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RASSEGNA STAMPA INTERNAZIONALE

SPAGNA

EL MUNDO - Apertura dedicata ad un sondaggio sulle intenzioni di voto degli spagnoli. Stando ad una serie di interviste della testata di Madrid, i socialisti di Zapatero si collocherebbero a meno di quattro punti di distanza dal Partito Popolare del premier, José Maria Aznar. "La Chiesa non fa differenze tra i morti di una parte e dell'altra" titola il quotidiano riferendosi alle vittime del terrorismo separatista basco. Duri i toni dell'editoriale dal titolo "I preti dell'Eta". A centro pagina l'attentato di sabato notte al 'Club Sari' di Bali dove, stando alle informazioni del 'Mundo', sarebbero morte 187 persone in seguito allo scoppio di un'autobomba che potrebbe essere stata fatta saltare dai terroristi di al-Qaida. In basso la questione di Gibilterra, con la decisione dell'Unione Europea di sopprimere i vantaggi fiscali per le imprese britanniche con sede nello stretto.

EL PAIS - Apertura per l'attentato terroristico più grave dai tempi delle Torri Gemelle di New York. "L'inferno in paradiso" è il titolo dell'editoriale a centro pagina. L'artico del 'Pais' mette a confronto le due stragi degli ultimi giorni. La prima in Indonesia, ieri sera, dove un'autobomba ha ucciso 187 persone fuori da una discoteca di Bali. La seconda negli Stati Uniti, tra Washington, il Maryland e la Virginia, dove un ignoto cecchino ha ucciso otto persone "nel nome di Dio". A centro pagina le elezioni di ieri in Serbia, dove la scarsa affluenza alle urne ha invalidato al secondo turno le consultazioni. Nulla di fatto per Kostunica che dovrà ricominciare tutto daccapo il prossimo dicembre. La partecipazione dei serbi si è infatti fermata al 45,9%, oltre quattro punti in meno rispetto al 50% più uno necessario. Segnali di distensione tra Spagna e Marocco dopo il messaggio inviato ieri a Juan Carlos dal re marocchino Mohammed VI. In prima pagina la crisi in Irlanda del Nord, dove oggi il primo ministro britannico, Tony Blair potrebbe sospendere l'autonomia del governo provvisorio.

GRAN BRETAGNA

THE TIMES - "Le bombe sui turisti intensificano la guerra contro il terrorismo". Apertura obbligata sulla tragedia del Sari Club di Bali. Gli stranieri hanno cominciato ad abbandonare la località turistica indonesiana, mentre iniziano le indagini sull'autobomba che ha ucciso circa 190 persone e ne ha ferite oltre 300. Sul fronte interno, si parla ancora di crisi irlandese. Il parlamento di "Stormont rischia una sospensione di un anno". Potrebbero passare addirittura dodici mesi, o ancor più, prima che le istitutuzioni trasversali del processo di pace in Irlanda del Nord possano riprendere il loro lavoro, come ha annunciato il governo britannico alla vigilia della sospensione dell'assemblea. A innescare la crisi è stata un'inchiesta nei confronti di Denis Donaldson, uno dei leader dello Sinn Fein al parlamento di Stormont, accusato di aver sottratto all'esecutivo documenti usati per pianificare attentati terroristici. Le accuse di spionaggio hanno spinto il primo ministro dell'Ulster, David Trimble, ad accusare la formazione repubblicana di Gerry Adams di "complotto politico".

GUARDIAN - "Il ritorno del terrore sanguinario". Oltre 187 le vittime e 300 i feriti, nell'attentato che ha travolto l'isola di Bali. "Almeno cinque i cittadini britannici che potrebbero aver perso la vita nell'attentato". I sospetti ricadono su attivisti islamici. L'autobomba in Indonesia genera critiche alla Casa Bianca, accusata di focalizzarsi sull'Iraq a discapito delle cellule attive di Al Qaida in altre parti del mondo: "Bush diretto all'obiettivo sbagliato". Si cambia argomento, con una notizia scientifica. "La squadra dei cloni ora guarda agli embrioni umani". Ian Wilmut, leader del team che ha clonato la pecora Dolly "si sta per tuffare in acque scientifiche inesplorate, nel tentativo di clonare embrioni umani per la ricerca".

THE INDEPENDENT - "Il bilancio di morti dell'esplosione di Bali sale a 187". Sono sei, secondo l'Independent, le vittime britanniche. Un commento di Robert Fisk, sottolinea che "anche il Regno Unito potrebbe figurare fra i prossimi obiettivi" del terrorismo internazionale. Apertura d'interni sulle polemiche generate da una proposta del governo britannico, per permettere agli amanti del Lotto di devolvere parte del costo delle schede di gioco alle organizzazioni caritatevoli di loro scelta. Le associazioni minori gridano allo scandalo e temono di rimanere nel dimenticatoio.

FINANCIAL TIMES - "Bush intensifica la guerra contro il terrorismo dopo l'attentato di Bali". Il presidente statunitense chiede al mondo di "affrontare il terrorismo", dopo la tragedia alla discoteca indonesiana. In risalto, anche la crisi dell'auto italiana. "Roma prende in considerazione l'ipotesi di aiuti dello Stato per la Fiat"

FRANCIA

LE FIGARO - "Al Qaida colpisce a Bali". Non lascia spazio all'incertezza, l'apertura del quotidiano conservatore francese sull'attentato che ha ucciso almeno 187 persone nella località turistica indonesiana. L'azione terroristica, che ha visto l'esplosione quasi contemporanea di tre ordigni di cui solo uno è risultato letale, non è ancora stata rivendicata, ma la pista islamica ha già convinto le autorità di mezzo mondo. "Gli Stati Uniti rivalutano la minaccia terroristica", mentre le autorità yemenite "ammettono" l'ipotesi di attentato, nel caso della petroliera francese Limburg. Prima pagina, anche per il destino del trattato di Nizza. "L'Europa appesa al referendum irlandese", previsto fra cinque giorni.

LIBERATION - "Al Qaida, atto II". Sabato sera, in Indonesia, un attentato contro una discoteca ha provocato la morte di oltre 180 persone. "Principale indiziato: un'organizzazione islamica collegata a Osama bin Laden". Una foto a piena pagina mostra il quartiere del Sari Club dopo l'esplosione. In politica interna, si parla di "rigore". A pronunciare la parola ritenuta "tabù" dall'Eliseo, è stato il ministro per le Finanze Francois Mer, intenzionato a imporre nuove misure di restrizione e "disciplina" finanziaria, a partire dal 2004. Chirac trema al ricordo della sconfitta del 1995, quando osò annunciare ai francesi che la sua priorità era il riassorbimento del deficit pubblico per uniformarsi ai criteri di Maastricht.

STATI UNITI

WASHINGTON POST - Un week end di sollievo ma anche di ansia negli Stati Uniti dopo i due giorni di "tregua" del cecchino che ha già fatto otto vittime tra Washington e gli Stati di Maryland e Virginia. La gente, scrive il 'Post', cerca di tornare alla normalità aspettando il nuovo bagno di sangue. A centro pagina l'attentato di sabato notte a Bali, dove 187 persone hanno perso la vita e circa 300 sono rimaste ferite nello scoppio di due ordigni fuori da un locale. Nonostante i molti sospetti sulla matrice dell'attentato, scrive la testata statunitense, non ci sono ancora state rivendicazioni. In prima pagina anche la particolare storia di un paesino del Maine, dove tra i 35mila abitanti ci sono circa 1.500 rifugiati somali. Oggi, dopo gli ultimi numerosi arrivi, il sindaco di Lewiston ha chiesto ai più anziani della comunità di porre un freno all'arrivo dei connazionali.

NEW YORK TIMES - "Rumsfeld favorevole ad azioni di forza per sventare nuovi attacchi" titola il 'Nyt'. In una serie di indicazioni scritte per le forze impegnate in combattimento, il ministro della Difesa scrive che i leader statunitensi dovranno giudicare con prontezza il momento in cui la diplomazia fallirà e quindi "agire vigorosamente, al più presto, nel momento che precede la crisi" per scongiurare un attacco alla nazione. "L'attentato a Bali ha aperto un nuovo fronte nella battaglia contro il terrorismo" titola la testata newyorchese a centropagina. La questione nordirlandese in prima pagina, con l'attesa per la decisione del premier britannico, Tony Blair, che oggi potrebbe comunicare la sospensione della coalizione di governo provvisoria.

MEDIO ORIENTE

HAARETZ - Il capo del Mossad, i servizi segreti israeliani, Ephraim Levy, parte oggi insieme a Sharon per recarsi a Washington. Al centro dei colloqui nella capitale americana il possibile attacco all'Iraq. La notizia riportata dal quotidiano israeliano, il presidente George W. Bush dovrebbe chiedergli un atteggiamento di "massima prudenza", nel caso Israele dovesse essere attaccato dall'Iraq durante un raid statunitense contro il regime di Saddam. Tuttavia, come anticipa il quotidiano citando fonti delle rispettive amministrazioni, Bush non pretenderà da Sharon l'impegno a non reagire in nessuna circostanza. Quanto al premier israeliano, dovrebbe rimanere attaccato alla formula "lo Stato ebraico sa come difendersi", nel caso di un attacco di Baghdad. Questa formula lascia aperta l'ipotesi di una rappresaglia, ma non impone tale eventualità come l'unica soluzione nel caso di un bombardamento iracheno contro Israele. Sul tavolo della discussione, non dovrebbero mancare riferimenti alla crisi israelo-palestinese. Sharon ha ricevuto nei giorni scorsi un messaggio dall'ambasciatore americano in Israele, Dan Kurtzer, nel quale si chiede esplicitamente il ritiro delle truppe di Tsahal dalla città di Hebron in Cisgiordania, o da un'altra cittadina nei Territori. Inoltre, l'amministrazione americana ha chiesto a Sharon di diminuire la pressione militare sui residenti nei Territori e di creare un meccanismo per consentire il trasferimento delle imposte sul reddito pagate dai palestinesi e riscosse dal ministero delle Finanze israeliano alle casse dell'Anp.

HAMBASTEGI - Un mullah dissidente iraniano, Hassan Yousefi Ashkevari, e' stato condannato a sette anni di reclusione, quattro dei quali solo per avere detto che, in base all'Islam, non si puo' imporre alle donne di coprirsi da capo a piedi. Lo scrive oggi il quotidiano iraniano. Ashkevari, che e' un hojatoleslam, cioe' un grado sotto all'ayatollah nella gerarchia ecclesiastica sciita, e' gia' in carcere da oltre due anni. Egli era stato infatti arrestato nel 2000 per avere partecipato, nell'aprile di quell'anno, a una conferenza a Berlino sul processo di democratizzazione in Iran. Al convegno erano presenti anche diversi altri riformisti o dissidenti iraniani, anch'essi arrestati al loro rientro in patria. Oltre ai quattro anni per avere negato la necessita' dell' 'hijab' (l'abbigliamento islamico), Ashkevari si e' visto infliggere dalla speciale Corte iraniana per il clero un anno di reclusione per la sola partecipazione alla conferenza di Berlino e due anni per diffusione di menzogne a proposito dell'uccisione, nel 1998, di quattro attivisti politici e intellettuali dissidenti, per i quali sono stati condannati alcuni agenti dei servizi segreti, definiti deviati.

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