Anche oggi si parla di arresti con l’accusa di associazione sovversiva. Oggi tocca a 7 persone a Cagliari, ieri c’erano stati tre arresti a Bologna, qualche giorno prima ancora l’articolo 270 bis portava in carcere cinque persone a Lecce. E non dimentichiamo Cosenza, Napoli e Genova, poi, in cui i processi per le stesse accuse sono gia’ iniziati.

Chi viene accusato di associazione sovversiva rischia dai 5 ai 12 anni di carcere: pena pesantissima per reati non certo eclatanti, come l’occupazione di un’aula universitaria a bologna o la protesta contro il CPT di San Foca a Lecce.

Di fronte a questi fatti ci verrebbe naturale parlare di un’unica strategia repressiva contro i movimenti, che coinvolge magistrati di tutta italia. Magari e’ cosi, ma non ne abbiamo le prove ne’ intendiamo alimentare teorie del complotto solo per scandire gli stessi slogan in maniera vittimistica. Forse la spiegazione va cercata altrove. Forse, semplicemente, i movimenti sono oggi piu’ isolati rispetto a qualche anno fa: non ci sono piu’ grandi organizzazioni, come partiti o sindacati in grado di fare da ponte, con mille problemi e contraddizioni, tra la politica che si fa nei movimenti e quella dei palazzi. Sappiamo bene che, storicamente, queste organizzazioni spesso hanno svolto una funzione di “cuscinetto”, e hanno collaborato a tenere sotto controllo contestazioni e proteste, dando una mano anche alla giustizia nello svolgimento del suo lavoro di controllo sociale. Oggi queste organizzazioni, per vari motivi, si stanno defilando, magari per entrare al governo o per riprendere la concertazione in ambito sindacale. Fatti loro. Ma cosi’ facendo finisce anche la loro funzione di mediazione tra movimenti e istituzioni, che finisce in mano ai soli magistrati, ai poliziotti e alle loro paranoie.

edito050519 (last edited 2008-06-26 09:55:28 by anonymous)