Modelli di radio e storia della radio pubblica in Italia
Il concetto di radio pubblica nacque in Gran Bretagna negli anni 20, dove lofferta radiofonica venne costruita facendo riferimento a quel ruolo pedagogico che si voleva proprio del servizio pubblico. La stessa impostazione, basata sulla missione di informare, educare, divertire, fu recepita negli altri Paesi europei e in Italia, dove le trasmissioni presero il via nel 1924. La fine del monopolio fu sancita in Italia nel 1976 da una sentenza della Corte Costituzionale che liberalizzò le emissioni in ambito locale. Il regime di concorrenza e la nascita di una nuova domanda misero in evidenza la difficoltà della radio pubblica ad adattarsi al cambiamento. Soltanto negli ultimi anni la programmazione si è modificata in modo significativo secondo criteri di differenziazione dellofferta. Oggi in tutta Europa vige un sistema misto dove la radio pubblica si confronta con la concorrenza della radio privata, locale e nazionale, differenziando la sua offerta per canali rivolti a pubblici differenti.
I modelli di radio
- Radio pubblica Radio privata Radio comunitaria
Radio pubblica
- Universalità del servizio Obbiettivi non legati al profitto economico Riferimento agli interessi ed ai valori della comunità nazionale Meccanismi di gestione e controllo affidati ad organismi pubblici Ascoltatori come cittadini
Radio privata
- Finalità commerciale Ambito locale o nazionale Ascoltatori come consumatori Possibilità di programmazioni con funzione di servizio pubblico
Radio comunitaria
- Assenza di scopo di lucro Funzione collegata al concetto di comunità intesa come gruppo di riferimento Ascoltatori come soggetto attivo di riferimento e di confronto
La localizzazione
- Radio pubblica
- Europa ovest ( Italia, Francia, Spagna, Germania) Paesi dellest alcuni paesi asiatici
- USA Centro e sud America alcuni paesi asiatici ( Filippine)
La radio pubblica
- Il concetto di radio pubblica è legato alla concezione di stato sociale: un servizio che lo Stato deve ai cittadini La sovvenzione della radio pubblica avviene attraverso una tassa (canone) e/ o il ricorso al mercato pubblicitario Il modello si sviluppa in Europa dagli anni 20. La scelta dipende da
- ragioni ideologiche ragioni tecniche ragioni politiche
- diffusione dei valori sociali di riferimento intento pedagogico
Radio pubblica, storia
- Europa: nel 1922 la BBC ottiene il monopolio delle trasmissioni radiofoniche. Il primo direttore è John Reith
Italia:il monopolio delle trasmissioni è dellURI ( poi EIAR). Le trasmissioni iniziano il 6 ottobre 1924.Le prime trasmissioni vanno dalle 20,30 alle 22,30.
Gli anni 20 : la sperimentazione
- Programmazione : bollettini di notizie, programmi musicali, attualità, informazioni su borsa e mercato e un programma per bambini Si inseriscono rubriche culturali (conversazioni), musica ballabile, operette, prosa, lezioni di lingua straniera 1927/28: primo teatro radiofonico e prime radiocronache La programmazione musicale è del 23% Nascono compagnia stabile e Auditorium Programmi legati allattualità impostati per la ricerca del consenso Si delinea lo stile del parlato 1927: prima commissione speciale sulla radio istituita da Mussolini
Gli anni 30: il consenso
- Nasce il giornale radio e si sviluppano le radiocronache e le conferenze Nella programmazione si inserisce la radio per le scuole al pomeriggio e la radio rurale nel fine settimana nel 1934 lora radiofonica del GUF aumentano le trasmissioni per lestero
Il periodo della guerra
- 1940 trasmissioni unificate in canale nazionale a programmazione ridotta Forte controllo sullinformazione
Il dopoguerra
- 1944 decreto per la riorganizzazione della radiodiffusione istituisce la RAI; I canali sono due, Rete Rossa e Rete azzurra, con unofferta sostanzialmente simile I generi: informazione e cultura, programmi leggeri( varietà radiofonici, teatro brillante, rivista, musica ballabile), prosa. Nascono i concorsi e premi e le trasmissioni con gare, (1956 il primo quiz)
Gli anni 50
- 1951 i canali passano a tre e si differenziano Canale Nazionale: pubblico medio e programmazione di informazione, approfondimento ed intrattenimento, secondo Programma con una vocazione più di intrattenimento,Terzo programma a carattere culturale, con musica colta e cultura alta. 1954-1956 arriva la televisione Gli abbonati alla radio continuano ad aumentare ( 5 m. nel 1954, 7 nel 1958), La frequenza dascolto diminuisce, si stabilizza nelle ore diurne progressiva frammentazione della programmazione
Gli anni 60
- 1962: programmi divisi in generi diversi, con griglia oraria complementare alla TV La radio è il banco di prova di trasmissioni e personaggi per la televisone Nasce bandiera gialla nel 1965 ( Boncompagni), Tutto il calcio e 90° minuto; si rafforza linformazione; nasce Chiamate Roma 3131 A cavallo dei due decenni sperimentazioni teatrali 1966 arriva Radio Montecarlo
Gli anni 70
- Cresce i dibattito sul monopolio pubblico e sulloperato della Rai e (1974) la Corte Costituzionale critica la sua funzione Nel 1975 arriva la legge di riforma: autonomia e pari dignità alle tre reti;controllo parlamentare; istanze locali. Pesa il pluralismo politico ed i canali radiofonici non diventano complementari Nel 1976 la Corte permette le trasmissioni via etere in ambito locale (radio e tv private).
Gli anni 80
- Crescono le private ( anche nazionali); in Rai lattenzione è sulla TV La Rai sperimenta nuovi programmi per il recupero del pubblico inserisce due canali stereofonici in FM, (1982), allinizio solo al mattino Nel 1989 arriva Isoradio, su banda dedicata per gli automobilisti Si affermano nuovi generi di programmi La rai prosegue informazione, dibattito, intrattenimento, cultura, musica, informazioni di servizio resta aperto il problema della specializzazione e della differenziazione dei canali
Gli anni 90
- La legge di riordino del settore (1990, legge Mammì) Nel 1990 arriva il Piano per la radio che prevede nuovamente lorganizzazione dellofferta per canali Radio1 informazione, Radio2 generalista/intrattenimento, Radio3 culturale. Previste le radio cittadine.
La situazione oggi
- La radio pubblica opera in un sistema misto dove sono entrati i grandi gruppi editoriali Lofferta è differenziata per canali nel tentativo di raggiungere pubblici differenti
Il lungo dibattito sulla privatizzazione potrebbe essere giunto al termine
Bibliografia Sul quadro radiofonico europeo AA.VV., Radio and television system in Europe 2000/2001, Hans Bredow Istitute for media research, Amburgo, 2000; sulla storia della Rai, Chiarenza F., Il cavallo morente. Storia della Rai, Franco Angeli, Milano, 2002; Grasso A., Radio e televisione, Vita e Pensiero, Milano, 2000; Isola G., Abbassa la tua radio, per favore Storia dellascolto radiofonico nellItalia fascista, Firenze, La Nuova Italia, 1990; Monteleone, F. , Storia della radio e della televisione italiana, Marsilio, Venezia, 1992; Monteleone, F. , a cura di, La radio che non cè: settantanni, un grande futuro, Donizelli, Roma, 1994; sulla funzione della radio pubblica ed il suo sviluppo in Europa Lewis P. e Booth J., The Invisible Medium. Public, Commercial and Community Radio, London, Macmillan, 1989; sullo sviluppo e lutilizzo del mezzo radio Ortoleva P., Mass media: dalla radio alla rete, Giunti, Firenze, 2001.