yoriko Kawaguchi e il portavoce ufficiale del governo Yasuo Fukuda. I due partiti di governo, i liberaldemocratici (Ldp) di Junichiro Koizumi e il Komei di ispirazione buddhista, che hanno la maggioranza assoluta con 279 seggi alla camera dei deputati di 480, hanno gia' dato in linea di principio l'assenso all'invio delle truppe. Il partito Democratico, il maggiore dell'opposizione con 180 seggi alla Camera dei deputati, i comunisti con 9 e i socialdecmoratici con 6, sono contrari all'invio, ritenendolo contrario alla Costituzione pacifista in vigore dal 1947 che inpedisce missioni all'estero dei soldati nipponici in zone in guerra o a rischio di combattimenti. Lo e' anche la grande maggioranza dell'opinione pubblica, in percentuali, secondo i vari sondaggi, dal 70 al 90%. Sara' la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale che soldati giapponesi saranno inviati un un paese come l'Iraq, dove sono in corso combattimenti. Il governo di Koizumi sostiene tuttavia che le zone dell'Iraq meridionale dove saranno dislocati i soldati nipponici non sono a rischio di scontri armati.

Iran

L'ambasciata tedesca a Teheran non ha ne' confermato ne' smentito il rapimento di tre cittadini tedeschi nel sud-est dell'Iran, dicendo all'Ansa che ogni notizia in proposito puo' essere diffusa solo dal ministero degli esteri a Berlino. Da parte sua, l'ufficio del governatore della provincia di Kerman, dove sarebbe avvenuto il fatto, ha smentito la notizia e a Teheran l'ufficio pubbliche relazioni del ministero dell'interno ha detto di non essere al corrente di alcun rapimento. La notizia era stata diffusa stamane da un sito Internet, Ruidad, che citava fonti informate nella regione. Secondo tali fonti, i tre turisti sarebbero stati rapiti all'inizio della settimana scorsa mentre percorrevano in bicicletta la strada che da Bam porta a Zahedan, vicino ai confini con Pakistan e Afghanistan, una delle aree piu' infestate dai trafficanti di stupefacenti. Il rapimento sarebbe avvenuto nell'area di Kahurak, sempre secondo il sito, che indica anche i possibili responsabili, cioe' uomini armati di tribu' locali.

Cina

Dicianove minatori sono morti e uno e' dato per disperso in una fuga di gas avvenuta in una miniera di carbone nella Cina settetrionale, riferisce oggi l' agenzia Nuova Cina. L'incidente si e' verificato ieri nella miniera Longtai a Zhangjiakou, nella regione dello Hebei, mentre erano al lavoro 29 minatori; altri 9 sono stati tratti in salvo. Un accumulo di gas ha provocato la morte per soffocamento degli uomini. Nei primi novi mesi quest'anno ci sono state 2.800 incidenti nelle miniere, che hanno provocato 4.600 morti

fame nel mondo

Sebbene per alcuni paesi dell'Africa sub-sahariana si prevedano raccolti record, per 23 paesi la prospettiva e' la mancanza di cibo. E' la denuncia contenuta in un rapporto sull'Africa che la FAO ha reso noto oggi. La Somalia rischia una grave crisi umanitaria nella regione del Sool Plateau dovuta alla siccita' prolungata, e alla conseguente perdita dei raccolti e del bestiame. Si stima che siano circa 93.000 le persone che necessitano urgentemente d'assistenza umanitaria d'emergenza, dice il rapporto. In Eritrea, nonostante l'aumento della produzione cerealicola, rispetto a quella molto scarsa dello scorso anno, 1.4 milioni di persone avranno bisogno degli aiuti umanitari d'emergenza. Nel rapporto si legge che ovunque l'epidemia di HIV/AIDS ha avuto un impatto decisivo sulla sicurezza alimentare dell'Africa sub-sahariana. I 23 paesi che rischiano emergenze alimentari sono secondo il rapporto i seguenti: Angola, Burundi, Capo Verde, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica del Congo, Costa d'Avorio, Eritrea, Etiopia, Guinea, Kenya, Lesotho, Liberia, Madagascar, Mauritania, Mozambico, Sierra Leone, Somalia, Sudan, Swaziland, Tanzania, Uganda e Zimbabwe.