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Marco Trotta: Abbiamo appreso dal resoconto della due giorni dei fori sociali a Roma che, finalmente, anche all'interno delle discussioni plenarie del movimento ci si sta rendendo conto dell'importanza di dotarsi di strumenti di comunicazione ed informazione efficaci.
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Abbiamo appreso dal resoconto della due giorni dei fori sociali a Roma che, finalmente, anche all'interno delle discussioni plenarie del movimento ci si sta rendendo conto dell'importanza di dotarsi di strumenti di comunicazione ed informazione efficaci.
Da più di un anno, come gruppo comunicazione, abbiamo agito per creare Movimento aprendo canali di comunicazione accessibili al maggior numero di persone, certi che il nostro compito non debba limitarsi a "comunicare"decisioni già prese, ma rendere possibili processi di discussione e di decisione condivisa.
Da circa un anno come gruppo comunicazione nazionale (nato all'assemblea nazionale alla Leopolda nel novembre 2001), SF e gruppi comunicazione locali all'interno del movimento dei movimenti abbiamo cercato di mettere in rete strategie ed esperienze per migliorare un lavoro che quotidianamente ci vede impegnati nei nostri ambiti locali affinché le tematiche e le ragioni di questo movimento raggiungano settori sempre più ampi di opinione pubblica, sensibilizzando, creando coscienza dei problemi.

Al tempo stesso abbiamo lavorato alla comunicazione *interna*.
Abbiamo dunque agito per creare Movimento aprendo canali di comunicazione accessibili al maggior numero di persone, certi che il nostro compito non debba limitarsi a "comunicare" decisioni già prese, ma rendere possibili processi di discussione e di decisione condivisa.
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Come dicevamo la nostra riflessione non comincia ora.
Da circa un anno come gruppo comunicazione all'interno del movimento dei movimenti, abbiamo cercato di mettere in rete strategie ed esperienze capaci di migliorare e potenziare il lavoro che quotidianamente ci vede impegnati nei nostri ambiti locali, sforzandoci di far giungere le tematiche e le ragioni di questo movimento a settori sempre più ampi di opinione pubblica, sensibilizzando, creando coscienza dei problemi.
Al tempo stesso abbiamo cercato di favorire la comunicazione all'interno del movimento, tra i suoi percorsi e le diverse anime, cercando di costruire reti di relazione e partecipazione improntate alla massima orizzontalità e democraticità possibile.
L'abbiamo fatto rendendoci rete a nostra volta, all'interno di un panorama di soggetti che nella loro parzialità, tra mille difficoltà ed in maniera informale, cercano di fare ogni giorno questo lavoro.
Crediamo che sia l'unica condizione possibile per ogni tipo di informazione e comunicazione che vuole definirsi indipendente e sociale.
Con questa visione del mondo abbiamo cominciato un percorso a Genova, due anni fa, e ci siamo impegnati all'interno del media center del Forum Sociale Europeo di Firenze e in tutti gli ambiti di comunicazione lì convenuti, abbiamo approfondito le tematiche sulla comunicazione così strettamente collegate al modello sociale, politico ed economico che questo movimento contesta all'interno di seminari e workshop, abbiamo impegnato risorse, competenze ed energie nella cura del sito ufficiale dell'evento come di tutti gli altri strumenti (giornali, radio, tv, ecc.) che sono stati importanti per informare e documentare di un evento così straordinario, creando ponti di collegamento essenziali oggi che l'attenzione e la discussione si sposta sempre più a livello europeo e mondiale.
Noi crediamo che tutto questo patrimonio progettuale ed ideale debba trovare una centralità ed una attenzione rinnovata da parte del movimento e degli spazi di discussione al suo interno per almeno due motivi:
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 1) è sotto gli occhi di tutti l'ignobile campagna repressiva e criminalizzante attuata nei confronti di ogni forma di dissenso in questo paese. Una campagna che vorrebbe riscrivere la storia del G8, delle responsabilità chi di ha scatenato le vere violenze in piazza Alimonda come alle scuole Diaz/Pascoli, a partire dall'insabbiamento del processo per l'omicidio Giuliani e con agli arresti di Cosenza e Genova. Ma di questo scenario fanno parte anche episodi che meriterebbero non meno attenzione come il costante tentativo di imbavagliare ogni forma indipendente di informazione, dalle disposizioni di legge sempre più economicamente restrittive su canoni e concessioni fino alla eclatante chiusura di Telefabbrica a Termini Imerese (in base all'art. 195 della legge Mammì, che ha permesso l'affermazine imprenditoriale dell'attuale presidente del Consiglio), dalla criminalizzazione di forme di protesta come il Netstrike al boicottaggio di forme di autorganizzazione come il software libero, dalla battaglia sull'accesso ai saperi e al copyright fino alle intimidazioni personali e agli arresti per giornaliste e giornalisti indipendenti. Con questa visione del mondo abbiamo cominciato un percorso a Genova due anni fa e ci siamo impegnati all'interno del media center del Forum Sociale Europeo di Firenze e in tutti gli ambiti di comunicazione lì convenuti, abbiamo approfondito le tematiche sulla comunicazione così strettamente collegate al modello sociale, politico ed economico che questo movimento contesta all'interno di seminari e workshop, abbiamo impegnato risorse, competenze ed energie nella cura del sito ufficiale dell'evento come di tutti gli altri strumenti (giornali, radio, tv, ecc.) che sono stati importanti per informare e documentare di un evento così straordinario, creando ponti di collegamento essenziali oggi che l'attenzione e la discussione si sposta sempre più a livello europeo e mondiale.
Noi crediamo che tutto questo patrimonio progettuale ed ideale debba trovare una centralità ed una attenzione rinnovata da parte del movimento e degli spazi di discussione al suo interno per diversi motivi:
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 2) nonostante questo, l'informazione indipendente è stata decisa a Genova come a Firenze per aprire spazi di discussione da rilanciare nell'ambito di una lotta di civiltà e democrazia proprio mentre settori occulti del paese vorrebbero schiacciare con la repressione e nel cliché del sovversivismo, un movimento che con la scelta strategia di portare avanti insieme i temi dei lavori, dei migranti, dei diritti, dell'ambiente, sta riuscendo a promuovere nel paese un altra idea di società possibile.
Dopo tutte queste esperienze e per tutte queste ragioni crediamo sia giunto il momento di condividere con voi alcuni degli interrogativi che ci siamo posti durante questo anno di riflessione, forse poco visibile all'esterno, ma intensa e, speriamo, non del tutto inutile.
 a) Crediamo indispensabile, come prima cosa affrontare il nodo comunicazione/informazione, ovvero decidere se quello che chiameremo „metasito‰ dovrà essere concepito come uno strumento di „comunicazione‰, mettendo a disposizione di tutt* mezzi efficienti per comunicare le proprie iniziative/campagne e quindi valorizzare l'esperienza di un Movimento fatto di ricchezze differenti, o se invece dovrà essere un sito di „informazione‰, ovvero un luogo dove mettere a disposizione di tutt* contenuti che vengono giudicati importanti per il funzionamento del Movimento, o utili a difenderne l'immagine.
La differenza non è di poco conto, infatti nel primo caso l'accesso al sito sarebbe diretto e orizzontale, mentre nel secondo caso sarebbe necessario creare una redazione (composta come? Con quale criterio?), darsi delle regole per la pubblicazione (cosa va sul sito e cosa no, ecc.), stabilire delle priorità (prima gli appuntamenti di una grande città? Prima quelli delle reti nazionali che compongono il movimento? ecc.), ecc. con il forte rischio di un, anche involontario, iperprotagosnismo di alcuni soggetti a scapito di altri.
In questo caso, inoltre, il ruolo dei socialforum territoriali sarebbe drasticamente ridimensionato, mentre le persone che si occupano del sito rischierebbero di diventare mere portavoce di decisioni prese altrove.
 1) è sotto gli occhi di tutti l'ignobile campagna repressiva e criminalizzante attuata nei confronti di ogni forma di dissenso in questo paese. Una campagna che vorrebbe riscrivere la storia del G8, delle responsabilità chi di ha scatenato le vere violenze in piazza Alimonda come alle scuole Diaz/Pascoli, a partire dall'insabbiamento del processo per l'omicidio Giuliani e con agli arresti di Cosenza e Genova. Ma di questo scenario fanno parte anche episodi che meriterebbero non meno attenzione come il costante tentativo di imbavagliare ogni forma indipendente di informazione, dalle disposizioni di legge sempre più economicamente restrittive su canoni e concessioni fino alla eclatante chiusura di Telefabbrica a Termini Imerese (in base all'art. 195 della legge Mammì, che ha permesso l'affermazine imprenditoriale dell'attuale presidente del Consiglio), dalla criminalizzazione di forme di protesta come il Netstrike al boicottaggio di forme di autorganizzazione come il software libero, dalla battaglia sull'accesso ai saperi e al copyright fino alle intimidazioni personali e agli arresti per giornaliste e giornalisti indipendenti.
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 b) Fondamentale, secondo noi, è anche confrontarci sul linguaggio. Il metasito deve servire al Movimento dei Movimenti, vale a dire ad un grande insieme di ricchezze e differenze: non rifiutiamo quindi nessun contributo e non sottraiamo alla comunicazione nessuna questione.
Crediamo infatti che neanche il pur importante criterio dell'efficacia politica possa giustificare ineguaglianza nell'accesso all'informazione.
Se c'è ineguaglianza nell'informazione, c'è ineguaglianza nel potere di decisione, e quindi l'efficacia politica ai fini del Movimento è inesistente.
Per noi "Social Forum" significa prima di tutto un modo di fare le cose insieme, fondato su un certo modo molto inclusivo e completo di comunicare.
 2) nonostante questo, l'informazione indipendente è stata decisiva a Genova come a Firenze per aprire spazi di discussione da rilanciare nell'ambito di una lotta di civiltà e democrazia proprio mentre settori occulti del paese vorrebbero schiacciare con la repressione e nel cliché del sovversivismo un movimento che, con la scelta strategia di portare avanti insieme i temi dei lavori, dei migranti, dei diritti, dell'ambiente, sta riuscendo a promuovere nel paese un altra idea di società possibile.
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 3) Ultimo nodo da affrontare, ma non per importanza, è quello relativo alla scelta delle tecnologie da utilizzare per la realizzazione del sito. Non solo, infatti, sarebbe una grave contraddizione del movimento utilizzare software proprietario, magari Front page!, per la realizzazione del sito, ma, ad esempio, la scelta di realizzare un sito statico (che richiede tra l'altro il lavoro a tempo pieno un/una webmaster/mistress, - pagat*? e da chi?) ridurrebbe fortemente, a nostro avviso, la partecipazione orizzontale che è invece una condizione imprescindibile.  3) Crediamo perciò indispensabile, come prima cosa affrontare il nodo comunicazione/informazione, ovvero decidere se quello che chiameremo "metasito" dovrà essere concepito come uno strumento di "comunicazione", mettendo a disposizione di tutt* mezzi efficienti per comunicare le proprie iniziative/campagne e quindi valorizzare l'esperienza di un Movimento fatto di ricchezze differenti, o se invece dovrà essere un sito di "informazione", ovvero un luogo dove mettere a disposizione di tutt* contenuti che vengono giudicati importanti per il funzionamento del Movimento, o utili a difenderne l'immagine.
La differenza non è di poco conto, infatti nel primo caso l'accesso al sito sarebbe diretto e orizzontale, mentre nel secondo caso sarebbe necessario creare una redazione (composta come? Con quale criterio?), darsi delle regole per la pubblicazione (cosa va sul sito e cosa no, ecc.), stabilire delle priorità (prima gli appuntamenti di una grande città? Prima quelli delle reti nazionali che compongono il movimento? ecc.), ecc. con il forte rischio di un, anche involontario, iperprotagosnismo di alcuni soggetti a scapito di altri.
In questo caso, inoltre, il ruolo dei socialforum territoriali sarebbe drasticamente ridimensionato, mentre le persone che si occupano del sito rischierebbero di diventare mere portavoce di decisioni prese altrove.
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Cert* che sia fondamentale rilanciare una discussione ampia e plurale che concepisca la risorsa informazione come un bene che insieme dobbiamo costruire e tutelare e che si colloca, strategicamente, all'interno di un percorso molto più complesso e approfondito dell'impegno a costruire un sito italiano per i social  4) Fondamentale, secondo noi, è anche confrontarci sul linguaggio. Il "metasito" deve servire al Movimento dei Movimenti, vale a dire ad un grande insieme di ricchezze e differenze: non rifiutiamo quindi nessun contributo e non sottraiamo alla comunicazione nessuna questione.
Crediamo infatti che neanche il pur importante criterio dell'efficacia politica possa giustificare ineguaglianza nell'accesso al fare e scambiare informazione.
Se c'è ineguaglianza nell'informazione, c'è ineguaglianza nel potere di decisione, e quindi l'efficacia politica ai fini del Movimento è inesistente.
Per noi "Social Forum" significa prima di tutto un modo di fare le cose insieme, fondato su un certo modo molto inclusivo e completo di comunicare.
Noi consideriamo questo modo un diritto politico fondamentale e vogliamo darlo tutto a tutt*.
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Forum, speriamo che queste poche note, frutto del percorso che in molt* abbiamo già avviato parallelamente, possano essere utili a promuovere in rete, vi invitiamo ad usare la mailing list [DATI] così da arrivare alla scadenza comune dell'11 Gennaio con un forte dibattito alle spalle.  5) Ultimo nodo da affrontare, ma non per importanza, è quello relativo alla scelta delle tecnologie da utilizzare per la realizzazione del sito. Non solo, infatti, sarebbe una grave contraddizione del movimento utilizzare software proprietario, magari Front page!, per la realizzazione del sito, ma, ad esempio, la scelta di realizzare un sito statico (che richiede tra l'altro il lavoro a tempo pieno un/una webmaster/mistress, - pagat*? e da chi?) ridurrebbe fortemente, a nostro avviso, la partecipazione orizzontale che è invece una condizione imprescindibile degli obiettivi di allargamento della politica che ci motivano.
 
Crediamo pertanto sia importante rilanciare una discussione ampia e plurale che concepisca la risorsa informazione e comunicazione come un bene che insieme dobbiamo costruire e tutelare e che si colloca, strategicamente, all'interno di un percorso molto più complesso e approfondito dell'impegno a costruire un sito italiano per i social forum .
Un percorso che in molti hanno già avviato parallelamente e che crediamo sia utile promuovere in rete, con tutte le esperienze già fatte. Per questo esiste già una mailing list [DATI] (da preferirsi senza dubbio a un indirizzo di posta semplice) e la proposta di una scadenza comune l'11 Gennaio a [DATI] per parlarne insieme.
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Firmano
Firmano 

Abbiamo appreso dal resoconto della due giorni dei fori sociali a Roma che, finalmente, anche all'interno delle discussioni plenarie del movimento ci si sta rendendo conto dell'importanza di dotarsi di strumenti di comunicazione ed informazione efficaci.

Da circa un anno come gruppo comunicazione nazionale (nato all'assemblea nazionale alla Leopolda nel novembre 2001), SF e gruppi comunicazione locali all'interno del movimento dei movimenti abbiamo cercato di mettere in rete strategie ed esperienze per migliorare un lavoro che quotidianamente ci vede impegnati nei nostri ambiti locali affinché le tematiche e le ragioni di questo movimento raggiungano settori sempre più ampi di opinione pubblica, sensibilizzando, creando coscienza dei problemi.

Al tempo stesso abbiamo lavorato alla comunicazione *interna*. Abbiamo dunque agito per creare Movimento aprendo canali di comunicazione accessibili al maggior numero di persone, certi che il nostro compito non debba limitarsi a "comunicare" decisioni già prese, ma rendere possibili processi di discussione e di decisione condivisa. La nostra interpretazione di Comunicazione è dunque più vicina al distribuire potere, che all'orientare razionalmente le risorse in cerca di impiego. Riteniamo che questo tipo di comunicazione sia fra l'altro quella propria di un Forum, una piazza, pubblica e senza gerarchie.

Con questa visione del mondo abbiamo cominciato un percorso a Genova due anni fa e ci siamo impegnati all'interno del media center del Forum Sociale Europeo di Firenze e in tutti gli ambiti di comunicazione lì convenuti, abbiamo approfondito le tematiche sulla comunicazione così strettamente collegate al modello sociale, politico ed economico che questo movimento contesta all'interno di seminari e workshop, abbiamo impegnato risorse, competenze ed energie nella cura del sito ufficiale dell'evento come di tutti gli altri strumenti (giornali, radio, tv, ecc.) che sono stati importanti per informare e documentare di un evento così straordinario, creando ponti di collegamento essenziali oggi che l'attenzione e la discussione si sposta sempre più a livello europeo e mondiale. Noi crediamo che tutto questo patrimonio progettuale ed ideale debba trovare una centralità ed una attenzione rinnovata da parte del movimento e degli spazi di discussione al suo interno per diversi motivi:

  • 1) è sotto gli occhi di tutti l'ignobile campagna repressiva e criminalizzante attuata nei confronti di ogni forma di dissenso in questo paese. Una campagna che vorrebbe riscrivere la storia del G8, delle responsabilità chi di ha scatenato le vere violenze in piazza Alimonda come alle scuole Diaz/Pascoli, a partire dall'insabbiamento del processo per l'omicidio Giuliani e con agli arresti di Cosenza e Genova. Ma di questo scenario fanno parte anche episodi che meriterebbero non meno attenzione come il costante tentativo di imbavagliare ogni forma indipendente di informazione, dalle disposizioni di legge sempre più economicamente restrittive su canoni e concessioni fino alla eclatante chiusura di Telefabbrica a Termini Imerese (in base all'art. 195 della legge Mammì, che ha permesso l'affermazine imprenditoriale dell'attuale presidente del Consiglio), dalla criminalizzazione di forme di protesta come il Netstrike al boicottaggio di forme di autorganizzazione come il software libero, dalla battaglia sull'accesso ai saperi e al copyright fino alle intimidazioni personali e agli arresti per giornaliste e giornalisti indipendenti. 2) nonostante questo, l'informazione indipendente è stata decisiva a Genova come a Firenze per aprire spazi di discussione da rilanciare nell'ambito di una lotta di civiltà e democrazia proprio mentre settori occulti del paese vorrebbero schiacciare con la repressione e nel cliché del sovversivismo un movimento che, con la scelta strategia di portare avanti insieme i temi dei lavori, dei migranti, dei diritti, dell'ambiente, sta riuscendo a promuovere nel paese un altra idea di società possibile. 3) Crediamo perciò indispensabile, come prima cosa affrontare il nodo comunicazione/informazione, ovvero decidere se quello che chiameremo "metasito" dovrà essere concepito come uno strumento di "comunicazione", mettendo a disposizione di tutt* mezzi efficienti per comunicare le proprie iniziative/campagne e quindi valorizzare l'esperienza di un Movimento fatto di ricchezze differenti, o se invece dovrà essere un sito di "informazione", ovvero un luogo dove mettere a disposizione di tutt* contenuti che vengono giudicati importanti per il funzionamento del Movimento, o utili a difenderne l'immagine.

La differenza non è di poco conto, infatti nel primo caso l'accesso al sito sarebbe diretto e orizzontale, mentre nel secondo caso sarebbe necessario creare una redazione (composta come? Con quale criterio?), darsi delle regole per la pubblicazione (cosa va sul sito e cosa no, ecc.), stabilire delle priorità (prima gli appuntamenti di una grande città? Prima quelli delle reti nazionali che compongono il movimento? ecc.), ecc. con il forte rischio di un, anche involontario, iperprotagosnismo di alcuni soggetti a scapito di altri. In questo caso, inoltre, il ruolo dei socialforum territoriali sarebbe drasticamente ridimensionato, mentre le persone che si occupano del sito rischierebbero di diventare mere portavoce di decisioni prese altrove.

  • 4) Fondamentale, secondo noi, è anche confrontarci sul linguaggio. Il "metasito" deve servire al Movimento dei Movimenti, vale a dire ad un grande insieme di ricchezze e differenze: non rifiutiamo quindi nessun contributo e non sottraiamo alla comunicazione nessuna questione.

Crediamo infatti che neanche il pur importante criterio dell'efficacia politica possa giustificare ineguaglianza nell'accesso al fare e scambiare informazione. Se c'è ineguaglianza nell'informazione, c'è ineguaglianza nel potere di decisione, e quindi l'efficacia politica ai fini del Movimento è inesistente. Per noi "Social Forum" significa prima di tutto un modo di fare le cose insieme, fondato su un certo modo molto inclusivo e completo di comunicare. Noi consideriamo questo modo un diritto politico fondamentale e vogliamo darlo tutto a tutt*.

  • 5) Ultimo nodo da affrontare, ma non per importanza, è quello relativo alla scelta delle tecnologie da utilizzare per la realizzazione del sito. Non solo, infatti, sarebbe una grave contraddizione del movimento utilizzare software proprietario, magari Front page!, per la realizzazione del sito, ma, ad esempio, la scelta di realizzare un sito statico (che richiede tra l'altro il lavoro a tempo pieno un/una webmaster/mistress, - pagat*? e da chi?) ridurrebbe fortemente, a nostro avviso, la partecipazione orizzontale che è invece una condizione imprescindibile degli obiettivi di allargamento della politica che ci motivano.

Crediamo pertanto sia importante rilanciare una discussione ampia e plurale che concepisca la risorsa informazione e comunicazione come un bene che insieme dobbiamo costruire e tutelare e che si colloca, strategicamente, all'interno di un percorso molto più complesso e approfondito dell'impegno a costruire un sito italiano per i social forum . Un percorso che in molti hanno già avviato parallelamente e che crediamo sia utile promuovere in rete, con tutte le esperienze già fatte. Per questo esiste già una mailing list [DATI] (da preferirsi senza dubbio a un indirizzo di posta semplice) e la proposta di una scadenza comune l'11 Gennaio a [DATI] per parlarne insieme.

Firmano

LetteraAperta (last edited 2008-06-26 09:48:59 by anonymous)