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Gr aperto alle ore 8.40. Collaboration please. Sandro

GR flash ore 9.30

MONDO

PALESTINA - L'esercito israeliano ha lanciato stamattina un'operazione militare di grande portata a Hebron, in Cisgiordania. Lo hanno detto fonti della sicurezza palestinese. Le fonti hanno detto che una ventina di blindati e alcuni bulldozer sono stati dispiegati nella città autonoma palestinese, dove l'esercito ha imposto il coprifuoco. I soldati hanno iniziato a fare perquisizioni casa per casa alla ricerca di militanti palestinesi ricercati, hanno detto le fonti che non sono state in grado di precisare se vi siano stati arresti. Secondo la radio israeliana, l'operazione potrebbe durare diversi giorni ed è stata lanciata in risposta a una serie di attacchi anti israeliani a Hebron e nelle sue vicinanze, in cui sono stati uccisi almeno 22 soldati e coloni israeliani. Nel 2002, le forze armate israeliane hanno rioccupato la quasi totalità della Cisgiordania, dove controllano tutte le principali città eccetto Gerico.

IRAQ - Se l’Italia e la Gran Bretagna trovano un punto di incontro non è così per il resto dell’Europa divisa di fronte alla prospettiva della guerra. Se, infatti, Francia e Germania continuano a manifestare tutta la loro contrarietà ad un eventuale attacco, oggi otto paesi europei si sono invece schierati pubblicamente a fianco di Bush. Mentre si attendono le prove assicurate dagli americani, si è intanto appurato che non contenevano agenti chimici le testate trovate in un bunker iracheno dagli ispettori dell'Onu qualche settimana fa. Inoltre, ieri, nel dibattito a porte chiuse al Consiglio di Sicurezza dell'Onu la maggioranza degli ambasciatori ha chiesto di concedere altro tempo agli ispettori. Nel corso della riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza dell'Onu si sarebbe discusso e a lungo e nei dettagli - dice un diplomatico che vuole restare anonimo - della possibilità di una nuova risoluzione Onu sull'Iraq. Lo scenario che al momento sembra più probabile è quello di una risoluzione che attesti che sinora l'Iraq non ha cooperato completamente con gli ispettori Onu e fissi una scadenza a tempi ravvicinati per il regime di Baghdad. Ma molti segnali fanno ritenere che la macchina da guerra americana abbia già avviato l'attacco all'Iraq. Soldati americani, infatti, sono già nella parte settentrionale del Paese, abitata dalla minoranza curda. I militari statunitensi stanno preparando la pista di una vecchia base aerea probabilmente per utilizzarla come avamposto.

COSTA D'AVORIIO - I ribelli del Movimento patriottico della Costa d'Avorio (Mpca) sono pronti a rispondere a nuovi possibili attacchi delle forze del presidente Laurent Gbagbo. Dalla loro roccaforte nella zona settentrionale del Paese, Bouak鬠gli armati che il 19 settembre scorso hanno dato il via alla crisi sollevandosi in armi contro il governo, hanno fatto sapere di essere in possesso di elementi che confermerebbero una prossima offensiva da parte delle truppe lealiste. "Le nostre fonti ad Abidjan ci hanno avvisato che vi sono gruppi diretti verso alcune delle zone da noi controllate, non sappiamo ancora quali, ma abbiamo posto i nostri uomini in stato di massima allerta da ieri pomeriggio", ha dichiarato Antoine Beugr鬠portavoce dello Mpca a Bouak鮠"Riteniamo che attacchi contro le nostre posizioni possano essere portati durante le prime ore del mattino di gioved쬠siamo pronti a rispondere", ha aggiunto. I ribelli controllano da pi񠤩 4 mesi l'intera zona centro-settentrionale della Costa d'Avorio. L'accordo di pace firmato nel fine settimana a Parigi da tutti i protagonisti della crisi ivoriana con il passare delle ore sembra destinato a fallire. Il documento ha prima scatenato le proteste di piazza inscenate dai sostenitori del presidente Gbagbo, e successivamente ha raccolto il rifiuto dell'esercito e dei partiti di governo. Intanto Gbagbo continua a rimandare il discorso alla Nazione atteso ormai da giorni.

ITALIA

Ricercatori in rivolta contro contro l’annunciata riforma del settore, che dovrebbe essere discussa domani al Consiglio dei ministri. A centinaia chiedono l’aspettativa per andare a lavorare all’estero oppure il permesso per il cosiddetto “anno sabbatico”. La protesta senza precedenti, partita dai laboratori Infm di Trieste l’iniziativa, che ha avuto anche l’appoggio dei dirigenti, sta dilagando in tutta Italia e ha trovato una sponda all’interno del Cnr, minacciato di commissariamento. All’origine della scintilla c’è l’annunciato accorpamento dell’Infm, un istituto di grande prestigio internazionale, con il Cnr, il maggior ente di ricerca pubblico nazionale in eterna ristrutturazione, ma in generale i ricercatori attaccano i principi della riforma Moratti. L’accusa principale è di aver dimenticato che “la ricerca scientifica è di vitale importanza strategica per lo sviluppo del Paese e puntano il dito contro le modalità con le quali si intende riformare questo settore, nonché i preoccupanti contenuti di tale riforma”. In ultimo i ricercatori accusano la Moratti di aver deliberatamente tenuto all’oscuro la comunità scientifica sui contenuti della riforma “dimostrando, in maniera inequivocabile, incompetenza, irresponsabilità e disinteresse per il futuro del Paese”.

gror030130 (last edited 2008-06-26 09:48:37 by anonymous)