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L’informazione radiofonica

CANALE, MESSAGGIO, LINGUAGGIO

L’informazione alla radio possiede alcuni caratteri principali che risentono della specificità del mezzo. La radio raggiunge l’ascoltatore solo attraverso l’udito; l’informazione passa attraverso un canale comunicativo unico.

Chi ascolta un giornale radio non può decidere di girare pagina, chi vuole una notizia di cronaca può soloa spettarla: la radio può fornire solo un messaggio lineare.

In radio ciò che non è stato compreso subito è definitivamente perduto. Per questo il linguaggio deve essere comprensibile. La radio diffonde un messaggio effimero.

IL LINGUAGGIO: LA PAROLA, LA FRASE, LA NOTIZIA

Le regole di base per scrivere un buon testo radiofonico sono sempre le stesse: chiarezza, semplicità, intenzione comunicativa rispetto all’ascoltatore.

Ogni frase deve avere soggetto, predicato e complemento, possibilmente in quest’ordine: la percezione dell’ascoltatore è lineare.

La semplice notizia, il giornale radio, l’intervista, rappresentano tre esempi di prodotti dell’informazione. Ma ce ne sono molti altri:

Il commento.

A differenza dell’intervista, non prevede dua attori, ma uno solo: un giornalista autorevole o un personaggio di rilievo. E’ l’equivalente dell’editoriale di un quotidiano. La durata è di pochi minuti.

Le rubriche.

Sono appuntamenti fissi, quotidiani o settimanali, non legati all’attualità della cronaca, ma centrati su un determinato argomento.

Le inchieste, gli approfondimenti e i servizi speciali.

La caratteristica di questi programmi è quella di trattare, sviscerare e spiegare un argomento; le informazioni fornite non sono quelle dell’ultimo minuto, anche se generalmente sono legate all’attualità. Non devono avere una periodicità fissa e non vanno in diretta, ma vengono preparate, registrate nelle varie parti e montate. Di particolare importanza è l’utilizzo del sonoro, cioè di suoni, voci e rumori di fondo che contribuiscano a dare il senso del luogo.

I programmi di servizio.

Sono quelli che forniscono, un servizio utile all’ascoltatore, tipo le informazioni sul traffico e sul tempo. Si tratta di appuntamenti fissi, con cadenze molto ravvicinate.

La rassegna stampa.

La lettura dei quotidiani fatta per radio non è cosa semplice: bisogna raccontare un testo scritto che non si può far vedere, e il rischio di comunicare solo una gran confusione è sempre in agguato. La cosa da fare allora è scegliere una chiave di lettura e mantenerla rigidamente fino alla fine. Si può decidere ad esempio di confrontare il modo in cui le varie testate hanno trattato la notizia politica del giorno, oppure dare una panoramica delle notizie estere, o ancora riferire i commenti dei principali editorialisti.

I PROGRAMMI IN DIRETTA

Il dibattito

Il dibattito in diretta è un altro dei programmi classici della radio: si raccolgono due o più personaggi intorno ad un tavolo o collegati via telefono, si sceglie un argomento presumibilmente di attualità e si dà il via alla discussione. Il delicato ruolo del giornalista è quello di fare da moderatore, di sottolineare e riprendere i temi della discussione. L’altra grande difficoltà è quella di scegliere i personaggi giusti. Ai dibattiti può partecipare anche il pubblico.

I programmi in diretta con il pubblico

Più che un formato questa è una forma di comunicazione connaturata alla radio, nata in Italia con la nascita della radiofonia privata. Le radio con una forte identità politica o ideologica sono quelle che danno più spazio a questo tipo di servizio.

Le “dirette”.

Ormai famose sono le dirette dal Parlamento attuate da Radio Radicale, e le più recenti dalla Rai. Questo tipo di programma è senza filtri, cioè non prevede la presenza di un mediatore della comunicazione. Il lavoro di scelta editoriale viene fatto a monte, e consiste nella scelta dell’avvenimento da diffondere.

La radiocronaca sportiva

Uno spazio a parte merita il programma che ha fatto la storia della radio. Le trasmissioni sportive suscitano un forte interesse su tutti i media. Ma c’è un programma radiofonico per eccellenza, ed è la radiocronaca. Una buona radiocronaca deve seguire l’azione momento per momento, e illustrare ciò che sta accadendo on poche frasi precise ad un pubblico cieco. Le parole del radiocronista diventano nella fantasia dell’ascoltatore un’azione visiva. Gli errori e le incertezze non sono permessi. Anche il ritmo deve essere sostenuto, un radiocronista può arrivare a 200 parole al minuto contro le 130-150 di un condutore di un giornale radio.

I GRANDI AVVENIMENTI

Sono quelli che oggi, con un termine decisamente brutto, si usa chiamare “eventi”. Lo sono le elezioni politiche, i disastri naturali, le guerre, ma anche i grandi spettacoli come il Festival di San Remo, o gli avvenimenti sportivi come i Mondiali di Calcio. Qui la macchina dell’informazione deve dare un’accellerata, e può farlo in diversi modi:

rcdb-radioinf (last edited 2008-06-26 10:00:31 by anonymous)