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sintesi di documento (Giangi, 02/05/29)

Il diritto al cibo

UN APPROCCIO ALLO SVILUPPO BASATO SUI DIRITTI

Un approccio alla sicurezza alimentare basato sui diritti ritiene che le persone hanno il diritto fondamentale di non soffrire la fame e considera i beneficiari dello sviluppo non solo individui passivi ma partecipanti attivi. Allo Stato va chiesto di fare tutto il possibile per assicurare alle persone un accesso fisico ed economico, in qualsiasi momento, a una alimentazione sufficiente, nutriente e sicura per condurre una vita sana e attiva. Inoltre il cibo non dovrebbe essere usato per esercitare pressioni politiche o economiche attraverso, per esempio, l'embargo sugli alimenti o bloccando i convogli umanitari. Prestare attenzione ai diritti umani è anche un vero approccio allo sviluppo. Le ricerche mostrano un collegamento tra la libertà civile e politica e la crescita economica. Il diritto internazionale riconosce ad ognuno il diritto fondamentale di non soffrire la fame, e in 22 paesi (Bolivia, Brasile, Colombia, Cuba, Repubblica Dominicana, Ecuador, Guatemala, Haiti, Nicaragua, Paraguay, Congo, Etiopia, Malawi, Nigeria, Sudafrica, Uganda, Ucraina, Bangladesh, India, Iran, Pakistan, Sri Lanka) il diritto al cibo è stato incluso nella costituzione, per tutti i cittadini o per i bambini in particolare. Sfortunatamente nessun paese ha ancora istituito misure legislative specifiche per implementare questo diritto. Le leggi dovrebbero indirizzarsi verso aree di interesse pubblico come il possesso della terra, accesso all'acqua, livello salariale minimo, sistemi di sicurezza sociale, credito, mercati rurali, produzione alimentare e qualità degli alimenti.

IL RUOLO PRINCIPALE: GOVERNI NAZIONALI

La sicurezza del diritto al cibo comprende molti fattori, dall'accesso alla terra alle opportunità sufficienti per procurarsi un reddito. Il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, entrato in vigore nel 1976, ha assegnato la responsabilità principale ai governi nazionali. Gli impegni degli Stati per i diritti umani operano su tre livelli: - Non deve interferire con la vita dell'individuo. - Stabilire regole sull'igiene alimentare, gli standard qualitativi e di etichettatura, le condizioni di lavoro e il possesso della terra; agire contro la creazione di monopoli e contro i privati che negano alle persone la possibilità di procurarsi una alimentazione adeguata e sicura. - Identificare i gruppi vulnerabili e migliorare l'accesso alle risorse per la produzione di cibo o di reddito. Può essere necessaria l'assistenza diretta per assicurare almeno la sopravvivenza della popolazione.

Dichiarazione di Roma sulla sicurezza alimentare mondiale, 1996 "Noi, Capi di Stato e di Governo, riaffermiamo il diritto di ogni persona ad avere accesso ad alimenti sani e nutrienti, in accordo con il diritto ad una alimentazione appropriata e con il diritto fondamentale di ogni essere umano di non soffrire la fame"

Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, 1966 "I Paesi facenti parte del Patto riconoscono il diritto di ognuno ad un adeguato standard di vita ... incluso il cibo adeguato ... e convengono di intraprendere azioni appropriate per realizzare questo diritto". (Articolo 11)

Dichiarazione universale sui diritti dell'uomo, 1948 "Ognuno ha il diritto ad uno standard di vita adeguato per la salute e benessere propri e della propria famiglia, incluso il cibo..." (Articolo 25)

Il diritto al cibo, non cibo gratuito L'assistenza alimentare diretta viene richiesta principalmente nelle emergenze, come i disastri naturali o le guerre. Quando un paese non può affrontare questa necessità con le proprie risorse, lo Stato deve chiedere l'assistenza internazionale.

GUERRA: UNA VIOLAZIONE Il conflitto armato viola il diritto al cibo distruggendo raccolti, stock alimentari, bestiame e attrezzature agricole. La FAO ha calcolato che negli ultimi tre decenni la guerra ha avuto un costo di 4.300 milioni di dollari all'anno; quanto basta per tirar fuori 330 milioni di persone dall'elenco dei sottoalimentati. In Rwanda, nel 1995, la guerra ha disperso tre agricoltori su quattro e dimezzato i raccolti. In Afghanistan circa 700 km quadrati del paese sono minati, riducendo così drasticamente la coltivazione e uccidendo o ferendo 300 persone ogni mese.

Diritto_al_cibo_(doc._FAO) (last edited 2008-06-26 09:48:53 by anonymous)