Palazzolo Acreide, 5/2/2010 - COMUNICATO STAMPA

Con preghiera di massima diffusione

L'incidente diplomatico...

Fatto salvo che siamo grati a Wired Italia ed a Gianluca Dettori per aver dedicato tanta attenzione a Netsukuku e ad Alpt in particolare, e ringraziando quindi per questa opportunita' di visibilita' che apprezziamo moltissimo, successivamente alla lettura dell'articolo abbiamo di comune accordo deciso di pubblicare un nostro comunicato stampa per chiarirne alcuni punti; ne e' seguito un sorprendente scambio di opinioni con lo staff di Wired Italia che conduce entrambi a migliorarci e a dare il meglio di noi per il futuro.

Da questo avvenimento abbiamo imparato alcune lezioni: mai abbassare la guardia, mai dare nulla per scontato, mai trarre conclusioni affrettate, ed essere sempre disponibili al chiarimento, al dialogo, ed al miglioramento di se' stessi e degli altri.

Senza contare che l'interesse mediatico suscitato da questa incomprensione ha fatto probabilmente molto bene ad entrambi! ;)

Il nostro comunicato

(scritto appena letto l'articolo su Wired di Febbraio 2010)

L'articolo sul numero di Febbraio 2010 dell'edizione italiana della rivista Wired, relativo al nostro fratello Alpt aka Andrea Lo Pumo ed al Progetto Netsukuku, e' talmente colmo di imprecisioni, errori, superficialita' e strafalcioni *INCREDIBILI* che ci impongono una serie di commenti e correzioni.

Sull'articolo leggiamo: "AL LICEO CON ALCUNI AMICI CRACKER". NO: Al Freaknet Medialab (come voi stessi scrivete successivamente, contraddicendovi), con i suoi fratelli HACKERS (e cosa c'entra il liceo?), e durante gli HACKMEETING nazionali! (http://www.hackmeeting.org) In un panorama giornalistico nazionale nel quale la parola HACKER viene da anni usata in senso deleterio e spregiativo, invece di cogliere l'occasione per utilizzare questo termine finalmente nella sua nobile accezione, questo viene invece incredibilmente accantonato, preferendogli il deleterio e negativo termine "cracker"? Questa cosa ci lascia letteralmente stupefatti e senza parole (o meglio, le parole le abbiamo, ma preferiamo non riportarle in questo comunicato)

Ma si insiste con l'uso fuori luogo del termine cracker, citando "La community di cracker e sviluppatori", quando ancora una volta il termine esatto e' HACKERS, non crackers. "Crackers e sviluppatori": cioe' come mettere insieme la merda ed il cioccolato. Per riferimenti sul significato del termine Hacker, si veda in proposito http://www.autistici.org/hackarena/etica/jargon.htm

"Freaknet e' un centro di aggregazione, probabilmente qualche telegiornale lo etichetterebbe come 'centro sociale'"? E farebbe benissimo, dato che noi siamo NATI ed abbiamo vissuto per anni all'interno del Centro Sociale Occupato Autogestito AURO di Catania (http://freaknet.org/hacklab/history), condividendone i percorsi, le difficolta', le lotte politiche e sociali (http://freaknet.org/defcon/), e condividendoli tutt'ora, profondamente, nella nostra anima e con il nostro lottare ed agire politico di cui Netsukuku e' un importante aspetto!

"(Andrea) sta realizzando a Catania il museo dell'informatica funzionante"? Personalismo fuori luogo a parte, il museo (http://museo.freaknet.org) si trova a Palazzolo Acreide, non a Catania (come voi stessi precisate piu' avanti, contraddicendovi)!

"Il Museo di Andrea"? E si insiste con i personalismi. Andrea e' uno dei nostri fratelli, ed il suo aiuto e' e sara' sempre preziosissimo, ma il Museo rappresenta anni di lavoro collettivo di decine di persone in Italia ed all'estero (http://museum.freaknet.org) in gemellaggio con il Museo dell'Informatica di Cosenza (http://verdebinario.org), esattamente come il progetto Netsukuku e come tutte le attivita' del Freaknet (http://freaknet.org). Cosa ci voleva a scrivere "Il Museo dell'Informatica Funzionante"?

"Funkfeuer a Francoforte"? No, Funkfeuer e' un famosissimo progetto relativo alla rete wi-fi di Vienna, Graz e di altre citta' dell'Austria, non Francoforte (bastano 8 secondi su Google per verificare: http://www.funkfeuer.at/).

Inoltre, l'articolo conclude parlando di un nuovo "Google che potrebbe nascere da un barcamp di Catania" ... cosa c'entrano i barcamp con il Freaknet Medialab, con gli Hackmeeting, con gli Hacklab (http://it.wikipedia.org/wiki/Hacklab)? Se qualcosa potra' nascere, nascera' nei nostri laboratori, come e' gia' successo, non certo in un barcamp.

Sulle foto costruite a tavolino possiamo solo dire: non temete, Alpt e' un ragazzo normale, non il finto-nerd ripreso nelle foto costruite a tavolino; quegli occhiali non sono i suoi e nessuno di noi ne porta di simili.

Quel che ci chiediamo e': ma se l'articolo relativo addirittura alla storia di copertina e' fatto in questo modo, cosa dobbiamo pensare del resto degli articoli nella rivista?

Sinceramente, da Wired Italia ci aspettavamo precisione e rigore scientifico nello scrivere un articolo di tecnologia informatica, dato il target della rivista e la sua tradizione internazionale; tutto cio' rafforza in noi l'opinione che Wired Italia non sia neanche lontanamente paragonabile a WIRED USA.

Compito dei giornalisti e' essere rigorosi e verificare le fonti con accuratezza; il nostro compito di Hackers invece e' quello di bacchettare e lamentarci rumorosamente quando leggiamo certe banalita'. Perche' siamo hackers, non crackers; perche' sono anni che in Italia si scrive della nostra materia con i piedi, e senza alcun rigore scientifico, facendo confusione e sensazionalismo senza mai verificare le fonti o controllare cio' che si e' scritto; perche' speravamo che Wired Italia avrebbe colmato questa grave lacuna; e perche' speriamo, nonostante tutto, che la qualita' della rivista possa, in futuro, migliorare, anche e soprattutto grazie a critiche come queste, restando sempre disponibili ad aiutare in questo senso.

5/2/2010, asbesto, freaknet medialab, poetry hacklab, dyne.org foundation - medialab@freaknet.org - http://freaknet.org

La risposta di Gianluca

ciao,
sono Gianluca Dettori, ho scritto io la storia di Andrea.
Ho visto il vostro comunicato,

http://lab.dyne.org/ComunicatoWired

vorrei riportarvi i miei commenti, se ritenete potete pubblicarli

1) mi scuso per la parola cracker. Nella mia versione originale era
appunto hacker, termine nobile e misconosciuto dai media italiani.
Purtroppo e' stato cambiato durante l'editing in impaginazione da un
redattore, immagino pensando ad un errore.
2) Freaknet e' un centro di aggregazione, probabilmente qualche
telegiornale lo etichetterebbe come 'centro sociale'. Appunto,
l'intento era proprio di far capire che un centro sociale e' un centro
di aggregazione non un covo di black block come i TG vogliono farci
credere.
3) "(Andrea) sta realizzando a Catania il museo dell'informatica
funzionante", in realta' la frase dice (Freaknet) sta realizzando a
Catania il museo dell'informatica funzionante. Avevo capito fosse
un'iniziativa di Freaknet, non e' cosi'? Catania deve essere uscita
come errore di editing, ci eravamo sentiti anche per venire su per i
colli a fotografarlo, cosa che poi non si e' riuscito ad organizzare.
4) Mi spiace quindi per le imprecisioni di  Catania e Francoforte
invece di Austria
5) Hacklab, Barcamp e working capital non c'entrano niente. Tuttavia
io ho conosciuto Andrea in un Barcamp di Working Capital e grazie a
questa conoscenza, ho conosciuto la sua storia, l'ho presentato a
Telecom Italia e li ho convinti a finanziargli  il master in advanced
networking a cambridge. Appunto non c'entra niente l'hacklab.

Mi spiace che a fronte a questa reazione invece non ci sia nessuna
considerazione positiva rispetto al fatto che grazie a questo articolo
centinaia di migliaia di persone hanno potuto conoscere la storia di
Andrea, che era il mio scopo. Nel farlo hanno appreso anche di
Netsukuku e di Freaknet, ma mi sembra che la cosa invece non sia stata
apprezzata.

La risposta della Redazione

http://www.wewired.it/2010/02/06/netsukuku-le-scuse-di-wired/ :

di Riccardo Luna
Saturday 6 February 2010 - 16:00 in Headers

Questa mattina è stata segnata da due fatti solo apparentemente opposti: una mail privata di Andrea Lo Pumo per ringraziarci ed esprimere il suo apprezzamento per la cover story a lui dedicata; e un durissimo comunicato dei suoi “fratelli” catanesi di Freaknet che ci muove accuse precise. Partiamo da qui: l’accusa principale che ci viene mossa è vera, sacrosanta e capisco la loro indignazione. Aver confuso il termine hacker con cracker è grave. e non è accettabile da Wired. Sono due anni che me la prendo pubblicamente con gli altri media per il fatto di chiamare hacker chi compie reati informatici. e sono due anni che lo ripeto al mio team, tanto che ad esempio il mese scorso per la storia del blogger Cyxymu il termine cracker è stato usato correttamente per indicare chi lo aveva attaccato. Ma evidentemente certi pregiudizi sono duri a morire ed il mio tam tam invece di chiarire le idee ha confuso uno dei miei collaboratori migliori. Che dire? Mi scuso con tutti, quell’errore ferisce me come a voi. Quanto al resto sono felice che ad Andrea l’articolo invece sia piaciuto, ma sono ancora più felice di averlo messo in copertina e di aver contribuito come giurato a mandarlo all’Expo di Shangai. Sono storie come queste che ci danno speranza di vivere un giorno in un paese migliore. Infine ringrazio i ragazzi di Freaknet per la disponibilità mostrata nel finale del comunicato. Con il loro aiuto Wired può solo migliorare.

Considerazioni finali

Queste considerazioni nascono da cio' che e' seguito al nostro comunicato stampa. Abbiamo agito con sincerita' e semplicita'; abbiamo ricevuto piacevoli risposte che forse qualcuno di noi non si aspettava... Siamo contenti e convinti che tutto questo portera' buone cose a noi, a Wired ed a tutti i coinvolti in questo... istruttivo (per noi e per tutti) incidente diplomatico ;)

ComunicatoWired (last edited 2010-02-08 15:12:32 by asbesto)