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Nessuna chiusura pregiudiziale, anzi. Nonostante le recenti precisazioni di Umberto Agnelli, la famiglia Agnelli e le banche creditrici della Fiat "sono aperte ad ulteriori discussioni con Roberto Colaninno sul suo piano di salvataggio da 4 miliardi di euro". Il Financial Times non ha dubbi: l'ex-numero uno di Telecom Italia ha già esposto il piano alla famiglia e alle banche, che hanno chiesto ulteriori dettagli sul progetto. Che, rivela il Giornale, potrebbe portare in Fiat anche il boss della Formula 1, Bernie Ecclestone.

Ft: con Colaninno si tornerebbe al core business
Il piano prevede che Colaninno prenda il controllo di Fiat e ceda la maggior parte delle attività non-auto. Per il Ft la disponibilità degli Agnelli e delle banche ad ascoltare la proposta di Colaninno, "che gode di sostegno politico", aumenta le possibilità della sopravvivenza della Fiat come casa automobilistica indipendente. "Non c'è antagonismo da parte degli Agnelli. Se la società accettasse il piano di Colaninno e anche le banche lo facessero, la famiglia seguirebbe", afferma una fonte citata dal quotidiano. Quanto alle banche, "si è ancora all'inizio, ma sono abbastanza ben disposte verso Colaninno" da approfondire i contatti, indica un'altra fonte vicina agli istituti.

Il Giornale: tre grandi soci alla pari e Gm fuori
Restano ancora incerte, per contro, le intenzioni di General Motors: per il Giornale, i nuovi assett in Fiat, con Colaninno amministratore delegato e azionista di rilievo al fianco della famiglia Agnelli e delle banche, prevedono un accordo con il gigante americano e un aumento di capitale da 2,5 miliardi per rilanciare l'Auto. Il piano Colaninno, già illustrato a Grande Stevens, uomo di fiducia della famiglia Agnelli e vicepresidente Fiat, e al governatore di Bankitalia Antonio Fazio, verrà perfezionato nelle sue articolazioni inn una serie di incontri nei prossimi giorni. A GM si proporrebbe l'annullamento dell'opzione put che obbliga il colosso americano ad acquisire nel 2004 il restante 80% di Fiat Auto, con una sorta di rescissione negoziata da 1,5 miliardi di euro. Denaro che alleggerirebbe la posizione debitoria di Fiat, nella quale ad operazione conclusa, con il nuovo assetto societario, si inietterebbero più o meno 8 miliardi 'freschi'. Determinante, nei prossimi giorni, la posizione delle banche creditrici, poste di fronte ad un nuovo piano che prevede per loro un ruolo diverso nel futuro di Fiat.
3 - Lo shopping di Colaninno
Sono tutti a chiedersi che cosa, alla fine, comprerà Colaninno con la sua nuova scatola quotata, la Immsi. In particolare, tutte le banche d'affari con uffici a Milano gli stanno proponendo occasioni, in parte ostili e in parte pacifiche. Fa gola il fatto che Colaninno, fra denari suoi e di amici della provincia padana, sia in grado, si dice, di mobilitare 2-3 mila miliardi di vecchie lire. In realtà, Colaninno aspetta di entrare ufficialmente in Immsi, cosa che avverrà probabilmente alla fine di febbraio. Ma l'ex capo di Telecom Italia aspetta anche per un altro motivo. E' convinto che fra gennaio e febbraio il mercato azionario crollerà vistosamente e a quel punto fare shopping costerà molto meno di oggi. Ecco perchè non ha alcuna fretta di muoversi. Per ora studia i tanti dossier che gli arrivano e aspetta. Fra le cose più interessanti che gli sono passati fra le mani ci sono anche i dossier di Italgas e di Snam Rete Gas.
Fiat Story: che cosa fare?
Milano. Il presidente del Consiglio dice di non sapere più quali pesci pigliare a proposito della crisi Fiat. E non è il solo. La General Motors, ad esempio, viene indicata un po' da tutti come la destinataria (sulla base del put concesso a Torino) nel 2004 dell'intero pacchetto azionario di Fiat Auto. Ma si sa che sta facendo di tutto per liberarsi di questo obbligo. Le quattro banche italiane principali finanziatrici di Fiat, sulla base dell'ultimo downgrade di Moody's avrebbero la possibilità di chiedere l'immediata conversione del debito Fiat in azioni. Ma non hanno nessuna voglia di arrivare a tanto. In parte perché diventerebbero di colpo i maggiori azionisti di Fiat (con le responsabilità che questo comporta) e in parte perchè dovrebbero contabilizzare una perdita che si colloca fra il miliardo e il miliardo e mezzo di euro. E quindi sperano che accada qualcosa.
Insomma, tutti quelli che sono alle prese con il problema Fiat non sanno bene che cosa fare e come muoversi.

Dietro l'angolo, Roberto Colaninno
Mentre la crisi Fiat gira apparentemente a vuoto, continuano dietro le quinte e in modo molto riservato le manovre intorno all'operazione Roberto Colaninno, l'unica che per ora si sia affacciata sulla scena della crisi torinese. In questi giorni si sono appresi da fonte bancaria internazionale altri particolari sul "piano Colaninno", e la cosa comincia assumere decisamente un certo interesse. Al punto che forse è bene riassumere i punti principali (almeno quelli noti) del piano:
1- Gli Agnelli rimangono azionisti e liberi di decidere tutto quello che vogliono nei "piani alti" delle loro finanziare, cioè Ifi e Ifil. L'intervento (eventuale) di Colaninno non riguarda infatti queste società
2- Colaninno entrerebbe solo al livello della Fiat Holding. Si è appreso che Colaninno, mentre è disposto a entrare con 1 miliardo di euro a titolo personale, pensa in realtà a un intervento, su Fiat Holding, di 8 miliardi di euro, di varia provenienza (in parte anche dal mercato). In questo conto vanno messi anche le cessioni di Toro e di Fiat Avio (e, forse, quelle di Comau e di Magneti Marelli).
3- Questi 8 miliardi di euro (circa 16 mila miliardi di vecchie lire) verranno tutti quanti destinati al risanamento e alla crescita di Fiat Auto.
4- Non sono previste, dopo quelle appena indicate, altre cessioni. In sostanza, Fiat dovrebbe continuare a gestire Fiat Auto, veicoli industriali e macchine movimento terra.
5- Colaninno ha in mente di liberare subito General Motors dal problema del put. La Fiat, se lui dovesse entrare, tratterà immediatamente con General Motors, la rinuncia da parte di Torino del put medesimo (in cambi, si pensa, di un aiuto per la crisi Fiat).
6- Colaninno diventa, se entra, gestore di Fiat Holding e di fatto l'azionista di riferimento. La quota degli Agnelli, infatti, scende a causa dell'aumento di capitale attraverso cui gli 8 miliardi di euro entreranno nella società. Colaninno, comunque, pensa a un sindacato di controllo, stipulato fra i nuovi azionisti e gli Agnelli. In proposito si sa che Colaninno è pronto a accettare tempi anche lunghissimi per questo sindacato di controllo.
7- Ma a che punto siamo? Le banche, come si è detto in altre occasioni, sono dalla parte di Colaninno. Oggi, in effetti, questa è l'unica strada che hanno davanti a sé per uscire dignitosamente dalla crisi Fiat. I sindacati, che non sono ancora stati investiti della questione, dovrebbero essere favorevoli. Soprattutto perché Colaninno ha intenzione di rinunciare subito al put a favore di General Motors: la Fiat Auto, insomma, rimane italiana e rinuncia da subito a essere venduta a Gm nel 2004. Non è poco. Il problema, a questo punto, rimane quello della famiglia Agnelli.
8- Dentro la famiglia si sa che sono quasi tutti favorevoli, anche perché sono molto spaventati dalla crisi. Umberto Agnelli, però, rimane ancora molto perplesso e di fatto rappresenta l'ultima resistenza all'accettazione da parte degli Agnelli del piano Colaninno. E con motivazioni abbastanza sensate. Teme, cioè, che Colaninno voglia fare, sulla Fiat, un'operazione mordi e fuggi. A questo il finanziere mantovano risponde che è pronto a firmare subito con gli Agnelli un patto di sindacato lunghissimo, proprio per dare garanzie a tutti che non ci saranno spezzatini o vendita all'ingrosso dei beni Fiat.

Conclusioni
Questa è, a oggi, la situazione della crisi Fiat. Difficile dire come andrà a finire perché le volontà in campo sono tante e non tutte, ovviamente, puntano al rilancio della Fiat. Molti hanno il problema (le banche, ad esempio) di recuperare comunque i soldi prestati. Ma le trattative vanno avanti.

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'''FIAT'''
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La famiglia Agnelli e le banche creditrici della Fiat "sono aperte ad ulteriori discussioni con Roberto Colaninno sul suo piano di salvataggio da 4 miliardi di euro". Il Financial Times non ha dubbi: l'ex-numero uno di Telecom Italia ha già esposto il piano alla famiglia e alle banche, che hanno chiesto ulteriori dettagli sul progetto. Che potrebbe portare in Fiat anche il boss della Formula 1, Bernie Ecclestone.Il piano prevede che Colaninno prenda il controllo di Fiat e ceda la maggior parte delle attività non-auto. Per il Ft la disponibilità degli Agnelli e delle banche ad ascoltare la proposta di Colaninno, "che gode di sostegno politico", aumenta le possibilità della sopravvivenza della Fiat come casa automobilistica indipendente.Quanto alle banche, "si è ancora all'inizio, ma sono abbastanza ben disposte verso Colaninno" da approfondire i contatti, indica un'altra fonte vicina agli istituti. Restano ancora incerte, per contro, le intenzioni di General Motors: per il Giornale, i nuovi assett in Fiat, con Colaninno amministratore delegato e azionista di rilievo al fianco della famiglia Agnelli e delle banche, prevedono un accordo con il gigante americano e un aumento di capitale da 2,5 miliardi per rilanciare l'Auto. Il piano Colaninno, già illustrato a Grande Stevens, uomo di fiducia della famiglia Agnelli e vicepresidente Fiat, e al governatore di Bankitalia Antonio Fazio, verrà perfezionato nelle sue articolazioni inn una serie di incontri nei prossimi giorni. A GM si proporrebbe l'annullamento dell'opzione put che obbliga il colosso americano ad acquisire nel 2004 il restante 80% di Fiat Auto, con una sorta di rescissione negoziata da 1,5 miliardi di euro. Denaro che alleggerirebbe la posizione debitoria di Fiat, nella quale ad operazione conclusa, con il nuovo assetto societario, si inietterebbero più o meno 8 miliardi 'freschi'. Determinante, nei prossimi giorni, la posizione delle banche creditrici, poste di fronte ad un nuovo piano che prevede per loro un ruolo diverso nel futuro di Fiat.



'''Carcere'''


Circa 150 persone si sono ritrovate al presidio indetto da varie realtà genovesi e non, sotto il carcere di Marassi per esprimere ancora una volta la propria solidarietà nei confronti dei detenuti ed essere vicini agli arrestati per le vicende relative al G8, Ricordiamo tuttora detenuti anche a Marassi.
Già nel pomeriggio una delegazione si era recata al carcere femminile di Pontedecimo per salutare tutte le detenute e Marina, l'altra arrestata il giorno 4 e ancora trattenuta in carcere a Genova. Come per tutti gli altri presidi la partecipazione dei detenuti all'iniziativa è stata particolarmente sentita. Con loro, assieme a parenti ed amici di alcuni detenuti, abbiamo ascoltato musica, sparato botti, lanciato slogan e dialogato per il possibile per qualche ora.
Anche i vigili del fuoco in servizio in quella zona si sono fermati a brindare.
Verso la fine il presidio ha deciso di salutare anche i detenuti delle celle che sono collocate dall'altra parte del carcere. A questo punto (nel frattempo erano arrivati due mezzi della polizia mentre fino a quel momento erano presenti solo agenti in borghese) la polizia ha iniziato ad insultare e provocare scatenando una reazione con due conseguenti cariche con pestaggi particolarmente violenti, alcune persone sono state ferite, una in modo abbastanza grave.
In seguito qualcuno è stato identificato e due ragazze, che volevano ripartire con il loro furgone, sono state bloccate dalla Digos che si è accanita all'interno del mezzo.






Nessuna chiusura pregiudiziale, anzi. Nonostante le recenti precisazioni di Umberto Agnelli, la famiglia Agnelli e le banche creditrici della Fiat "sono aperte ad ulteriori discussioni con Roberto Colaninno sul suo piano di salvataggio da 4 miliardi di euro". Il Financial Times non ha dubbi: l'ex-numero uno di Telecom Italia ha già esposto il piano alla famiglia e alle banche, che hanno chiesto ulteriori dettagli sul progetto. Che, rivela il Giornale, potrebbe portare in Fiat anche il boss della Formula 1, Bernie Ecclestone.

Ft: con Colaninno si tornerebbe al core business Il piano prevede che Colaninno prenda il controllo di Fiat e ceda la maggior parte delle attività non-auto. Per il Ft la disponibilità degli Agnelli e delle banche ad ascoltare la proposta di Colaninno, "che gode di sostegno politico", aumenta le possibilità della sopravvivenza della Fiat come casa automobilistica indipendente. "Non c'è antagonismo da parte degli Agnelli. Se la società accettasse il piano di Colaninno e anche le banche lo facessero, la famiglia seguirebbe", afferma una fonte citata dal quotidiano. Quanto alle banche, "si è ancora all'inizio, ma sono abbastanza ben disposte verso Colaninno" da approfondire i contatti, indica un'altra fonte vicina agli istituti.

Il Giornale: tre grandi soci alla pari e Gm fuori Restano ancora incerte, per contro, le intenzioni di General Motors: per il Giornale, i nuovi assett in Fiat, con Colaninno amministratore delegato e azionista di rilievo al fianco della famiglia Agnelli e delle banche, prevedono un accordo con il gigante americano e un aumento di capitale da 2,5 miliardi per rilanciare l'Auto. Il piano Colaninno, già illustrato a Grande Stevens, uomo di fiducia della famiglia Agnelli e vicepresidente Fiat, e al governatore di Bankitalia Antonio Fazio, verrà perfezionato nelle sue articolazioni inn una serie di incontri nei prossimi giorni. A GM si proporrebbe l'annullamento dell'opzione put che obbliga il colosso americano ad acquisire nel 2004 il restante 80% di Fiat Auto, con una sorta di rescissione negoziata da 1,5 miliardi di euro. Denaro che alleggerirebbe la posizione debitoria di Fiat, nella quale ad operazione conclusa, con il nuovo assetto societario, si inietterebbero più o meno 8 miliardi 'freschi'. Determinante, nei prossimi giorni, la posizione delle banche creditrici, poste di fronte ad un nuovo piano che prevede per loro un ruolo diverso nel futuro di Fiat. 3 - Lo shopping di Colaninno Sono tutti a chiedersi che cosa, alla fine, comprerà Colaninno con la sua nuova scatola quotata, la Immsi. In particolare, tutte le banche d'affari con uffici a Milano gli stanno proponendo occasioni, in parte ostili e in parte pacifiche. Fa gola il fatto che Colaninno, fra denari suoi e di amici della provincia padana, sia in grado, si dice, di mobilitare 2-3 mila miliardi di vecchie lire. In realtà, Colaninno aspetta di entrare ufficialmente in Immsi, cosa che avverrà probabilmente alla fine di febbraio. Ma l'ex capo di Telecom Italia aspetta anche per un altro motivo. E' convinto che fra gennaio e febbraio il mercato azionario crollerà vistosamente e a quel punto fare shopping costerà molto meno di oggi. Ecco perchè non ha alcuna fretta di muoversi. Per ora studia i tanti dossier che gli arrivano e aspetta. Fra le cose più interessanti che gli sono passati fra le mani ci sono anche i dossier di Italgas e di Snam Rete Gas. Fiat Story: che cosa fare? Milano. Il presidente del Consiglio dice di non sapere più quali pesci pigliare a proposito della crisi Fiat. E non è il solo. La General Motors, ad esempio, viene indicata un po' da tutti come la destinataria (sulla base del put concesso a Torino) nel 2004 dell'intero pacchetto azionario di Fiat Auto. Ma si sa che sta facendo di tutto per liberarsi di questo obbligo. Le quattro banche italiane principali finanziatrici di Fiat, sulla base dell'ultimo downgrade di Moody's avrebbero la possibilità di chiedere l'immediata conversione del debito Fiat in azioni. Ma non hanno nessuna voglia di arrivare a tanto. In parte perché diventerebbero di colpo i maggiori azionisti di Fiat (con le responsabilità che questo comporta) e in parte perchè dovrebbero contabilizzare una perdita che si colloca fra il miliardo e il miliardo e mezzo di euro. E quindi sperano che accada qualcosa. Insomma, tutti quelli che sono alle prese con il problema Fiat non sanno bene che cosa fare e come muoversi.

Dietro l'angolo, Roberto Colaninno Mentre la crisi Fiat gira apparentemente a vuoto, continuano dietro le quinte e in modo molto riservato le manovre intorno all'operazione Roberto Colaninno, l'unica che per ora si sia affacciata sulla scena della crisi torinese. In questi giorni si sono appresi da fonte bancaria internazionale altri particolari sul "piano Colaninno", e la cosa comincia assumere decisamente un certo interesse. Al punto che forse è bene riassumere i punti principali (almeno quelli noti) del piano: 1- Gli Agnelli rimangono azionisti e liberi di decidere tutto quello che vogliono nei "piani alti" delle loro finanziare, cioè Ifi e Ifil. L'intervento (eventuale) di Colaninno non riguarda infatti queste società 2- Colaninno entrerebbe solo al livello della Fiat Holding. Si è appreso che Colaninno, mentre è disposto a entrare con 1 miliardo di euro a titolo personale, pensa in realtà a un intervento, su Fiat Holding, di 8 miliardi di euro, di varia provenienza (in parte anche dal mercato). In questo conto vanno messi anche le cessioni di Toro e di Fiat Avio (e, forse, quelle di Comau e di Magneti Marelli). 3- Questi 8 miliardi di euro (circa 16 mila miliardi di vecchie lire) verranno tutti quanti destinati al risanamento e alla crescita di Fiat Auto. 4- Non sono previste, dopo quelle appena indicate, altre cessioni. In sostanza, Fiat dovrebbe continuare a gestire Fiat Auto, veicoli industriali e macchine movimento terra. 5- Colaninno ha in mente di liberare subito General Motors dal problema del put. La Fiat, se lui dovesse entrare, tratterà immediatamente con General Motors, la rinuncia da parte di Torino del put medesimo (in cambi, si pensa, di un aiuto per la crisi Fiat). 6- Colaninno diventa, se entra, gestore di Fiat Holding e di fatto l'azionista di riferimento. La quota degli Agnelli, infatti, scende a causa dell'aumento di capitale attraverso cui gli 8 miliardi di euro entreranno nella società. Colaninno, comunque, pensa a un sindacato di controllo, stipulato fra i nuovi azionisti e gli Agnelli. In proposito si sa che Colaninno è pronto a accettare tempi anche lunghissimi per questo sindacato di controllo. 7- Ma a che punto siamo? Le banche, come si è detto in altre occasioni, sono dalla parte di Colaninno. Oggi, in effetti, questa è l'unica strada che hanno davanti a sé per uscire dignitosamente dalla crisi Fiat. I sindacati, che non sono ancora stati investiti della questione, dovrebbero essere favorevoli. Soprattutto perché Colaninno ha intenzione di rinunciare subito al put a favore di General Motors: la Fiat Auto, insomma, rimane italiana e rinuncia da subito a essere venduta a Gm nel 2004. Non è poco. Il problema, a questo punto, rimane quello della famiglia Agnelli. 8- Dentro la famiglia si sa che sono quasi tutti favorevoli, anche perché sono molto spaventati dalla crisi. Umberto Agnelli, però, rimane ancora molto perplesso e di fatto rappresenta l'ultima resistenza all'accettazione da parte degli Agnelli del piano Colaninno. E con motivazioni abbastanza sensate. Teme, cioè, che Colaninno voglia fare, sulla Fiat, un'operazione mordi e fuggi. A questo il finanziere mantovano risponde che è pronto a firmare subito con gli Agnelli un patto di sindacato lunghissimo, proprio per dare garanzie a tutti che non ci saranno spezzatini o vendita all'ingrosso dei beni Fiat.

Conclusioni Questa è, a oggi, la situazione della crisi Fiat. Difficile dire come andrà a finire perché le volontà in campo sono tante e non tutte, ovviamente, puntano al rilancio della Fiat. Molti hanno il problema (le banche, ad esempio) di recuperare comunque i soldi prestati. Ma le trattative vanno avanti.

Ore 9.30

Palestina

Dopo le incursioni nella Striscia di Gaza durate per tutta la giornata di ieri, nel corso della notte l'esercito israeliano ha demolito l'abitazione del capo della Jihad Islamica nella citta' cisgiordana di Hebron, accusato di reclutare manovalanza per gli attentati e finanziare le cellule terroristiche. Ieri a tarda notte, centinaia di prigionieri del campo di detenzione di Ofer, a ovest di Ramallah,dove sono detenuti 700 palestinesi, hanno inscenato manifestazioni di protesta, represse con gas lacrimogeni e bombe da stordimento dalle guardie israeliane; I detenuti giovedi' mattina avevano annunciato l'inizio di uno sciopero della fame in segno di protesta per i maltrattamenti subiti. L'intervento dei soldati israeliani ha messo fine alla rivolta durata diverse ore .Una quarantina di palestinesi sono rimasti intossicati dai gas lacrimogeni usati dai soldati. La rivolta e' scoppiata la scorsa notte, quando i prigionieri hanno cominciato a lanciare oggetti contro i guardiani, tentato di scavalcare le palizzate e dato fuoco alle tende. Secondo Khalida Jarrar, del gruppo palestinese per i diritti umani al-Damer, i prigionieri avevano iniziato ieri mattina uno sciopero della fame affermando che venivano picchiati dalle guardie dal campo quando venivano portati davanti al tribunale militare. Lo riferisce il sito online del quotidiano Ha'aretz.

Sono ormai oltre mille i palestinesi arrestati dalle autorita' militari israeliane. Lo afferma oggi il gruppo umanitario Betselem, che rileva che dodici mesi fa erano solo 36 i palestinesi sottoposti ai cosiddetti arresti amministrativi, prolungati cioe' di volta in volta su richiesta di ufficiali dell'esercito e non convalidati da un giudice. Ad Ofer i detenuti 'amministrativi' sono, secondo Betselem 111, su un totale di circa 700 internati. Altri 881 si trovano nel carcere di Ketziot, nel deserto del Neghev. In una intervista alla radio militare, la parlamentare comunista israeliana Tamar Gojansky ha oggi criticato le condizioni di reclusione nel campo di Ofer dove, a quanto le risulta, minorenni sono internati assieme con maggiorenni. Gli internati, ha aggiunto Gojansky, sono custoditi sotto tende che non proteggono dalle intemperie. Molti di loro, ha rilevato, non dispongono dell'abbigliamento necessario per ripararsi dal freddo intenso e denunciano sistematiche umiliazioni di cui sono oggetto - affermano - da parte del personale di guardia.

Con un investimento complessivo pari a 9,2 milioni di euro, ben otto progetti congiunti hanno ricevuto il via libera nello scorso fine settimana nell'ambito del nuovo programma di cooperazione italo-israeliana per la ricerca e lo sviluppo industriale, scientifico e tecnologico. Ben 16 societa' italiane ed israeliane hanno presentato le loro offerte per progetti in joint venture relativi alla ricerca e allo sviluppo, sulla base del bando di gara pubblicato in novembre. Secondo quanto riferito dal numero uno del programma, Eli Opper, il Comitato congiunto ha deciso che ogni governo conceda un supporto diretto alle societa' del suo Paese ed ha anche stabilito differenti livelli di finanziamento. Per i progetti piu' piccoli le risorse non potranno superare i 500.000 euro, mentre per quelli piu' grandi il finanziamento potra' essere superiore. E per quest'anno si raddoppia. Il direttore generale del Centro industriale israeliano preposto alle attivita' di ricerca e di sviluppo (Matimop), Yair Amitai, ha annunciato come all'inizio di quest'anno sara' pubblicato un nuovo bando di gara e che l'approvazione dei progetti e' prevista entro il prossimo giugno.

Iraq

Nella notte, caccia alleati anglo-americani hanno bombardato centri di comunicazione della difesa anti-aerea irachena, nella zona di interdizione al volo nel sud del Paese, a circa 160km a sud-est di Baghdad. Lo ha annunciato il Comando centrale delle forze armate statunitensi, che ha sede a Tampa, in Florida. L'episodio e' l'ultimo di una serie, che, a questo punto, fanno pensare a una strategia coordinata di demoliziopne della contraerea irachena. Intanto prosegue il lavoro degli ispettori dell'Onu in Iraq dove, tra due settimane dovrebbe arrivare anche il capo, Hans Blix, per incontrare il rais, Saddam Hussein, che poi tornera' a New York dove riferira' dinanzi al Consiglio di Sicurezza dell'Onu sul lavoro fin qui compiuto. E la macchina da guerra non si ferma: il quotidiano 'inglese 'Daily Telegraph' ha annunciato l'invio di una nave ospedale britannica, con 120 medici a bordo, verso il Golfo.

Australia

E' salito ad almeno 40 il numero di richiedenti asilo e immigrati illegali, fra cui un cittadino britannico, trasferiti in carceri di massima sicurezza o in celle di polizia a seguito delle proteste in cinque centri di detenzione in Australia la settimana scorsa. Ma mentre il governo conservatore di John Howard ha minacciato di imprigionare ed espellere tutti i responsabili dei danni causati , le organizzazioni umanitarie impegnate a favore dei diritti dei profughi denunciano abusi da parte della polizia e descrivono i disordini come proteste disperate contro le condizioni punitive in cui sono detenuti i richiedenti asilo. Secondo il gruppo Project SafeCom, la polizia e gli agenti di sicurezza in diversi centri hanno usato gas lacrimogeno e manganelli contro i detenuti, che sono stati ammanettati e lasciati a lungo senza acqua mentre venivano perquisite le stanze.

WTO

Riprenderanno questo mese le consultazioni per giungere ad un accordo sull'accesso ai medicinali da parte dei Paesi poveri senza capacita' di produzione. I 144 Paesi membri della Wto non hanno infatti trovato , nel corso dell'ultima riunione che risale al 20 dicembre, per favorire l'accesso ai medicinali ai Paesi poveri che non hanno capacita' di produzione farmaceutica a causa dell'opposizione degli Stati Uniti. In particolare, nei giorni scorsi il ministro belga delegato agli Affari Esteri, Annemie Neyts, si e' lamentato che i negoziati in sede Wto (World Trade Organization) per l'accesso dei Paesi poveri ai farmaci non hanno avuto un esito positivo e ha fatto appello a quei Paesi che si sono opposti ad un accordo di compromesso affinche' diano prova di flessibilita'. Dopo l'intervento della Francia che, a meta' dicembre, aveva denunciato l'abbandono del tavolo dei negoziati da parte dei rappresentanti americani, ora il ministro belga si e' augurato che nel prossimo futuro la situazione si possa sbloccare anche perche', salvo qualche rara eccezione, esisteva gia' un consenso di massima sulla maggior parte delle questioni ancora sul tappeto. In particolare, il rappresentante belga ha ricordato la dimensione umanitaria di questi negoziati e ha sottolineato che un fallimento in sede Wto potrebbe avere conseguenze negative sugli altri negoziati in corso.

FIAT

La famiglia Agnelli e le banche creditrici della Fiat "sono aperte ad ulteriori discussioni con Roberto Colaninno sul suo piano di salvataggio da 4 miliardi di euro". Il Financial Times non ha dubbi: l'ex-numero uno di Telecom Italia ha già esposto il piano alla famiglia e alle banche, che hanno chiesto ulteriori dettagli sul progetto. Che potrebbe portare in Fiat anche il boss della Formula 1, Bernie Ecclestone.Il piano prevede che Colaninno prenda il controllo di Fiat e ceda la maggior parte delle attività non-auto. Per il Ft la disponibilità degli Agnelli e delle banche ad ascoltare la proposta di Colaninno, "che gode di sostegno politico", aumenta le possibilità della sopravvivenza della Fiat come casa automobilistica indipendente.Quanto alle banche, "si è ancora all'inizio, ma sono abbastanza ben disposte verso Colaninno" da approfondire i contatti, indica un'altra fonte vicina agli istituti. Restano ancora incerte, per contro, le intenzioni di General Motors: per il Giornale, i nuovi assett in Fiat, con Colaninno amministratore delegato e azionista di rilievo al fianco della famiglia Agnelli e delle banche, prevedono un accordo con il gigante americano e un aumento di capitale da 2,5 miliardi per rilanciare l'Auto. Il piano Colaninno, già illustrato a Grande Stevens, uomo di fiducia della famiglia Agnelli e vicepresidente Fiat, e al governatore di Bankitalia Antonio Fazio, verrà perfezionato nelle sue articolazioni inn una serie di incontri nei prossimi giorni. A GM si proporrebbe l'annullamento dell'opzione put che obbliga il colosso americano ad acquisire nel 2004 il restante 80% di Fiat Auto, con una sorta di rescissione negoziata da 1,5 miliardi di euro. Denaro che alleggerirebbe la posizione debitoria di Fiat, nella quale ad operazione conclusa, con il nuovo assetto societario, si inietterebbero più o meno 8 miliardi 'freschi'. Determinante, nei prossimi giorni, la posizione delle banche creditrici, poste di fronte ad un nuovo piano che prevede per loro un ruolo diverso nel futuro di Fiat.

Carcere

Circa 150 persone si sono ritrovate al presidio indetto da varie realtà genovesi e non, sotto il carcere di Marassi per esprimere ancora una volta la propria solidarietà nei confronti dei detenuti ed essere vicini agli arrestati per le vicende relative al G8, Ricordiamo tuttora detenuti anche a Marassi. Già nel pomeriggio una delegazione si era recata al carcere femminile di Pontedecimo per salutare tutte le detenute e Marina, l'altra arrestata il giorno 4 e ancora trattenuta in carcere a Genova. Come per tutti gli altri presidi la partecipazione dei detenuti all'iniziativa è stata particolarmente sentita. Con loro, assieme a parenti ed amici di alcuni detenuti, abbiamo ascoltato musica, sparato botti, lanciato slogan e dialogato per il possibile per qualche ora. Anche i vigili del fuoco in servizio in quella zona si sono fermati a brindare. Verso la fine il presidio ha deciso di salutare anche i detenuti delle celle che sono collocate dall'altra parte del carcere. A questo punto (nel frattempo erano arrivati due mezzi della polizia mentre fino a quel momento erano presenti solo agenti in borghese) la polizia ha iniziato ad insultare e provocare scatenando una reazione con due conseguenti cariche con pestaggi particolarmente violenti, alcune persone sono state ferite, una in modo abbastanza grave. In seguito qualcuno è stato identificato e due ragazze, che volevano ripartire con il loro furgone, sono state bloccate dalla Digos che si è accanita all'interno del mezzo.

gror030103 (last edited 2008-06-26 09:55:31 by anonymous)