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=== GR ore 19.30 ===

'''Visita Bush, piazza Venezia aperta ai cortei'''

Piazza Venezia sarà aperta alla manifestazione in occasione della visita di George W. Bush a Roma. Lo ha stabilito oggi la riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, presieduta dal prefetto Achille Serra, accogliendo le indiciazioni arrivate ieri dal ministro dell'interno Pisanu.
La riunione, alla quale hanno partecipato il sindaco di Roma, Walter Veltroni, il questore di Roma, Nicola Cavaliere, il comandante provinciale dei carabinieri, Umberto Pinotti e l'assessore alla Sicurezza, Liliana Ferraro, ha stabilito anche di non chiudere nessuna stazione della metropolitana.
Le forze dell'ordine, è stato spiegato, non hanno registrato, al momento, alcun messaggio allarmante per quel che riguarda il terrorismo in concomitanza con l'evento del 4 giugno
ascoltiamo la corrispondenza di questa mattina con Piero Bernocchi dei Cobas
Si è tenuta inoltre oggi pomeriggio alle 15.30 alla metro Colosseo la conferenza stampa di presentazione delle iniziative di protesta contro la visita di Bush a Roma
Anche gli studenti del liceo Virgilio di Roma questa mattina hanno manifestato il loro no alla visita di Bush: ascoltiamoli.

'''ROMA BLINDATA PER LA PARATA E L'ARRIVO DI BUSH'''
Cieli vietati sulla capitale contro il rischio di attacchi terroristici e almeno ottomila uomini impegnati per la sicurezza del presidente e il controllo della citta'.
Cosi' Roma si prepara alle parate militari del 2 giugno e all'arrivo del presidente Usa Bush. I vertici delle forze dell'ordine e dei servizi segreti si sono riuniti ieri al Viminale per il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal Ministro dell'Interno Pisanu. E hanno deciso di limitare il sorvolo dello spazio aereo e impiegare un contingente di uomini, da affiancare alle forze disponibili nella capitale. Il divieto di sorvolo è rivolto ai piccoli aerei e prevede la chiusura degli scali di Ciampino e Urbe dal 4 al 5 giugno. Ma il divieto di sorvolo non riguarda i voli di Stato, quelli di emergenza e i voli appositamente autorizzati.
Il comitato per l'ordine e la sicurezza ha espresso parere favorevole sulla prosecuzione fino al 31 dicembre 2004 dell' ''operazione domino'', che prevede l'impiego di 4000 unita' delle forze armate a tutela di obiettivi sensibili sull'intero territorio nazionale.
In una città ormai da giorni completamente militarizzata il ministro dell'Interno Pisanu trova il tempo di fare batute affermando che saranno garantiti sia la visita di Bush e il diritto dei pacifisti a manifestare...
Più complessa la situazione per l' arrivo di Bush A gestire la sicurezza del presidente Usa saranno anche uomini dei servizi e delle forze dell' ordine americane. I percorsi che saranno seguiti da Bush a Roma sono coperti dal massimo riserbo e saranno comunque "blindati" ai massimi livelli.
 Attraverso l'ambasciata, il Dipartimento di stato americano ha invitato gli americani a roma a "evitare le zone della citta' in cui sono previste le concentrazioni di folla" perche' "ci si aspetta che non tutte le manifestazioni siano pacifiche" e "c'e' il pericolo di violenze". La nota non fa alcun riferimento alla visita del presidente, ma sottolinea che vari gruppi hanno in programma manifestazioni da mercoledi' a sabato.
Ricordiamo che La Festa della Repubblica, è stata indicata più volte come tappa importante delle mobilitazioni 'verso il 4 giugno'. A Roma, il coordinamento Roma Città Aperta alla Pace darà vita all'iniziativa "Ponti tematici" sui ponti pedonali, con eventi di comunicazione, teatro di strada, musica, raccolta firme per il ritiro delle truppe italiane in Iraq. Per le 12 è previsto l'"imbandieramento di pace", ovvero l'esposizione di bandiere della pace su ponte Milvio, ponte Sant'Angelo, ponte Sisto, ponti dell'Isola Tiberina. In particolare, dal ponte Sant'Angelo suonerà una sirena che simulerà un bombardamento aereo, con lancio di fiori nel Tevere per ricordare le vittime di guerra. Per contestare la parata militare che sfilerà in via dei Fori Imperiali, appuntamento alle 9.30 all'incrocio tra via Labicana e via dei Normanni. Il 2 giugno scenderanno in piazza anche i pacifisti di Milano. Nel pomeriggio, in piazza San Babila, è prevista la manifestazione dal titolo "Via le truppe dall'Iraq - Basta occupazione in Palestina". A Bologna, nel corso della mattinata, il Social Forum formerà una catena umana "con simboli di pace" lungo il percorso della parata militare. A Torino, in serata, musica e poesia "al fianco della popolazione irachena" al Teatro Baretti. In piazza anche Mantova, con un presidio mattutino davanti alla Prefettura, e poi Brescia, Novara e Catania. Attac invece propone di celebrare una "Festa Elettronica della Repubblica" inondando di e-mail durante l'intera giornata l'indirizzo della Presidenza del Consiglio. Iniziative sono previste anche per il 3 giugno. A Roma si terrà un presidio davanti all'ambasciata Israeliana (ore 17), in vista dell'anniversario dell'occupazione di Cisgiordania e Gaza, organizzato dalla 'Rete Ebrei contro l'occupazione", e alle ore 19, a Piazza del Pantheon, Die-in. 10.000 civili morti in Iraq. Il Die-in è un'azione di protesta che drammatizza e inscena una <morte collettiva>. A Milano, per tutto il giorno, il locale comitato Fermiamo la Guerra manterrà un presidio informativo in centro con volantinaggio. A Bologna, alle 20, "manifestazione di massa" che terminerà con un sit-in in P.zza Maggiore organizzata dal Tavolo Bolognese contro la guerra. A Torino, presidio antimilitarista in P.zza Castello. Il 4 giugno, giornata clou delle mobilitazioni pacifiste, il tutto si concentrerà nella capitale, con iniziative minori in altri centri. A Roma sono previste "iniziative diffuse" al mattino, alle ore 9,30 a porta S.Paolo, alle ore 11 in piazza Cinecittà sit-in dei lavoratori dell'Istat, Scuole, Inps, Università Tor Vergata, X Municipio . Alle 16 un corteo partirà "da piazza della Repubblica per terminare a Porta San Paolo", dove fino a tardi si terrà un meeting con teatro, interventi e testimonianze.
Tutti questi appuntamenti li potete trovare su:
www.italy.indymedia.org sotto appuntamenti verso il 4, oppure su www.ilmanifesto.it/bushstop
Radio Gap seguira in diretta le manifestazioni del 2 e del 4. Ascoltate 87.900 oppure collegatevi a www.ondarossa.info
'''IRAQ'''

'''Le autorità d'occupazione scelgono il presidente, mentre infuria la guerriglia'''

Ghazi Yawar è stato nominato presidente dell'Iraq dopo che Adnan Pachachi, scelto in un primo momento per lo stesso incarico, aveva rifiutato. Aghazi Yawar 46 anni, ingegnere civile che lasciò l'Iraq nel 1990, nei giorni scorsi era stato indicato come candidato alla presidenza dal consiglio di governo provvisorio iracheno proprio in contrapposizione a Pachachi. Ghazi al-Yawar, sunnita, guida la tribu' Shammar, una delle piu' importanti dell'Iraq, che comprende 3 milioni di persone, fra sunniti e sciiti. Sara' lui a guidare l'Iraq durante il periodo della transizione che, dopo il passaggio di sovranita' il 30 giugno, sfocera' nelle elezioni politiche previste per l'inizio del 2005. Al-Yawar e' anche presidente di turno del Consiglio di governo iracheno, incarico assunto il 17 maggio scorso, quando in un attentato con un'autobomba a Baghdad uccise il predecessore. Il neo presidente iracheno ha sempre cercato di rafforzare i rapporti inter-etnici, in particolare con i curdi, e di rispettare la tradizione sciita, cosi' come quella sunnita e quella cristiana.
Al-Yawar sara' affiancato dal curdo Rowsch Shways, memmbro del Partito Democratico del Kurdistan (Pdk), e dallo sciita Ibrahim Jaafari, leader del partito al-Dawa, rispettivamente primo e secondo vice-presidenti.

Pochi minuti dopo la riunione del Consiglio iracheno, nel quale è stato scelto il nuovo presidente del paese e i 2 vicepresidenti, sono avvenute varie, violente esplosioni.

A Baghdad, una serie di esplosioni causate da colpi di mortaio, hanno fatto numerose vittime nella zona verde. Si segnalano numerose esplosioni, di origine incerta: una sarebbe stata provocata da un'autobomba, altre sono riconducibili a colpi di mortaio e granate.
L'episodio più grave è stato un attacco nella "zona verde" di Bagdad, presso la sede del principale partito curdo iracheno.
Ancora incerto il bilancio delle vittime, secondo il tenente colonnello Usa, Campbell, l'esplosione ha causato la morte di tre persone e il ferimento di altre venti. In precedenza, un agente della polizia irachena, Settar Jabar, aveva detto di aver visto almeno 25 cadaveri. L'attacco ha colpito la sede dell'Unione patriottica del Kurdistan. L'edificio si trova nei pressi del ministero degli Esteri e nella stessa zona dove sono ospitati gli uffici della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Due alte colonne di fumo nero si sono levate dalla zona. I testimoni hanno riferito che dopo una prima serie di violente esplosioni vi sono state altre deflagrazioni, a distanza di circa 20 minuti.

Violenze anche nel nord del paese: undici civili iracheni rimasti uccisi da un attentato kamikaze presso una base militare statunitense nella città di Bayji, 200 kilometri a nord di Baghdad, Almeno 25 i feriti, tutti iracheni secondo le prime testimonianze.
L'attentato è avvenuto alle 9,30 locali, le 7,30 in Italia.

Da stamattina quindi il nuovo governo iracheno ha assunto le sue funzioni; poche ore dopo il nuovo Primo Ministro iracheno Iyad Allawi ha dichiarato che l'Iraq ha bisogno dell'aiuto degli Stati Uniti e degli altri Paesi della coalizione per sconfiggere i "nemici dell'Iraq".Intanto nel pomeriggio è stata concordata a Najaf, una tregua di 72 ore tra miliziani di Sadr e le forze della coalizione. I combattimenti nella città vanno avanti da oltre due mesi. La notizia è stata data dal governatore della città.
Molti commenti soddisfatti per il nuovo presidente sono arrivati un pò da tutti i capi di stato, soprattutto da Blair e Bush; un telegramma di congratulazioni al nuovo presidente dell' Iraq, e' stato inviato anche dal presidente egiziano, Hosni Nubarak, mentre il segretario della Lega Araba, Amr Mussa, ha espresso apprezzamento per la nomina, sottolineando che ''Al Yawar e' un patriota iracheno ben conosciuto''.


'''Il generale Sanchez sarà sostituito'''

Il militare americano più importante in Iraq, generale Ricardo Sanchez, lascerà il comando delle forze USA quest'estate e sarà sostituito dal vice Capo di Stato Maggiore dell'esercito, generale George Casey. I dirigenti del Pentagono hanno dichiarato che la sostituzione di Sanchez non ha nulla a che vedere con lo scandalo degli abusi sui prigionieri ad Abu Ghraib, che era sotto il suo comando. Tuttavia, recentemente il generale e' stato al centro di grosse pressioni sia per quanto riguarda Abu Ghraib (alcuni testimoni hanno dichiarato che Sanchez era al corrente delle torture nel carcere iracheno) sia per il fallimento nel contrastare le insorgenze in varie città irachene, prima tra tutte Falluja.

'''TURCHIA'''
Dopo cinque anni di tregua, seguita alla cattura del leader curdo Abdullah Ocalan nel 1999, i vertici del Pkk (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) hanno annunciato che oggi, primo giugno, termina il cessate il fuoco. "Questo perché - si legge nel comunicato - il significato politico e militare del cessate il fuoco è andato perso in seguito alle operazioni distruttive compiute dallo stato turco negli ultimi tre mesi". In effetti, nelle ultime settimane si è registrata una notevole escalation di attacchi da parte delle forze di sicurezza di Ankara contro le roccaforti del Pkk nel sud-est del paese. Nel solo mese di maggio almeno 12 militanti e otto soldati governativi sono rimasti uccisi in combattimento. Sembra che il governo turco abbia deciso di tornare all'attacco in seguito al ritorno in patria di centinaia di guerriglieri del Pkk precedentemente rifugiatisi nel Kurdistan iracheno, dove ancora oggi si trovano almeno 4 mila miliziani. Il Pkk, nel suo comunicato, ha annunciato che da oggi risponderà ad ogni attacco delle forze turche e ha sconsigliato agli stranieri di viaggiare nelle regioni orientali della Turchia. Tra il 1984 e il 1999 la politica turca nel Kurdistan ha causato la morte di oltre 30 mila persone, in maggioranza civili curdi.

'''G.B. : il mercato cinese fa gola, anche per le armi'''

Il premier britannico Tony Blair ha intenzione di appoggiare la revoca dell'embargo Ue sulla vendita di armi alla Cina, in vigore da 15 anni in seguito al massacro di piazza Tienanmen.La Gran Bretagna si allinea così sulle posizioni di Francia e Germania, desiderose di raggiungere presto una decisione in merito che dicono dovrebbe essere vincolata ad un miglioramento del rispetto dei diritti umani in Cina. Tuttavia la proposta europea è fortemente contraria alla politica statunitense in materia di forniture belliche a Pechino, specialmente in un periodo in cui l'atteggiamento del governo cinese verso Taiwan, alleata di Washington, si è fatto militarmente più aggressivo. Il Segretario di Stato americano Colin Powell ha infatti minacciato di vietare l'accesso alle tecnologie militari statunitensi a tutti quei Paesi che forniscano armi a Pechino; quanto all'embargo statunitense, esso rimarrà in vigore indipendentemente dall'esito delle elezioni presidenziali del prossimo novembre. L'Amministrazione Bush accusa Parigi di voler beneficiare dell'aumento degli stanziamenti per la Difesa deciso da Pechino in un settore dal quale le aziende statunitensi sono escluse da ogni partecipazione. Critiche anche le organizzazioni umanitarie, secondo le quali sebbene Pechino abbia mostrato una tendenza a voler fare di più per il rispetto dei diritti umani "è ancora presto per ricompensare la Cina con la revoca di un embargo simbolicamente importante", come ha spiegato Alison Roberts, direttrice della Free Tibet Campaign.
 Le forze armate cinesi contano circa tre milioni di uomini ma con un equipaggiamento spesso obsoleto: per questo Pechino ha deciso di imbarcarsi in un costoso programma di ammodernamento delle tre armi.


'''BRASILE'''

Sono almeno 34 i cadaveri rinvenuti all’interno del penitenziario di Benfica dove ieri in serata si è conclusa una violenta rivolta carceraria durata 62 ore.
Secondo quanto riportano le agenzie dopo un tentativo di fuga parzialmente riuscito - 15 gli evasi – sabato all’alba centinaia di detenuti si sono rivoltati prendendo in ostaggio 26 persone. I negoziati avviati con le autorità, interrotti domenica sera dopo l’uccisione di una guardia carceraria tenuta prigioniera, sono ripresi ieri per concludersi con la resa dei reclusi. Secondo gli inquirenti, la ribellione è stata guidata da alcuni membri del famigerato ‘Comando Vermelho’, la più grande organizzazione criminale di Rio de Janeiro. Le squadre speciali afermano di aver trovato i cadaveri carbonizzati quando sono entrate nell'edificio.

 
'''ARGENTINA: PATAGONIA: GIUDICE CONDANNA MAPUCHE A RESTITUZIONE TERRA'''

I circa 500 ettari di terra occupati nell’agosto del 2002 da una coppia di indigeni mapuche nella fattoria di Leleque, in Patagonia, appartengono alla ‘Compañía de Tierras Sud Argentino’ e devono esserle restituiti: così ha deciso il giudice Jorge Eyo di Esquel(1.600 chilometri a sud di Buenos Aires) dando ragione alla società che gestisce nel Paese sudamericano 900.000 ettari di proprietà della famiglia Benetton. “Ora il governo nazionale e quello provinciale dovranno cercare di risolvere i problemi di alloggio della comunità mapuche. Noi siamo un’impresa che fornisce soprattutto posti di lavoro nella regione” ha detto al quotidiano ‘La Nación’ Alberto Mazzucchelli, portavoce e dirigente della ‘Compañía’ dopo la sentenza. La settimana scorsa, lo stesso giudice aveva assolto i due mapuche Rosa Rúa Nahuelquir e Atilio Curiñanco, protagonisti della vicenda, creando forti aspettative per un esito finale favorevole agli indigeni. La coppia ha sempre sostenuto di essersi insediata su un appezzamento appartenente ai propri avi e consegnatogli dall’Istituto di colonizzazione della provincia di Chubut. I contenziosi tra gli indigeni mapuche e i possidenti terrieri in Patagonia non sono nuovi, ma finora la magistratura si è sempre pronunciata a favore di questi ultimi.

'''Italia'''

'''Piazza Loggia, assolti ex legali Zorzi da accusa favoreggiamento '''
Assolti per non aver commesso il fatto. Gli ex legali di Delfo Zorzi, Antonio Franchini di Venezia e Lodovico Mangiarotti di Milano, sono stati assolti oggi dall'accusa di favoreggiamento dell'ex ordinovista veneto, attualmente in Giappone. Il reato, secondo la Procura di Brescia, che aveva chiesto due anni e quattro mesi di carcere per entrambi, sarebbe stato commesso nell'ambito dell'inchiesta sulla strage di piazza della Loggia. Oggi, il giudice Carlo Zaza, al termine del processo celebrato con rito abbreviato, ha assolto Franchini e Mangiarotti dall'accusa di aver indotto l'ex pentito e indagato per la strage, Martino Siciliano, a scrivere, dietro il versamento di una somma di denaro, un memoriale in cui venivano ridimensionate le responsabilità di Zorzi.

'''Niente spazio sui giornali per l'incidente causato dalla polizia a Brescia'''
 
Non trova alcuno spazio sui giornali nazionali di oggi l'incidente causato ieri a Brescia dal furgone del servizio d'ordine di Berlusconi.
Legato alla visita di Berlusconi il grave incidente di ieri rischia di concludersi in tragedia: un furgone carico di poliziotti del servizio d'ordine di Berlusconi ha travolto una pensilina dell'autobus in via Spalti San Marco. Quattro le persone rimaste ferite, due in modo grave. Si tratta di una donna 40enne ricoverata in fin di vita all'ospedale civile di Brescia, e di un 30enne ricoverato anch’egli in gravi condizioni. Altri due ragazzi sono rimasti feriti ma non in modo grave. Nonostante non ci fosse alcuna ragione legata a motivi di sicurezza, le camionette transitavano ad alta velocità e sono addirittura passate con il rosso ad un semaforo: una di esse ha urtato un’auto che transitava col verde, sbandando e travolgendo la pensilina. Gli unici giornali a parlarne sono stati i quotidiani locali di brescia.
Trovate la notizia su radiondadurto.org

'''Asti: 50 telecamere contro la criminalita' '''
Presto saranno installate 50 telecamere ad Asti e sulle piu' importanti strade della provincia per contrastare la microcriminalita'. Lo ha deciso la Giunta provinciale. Le telecamere saranno collegate alle sale operative delle forze dell'ordine. Ve ne saranno sulle strade che da Asti portano ad Alessandria, Casale, Torino, Savona e Alba. Altre saranno montate nei Comuni di Moncalvo, Nizza Monferrato, Canelli, San Damiano, Costigliole. L'operazione costera' 234 mila euro.
 
'''Sviluppo: lo misura il Quars'''
 Il rapporto di "Sbilanciamoci!" mette da parte il Pil e punta sull'indicatore Quars che misura la "qalità regionale dello sviluppo"
 
 Si chiama Quars, "Qualita' regionale dello sviluppo" ed è un indicatore che misura ciò che il Pil non è in grado di rilevare: lo stato dell'ambiente, l'equita' nella distribuzione delle risorse, lo sviluppo umano e la qualita' sociale. L'indice è stato messo a punto dagli organizzatori della campagna 'Sbilanciamoci!', promossa da 35 organizzazioni della societa' civile, che da alcuni anni analizza gli orientamenti di politica economica che emergono dalla Finanziaria e sviluppa proposte alternative sostenibili su come usare la spesa pubblica per la societa', l'ambiente e la pace.
Oggi a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, e' stato presentato il II rapporto di 'Sbilanciamoci!' sulla qualita' dello sviluppo locale nel nostro Paese dal titolo 'Come si vive in Italia: qualita' sociale, diritti umani, ambiente, politiche pubbliche regione per regione'. Nella classifica stilata dal rapporto il Trentino Alto Adige si trova al primo posto, anche se ha una cattiva performance in relazione allo sviluppo umano dovuta prevalentemente all'anomalia sul tasso di scolarita' superiore, il piu' basso del paese, giustificato soprattutto dal peculiare sistema di formazione professionale.
Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Valle d'Aosta e Umbria, si confermano, come nel precedente rapporto di 'Sbilanciamoci!',regioni ad alta qualita' sociale e media o medio-alta ricchezza. Il Veneto e', ancora una volta, superato dalle Marche.
I valori del Pil pro-capite - osserva chi ha steso il rapporto - non indicano necessariamente una migliore qualita' sociale. Certo, tra le ultime cinque regioni nella classifica del Quars, quattro sono tra le piu' povere e questo conferma un divario Nord-Sud che colpisce i redditi cosi' come la qualita' sociale. Ma la Basilicata, sedicesima regione per Pil, e' la dodicesima nel Quars mentre la Sicilia, diciassettesima per Pil pro capite, diviene ultima.
Altri dati che saltano agli occhi in negativo sono la posizione della Lombardia, seconda per Pil decima nel Quars, del Piemonte, quinto e ottavo rispettivamente, e del Lazio, dal settimo al tredicesimo posto. Sembra dunque - hanno osservato oggi Martino Mazzoni, che ha organizzato la campagna 'Sbilanciamoci!' e Giulio Marcon, presidente di Lunaria - molto forte la difficolta' di armonizzare lo sviluppo economico e industriale avanzato e la qualita' del benessere individuale e collettivo.
Delle 35 organizzazioni che partecipano alla campagna 'Sbilanciamoci' ci sono anche l'Arci, Antigone, i Beati costruttori di pace, Cittadinanzattiva, Legambiente, Mani Tese, la Rete Lilliput, Emergency, il Wwf, la Lila, Pax Christi, Mani Tese, l'Unione degli studenti, l'Unione degli universitari.

G.R. 9.30

IRAQ

Colpo di scena a pochi minuti dalla designazione.Adnan Pachachi avrebbe rifiutato la nomina a prossimo presidente dell'Iraq, secondo quanto ha riportato un membro del Consiglio di governo iracheno che ha appena reso nota la sua scelta. Il gran rifiuto di Pachachi ha aperto così la strada della presidenza all'attuale presidente del consiglio di governo Al Yawer. Si tratterà ora di vedere quali saranno le reazioni di Usa e Onu che avevano sempre sostenuto la candidatura di Pachachi. Il rifiuto di Pachachi è stato confermato da alcuni collaboratori dell'anziano ex ministro degli esteri iracheno

Dopo gli abusi nelle carceri, i furti nelle case degli iracheni: il nuovo round di indagine in corso nell'esercito statunitense riguarderebbe una serie di casi di furti in denaro e gioielli compiuti dai militari americani. Secondo il 'Washington Post', l'esercito ha avviato indagini su almeno 18 casi di furto ai danni di civili compiuti dai soldati statunitensi durante le perquisizioni e i raid nelle abitazioni. Citando fonti investigative, il 'New York Times' scrive che in alcuni casi i militari avrebbero rubato denaro contante agli iracheni durante i controlli ai posti di blocco, soldi sottratti con il pretesto della confisca di beni che potrebbero foraggiare la guerriglia. Su 91 indagini avviate per cattiva condotta da parte dei militari, almeno 59 casi sono ora chiusi. Secondo la fonte del Washington Post, le indagini hanno portato ad almeno 14 processi in corte marziale e a sette condanne non giudiziarie; ma non e' chiaro chi, per cosa o con quali risultati sia stato condannato.

M.O.

La maggior parte dell'opinione pubblica israeliana, compresi gli elettori del Likud, è favorevole al piano di ritiro dalla Striscia di Gaza proposto dal premier Ariel Sharon rispetto alla versione difesa dai partiti nazionalisti e religiosi e dall'ala più radicale del Likud. E' quanto risulta da un sondaggio pubblicato dal quotidiano israeliano Maariv, secondo il quale il piano Sharon - che prevede il ritiro totale dalla Striscia di Gaza in un'unica soluzione, e bocciato un mese fa da un referendum di partito - avrebbe l'appoggio del 55% degli israeliani e del 54% degli elettori del Likud, rispetto al 32% che preferirebbe un ritiro graduale e comunque assai limitato come quello difeso dal ministro delle Finanze e principale rivale interno di Sharon, l'ex premier Benjamin Netanyahu. Proprio il mancato accordo all'interno della coalizione ha convinto Sharon a rimandare il voto previsto in Consiglio dei Ministri sulla sua proposta, che avrebbe dovuto tenersi domenica scorsa. Il sondaggio è stato effettuato su un campione di 500 persone ed ha un margine di errore del 4,5%.

AFGHANISTAN

Il capo della polizia della citta' afghana di Jalalabad e' rimasto ucciso oggi nell'esplosione avvenuta nel quartier generale della polizia cittadina. Secondo quanto riporta l'agenzia afghana Aip, si e' trattato di un attentato specifico contro Hajai Ajab Shah, dal momento che l'ordigno era stato posizionato sotto la sua scrivania Questo attacco è l’ultimo incidente di una lunga catena di violenza, che secondo molti osservatori ha l’obiettivo di condizionare le elezioni previste a settembre nel Paese asiatico, tre anni dopo il rovesciamento del regime dei Talebani da parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Si calcola che da agosto dell’anno scorso siano almeno 700 le vittime di questi attacchi, soprattutto nelle zone orientali e meridionali dell’Afghanistan, un tempo roccaforte dei Talebani.

BRASILE

Un numero ancora imprecisato di cadaveri è stato rinvenuto all’interno del penitenziario di Benfica dove ieri in serata si è conclusa una violenta rivolta carceraria durata 62 ore: nessuna fonte ufficiale ha finora fornito un bilancio dei morti ma secondo il presidente della commissione diritti umani del Congresso di Rio, Geraldo Moreira, sarebbero più di una ventina. Il sottosegretario dell’amministrazione penitenziaria ha confermato che vi sono vittime ma ha anche aggiunto che ulteriori particolari verranno resi noti solo quando la situazione nella ‘Casa di custodia penale’ di Benfica, penitenziario inaugurato ad aprile, sarà tornata totalmente sotto controllo. Dopo un tentativo di fuga parzialmente riuscito - 15 gli evasi – sabato all’alba centinaia di detenuti si sono rivoltati prendendo in ostaggio 26 persone. I negoziati avviati con le autorità, interrotti domenica sera dopo l’uccisione di una guardia carceraria tenuta prigioniera, sono ripresi ieri per concludersi con la resa dei reclusi. Secondo gli inquirenti, la ribellione è stata guidata da alcuni membri del famigerato ‘Comando Vermelho’, la più grande organizzazione criminale di Rio de Janeiro.

TURCHIA

Dopo cinque anni di tregua, seguita alla cattura del leader curdo Abdullah Ocalan nel 1999, i vertici del Pkk (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) hanno annunciato che oggi, primo giugno, termina il cessate il fuoco. "Questo perché - si legge nel comunicato - il significato politico e militare del cessate il fuoco è andato perso in seguito alle operazioni distruttive compiute dallo stato turco negli ultimi tre mesi". In effetti, nelle ultime settimane si è registrata una notevole escalation di attacchi da parte delle forze di sicurezza di Ankara contro le roccaforti del Pkk nel sud-est del paese. Nel solo mese di maggio almeno 12 militanti e otto soldati governativi sono rimasti uccisi in combattimento. Sembra che il governo turco abbia deciso di tornare all'attacco in seguito al ritorno in patria di centinaia di guerriglieri del Pkk precedentemente rifugiatisi nel Kurdistan iracheno, dove ancora oggi si trovano almeno 4 mila miliziani. Il Pkk, nel suo comunicato, ha annunciato che da oggi risponderà ad ogni attacco delle forze turche e ha sconsigliato agli stranieri di viaggiare nelle regioni orientali della Turchia. Tra il 1984 e il 1999 la politica turca nel Kurdistan ha causato la morte di oltre 30 mila persone, in maggioranza civili curdi.

IRAN

La Corte Suprema iraniana ha annullato la condanna a morte per apostasia contro l'intellettuale dissidente iraniano Hashem Aghajari. Giornalista, tra gli artefici della rivoluzione islamica del 1979, veterano della guerra con l'Iraq in cui perse anche una gamba, Aghajari e' uno stimato professore di storia all'universita' di Teheran; ed anche se le sue posizioni non sono condivise dai piu' ortodossi nel regime di Teheran, la condanna a morte aveva suscitato l'indignazione anche tra i piu' conservatori. Il discorso incriminato risale all'agosto del 2002: Aghajari aveva fatto un appello al "rinnovamento religioso" dell'islam sciita, esortando a una sorta di "protestantesimo dell'Islam"; e aveva aggiunto che i musulmani "non sono scimmie" e dunque "non dovrebbero seguire ciecamente" i capi religiosi. La sentenza aveva scatenato un'ondata di scioperi e manifestazioni studentesche, al punto che l'ayatollah supremo Ali Khamenei, per evitare che la protesta degenerasse, aveva disposto una revisione del caso e, nel gennaio del 2003, la Corte Suprema aveva ordinato un nuovo processo.

G.R. 13

IRAQ

Almeno quattro epslosioni, forse colpi di mortaio, sono state udite provenire dalla zona verde di Baghdad dove sorge l'ex palazzo presidenziale e che ospita la sede della coalizione, e altre installazioni statunitensi. Dopo venti minuti vi sono state altre deflagrazioni nella stessa zona.Per il momento e' ancora impossibile determinare l'origine delle esplosioni. Sono almeno venticinque le vittime. L'esplosione ha scavato un profondo cratere dinanzi all'entrata della sede dell'Unione Patriottica del Kurdistan. Undici iracheni sono morti e 26 sono rimasti feriti a causa dell'esplosione di un'autobomba nei pressi dell'ingresso di una base militare statunitense nella citta' di Biyi, circa 200 chilometri a nord di Baghdad. A riferirlo sono fonti della sicurezza irachena, precisando un uomo con la barba ha fatto saltare in aria la sua auto, una Bmw di colore nero

Il sunnita Ghazi al-Yawar, primo presidente del dopo-Saddam, guida la tribu' Shammar, una delle piu' importanti dell'Iraq, che comprende 3 milioni di persone, fra sunniti e sciiti. Nativo di Mosul, nel Kurdistan iracheno, ha quaranticinque anni, di cui 15 trascorsi in esilio in Arabia Saudita. Sara' lui a guidare l'Iraq durante il periodo della transizione che, dopo il passaggio di sovranita' il 30 giugno, sfocera' nelle elezioni politiche previste per l'inizio del 2005. La scelta di al-Yawar ha rappresentato l'epilogo di un lungo braccio di ferro tra la coalizione e il Consiglio di governo, un braccio di ferro che si e' concluso con la sconfitta del candidato sostenuto da Washington, Adnan Pachachi, il leader sunnita che era stato ministro degli Esteri negli anni '60, prima dell'avvento al potere di Saddam Hussein. Dopo due giorni di acceso confronto su chi dovesse ricoprire l'incarico, che peraltro ha valenze largamente simboliche, prima e' stata annunciata la nomina di Pachachi e poi, a distanza di pochissimi minuti, fonti del Consiglio di governo hanno chiarito che Pachachi aveva dovuto rinunciare all'incarico perche' ha capito di non essere gradito alla maggioranza dei membri del Consiglio di Governo. E subito dopo e' stata annunciata la designazione di al-Yawar. Tra i primi a congratularsi con al-Yawar sono stati l'inviato dell'Onu, Lakhdar Brahimi, l'uomo che e' stato incaricato di nominare il nuovo governo, e Pachachi stesso. Al-Yawar e' anche presidente di turno del Consiglio di governo iracheno, incarico assunto il 17 maggio scorso, quando in un attentato con un'autobomba a Baghdad uccise il predecessore, Ezzedin Salem. Il neo presidente iracheno ha sempre cercato di rafforzare i rapporti inter-etnici, in particolare con i curdi, e di rispettare la tradizione sciita, cosi' come quella sunnita e quella cristiana. Al-Yawar sara' affiancato dal curdo Rowsch Shways, memmbro del Partito Democratico del Kurdistan (Pdk), e dallo sciita Ibrahim Jaafari, leader del partito al-Dawa, rispettivamente primo e secondo vice-presidenti.

Il Segretario alla Difesa statunitense Donald Rumsfeld visiterà il Bangladesh nel corso del prossimo fine settimana per chiedere al governo di Dhaka di contribuire militarmente alla forza multinazionale in Iraq: è quanto riferisce la stampa locale. L'ambasciata statunitense ed il Ministero degli Esteri del Bangladesh non hanno confermato né smentito la notizia della visita di Rumsfeld, che sabato dovrebbe recarsi comunque a Singapore per partecipare ad un vertice regionale sulla sicurezza. In passato Dhaka si è detta disponibile a contribuire alla forza di stabilizzazione solo su precisa richiesta delle Nazioni Unite. Il Bangladesh è uno dei principali Paesi a fornire uomini e mezzi per le missioni di pace delle Nazioni Unite: attualmente dispiega all'estero 7mila uomini impegnati in dieci missioni diverse.

Di fronte alla sempre piu' complessa situazione in Iraq il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha telefonato ieri al cancelliere Gerhard Schroeder per chiedere l'attivo sostegno della Germania alla risoluzione presentata all'Onu da Washington e Londra. I due leader si sono trovati d'accordo sulla necessità di approvare una "forte risoluzione" a sostegno del nuovo governo iracheno. La settimana scorsa sia Schroeder che il ministro degli esteri tedesco Joschka Fischer avevano sottolineato che la bozza di risoluzione presentata dagli Usa costituisce una buona piattaforma, ma avevano sottolilneato la necessita' di migliorarla

CINA

Stamattina sei cittadini nordcoreani si sono introdotti nell'edificio della scuola tedesca di Pechino nel diperato tentativo di ottenere lo status di rifugiati politici dalla Germania o dalla Corea del Sud. Secondo l'agenzia di stampa sud-coreana Yonhap, il gruppo, composto da giovani tra i venti e i trent'anni, comprende anche una donna. Il fenomeno degli assalti alle ambasciate e ai consolati stranieri inizia due anni fa con l'irruzione di 25 nord-coreani nell'ambasciata spagnola di Pechino; anche la scuola tedesca della capitale e' gia' finita nel mirino di un gruppo di 15 rifugiati nel 2002. Sebbene Pechino non consideri i cittadini nord-coreani rifugiati politici, ma emigranti per motivi economici, di solito le autorità cinesi collaborano con le delegazioni diplomatiche straniere e consentono l'ingresso dei rifugiati in Corea del Sud attraverso un Paese terzo. Le organizzazioni sudcoreane a tutela dei diritti civili riferiscono che sono circa 300.0000 i rifugiati che si nascondono nelle citta' di frontiera tra Cina e Corea del Nord in fuga dalla fame e dalla poverta' del regime di Pyongyang.

G.B.

Il premier britannico Tony Blair ha intenzione di appoggiare la revoca dell'embargo Ue sulla vendita di armi alla Cina, in vigore da 15 anni in seguito al massacro di piazza Tienanmen.La Gran Bretagna si allinea così sulle posizioni di Francia e Germania, desiderose di raggiungere presto una decisione in merito che possa anche essere vincolata ad un miglioramento del rispetto dei diritti umani in Cina. Tuttavia la proposta europea è fortemente contraria alla politica statunitense in materia di forniture belliche a Pechino, specialmente in un periodo in cui l'atteggiamento del governo cinese verso Taiwan, alleata di Washington, si è fatto militarmente più aggressivo. Il Segretario di Stato americano Colin Powell ha infatti minacciato di vietare l'accesso alle tecnologie militari statunitensi a tutti quei Paesi che forniscano armi a Pechino; quanto all'embargo statunitense, esso rimarrà in vigore indipendentemente dall'esito delle elezioni presidenziali del prossimo novembre. Londra però sta cercando di convincere Washington che si tratta di apprensioni infondate. La Francia insiste sul fatto che l'embargo è stato superato dagli attuali rapporti politici ed economici esistenti fra L'Europa e la Cina, mentre l'Amministrazione Bush accusa Parigi di voler beneficiare dell'aumento degli stanziamenti per la Difesa deciso da Pechino in un settore dal quale le aziende statunitensi sono escluse da ogni partecipazione. Critiche anche le organizzazioni umanitarie, secondo le quali sebbene Pechino abbia mostrato una tendenza a voler fare di più per il rispetto dei diritti umani "è ancora presto per ricompensare la Cina con la revoca di un embargo simbolicamente importante", come ha spiegato Alison Roberts, direttrice della Free Tibet Campaign. Bruxelles, da parte sua, crede invece possibile una politica di forniture controllata che permetta di impedire la vendita di armi o sistemi d'arma utilizzabili dal governo di Pechino "per aggressioni esterne o repressioni interne". Le forze armate cinesi contano circa tre milioni di uomini ma con un equipaggiamento spesso obsoleto: per questo Pechino ha deciso di imbarcarsi in un costoso programma di ammodernamento delle tre armi.

PAKISTAN

Nuovi scontri sono scoppiati questa mattina a Karachi fra la polizia e fedeli sciiti che partecipavano ai funerali delle 19 vittime dell'attentato sferrato ieri contro un'affollata moschea sciita della più grande città del Pakistan meridionale. Circa 200 sciiti hanno appiccato il fuoco a tre autobus e ad un edificio che ospita una banca e alcuni negozi nei pressi della moscheA colpita ieri dall'attentato. I poliziotti hanno lanciato gas lacrimogeni contro la folla lungo la maggiore autostrada di Karachi. Temendo scontri fra musulmani sciiti e sunniti, migliaia di poliziotti e di paramilitari erano in massima allerta ed erano anche pronti a sparare.Al momento non ci sono notizie che le forze dell'ordine sarebbero ricorse alle armi. I disordini sono cominciati dopo che un gruppo di rivoltosi sciiti ha lanciato pietre contro la polizia. Il presidente pachistano Pervez Musharraf ha intanto oggi promesso un'azione energica per mettere fine all'ondata di violenza che recentemente ha colpito Karachi. L'esplosione di eri ha provocato anche il ferimento di 42 persone.

GR ore 19.30

Visita Bush, piazza Venezia aperta ai cortei

Piazza Venezia sarà aperta alla manifestazione in occasione della visita di George W. Bush a Roma. Lo ha stabilito oggi la riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, presieduta dal prefetto Achille Serra, accogliendo le indiciazioni arrivate ieri dal ministro dell'interno Pisanu. La riunione, alla quale hanno partecipato il sindaco di Roma, Walter Veltroni, il questore di Roma, Nicola Cavaliere, il comandante provinciale dei carabinieri, Umberto Pinotti e l'assessore alla Sicurezza, Liliana Ferraro, ha stabilito anche di non chiudere nessuna stazione della metropolitana. Le forze dell'ordine, è stato spiegato, non hanno registrato, al momento, alcun messaggio allarmante per quel che riguarda il terrorismo in concomitanza con l'evento del 4 giugno ascoltiamo la corrispondenza di questa mattina con Piero Bernocchi dei Cobas Si è tenuta inoltre oggi pomeriggio alle 15.30 alla metro Colosseo la conferenza stampa di presentazione delle iniziative di protesta contro la visita di Bush a Roma Anche gli studenti del liceo Virgilio di Roma questa mattina hanno manifestato il loro no alla visita di Bush: ascoltiamoli.

ROMA BLINDATA PER LA PARATA E L'ARRIVO DI BUSH Cieli vietati sulla capitale contro il rischio di attacchi terroristici e almeno ottomila uomini impegnati per la sicurezza del presidente e il controllo della citta'. Cosi' Roma si prepara alle parate militari del 2 giugno e all'arrivo del presidente Usa Bush. I vertici delle forze dell'ordine e dei servizi segreti si sono riuniti ieri al Viminale per il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal Ministro dell'Interno Pisanu. E hanno deciso di limitare il sorvolo dello spazio aereo e impiegare un contingente di uomini, da affiancare alle forze disponibili nella capitale. Il divieto di sorvolo è rivolto ai piccoli aerei e prevede la chiusura degli scali di Ciampino e Urbe dal 4 al 5 giugno. Ma il divieto di sorvolo non riguarda i voli di Stato, quelli di emergenza e i voli appositamente autorizzati. Il comitato per l'ordine e la sicurezza ha espresso parere favorevole sulla prosecuzione fino al 31 dicembre 2004 dell' operazione domino, che prevede l'impiego di 4000 unita' delle forze armate a tutela di obiettivi sensibili sull'intero territorio nazionale. In una città ormai da giorni completamente militarizzata il ministro dell'Interno Pisanu trova il tempo di fare batute affermando che saranno garantiti sia la visita di Bush e il diritto dei pacifisti a manifestare... Più complessa la situazione per l' arrivo di Bush A gestire la sicurezza del presidente Usa saranno anche uomini dei servizi e delle forze dell' ordine americane. I percorsi che saranno seguiti da Bush a Roma sono coperti dal massimo riserbo e saranno comunque "blindati" ai massimi livelli.

  • Attraverso l'ambasciata, il Dipartimento di stato americano ha invitato gli americani a roma a "evitare le zone della citta' in cui sono previste le concentrazioni di folla" perche' "ci si aspetta che non tutte le manifestazioni siano pacifiche" e "c'e' il pericolo di violenze". La nota non fa alcun riferimento alla visita del presidente, ma sottolinea che vari gruppi hanno in programma manifestazioni da mercoledi' a sabato.

Ricordiamo che La Festa della Repubblica, è stata indicata più volte come tappa importante delle mobilitazioni 'verso il 4 giugno'. A Roma, il coordinamento Roma Città Aperta alla Pace darà vita all'iniziativa "Ponti tematici" sui ponti pedonali, con eventi di comunicazione, teatro di strada, musica, raccolta firme per il ritiro delle truppe italiane in Iraq. Per le 12 è previsto l'"imbandieramento di pace", ovvero l'esposizione di bandiere della pace su ponte Milvio, ponte Sant'Angelo, ponte Sisto, ponti dell'Isola Tiberina. In particolare, dal ponte Sant'Angelo suonerà una sirena che simulerà un bombardamento aereo, con lancio di fiori nel Tevere per ricordare le vittime di guerra. Per contestare la parata militare che sfilerà in via dei Fori Imperiali, appuntamento alle 9.30 all'incrocio tra via Labicana e via dei Normanni. Il 2 giugno scenderanno in piazza anche i pacifisti di Milano. Nel pomeriggio, in piazza San Babila, è prevista la manifestazione dal titolo "Via le truppe dall'Iraq - Basta occupazione in Palestina". A Bologna, nel corso della mattinata, il Social Forum formerà una catena umana "con simboli di pace" lungo il percorso della parata militare. A Torino, in serata, musica e poesia "al fianco della popolazione irachena" al Teatro Baretti. In piazza anche Mantova, con un presidio mattutino davanti alla Prefettura, e poi Brescia, Novara e Catania. Attac invece propone di celebrare una "Festa Elettronica della Repubblica" inondando di e-mail durante l'intera giornata l'indirizzo della Presidenza del Consiglio. Iniziative sono previste anche per il 3 giugno. A Roma si terrà un presidio davanti all'ambasciata Israeliana (ore 17), in vista dell'anniversario dell'occupazione di Cisgiordania e Gaza, organizzato dalla 'Rete Ebrei contro l'occupazione", e alle ore 19, a Piazza del Pantheon, Die-in. 10.000 civili morti in Iraq. Il Die-in è un'azione di protesta che drammatizza e inscena una <morte collettiva>. A Milano, per tutto il giorno, il locale comitato Fermiamo la Guerra manterrà un presidio informativo in centro con volantinaggio. A Bologna, alle 20, "manifestazione di massa" che terminerà con un sit-in in P.zza Maggiore organizzata dal Tavolo Bolognese contro la guerra. A Torino, presidio antimilitarista in P.zza Castello. Il 4 giugno, giornata clou delle mobilitazioni pacifiste, il tutto si concentrerà nella capitale, con iniziative minori in altri centri. A Roma sono previste "iniziative diffuse" al mattino, alle ore 9,30 a porta S.Paolo, alle ore 11 in piazza Cinecittà sit-in dei lavoratori dell'Istat, Scuole, Inps, Università Tor Vergata, X Municipio . Alle 16 un corteo partirà "da piazza della Repubblica per terminare a Porta San Paolo", dove fino a tardi si terrà un meeting con teatro, interventi e testimonianze. Tutti questi appuntamenti li potete trovare su: www.italy.indymedia.org sotto appuntamenti verso il 4, oppure su www.ilmanifesto.it/bushstop Radio Gap seguira in diretta le manifestazioni del 2 e del 4. Ascoltate 87.900 oppure collegatevi a www.ondarossa.info IRAQ

Le autorità d'occupazione scelgono il presidente, mentre infuria la guerriglia

Ghazi Yawar è stato nominato presidente dell'Iraq dopo che Adnan Pachachi, scelto in un primo momento per lo stesso incarico, aveva rifiutato. Aghazi Yawar 46 anni, ingegnere civile che lasciò l'Iraq nel 1990, nei giorni scorsi era stato indicato come candidato alla presidenza dal consiglio di governo provvisorio iracheno proprio in contrapposizione a Pachachi. Ghazi al-Yawar, sunnita, guida la tribu' Shammar, una delle piu' importanti dell'Iraq, che comprende 3 milioni di persone, fra sunniti e sciiti. Sara' lui a guidare l'Iraq durante il periodo della transizione che, dopo il passaggio di sovranita' il 30 giugno, sfocera' nelle elezioni politiche previste per l'inizio del 2005. Al-Yawar e' anche presidente di turno del Consiglio di governo iracheno, incarico assunto il 17 maggio scorso, quando in un attentato con un'autobomba a Baghdad uccise il predecessore. Il neo presidente iracheno ha sempre cercato di rafforzare i rapporti inter-etnici, in particolare con i curdi, e di rispettare la tradizione sciita, cosi' come quella sunnita e quella cristiana. Al-Yawar sara' affiancato dal curdo Rowsch Shways, memmbro del Partito Democratico del Kurdistan (Pdk), e dallo sciita Ibrahim Jaafari, leader del partito al-Dawa, rispettivamente primo e secondo vice-presidenti.

Pochi minuti dopo la riunione del Consiglio iracheno, nel quale è stato scelto il nuovo presidente del paese e i 2 vicepresidenti, sono avvenute varie, violente esplosioni.

A Baghdad, una serie di esplosioni causate da colpi di mortaio, hanno fatto numerose vittime nella zona verde. Si segnalano numerose esplosioni, di origine incerta: una sarebbe stata provocata da un'autobomba, altre sono riconducibili a colpi di mortaio e granate. L'episodio più grave è stato un attacco nella "zona verde" di Bagdad, presso la sede del principale partito curdo iracheno. Ancora incerto il bilancio delle vittime, secondo il tenente colonnello Usa, Campbell, l'esplosione ha causato la morte di tre persone e il ferimento di altre venti. In precedenza, un agente della polizia irachena, Settar Jabar, aveva detto di aver visto almeno 25 cadaveri. L'attacco ha colpito la sede dell'Unione patriottica del Kurdistan. L'edificio si trova nei pressi del ministero degli Esteri e nella stessa zona dove sono ospitati gli uffici della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Due alte colonne di fumo nero si sono levate dalla zona. I testimoni hanno riferito che dopo una prima serie di violente esplosioni vi sono state altre deflagrazioni, a distanza di circa 20 minuti.

Violenze anche nel nord del paese: undici civili iracheni rimasti uccisi da un attentato kamikaze presso una base militare statunitense nella città di Bayji, 200 kilometri a nord di Baghdad, Almeno 25 i feriti, tutti iracheni secondo le prime testimonianze. L'attentato è avvenuto alle 9,30 locali, le 7,30 in Italia.

Da stamattina quindi il nuovo governo iracheno ha assunto le sue funzioni; poche ore dopo il nuovo Primo Ministro iracheno Iyad Allawi ha dichiarato che l'Iraq ha bisogno dell'aiuto degli Stati Uniti e degli altri Paesi della coalizione per sconfiggere i "nemici dell'Iraq".Intanto nel pomeriggio è stata concordata a Najaf, una tregua di 72 ore tra miliziani di Sadr e le forze della coalizione. I combattimenti nella città vanno avanti da oltre due mesi. La notizia è stata data dal governatore della città. Molti commenti soddisfatti per il nuovo presidente sono arrivati un pò da tutti i capi di stato, soprattutto da Blair e Bush; un telegramma di congratulazioni al nuovo presidente dell' Iraq, e' stato inviato anche dal presidente egiziano, Hosni Nubarak, mentre il segretario della Lega Araba, Amr Mussa, ha espresso apprezzamento per la nomina, sottolineando che Al Yawar e' un patriota iracheno ben conosciuto.

Il generale Sanchez sarà sostituito

Il militare americano più importante in Iraq, generale Ricardo Sanchez, lascerà il comando delle forze USA quest'estate e sarà sostituito dal vice Capo di Stato Maggiore dell'esercito, generale George Casey. I dirigenti del Pentagono hanno dichiarato che la sostituzione di Sanchez non ha nulla a che vedere con lo scandalo degli abusi sui prigionieri ad Abu Ghraib, che era sotto il suo comando. Tuttavia, recentemente il generale e' stato al centro di grosse pressioni sia per quanto riguarda Abu Ghraib (alcuni testimoni hanno dichiarato che Sanchez era al corrente delle torture nel carcere iracheno) sia per il fallimento nel contrastare le insorgenze in varie città irachene, prima tra tutte Falluja.

TURCHIA Dopo cinque anni di tregua, seguita alla cattura del leader curdo Abdullah Ocalan nel 1999, i vertici del Pkk (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) hanno annunciato che oggi, primo giugno, termina il cessate il fuoco. "Questo perché - si legge nel comunicato - il significato politico e militare del cessate il fuoco è andato perso in seguito alle operazioni distruttive compiute dallo stato turco negli ultimi tre mesi". In effetti, nelle ultime settimane si è registrata una notevole escalation di attacchi da parte delle forze di sicurezza di Ankara contro le roccaforti del Pkk nel sud-est del paese. Nel solo mese di maggio almeno 12 militanti e otto soldati governativi sono rimasti uccisi in combattimento. Sembra che il governo turco abbia deciso di tornare all'attacco in seguito al ritorno in patria di centinaia di guerriglieri del Pkk precedentemente rifugiatisi nel Kurdistan iracheno, dove ancora oggi si trovano almeno 4 mila miliziani. Il Pkk, nel suo comunicato, ha annunciato che da oggi risponderà ad ogni attacco delle forze turche e ha sconsigliato agli stranieri di viaggiare nelle regioni orientali della Turchia. Tra il 1984 e il 1999 la politica turca nel Kurdistan ha causato la morte di oltre 30 mila persone, in maggioranza civili curdi.

G.B. : il mercato cinese fa gola, anche per le armi

Il premier britannico Tony Blair ha intenzione di appoggiare la revoca dell'embargo Ue sulla vendita di armi alla Cina, in vigore da 15 anni in seguito al massacro di piazza Tienanmen.La Gran Bretagna si allinea così sulle posizioni di Francia e Germania, desiderose di raggiungere presto una decisione in merito che dicono dovrebbe essere vincolata ad un miglioramento del rispetto dei diritti umani in Cina. Tuttavia la proposta europea è fortemente contraria alla politica statunitense in materia di forniture belliche a Pechino, specialmente in un periodo in cui l'atteggiamento del governo cinese verso Taiwan, alleata di Washington, si è fatto militarmente più aggressivo. Il Segretario di Stato americano Colin Powell ha infatti minacciato di vietare l'accesso alle tecnologie militari statunitensi a tutti quei Paesi che forniscano armi a Pechino; quanto all'embargo statunitense, esso rimarrà in vigore indipendentemente dall'esito delle elezioni presidenziali del prossimo novembre. L'Amministrazione Bush accusa Parigi di voler beneficiare dell'aumento degli stanziamenti per la Difesa deciso da Pechino in un settore dal quale le aziende statunitensi sono escluse da ogni partecipazione. Critiche anche le organizzazioni umanitarie, secondo le quali sebbene Pechino abbia mostrato una tendenza a voler fare di più per il rispetto dei diritti umani "è ancora presto per ricompensare la Cina con la revoca di un embargo simbolicamente importante", come ha spiegato Alison Roberts, direttrice della Free Tibet Campaign.

  • Le forze armate cinesi contano circa tre milioni di uomini ma con un equipaggiamento spesso obsoleto: per questo Pechino ha deciso di imbarcarsi in un costoso programma di ammodernamento delle tre armi.

BRASILE

Sono almeno 34 i cadaveri rinvenuti all’interno del penitenziario di Benfica dove ieri in serata si è conclusa una violenta rivolta carceraria durata 62 ore. Secondo quanto riportano le agenzie dopo un tentativo di fuga parzialmente riuscito - 15 gli evasi – sabato all’alba centinaia di detenuti si sono rivoltati prendendo in ostaggio 26 persone. I negoziati avviati con le autorità, interrotti domenica sera dopo l’uccisione di una guardia carceraria tenuta prigioniera, sono ripresi ieri per concludersi con la resa dei reclusi. Secondo gli inquirenti, la ribellione è stata guidata da alcuni membri del famigerato ‘Comando Vermelho’, la più grande organizzazione criminale di Rio de Janeiro. Le squadre speciali afermano di aver trovato i cadaveri carbonizzati quando sono entrate nell'edificio.

ARGENTINA: PATAGONIA: GIUDICE CONDANNA MAPUCHE A RESTITUZIONE TERRA

I circa 500 ettari di terra occupati nell’agosto del 2002 da una coppia di indigeni mapuche nella fattoria di Leleque, in Patagonia, appartengono alla ‘Compañía de Tierras Sud Argentino’ e devono esserle restituiti: così ha deciso il giudice Jorge Eyo di Esquel(1.600 chilometri a sud di Buenos Aires) dando ragione alla società che gestisce nel Paese sudamericano 900.000 ettari di proprietà della famiglia Benetton. “Ora il governo nazionale e quello provinciale dovranno cercare di risolvere i problemi di alloggio della comunità mapuche. Noi siamo un’impresa che fornisce soprattutto posti di lavoro nella regione” ha detto al quotidiano ‘La Nación’ Alberto Mazzucchelli, portavoce e dirigente della ‘Compañía’ dopo la sentenza. La settimana scorsa, lo stesso giudice aveva assolto i due mapuche Rosa Rúa Nahuelquir e Atilio Curiñanco, protagonisti della vicenda, creando forti aspettative per un esito finale favorevole agli indigeni. La coppia ha sempre sostenuto di essersi insediata su un appezzamento appartenente ai propri avi e consegnatogli dall’Istituto di colonizzazione della provincia di Chubut. I contenziosi tra gli indigeni mapuche e i possidenti terrieri in Patagonia non sono nuovi, ma finora la magistratura si è sempre pronunciata a favore di questi ultimi.

Italia

Piazza Loggia, assolti ex legali Zorzi da accusa favoreggiamento Assolti per non aver commesso il fatto. Gli ex legali di Delfo Zorzi, Antonio Franchini di Venezia e Lodovico Mangiarotti di Milano, sono stati assolti oggi dall'accusa di favoreggiamento dell'ex ordinovista veneto, attualmente in Giappone. Il reato, secondo la Procura di Brescia, che aveva chiesto due anni e quattro mesi di carcere per entrambi, sarebbe stato commesso nell'ambito dell'inchiesta sulla strage di piazza della Loggia. Oggi, il giudice Carlo Zaza, al termine del processo celebrato con rito abbreviato, ha assolto Franchini e Mangiarotti dall'accusa di aver indotto l'ex pentito e indagato per la strage, Martino Siciliano, a scrivere, dietro il versamento di una somma di denaro, un memoriale in cui venivano ridimensionate le responsabilità di Zorzi.

Niente spazio sui giornali per l'incidente causato dalla polizia a Brescia

Non trova alcuno spazio sui giornali nazionali di oggi l'incidente causato ieri a Brescia dal furgone del servizio d'ordine di Berlusconi. Legato alla visita di Berlusconi il grave incidente di ieri rischia di concludersi in tragedia: un furgone carico di poliziotti del servizio d'ordine di Berlusconi ha travolto una pensilina dell'autobus in via Spalti San Marco. Quattro le persone rimaste ferite, due in modo grave. Si tratta di una donna 40enne ricoverata in fin di vita all'ospedale civile di Brescia, e di un 30enne ricoverato anch’egli in gravi condizioni. Altri due ragazzi sono rimasti feriti ma non in modo grave. Nonostante non ci fosse alcuna ragione legata a motivi di sicurezza, le camionette transitavano ad alta velocità e sono addirittura passate con il rosso ad un semaforo: una di esse ha urtato un’auto che transitava col verde, sbandando e travolgendo la pensilina. Gli unici giornali a parlarne sono stati i quotidiani locali di brescia. Trovate la notizia su radiondadurto.org

Asti: 50 telecamere contro la criminalita' Presto saranno installate 50 telecamere ad Asti e sulle piu' importanti strade della provincia per contrastare la microcriminalita'. Lo ha deciso la Giunta provinciale. Le telecamere saranno collegate alle sale operative delle forze dell'ordine. Ve ne saranno sulle strade che da Asti portano ad Alessandria, Casale, Torino, Savona e Alba. Altre saranno montate nei Comuni di Moncalvo, Nizza Monferrato, Canelli, San Damiano, Costigliole. L'operazione costera' 234 mila euro.

Sviluppo: lo misura il Quars

  • Il rapporto di "Sbilanciamoci!" mette da parte il Pil e punta sull'indicatore Quars che misura la "qalità regionale dello sviluppo" Si chiama Quars, "Qualita' regionale dello sviluppo" ed è un indicatore che misura ciò che il Pil non è in grado di rilevare: lo stato dell'ambiente, l'equita' nella distribuzione delle risorse, lo sviluppo umano e la qualita' sociale. L'indice è stato messo a punto dagli organizzatori della campagna 'Sbilanciamoci!', promossa da 35 organizzazioni della societa' civile, che da alcuni anni analizza gli orientamenti di politica economica che emergono dalla Finanziaria e sviluppa proposte alternative sostenibili su come usare la spesa pubblica per la societa', l'ambiente e la pace.

Oggi a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, e' stato presentato il II rapporto di 'Sbilanciamoci!' sulla qualita' dello sviluppo locale nel nostro Paese dal titolo 'Come si vive in Italia: qualita' sociale, diritti umani, ambiente, politiche pubbliche regione per regione'. Nella classifica stilata dal rapporto il Trentino Alto Adige si trova al primo posto, anche se ha una cattiva performance in relazione allo sviluppo umano dovuta prevalentemente all'anomalia sul tasso di scolarita' superiore, il piu' basso del paese, giustificato soprattutto dal peculiare sistema di formazione professionale. Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Valle d'Aosta e Umbria, si confermano, come nel precedente rapporto di 'Sbilanciamoci!',regioni ad alta qualita' sociale e media o medio-alta ricchezza. Il Veneto e', ancora una volta, superato dalle Marche. I valori del Pil pro-capite - osserva chi ha steso il rapporto - non indicano necessariamente una migliore qualita' sociale. Certo, tra le ultime cinque regioni nella classifica del Quars, quattro sono tra le piu' povere e questo conferma un divario Nord-Sud che colpisce i redditi cosi' come la qualita' sociale. Ma la Basilicata, sedicesima regione per Pil, e' la dodicesima nel Quars mentre la Sicilia, diciassettesima per Pil pro capite, diviene ultima. Altri dati che saltano agli occhi in negativo sono la posizione della Lombardia, seconda per Pil decima nel Quars, del Piemonte, quinto e ottavo rispettivamente, e del Lazio, dal settimo al tredicesimo posto. Sembra dunque - hanno osservato oggi Martino Mazzoni, che ha organizzato la campagna 'Sbilanciamoci!' e Giulio Marcon, presidente di Lunaria - molto forte la difficolta' di armonizzare lo sviluppo economico e industriale avanzato e la qualita' del benessere individuale e collettivo. Delle 35 organizzazioni che partecipano alla campagna 'Sbilanciamoci' ci sono anche l'Arci, Antigone, i Beati costruttori di pace, Cittadinanzattiva, Legambiente, Mani Tese, la Rete Lilliput, Emergency, il Wwf, la Lila, Pax Christi, Mani Tese, l'Unione degli studenti, l'Unione degli universitari.

040601 (last edited 2008-06-26 09:49:49 by anonymous)