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  == lunedì 1 novembre 2004 == == Aggiornamenti genova ==

 SINTESI XXIX UDIENZA DEL PROCESSO AI 25

Martedi' 23 novembre 2004 alla ventinovesima udienza del processo a 25 persone
per devastazione e saccheggio va in scena il controesame del capitano antonio
burno, carabiniere di massa carrara a capo del iii battaglione lombardia, e piu'
precisamente della compagnia CCIR alfa del battaglione, diciamo quei 190
carabinieri che il 20 luglio verso le 15:00 caricano il corteo delle tute
bianche che sta arrivando in via tolemaide (ovviamente dopo aver fatto sfaceli
per tutta la mattina tra via pisacane, corso torino, corso buenos aires e via
dicendo).
Per ricordare a tutti il contesto: i 190 cc partono su una ventina di blindati
capitanati dal dirigente della ps Mondelli e dal capitano Antonio Bruno dalla
questura alla volta di marassi (le comunicazioni radio dicono piazza giusti, ma
alla fine e' un po' la stessa cosa, no ?). Anziche' andare dritti dritti lungo
via brigate partigiane, la guida di mondelli porta tutto il contingente e
infilarsi in via invrea e guarda caso a sbucare in corso torino proprio mentre
sta arrivando il corteo delle tute bianche (cosiddetto). Visto che i militari
sono oggetto di un fittissimo lancio (nei video si riescono a contare forse due
oggetti, ma anche qui, la definizione dei video ecc ecc. Si sa che si nega anche
l'evidenza) di oggetti e quindi rispondono con una carica.... ooops un
avanzamento, prima su lfronte di levante, menando per bene i giornalisti che
stavano in posizione avanzata rispetto alla testa del corteo (rivediamo con
gaudio le scene del vecchietto pestato che dice disperatamente "sono un
giornalista", o del cameraman che lo riprende che fa la stessa fine gridando "so
de 'a rai !"), poi ricompattandosi e procedendo verso ponente, caricando gli
scudi, le persone, con le famose scene del cortiletto della metalfer,
dell'ambulanza dei disobbedienti distrutta dalle forze dell'ordine e via
dicendo. Arrivato all'altezza di via Caffa si ferma e torna indietro doop che un
signore in abiti distinti gli dice che volevano parlamentare.
Questa e' la storia: la difesa gli fa ripetere per benino tutto e poi inizia a
snocciolargli i video dove non si vedono lanci, dove dietro gli scudi la gente
fugge e non ha un singolo bastone, con rari momenti di umorismo in cui bruno
prima vede i bastoni, poi dice che gli scudi proteggevano alla vista tutti i
manifestanti...
Minus Habens o preparato a tavolino, difficile non credere che le barzellette
che ci propinano fin da bambini siano esperienze di vita vissuta.
Ma non finisce qui. Bruno insiste e riesce a impelagarsi in una serie di
contraddizioni senza precedenti, fino a che di fronte al vidoe con i cc che
sfasciano l'ambulanza riesce a dire: "beh, ci si sara' nascosto qualcuno
dentro".
Ma il meglio dell'udienza e' ancora di li' da venire e, nonostante canepa e
canciani siano gia' sull'orlo dell'esaurimento nervoso, come testimoniato dal
martellare della canepa e dalle ripicche da asilo nido che cercano di fare sui
video, le foto e le domand della difesa, si apre la discussione sugli armamenti
di ordinanza.
Dal cilindro della difesa escono un tot di foto e ingrandimenti, precedentemente
riconosciuti da Bruno come parte della carica, dove si vedono i cc impugnare due
manganelli alla volta, impugnare spranghe difficilmente definibili come "di
ordinanza", tenere il tonfa appeso alla cintola mentre usano simpatiche spranghe
di metallo contro i manifestanti. Il top e' la candida espressione inebetita di
Bruno quando ammette cio' che non e' possibile negare e l'uso indiscriminato di
oggetti contundenti non di ordinanza da parte dei cc del suo battaglione. Il
massimo della scusa che riesce a inventarsi e' "lo avranno raccolto negli
scontri precedenti", gelata dalla replica di Tambuscio "si e contemporaneamnete
mentre lo raccolgono lo usano, certo...".
Accartocciato a dovere il Capitano Bruno che rende sempre piu' evidente chi
siano gli originali motori del disordine pubblico, i pm e la difesa passano al
setaccio due diogssini di belluno (carisdeo) e di bologna (crispino) che pero'
riescono a malapena ad evitare di essere messi in croce altrettanto e non fanno
che confermare le tesi difensive. La psicologia in aula non e' un opinione e
difficilmente si puo' dire che questa udienza abbia portato alcunche' di utile
all'accusa, se non fargli capire in fondo in fondo che forse se si evitavano il
processo era meglio.

Settimana prossima si salta e l'udienza viene rimandata al 7 di dicembre. Buona
settimana senza stracciamenti di gonadi da quel di genova.

=== processo diaz ===
 SINTESI XX UDIENZA PRELIMINARE DIAZ - 20 nov 2004

Oggi ventesima udienza preliminare per 28 poliziotti imputati delle
perquisizioni alla scuola diaz e alla scuola pascoli la notte del 21 luglio.
Prende la parola l'avvocato e onorevole Biondi, per la difesa Fabbrocini, per la
quale reitera le deduzioni dell'avvocato Cola, co-difensore della medesima
posizione, sostenendo che Fabbrocini non sapeva nulla delle perquisizioni, delle
decisioni previe organizzative e che si e' solo rimesso agli ordini superiori.
Piu' interessante la discussione della posizione di Troiani, una delle posizioni
piu' "marce" del processo, essendo lui per sua stessa ammissione colui che ha
portato le molotov dall'auto fino alla scuola e in particolare a Di Bernardini.
La difesa di Biondi anche in questo caso e' sulle gerarchie e sulla materiale
possibilita' di Troiani di sapere che fine facevano le molotov, e fortemente
improntata ad indicare in altri e piu' alti dirigenti i veri responsabili e i
veri direttori dell'operazione di calunnia. Diciamo che riassunto estremamente
sensibile della discussione della posizione di Troiani non dal punto di vista
legale ma dal punto di vista politico e' l'affermazione "Ma se c'e' qualcosa che
non si puo' dire, di non detto, volete chiederlo a Troiani?" che risuona molto
vicino ad un avvertimento alle alte sfere coinvolte e che sperano di essere
tenute fuori da un processo vero e proprio.

A seguito dell'ultima discussione il GUP si e' pronunciato sulla richiesta di
incidente probatorio fatta dalla difesa Luperi (nella persona dell'avv Di Bugno)
e fatta propria anche dalla difesa Ciccimarra (avv. Frojo) e dalle altre difese
coinvolte, un incidetnete probatorio su Burgio e Troiani: il tribunale ha
specificato che cercando di armonizzare la nuova disciplina dell'udienza
preliminare e dell'incidente probatorio, rimane il fatto che il GUP deve essere
convinto della necessita' di acquisire questa ulteriore prova in questa fase, e
che non essendo questo il caso la richiesta viene respinta.

I littorii Di Bugno e Corini per le difese di Luperi, Ferri, e molti altri, non
contenti di cio', hanno cercato di reiterare una eccezione che aveva fatto
scalpore davanti al GIP e che cerca di sostenere che i pm sono territorialmente
incompetenti relativamente a questo processo, per un conflitto relativamente a
una supposta indagine che si sarebbe dovuta svolgere sul magistrato di turno
durante il g8 Francesco Pinto relativamente alla partecipazione alle calunnie
nell'operazione, a loro dire non svolta per solidarieta' di categoria. Gia' in
cassazione questo ricorso era stato respinto come non fondato, ma evidentemente
i vertici della polizia e i loro avvocati non sono per niente contenti di essere
processati e non hanno la coscienza per niente pulita.

Sulla richiesta ottima risposta delle parti civili con l'avvocato Passeggi,
virtuoso del codice di procedura penale :) , e rinvio per le repliche dei pm al
26 novembre, dove si celebreranno i 5 mesi di udienza preliminare e uno
sperabile avvicinamento alla fine di questa serie di udienze.

=== processo antifa ===
Line 8: Line 123:
'''La corriera della sera, il veicolo per l'informazione locale'''         ansa sul processo a marta e fede.
Line 10: Line 125:
''Questa settimana il nostro trabiccolo e' fermo'' (AGI) - Genova, 17 nov. - Ha avuto inizio questa mattina alle
10 presso il tribunale di Genova la prima udienza del processo
a Marta e Federico, due dei quattro giovani del Centro sociale
Orso di Milano, arrestati nello scorso marzo per la presunta
aggressione ad alcuni naziskin. Di fronte al palazzo di
giustizia del capoluogo ligure si e' concentrato un gruppo di
circa 20 persone, che in segno di solidarieta' agli imputati
espone lo striscione "Fede-Orlando-Marta-Milo: liberi tutti,
liberi subito.
L'antifascismo non si arresta".
L'episodio a cui si riferisce il processo, risale al 17
gennaio scorso. Allora Orlando, 36 anni, Milo, di 22, Marta, di
23, e Federico, di 22anni, durante la sosta a Genova Principe
del treno per Milano, di ritorno da una manifestazione a Genova
Nervi, avrebbero aggredito e rapinato quattro minorenni
piemontesi ritenuti di estrema destra. L'episodio ha portato
all'avvio di una inchiesta da parte della Digos di Genova.
Quindi, il 24 marzo scorso, all'arresto di tre degli autonomi,
ordinato dal gip Maria Califano su richiesta dei sostituti
procuratori della repubblica di Genova, Anna Canepa e Andrea
Canciani.
Il 14 aprile 2004 e' invece stato arrestato il quarto,
Federico, fermato in un bar dell'hinterland milanese e accusato
a sua volta di violenza privata, lesioni e rapina. Secondo la
ricostruzione degli investigatori, infatti, i quattro autonomi
del centro sociale Orso di Milano avrebbero picchiato, rapinato
e costretto a scendere dal treno i quattro ragazzi originari di
un comune del basso Piemonte, ritenuti per il loro
abbigliamento dei neofascisti.
La prima parte del processo, a Marta e Federico, si svolge
davanti al gup Vincenzo Papillo con rito abbreviato e a porte
chiuse. Rappresentante della pubblica accusa e' il pm Anna
Canepa. La seconda parte del processo, a Milo e Orlando,
comincera' il 22 dicembre prossimo, questa volta con pubblico
dibattimento. (AGI)
Line 12: Line 161:
'''Precari alla riscossa Reddito per tutti'''

'''Controllo Sociale'''

'''RAPpresaglia'''
-------------------
Line 19: Line 164:
== martedì 2 novembre 2004 ==
Line 21: Line 165:
18.30-20.30: indierty sounds (suoni gretti e diretti)         sentenza per marta e fede : 2 anni
Line 23: Line 167:
20.30-22.30: sulle tracce di annarella (musica popolare)


== mercoledì 3 novembre 2004 ==

19.00-20,30: rileggendo De Andre

20.30-21.30: a sora rosa

21.30 freehackingtime


== giovedì 4 novembre 2004 ==

18,00-19.00 spazio di comunicazione indipendente

19,00-20.00 choripanconchimichurri (america latina)

20,00-21,00 wanda wasra wani wanna wicki wuu (non me lo ricordo il titolo cmq la trx dei cinghialesi)

22,00 rimando registrazione di radiobandita e ASSEMBLEA


= AGENDA ovvero appuntamenti da ricordare =

"30 ottobre"
Manifestazione nazionale a Roma (diretta di RadioGap??)

APPELLO 1
Contro l’Europa dei padroni!
Contro l’Europa dell’imperialismo e della precarietà! Per un nuovo internazionalismo proletario!

A fine ottobre i rappresentanti degli Stati membri dell’Unione Europea (Ue) si riuniranno a Roma per firmare la cosiddetta “Costituzione per l’Europa”.
Si tratta di una “Costituzione”:
- razzista, perché teorizza un’inesistente “specificità culturale europea” per giustificare/consolidare le discriminazioni operate dall’Ue sia nei confronti dei migranti del Sud, sia nei confronti degli stessi cittadini europei appartenenti ai paesi dell’Est.
- antiproletaria, perché rafforza ed impone le scelte politiche che in questi anni hanno già prodotto le “riforme” del mercato del lavoro, del sistema pensionistico e della sanità, la diffusione della precarietà e della disoccupazione, la restrizione dei diritti dei lavoratori, nonché le ristrutturazioni, le privatizzazioni, le leggi repressive, i provvedimenti contro i migranti;
- regressiva, perché – proprio attraverso la cosiddetta “Carta di Nizza” – tutti quei “diritti” che attengono alla sfera sociale e del lavoro vengono svuotati d’ogni effettiva applicabilità e cancellati per far spazio alle “leggi del mercato e della libera concorrenza”, alla “competitività”, ai profitti dei padroni;
- guerrafondaia, perché nel quadro della competizione interimperialistica sviluppa le capacità di proiezione militare offensiva dell’Ue e recepisce la “dottrina della guerra preventiva”;
- reazionaria, perché tutto il processo decisionale delle istituzioni dell’Unione è strutturato in modo da impedire ogni ipotetico “controllo democratico”, la Commissione europea continua a mantenere il monopolio dell’iniziativa legislativa, la posizione sostanzialmente subordinata del Parlamento Europeo viene definitivamente “costituzionalizzata”.
Questa “Costituzione” segna un nuova importante tappa nella costruzione di quell’Unione Europea attraverso cui la borghesia del continente si propone di strutturare un polo europeo in grado di competere con gli altri poli imperialisti e ridefinire l’insieme delle condizioni economiche, politiche e sociali cui è sottoposto il proletariato dell’intero continente: per sfruttarlo di più e più intensamente. Questa “Costituzione” non è riformabile, poiché codifica e sviluppa le caratteristiche che segnano la ragione della stessa esistenza dell’Unione Europea. La prospettiva di un’“Europa sociale” è perciò solo una truffa. Da questa “Costituzione” i lavoratori e tutti i proletari non hanno nulla da guadagnare, poiché essa agevola l’imposizione di quelle condizioni di vita e di lavoro peggiorative ch’essi già subiscono in virtù dell’azione dei diversi Stati membri dell’Unione.
Questa “Costituzione” realizza “un passo avanti” solo per i padroni e l’imperialismo europeo. Lottare contro l’Europa dei padroni, rifiutare la loro “Costituzione” non può significare arroccarsi in una improponibile difesa dello “Stato sociale” nazionale. Sono proprio i padroni a volere che i proletari – dinanzi al progredire dell’unificazione politica del continente – si chiudano in una battaglia di retroguardia, restino preda del reazionario particolarismo nazionale o del localismo prodotto da un nuovo federalismo concorrenziale. Sono i padroni che vogliono mantenere diviso il proletariato per fomentare una nuova concorrenza “territoriale” tra lavoratori: con l’obiettivo di sfruttarli tutti di più!
Per far valere i loro interessi generali i lavoratori e tutti i proletari non hanno altra strada che rifiutare risolutamente sia il nuovo “nazionalismo europeo” (spesso infarcito di un’“Europa sociale” priva di fondamento) sia il particolarismo nazionale e il “localismo federalista”.
Solo mettendo in campo un nuovo internazionalismo proletario è possibile tener testa agli attacchi coordinati dei padroni europei e difendere efficacemente gli interessi dei lavoratori.


"5 novembre"
FESTA DELLA SEMINA A OFFICINA 99 (inserire qcsa sulla legge Fini)

Per la completa depenalizzazione del consumo.
Per il rafforzamento delle pratiche di riduzione del danno.
GIUSTO O SBAGLIATO NON PUO' ESSERE REATO!!!

il programma:

ore 20 > film "Fame Chimica" regia P. Vari e A. Bocola
Sarà presente Antonio Bocola, regista del film
(http://www.famechimica.com/)

ore 22 > groundfloor > concerto
Marcello Coleman Band + Moodhula

ore 22 > first floor > Dance Hall
Original Sound System

S-Cake>>tisane>>info>>autoproduzioni


"6 novembre"
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA PER IL REDDITO

"11 novembre"
Dibattito sulla Colombia a Mezzocannone - attenzione anticipato di un giorno

"13 novembre"
Manifestazione nazionale per la Palestina e contro il Muro

"27 novembre"
Manifestazione nazionale a Cosenza in sostegno alle imputate e agli imputati del processo contro il Sud ribelle

COSENZA CITTA´ APERTA, CONTRO LA NUOVA INQUISIZIONE

Il due dicembre a Cosenza comincera´ il processo in corte d´Assise per tredici compagni e compagne del movimento noglobal. L´accusa e´ di aver costituito, col tramite di un’associazione sovversiva, una “cupola” capace di “tele-guidare” il movimento nei controvertici di Napoli e Genova 2001 per “devastare le città” al fine di “attentare all’ordine costituzionale e sovvertire l’ordine economico dello stato”. Con queste ed altre gravissime contestazioni (cospirazione, propaganda sovversiva, associazione a delinquere ecc) entra quindi nel vivo una vicenda processuale che ebbe l’attenzione di tutta l’Italia pochi giorni dopo il Social Forum di Firenze del 2002 con l’arresto “cautelare” di 18 attivisti meridionali. L’enorme solidarietà popolare (che portò a manifestare nelle strade di Cosenza oltre 100.000 persone), mise immediatamente in evidenza il carattere pretestuoso, tragicomico e incongruente del teorema accusatorio. Un teorema che legge uno straordinario fenomeno politico come il prodotto di un’organizzazione verticista e criminale e che così ribalta il quadro delle responsabilità sui fatti di Napoli e di Genova 2001.

Malgrado tutto pero´ quel teorema accusatorio costringe ancora oggi tre attivisti all’obbligo di firma e soprattutto si è concretizzato nella richiesta di rinvio a giudizio per 13 persone con accuse che prevedono pene molto pesanti. La costituzione di parte civile del Governo italiano che chiede 5 milioni di euro per “Danni d´immagine”(!) conferma il permanere di una “committenza politica” del processo. Come nell´analogo procedimento che si conduce a Genova con pesantissime accuse contro altri 26 compagni, manifestanti contro il G8, si evidenzia percio´ non solo un´intento vendicativo, ma anche uno scopo intimidatorio ed il tentativo di sperimentare e “affinare” gli strumenti repressivi per adattarli alla nuova emergenza delle lotte sociali. In quest´ultimo anno infatti il meridione italiano e´stato scosso da autentiche ribellioni popolari in nome del diritto alla salute, al reddito e alla salvaguardia ambientale. Come dimostrano Melfi, Scanzano e Acerra alcuni tra i temi piu´scottanti su cui si e´schierato il movimento noglobal tendono a diffondersi “motu proprio” secondo i processi orizzontali e reticolari tipici dei grandi movimenti di massa. E´ evidente che al tempo della guerra permanente i governi della barbarie non possono permetterlo...! Percio´ con i processi sul Global Forum di Napoli e il G8 di Genova si apre una battaglia politica la cui posta in palio non e´ “soltanto” la sorte personale di decine di compagni e compagne e neppure la fondamentale affermazione della verita´storica e sociale su quelle giornate, ma la possibilita´ stessa di continuare a ostacolare la nuova barbarie della guerra e della devastazione sociale e ambientale.

L'unica "vittoria" possibile, in simili processi, non potra´ pertanto limitarsi al piano giudiziario, ma dovra` essere la presa di coscienza in tutto il paese che nel 2001 ci fu una calcolata e drammatica sospensione dello stato di diritto: si estesero a uno straordinario fenomeno politico quei dispositivi di violazione dei diritti della persona che sempre piu´ vengono sperimentati sui soggetti deboli della societa´ a partire dai migranti. Percio´ facciamo appello ai movimenti, ai lavoratori, alle forze politiche e sindacali sinceramente democratiche, per combattere con l´informazione e la mobilitazione l´affermarsi di questa moderna inquisizione. Affinché Cosenza diventi nuovamente una “citta´ aperta”, pronta a raccogliere, come nel 2002, una mobilitazione generale di tutto il MOVIMENTO e dei soggetti , associazioni e sindacati di base vicino ad esso.

ASSEMBLEA CONTRO LA REPRESSIONE, LA CERCERIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ, LA DISTRUZIONE DEI DIRITTI E DELLE GARANZIE SOCIALI IL 28 NOVEMBRE
UN SIT IN DAVANTI IL TRIBUNALE DI COSENZA IL
2 DICEMBRE


Prime adesioni alla proposta di manifestazione nazionale:

- La rete di solidarietà agli imputati
- L’Assemblea Nazionale dei Social Forum
- Il Campeggio meridionale No-Ponte
- Assemblea conclusiva IncontroTempo
- Confederazione Nazionale Cobas
- Cobas Cosenza e Taranto
- Movimento ambientalista Diamante e Alto Tirreno Cosentino
Per adesioni inviate una mail a stopinquisizione2@libero.it - info@noglobal.org
sentenza del GUP per marta e fede: 2 anni con pena sospesa.
Un respiro di sollievo rispetto alla richiesta dei pm di 6 anni e 9 mesi, ma cmq una misura repressiva senza precedenti. Dare 2 anni per due schiaffi con rito abbreviato e' un monito intimidatorio rispetto a come l'apparato di polizia e giustizia si vuole muovere nella nuova era dell'autoritarismo.

RADIOLINA, LA PROGRAMMAZIONE DELLA SETTIMANA

Aggiornamenti genova

  • SINTESI XXIX UDIENZA DEL PROCESSO AI 25

Martedi' 23 novembre 2004 alla ventinovesima udienza del processo a 25 persone per devastazione e saccheggio va in scena il controesame del capitano antonio burno, carabiniere di massa carrara a capo del iii battaglione lombardia, e piu' precisamente della compagnia CCIR alfa del battaglione, diciamo quei 190 carabinieri che il 20 luglio verso le 15:00 caricano il corteo delle tute bianche che sta arrivando in via tolemaide (ovviamente dopo aver fatto sfaceli per tutta la mattina tra via pisacane, corso torino, corso buenos aires e via dicendo). Per ricordare a tutti il contesto: i 190 cc partono su una ventina di blindati capitanati dal dirigente della ps Mondelli e dal capitano Antonio Bruno dalla questura alla volta di marassi (le comunicazioni radio dicono piazza giusti, ma alla fine e' un po' la stessa cosa, no ?). Anziche' andare dritti dritti lungo via brigate partigiane, la guida di mondelli porta tutto il contingente e infilarsi in via invrea e guarda caso a sbucare in corso torino proprio mentre sta arrivando il corteo delle tute bianche (cosiddetto). Visto che i militari sono oggetto di un fittissimo lancio (nei video si riescono a contare forse due oggetti, ma anche qui, la definizione dei video ecc ecc. Si sa che si nega anche l'evidenza) di oggetti e quindi rispondono con una carica.... ooops un avanzamento, prima su lfronte di levante, menando per bene i giornalisti che stavano in posizione avanzata rispetto alla testa del corteo (rivediamo con gaudio le scene del vecchietto pestato che dice disperatamente "sono un giornalista", o del cameraman che lo riprende che fa la stessa fine gridando "so de 'a rai !"), poi ricompattandosi e procedendo verso ponente, caricando gli scudi, le persone, con le famose scene del cortiletto della metalfer, dell'ambulanza dei disobbedienti distrutta dalle forze dell'ordine e via dicendo. Arrivato all'altezza di via Caffa si ferma e torna indietro doop che un signore in abiti distinti gli dice che volevano parlamentare. Questa e' la storia: la difesa gli fa ripetere per benino tutto e poi inizia a snocciolargli i video dove non si vedono lanci, dove dietro gli scudi la gente fugge e non ha un singolo bastone, con rari momenti di umorismo in cui bruno prima vede i bastoni, poi dice che gli scudi proteggevano alla vista tutti i manifestanti... Minus Habens o preparato a tavolino, difficile non credere che le barzellette che ci propinano fin da bambini siano esperienze di vita vissuta. Ma non finisce qui. Bruno insiste e riesce a impelagarsi in una serie di contraddizioni senza precedenti, fino a che di fronte al vidoe con i cc che sfasciano l'ambulanza riesce a dire: "beh, ci si sara' nascosto qualcuno dentro". Ma il meglio dell'udienza e' ancora di li' da venire e, nonostante canepa e canciani siano gia' sull'orlo dell'esaurimento nervoso, come testimoniato dal martellare della canepa e dalle ripicche da asilo nido che cercano di fare sui video, le foto e le domand della difesa, si apre la discussione sugli armamenti di ordinanza. Dal cilindro della difesa escono un tot di foto e ingrandimenti, precedentemente riconosciuti da Bruno come parte della carica, dove si vedono i cc impugnare due manganelli alla volta, impugnare spranghe difficilmente definibili come "di ordinanza", tenere il tonfa appeso alla cintola mentre usano simpatiche spranghe di metallo contro i manifestanti. Il top e' la candida espressione inebetita di Bruno quando ammette cio' che non e' possibile negare e l'uso indiscriminato di oggetti contundenti non di ordinanza da parte dei cc del suo battaglione. Il massimo della scusa che riesce a inventarsi e' "lo avranno raccolto negli scontri precedenti", gelata dalla replica di Tambuscio "si e contemporaneamnete mentre lo raccolgono lo usano, certo...". Accartocciato a dovere il Capitano Bruno che rende sempre piu' evidente chi siano gli originali motori del disordine pubblico, i pm e la difesa passano al setaccio due diogssini di belluno (carisdeo) e di bologna (crispino) che pero' riescono a malapena ad evitare di essere messi in croce altrettanto e non fanno che confermare le tesi difensive. La psicologia in aula non e' un opinione e difficilmente si puo' dire che questa udienza abbia portato alcunche' di utile all'accusa, se non fargli capire in fondo in fondo che forse se si evitavano il processo era meglio.

Settimana prossima si salta e l'udienza viene rimandata al 7 di dicembre. Buona settimana senza stracciamenti di gonadi da quel di genova.

processo diaz

  • SINTESI XX UDIENZA PRELIMINARE DIAZ - 20 nov 2004

Oggi ventesima udienza preliminare per 28 poliziotti imputati delle perquisizioni alla scuola diaz e alla scuola pascoli la notte del 21 luglio. Prende la parola l'avvocato e onorevole Biondi, per la difesa Fabbrocini, per la quale reitera le deduzioni dell'avvocato Cola, co-difensore della medesima posizione, sostenendo che Fabbrocini non sapeva nulla delle perquisizioni, delle decisioni previe organizzative e che si e' solo rimesso agli ordini superiori. Piu' interessante la discussione della posizione di Troiani, una delle posizioni piu' "marce" del processo, essendo lui per sua stessa ammissione colui che ha portato le molotov dall'auto fino alla scuola e in particolare a Di Bernardini. La difesa di Biondi anche in questo caso e' sulle gerarchie e sulla materiale possibilita' di Troiani di sapere che fine facevano le molotov, e fortemente improntata ad indicare in altri e piu' alti dirigenti i veri responsabili e i veri direttori dell'operazione di calunnia. Diciamo che riassunto estremamente sensibile della discussione della posizione di Troiani non dal punto di vista legale ma dal punto di vista politico e' l'affermazione "Ma se c'e' qualcosa che non si puo' dire, di non detto, volete chiederlo a Troiani?" che risuona molto vicino ad un avvertimento alle alte sfere coinvolte e che sperano di essere tenute fuori da un processo vero e proprio.

A seguito dell'ultima discussione il GUP si e' pronunciato sulla richiesta di incidente probatorio fatta dalla difesa Luperi (nella persona dell'avv Di Bugno) e fatta propria anche dalla difesa Ciccimarra (avv. Frojo) e dalle altre difese coinvolte, un incidetnete probatorio su Burgio e Troiani: il tribunale ha specificato che cercando di armonizzare la nuova disciplina dell'udienza preliminare e dell'incidente probatorio, rimane il fatto che il GUP deve essere convinto della necessita' di acquisire questa ulteriore prova in questa fase, e che non essendo questo il caso la richiesta viene respinta.

I littorii Di Bugno e Corini per le difese di Luperi, Ferri, e molti altri, non contenti di cio', hanno cercato di reiterare una eccezione che aveva fatto scalpore davanti al GIP e che cerca di sostenere che i pm sono territorialmente incompetenti relativamente a questo processo, per un conflitto relativamente a una supposta indagine che si sarebbe dovuta svolgere sul magistrato di turno durante il g8 Francesco Pinto relativamente alla partecipazione alle calunnie nell'operazione, a loro dire non svolta per solidarieta' di categoria. Gia' in cassazione questo ricorso era stato respinto come non fondato, ma evidentemente i vertici della polizia e i loro avvocati non sono per niente contenti di essere processati e non hanno la coscienza per niente pulita.

Sulla richiesta ottima risposta delle parti civili con l'avvocato Passeggi, virtuoso del codice di procedura penale :) , e rinvio per le repliche dei pm al 26 novembre, dove si celebreranno i 5 mesi di udienza preliminare e uno sperabile avvicinamento alla fine di questa serie di udienze.

processo antifa

  • ansa sul processo a marta e fede.

(AGI) - Genova, 17 nov. - Ha avuto inizio questa mattina alle 10 presso il tribunale di Genova la prima udienza del processo a Marta e Federico, due dei quattro giovani del Centro sociale Orso di Milano, arrestati nello scorso marzo per la presunta aggressione ad alcuni naziskin. Di fronte al palazzo di giustizia del capoluogo ligure si e' concentrato un gruppo di circa 20 persone, che in segno di solidarieta' agli imputati espone lo striscione "Fede-Orlando-Marta-Milo: liberi tutti, liberi subito. L'antifascismo non si arresta". L'episodio a cui si riferisce il processo, risale al 17 gennaio scorso. Allora Orlando, 36 anni, Milo, di 22, Marta, di 23, e Federico, di 22anni, durante la sosta a Genova Principe del treno per Milano, di ritorno da una manifestazione a Genova Nervi, avrebbero aggredito e rapinato quattro minorenni piemontesi ritenuti di estrema destra. L'episodio ha portato all'avvio di una inchiesta da parte della Digos di Genova. Quindi, il 24 marzo scorso, all'arresto di tre degli autonomi, ordinato dal gip Maria Califano su richiesta dei sostituti procuratori della repubblica di Genova, Anna Canepa e Andrea Canciani. Il 14 aprile 2004 e' invece stato arrestato il quarto, Federico, fermato in un bar dell'hinterland milanese e accusato a sua volta di violenza privata, lesioni e rapina. Secondo la ricostruzione degli investigatori, infatti, i quattro autonomi del centro sociale Orso di Milano avrebbero picchiato, rapinato e costretto a scendere dal treno i quattro ragazzi originari di un comune del basso Piemonte, ritenuti per il loro abbigliamento dei neofascisti. La prima parte del processo, a Marta e Federico, si svolge davanti al gup Vincenzo Papillo con rito abbreviato e a porte chiuse. Rappresentante della pubblica accusa e' il pm Anna Canepa. La seconda parte del processo, a Milo e Orlando, comincera' il 22 dicembre prossimo, questa volta con pubblico dibattimento. (AGI)


  • sentenza per marta e fede : 2 anni

sentenza del GUP per marta e fede: 2 anni con pena sospesa. Un respiro di sollievo rispetto alla richiesta dei pm di 6 anni e 9 mesi, ma cmq una misura repressiva senza precedenti. Dare 2 anni per due schiaffi con rito abbreviato e' un monito intimidatorio rispetto a come l'apparato di polizia e giustizia si vuole muovere nella nuova era dell'autoritarismo.

radiolina (last edited 2008-06-26 09:51:30 by anonymous)