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BIOTECH, BREVETTI & CONFLITTI cronologia 1971-1999 a cura di Marco Magni

Questa cronologia cerca di mettere in fila gli eventi salienti dei conflitti sociali, giudiziari e politici, scatenati dalla opzione neoliberista a favore della brevettabilità del vivente. Quindi, i fatti sono legati tra loro da questa chiave parziale, politica, di osservazione delle biotecnologie. Le date scientifiche sono solo un paio, quelle talmente importanti che sono necessariamente anche un riferimento cronologico fondamentale per la comprensione politica degli eventi (anche se sarebbe possibile risalire più indietro, almeno alla promozione della biologia molecolare verso la fine degli anni ‘30 da parte della Fondazione Rockfeller). Mancano le date delle mobilitazioni dei movimenti in Francia e Inghilterra. Manca, anche un riferimento a “Terminator”, il famoso seme suicida, perché non sono riuscito a trovare la data della sua brevettazione

Le due fonti fondamentali sono: Rifkin, Il secolo Biotech; Vandana Shiva, Biopirateria).

1971. Un microbiologo indiano, Ananda Chakrabarty, insieme alla General Electric, presenta domanda all’Ufficio Brevetti e Marchi Registrati degli Stati Uniti (Pto), per il brevetto di un microorganismo geneticamente manipolato progettato con lo scopo di eliminare le chiazze di petrolio dagli oceani. Il Pto respinge la richiesta, sostenendo che, per la legge americana, le cose viventi non sono brevettabili.

1973. I biologi Stanley Cohen dell’Università di Stanford e Herbert Boyer dell’Università della California inventano la tecnica del Dna ricombinante, che permette la manipolazione genetica efficiente ed a costi contenuti, rendendo possibile la formazione della moderna industria Biotech. Il Dna ricombinante è una sorta di “macchina per cucire” biologica che può essere usata per unire insieme i materiali genetici di organismi non correlati.

1975. Chakrabarty e la General Electrics presentano ricorso alla Corte d’Appello Usa, dove, con sorpresa di molti, vincono con una maggioranza di tre voti contro due. Per la maggioranza dei membri della corte “il fatto che quei microrganismi... siano vivi non ha alcun significato legale”.

1980. Il Pto, affiancato dalla Foundation on Economic Trends, presenta ricorso contro la sentenza sul caso Chakrabarty, che giunge sino alla Corte Suprema. La tesi a sostegno del ricorso è che “Se il brevetto fosse stato confermato, allora la vita costruita, piccola o grande che fosse, non sarebbe stata considerata vita, ma solo un comune reagente chimico”.

Con cinque voti a favore contro quattro contrari, la Corte Suprema dà ragione a Chakrabarty e alla General Electrics, convalidando il brevetto. Il giudice Warren Burger, parlando a nome della maggioranza, spiega che “nel caso non era rilevante la distinzione tra cose animate e cose viventi”, ma piuttosto la questione se il microbo di Chakrabarty fosse o non fosse un’”invenzione dell’uomo”.

1980 (14 ottobre) La piccola azienda biotecnologica Genentech offre più di un milione di azioni a 35 dollari l’una. Nei primi venti minuti di contrattazione, il valore sale a 89 dollari ad azione e, alla fine delle contrattazioni, nel pomeriggio, la Genentech ha guadagnato 36 milioni di dollari. Un analista finanziario commenta: “Ho lavorato con lui (Merril Lynch) ventidue anni e non avevo mai assistito a nulla di simile”.

1984. L’Università della California ottiene il brevetto di cellule antitumorali prelevate dal fegato di John Moore, uomo d’affari dell’Alaska. Queste erano state prelevate e brevettate a sua insaputa, quindi date in licenza alla Sandoz. Vengono valutate tre miliardi di dollari. La causa intentata da Moore, che rivendicava la proprietà delle cellule del suo fegato, si risolve, nel 1990, a favore dell’Università e con la sconfitta di Moore. La Corte suprema della California, a sostegno della sentenza, porta la paradossale motivazione che Moore non aveva nessun diritto di proprietà sui tessuti del proprio corpo, in quanto “le parti del corpo umano non possono essere barattate sul mercato come una merce”. Ma ciò significava semplicemente che, se le parti del corpo umano non sono proprietà di nessuno, chiunque se ne può appropriare e brevettarle per ricavarne un profitto!

1985. Un tribunale americano emette la sentenza a favore di Hibberd, con cui si concedono al genetista molecolare brevetti su una coltura cellulare, sui semi e sull’intera pianta di una varietà di frumento selezionata a partire da quella coltura cellulare. Il brevetto di Hibberd include 260 richieste separate. Viene sanzionato un quadro giuridico che consente all’industria di costringere gli agricoltori ad acquistare i semi ogni anno, invece di ricavarli da raccolto.

1985. Concesso il primo brevetto sull’albero del neem, sacro per molte popolazioni dell’India, conosciuto da millenni come pesticida naturale. Come afferma la rivista Science, “spremere soldi dal neem dovrebbe essere abbastanza facile”.

1986. Uno studio del Dipartimento del commercio con l’estero degli Usa, sostiene che le imprese statunitensi hanno perso 23,8 miliardi di dollari all’anno a causa dell’inadeguata protezione della proprietà intellettuale. Ovviamente, il calcolo dipende dal punto di vista: un altro studio, infatti sostiene che, riguardo lo sfruttamento della biodiversità per produzioni alimentari e farmaceutiche, gli Usa sono in debito di 2,7 miliardi di dollari con il Terzo mondo.

1987. L’Ufficio Brevetti Americano emette un’ordinanza in cui dichiara che tutti gli organismi viventi pluricellulari che erano stati manipolati geneticamente, inclusi gli animali, sono potenzialmente brevettabili.

Di fronte alle reazioni dell’opinioni pubblica, si specifica che la risoluzione riguarda tutte le creature ma non gli esseri umani. La ragione per la quale sono stati esclusi gli esseri umani - dice Quigg, commissario del Pto - è rappresentata dal tredicesimo emendamento della Costituzione, che non permette di ridurre l’uomo in schiavitù. Al contrario, gli embrioni e i feti così come i geni, le linee cellulari, i tessuti e gli organi umani sono considerati, ora, potenzialmente brevettabili; si apre, quindi, la possibilità di brevettare tutte le parti separate di un essere umano ma non l’intero organismo.

1988. Viene rilasciato il primo brevetto per un mammifero, un topo geneticamente manipolato che contiene geni umani in virtù dei quali è predisposto a sviluppare tumori. Il topo, inventato da Philip Leder, un biologo di Harvard, la cui produzione è affidata alla Du Pont, viene venduto come “modello di ricerca” per lo studio del cancro. Il brevetto si estende a qualsiasi animale la cui linea germinale venga manipolata geneticamente per contenere i geni che sviluppano il cancro. Esso assicura, quindi, alla Dupont il monopolio virtuale di intere specie viventi.

1991. Viene stipulato uno degli esempi più pubblicizzati di accordi per lo sfruttamento della biodiversità nelle aree tropicali. La Merck Pharmaceuticals accetta di compensare con un milione di dollari l’INBio (Istituto nazionale di biodiversità del Costarica), per il prelievo e lo studio del patrimonio genetico nazionale. La cifra, assolutamente ridicola, pagata da una compagnia che ha quattro miliardi di dollari di fatturato, ha fatto pensare i critici al famoso episodio in cui gli europei, dando agli indigeni qualche gingillo in cambio, si assicurarono la proprietà dell’isola di Manhattan.

1991 (marzo) La Convention for the Protection of New Varieties of Plants afferma che i singoli paesi possono decidere autonomamente se riconoscere o meno il diritto degli agricoltori a conservare e ripiantare i propri semi. Secondo Vandana Shiva, si tratta di un passo a favore delle multinazionali, per legislazioni nazionali che proteggano i brevetti sui semi e sanzionino i trasgressori.

1992. La Food and Drug Administration, dipartimento del governo Usa per la sicurezza alimentare, annuncia che non sono necessarie speciali etichette per i cibi geneticamente manipolati, sollevando le proteste tra i professionisti dell’alimentazione, inclusi i maggiori chef della nazione, molti venditori all’ingrosso e al dettaglio.

1993. A conclusione dell’Uruguay Round, che segna il superamento del GATT, e prepara la nascita del WTO, vengono inseriti negli accordi multilaterali sul commercio mondiale i cosiddetti TRIPs, che regolano i diritti di proprietà intellettuale (o brevetti), che nel GATT non erano considerati materia di regole internazionali sul commercio.

La cornice del protocollo è stata pensata e messa a punto da tre organizzazioni - il Comitato sulla proprietà intellettuale (IPC), la Keidranen e l’UNICE (Unione degli industriali e confederazione degli imprenditori). L’IPC è una coalizione di 12 grandi gruppi nordamericani: Bristol Myers, DuPont, General Electric, General Motors, Hewlett Packard, IBM, Johnson & Johnson, Merck, Monsanto, Pfizer, Rockwell e Warner Bros. La Keidranen è una federazione di organizzazioni economiche giapponesi e l’UNICE è il portavoce ufficiale e riconosciuto del mondo industriale e degli affari dell’Europa occidentale.

James Enyart della Monsanto, tesse le lodi del lavoro svolto dall’IPC in questo modo: “Nessuno tra i gruppi commerciali e le associazioni esistenti era in grado da solo di fare tutto il necessario, così ci siamo dati da fare... Una volta creata l’organizzazione, il primo compito dell’IPC è stato di ripetere il lavoro missionario che avevamo già fatto negli Usa agli inizi, ma questa volta nei confronti delle imprese europee e giapponesi, per convincerle che una linea comune era possibile (...) Dopo aver fatto passare le nostre idee in patria, siamo andati a Ginevra per presentare un documento allo staff della Segreteria del GATT... Tutto questo rappresenta una novità assoluta nel GATT: l’industria ha identificato un grosso problema del commercio internazionale, ha trovato una soluzione e l’ha riassunta in una proposta concreta che ha poi presentato ai propri governi e a quelli altrui... Industriali ed esportatori del commercio internazionali hanno svolto contemporaneamente il ruolo di pazienti, medici diagnostici e medici curanti”. Non c’è neppure bisogno di dire che, come dichiara candidamente lo stesso Enyart, la regolamentazione mondiale dei brevetti è farina esclusiva del sacco delle industrie multinazionali.

1993. La Agracetus, consociata della W. R. Grace, a sua volta prossimo acquisto della Monsanto, ottiene un brevetto che copre tutti i semi e le piante di cotone geneticamente modificato. Le multinazionali concorrenti protestano con vigore presso l’Ufficio Brevetti Usa, obiettando che il brevetto consegnerebbe ad una sola impresa il monopolio virtuale della produzione mondiale di cotone. Il Pto, temendo di essere andato al di là dei propri poteri nel concedere il brevetto, ritira la sua iniziale approvazione.

1993 (15 agosto). In una manifestazione per la ricorrenza del Giorno dell’Indipendenza, gli agricoltori indiani dichiarano che i loro saperi sono tutelati dai Samuhik Gyan Sanad (diritti individuali collettivi). Si rivendica il principio che la proprietà intellettuale delle risorse naturali e della biodiversità è delle comunità, perciò esse non sono brevettabili.

1994. La W. R. Grace ottiene, dall’Ufficio Brevetti europeo, un brevetto su una tecnica “che rende possibile l’inserimento di geni in ogni varietà di semi di soia”.

1994. Una equipe di ricercatori danesi scopre che una pianta di colza, geneticamente modificata per renderla tollerante agli erbicidi, ha trasmesso il suo transgene ad un’erbaccia affine alla colza, la Brassica campestris. Era stata quindi creata, grazie alla manipolazione genetica una “super-infestante”, resistente agli erbicidi.

1994 (maggio). Una coalizione formata da centinaia di organizzazioni femminili, provenienti da più di 40 paesi, riunita presso la Foundation on Economic Trends, annuncia pubblicamente la sua opposizione al tentativo della Myriad Genetics, di brevettare la scoperta di un gene che causa il tumore alla mammella nelle donne le cui famiglie sembrano geneticamente predisposte a contrarre il tumore.

1994. Esplode negli Stati Uniti il caso delle mucche trattate con l’ormone bovino della crescita, prodotto dalla Monsanto, dagli inizi del ‘93, con il nome di Posilac, che subiscono gravi conseguenze sanitarie, la più grave delle quali è la mastite (infiammazione delle mammelle), che determina la produzione di latte con il pus. La Food and Drug Administration, dipartimento del governo Usa per l’alimentazione, proibisce espressamente, per un lungo periodo, di etichettare il latte buono con la denominazione “non trattato con Posilac”.

1995. Il Parlamento europeo rigetta la “Life-Patents Directive”, direttiva proposta dalla Commissione europea al fine di accordare tra loro le varie legislazioni europee sui brevetti, in modo da uniformarle alla legislazione Usa. Il Parlamento europeo motiva la sua decisione con ragioni etiche, religiose, filosofiche che vietano di considerare merce il genoma umano. Inoltre, sottolinea che il materiale genetico dell’uomo è un prodotto della natura, e quindi va considerato una “scoperta”, non un’”invenzione”. Infine, insiste sul fatto che la protezione del monopolio dei brevetti scoraggia il libero scambio di informazioni e, quindi, ostacola il progresso delle ricerche scientifiche.

1995. Nasce il WTO, l’Organizzazione mondiale del commercio, con sede a Ginevra.

1996 (maggio). La Monsanto acquista l’Agracetus, che possiede brevetti su un’ampia varietà di specie di soia e di cotone transgenico.

1996. E’ la data dell’inizio delle colture transgeniche su vasta scala. Negli Stati Uniti, circa due milioni di acri sono piantati con una varietà di cotone geneticamente modificato della Monsanto, chiamata Bollgard. Nel cotone è stato inserito un gene del Bacillus thurigensis, per produrre proteine velenose contro il bollworm, un parassita del cotone. La Monsanto riesce a vendere agli agricoltori il suo cotone transgenico brevettato, i cui semi, quindi, non sono riutilizzabili per una nuova semina, promettendo loro che potranno fare a meno dei pesticidi. L’impresa si conclude rovinosamente, dato che la diffusione del bollworm nelle coltivazioni geneticamente modificate è da 20 a 50 volte più alta rispetto a quella che si verifica con l’utilizzo di pesticidi tradizionali.

1996 (novembre). Al vertice mondiale dell’alimentazione la Monsanto spiega la sua strategia: se per ottenere la brevettazione si tratta di dimostrare che la soia geneticamente manipolata è una specie “nuova”, inventata in laboratorio, per commercializzarla in tutto il mondo si deve dimostrare che la nuova soia è indistinguibile da quella tradizionale. Il tutto, per avere modo di miscelare i due tipi di soia all’estero ed immettere così il prodotto sul mercato europeo.

1997. Negli Stati Uniti, viene piantata soia geneticamente manipolata in più di otto milioni di acri e il grano con genoma modificato in più di 3,5 milioni di acri.

1997 (febbraio). I due ricercatori americani Allison Snow e Pedro Moràn Palma rendono note alcune delle molte inadeguatezze inerenti l’uso dei field tests come strumento per accertare i rischi degli organismi geneticamente manipolati liberati nell’ambiente naturale: i test vengono condotti in modo che “fughe di polline, semi e propaggini vegetative siano del tutto improbabili”. In altre parole, sono fasulli, manipolati, e quindi non provano nulla sui possibili rischi dell’impatto degli OGM sugli ecosistemi.

1997 (22 febbraio). Nasce Dolly, il risultato del primo esperimento riuscito di clonazione di un mammifero della storia. Il suo creatore è Ian Wilmut, un embriologo scozzese di 52 anni. E’ il prototipo di mammiferi destinati a divenire farmacie ambulanti, essendo in grado di sintetizzare farmaci antitumore.

1997. La Monsanto acquisisce la Holden’s Foundation Seeds, per 1,2 miliardi di dollari. Più del 35% delle piantagioni di mais degli Stati Uniti (maggior produttore mondiale) deriva dal germoplasma sviluppato dalla Holden.

La DuPont, la quinta ditta agrochimica del mondo, acquista, per 1,7 miliardi di dollari, il 20% della Pioneer-Hi Breed, l’industria di sementi più grande del mondo.

1997 (giugno). Frank Wiesner, ambasciatore americano a New Delhi, in occasione di un meeting scientifico bilaterale, comunica l’intenzione di Washington di non rinnovare l’accordo scientifico e tecnologico firmato nell’87 se il governo di Delhi non provvederà ad emendare la sua legge del ‘70 sui diritti di proprietà intellettuale.

1997 (luglio). Dopo una campagna di pressione senza precedenti, condotta sulla base dell’argomento che la brevettabilità dei geni era indispensabile per la ricerca sulle malattie, l’industria biotecnologica ottiene la sua vittoria al Parlamento europeo. Viene approvata una bozza della nuova direttiva sui brevetti, con 338 voti favorevoli e 110 contrari, che ribalta il rifiuto della brevettabilità della vita del 1995.

1997 (2 settembre) La RiceTec (con sede ad Austin nel Texas) ottiene un brevetto per il riso Basmati, varietà di alta qualità coltivata da tempo immemorabile nel Punjab. La RiceTec si difende dall’accusa di voler usurpare la “denominazione di origine controllata” indiana, attribuendola ad un riso coltivato negli Usa (o in qualsiasi altra parte del mondo), affremando che la denominazione Basmati è da intendersi come generica, “l’abbiamo chiamata Basmati - afferma il portavoce dell’azienda - perché ne richiama le caratteristiche”. Il brevetto viola chiaramente le stesse normative dei TRIPs del WTO, che prevedono la “denominazione di origine geografica” (ad es. la Francia non permetterebbe mai di chiamare “champagne” una varietà di uva nera coltivata in Piemonte o in California).

1998 (3 aprile). India: migliaia di donne organizzano un sit-in davanti all’ambasciata americana di New Delhi: sono almeno 15 le organizzazioni che raccolgono l’appello e si inizia una raccolta di firme su un documento da inviare al governo centrale che censura la politica del WTO e i suoi effetti sull’economia indiana.

1998 (maggio). La Monsanto il 26% della Mahyco - o Maharashtra Hybrid Seed Company - la maggior azienda indiana di sementi, per inziare sperimentazioni transgeniche su vasta scala in territorio indiano di colture transgeniche.

1998 (9 agosto). Le organizzazioni contadine indiane lanciano la campagna “Monsanto quit India” (“Monsanto lascia l’India”, che riprende lo slogan “British quit India” della lotta per l’indipendenza di Gandhi).

1998 (11 maggio) Il Parlamento europeo approva la direttiva che consente la brevettabilità e la privatizzazione della vita.

1998 (27 agosto). Il governo indiano, guidato dal partito nazionalista Bharatya Janata Party annuncia il via libera all’importazione della soia geneticamente modificata della Monsanto.

1998 (28 novembre). “Monsanto quit India”: una manifestazione del KRRS (Associazione dei contadini del Karnataka) dà fuoco a tre campi dove si svolgono le sperimentazioni del cotone geneticamente manipolato della Monsanto. L’azione viene poi ripetuta anche nell’Andhra Pradesh. Complessivamente la Monsanto ha in India 40 trial (esperimenti) sul cotone geneticamente manipolato, e 20 su patate, pomodori, cavolfiori e tabacco.

1999 (fine gennaio). India: il Lok Saba, la Camera Bassa, approva il testo sulla revisione dei diritti di proprietà intellettuale emendando la legge del ‘70. La votazione avviene in un clima concitato, continuamente interrotta dalle contestazioni dei partiti della sinistra indiana, ma il provvedimento viene approvato con 231 voti contro 55. A decidere la partita è un’alleanza fra il Bharatiya Janata Party e il Congress Party (opposizione di centro): quest’ultimo concede il via, una volta ottenuta la concessione che i brevetti non potranno riguardare la farmacopea della medicina tradizionale indiana (Ayurveda).

1999 (maggio-giugno). Si svolge, in Europa, la Carovana Intercontinentale, promossa dal KRRS ed altri movimenti contadini del Sud del mondo, rivolta a far sentire in Occidente la voce della protesta degli agricoltori del Sud contro i pericoli sociali ed ambientali delle colture transgeniche.

1999 (4 novembre). Fallisce il vertice del WTO a Seattle. Per tre giorni le strade della città sono state percorse da manifestazioni di protesta e azioni di disobbedienza civile, che hanno contribuito al fallimento dell’appuntamento. All’organizzazione del boicottaggio hanno contribuito le associazioni radicali americane, gruppi studenteschi dei college, la PGA, i contadini del Karnataka.

1999 (14 dicembre) Si apre, presso l’anti-trust americano, la causa intentata contro la Monsanto, da Jeremy Rifkin e da sei agricoltori americani che hanno riportato gravi danni dall’uso di colture transgeniche. Forte calo della azioni della Monsanto a Wall Street.

1999 (18 dicembre). Italia. Il Consiglio Superiore di Sanità vieta i cibi transgenici sull’intero territorio nazionale, a causa dell’assenza di ogni accertamento dei possibili rischi sulla salute umana.

infobrevetti (last edited 2008-06-26 09:51:37 by anonymous)