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= gRor delle 17.00 = '''Palestina''' E mentre le truppe israeliane rafforzano l'assedio del quartier generale di Yasser Arafat a Ramallah,la muqata e' ora circondato da tre lati. I militari israeliani hanno anche occupato alcuni edifici circostanti, tra cui il ministero della cultura palestinese. Yasser Arafat rimarra' al vertice del potere esecutivo fino a che non sara' creato uno Stato indipendente palestinese. Lo ha deciso in mattinata il Comitato centrale del movimento di al-Fatah, bocciando l'ipotesi che l'anziano leader palestinese venisse affiancato da un primo ministro, come avrebbero voluto i suoi oppositori all'interno del Consiglio Legislativo (il Parlamento) palestinese. La decisione e' di fatto una sconfitta per il segretario del Comitato esecutivo dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP): Mahmud Abas (anche noto come Abu Mazen), considerato il 'vice' di Arafat, che puntava, con l'apoggio di alcuni deputati, all'incarico. La nomina di un capo di governo era spalleggiata da Israele e Stati Uniti, che vorrebbero tagliar fuori Arafat dal dialogo di pace. Israeliani arrestano leader palestinese filo-iracheno. L'esercito israeliano ha arrestato a Ramallah Rakat Salem, il capo del Fronte arabo di liberazione, una organizzazione palestinese filo-irachena. La notizia viene da fonti dei serivizi di sicurezza palestinesi. Israele boccia proposta Blair su stato palestinese. Doccia fredda del governo israeliano sulla proposta lanciata ieri dal premier britannico Tony Blair, favorevole a veder ripartire il negoziato di pace entro la fine dell'anno. Dinanzi ai delegati del partito laburista, Blair ha chiesto una rapida ripresa dei negoziati, che tenga conto del principio 'due popoli, due stati'. Immediata la replica isreliana: a mezzo di un suo portavoce, il governo di Ariel Sharon ha fatto sapere che la proposta non gli piace affatto. Ma ciò che più sembra aver irritato il governo di Tel Aviv è il fatto che Blair abbia chiesto a Israele la stessa cosa chiesta all'Iraq, ossia di rispettare le risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu (l'ultima, dieci giorni fa, sul ritiro immediato dalle città cisgiordane, invase nel giugno scorso). Un'unica parziale giustificazione - dicono gli uomini vicini a Sharon - per l'affondo da loro ritenuto filo-palestinese di Tony Blair: il fatto di aver parlato per tacitare il mondo arabo, irritato dalla crescente minaccia anglo-statunitense contro l'Iraq. '''GERMANIA SU IRAQ''' Il 97% dei tedeschi e' contrario alla partecipazione della Germania a un'eventuale guerra contro l'Iraq e il 95% respinge l'idea americana di un attacco preventivo contro Baghdad: e' un plebiscito senza precedenti quello che emerge da un sondaggio realizzato dall'Istituto Gewis A conferma che la linea pacifista e antiamericana scelta da Gerhard Schroeder e' gradita ai tedeschi, c'e' anche il dato su George Bush: il 52% degli intervistati lo trova antipatico e per il 76% nasconde i veri motivi che lo spingono all'azione contro Saddam. Intanto un portavoce del ministero degli Esteri ha dichiarato che la Germania e' pronta a inviare 11 ispettori in Iraq, se una richiesta in tal senso sara' avanzata dal capo degli ispettori dell'Onu, Hans Blix. Finora a Berlino e' arrivata solo una "concreta richiesta" per tre specialisti di computer, che saranno accordati. '''FRANCIA''' I deputati francesi esaminano da oggi un disegno di legge del governo di centrodestra di Jean-Pierre Raffarin per rendere piu' elastica la legge sulle 35 ore di lavoro settimanali, che fu una delle principali riforme della sinistra battuta alle elezioni presidenziali e legislative della primavera scorsa. Il disegno di legge prevede l'aumento delle ore supplementari legali da 130 a 180 all'anno e una modifica del regime delle ore di riposo a queste associate. La sinistra promette una lotta agguerrita per difendere la legge sulle 35 ore, ma ha poche probabilita' di riuscirci, in un'Assemblea nazionale dominata dall'Unione per la maggioranza presidenziale (Ump), partito conservatore di Jacques Chirac e del primo ministro Raffarin, che conta 365 seggi su 577. '''Nigeria''' Amina non sarà uccisa con la lapidazione. Lo ha assicurato oggi il presidente nigeriano Olusegun Obasanjo in un discorso diffuso alla radio e alla televisione per il 42esimo anniversario dell'indipendenza del Paese. Amina Lawal, 31 anni, condannata alla lapidazione per adulterio, potrà rivolgersi all'Alta Corte, dove "riceverà giustizia", ha detto il presidente. "Non abbiamo mai avuto dubbi del fatto che, qualsiasi verdetto venga pronunciato da un tribunale, la giustizia venga assicurata dalle Corti di appello... - ha detto Obasanjo - Noi comprendiamo pienamente le preoccupazioni dei nigeriani e degli amici della Nigeria, ma non possiamo immaginare un nigeriano lapidato. Non è mai successo e non succederà mai". Il discorso del presidente nigeriano arriva mentre si moltiplicano le pressioni internazionali per salvare la vita di Amina. La protesta ha coinvolto anche il concorso di Miss Mondo, la cui finale si svolgerà proprio in Nigeria. Molti Paesi hanno già deciso per il boicottaggio in nome di Amina: oggi la Spagna ha annunciato il ritiro della propria miss, Lola Alcocer, seguendo l'esempio di Francia, Belgio, Danimarca, Norvegia, Islanda, Svizzera e Costa d'Avorio. Amina è stata condannato in marzo alla lapidazione da una corte di Katsina, una delle province settentrionali che hanno adottato il codice islamico della sharia e deciso di applicarlo strettamente. La donna è stata riconosciuta colpevole di adulterio, per aver concepito una figlia dopo il divorzio e le è stato concessa una sospensione della pena per poter allattare la piccola fino all'età di due anni, ovvero fino al 2004. '''IMMIGRAZIONE''' a cinquanta miglia a sud dall'isola di lampedusa è stato intercettato un gommone di otto metri con su 40 persone di cui 36 palestinesi, un iracheno, un sudanese, un tunisino ed uno della Costa d'Avorio. L'Unità della marina ha ritenuto opportuno caricare i 40 naufraghi per le avverse condizioni del mare. I 40 uomini saranno portati alla capitaneria di porto di Lampedusa e probabilmente da li rispediti nei territori di proveninza. E' uno dei rari casi in cui si parla di migranti palestinesi, che richiedono asilo da una situazione sempre più insostenibile In occasione dell'avvio in commissione Affari costituzionali del decreto Maroni sugli extracomunitari (ASCA) - Roma, 2 ott - Oggi e domani, in occasione dell'avvio dell'esame in commissione Affari costituzionali della Camera del testo emendato dal Senato del decreto Maroni sulla regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari, gli immigrati presiederanno Montecitorio dalle 15 e fino a sera: ne da' notizia Dino Frisullo, segretario dell'associazione Senzaconfine. -Il testo del decreto, con i peggioramenti introdotti dal Governo in Senato - si legge in un comunicato- non sanera' neppure il 20% delle situazioni di lavoro irregolare, lascera' ai prefetti una coda infinita di pratiche per l'assurda 'valutazione dell'inserimento sociale'ai fini della revoca delle espulsioni ed ha gia' prodotto una devastante ondata di licenziamenti, ricatti ed estorsioni da parte dei datori di lavoro, unici titolari del diritto di denunciare i rapporti irregolari-. L'esclusione del lavoro autonomo, -priva inoltre lo stato di un ingente introito fiscale, mentre il blocco degli ingressi legali moltiplica gli ingressi clandestini (ed i naufragi) e abbandonera' all'arbitrio di polizia, al termine della sanatoria, una quota di clandestinita' non molto inferiore all'attuale-. '''Argentina''' Oggi é stata occupata dai lavoratori una grande pizzeria, Imperio, a Villa Crespo, quartiere centrale di Buenos Aires. I padroni, che non pagano l'affitto da mesi e che per anni non hanno versato nulla alle casse pensioni dei lavoratori (ai quali venivano peró regolarmente riscossi i contributi...), stavano per vendere l'attivitá e i possibili compratori avevano giá fatto sapere che avrebbero licenziato tutti i lavoratori (alcuni di loro sono in questa pizzeria, che é un posto frequentato da tutto il quartiere, da 30 anni), chiuso il ristorante e rinnovato tutto il locale. La risposta dei lavoratori é stata quella di formare una cooperativa, occupare il ristorante e autogestirlo. Ora comincia una stagione di resistenza per i 35 lavoratori di Imperio e le loro famiglie: il mese prossimo infatti avrebbe dovuto chiudere la pizzeria e molto probabilmente dovranno confrontarsi con un tentativo di sgombero. Dopo le assemblee, le fabbriche, il supermercato (el Tigre a Rosario), le cliniche, la panetteria....ora l'autogestione in Argentina ha anche il suo ristorante.... |
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GR ORE 9.30
AGGRESSIONE ALL' IRAQ: Accordo raggiunto a Vienna per la ripresa delle ispezioni negli arsenali di Saddam Hussein. Lo ha annunciato il capo degli ispettori Onu, Hans Blix, al quale gli iracheni hanno garantito l'accesso a tutti i siti che gli ispettori vorranno visitare. Le ispezioni potrebbero dunque riprendere entro due settimane. L'accordo Secondo l'accordo raggiunto a Vienna un primo team di ispettori dovrebbe in Iraq entro due settimane. Gli inviati dell'Onu e i delegati iracheni hanno trovato un accordo sul ritorno degli ispettori, sulla base delle risoluzioni dell'Onu già esistenti. Blix ha chiarito che gli ispettori avranno accesso "immediato, senza condizioni e senza restrizioni" ai luoghi sospettati di essere fabbriche di armi, con l'eccezione degli otto siti in cui sorgono i cosiddetti 'palazzi presidenziali', la cui giurisdizione è sottoposta da un accordo separato tra l'Iraq e il segretario generale del'Onu, Kofi Annan. MA L'ACCORDO DI VIENNA E' INACCETTABILE PER POWELL. Da Washington, l'accordo raggiunto a Vienna da Onu ed Iraq e' inaccettabile. Lo ha dichiarato il Segretario di Stato Usa, Colin Powell. Gli Usa si opporranno al ritorno degli ispettori alle condizioni sancite dalle vecchie risoluzioni ed insisteranno a chiederne una nuova e piu' ferma. Secondo gli Stati Uniti gli esperti delle Nazioni Unite agli armamenti non dovranno tornare a Baghdad fino a quando il Consiglio di sicurezza non avra' approvato una nuova risoluzione nella quale sia esplicitato il ricorso alle armi contro l'Iraq nel caso di ogni pur piccola contestazione. In questo modo il segretario di Stato americano Colin Powell ha smorzato gli entusiasmi per l'intesa tra inviati dell'Onu e iracheni trovata ieri nella capitale austriaca: "fino a quando l'esecutivo del Palazzo di Vetro non si sara' pronunciato, gli ispettori non dovranno mettere piede in Iraq, mentre in base al risultato dei negoziati che si sono conclusi oggi, le verifiche dovrebbero partire tra due settimane".
IN MERITO AI CONTRASTI DEGLI USA CON LA GERMANIA, in un'intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt Richard Perle, consigliere del Pentagono, ha affermato che il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder dovrebbe dimettersi per i danni arrecati al rapporto tra Usa e Germania. Il consigliere Perle che ha peraltro precisato che la sua e' un'opinione personale ha fatto intendere che l'aspirazione tedesca ad un seggio permanente al Consiglio di sicurezza dell'Onu e' rimandata alla prossima generazione. Una pesante intimidazione oppure un ricatto, anche se espresso a livello personale.
Intanto l'annuncio dell'accordo di Vienna tra ONU e Iraq ha dato fiato alle Borse ed a Wall Street l'indice balza al + 4,75%
IRAQ: MESSAGGIO DI SADDAM A PRESIDENTE INDONESIA Giacarta, 2 ott. (Adnkronos/Dpa) - Messaggio di Saddam Hussein al presidente indonesiano. Il ministro dell'istruzione iracheno Khaleg Ghafoor ha consegnato a Megawati Sukarnoputri una lettera del rais in cui egli afferma che Baghdad non dispone di armi di distruzione di massa.
KASHMIR: NUOVI ATTENTATI, 7 MORTI E 22 FERITI Nuova Delhi, 2 ott. (Adnkronos) - Continua l'ondata di violenze nel Kashmir. Due attentati di terroristi islamici hanno provocato nelle ultime ore almeno 7 morti e 22 feriti.
CHAPARE: ‘COCALEROS’ SOSPENDONO COLTIVAZIONI FINO A INCONTRO COL GOVERNO FISSATO PER VENERDÌ (STANDARD, POLITICS/ECONOMY) Bolivia Rappresentanti del governo boliviano e delle sei federazioni di ‘cocaleros’ (produttori di coca) del Tropico di Cochabamba si riuniranno nuovamente venerdì prossimo per tentare di scongiurare lo scoppio di un nuovo conflitto nella turbolenta regione del Chapare. Guidati dall’ex candidato presidenziale Evo Morales Ayma, i ‘cocaleros’ hanno infatti accettato di sospendere temporaneamente le coltivazioni fino al delicato incontro. Allo stesso tempo, tuttavia, Morales ha avvertito che se l’esecutivo del presidente Gonzalo Sanchez de Lozada ‘farà orecchie da mercante’ alle loro richieste, utilizzeranno altri ‘metodi di persuasione’. Da parte sua, il governo non ha escluso di indire una ‘pausa’ nelle operazioni di sradicamento delle coltivazioni illegali. Intanto, la cosiddetta ‘Unità mobile per il pattugliamento delle aree rurali’ (Umopar) ha annunciato di aver impedito la produzione di 700 chili di cocaina, smantellando una serie di laboratori clandestini a Yapacaní, nel dipartimento di Santa Cruz. “Nel corso dell’operazione – ha riferito il generale dei reparti speciali anti-droga Edgar Pardo – sono stati distrutti 233mila chili di foglia di coca, proveniente per l’80 per cento dagli Yungas (dove la produzione limitata è legale, n.d.r.) e per il restante 20 per cento dal Chapare”. Nelle installazioni illegali – ha aggiunto Pardo “sono stati tra l’altro rinvenuti oltre 1.500 litri di acido solforico, 18mila litri di gasolio, 546 chili di carbonato di sodio e altrettanti di calce, oltre a 164 chili di permanganato di potassio, necessari alla preparazione della pasta di coca”, prima tappa della preparazione della cocaina. Secondo Pardo, è ormai certo che alcuni narcotrafficanti del dipartimento di Cochabamba abbiano spostato le loro attività criminali a Yapacaní. Per evitare che la coca legale di Yungas sia destinata al narcotraffico, ha concluso il generale, le forze dell’ordine aumenteranno la vigilanza nella regione. (misna)
Argentina, continuano le occupazioni dei luoghi di lavoro
Oggi é stata occupata dai lavoratori una grande pizzeria, Imperio, a Villa Crespo, quartiere centrale di Buenos Aires. I padroni, che non pagano l'affitto da mesi e che per anni non hanno versato nulla alle casse pensioni dei lavoratori (ai quali venivano peró regolarmente riscossi i contributi...), stavano per vendere l'attivitá e i possibili compratori avevano giá fatto sapere che avrebbero licenziato tutti i lavoratori (alcuni di loro sono in questa pizzeria, che é un posto frequentato da tutto il quartiere, da 30 anni), chiuso il ristorante e rinnovato tutto il locale. La risposta dei lavoratori é stata quella di formare una cooperativa, occupare il ristorante e autogestirlo. Ora comincia una stagione di resistenza per i 35 lavoratori di Imperio e le loro famiglie: il mese prossimo infatti avrebbe dovuto chiudere la pizzeria e molto probabilmente dovranno confrontarsi con un tentativo di sgombero.
Dopo le assemblee, le fabbriche, il supermercato (el Tigre a Rosario), le cliniche, la panetteria....ora l'autogestione in Argentina ha anche il suo ristorante....
Cina
Arriva da Pechino la notizia secondo cui funzionari cinesi avrebbero deciso di non accogliere un carico di rifiuti elettronici altamente inquinanti provenienti con ogni probabilità dagli Stati Uniti. Una notizia inusuale, vista l'intensa attività di smaltimento selvaggio adottata dalla Cina in cambio del denaro del mondo (più) ricco.
A quanto pare, questa volta sarebbero state respinte 400 tonnellate di materiale comprendente vecchi computer e macchinari da ufficio, che per due settimane sono rimasti abbandonati in 22 container senza che a nessuno sia stato chiesto cosa farne.
Secondo quanto pubblicato dall'agenzia Xinhua, funzionari di Wenzhou, nella provincia orientale dello Zhejiang, hanno fatto caricare i container su una nave dedicata inviata verso gli Stati Uniti. "Siccome i numeri di telefono e gli indirizzi dei documenti di viaggio sono fasulli - hanno spiegato i funzionari - riteniamo che questo sia un tentativo abusivo di trasferire rifiuti elettronici".
Xinhua ricorda come la Cina si sia dotata di una normativa che tende a limitare l'arrivo di questo genere di rifiuti. Una scelta dovuta anche agli scandali sorti dopo la scoperta di clamorose operazioni di smaltimento e riciclaggio effettuate con enormi costi ambientali in varie zone del paese.
ore 13,00
Italia in guerra
Il ministro della difesa Antonio Martino ha riferito oggi al Senato sull'intenzione del governo di inviare in Afghanistan, nell'ambito dell'operazione contro il terrorismo 'Enduring Freedom', un altro contingente di mille alpini. Non serve una nuova autorizzazione del parlamento. "Siamo in Afghanistan - ha ricordato il ministro - in forza di una serie di passaggi parlamentari che hanno indirizzato le scelte del Governo di partecipare ad operazioni moralmente e giuridicamente legittimate da espliciti pronunciamenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite". "Sul piano parlamentare, la prospettata riconfigurazione del nostro contingente non comporterebbe alcun obbligo giuridico di autorizzazione.
Sono circa 9.000 i militari italiani impegnati in missioni di pace all'estero. La cifra e' stata fornita questa mattina in Senato dal Ministro della Difesa. Le aree piu' interessate sono i fronti dei Balcani e l'Afghanistan. Il Ministro della Difesa ha poi precisato che "all'impegno principale nel teatro balcanico, con circa 7.000 uomini dispiegati in Bosnia, kosovo, Albania e Macedonia, si accompagna quello, altrettanto significativo, in altre aree e missioni a diretta guida ONU: dal Sinai al Libano, da Hebron a Gerusalemme, dall'Africa al Centro America, all'Asia centrale. D'altra parte e' prevedibile che le valutazioni attualmente in corso in ambito NATO comportino una riduzione del complesso delle forze alleate presenti nei Balcani"
Palestina
E mentre le truppe israeliane rafforzano l'assedio del quartier generale di Yasser Arafat a Ramallah,la muqata e' ora circondato da tre lati. I militari israeliani hanno anche occupato alcuni edifici circostanti, tra cui il ministero della cultura palestinese. Yasser Arafat rimarra' al vertice del potere esecutivo fino a che non sara' creato uno Stato indipendente palestinese. Lo ha deciso in mattinata il Comitato centrale del movimento di al-Fatah, bocciando l'ipotesi che l'anziano leader palestinese venisse affiancato da un primo ministro, come avrebbero voluto i suoi oppositori all'interno del Consiglio Legislativo (il Parlamento) palestinese. La decisione e' di fatto una sconfitta per il segretario del Comitato esecutivo dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP): Mahmud Abas (anche noto come Abu Mazen), considerato il 'vice' di Arafat, che puntava, con l'apoggio di alcuni deputati, all'incarico. La nomina di un capo di governo era spalleggiata da Israele e Stati Uniti, che vorrebbero tagliar fuori Arafat dal dialogo di pace. Israeliani arrestano leader palestinese filo-iracheno. L'esercito israeliano ha arrestato a Ramallah Rakat Salem, il capo del Fronte arabo di liberazione, una organizzazione palestinese filo-irachena. La notizia viene da fonti dei serivizi di sicurezza palestinesi.
Israele boccia proposta Blair su stato palestinese. Doccia fredda del governo israeliano sulla proposta lanciata ieri dal premier britannico Tony Blair, favorevole a veder ripartire il negoziato di pace entro la fine dell'anno. Dinanzi ai delegati del partito laburista, Blair ha chiesto una rapida ripresa dei negoziati, che tenga conto del principio 'due popoli, due stati'. Immediata la replica isreliana: a mezzo di un suo portavoce, il governo di Ariel Sharon ha fatto sapere che la proposta non gli piace affatto. Ma ciò che più sembra aver irritato il governo di Tel Aviv è il fatto che Blair abbia chiesto a Israele la stessa cosa chiesta all'Iraq, ossia di rispettare le risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu (l'ultima, dieci giorni fa, sul ritiro immediato dalle città cisgiordane, invase nel giugno scorso). Un'unica parziale giustificazione - dicono gli uomini vicini a Sharon - per l'affondo da loro ritenuto filo-palestinese di Tony Blair: il fatto di aver parlato per tacitare il mondo arabo, irritato dalla crescente minaccia anglo-statunitense contro l'Iraq.
Argentina
Oggi é stata occupata dai lavoratori una grande pizzeria, Imperio, a Villa Crespo, quartiere centrale di Buenos Aires. I padroni, che non pagano l'affitto da mesi e che per anni non hanno versato nulla alle casse pensioni dei lavoratori (ai quali venivano peró regolarmente riscossi i contributi...), stavano per vendere l'attivitá e i possibili compratori avevano giá fatto sapere che avrebbero licenziato tutti i lavoratori (alcuni di loro sono in questa pizzeria, che é un posto frequentato da tutto il quartiere, da 30 anni), chiuso il ristorante e rinnovato tutto il locale. La risposta dei lavoratori é stata quella di formare una cooperativa, occupare il ristorante e autogestirlo. Ora comincia una stagione di resistenza per i 35 lavoratori di Imperio e le loro famiglie: il mese prossimo infatti avrebbe dovuto chiudere la pizzeria e molto probabilmente dovranno confrontarsi con un tentativo di sgombero. Dopo le assemblee, le fabbriche, il supermercato (el Tigre a Rosario), le cliniche, la panetteria....ora l'autogestione in Argentina ha anche il suo ristorante....
gRor delle 17.00
Palestina
E mentre le truppe israeliane rafforzano l'assedio del quartier generale di Yasser Arafat a Ramallah,la muqata e' ora circondato da tre lati. I militari israeliani hanno anche occupato alcuni edifici circostanti, tra cui il ministero della cultura palestinese. Yasser Arafat rimarra' al vertice del potere esecutivo fino a che non sara' creato uno Stato indipendente palestinese. Lo ha deciso in mattinata il Comitato centrale del movimento di al-Fatah, bocciando l'ipotesi che l'anziano leader palestinese venisse affiancato da un primo ministro, come avrebbero voluto i suoi oppositori all'interno del Consiglio Legislativo (il Parlamento) palestinese. La decisione e' di fatto una sconfitta per il segretario del Comitato esecutivo dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP): Mahmud Abas (anche noto come Abu Mazen), considerato il 'vice' di Arafat, che puntava, con l'apoggio di alcuni deputati, all'incarico. La nomina di un capo di governo era spalleggiata da Israele e Stati Uniti, che vorrebbero tagliar fuori Arafat dal dialogo di pace. Israeliani arrestano leader palestinese filo-iracheno. L'esercito israeliano ha arrestato a Ramallah Rakat Salem, il capo del Fronte arabo di liberazione, una organizzazione palestinese filo-irachena. La notizia viene da fonti dei serivizi di sicurezza palestinesi.
Israele boccia proposta Blair su stato palestinese. Doccia fredda del governo israeliano sulla proposta lanciata ieri dal premier britannico Tony Blair, favorevole a veder ripartire il negoziato di pace entro la fine dell'anno. Dinanzi ai delegati del partito laburista, Blair ha chiesto una rapida ripresa dei negoziati, che tenga conto del principio 'due popoli, due stati'. Immediata la replica isreliana: a mezzo di un suo portavoce, il governo di Ariel Sharon ha fatto sapere che la proposta non gli piace affatto. Ma ciò che più sembra aver irritato il governo di Tel Aviv è il fatto che Blair abbia chiesto a Israele la stessa cosa chiesta all'Iraq, ossia di rispettare le risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu (l'ultima, dieci giorni fa, sul ritiro immediato dalle città cisgiordane, invase nel giugno scorso). Un'unica parziale giustificazione - dicono gli uomini vicini a Sharon - per l'affondo da loro ritenuto filo-palestinese di Tony Blair: il fatto di aver parlato per tacitare il mondo arabo, irritato dalla crescente minaccia anglo-statunitense contro l'Iraq.
GERMANIA SU IRAQ
Il 97% dei tedeschi e' contrario alla partecipazione della Germania a un'eventuale guerra contro l'Iraq e il 95% respinge l'idea americana di un attacco preventivo contro Baghdad: e' un plebiscito senza precedenti quello che emerge da un sondaggio realizzato dall'Istituto Gewis A conferma che la linea pacifista e antiamericana scelta da Gerhard Schroeder e' gradita ai tedeschi, c'e' anche il dato su George Bush: il 52% degli intervistati lo trova antipatico e per il 76% nasconde i veri motivi che lo spingono all'azione contro Saddam. Intanto un portavoce del ministero degli Esteri ha dichiarato che la Germania e' pronta a inviare 11 ispettori in Iraq, se una richiesta in tal senso sara' avanzata dal capo degli ispettori dell'Onu, Hans Blix. Finora a Berlino e' arrivata solo una "concreta richiesta" per tre specialisti di computer, che saranno accordati.
FRANCIA
I deputati francesi esaminano da oggi un disegno di legge del governo di centrodestra di Jean-Pierre Raffarin per rendere piu' elastica la legge sulle 35 ore di lavoro settimanali, che fu una delle principali riforme della sinistra battuta alle elezioni presidenziali e legislative della primavera scorsa. Il disegno di legge prevede l'aumento delle ore supplementari legali da 130 a 180 all'anno e una modifica del regime delle ore di riposo a queste associate. La sinistra promette una lotta agguerrita per difendere la legge sulle 35 ore, ma ha poche probabilita' di riuscirci, in un'Assemblea nazionale dominata dall'Unione per la maggioranza presidenziale (Ump), partito conservatore di Jacques Chirac e del primo ministro Raffarin, che conta 365 seggi su 577.
Nigeria
Amina non sarà uccisa con la lapidazione. Lo ha assicurato oggi il presidente nigeriano Olusegun Obasanjo in un discorso diffuso alla radio e alla televisione per il 42esimo anniversario dell'indipendenza del Paese. Amina Lawal, 31 anni, condannata alla lapidazione per adulterio, potrà rivolgersi all'Alta Corte, dove "riceverà giustizia", ha detto il presidente.
"Non abbiamo mai avuto dubbi del fatto che, qualsiasi verdetto venga pronunciato da un tribunale, la giustizia venga assicurata dalle Corti di appello... - ha detto Obasanjo - Noi comprendiamo pienamente le preoccupazioni dei nigeriani e degli amici della Nigeria, ma non possiamo immaginare un nigeriano lapidato. Non è mai successo e non succederà mai".
Il discorso del presidente nigeriano arriva mentre si moltiplicano le pressioni internazionali per salvare la vita di Amina. La protesta ha coinvolto anche il concorso di Miss Mondo, la cui finale si svolgerà proprio in Nigeria. Molti Paesi hanno già deciso per il boicottaggio in nome di Amina: oggi la Spagna ha annunciato il ritiro della propria miss, Lola Alcocer, seguendo l'esempio di Francia, Belgio, Danimarca, Norvegia, Islanda, Svizzera e Costa d'Avorio.
Amina è stata condannato in marzo alla lapidazione da una corte di Katsina, una delle province settentrionali che hanno adottato il codice islamico della sharia e deciso di applicarlo strettamente. La donna è stata riconosciuta colpevole di adulterio, per aver concepito una figlia dopo il divorzio e le è stato concessa una sospensione della pena per poter allattare la piccola fino all'età di due anni, ovvero fino al 2004.
IMMIGRAZIONE
a cinquanta miglia a sud dall'isola di lampedusa è stato intercettato un gommone di otto metri con su 40 persone di cui 36 palestinesi, un iracheno, un sudanese, un tunisino ed uno della Costa d'Avorio. L'Unità della marina ha ritenuto opportuno caricare i 40 naufraghi per le avverse condizioni del mare. I 40 uomini saranno portati alla capitaneria di porto di Lampedusa e probabilmente da li rispediti nei territori di proveninza. E' uno dei rari casi in cui si parla di migranti palestinesi, che richiedono asilo da una situazione sempre più insostenibile
In occasione dell'avvio in commissione Affari costituzionali del decreto Maroni sugli extracomunitari (ASCA) - Roma, 2 ott - Oggi e domani, in occasione dell'avvio dell'esame in commissione Affari costituzionali della Camera del testo emendato dal Senato del decreto Maroni sulla regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari, gli immigrati presiederanno Montecitorio dalle 15 e fino a sera: ne da' notizia Dino Frisullo, segretario dell'associazione Senzaconfine. -Il testo del decreto, con i peggioramenti introdotti dal Governo in Senato - si legge in un comunicato- non sanera' neppure il 20% delle situazioni di lavoro irregolare, lascera' ai prefetti una coda infinita di pratiche per l'assurda 'valutazione dell'inserimento sociale'ai fini della revoca delle espulsioni ed ha gia' prodotto una devastante ondata di licenziamenti, ricatti ed estorsioni da parte dei datori di lavoro, unici titolari del diritto di denunciare i rapporti irregolari-. L'esclusione del lavoro autonomo, -priva inoltre lo stato di un ingente introito fiscale, mentre il blocco degli ingressi legali moltiplica gli ingressi clandestini (ed i naufragi) e abbandonera' all'arbitrio di polizia, al termine della sanatoria, una quota di clandestinita' non molto inferiore all'attuale-.
Argentina
Oggi é stata occupata dai lavoratori una grande pizzeria, Imperio, a Villa Crespo, quartiere centrale di Buenos Aires. I padroni, che non pagano l'affitto da mesi e che per anni non hanno versato nulla alle casse pensioni dei lavoratori (ai quali venivano peró regolarmente riscossi i contributi...), stavano per vendere l'attivitá e i possibili compratori avevano giá fatto sapere che avrebbero licenziato tutti i lavoratori (alcuni di loro sono in questa pizzeria, che é un posto frequentato da tutto il quartiere, da 30 anni), chiuso il ristorante e rinnovato tutto il locale. La risposta dei lavoratori é stata quella di formare una cooperativa, occupare il ristorante e autogestirlo. Ora comincia una stagione di resistenza per i 35 lavoratori di Imperio e le loro famiglie: il mese prossimo infatti avrebbe dovuto chiudere la pizzeria e molto probabilmente dovranno confrontarsi con un tentativo di sgombero. Dopo le assemblee, le fabbriche, il supermercato (el Tigre a Rosario), le cliniche, la panetteria....ora l'autogestione in Argentina ha anche il suo ristorante....