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La Nato ha approvato ieri il passaggio alla fase operativa del programma di protezione militare della Turchia in caso di guerra in Iraq. Dopo il ‘si’ politico annunciato lo scorso lunedi, il Comitato dei piani di difesa (Cpd), di cui fanno parte i paesi membri dell'Alleanza atlantica - con l’esclusione della Francia che si ritirò dall’organismo militare nel 1966 – ha dato ‘via libera’ al dispiegamento di aerei radar Awacs, l'insediamento preventivo di batterie antimissilistiche Patriot e di unità specializzate per contrastare eventuali attacchi con armi chimiche e batteriologiche. La responsabilità delle operazioni è affidata al Comandante supremo delle forze alleate in Europa, il generale James Jones. La decisione era stata ostacolata per oltre un mese da Francia, Germania e Belgio che si opponevano alla varo della pianificazione delle difese militari alleate per evitare di entrare ''in una logica di guerra''. Secondo il segretario generale della Nato George Robertson la lunga esitazione avrebbe causato ''danni alla nostra credibilità'' e alle ''relazioni'' fra gli Usa e quei tre paesi. Soddisfazione è stata espressa dall’ambasciatore statunitense alla Nato, Nichols Burns. Intanto, Robertson ha lasciato ieri mattina Bruxelles per recarsi negli Stati Uniti, dove dovrebbe incontrare il presidente George Bush |
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BOLIVIA - Il presidente della Bolivia Gonzalo Sanchez de Lozada ha annunciato la formazione di un nuovo governo, dopo che il precedente gabinetto si era dimesso in seguito ai sanguinosi disordini della scorsa settimana che, in base all’ultimo bilancio diffuso, hanno provocato 33 morti e 187 feriti. Il nuovo esecutivo vede una riduzione del numero dei ministri che dai 18 precedenti passano a 13. Si tratta della prima misura della nuova politica di austerità annunciata nei giorni scorsi dal capo di Stato e che ora dovrà essere portata avanti dalla squadra governativa appena nominata |
GR aperto alle 8.30 da Sandro
GR flash ore 9.30
MONDO
GUERRA - Le conseguenze di una guerra all'Iraq sarebbero negative e su un piano globale. Il ministro degli Esteri russo Igor Ivanov in un'intervista al Corriere della Sera spiega il perche' del no di Mosca alla guerra. E, rispetto a una seconda risoluzione dell'Onu, afferma che la Russia non e' in principio contraria a nuove risoluzioni. Bisogna capire a cosa servono. Sulla base dei rapporti degli ispettori e dell'Aiea non ne vediamo la necessita'. Se mira a rafforzare il mandato degli ispettori allora siamo pronti a esaminarla. Se e' per avere l'autorizzazione all'uso della forza, allora crediamo che sia dannosa. Il ricorso al diritto di veto e' una misura estrema a cui ricorrere in maniera responsabile. Oggi il compito della Russia non e' di spaccare il Consiglio di Sicurezza bensi' di mantenerne al massimo l'unita aggiunge. Intanto il segretario di stato americano Colin Powell partira' domani per una missione che lo portera' in Giappone, Cina e Corea del Sud. Obiettivo principale del viaggio cercare una soluzione alla crisi innescata dalla decisione della Corea del Nord di riesumare il programma per la produzione di armi nucleari. Con i governanti di Tokyo, Pechino e Seul il capo della diplomazia Usa affrontera' anche la questione irachena La Nato ha approvato ieri il passaggio alla fase operativa del programma di protezione militare della Turchia in caso di guerra in Iraq. Dopo il ‘si’ politico annunciato lo scorso lunedi, il Comitato dei piani di difesa (Cpd), di cui fanno parte i paesi membri dell'Alleanza atlantica - con l’esclusione della Francia che si ritirò dall’organismo militare nel 1966 – ha dato ‘via libera’ al dispiegamento di aerei radar Awacs, l'insediamento preventivo di batterie antimissilistiche Patriot e di unità specializzate per contrastare eventuali attacchi con armi chimiche e batteriologiche. La responsabilità delle operazioni è affidata al Comandante supremo delle forze alleate in Europa, il generale James Jones. La decisione era stata ostacolata per oltre un mese da Francia, Germania e Belgio che si opponevano alla varo della pianificazione delle difese militari alleate per evitare di entrare BOLIVIA - Il presidente della Bolivia Gonzalo Sanchez de Lozada ha annunciato la formazione di un nuovo governo, dopo che il precedente gabinetto si era dimesso in seguito ai sanguinosi disordini della scorsa settimana che, in base all’ultimo bilancio diffuso, hanno provocato 33 morti e 187 feriti. Il nuovo esecutivo vede una riduzione del numero dei ministri che dai 18 precedenti passano a 13. Si tratta della prima misura della nuova politica di austerità annunciata nei giorni scorsi dal capo di Stato e che ora dovrà essere portata avanti dalla squadra governativa appena nominata ITALIA L'Ulivo