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'’’PALESTINA’’’

Il presidente dell'Autorità palestinese Yasser Arafat ha annunciato oggi la prossima nomina di un primo ministro. Arafat ha già fatto sapere che, per dar seguito alla decisione, intende convocare l'assemblea legislativa palestinese e il Consiglio centrale per " ottenere il via libera all'adozione delle misure necessarie". A spingere Arafat alla designazione di un premier, che lo affianchi e lo aiuti nel effettuare riforme all'interno dell'Autorità nazionale palestinese, sono stati i mediatori del cosiddetto 'Quartetto di Madrid', composto da rappresentanti di Unione Europea, Nazioni Unite, Stati Uniti e Russia. Al momento non sono tuttavia state fornite indicazioni sul nome del futuro primo ministro, né sulle date esatte della convocazione delle due riunioni e della nomina del capo del governo. Secondo il quotidiano israeliano 'Hàaretz' le diplomazie internazionali stanno facendo pressioni su Arafat perché renda noti entro domenica almeno i tempi della nomina, ma anche affinché la storica scelta del premier avvenga prima dell'inizio di un possibile conflitto in Iraq. Le prime reazioni all'annuncio di Arafat sono comunque state positive. Il leader laburista israeliano Shimon Peres ha accolto con favore le parole del leader palestinese, sostenendo che si tratta di un "passo nella giusta direzione". Occorre fra i palestinesi un partner serio che controlli i gruppi armati, con cui noi possiamo intraprendere un negoziato ha osservato Peres. Soddisfatto anche il movimento di Arafat, Al-Fatah, che ricorda come con la decisione di nominare un premier recepisca le istanze popolari di gran parte dei palestinesi. Già da mesi avevamo avanzato questa richiesta - ha sottolineato Cadura Fares, un deputato di al-Fatah nel Consiglio legislativo palestinese - Secondo un recente sondaggio di opinione, il 70 per cento dei palestinesi ritengono necessario che Arafat sia affiancato da un primo ministro

‘’’IRAQ’’’

Il presidente iracheno Saddam Hussein ha emanato un decreto con il quale mette al bando l'importazione e la produzione di armi di sterminio. Il decreto, richiesto espressamente dagli ispettori Onu, stabilisce il divieto per l'Iraq di importare o produrre qualsiasi arma nucleare, biologica e chimica.

  • "Tutti i ministri - dice il testo del decreto - devono applicare il proveddimento e prendere le misure necessarie per il personale che non lo rispetta".

La decisione, che vale sia per le imprese di stato che per le aziende private irachene, è stata annunciata a circa due ore dall'atteso rapporto degli ispettori Onu a Palazzo di Vetro.

  • Riferendosi al tipo di armi proibite, la fonte ha precisato "siano esse nucleari, biologiche o chimiche" ed ha aggiunto che "tutti i ministeri

dovranno far rispettare questo decreto e punire i trasgressori".

  • Non abbiamo armi di distruzione di massa

"L'Iraq è un paese libero di ciò che viene definito armi di distruzione di massa, sia nucleari, chimiche o biologiche". Lo ha detto oggi il presidente iracheno Saddam Hussein durante una riunione con i suoi più stretti collaboratori. Dal momento che nel paese non vi sono armi proibite, ha detto ancora il rais, "ciò elimina qualsiasi pretesto per un attacco contro l'Iraq". Le dichiarazioni di Saddam Hussein sono state riferite dall'agenzia irachena Ina la quale ha precisato che alla riunione di stamani hanno preso parte Izzat Ibrahim, numero due del regime e presidente del Consiglio del Comando della Rivoluzione (Ccr, la massima istanza decisionale irachena), il vice presidente Taha Yassin Ramadan e Ali Hassan al-Majid, anch'egli membro del Ccr.

  • L'Ina ha riferito che i responsabili iracheni "sono fiduciosi" che il pretesto della presenza nel Paese di armi proibite che sarà utilizzato oggi davanti al Consiglio di Sicurezza dell'Onu per sferrare un attacco contro l'Iraq "è venuto a mancare", ma hanno ribadito anche che, in caso di guerra, l'Iraq combatterà.

COREA

  • - Nuovo scontro tra Corea del Nord e Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea). Pyongyang ha duramente criticato la decisione dell'Aiea di portare oggi davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite la crisi scatenata dalla ripresa dei suoi programmi nucleari. Per il governo nordcoreano, come riporta l'agenzia di stampa ufficiale Kcna, l'Aiea è "il cagnolino" di Washington e non ha nessun diritto di interferire negli affari interni del paese.

Pyongyang, spiega l'agenzia, non ha più nessun obbligo nei confronti dell'Aiea visto che si è ritirata ormai dal Trattato di non proliferazione nucleare. "Se l'Aiea vuole tenere fede ai suoi compiti come organismo dell'Onu", si legge nella nota, "dovrebbe presentare una denuncia per le minacce illegali degli Usa nei confronti della penisola Coreana e non contro di noi che abbiamo esercitato i nostri legittimi diritti".

BOLIVIA - Il presidente boliviano Gonzalo Sanchez de Lozada ha assicurato ieri sera a La Paz che tutto sta tornando alla calma, dopo due giorni di disordini, sparatorie e saccheggi che hanno causato 29 morti e oltre 100 feriti. Parlando al paese in televisione, il capo dello stato ha sostenuto che felicemente posso annunciare che e' stata ristabilita la calma e la pace su tutto il territorio nazionale. A riprova di questo, ha reso noto che il governo ha stabilito che la giornata di venerdi' sia considerata normale per l'attivita' pubblica e privata. Ma ieri sera, mentre effettivamente la calma sembrava tornata nella capitale boliviana, altri disordini venivano segnalati a Santa Cruz, Cochabamba e Oruro. La reazione di vari settori popolari, fra cui la polizia, e' stata generata dalla decisione di Sanchez de Lozada di inviare al Parlamento un progetto di blancio per il 2003 in cui si introduceva un prelievo forzato sugli stipendi dei boliviani fino al 12,5%, un provvedimento poi ritirato sotto la spinta della piazza

‘’’NAPOLI’’’

Napoli, inchiesta a carico ed obbligo di firma per 19 disoccupati napolateni che quotidianalmente protestano per le strade della città partenopea. Oggi oltre 500 disoccupati aderenti alle liste 'Movimento disoccupati auto-organizzati in lotta per il lavoro o il salario garantito di Acerra', 'Eurodisoccupati napoletani', 'Coordinamento di lotta per il lavoro', sono riuniti davanti alla loro sede al corso Malta. Tra poco iniziera' una conferenza stampa e successivamente i disoccupati terranno una assemblea. Corso Malta e' tappezzata di manifesti per protestare contro le 19 ordinanze con obbligo di firma notificate ad altrettanti disoccupati. Cartelloni con su riprodotte le testate di alcuni giornali accusano la stampa che mente, ritenuta velinara a favore della polizia e della magistratura. I disoccupati aderenti alle tre liste hanno annuciato che domani saranno a Roma per manifestare contro la guerra. Ma, il 'movimento' sta progettando una serie di iniziative che vedranno manifestazioni quasi ogni giorno nella prossima settimana.

BOLIVIA - Il presidente boliviano Gonzalo Sanchez de Lozada ha assicurato ieri sera a La Paz che tutto sta tornando alla calma, dopo due giorni di disordini, sparatorie e saccheggi che hanno causato 29 morti e oltre 100 feriti. Parlando al paese in televisione, il capo dello stato ha sostenuto che felicemente posso annunciare che e' stata ristabilita la calma e la pace su tutto il territorio nazionale. A riprova di questo, ha reso noto che il governo ha stabilito che la giornata di venerdi' sia considerata normale per l'attivita' pubblica e privata. Ma ieri sera, mentre effettivamente la calma sembrava tornata nella capitale boliviana, altri disordini venivano segnalati a Santa Cruz, Cochabamba e Oruro. La reazione di vari settori popolari, fra cui la polizia, e' stata generata dalla decisione di Sanchez de Lozada di inviare al Parlamento un progetto di blancio per il 2003 in cui si introduceva un prelievo forzato sugli stipendi dei boliviani fino al 12,5%, un provvedimento poi ritirato sotto la spinta della piazza

Ore 9.30

Iraq

El Baradei e' tornato a ripetere nella notte che la guerra non e' inevitabile. "L'Iraq ha ancora una possibilita' di salvarsi", ha spiegato sul volo che lo conduceva da Vienna a New York, "ma il tempo sta finendo". E l'unico modo per Baghdad di fermare un attacco "e' collaborare al 100 per cento". Il capo dell'Aiea si e' anche detto ottimista su una proroga delle ispezioni: "Stiamo facendo progressi e se l'Iraq assicura piena collaborazione, non vedo ragioni di interrompere la missione".

La maggioranza degli americani considera ormai inevitabile la guerra contro l'Iraq, ma non sembra condividere del tutto l'azione del presidente George W. Bush: chiede anche piu' tempo per gli ispettori delle Nazioni Unite ed e' contraria a un'azione unilaterale. A rivelarlo e' un sondaggio pubblicato oggi dal quotidiano 'The New York Times' e realizzato in collaborazione con la rete televisiva Cbs.

Mentre gli occhi di tutto il mondo sono puntati sulla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in programma per questo pomeriggio, la Russia ha ribadito di essere contraria a una nuova risoluzione sulla crisi irachena. L'esecutivo Onu comincera' alle 10 e 15 ora locale, le 16 e 15 in Italia, ad ascoltare il nuovo rapporto del capo degli ispettori Hans Blix e del direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica Mohamed ElBaradei. Per l'occasione, stanno arrivando a New York dieci ministri degli Esteri dei paesi che siedono in Consiglio, compreso il russo Igor Ivanov. "Credo che al momento non sia necessario passare una seconda, una terza o una quarta risoluzione sull'Iraq", ha dichiarato il capo della diplomazia di Mosca al suo arrivo negli Stati Uniti. "Abbiamo davanti a noi problemi la cui soluzione si presenta difficile", ha aggiunto Ivanov, ma "la comunita' internazionale non deve dividersi, bensi' essere unita".

5000 persone in piazza a sassari contro la guerra un affluenza così alta non si vedeva da tempo!!!

Cinquemila sassaresi sfidano freddo e apatia Partecipazione alla manifestazione per la pace, come da tempo non si vedeva Il corteo ha compiuto significativamente il tragitto dei Candelieri

si. sa.

SASSARI. Un silenzio surreale, un'atmosfera pacata in cui slogan e parole sarebbero stati fuori luogo. Poche bandiere politiche, pochi i riferimenti ad associazioni o sigle sindacali. Il suo no alla guerra, Sassari ieri l'ha affidato agli sguardi decisi, al passo cadenzato degli oltre cinquemila cittadini che hanno sfilato nel percorso storico della Faradda dei Candelieri: uomini, donne e bambini che sventolavano ramoscelli d'ulivo, per simboleggiare quel desiderio di pace ignorato da chi parla del conflitto contro l'Iraq come di "un male necessario". La città ha risposto in maniera massiccia all'invito delle oltre cinquanta associazioni organizzatrici. Alle 18 piazza Castello era già gremita: pochi minuti dopo, il corteo è partito ordinatamente, percorrendo corso Vittorio Emanuele e corso Vico, sino ad arrivare alla chiesa di Santa Maria di Betlem. Un tragitto che ha ricalcato quello della discesa dei Candelieri, e non certamente in maniera casuale. L'ha spiegata bene padre Ettore, padre guardiano del convento di Santa Maria, la ragione della scelta. "Santa Maria custodisce l'anima più antica della città, i valori più preziosi della sua storia: ci ritroviamo qui ogni anno per rinnovare il voto alla Vergine, oggi lo facciamo per pregare in nome della pace, supremo bene universale. La chiesa si è aperta per accogliere le ansie, i timori dei credenti, nella speranza di riuscire a convertire al dialogo e al rispetto per la vita quei potenti che oggi inneggiano alla guerra: la folla di oggi è commovente, è un segnale che indica quanto sia forte il sentimento della solidarietà verso i più deboli, coloro che pagano le conseguenze dei conflitti: perché i potenti, si sa - ha sottolineato padre Ettore - ne escono sempre immuni". E per i deboli hanno pregato i fedeli, in particolare per i bambini, quegli stessi che ieri non sono mancati alla marcia. Ragazzini delle scuole medie e boy scout che sventolavano striscioni fatti con pastelli e pennarelli, in cui si leggeva "meglio i disegni dei bambini felici che i cannoni contro i nemici". Quegli stessi cannoni e bombe che uccidono, che segnano per sempre la vita di tanti bambini della loro età: l'immagine di un ragazzino mutilato a una gamba riempiva un manifesto, a simboleggiare senza alcuna censura "gli effetti collaterali della guerra". I bambini ieri hanno sfilato accanto agli esponenti politici, ai rappresentanti di quella corrente contraria al pensiero della maggioranza di governo: tanti i visi noti dei consiglieri comunali di opposizione (tra loro Anna Sanna, Antonietta Duce, Paolo Bussu, Antonio Capitta, Luigi Lotto), e degli esponenti del centrosinistra in consiglio regionale (come Renato Cugini e Silvio Lai). Accanto a loro sfilavano le altre anime del centro sinistra, quello più moderato e la sinistra più accesa che si riconosceva nelle bandane e nei megafoni dei no-global e dei rappresentanti dei collettivi studenteschi. Soltanto loro hanno parlato durante il tragitto, ma sempre in maniera assolutamente pacata: "Vogliamo un mondo di tutti i colori, guerra e terrorismo ne resteranno fuori", dicevano. A ritmare gli slogan, la musica offerta da un gruppo di giovani senegalesi che, a sorpresa, sono diventati protagonisti della marcia. All'altezza di Corso Vico, hanno tirato fuori bonghetti e jumbée e iniziato a suonare. Musica anche nella piazza di Santa Maria: mentre padre Ettore all'interno incitava alla pace e pregava insieme ai fedeli, fuori si ballava e si cantava, si facevano i girotondi, si celebrava l'amicizia, l'unione, la voglia di pace. C'erano polizia, carabinieri e vigili urbani. Un grande e discreto spiegamento di forze dell'ordine dall'inizio alla fine della manifestazione, nella paura che durante la marcia qualche testa calda approfittasse della confusione. Ma nessun problema, la serata è scivolata via tranquilla perché, in ogni marcia della pace che si rispetti, la violenza rimane fuori. (da la nuova sardegna)

Palestina

L'esercito israeliano ha arrestato nella notte otto palestinesi, tra cui un leader locale della Jihad islamica, nel corso di un'incursione a Tulkarem, nel nord della Cisgiordania, si apprende da fonti della sicurezza palestinese. Mahamud Koleibi, 24 anni, un capo locale dell'ala militare della Jihad, e' stato arrestato insieme a Fahed Sawalha, 22, un altro attivista della sua organizzazione, e ad altri sei palestinesi, hanno precisato le fonti.Ieri sera, una ventina di blindati israeliani erano penetrati a Tulkarem, e subito avevano circondato la casa di Koleibi.

Argentina

L'ex ministro dell'economia peruviano durante la presidenza di Alberto Fujimori, Jorge Baca Campodonico, e' stato arrestato ieri sera a Buenos Aires, dove si trovava con una missione tecnica del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) per l'esistenza ai suoi danni di un mandato di cattura internazionale. Fonti giudiziarie hanno indicato che il ministro e' stato intercettato dalla polizia argentina mentre si trovava nelle vicinanze dell'Hotel Sheraton nella capitale argentina. Il 14 febbraio 2002 Baca Campodonico fu condannato in contumacia per associazione per delinquere, corruzione ed occultamento di prove, e contro di lui fu spiccato un mandato di cattura internazionale. Fujimori da due anni si trova esula in Giappone, da dove il governo di Alejandro Toledo cerca di estradarlo per riportarlo in Peru'.(ANSA). SAL

Bolivia

Il presidente boliviano Gonzalo Sanchez de Lozada ha assicurato ieri sera a La Paz che tutto sta tornando alla calma, dopo due giorni di disordini, sparatorie e saccheggi che hanno causato 29 morti e oltre 100 feriti. Parlando al paese in televisione, il capo dello stato ha sostenuto che felicemente posso annunciare che e' stata ristabilita la calma e la pace su tutto il territorio nazionale. A riprova di questo, ha reso noto che il governo ha stabilito che la giornata di venerdi' sia considerata normale per l'attivita' pubblica e privata. Ma ieri sera, mentre effettivamente la calma sembrava tornata nella capitale boliviana, altri disordini venivano segnalati a Santa Cruz, Cochabamba e Oruro. La reazione di vari settori popolari, fra cui la polizia, e' stata generata dalla decisione di Sanchez de Lozada di inviare al Parlamento un progetto di blancio per il 2003 in cui si introduceva un prelievo forzato sugli stipendi dei boliviani fino al 12,5%, un provvedimento poi ritirato sotto la spinta della piazza.(ANSA). SAL

Indulto

Un indulto di sei mesi valido per tutti i reati.E' l'ipotesi a cui i senatori di maggioranza e opposizione stanno lavorando da quando all'esame della commissione Giustizia è arrivato l'indultino, il provvedimento appena licenziato dalla Camera che prevede la sospensione degli ultimi tre anni di pena per chi non ha commesso reati gravissimi e ha già scontato un quarto della condanna.Maggioranza e opposizione infatti si stanno compattando sul no al testo che ha ricevuto il via libera di Montecitorio e stanno eleborando una controproposta: un indulto in forma "ridotta" di soli sei mesi da estendere, però, a tutti i reati, anche a quelli di mafia. La Lega continua ad essere contraria mentre all'interno di Alleanza Nazionale c'è chi guarda all' iniziativa con favore. Promotore dell'iniziativa è il senatore dei Ds Elvio Fassone che spiega: "Abbiamo parlato a lungo sia in commissione, sia all' interno del gruppo, dell'indulto e dell'indultino. Il Senato si trova tra l'incudine e il martello: o approvare questo testo che ha tanti e tanti profili di incostituzionalità, o prendere tempo vanificando lo sforzo stato fatto alla Camera". "Alla fine - aggiunge Fassone - ha prevalso una terza soluzione: seguire l'indicazione del Papa di un gesto di clemenza per i detenuti anche se minimo. E così ha preso piede l'idea di un indulto di sei mesi senza esclusioni e condizioni".

Un'idea che, spiegano in commissione, ha raccolto consensi in tutta l'opposizione, Margherita compresa, e in parte della Cdl: FI e Udc sono d'accordo, mentre An è perplessa e la Lega contraria.

GR ORE 13.00

MONDO

BOLIVIA - Il presidente boliviano Gonzalo Sanchez de Lozada ha assicurato ieri sera a La Paz che tutto sta tornando alla calma, dopo due giorni di disordini, sparatorie e saccheggi che hanno causato 29 morti e oltre 100 feriti. Parlando al paese in televisione, il capo dello stato ha sostenuto che felicemente posso annunciare che e' stata ristabilita la calma e la pace su tutto il territorio nazionale. A riprova di questo, ha reso noto che il governo ha stabilito che la giornata di venerdi' sia considerata normale per l'attivita' pubblica e privata. Ma ieri sera, mentre effettivamente la calma sembrava tornata nella capitale boliviana, altri disordini venivano segnalati a Santa Cruz, Cochabamba e Oruro. La reazione di vari settori popolari, fra cui la polizia, e' stata generata dalla decisione di Sanchez de Lozada di inviare al Parlamento un progetto di blancio per il 2003 in cui si introduceva un prelievo forzato sugli stipendi dei boliviani fino al 12,5%, un provvedimento poi ritirato sotto la spinta della piazza

IRAQ - Blix ed El Baradei sono chiamati a sottoporre al Consiglio di sicurezza un rapporto professionale e obiettivo e a pesare ciascuna frase nel loro documento (per evitare) conseguenze pericolose”,scrive oggi As Saoura, organo di stampa del partito Baat al potere in Iraq. L’esortazione è diretta a Hans Blix, per la commissione Onu di controllo verifica ed ispezione (Unmovic), e a Mohammed el Baradei, dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea) che tra poche ore dovranno esporre al Consiglio di sicurezza dell’Onu il secondo e cruciale rapporto sull’ultima verifica condotta in Iraq e conclusasi il 10 febbraio scorso. Questa mattina, alle 10:15 (16:30 ora italiana) nel Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York i due esperti hanno parlato al Consiglio di sicurezza davanti a 10 ministri degli esteri, tra cui quelli dei 5 Paesi con seggio permanente, per aggiornare la comunità internazionale sullo stato del disarmo in Iraq. Washington, che preme sul Consiglio per passare all’azione militare, si augura che quello di oggi sia l’ultimo rapporto.

PALESTINA - Il presidente palestinese Yasser Arafat ha dichiarato che intende nominare un primo ministro. La decisione rientra nel processo di riforma dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) promesso dal leader. Arafat non ha tuttavia detto chi è il primo ministro che intende nominare e che fetta di potere condividerà con questa figura nuova per l'Anp. Arafat ha annunciato di avere ufficialmente dato il suo assenso alla nomina di un primo ministro che lo affianchi, in seguito alle pressioni internazionali perché siano fatte riforme all'interno dell'Autorità nazionale palestinese. "Ho deciso di nominare un primo ministro, e mi accingo a chiedere al Consiglio legislativo (parlamento) palestinese di prendere le misure necessarie a questo scopo", ha dichiarato il presidente dell'Anp alla stampa.

COREA - Nuovo scontro tra Corea del Nord e Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea). Pyongyang ha duramente criticato la decisione dell'Aiea di portare oggi davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite la crisi scatenata dalla ripresa dei suoi programmi nucleari. Per il governo nordcoreano, come riporta l'agenzia di stampa ufficiale Kcna, l'Aiea è "il cagnolino" di Washington e non ha nessun diritto di interferire negli affari interni del paese. Pyongyang, spiega l'agenzia, non ha più nessun obbligo nei confronti dell'Aiea visto che si è ritirata ormai dal Trattato di non proliferazione nucleare. "Se l'Aiea vuole tenere fede ai suoi compiti come organismo dell'Onu", si legge nella nota, "dovrebbe presentare una denuncia per le minacce illegali degli Usa nei confronti della penisola Coreana e non contro di noi che abbiamo esercitato i nostri legittimi diritti".

ITALIA

BRESCIA - Ad una settimana esatta di distanza dal maxirastrellamento di venerdì scorso [v. http://italy.indymedia.org/features/migranti/ ] questa mattina c'è stata una nuova operazione contro gli immigrati. La questura parla di una operazione contro lo spaccio di droga, la prostituzione ed i furti, ma siamo in grado di dimostrare attraverso le prime testimonianze raccolte come anche questa volta ci siano stati controlli arbitrari ed esclusivamente su base etnica. Non sono stati quindi controlli mirati o sulla base di indizi ma controlli indiscriminati nei confronti di tutti gli appartamenti abitati da immigrati nelle zone prese di mira. Ancora sono stati effettuati controlli nei confronti degli immigrati che si trovavano in stazione alle prime ore del mattino per prendere i pullman e gli autobus che li portano al lavoro nelle fabbriche! In questo approfondimento sull'operazione di polizia sentite due interviste che dimostrano la arbitrarietà dei controlli effettuati a caso nei confronti di tutti gli appartamenti abitati da immigrati

SESTO SAN GIOVANNI PROCESSO BREDA PER AMIANTO: ASSOLTI I DIRIGENTI INGIUSTIZIA E’ FATTA IN ITALIA UCCIDERE I LAVORATORI IN NOME DEL PROFITTO NON E’ REATO Il processo che vedeva imputati due dirigenti della ex Breda Fucine di Sesto S.Giovanni per l’omicidio colposo di sei lavoratori e lesioni gravissime ad un settimo si è concluso con l’assoluzione degli imputati “perché il fatto non sussiste”, ha deciso il giudice, dott.sa Bernante. Alla lettura della sentenza gli ex compagni di lavoro e i familiari hanno duramente contestato la sentenza, aprendo striscioni e gridando la loro rabbia. Subito sono scoppiati tafferugli fra i lavoratori, i familiari delle vittime da una parte e carabinieri e agenti della Digos, che volevano impedire la protesta. I lavoratori hanno occupato l’aula 7 del tribunale per un’ora e mezza, aprendo striscioni e gridando “assassini, li avete uccisi un’altra volta”. Dopo 11 anni di lotte, 19 denunce archiviate e 70 lavoratori uccisi dal killer amianto, il primo processo che ha portato sul banco degli imputati due dirigenti Breda si è concluso con l’assoluzione dei dirigenti di una fabbrica che, come la Montedison, la Fincantieri e tante altre, tutto sapevano e nulla hanno fatto per evitare centinaia e centinaia di morti annunciate.

NAPOLI, 14 FEB - A Napoli da lunedi' sara' possibile effettuare un solo corteo al giorno, preferibilmente nelle ore pomeridiane. E' questa la decisione adottata questa mattina in sede di comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica che si e' riunito in prefettura. Lo ha comunicato, al termine della riunione, l'assessore alla Mobilita' del comune di Napoli, Luca Esposito

MANIFESTAZIONE CONTRO LA GUERRA - Crescono di ora in ora le adesioni alle manifestazioni per la pace che da questa notte coinvolgeranno 75 città sparse in tutto il mondo. Anche in Italia si moltiplicano le iniziative: vari Comuni e Regioni esporranno la bandiera della pace accanto a quella nazionale e dell'Unione Europea, mentre moltissimi ordini religiosi e congregazioni aderiscono alla manifestazione per la pace che si terrà domani a Roma. Intanto proseguono le polemiche sulla decisione della Rai di non trasmettere in diretta la manifestazione di Roma per non condizionare il Parlamento: ha raccolto l'approvazione dell'opposione l'intervento del presidente della camera Casini, che ieri ha criticato la scelta dei vertici di viale Mazzini. Dalla mezzanotte di stasera a sabato notte Rainews 24 seguirà le manifestazioni per la pace che in ogni parte del mondo, dalla Nuova Zelanda, all'Estremo Oriente, all'Europa, alle Americhe porteranno nelle strade milioni di persone. "La giostra della pace" comincerà questa sera quando in Italia sarà mezzanotte e ad Auckland mezzogiorno. Seguendo i fusi orari Rainews24 vi racconterà quanto accade nelle piazze del mondo, Europa ed Italia comprese. Potrete seguirci attraverso la Televisione ma anche attraverso il nostro sito internet.

gror030214 (last edited 2008-06-26 09:48:44 by anonymous)