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Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIABR L’IDENTIKIT GIOVANI, COLTI, APPARTENGONO ALLA CLASSE MEDIA I nuovi turisti del sesso Gli italiani in testa alle classifiche. Ottantamila l’anno in cerca di minorenni

NOTIZIE CORRELATE il grafico È giovane, ha poco meno di 30 anni. È tecnologico, scivola nei meandri della Rete come un pesce dentro l’acqua. È di cultura media, non necessariamente con un reddito alto, e ama visitare un po’ tutto il mondo, dal Kenya alla Colombia, dalla Cambogia all’Ucraina. Ed è, sempre più spesso, italiano.

Il nuovo identikit del «turista sessuale con minori » — definizione giuridicamente asettica, che cela l’orrore di due milioni di piccole vite violentate e spezzate per sempre — è un pugno nello stomaco del nostro Paese. Sono oltre 80.000 i viaggiatori che ogni anno lasciano la Penisola per andare a caccia di sesso proibito, con bambini e adolescenti; non solo pedofili (il 3% del totale), ma soprattutto uomini e donne normali. Lo dicono i dati raccolti dall’Ecpat (End Child Prostitution, pornography And Trafficking in children for sexual purposes), una rete internazionale di Ong presente in 70 Paesi. In Italia, Ecpat è attiva dal 1994 (www.ecpat.it). Nel 1998 le sue azioni di lobbying hanno contribuito alla nascita della legge 269 (poi migliorata dalla 38/06), che combatte lo sfruttamento di prostituzione, pornografia e turismo sessuale a danno dei minori, anche quando il fatto è commesso all’estero; è grazie a questa normativa che nel marzo 2007 il veronese Giorgio Sampec è stato condannato a 14 anni di carcere, e nel settembre scorso, a Trento, un 55enne è finito in manette per aver commesso atti sessuali con ragazzine thailandesi e cambogiane tra i 12 e i 16 anni. Nel 2000, infine, Ecpat ha promosso il «Codice di condotta dell’industria italiana del turismo».

Ma nella primavera 2008, per Ecpat Italia è di nuovo allarme rosso. «Negli ultimi anni— spiega il presidente, l’avvocato Marco Scarpati—l’italiano ha scalato pesantemente i primi posti di questa terribile "classifica": se prima in alcuni Paesi eravamo fra le prime 4-5 nazionalità, oggi siamo i più presenti in Kenya (il 24% dei clienti di prostituti/e minorenni è italiano, contro il 38% di "locali"), Repubblica Dominicana, Colombia...». La soglia di attenzione si alza, e si abbassa l’età del turista sessuale, «che non corrisponde più al cliché del "vecchio ricco e bavoso". La media è intorno ai 27 anni, i low cost permettono di spostarsi di più, il Web consente di gestire tutto da soli e di oltrepassare le "dighe" che avevamo cercato di erigere a difesa di questi ragazzi». Come gli accordi con catene alberghiere e tour operator, che in alcuni Paesi vietano l’ingresso in hotel ai minori non accompagnati da un genitore o un tutore. O le alleanze con i tassisti, sguinzagliati a «controllare» i predatori di bambini. «Ma oggi il turista sessuale sa come trovare un autista clandestino, alberghi "senza stelle" e senza formalità, contatti locali che lo aiutino a "cavarsela" in caso di denuncia...». E i nuovi territori di caccia si spingono in luoghi lontani e quasi dimenticati: in Mongolia, per dire, una segnalazione ad Ecpat Italia «ha rivelato l’esistenza di tour operator che organizzano viaggi a sfondo sessuale, presentandoli come battute di pesca sportiva». Tutto online, sfuggente, inafferrabile; intercettare i flussi è complicato e costoso, il materiale si scambia in siti peer-to-peer che come garanzia per l’ingresso richiedono foto del «candidato » impegnato in situazioni hard con minori.

Dai dossier di Ecpat, nati da indagini sul campo e dossier medici, interviste a beach boys e giovanissime jineteras («i ragazzi in genere sono più grandicelli, dai 13 ai 18, per le bambine la fascia è 11-15 anni»), affiora il ritratto «di un italiano turista del sesso che in Kenya, ad esempio, una volta su 2 non vuole il profilattico. In molti poi filmano gli incontri, anche con il cellulare, e li mettono in Rete». C’è poi il mondo inesplorato del turismo sessuale femminile, «fatto di donne dal reddito e livello culturale alti; le mete? Kenya, Gambia, Senegal, ma anche Cuba, Brasile, Colombia» Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

28 marzo 2008. Dieci anni dalla morte di Sole e Baleno

Dieci anni fa morivano Baleno e Sole. Edoardo Massari, detto Baleno, è stato ritrovato impiccato nella sua cella del carcere delle Vallette, a Torino, il 28 marzo 1998. Maria Soledad Rosas, detta Sole, si è impiccata nella casa in cui era agli arresti domiciliari, l’11 luglio dello stesso anno. Entrambi erano accusati - dai giudici torinesi Laudi e Tatangelo - di far parte di una associazione sovversiva e banda armata che negli anni ’90 avrebbe realizzato diversi sabotaggi in Val di Susa, in particolare contro trivelle e cantieri dell’Alta Velocità (alla fine saranno tutti assolti; soltanto il terzo imputato, Silvano, verrà condannato per un reato minore). Da allora, i tentativi di costruire il TAV in Val di Susa hanno trovato l’opposizione di una popolazione insorta a difesa della propria terra. La combattività dei valsusini e di tutti i ribelli che stanno lottando contro questa e altre nocività è il miglior regalo all’amore per la terra, le montagne e la libertà che animava Edoardo e Soledad.

NOTIZIE BREVI

Alcune notizie dei giorni scorsi

22 marzo:Vibo Valentia, operaio resta impigliato in ingranaggio, sno gravi le sue condizioni

Un operaio di 32 anni e' rimasto gravemente ferito in un incidente sul lavoro nel Vibonese. D. G. e' impiegato in un'azienda di lavorazione marmi che ha sede a Filadelfia. Intorno alle 13, mentre stava effettuando alcune operazioni sul macchinario, secondo la ricostruzione dei carabinieri sarebbe rimasto impigliato in un ingranaggio che lo ha trascinato e ha riportato ferite gravi. I colleghi di lavoro hanno allertato immediatamente i soccorsi e l'eliambulanza ha trasportato il ferito all'ospedale di Lamezia Terme dove si trova ricoverato in prognosi riservata.

22 marzo: Genova. Picchia e stupra la propria compagna incinta perche' perda il bambino

E' stata ricostruita oggi la vicenda di A.B., ventiduenne. La ragazza, incinta, aveva raccontato di essere stata picchiata e violentata, ma non aveva voluto dire il nome del colpevole. L'esame medico e radiologico, eseguito all'ospedale Galliera, aveva evidenziato una frattura delle ossa nasali e i segni di una violenza sessuale. Il feto e' risultato morto alcune ore dopo a causa dei traumi subiti, nonostante i tentativi di salvataggio operati dai medici.

Oggi gli investigatori hanno identificato e accusato della violenza il fidanzato della giovane, un ventiduenne nigeriano. Secondo la ricostruzione della polizia il nigeriano, che in questi giorni aveva fatto visita alla donna in ospedale, avrebbe picchiato selvaggiamente e violentato la convivente proprio per impedirle di portare a termine la gravidanza.

ESTERI

Iraq, esercito lancia offensiva a Bassora contro milizie sciite di Al-Sadr

Trentamila soldati iracheni hanno lanciato oggi, prima dell’alba, una massiccia operazione militare nella città meridionale di Bassora. Obiettivo dichiarato da fonti militari irachene: “ripulire” la città dalla milizia sciita dell'Esercito del Mahdi guidato dal leader Moqtada Al-Sadr, attualmente rifugiato a Qom, in Iran. Violentissime battaglie sono in corso nel quartiere di Al-Tamiyah. Si contano già le prime vittime civili: almeno quattro secondo il maggiore Abbas Yussef, ufficiale delle forze di sicurezza irachene nel quartiere di Al-Mauanaa.

Commentando l'offensiva governativa in corso da questa mattina a Bassora, lo sceicco Ahmad al-Ali, portavoce del leader sciita Moqtada al-Sadr, ha dichiarato alla televisione araba Al Jazeera che "la situazione a Bassora è terribile, con decine di vittime e militari iracheni che sparano all'impazzata sui civili". "Resisteremo nei confronti di quest'operazione politica condotta dal governo contro di noi, mascherata da intervento in favore della sicurezza", ha detto al-Ali. "Tutti i partiti politici possono testimoniare che Bassora è sempre stata una città sicura. Per questo non è giustificabile l'assalto compiuto oggi dalle forze di sicurezza in città e in particolare il vasto numero di uomini impiegati contro di noi. Noi a Bassora abbiamo sempre detto di voler collaborare con il governo”, ha aggiunto l’esponente sciita.

Nepal

Oltre cento manifestanti tibetani arrestati a Kathmandu

Oltre cento tibetani sono stati fermati e arrestati oggi dalla polizia nepalese durante una manifestazione di fronte all'ambasciata cinese di Kathmandu, in Nepal. L'Ufficio dell'Alto commissariato per i diritti umani in Nepal (Ohchr-Nepal) ha dichiarato di essere "seriamente preoccupato per gli arresti arbitrari e per la detenzione di diverse centinaia di individui". Sono circa 20 mila i tibetani che vivono in Nepal, principalmente nelle zone di Kathmandu e nell'ovest del Paese.

ISRAELE autorizzerà il dispiegamento di 600 poliziotti palestinesi a jenin

Israele permettera' il dispiegamento di 600 poliziotti palestinesi a Jenin, in Cisgiordania, riferiscono i media israeliani. Il ministro della Difesa Ehud Barak comunichera' domani la sua decisione al primo ministro palestinese Salam Fayyad durante il loro previsto incontro. "Dobbiamo ridurre le restrizioni ai palestinesi quando cio' non entra in conflitto con la nostra difesa, anche al prezzo di un rischio calcolato", ha detto oggi Barak visitando la base militare di Tel Ashomer, presso Tel Aviv.

Cile, un centinaio di rifugiati palestinesi arriverà grazie ad un programma umanitario

Le difficili condizioni di vita della popolazione palestinese che vive nel campo profughi di Al-Tanf, nella zona di confine tra Siria e Iraq, per alcuni resterà solo un brutto ricordo. Entro breve tempo molti profughi rifugiati in questa zona per fuggire dagli orrori della guerra con Israele saranno trasferiti in Cile.

L’iniziativa voluta dall’amministrazione di Santiago in collaborazione con l’Acnur, l’organismo Onu per i rifugiati, due importanti associazioni vicine alla chiesa cattolica e alla Federacion Palestina de Cile, vuole contribuire a dare un futuro alle generazioni di palestinesi, per lo più giovani, che non hanno mai conosciuto pace e tranquillità. Altra importante partner nell’elaborazione del progetto è la comunità palestinese cilena, presente da diversi anni (e in gran numero) in questo Paese, il cui lavoro è indispensabile per l’inserimento sociale dei “nuovi arrivati”. Il primo gruppo composto da una trentina di nuclei familiari, circa un centinaio di persone, potrebbe arrivare nel Paese Sudamericano già nei primi giorni di aprile. Dunque, le dure condizioni ambientali della zona desertica fra Siria e Iraq e la precarietà della vita a cui erano costretti a abituarsi i rifugiati palestinesi resteranno solo un ricordo del passato. “Sono in molti quelli che se ne sono dovuti andare dalla terra di Palestina – racconta Rodrigo Tupper, vicario della Pastoral Social cilena – e si sono dovuti abituare a questa zona arida e terribilmente inospitale. Per questa ragione l’Acnur ha sollecitato la decisione del governo cileno. Una volta approvata dal governo della Bachelet la formula di collaborazione con l’Acnur sono iniziati i lavori di pianificazione del lavoro”.

ITALIA

Incidente oelodotto Aviano_La Spezia.Dopo 10 giorni ancora cherosene nell’acqua

Dopo dieci giorni dall’incidente all’oleodotto militare La Spezia – Aviano i corsi d’acqua sono ancora pieni di cherosene; lo hanno potuto constatare nei giorni scorsi cittadini e giornalisti che hanno partecipato alla conferenza stampa di presentazione delle prossime iniziative sul disastro ambientale provocato dalla struttura militare. Sulla vicenda è calato un imbarazzante silenzio ufficiale; nessuno parla più del distratto ambientale e chi lo fa tenta di minimizzare la portata di un incidente che ha ripercussioni gravissime sul territorio vicentino e sulla falda acquifera più grande del nord Italia: centinaia di litri di cherosene sono finiti nel terreno e nelle acque della zona, provocando un disastro del quale nessuno sa quantificare l’entità.

Alitalia, la parola ai sindacati confederali

Conto alla rovescia per il nuovo incontro con il presidente di Air France Spinetta oggi a Roma.

Intanto i sindacati, dopo il richiamo del premier Prodi per il quale occorre senso di responsabilità, assicurano che non chiederanno cose che non stanno né in cielo né in terra. E' l'opinione di Luigi Angeletti, segretario generale della Uil a Panorama del giorno di Maurizio Belpietro su Canale5. Alitalia è un'azienda pubblica. Il governo è un anno e qualche mese che promette di cederla, ha detto che avrebbe ceduto la compagnia a patto che l'acquirente garantisse un piano industriale che prevedesse il rilancio dell'azienda. E questo lo dobbiamo ancora vedere, anzi vediamo dai piani che ci sono stati presentati non c'è nulla di tutto questo", afferma.

"Air France ha presentato un piano industriale che ridimensiona l'azienda in maniera seria, mette in discussione addirittura l'esistenza o quantomeno lo sviluppo di un aeroporto importante come Malpensa e - continua Angeletti - non ci sembra che ci sia un atteggiamento serio di discutere queste proposte. Si dice che l'opinione dei sindacati è importante per prendere una decisione e nello stesso tempo ci dicono che il piano deve essere accettato punto e basta". Ad Air France "chiederemo cose molte semplici. Che si possa ridiscutere il perimetro aziendale, cioè di quanti dipendenti e di quali settori dell'attuale Alitalia verranno acquisiti da Air France. Seconda questione, vogliamo discutere anche delle rotte, cioè di quanti aerei saranno impegnati. Terzo, ci sembra legittimo che si possa anche discutere che l'abbandono di Malpensa da parte di Air France possa avvenire con sufficiente gradualità in modo che altre compagnie possano rimpiazzare questi voli. Non chiederemo imponibili per quanto riguarda manodopera, non chiederemo cose che non stanno né in cielo né in terra. Chiederemo appunto di modificare quel piano in modo che le prospettive possano essere seriamente credibili per la sopravvivenza della compagnia. E non faremo una questione di italianità".

Belpietro domanda ad Angeletti se non ci sia il rischio che scarichino sul sindacato l'eventuale fallimento della trattativa. "Più che un rischio è un tentativo serio - risponde Angeletti - anche le ultime affermazioni rilevano che se questa trattativa possa andare a finir male, assolutamente non per colpa nostra, si trovi nel sindacato il responsabile. Il governo non solo ci ha tenuto all'oscuro ma adesso tenta di presentarci come i responsabili, inventando anche la storia con la Lufthansa. Con la compagnia tedesca è andata esattamente al contrario. Noi abbiamo avuto dei colloqui con la Luthansa che ci ha anche ringraziato per la nostra disponibilità. Poi ha detto che per altro motivi non poteva presentare un'offerta".

Siparietto


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