I GENERI DEL PARLATO RADIOFONICO
LA GRANA DELLA VOCE
- Roland Barthes - Da Il piacere del testo, 1973.
La radio prende molto da vicino il suono della parola e fa sentire nella loro materialità, nella loro sensualità, il respiro, lincrespato, la polpa delle labbra, tutta una presenza del muso umano (che la voce, la scrittura, siano fresche, morbide, lubrificate, finemente granulose e vibranti come il muso di un animale), perché riesce a trascinare lontanissimo il senso e a gettare, per così dire, il corpo anonimo dello speaker dentro al mio orecchio: qualcosa granula, crepita, accarezza, raspa, taglia: gioisce.
LE FUNZIONI LINGUISTICHE DEL PARLATO RADIOFONICO
Da Roman Jakobson - Saggi di Linguistica generale, 1963
REFERENZIALE (Contesto)
EMOTIVA (Mittente)
POETICA (Messaggio)
CONATIVA (Destinatario)
FATICA (Canale)
METALINGUISTICA (Codice)
NORME PER LA REDAZIONE DI UN TESTO RADIOFONICO (da Carlo Emilio Gadda, 1955)
- COSTRUIRE IL TESTO CON PERIODI BREVI.
- PROCEDERE PER FIGURAZIONI PARATATTICHE, COORDINATE O SOGGIUNTIVE.
- CURARE I PASSAGGI DI PENSIERO E DI TONO MEDIANTE SCELTA ENERGICA DI CONGIUNZIONI E PARTICELLE APPROPRIATE.
TALK
- Molte radio nel mondo adottano il formato TALK, associandolo alla musica, o alle news. Parlato leggero, abbastanza casuale, improvvisato. È nato dalle pratiche comunicative dei disc jockey che dal ruolo di intrattenitori nelle discoteche sono passati a fare lo stesso alla radio, alternando ai dischi i loro commenti, le chiacchiere, le notizie musicali, brevissimi sketch, anche in coppia. Si è evoluto in un parlato formulaico, ripetitivo, slegato dal testo scritto, in molti aspetti simile al parlato quotidiano.
RADIOCRONACA
- Parlato molto descrittivo, che deve ricostruire con le parole una scena, unatmosfera, unazione o unemozione, con il solo aiuto del rumore di fondo. Utilizza delle formule, frasi conosciute ma sempre diverse, per guidare lascoltatore in un mondo che già conosce, senza rischiare però di annoiarlo. Si serve di tecnicismi, soprattutto nel caso della radiocronaca sportiva, ma prima deve renderli familiari a chi ascolta. Produce per lascoltatore una quantità di notizie e di emozioni insieme come nessun altro prodotto
IL PARLATO DELLA FICTION
- - Imita il parlato orale, quotidiano, ricostruendone le pause, le accellerazioni, gli accenti. - Solitamente centrato sui problemi di vita della gente comune, sui fatti che riguardano lattualità. - Usa un linguaggio spesso didascalico, che dice tutto. - Sulla parola si innestano suoni e rumori che facilitano il riconoscimento del luogo dellazione.
IL DRAMMA DEL PARLATO
Linguaggio fortemente emotivo, espressivo, che costruisce il senso attraverso la forma acustica (tonalità, intensità, grana vocale) più che attraverso il contenuto.
Il senso del luogo è costruito tramite i rumori che rientrano nei microfoni in diretta.
La dimensione patemica, drammatica, è data dallevolversi in diretta degli eventi, dalla capacità della realtà di bucare letere ed irrompere nella nostra vita.
IL PIACERE DEL PARLATO
- La radio, come il teatro, è un luogo di ritrovo per gli affabulatori, per i cantastorie, per coloro che usano la voce come uno strumento in grado di scoprire nella bellezza dei testi, la bellezza dei suoni, delle parole, delle singole sillabe. La voce parlata, sapientemente incastonata nella musica, nei suoni, nei rumori e nei silenzi, può stupire, può rapire, può incantare gli ascoltatori per ore ed ore. Gli ingredienti fondamentali: un buon testo letterario, una bella storia, una o più voci narranti, dei suoni evocativi o semplicemente suggestivi.
IL PARLATO TECNICO
- La radio storicamente si sviluppa come lespressione di identità culturali e di lingue specifiche, con lintento di preservarle, esercitarle e diffonderle. È uno strumento utile e importante in una società plurilingue, dove la maggior parte dei conflitti trae origine da motivi etnici, e quindi anche linguistici. Un parlato sporco e pieno di espressioni dialettali, un parlato delite: rivolto ai pochi che lo comprendono, ma per quei pochi estremamente significativo.
IL PARLATO MILITANTE
Si distingue per la libertà espressiva, il taglio non istituzionale, gli speakers dallaccento riconoscibile.
Fortemente legato al territorio, centrato su contenuti più che sulle forme radiofoniche.
Rapporto orizzontale con lascoltatore.
IL PARLATO RELIGIOSO
Formulaico, ripetitivo, uniforme, universale.
Maggiore presenza della voce femminile.
Riassume su di sé la voce collettiva della comunità dei fedeli.
IL PARLATO A RUOTA
- Il telefono nelle trasmissioni radiofoniche determina una rivoluzione linguistica oltre che di contenuti. Il parlato quotidiano irrompe nei programmi: non importa di cosa si parli, limportante è partecipare, utilizzando le formule e il codice linguistico che più si addicono alle interazioni tra conduttore e pubblico. Di notte specialmente si scatenano le telefonate e gli interventi su tutti gli argomenti possibili, chiacchierate tra ascoltatori e con il conduttore, che hanno una vita propria e nutrono una memoria collettiva, a cui tutti fanno riferimento.
IL PARLATO COMICO
Può giocare sulla forma-parola tramite giochi linguistici, ironia, doppi sensi, (comico metalinguistico) Oppure sui contenuti, (comico poetico) tramite sketch, scherzi telefonici, creazione di personaggi mitici e ricorrenti.
Parlato linguisticamente ricco, di matrice teatrale.