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Abbiamo appreso dal resoconto della due giorni dei fori sociali a Roma che,
finalmente, anche all'interno delle discussioni plenarie del movimento ci
si sta rendendo conto dell'importanza di dotarsi di strumenti di
comunicazione ed informazione efficaci. Da circa un anno come gruppo
comunicazione all'interno del movimento dei movimenti abbiamo cercato di
mettere in rete strategie ed esperienze per migliorare un lavoro che
quotidianamente ci vede impegnati nei nostri ambiti locali affinché le
tematiche e le ragioni di questo movimento raggiungano settori sempre più
ampi di opinione pubblica, sensibilizzando, creando coscienza dei problemi.
Al tempo stesso abbiamo cercato di favorire la comunicazione all'interno
del movimento, tra i suoi percorsi e le diverse anime, cercando di
costruire reti di relazione e partecipazione improntate alla massima
orizzontalità e democraticità possibile. L'abbiamo fatto rendendoci rete a
nostra volta all'interno di un panorama di soggetti che nel loro piccola,
tra mille difficoltà ed in maniera informale cerca di fare ogni giorno
questo lavoro. Crediamo che sia l'unica condizione possibile per un
movimento che vuole costruire davvero un altro mondo possibile e per ogni
tipo di informazione e comunicazione che vuole definirsi indipendente e
sociale.
Con questa visione del mondo abbiamo cominciato un percorso a Genova due
anni fa e ci siamo impegnati all'interno del media center del Forum
Sociale Europeo di Firenze e in tutti gli ambiti di comunicazione lì
convenuti, abbiamo approfondito le tematiche sulla comunicazione così
strettamente collegate al modello sociale, politico ed economico che questo
movimento contesta all'interno di seminari e workshop, abbiamo impegnato
risorse, competenze ed energie nella cura del sito ufficiale dell'evento
come di tutti gli altri strumenti (giornali, radio, tv, ecc.) che sono
stati importanti per informare e documentare di un evento così
straordinario, creando ponti di collegamento essenziali oggi che
l'attenzione e la discussione si sposta sempre più a livello europeo e
mondiale. Noi crediamo che tutto questo patrimonio progettuale ed ideale
debba trovare una centralità ed una attenzione rinnovata da parte del
movimento e degli spazi di discussione al suo interno per almeno due motivi:
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1) è sotto gli occhi di tutti l'ignobile campagna repressiva e
criminalizzante attuata nei confronti di ogni forma di dissenso in questo
paese. Una campagna che vorrebbe riscrivere la storia del G8, delle
responsabilità chi di ha scatenato le vere violenze in piazza Alimonda come
alle scuole Diaz/Pascoli, a partire dall'insabbiamento del processo per
l'omicidio Giuliani e con agli arresti di Cosenza e Genova. Ma di questo
scenario fanno parte anche episodi che meriterebbero non meno attenzione
come il costante tentativo di imbavagliare ogni forma indipendente di
informazione, dalle disposizioni di legge sempre più economicamente
restrittive su canoni e concessioni fino alla eclatante chiusura di
Telefabbrica a Termini Imerese (in base all'art. 195 della legge Mammì, che
ha permesso l'affermazine imprenditoriale dell'attuale presidente del
Consiglio), dalla criminalizzazione di forme di protesta come il Netstrike
al boicottaggio di forme di autorganizzazione come il software libero,
dalla battaglia sull'accesso ai saperi e al copyright fino alle
intimidazioni personali e agli arresti per giornaliste e giornalisti
indipendenti.
Abbiamo appreso dal resoconto della due giorni dei fori sociali a Roma che, finalmente, anche all'interno delle discussioni plenarie del movimento ci si sta rendendo conto dell'importanza di dotarsi di strumenti di comunicazione ed informazione efficaci. Da circa un anno come gruppo comunicazione all'interno del movimento dei movimenti abbiamo cercato di mettere in rete strategie ed esperienze per migliorare un lavoro che quotidianamente ci vede impegnati nei nostri ambiti locali affinché le tematiche e le ragioni di questo movimento raggiungano settori sempre più ampi di opinione pubblica, sensibilizzando, creando coscienza dei problemi.
Al tempo stesso abbiamo cercato di favorire la comunicazione all'interno del movimento, tra i suoi percorsi e le diverse anime, cercando di costruire reti di relazione e partecipazione improntate alla massima orizzontalità e democraticità possibile. L'abbiamo fatto rendendoci rete a nostra volta all'interno di un panorama di soggetti che nel loro piccola, tra mille difficoltà ed in maniera informale cerca di fare ogni giorno questo lavoro. Crediamo che sia l'unica condizione possibile per un movimento che vuole costruire davvero un altro mondo possibile e per ogni tipo di informazione e comunicazione che vuole definirsi indipendente e sociale.
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2) nonostante questo, l'informazione indipendente è stata decisa a Genova
come a Firenze per aprire spazi di discussione da rilanciare nell'ambito di
una lotta di civiltà e democrazia proprio mentre settori occulti del paese
vorrebbero schiacciare con la repressione e nel cliché del sovversivismo,
un movimento che con la scelta strategia di portare avanti insieme i temi
dei lavori, dei migranti, dei diritti, dell'ambiente, sta riuscendo a
promuovere nel paese un altra idea di società possibile.
Con questa visione del mondo abbiamo cominciato un percorso a Genova due anni fa e ci siamo impegnati all'interno del media center del Forum Sociale Europeo di Firenze e in tutti gli ambiti di comunicazione lì convenuti, abbiamo approfondito le tematiche sulla comunicazione così strettamente collegate al modello sociale, politico ed economico che questo movimento contesta all'interno di seminari e workshop, abbiamo impegnato risorse, competenze ed energie nella cura del sito ufficiale dell'evento come di tutti gli altri strumenti (giornali, radio, tv, ecc.) che sono stati importanti per informare e documentare di un evento così straordinario, creando ponti di collegamento essenziali oggi che l'attenzione e la discussione si sposta sempre più a livello europeo e mondiale. Noi crediamo che tutto questo patrimonio progettuale ed ideale debba trovare una centralità ed una attenzione rinnovata da parte del movimento e degli spazi di discussione al suo interno per almeno due motivi:
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Di fronte a questo scenario crediamo sia importante rilanciare una
discussione ampia e plurale che concepisca la risorsa informazione come un
bene che insieme dobbiamo costruire e tutelare e che si colloca,
strategicamente, all'interno di un percorso molto più complesso e
approfondito dell'impegno a costruire un sito italiano per i social forum.
Un percorso che in molti hanno già avviato parallelamente e che crediamo
sia utile promuovere in rete, con tutte le esperienze già fatte. Per questo
esiste già una mailing list [DATI] e la proposta di una scadenza comune
l'11 Gennaio a [DATI] per parlarne insieme.
 1) è sotto gli occhi di tutti l'ignobile campagna repressiva e criminalizzante attuata nei confronti di ogni forma di dissenso in questo paese. Una campagna che vorrebbe riscrivere la storia del G8, delle responsabilità chi di ha scatenato le vere violenze in piazza Alimonda come alle scuole Diaz/Pascoli, a partire dall'insabbiamento del processo per l'omicidio Giuliani e con agli arresti di Cosenza e Genova. Ma di questo scenario fanno parte anche episodi che meriterebbero non meno attenzione come il costante tentativo di imbavagliare ogni forma indipendente di informazione, dalle disposizioni di legge sempre più economicamente restrittive su canoni e concessioni fino alla eclatante chiusura di Telefabbrica a Termini Imerese (in base all'art. 195 della legge Mammì, che ha permesso l'affermazine imprenditoriale dell'attuale presidente del Consiglio), dalla criminalizzazione di forme di protesta come il Netstrike al boicottaggio di forme di autorganizzazione come il software libero, dalla battaglia sull'accesso ai saperi e al copyright fino alle intimidazioni personali e agli arresti per giornaliste e giornalisti indipendenti.

 2) nonostante questo, l'informazione indipendente è stata decisa a Genova come a Firenze per aprire spazi di discussione da rilanciare nell'ambito di una lotta di civiltà e democrazia proprio mentre settori occulti del paese vorrebbero schiacciare con la repressione e nel cliché del sovversivismo, un movimento che con la scelta strategia di portare avanti insieme i temi dei lavori, dei migranti, dei diritti, dell'ambiente, sta riuscendo a promuovere nel paese un altra idea di società possibile.

Di fronte a questo scenario crediamo sia importante rilanciare una discussione ampia e plurale che concepisca la risorsa informazione come un bene che insieme dobbiamo costruire e tutelare e che si colloca, strategicamente, all'interno di un percorso molto più complesso e approfondito dell'impegno a costruire un sito italiano per i social forum.
Un percorso che in molti hanno già avviato parallelamente e che crediamo sia utile promuovere in rete, con tutte le esperienze già fatte. Per questo esiste già una mailing list [DATI] e la proposta di una scadenza comune l'11 Gennaio a [DATI] per parlarne insieme.

Marco Trotta:

Abbiamo appreso dal resoconto della due giorni dei fori sociali a Roma che, finalmente, anche all'interno delle discussioni plenarie del movimento ci si sta rendendo conto dell'importanza di dotarsi di strumenti di comunicazione ed informazione efficaci. Da circa un anno come gruppo comunicazione all'interno del movimento dei movimenti abbiamo cercato di mettere in rete strategie ed esperienze per migliorare un lavoro che quotidianamente ci vede impegnati nei nostri ambiti locali affinché le tematiche e le ragioni di questo movimento raggiungano settori sempre più ampi di opinione pubblica, sensibilizzando, creando coscienza dei problemi. Al tempo stesso abbiamo cercato di favorire la comunicazione all'interno del movimento, tra i suoi percorsi e le diverse anime, cercando di costruire reti di relazione e partecipazione improntate alla massima orizzontalità e democraticità possibile. L'abbiamo fatto rendendoci rete a nostra volta all'interno di un panorama di soggetti che nel loro piccola, tra mille difficoltà ed in maniera informale cerca di fare ogni giorno questo lavoro. Crediamo che sia l'unica condizione possibile per un movimento che vuole costruire davvero un altro mondo possibile e per ogni tipo di informazione e comunicazione che vuole definirsi indipendente e sociale.

Con questa visione del mondo abbiamo cominciato un percorso a Genova due anni fa e ci siamo impegnati all'interno del media center del Forum Sociale Europeo di Firenze e in tutti gli ambiti di comunicazione lì convenuti, abbiamo approfondito le tematiche sulla comunicazione così strettamente collegate al modello sociale, politico ed economico che questo movimento contesta all'interno di seminari e workshop, abbiamo impegnato risorse, competenze ed energie nella cura del sito ufficiale dell'evento come di tutti gli altri strumenti (giornali, radio, tv, ecc.) che sono stati importanti per informare e documentare di un evento così straordinario, creando ponti di collegamento essenziali oggi che l'attenzione e la discussione si sposta sempre più a livello europeo e mondiale. Noi crediamo che tutto questo patrimonio progettuale ed ideale debba trovare una centralità ed una attenzione rinnovata da parte del movimento e degli spazi di discussione al suo interno per almeno due motivi:

  • 1) è sotto gli occhi di tutti l'ignobile campagna repressiva e criminalizzante attuata nei confronti di ogni forma di dissenso in questo paese. Una campagna che vorrebbe riscrivere la storia del G8, delle responsabilità chi di ha scatenato le vere violenze in piazza Alimonda come alle scuole Diaz/Pascoli, a partire dall'insabbiamento del processo per l'omicidio Giuliani e con agli arresti di Cosenza e Genova. Ma di questo scenario fanno parte anche episodi che meriterebbero non meno attenzione come il costante tentativo di imbavagliare ogni forma indipendente di informazione, dalle disposizioni di legge sempre più economicamente restrittive su canoni e concessioni fino alla eclatante chiusura di Telefabbrica a Termini Imerese (in base all'art. 195 della legge Mammì, che ha permesso l'affermazine imprenditoriale dell'attuale presidente del Consiglio), dalla criminalizzazione di forme di protesta come il Netstrike al boicottaggio di forme di autorganizzazione come il software libero, dalla battaglia sull'accesso ai saperi e al copyright fino alle intimidazioni personali e agli arresti per giornaliste e giornalisti indipendenti. 2) nonostante questo, l'informazione indipendente è stata decisa a Genova come a Firenze per aprire spazi di discussione da rilanciare nell'ambito di una lotta di civiltà e democrazia proprio mentre settori occulti del paese vorrebbero schiacciare con la repressione e nel cliché del sovversivismo, un movimento che con la scelta strategia di portare avanti insieme i temi dei lavori, dei migranti, dei diritti, dell'ambiente, sta riuscendo a promuovere nel paese un altra idea di società possibile.

Di fronte a questo scenario crediamo sia importante rilanciare una discussione ampia e plurale che concepisca la risorsa informazione come un bene che insieme dobbiamo costruire e tutelare e che si colloca, strategicamente, all'interno di un percorso molto più complesso e approfondito dell'impegno a costruire un sito italiano per i social forum. Un percorso che in molti hanno già avviato parallelamente e che crediamo sia utile promuovere in rete, con tutte le esperienze già fatte. Per questo esiste già una mailing list [DATI] e la proposta di una scadenza comune l'11 Gennaio a [DATI] per parlarne insieme.

Firmano

LetteraAperta (last edited 2008-06-26 09:48:59 by anonymous)