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AGGRESSIONE ALL' IRAQ: Accordo raggiunto a Vienna per la ripresa delle ispezioni negli arsenali di Saddam Hussein. Lo ha annunciato il capo degli ispettori Onu, Hans Blix, al quale gli iracheni hanno garantito l'accesso a tutti i siti che gli ispettori vorranno visitare. Le ispezioni potrebbero dunque riprendere entro due settimane. L'accordo Secondo l'accordo raggiunto a Vienna un primo team di ispettori dovrebbe in Iraq entro due settimane. Gli inviati dell'Onu e i delegati iracheni hanno trovato un accordo sul ritorno degli ispettori, sulla base delle risoluzioni dell'Onu già esistenti. Blix ha chiarito che gli ispettori avranno accesso "immediato, senza condizioni e senza restrizioni" ai luoghi sospettati di essere fabbriche di armi, con l'eccezione degli otto siti in cui sorgono i cosiddetti 'palazzi presidenziali', la cui giurisdizione è sottoposta da un accordo separato tra l'Iraq e il segretario generale del'Onu, Kofi Annan. MA L'ACCORDO DI VIENNA E' INACCETTABILE PER POWELL. Da Washington, l'accordo raggiunto a Vienna da Onu ed Iraq e' inaccettabile. Lo ha dichiarato il Segretario di Stato Usa, Colin Powell. Gli Usa si opporranno al ritorno degli ispettori alle condizioni sancite dalle vecchie risoluzioni ed insisteranno a chiederne una nuova e piu' ferma. Secondo gli Stati Uniti gli esperti delle Nazioni Unite agli armamenti non dovranno tornare a Baghdad fino a quando il Consiglio di sicurezza non avra' approvato una nuova risoluzione nella quale sia esplicitato il ricorso alle armi contro l'Iraq nel caso di ogni pur piccola contestazione. In questo modo il segretario di Stato americano Colin Powell ha smorzato gli entusiasmi per l'intesa tra inviati dell'Onu e iracheni trovata ieri nella capitale austriaca: "fino a quando l'esecutivo del Palazzo di Vetro non si sara' pronunciato, gli ispettori non dovranno mettere piede in Iraq, mentre in base al risultato dei negoziati che si sono conclusi oggi, le verifiche dovrebbero partire tra due settimane". IN MERITO AI CONTRASTI DEGLI USA CON LA GERMANIA, in un'intervista al quotidiano tedesco ''Handelsblatt'' Richard Perle, consigliere del Pentagono, ha affermato che il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder dovrebbe dimettersi per i danni arrecati al rapporto tra Usa e Germania. Il consigliere Perle che ha peraltro precisato che la sua e' un'opinione personale ha fatto intendere che l'aspirazione tedesca ad un seggio permanente al Consiglio di sicurezza dell'Onu e' rimandata ''alla prossima generazione''. Una pesante intimidazione oppure un ricatto, anche se espresso a livello personale. Intanto l'annuncio dell'accordo di Vienna tra ONU e Iraq ha dato fiato alle Borse ed a Wall Street l'indice balza al + 4,75% IRAQ: MESSAGGIO DI SADDAM A PRESIDENTE INDONESIA Giacarta, 2 ott. (Adnkronos/Dpa) - Messaggio di Saddam Hussein al presidente indonesiano. Il ministro dell'istruzione iracheno Khaleg Ghafoor ha consegnato a Megawati Sukarnoputri una lettera del rais in cui egli afferma che Baghdad non dispone di armi di distruzione di massa. KASHMIR: NUOVI ATTENTATI, 7 MORTI E 22 FERITI Nuova Delhi, 2 ott. (Adnkronos) - Continua l'ondata di violenze nel Kashmir. Due attentati di terroristi islamici hanno provocato nelle ultime ore almeno 7 morti e 22 feriti. |
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= ore 13,00 = '''Italia in guerra''' Il ministro della difesa Antonio Martino ha riferito oggi al Senato sull'intenzione del governo di inviare in Afghanistan, nell'ambito dell'operazione contro il terrorismo 'Enduring Freedom', un altro contingente di mille alpini. Non serve una nuova autorizzazione del parlamento. "Siamo in Afghanistan - ha ricordato il ministro - in forza di una serie di passaggi parlamentari che hanno indirizzato le scelte del Governo di partecipare ad operazioni moralmente e giuridicamente legittimate da espliciti pronunciamenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite". "Sul piano parlamentare, la prospettata riconfigurazione del nostro contingente non comporterebbe alcun obbligo giuridico di autorizzazione. Martino ha proseguito ricordando le due mozioni con le quali il parlamento autorizzò mesi fa, l'intervento italiano in Afghanistan: "Diverse nell'impianto preliminare, ma identiche nel dispositivo con cui venivano approvate le iniziative del Governo. Quegli atti parlamentari rappresentano il principio fondante del nostro impegno militare in Afghanistan". Comunque, afferma Martino, nessuna correlazione tra l'invio di alpini e la crisi irachena. "Sui rischi -ha concluso il Ministro- bisogna essere chiari perché nelle operazioni militari sono sempre elevati, in particolare quando si è in prima linea. Non li abbiamo mai mimetizzati o nascosti non intendiamo farlo ora. Ma posso garantire - ha assicurato - che saranno prese tutte le precauzioni per tutelare la sicurezza dei nostri militari". IRAQ: SCALFARO, NO ALLA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA ALLA GUERRA = TOTALE ACQUIESCIENZA DEL GOVERNO AGLI USA - ''Il no alla partecipazione dell'Italia alla guerra contro Saddam non puo' avere alcuna subordinata''. L'ex presidente della repubblica, Oscar Luigi Scalfaro in un'intervista su 'Rinascita', in edicola venerdi', ribadisce la sua totale oppposizione ad una partecipazione italiana alla guerra in Iraq e critica il governo Berlusconi: ''L'atteggiamento del governo non e' l'atteggiamento di chi ha una posizione seria e ferma di difesa della dignita' del proprio Paese. Il governo esprime una posizione di totale acquiescenza agli Stati Uniti, una radicale manifestazione della disparita' di condizioni tra gli alleati. Sul piano della dignita' ci deve essere, invece, parita' assoluta''. E se l'Onu chiedesse all Italia di fornire nuove forze militari in Afghanistan per consentire ai contingenti americani di recarsi in Iraq?''L'Alleanza -continua il presidente- puo' determinare soltanto la collaborazione sul piano umanitario, di assistenza o di sicurezza nei confronti della popolazione. Inoltre, l'ipotesi della legittima difesa preventiva e' assurda sul piano giuridico. E', dunque, solo una scelta politica che annulla la ragione giuridica''. |
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GR ORE 9.30
AGGRESSIONE ALL' IRAQ: Accordo raggiunto a Vienna per la ripresa delle ispezioni negli arsenali di Saddam Hussein. Lo ha annunciato il capo degli ispettori Onu, Hans Blix, al quale gli iracheni hanno garantito l'accesso a tutti i siti che gli ispettori vorranno visitare. Le ispezioni potrebbero dunque riprendere entro due settimane. L'accordo Secondo l'accordo raggiunto a Vienna un primo team di ispettori dovrebbe in Iraq entro due settimane. Gli inviati dell'Onu e i delegati iracheni hanno trovato un accordo sul ritorno degli ispettori, sulla base delle risoluzioni dell'Onu già esistenti. Blix ha chiarito che gli ispettori avranno accesso "immediato, senza condizioni e senza restrizioni" ai luoghi sospettati di essere fabbriche di armi, con l'eccezione degli otto siti in cui sorgono i cosiddetti 'palazzi presidenziali', la cui giurisdizione è sottoposta da un accordo separato tra l'Iraq e il segretario generale del'Onu, Kofi Annan. MA L'ACCORDO DI VIENNA E' INACCETTABILE PER POWELL. Da Washington, l'accordo raggiunto a Vienna da Onu ed Iraq e' inaccettabile. Lo ha dichiarato il Segretario di Stato Usa, Colin Powell. Gli Usa si opporranno al ritorno degli ispettori alle condizioni sancite dalle vecchie risoluzioni ed insisteranno a chiederne una nuova e piu' ferma. Secondo gli Stati Uniti gli esperti delle Nazioni Unite agli armamenti non dovranno tornare a Baghdad fino a quando il Consiglio di sicurezza non avra' approvato una nuova risoluzione nella quale sia esplicitato il ricorso alle armi contro l'Iraq nel caso di ogni pur piccola contestazione. In questo modo il segretario di Stato americano Colin Powell ha smorzato gli entusiasmi per l'intesa tra inviati dell'Onu e iracheni trovata ieri nella capitale austriaca: "fino a quando l'esecutivo del Palazzo di Vetro non si sara' pronunciato, gli ispettori non dovranno mettere piede in Iraq, mentre in base al risultato dei negoziati che si sono conclusi oggi, le verifiche dovrebbero partire tra due settimane".
IN MERITO AI CONTRASTI DEGLI USA CON LA GERMANIA, in un'intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt Richard Perle, consigliere del Pentagono, ha affermato che il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder dovrebbe dimettersi per i danni arrecati al rapporto tra Usa e Germania. Il consigliere Perle che ha peraltro precisato che la sua e' un'opinione personale ha fatto intendere che l'aspirazione tedesca ad un seggio permanente al Consiglio di sicurezza dell'Onu e' rimandata alla prossima generazione. Una pesante intimidazione oppure un ricatto, anche se espresso a livello personale.
Intanto l'annuncio dell'accordo di Vienna tra ONU e Iraq ha dato fiato alle Borse ed a Wall Street l'indice balza al + 4,75%
IRAQ: MESSAGGIO DI SADDAM A PRESIDENTE INDONESIA Giacarta, 2 ott. (Adnkronos/Dpa) - Messaggio di Saddam Hussein al presidente indonesiano. Il ministro dell'istruzione iracheno Khaleg Ghafoor ha consegnato a Megawati Sukarnoputri una lettera del rais in cui egli afferma che Baghdad non dispone di armi di distruzione di massa.
KASHMIR: NUOVI ATTENTATI, 7 MORTI E 22 FERITI Nuova Delhi, 2 ott. (Adnkronos) - Continua l'ondata di violenze nel Kashmir. Due attentati di terroristi islamici hanno provocato nelle ultime ore almeno 7 morti e 22 feriti.
CHAPARE: ‘COCALEROS’ SOSPENDONO COLTIVAZIONI FINO A INCONTRO COL GOVERNO FISSATO PER VENERDÌ (STANDARD, POLITICS/ECONOMY) Bolivia Rappresentanti del governo boliviano e delle sei federazioni di ‘cocaleros’ (produttori di coca) del Tropico di Cochabamba si riuniranno nuovamente venerdì prossimo per tentare di scongiurare lo scoppio di un nuovo conflitto nella turbolenta regione del Chapare. Guidati dall’ex candidato presidenziale Evo Morales Ayma, i ‘cocaleros’ hanno infatti accettato di sospendere temporaneamente le coltivazioni fino al delicato incontro. Allo stesso tempo, tuttavia, Morales ha avvertito che se l’esecutivo del presidente Gonzalo Sanchez de Lozada ‘farà orecchie da mercante’ alle loro richieste, utilizzeranno altri ‘metodi di persuasione’. Da parte sua, il governo non ha escluso di indire una ‘pausa’ nelle operazioni di sradicamento delle coltivazioni illegali. Intanto, la cosiddetta ‘Unità mobile per il pattugliamento delle aree rurali’ (Umopar) ha annunciato di aver impedito la produzione di 700 chili di cocaina, smantellando una serie di laboratori clandestini a Yapacaní, nel dipartimento di Santa Cruz. “Nel corso dell’operazione – ha riferito il generale dei reparti speciali anti-droga Edgar Pardo – sono stati distrutti 233mila chili di foglia di coca, proveniente per l’80 per cento dagli Yungas (dove la produzione limitata è legale, n.d.r.) e per il restante 20 per cento dal Chapare”. Nelle installazioni illegali – ha aggiunto Pardo “sono stati tra l’altro rinvenuti oltre 1.500 litri di acido solforico, 18mila litri di gasolio, 546 chili di carbonato di sodio e altrettanti di calce, oltre a 164 chili di permanganato di potassio, necessari alla preparazione della pasta di coca”, prima tappa della preparazione della cocaina. Secondo Pardo, è ormai certo che alcuni narcotrafficanti del dipartimento di Cochabamba abbiano spostato le loro attività criminali a Yapacaní. Per evitare che la coca legale di Yungas sia destinata al narcotraffico, ha concluso il generale, le forze dell’ordine aumenteranno la vigilanza nella regione. (misna)
Argentina, continuano le occupazioni dei luoghi di lavoro
Oggi é stata occupata dai lavoratori una grande pizzeria, Imperio, a Villa Crespo, quartiere centrale di Buenos Aires. I padroni, che non pagano l'affitto da mesi e che per anni non hanno versato nulla alle casse pensioni dei lavoratori (ai quali venivano peró regolarmente riscossi i contributi...), stavano per vendere l'attivitá e i possibili compratori avevano giá fatto sapere che avrebbero licenziato tutti i lavoratori (alcuni di loro sono in questa pizzeria, che é un posto frequentato da tutto il quartiere, da 30 anni), chiuso il ristorante e rinnovato tutto il locale. La risposta dei lavoratori é stata quella di formare una cooperativa, occupare il ristorante e autogestirlo. Ora comincia una stagione di resistenza per i 35 lavoratori di Imperio e le loro famiglie: il mese prossimo infatti avrebbe dovuto chiudere la pizzeria e molto probabilmente dovranno confrontarsi con un tentativo di sgombero.
Dopo le assemblee, le fabbriche, il supermercato (el Tigre a Rosario), le cliniche, la panetteria....ora l'autogestione in Argentina ha anche il suo ristorante....
Cina
Arriva da Pechino la notizia secondo cui funzionari cinesi avrebbero deciso di non accogliere un carico di rifiuti elettronici altamente inquinanti provenienti con ogni probabilità dagli Stati Uniti. Una notizia inusuale, vista l'intensa attività di smaltimento selvaggio adottata dalla Cina in cambio del denaro del mondo (più) ricco.
A quanto pare, questa volta sarebbero state respinte 400 tonnellate di materiale comprendente vecchi computer e macchinari da ufficio, che per due settimane sono rimasti abbandonati in 22 container senza che a nessuno sia stato chiesto cosa farne.
Secondo quanto pubblicato dall'agenzia Xinhua, funzionari di Wenzhou, nella provincia orientale dello Zhejiang, hanno fatto caricare i container su una nave dedicata inviata verso gli Stati Uniti. "Siccome i numeri di telefono e gli indirizzi dei documenti di viaggio sono fasulli - hanno spiegato i funzionari - riteniamo che questo sia un tentativo abusivo di trasferire rifiuti elettronici".
Xinhua ricorda come la Cina si sia dotata di una normativa che tende a limitare l'arrivo di questo genere di rifiuti. Una scelta dovuta anche agli scandali sorti dopo la scoperta di clamorose operazioni di smaltimento e riciclaggio effettuate con enormi costi ambientali in varie zone del paese.
ore 13,00
Italia in guerra
Il ministro della difesa Antonio Martino ha riferito oggi al Senato sull'intenzione del governo di inviare in Afghanistan, nell'ambito dell'operazione contro il terrorismo 'Enduring Freedom', un altro contingente di mille alpini. Non serve una nuova autorizzazione del parlamento. "Siamo in Afghanistan - ha ricordato il ministro - in forza di una serie di passaggi parlamentari che hanno indirizzato le scelte del Governo di partecipare ad operazioni moralmente e giuridicamente legittimate da espliciti pronunciamenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite". "Sul piano parlamentare, la prospettata riconfigurazione del nostro contingente non comporterebbe alcun obbligo giuridico di autorizzazione. Martino ha proseguito ricordando le due mozioni con le quali il parlamento autorizzò mesi fa, l'intervento italiano in Afghanistan: "Diverse nell'impianto preliminare, ma identiche nel dispositivo con cui venivano approvate le iniziative del Governo. Quegli atti parlamentari rappresentano il principio fondante del nostro impegno militare in Afghanistan". Comunque, afferma Martino, nessuna correlazione tra l'invio di alpini e la crisi irachena. "Sui rischi -ha concluso il Ministro- bisogna essere chiari perché nelle operazioni militari sono sempre elevati, in particolare quando si è in prima linea. Non li abbiamo mai mimetizzati o nascosti non intendiamo farlo ora. Ma posso garantire - ha assicurato - che saranno prese tutte le precauzioni per tutelare la sicurezza dei nostri militari".
IRAQ: SCALFARO, NO ALLA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA ALLA GUERRA = TOTALE ACQUIESCIENZA DEL GOVERNO AGLI USA - Il no alla partecipazione dell'Italia alla guerra contro Saddam non puo' avere alcuna subordinata. L'ex presidente della repubblica, Oscar Luigi Scalfaro in un'intervista su 'Rinascita', in edicola venerdi', ribadisce la sua totale oppposizione ad una partecipazione italiana alla guerra in Iraq e critica il governo Berlusconi: L'atteggiamento del governo non e' l'atteggiamento di chi ha una posizione seria e ferma di difesa della dignita' del proprio Paese. Il governo esprime una posizione di totale acquiescenza agli Stati Uniti, una radicale manifestazione della disparita' di condizioni tra gli alleati. Sul piano della dignita' ci deve essere, invece, parita' assoluta. E se l'Onu chiedesse all Italia di fornire nuove forze militari in Afghanistan per consentire ai contingenti americani di recarsi in Iraq?L'Alleanza -continua il presidente- puo' determinare soltanto la collaborazione sul piano umanitario, di assistenza o di sicurezza nei confronti della popolazione. Inoltre, l'ipotesi della legittima difesa preventiva e' assurda sul piano giuridico. E', dunque, solo una scelta politica che annulla la ragione giuridica.