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Iraq. Casa Bianca: via diplomatica aperta ancora solo per settimane, non mesi



Il portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer
Washington, 30 gennaio 2003
Gli sforzi diplomatici degli Stati Uniti per trovare una soluzione pacifica alla crisi irachena dureranno "settimane, non mesi". A dirlo è il portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer.
L'esilio di Saddam Hussein sarebbe "di grande aiuto" al mondo, ma la guerra per il disarmo dell'Iraq è ancora nei piani. Ad oggi, secondo Fleischer, resta il fatto che c'è "un monte Everest di prove" del mancato disarmo e che Saddam continua a sfidare l'Onu.


Londra: Per El Baradei non c'è, per ora, "flagrante violazione"

Il capo degli ispettori dell'Aiea Mohammed el Baradei ha detto oggi alla Bbc radio che a suo parere l'Iraq finora non è in flagrante violazione della risoluzione 1441 delle Nazioni Unite e che ai suoi esperti servono altri quattro o cinque mesi per stabilire se l'Iraq possiede o meno armi letali.
Il capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha anche detto che l'Iraq ha dato prova di una "modesta o ragionevole cooperazione" nel campo nucleare ma ha esortato il regime iracheno a fare di più per cooperare con gli ispettori.
Stati Uniti e Gran Bretagna hanno accusato l'Iraq di spiare gli ispettori dell'Onu e di ostacolare il loro lavoro e hanno sostenuto che ciò costituisce una "flagrante violazione" della risoluzione 1441.
Alla domanda se la non cooperazione costituisce flagrante violazione, El Baradei ha detto: "se decidono che questa è flagrante violazione, questa è una loro prerogativa".


Bruxelles: Iraq. Europarlamento: dossier ispettori Onu non giustifica guerra

Le violazioni della risoluzione 1441 "attualmente individuate dagli ispettori" Onu "non giustificano" una azione militare contro l'Iraq. Questo il contenuto di una risoluzione approvata questa mattina dall'Europarlamento.
I voti a favore sono stati 287, quelli contrari 209.
Con un emendamento adottato per iniziativa di Pse e Verdi, l'assemblea Ue ha affermato inoltre "la propria opposizione nei confronti di ogni azione militare unilaterale e ritiene che un attacco preventivo non sarebbe conforme al diritto internazionale".
Su proposta del Ppe, Pse e Eldr è stato poi approvato un emendamento che chiede al tribunale penale internazionale di indagare sui crimini commessi dal regime iracheno.


Roma: La guerra è immorale. Il Vaticano studia una iniziativa forte per fermare le armi

La guerra preventiva non rientra affatto nei canoni della guerra giusta nemmeno se questa venisse autorizzata da un voto dell'Onu. Troppo gravi sarebbero le conseguenze umanitarie.
"Esistono certo i capitoli 6 e 7 delle Nazioni Unite che prevedono questo tipo di operazioni. Quindi dal punto di vista del diritto - ha spiegato monsignor Jean Louis Tauran, ministro degli Esteri del Vaticano - sussisterebbe legalità. Tuttavia non bisogna dimenticare che la legalità è una cosa e le conseguenze morali e umanitarie un'altra".
Secondo l'arcivescovo francese, uno dei principali collaboratori del Papa, occorre fare di tutto per evitare l'ipotesi: "Non bisogna mai, mai, arrendersi all'inevitabilità di una guerra".
Il prelato, inoltre, ha annunciato che di fronte alla inevitabilità della guerra, la Santa Sede sarebbe pronta a compiere un gesto forte, importante e simbolico, attualmente allo studio.
Le indiscrezioni parlano di una missione a Baghdad da parte di un inviato papale.
'''Iraq'''


Le violazioni della risoluzione 1441 'attualmente individuate dagli ispettori' Onu 'non giustificano' una azione militare contro l'Iraq. Questo il contenuto di una risoluzione approvata questa mattina dall'Europarlamento. I voti a favore sono stati 287, quelli contrari 209. Con un emendamento adottato per iniziativa di Pse e Verdi, l'assemblea Ue ha affermato inoltre 'la propria opposizione nei confronti di ogni azione militare unilaterale e ritiene che un attacco preventivo non sarebbe conforme al diritto internazionale'. Su proposta del Ppe, Pse e Eldr è stato poi approvato un emendamento che chiede al tribunale penale internazionale di indagare sui crimini commessi dal regime iracheno.

Dal canto suo il capo degli ispettori dell'Aiea Mohammed el Baradei ha detto oggi alla Bbc radio che a suo parere l'Iraq finora non è in flagrante violazione della risoluzione 1441 delle Nazioni Unite e che ai suoi esperti servono altri quattro o cinque mesi per stabilire se l'Iraq possiede o meno armi letali. Il capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha anche detto che l'Iraq ha dato prova di una 'modesta o ragionevole cooperazione' nel campo nucleare ma ha esortato il regime iracheno a fare di più per cooperare con gli ispettori. Stati Uniti e Gran Bretagna hanno accusato l'Iraq di spiare gli ispettori dell'Onu e di ostacolare il loro lavoro e hanno sostenuto che ciò costituisce una 'flagrante violazione' della risoluzione 1441. Alla domanda se la non cooperazione costituisce flagrante violazione, El Baradei ha detto: 'se decidono che questa è flagrante violazione, questa è una loro prerogativa'.

Il portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer Washington, 30 gennaio 2003 Gli sforzi diplomatici degli Stati Uniti per trovare una soluzione pacifica alla crisi irachena dureranno "settimane, non mesi". A dirlo è il portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer. L'esilio di Saddam Hussein sarebbe "di grande aiuto" al mondo, ma la guerra per il disarmo dell'Iraq è ancora nei piani. Ad oggi, secondo Fleischer, resta il fatto che c'è "un monte Everest di prove" del mancato disarmo e che Saddam continua a sfidare l'Onu.


Intanto l'opposizione alla guerra è tornata in piazza negli Stati Uniti. Ieri a New York, centinaia di pacifisti hanno bloccato il traffico a Time Square. I manifestanti hanno denunciato, con slogan e cartelli, il discorso sullo stato dell’Unione pronunciato martedì sera dal presidente Bush, bollandolo come discorso di guerra. I manifestanti hanno per altro annunciato una nuova protesta per il prossimo 5 febbraio, quando il segretario di stato Colin Powell presenterà al consiglio di sicurezza dell’ONU le presunte prove sulle armi di sterminio in mano a Baghdad.
Una valutazione del movimento statunitense l’abbiamo chiesta all’europarlamenta Lucio Manisco, inviato per molti anni negli USA per la RAI.Audio


'''Scudi umani'''

50 persone sono partite da Londra sabato 26 gennaio con destinazione Bagdad. Attraverseranno via terra l’Europa, passando per l’Italia (Milano) il 30, e il Medio oriente, per formare in Iraq una forza di interposizione contro la violenza statunitense. Il convoglio, composto da due autobus e un’automobile, è stato organizzato da We the people e altre associazioni ed è composto da persone provenienti da Stati Uniti, Inghilterra, Irlanda, Svizzera, Olanda, Nuova Zelanda, Spagna, Danimarca, Turchia. Al confine con la Giordania verranno raggiunti da gruppi di matrice mussulmana.

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VENEZUELA: AGONIA della SERRATA PADRONALE

LA SERRATA DEL PADRONATO VENEZUELANO è ormai solo un prodotto mediatico. Lunedí le Banxche torneranno all'orario normale e I grandi Centri Commerciali hanno riaperto. Persistono i notevoli danni alla struttura dell'industria petrolifera causati dai SABOTATORI con colletto bianco, dove hanno usato persino i satelliti
L'Associazione Bancaria ha annunciato che da lunedì prossimo torneranno all'orario normale.
I grandi Centri Commerciali, stanno riaprendo e dovranno far fronte ai processo penali dei affittuari dei locali che, non si accontentano della concessione di NON pagare l'affitto di dicembre e gennaio, ma vogliono RISARCIMENTI per le mancate vendite natalizie!
Tutte le scuole hanno ripreso a funzionare da due settimane, salvo le SCUOLE PRIVATE e quelle RELIGIOSE. Il governo ha annunciato che perderanno i finanziamenti statali!
L'industria petroliera sta risollevandosi progressivamente dai danni inflitti dalla petro-tecnocrazia che ha fatto ricorso a sabotaggi attraverso i satelliti controllati dalla statunitense SAIC. Si stanno esportano ora piú di 1 MILIONE di barili al giorno!
La guerra economica, i sabotaggi, il blocco dei porti effettuato da equipaggi golpisti ammutinati, non hanno provocato l'interruzione della catena dei rifornimenti alimentari alle grandi città.
Non sono riusciti a piegare la volontà di resistenza del poplo venezuelano, non hanno potuto mettere in ginoccho un intero paese, che ha detto NO ad una elite oligarchica interna che godeva dell'appogio incondizionale del governo USA e di quello della Spagna.
Il 23 di gennaio, dai 2 ai 3 milioni di persdone sono confluiti a Caracas per sostenere il governo del presidente Chavez, oggetto di una sfacciata destabilizzazione sociale ed economica pianificata all'estero. NO PASARON! e NO PASARAN!
VA RICORDATO CHE GLI STABILIMENTI DELLA COCACOLA, i cui megazzini vennero perquisiti la settimana scorsa, si presenterano colmi di ingenti quantità di FARINA DI CUI AVEVANO FATTO INCETTA, e si rifdiutavano di vendere per creare allarmismo e scarità artificiale di alimenti.
Adesso, aspettiamo che passino sul fiume i "cadaveri" dei grandi sconfitti: la mafia "sindacale" alleata organica dell'organismo padronale, e l'organizzazione delinquenziale dei petro-tecnocrati, di cui 2000 sono già stati espulsi dalla produzione.
Sono rimasti con un pugno di mosche ina mano: pensavano di festeggiare un Anno Nuovo senza Chavez, dovranno aspettare i prossimi anni.
'''Venezuela'''


La serrata del padronato venezuelano è ormai solo un prodotto mediatico. Lunedí le Banche torneranno all'orario normale e i grandi Centri Commerciali hanno riaperto.L'Associazione Bancaria ha annunciato che da lunedì prossimo torneranno all'orario normale.
I grandi Centri Commerciali, stanno riaprendo e dovranno far fronte ai processi penali degli affittuari dei locali che, non si accontentano della concessione di non pagare l'affitto di dicembre e gennaio, ma vogliono risarcimenti per le mancate vendite natalizie!
Tutte le scuole hanno ripreso a funzionare da due settimane, salvo le scuole private e quelle religiose. Il governo ha annunciato che perderanno i finanziamenti statali.
L'industria petroliera sta risollevandosi progressivamente dai danni inflitti dalla petro-tecnocrazia che ha fatto ricorso a sabotaggi attraverso i satelliti controllati dalla statunitense SAIC. Si stanno esportano ora piú di 1 milione di barili al giorno.Va ricordato che gli stabilimenti della coca cola, i cui megazzini vennero perquisiti la settimana scorsa, si presentarono colmi di ingenti quantità di farina di cui avevano fatto incetta e si rifiutavano di venderla per creare allarmismo.
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'''Metalmeccanici'''


I metalmeccanici piemontesi sciopereranno otto ore il 21 febbraio. Lo ha deciso il direttivo della Fiom regionale. La segreteria nazionale decidera' la prossima settimana se estendere l'iniziativa di lotta in tutto il Paese. 'E' una decisione che condividiamo - ha osservato Giorgio Cremaschi, della segreteria nazionale Fiom - e che abbiamo gia' valutato di estendere a tutto il settore. Decideremo definitivamente la prossima settimana perche' e' evidente che la crisi industriale che colpisce particolarmente le industrie metalmeccaniche, dove piu' di 80.000 posti di lavoro sono a rischio e quasi 30.000 precari sono stati licenziati, richiede una giornata nazionale di otto ore'.

Intanto a continuazione delle iniziative di lotta in difesa dello stabilimento di Arese, oggi e domani i lavoratori bloccheranno le portinerie dei consorzi di reindustrializzazione (CRAA) delle aree dell'Alfa di Arese. Le aree di Arese devono servire a produrre auto ecologiche - si legge nel volantino sottoscritto da tutti i sindacati di categoria e da slai-cobas e flmu-cub, che inoltre rivendicano l'assunzione dei lavoratori licenziati da Caris, Rotamafer, BrB e Satiz. Insieme a garanzie certe di rispetto dei contratti nazionali, diritti sindacali e condizioni di lavoro.Ascoltiamo la corrispondenza dai cancelli di Arese. Audio

ore 19.30

SOMMARIO

Palestina: Vasto attacco militare israeliano a Hebron

Irak: Il Parlamento europeo vota contro la guerra

Venezuela: La serrata si sta esaurendo, il padronato verso la sconfitta

Metalmeccanici: sciopero il 21 Febbraio

Trasporti: sciopero nazionale dei sindacati di base domani



Palestina

L'esercito israeliano ha lanciato stamattina un'operazione militare di grande portata a Hebron, in Cisgiordania. Lo hanno detto fonti della sicurezza palestinese. Le fonti hanno detto che una ventina di blindati e alcuni bulldozer sono stati dispiegati nella città autonoma palestinese, dove l'esercito ha imposto il coprifuoco. I soldati hanno iniziato a fare perquisizioni casa per casa alla ricerca di militanti palestinesi ricercati, hanno detto le fonti che non sono state in grado di precisare se vi siano stati arresti.

Continua il coprifuoco nei territori occupati ,oggi l'esercito israeliano ha aperto il fuoco contro la folla che protestava per la presenza degli israeliani nella cittadina di Tamun, alle porte di Jenin, in Cisgiordania. Secondo fonti palestinesi, i colpi sparati dai militari hanno ferito 17 persone.

Un palestinese e' rimasto ferito oggi in un'incursione dell'esercito israeliano a Tulkarem, in Cisgiordania, tuttora in corso. Lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi. Le fonti hanno precisato che Mahmud Sharaq (27 anni), ora ricoverato in ospedale, e' stato colpito da due proiettili al torace nel centro di Tulkarem, dove i soldati israeliani hanno circondato un edificio in cui si sarebbero trincerati alcuni i miliziani delle 'Brigate martiri di Al Aqsa',il movimento di Yasser Arafat. L'edificio, in cui potrebbero trovarsi anche alcuni civili palestinesi, e' stato mitragliato anche da un elicottero da combattimento israeliano, impegnato nell'assedio assieme ad alcuni mezzi blindati.

Un palestinese e' rimasto gravemente ferito oggi in un cannoneggiamento israeliano nei pressi di Gaza. Lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi. Le fonti hanno precisato che il palestinese e' rimasto ferito mentre si trovava di fronte alla sua abitazione nei pressi del valico di Nahal Oz, a est di Gaza, dove un carro armato israeliano ha improvvisamente sparato quattro colpi di cannone.

Iraq

Le violazioni della risoluzione 1441 'attualmente individuate dagli ispettori' Onu 'non giustificano' una azione militare contro l'Iraq. Questo il contenuto di una risoluzione approvata questa mattina dall'Europarlamento. I voti a favore sono stati 287, quelli contrari 209. Con un emendamento adottato per iniziativa di Pse e Verdi, l'assemblea Ue ha affermato inoltre 'la propria opposizione nei confronti di ogni azione militare unilaterale e ritiene che un attacco preventivo non sarebbe conforme al diritto internazionale'. Su proposta del Ppe, Pse e Eldr è stato poi approvato un emendamento che chiede al tribunale penale internazionale di indagare sui crimini commessi dal regime iracheno.

Dal canto suo il capo degli ispettori dell'Aiea Mohammed el Baradei ha detto oggi alla Bbc radio che a suo parere l'Iraq finora non è in flagrante violazione della risoluzione 1441 delle Nazioni Unite e che ai suoi esperti servono altri quattro o cinque mesi per stabilire se l'Iraq possiede o meno armi letali. Il capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha anche detto che l'Iraq ha dato prova di una 'modesta o ragionevole cooperazione' nel campo nucleare ma ha esortato il regime iracheno a fare di più per cooperare con gli ispettori. Stati Uniti e Gran Bretagna hanno accusato l'Iraq di spiare gli ispettori dell'Onu e di ostacolare il loro lavoro e hanno sostenuto che ciò costituisce una 'flagrante violazione' della risoluzione 1441. Alla domanda se la non cooperazione costituisce flagrante violazione, El Baradei ha detto: 'se decidono che questa è flagrante violazione, questa è una loro prerogativa'.

Il portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer Washington, 30 gennaio 2003 Gli sforzi diplomatici degli Stati Uniti per trovare una soluzione pacifica alla crisi irachena dureranno "settimane, non mesi". A dirlo è il portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer. L'esilio di Saddam Hussein sarebbe "di grande aiuto" al mondo, ma la guerra per il disarmo dell'Iraq è ancora nei piani. Ad oggi, secondo Fleischer, resta il fatto che c'è "un monte Everest di prove" del mancato disarmo e che Saddam continua a sfidare l'Onu.

Intanto l'opposizione alla guerra è tornata in piazza negli Stati Uniti. Ieri a New York, centinaia di pacifisti hanno bloccato il traffico a Time Square. I manifestanti hanno denunciato, con slogan e cartelli, il discorso sullo stato dell’Unione pronunciato martedì sera dal presidente Bush, bollandolo come discorso di guerra. I manifestanti hanno per altro annunciato una nuova protesta per il prossimo 5 febbraio, quando il segretario di stato Colin Powell presenterà al consiglio di sicurezza dell’ONU le presunte prove sulle armi di sterminio in mano a Baghdad. Una valutazione del movimento statunitense l’abbiamo chiesta all’europarlamenta Lucio Manisco, inviato per molti anni negli USA per la RAI.Audio

Scudi umani

50 persone sono partite da Londra sabato 26 gennaio con destinazione Bagdad. Attraverseranno via terra l’Europa, passando per l’Italia (Milano) il 30, e il Medio oriente, per formare in Iraq una forza di interposizione contro la violenza statunitense. Il convoglio, composto da due autobus e un’automobile, è stato organizzato da We the people e altre associazioni ed è composto da persone provenienti da Stati Uniti, Inghilterra, Irlanda, Svizzera, Olanda, Nuova Zelanda, Spagna, Danimarca, Turchia. Al confine con la Giordania verranno raggiunti da gruppi di matrice mussulmana.

Afghanistan. Precipita elicottero militare statunitense

Kabul, 30 gennaio 2003 Un elicottero militare statunitense, impegnato in un'operazione di addestramento, si è schiantato nel nord dell'Afghanistan, a circa 10 km di distanza dalla base di Bagram. Tra i militari a bordo ci sarebbero diverse vittime. Si ignorano le cause dell'incidente. Secondo il Comando Centrale delle forze armate statunitensi, con sede a Tampa (in Florida), l'elicottero non sembrerebbe esser stato colpito da terra.

Venezuela

La serrata del padronato venezuelano è ormai solo un prodotto mediatico. Lunedí le Banche torneranno all'orario normale e i grandi Centri Commerciali hanno riaperto.L'Associazione Bancaria ha annunciato che da lunedì prossimo torneranno all'orario normale. I grandi Centri Commerciali, stanno riaprendo e dovranno far fronte ai processi penali degli affittuari dei locali che, non si accontentano della concessione di non pagare l'affitto di dicembre e gennaio, ma vogliono risarcimenti per le mancate vendite natalizie! Tutte le scuole hanno ripreso a funzionare da due settimane, salvo le scuole private e quelle religiose. Il governo ha annunciato che perderanno i finanziamenti statali. L'industria petroliera sta risollevandosi progressivamente dai danni inflitti dalla petro-tecnocrazia che ha fatto ricorso a sabotaggi attraverso i satelliti controllati dalla statunitense SAIC. Si stanno esportano ora piú di 1 milione di barili al giorno.Va ricordato che gli stabilimenti della coca cola, i cui megazzini vennero perquisiti la settimana scorsa, si presentarono colmi di ingenti quantità di farina di cui avevano fatto incetta e si rifiutavano di venderla per creare allarmismo. Per fine febbraio, Evo Morales -il dirigente indigeno boliviano che arrivò secondo alle elezioni presidenziali- sta organizzando una MANIFESTAZIONE INTERNAZIONALE di SOLIDARIETÀ con il POPOLO VENEZUELANO.

Metalmeccanici

I metalmeccanici piemontesi sciopereranno otto ore il 21 febbraio. Lo ha deciso il direttivo della Fiom regionale. La segreteria nazionale decidera' la prossima settimana se estendere l'iniziativa di lotta in tutto il Paese. 'E' una decisione che condividiamo - ha osservato Giorgio Cremaschi, della segreteria nazionale Fiom - e che abbiamo gia' valutato di estendere a tutto il settore. Decideremo definitivamente la prossima settimana perche' e' evidente che la crisi industriale che colpisce particolarmente le industrie metalmeccaniche, dove piu' di 80.000 posti di lavoro sono a rischio e quasi 30.000 precari sono stati licenziati, richiede una giornata nazionale di otto ore'.

Intanto a continuazione delle iniziative di lotta in difesa dello stabilimento di Arese, oggi e domani i lavoratori bloccheranno le portinerie dei consorzi di reindustrializzazione (CRAA) delle aree dell'Alfa di Arese. Le aree di Arese devono servire a produrre auto ecologiche - si legge nel volantino sottoscritto da tutti i sindacati di categoria e da slai-cobas e flmu-cub, che inoltre rivendicano l'assunzione dei lavoratori licenziati da Caris, Rotamafer, BrB e Satiz. Insieme a garanzie certe di rispetto dei contratti nazionali, diritti sindacali e condizioni di lavoro.Ascoltiamo la corrispondenza dai cancelli di Arese. Audio

Ore 17.00

Palestina

L'esercito israeliano ha lanciato stamattina un'operazione militare di grande portata a Hebron, in Cisgiordania. Lo hanno detto fonti della sicurezza palestinese. Le fonti hanno detto che una ventina di blindati e alcuni bulldozer sono stati dispiegati nella città autonoma palestinese, dove l'esercito ha imposto il coprifuoco. I soldati hanno iniziato a fare perquisizioni casa per casa alla ricerca di militanti palestinesi ricercati, hanno detto le fonti che non sono state in grado di precisare se vi siano stati arresti.

Continua il coprifuoco nei territori occupati ,oggi l'esercito israeliano ha aperto il fuoco contro la folla che protestava per la presenza degli israeliani nella cittadina di Tamun, alle porte di Jenin, in Cisgiordania. Secondo fonti palestinesi, i colpi sparati dai militari hanno ferito 17 persone.

Un palestinese e' rimasto ferito oggi in un'incursione dell'esercito israeliano a Tulkarem, in Cisgiordania, tuttora in corso. Lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi. Le fonti hanno precisato che Mahmud Sharaq (27 anni), ora ricoverato in ospedale, e' stato colpito da due proiettili al torace nel centro di Tulkarem, dove i soldati israeliani hanno circondato un edificio in cui si sarebbero trincerati alcuni i miliziani delle 'Brigate martiri di Al Aqsa',il movimento di Yasser Arafat. L'edificio, in cui potrebbero trovarsi anche alcuni civili palestinesi, e' stato mitragliato anche da un elicottero da combattimento israeliano, impegnato nell'assedio assieme ad alcuni mezzi blindati.

Un palestinese e' rimasto gravemente ferito oggi in un cannoneggiamento israeliano nei pressi di Gaza. Lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi. Le fonti hanno precisato che il palestinese e' rimasto ferito mentre si trovava di fronte alla sua abitazione nei pressi del valico di Nahal Oz, a est di Gaza, dove un carro armato israeliano ha improvvisamente sparato quattro colpi di cannone.

IRAQ

Il capo degli ispettori dell'Aiea Mohammed el Baradei ha detto oggi alla Bbc radio che a suo parere l'Iraq finora non è in flagrante violazione della risoluzione 1441 delle Nazioni Unite e che ai suoi esperti servono altri quattro o cinque mesi per stabilire se l'Iraq possiede o meno armi letali. Il capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha anche detto che l'Iraq ha dato prova di una "modesta o ragionevole cooperazione" nel campo nucleare ma ha esortato il regime iracheno a fare di più per cooperare con gli ispettori. Stati Uniti e Gran Bretagna hanno accusato l'Iraq di spiare gli ispettori dell'Onu e di ostacolare il loro lavoro e hanno sostenuto che ciò costituisce una "flagrante violazione" della risoluzione 1441.Alla domanda se la non cooperazione costituisce flagrante violazione, El Baradei ha detto: "se decidono che questa è flagrante violazione, questa è una loro prerogativa".Intanto i lavori in un'abbandonata base aerea nel Nord dell'Iraq sono un chiaro indizio di attività militare già all'interno del territorio iracheno. E il capo di stato maggiore dell'esercito Usa Richard Myers ammette: nostri soldati sono già operativi nell'Iraq curdo. Pochi, per ora. Ma già sono entrati. Al Pentagono Myers dice esplicitamente: "Non credo che si debba precisare in questo momento la situazione delle nostre truppe, ma alcune forze militari, anche se ancora poco numerose, sono nel Nord dell'Iraq".Nella regione autonoma curda nel Nord dell'iraq, in una zona emidesertica abitata da popolazioni rurali che non posseggono aerei o elicotteri si comincia infatti a rimettere in sesto una vecchia base aerea. E l'insolita operazione è un segnale che i preparativi di guerra si stanno facendo piu' incalzanti

Scudi umani

50 persone sono partite da Londra sabato 26 gennaio con destinazione Bagdad. Attraverseranno via terra l’Europa, passando per l’Italia (Milano) il 30, e il Medio oriente, per formare in Iraq una forza di interposizione contro la violenza statunitense. Il convoglio, composto da due autobus e un’automobile, è stato organizzato da We the people e altre associazioni ed è composto da persone provenienti da Stati Uniti, Inghilterra, Irlanda, Svizzera, Olanda, Nuova Zelanda, Spagna, Danimarca, Turchia. Al confine con la Giordania verranno raggiunti da gruppi di matrice mussulmana.

Metalmeccanici

I metalmeccanici piemontesi sciopereranno otto ore il 21 febbraio. Lo ha deciso il direttivo della Fiom regionale. La segreteria nazionale decidera' la prossima settimana se estendere l'iniziativa di lotta in tutto il Paese. E' una decisione che condividiamo - ha osservato Giorgio Cremaschi, della segreteria nazionale Fiom - e che abbiamo gia' valutato di estendere a tutto il settore. Decideremo definitivamente la prossima settimana perche' e' evidente che la crisi industriale che colpisce particolarmente le industrie metalmeccaniche, dove piu' di 80.000 posti di lavoro sono a rischio e quasi 30.000 precari sono stati licenziati, richiede una giornata nazionale di otto ore.



Gr aperto alle ore 8.40. Collaboration please. Sandro

NB PER PROSSIMO GR C'E' CORRISPONDENZA SU CAMPAGNA GATS-WTO NELLA CARTELLA AUDIO DEL GR DI OGGI ANCORA DA MANDARE

GR flash ore 9.30

MONDO

PALESTINA - L'esercito israeliano ha lanciato stamattina un'operazione militare di grande portata a Hebron, in Cisgiordania. Lo hanno detto fonti della sicurezza palestinese. Le fonti hanno detto che una ventina di blindati e alcuni bulldozer sono stati dispiegati nella città autonoma palestinese, dove l'esercito ha imposto il coprifuoco. I soldati hanno iniziato a fare perquisizioni casa per casa alla ricerca di militanti palestinesi ricercati, hanno detto le fonti che non sono state in grado di precisare se vi siano stati arresti. Secondo la radio israeliana, l'operazione potrebbe durare diversi giorni ed è stata lanciata in risposta a una serie di attacchi anti israeliani a Hebron e nelle sue vicinanze, in cui sono stati uccisi almeno 22 soldati e coloni israeliani. Nel 2002, le forze armate israeliane hanno rioccupato la quasi totalità della Cisgiordania, dove controllano tutte le principali città eccetto Gerico.

IRAQ - Se l’Italia e la Gran Bretagna trovano un punto di incontro non è così per il resto dell’Europa divisa di fronte alla prospettiva della guerra. Se, infatti, Francia e Germania continuano a manifestare tutta la loro contrarietà ad un eventuale attacco, oggi otto paesi europei si sono invece schierati pubblicamente a fianco di Bush. Mentre si attendono le prove assicurate dagli americani, si è intanto appurato che non contenevano agenti chimici le testate trovate in un bunker iracheno dagli ispettori dell'Onu qualche settimana fa. Inoltre, ieri, nel dibattito a porte chiuse al Consiglio di Sicurezza dell'Onu la maggioranza degli ambasciatori ha chiesto di concedere altro tempo agli ispettori. Nel corso della riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza dell'Onu si sarebbe discusso e a lungo e nei dettagli - dice un diplomatico che vuole restare anonimo - della possibilità di una nuova risoluzione Onu sull'Iraq. Lo scenario che al momento sembra più probabile è quello di una risoluzione che attesti che sinora l'Iraq non ha cooperato completamente con gli ispettori Onu e fissi una scadenza a tempi ravvicinati per il regime di Baghdad. Ma molti segnali fanno ritenere che la macchina da guerra americana abbia già avviato l'attacco all'Iraq. Soldati americani, infatti, sono già nella parte settentrionale del Paese, abitata dalla minoranza curda. I militari statunitensi stanno preparando la pista di una vecchia base aerea probabilmente per utilizzarla come avamposto.

COSTA D'AVORIIO - I ribelli del Movimento patriottico della Costa d'Avorio (Mpca) sono pronti a rispondere a nuovi possibili attacchi delle forze del presidente Laurent Gbagbo. Dalla loro roccaforte nella zona settentrionale del Paese, Bouak鬠gli armati che il 19 settembre scorso hanno dato il via alla crisi sollevandosi in armi contro il governo, hanno fatto sapere di essere in possesso di elementi che confermerebbero una prossima offensiva da parte delle truppe lealiste. "Le nostre fonti ad Abidjan ci hanno avvisato che vi sono gruppi diretti verso alcune delle zone da noi controllate, non sappiamo ancora quali, ma abbiamo posto i nostri uomini in stato di massima allerta da ieri pomeriggio", ha dichiarato Antoine Beugr鬠portavoce dello Mpca a Bouak鮠"Riteniamo che attacchi contro le nostre posizioni possano essere portati durante le prime ore del mattino di gioved쬠siamo pronti a rispondere", ha aggiunto. I ribelli controllano da pi񠤩 4 mesi l'intera zona centro-settentrionale della Costa d'Avorio. L'accordo di pace firmato nel fine settimana a Parigi da tutti i protagonisti della crisi ivoriana con il passare delle ore sembra destinato a fallire. Il documento ha prima scatenato le proteste di piazza inscenate dai sostenitori del presidente Gbagbo, e successivamente ha raccolto il rifiuto dell'esercito e dei partiti di governo. Intanto Gbagbo continua a rimandare il discorso alla Nazione atteso ormai da giorni.

ITALIA

Ricercatori in rivolta contro contro l’annunciata riforma del settore, che dovrebbe essere discussa domani al Consiglio dei ministri. A centinaia chiedono l’aspettativa per andare a lavorare all’estero oppure il permesso per il cosiddetto “anno sabbatico”. La protesta senza precedenti, partita dai laboratori Infm di Trieste l’iniziativa, che ha avuto anche l’appoggio dei dirigenti, sta dilagando in tutta Italia e ha trovato una sponda all’interno del Cnr, minacciato di commissariamento. All’origine della scintilla c’è l’annunciato accorpamento dell’Infm, un istituto di grande prestigio internazionale, con il Cnr, il maggior ente di ricerca pubblico nazionale in eterna ristrutturazione, ma in generale i ricercatori attaccano i principi della riforma Moratti. L’accusa principale è di aver dimenticato che “la ricerca scientifica è di vitale importanza strategica per lo sviluppo del Paese e puntano il dito contro le modalità con le quali si intende riformare questo settore, nonché i preoccupanti contenuti di tale riforma”. In ultimo i ricercatori accusano la Moratti di aver deliberatamente tenuto all’oscuro la comunità scientifica sui contenuti della riforma “dimostrando, in maniera inequivocabile, incompetenza, irresponsabilità e disinteresse per il futuro del Paese”.

GR FLASH ORE 13.00

IRAQ. El Baradei: non c'è, per ora, "flagrante violazione"

Il capo degli ispettori dell'Aiea Mohammed el Baradei ha detto oggi alla Bbc radio che a suo parere l'Iraq finora non è in flagrante violazione della risoluzione 1441 delle Nazioni Unite e che ai suoi esperti servono altri quattro o cinque mesi per stabilire se l'Iraq possiede o meno armi letali.

Il capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha anche detto che l'Iraq ha dato prova di una "modesta o ragionevole cooperazione" nel campo nucleare ma ha esortato il regime iracheno a fare di più per cooperare con gli ispettori.

Stati Uniti e Gran Bretagna hanno accusato l'Iraq di spiare gli ispettori dell'Onu e di ostacolare il loro lavoro e hanno sostenuto che ciò costituisce una "flagrante violazione" della risoluzione 1441.

Alla domanda se la non cooperazione costituisce flagrante violazione, El Baradei ha detto: "se decidono che questa è flagrante violazione, questa è una loro prerogativa".

IRAQ. Pentagono, i soldati americani sono già nel Nord del Paese

I lavori in un'abbandonata base aerea nel Nord dell'Iraq sono un chiaro indizio di attività militare già all'interno del territorio iracheno. E il capo di stato maggiore dell'esercito Usa Richard Myers ammette: nostri soldati sono già operativi nell'Iraq curdo. Pochi, per ora. Ma già sono entrati.

Al Pentagono, interrogato sui lavori in corso presso la vecchia base aerea di Harir, Myers dice esplicitamente: "Non credo che si debba precisare in questo momento la situazione delle nostre truppe, ma alcune forze militari, anche se ancora poco numerose, sono nel Nord dell'Iraq".

Nella regione autonoma curda nel Nord dell'iraq, in una zona emidesertica abitata da popolazioni rurali che non posseggono aerei o elicotteri si comincia infatti a rimettere in sesto una vecchia base aerea. E l'insolita operazione è un segnale che i preparativi di guerra si stanno facendo piu' incalzanti.

Nelle ultime settimane infatti i residenti nella zona di Harir hanno visto dirigersi verso la vecchia, abbandonata base aerea, mezzi pesanti e camion e operai impegnati in lavori di ristrutturazione.

Tra i camion anche alcuni Humvees, mezzi spostamento terra tipicamente utilizzati dall'esercito Usa. L'ipotesi che si stia preparando una base avanzata per un possibile ingresso di militari Usa nel Nord dell'Iraq si è subito, e ragionevolmente, fatta strada.

La pista dell'aeroporto di Harir, peraltro, è abbastanza lunga da consentire il decollo e l'atterraggio dei jet e degli aerei militari da trasporto Usa. Quanto agli esponenti del Partito Democratico del Kurdistan, la forza politica che di fatto gestisce la regione, loro negano di sapere alcunché relativamente ad una presenza militare americana ma un alto funzionario curdo, in forma anonima, rivela che personale militare americano è atteso nella regione.

USA. Esplosione in impianto farmaceutico, almeno 3 i dispersi

È stato in parte ridimensionato il bilancio, peraltro ancora provvisorio, delle violentissima esplosione che nella serata di ieri ha distrutto uno stabilimento farmaceutico a Kinston, nella North Carolina: fonti governative e sanitarie hanno confermato che al momento i morti accertati non superano le due unità; dapprima sembrava fossero otto, ma il loro numero è andato calando mano a mano che i soccorritori riuscivano a estrarre da sotto le macerie i lavoratori rimasti intrappolati.

Restano comunque almeno tre le persone date per disperse, mentre i feriti ammontano a non meno di 37, otto dei quali versano in condizioni critiche: è dunque ancora presto per tirare le somme definitive del disastro, le cui cause rimangono tuttora ignote.

MEDIO ORIENTE. Cisgiordania, vasta operazione israeliana a Hebron

L'esercito israeliano ha lanciato stamattina un'operazione militare di grande portata a Hebron, in Cisgiordania. Lo hanno detto fonti della sicurezza palestinese.

Le fonti hanno detto che una ventina di blindati e alcuni bulldozer sono stati dispiegati nella città autonoma palestinese, dove l'esercito ha imposto il coprifuoco. I soldati hanno iniziato a fare perquisizioni casa per casa alla ricerca di militanti palestinesi ricercati, hanno detto le fonti che non sono state in grado di precisare se vi siano stati arresti.

Secondo la radio israeliana, l'operazione potrebbe durare diversi giorni ed è stata lanciata in risposta a una serie di attacchi anti israeliani a Hebron e nelle sue vicinanze, in cui sono stati uccisi almeno 22 soldati e coloni israeliani.

Nel 2002, le forze armate israeliane hanno rioccupato la quasi totalità della Cisgiordania, dove controllano tutte le principali città eccetto Gerico.

ABIDJAN: PARTONO PRIMI FRANCESI, PAESE RESTA SOSPESO TRA INQUIETUDINI E TENSIONI POLITICHE

Mentre nella capitale Abidjan da ieri sembra ormai tornata la calma, la Costa d’Avorio attende con inquietudine l’evolversi della situazione politica. Dopo l’opposizione dei partiti di governo all’ipotesi di affidare i ministeri della difesa e degli interni ai ribelli – secondo quanto definito dagli accordi di Parigi sottoscritti nei giorni scorsi – continuano ad arrivare segnali di un’evidente tensione con le prime evacuazioni di cittadini francesi. Nella notte circa 400 di loro sono sbarcati all’aeroporto parigino di Charles de Gaulle. Si tratta in maggioranza dei familiari del personale di alcune banche che hanno filiali nella capitale ivoriana. Nessuna minaccia diretta ricevuta, hanno assicurato ai giornalisti che li hanno attesi allo scalo internazionale, ma misure di precauzione di fronte all’insicurezza che si respira ad Abidjan. Ad alimentare l’incertezza sta contribuendo anche il presidente Laurent Gbagbo, che da due giorni continua a rinviare l’attesissimo discorso alla nazione, dal quale potrebbero dipendere le sorti dell’ex colonia francese. Il Paese è appeso a un filo: se il capo di Stato asseconderà le richieste interne di non concedere due ministeri-chiave alla ribellione, potrebbe scatenarsi una recrudescenza militare da parte dei movimenti armati insorti contro di lui. Ma, dall’altra parte, se davvero Gbagbo consegnerà i comandi dell’esercito (ministero della difesa) e della polizia (interni) ad esponenti nominati dagli insorti, si troverebbe a fronteggiare violente proteste da parte dei suoi sostenitori, soprattutto da parte delle frange più faziose come i ‘giovani patrioti’ protagonisti dell’ondata anti-francese degli ultimi giorni.

ITALIA

IRAQ. Santa Sede: guerra immorale. Il Vaticano studia una iniziativa forte per fermare le armi

  • La guerra preventiva non rientra affatto nei canoni della guerra giusta nemmeno se questa venisse autorizzata da un voto dell'Onu. Troppo gravi sarebbero le conseguenze umanitarie.

"Esistono certo i capitoli 6 e 7 delle Nazioni Unite che prevedono questo tipo di operazioni. Quindi dal punto di vista del diritto - ha spiegato monsignor Jean Louis Tauran, ministro degli Esteri del Vaticano - sussisterebbe legalità. Tuttavia non bisogna dimenticare che la legalità è una cosa e le conseguenze morali e umanitarie un'altra".

Secondo l'arcivescovo francese, uno dei principali collaboratori del Papa, occorre fare di tutto per evitare l'ipotesi: "Non bisogna mai, mai, arrendersi all'inevitabilità di una guerra".

Il prelato, inoltre, ha annunciato che di fronte alla inevitabilità della guerra, la Santa Sede sarebbe pronta a compiere un gesto forte, importante e simbolico, attualmente allo studio.

Le indiscrezioni parlano di una missione a Baghdad da parte di un inviato papale.

GIUSTIZIA. Berlusconi contro la Magistratura. Le reazioni dei giudici e della politica

  • Al centro della polemica politica la dura presa di posizione del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, contro la magistratura, dopo la decisione della Cassazione di mantenere a Milano i processi Imi Sir-Lodo Mondadori e SME. Attaccando pesantemente la magistratura, Berlusconi ha annunciato che si difenderà fino in fondo contro quella che definisce una persecuzione politica delle toghe.

Ha suscitato polemiche anche la modalità con cui il presidente del consiglio ha deciso di intervenire: una videocassetta registrata in privato che ha sotratto Berlusconi alle domande dei giornalisti, come per tradizione avviene nelle conferenze stampa organizzate dalla Presidenza del Consiglio.

Immediate la reazioni del mondo politico. Francesco Rutelli considera "un errore" le dichiarazioni di Berlusconi , definite dal segretario dei Ds Piero Fassino "arroganti e minacciose". Il capogruppo di Forza Italia al Senato, Renato Schifani, esprime invece il suo sostegno al premier, mentre per Umberto Bossi, nel caso di una condanna di Berlusconi si dovrà andare a nuove elezioni.

Preoccupate anche le reazioni della magistratura e dell'organo di autogoverno dei giudici, che fa quadrato sulla decisione della Cassazione. In molti invocano un intervento forte del Capo dello Stato, che presiede anche l'Associazione nazionale magistrati, per ristabilire gli equilibri di ruoli e competenze. Se ne fa portavoce Nino Abbate, sostituto procuratore generale in Cassazione, che chiede un intervento diretto di Carlo Azeglio Ciampi "per riportare quel clima di serenità indispensabile per affrontare le riforme che sono allo studio di Parlamento e governo".

NB PER PROSSIMO GR C'E' CORRISPONDENZA SU CAMPAGNA GATS-WTO NELLA CARTELLA AUDIO DEL GR DI OGGI ANCORA DA MANDARE

gror030130 (last edited 2008-06-26 09:48:37 by anonymous)