Ore 13.00
Iraq
La Russia si opporra' alla risoluzione anglo-americana sull'Iraq anche se la data dell'ultimatum, attualmente fissata per il 17 marzo, fosse rinviata. Lo ha dichiarato oggi il viceministro degli Esteri russo Juri Fedotov, citato da Interfax. La Russia continua a ritenere che non sia necessario adottare alcuna nuova risoluzione sull'Iraq, ha dichiarato Fedotov, facendo riferimento secondo l'agenzia alla possibilita' di un nuovo emendamento del progetto di risoluzione che rinvia la scadenza dell'ultimatum. La delegazione ministeriale araba presieduta dal segretario generale della Lega Araba, Amr Mussa - che nei giorni scorsi e stata a New York -, si rechera' a Baghdad nei prossimi giorni per chiedere a Saddam Hussein di dimettersi. Lo scrive oggi in prima pagina il quotidiano internazionale arabo 'Asharq Al Awsat', in una notizia da Londra. Citando fonti bene informate il giornale rileva che la delegazione si fara' portatrice della missione piu' difficile: invitare il presidente Saddam Hussein a lasciare il potere, come ha proposto gli Emirati Arabi Uniti al vertice di Sharm el Sheik del 1 marzo scorso. La delegazione, secondo il giornale, avrebbe accettato l'incarico dopo ripetute pressioni da parte di Francia e Russia in incontri a New York. Intanto il Fondo Monetario Internazionale lancia l'allarme, nel rapporto sull'economia mondiale dichiara un conflitto in Iraq di lunga durata e diffuso ad altre regioni avra' "serie conseguenze" per l'economia mondiale. rivedendo al ribasso le previsioni di crescita per il 2003. Secondo quanto riporta il quotidiano tedesco Handelsblatt nel rapporto che sara' diffuso ad aprile il Fmi stima la crescita economica mondiale al 3,3%, da 3,7% delle precedenti previsioni di settembre, ma questi dati potrebbero essere ulteriormente ridotti in caso di conflitto. L'ipotesi avanzata e' che la guerra innescherebbe una spirale al ribasso con il rialzo dei prezzi del petrolio, il calo della fiducia di consumatori e investitori e l'aumento dell'incertezza nei mercati finanziari. Le aree piu' colpite sarebbero gli Usa, la cui crescita e' gia' stimata al 2,4% contro il 2,6% atteso in precedenza, e l'Eurozona, che crescera' solo dell'1,3% invece del 2,3% previsto a settembre. La crescita del Giappone, infine, passera' dall'1,1% allo 0,5%.
Palestina
Due incursioni sono state compiute la scorsa notte nella striscia di Gaza da reparti israeliani. Secondo le fonti militari a Tel Aviv obiettivi scelti si trovavano a Khan Yunes, nel sud della striscia, e a Beit Hanun, nel settore nord. A Beit Hanun sono stati catturati tre palestinesi ricercati per attivita' armate. A Khan Yunes, hanno aggiunto le fonti, e' stato individuato e demolito un laboratorio per la produzione di ordigni, al cui interno sono stati scoperti decine di chilogrammi di materiali esplosivi pronti per l'uso. Da Gaza fonti locali riferiscono intanto di un duro scontro a fuoco avvenuto all'alba nella zona di Dir el-Balah. Un doldato israeliano e' morto ed altri cinque sono rimasti feriti negli scontri a fuoco avvenuti nella tarda serata di ieri nel centro di Hebron, nel sud della Cisgiordania. La vittima e' stata colpita nel corso di un attacco di un commando di palestinesi contro un reparto militare israeliano I militanti palestinesi si sono poi asserragliati all' interno di un edificio contro il quale carri armati israeliani hanno sparato diversi colpi di mortaio. L' edificio, secondo fonti militari israeliane, e' crollato e tra le macerie e' stato trovato il corpo di un palestinese.Almeno altri tredici palestinesi sono stati catturati nelle ultime ore dai soldati israeliani in diversi punti della Cisgiordania: tra essi anche due minorenni nonche' il gia' ricercato Adnan Yaber, un dirigente Fronte Popolare di Liberazione della Palestina. Due palestinesi armati di fucili mitragliatori e bombe a mano, sono stati uccisi poco prima dell'alba di oggi dai soldati israeliani nei pressi della colonia ebraica di Kfar Darom, nel sud della Striscia di Gaza, lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi a Gaza. Le fonti hanno aggiunto che i cadaveri dei due palestinesi - dei quali non sono note ne' l'identita' ne' l'organizzazione di appartenenza - sono stati rinvenuti alle prime luci del giorno.
India
La Dow Chemical, che ha acquisito la Union Carbide, responsabile del disastro di Bhopal del dicembre 1984, e che non ha mai bonificato l’area come richiesto dai sopravvissuti alla nube tossica, ha fatto causa alle vittime per aver protestato. L’udienza dovrebbe tenersi nelle prossime settimane: la multinazionale della chimica ha chiesto 10.000 dollari come risarcimento danni per le proteste pacifiche agli impianti Dow di Bhopal. Dopo le proteste dei mesi scorsi, che sono terminate con l'arresto di numerosi manifestanti, Greenpeace lancia oggi una nuova iniziativa, e cioè l'occupazione del sito dell'azienda, attraverso quella forma di protesta elettronica ormai comunemente riconosciuta come netstrike. Greenpeace invita, attraverso il proprio sito, www.greenpeace.it, a rallentare il sito della Dow dedicato alla vicenda di Bhopal. Se le proteste saranno numerose, il sito potrà anche bloccarsi. Per collegarsi direttamente e scaricare automaticamente tutte le pagine, più volte al minuto, basta andare su: http://dowethics.com/bhopal.com/go/visit.html
Livorno
Sono partite le navi cariche di armi americane destinate alla turchia, per poi essere utilizzate nel conflitto in Iraq. Nonostante il tentativo di blocco da parte dei manifestanti, che da ieri sera e fino a tarda notte si sono radunati nei pressi del porto, è stato impossibile effettuare qualsiasi tipo di azione, dato l'imponente spiegamento di forze di polizia e carabinieri. Per aggirare lo sciopero annunciato dai portuali, le operazioni di carico sono state effettuate dai militari statunitensi e dal personale civile della base. Operazione che ha provocato le proteste dei sindacati dei portuali, che vedono in questo una ingerenza nelle questioni inerenti ai diritti dei lavoratori. Alle domande poste dai lavoratori dovrà ora rispondere la regione, con cui era previsto un incontro in mattinata. In queste ore, invece, si sta svolgendo a Livorno un assemblea tra lavoratori e attivisti dei movimenti contro la guerra, per decidere le prossime iniziative.
Scuola
Oggi mentre torna al senato la discussione sulla riforma della scuola della Moratti,una manifestazione indetta dalla confederazione cobas scuola manifesta sotto il senato e da appuntamento a tutti per le ore 16.00, quando inizierà la discussione.
Immigrazione
Il Ministero dell' Interno ha disposto il trasferimento dei migranti rinchiusi nel centro di accoglienza di Lampedusa. Il ponte aereo tra l' isola pelagica e Crotone e' iniziato ieri sera con due velivoli della compagnia Azzurra che hanno trasferito 223 immigrati in Calabria. Il centro di accoglienza gestito dalla Confraternita Misericordia resta però sempre affollato. A fronte di una disponibilita' di 88 posti, sono ospitati attualmente 123 clandestini della Sierra Leone, Eritrea e Liberia, tra cui due donne. Nel pomeriggio il centro dovrebbe svuotarsi: il Viminale, infatti, sta disponendo l' invio di un nuovo velivolo per trasferire tutti gli immigrati in Calabria,intanto continuano gli sbarchi 55 migranti trasbordati in nottata su una motovedetta della Guardia di finanza dopo che il barcone, con il quale avevano attraversato il Canale di Sicilia, aveva accusato un guasto al motore. sono di origine curda, sbarcati alle 2 del mattino a Pozzallo (Ragusa) sono stati accompagnati in un centro di accoglienza e nelle prossime saranno trasferiti in una comunita' meglio attrezzata. A Punta Braccetto, invece, i carabinieri hanno fermato altre quattro persone che avevano raggiunto la scogliera. Anche questi sono di origine curda. Il natante che li ha scaricati sulla terraferma e' riuscito a sfuggire ai controlli. Gli inquirenti non escludono che i due barconi possano essere stati scaricati da una nave-madre. Ancora: un' imbarcazione di 12 metri in legno, con a bordo 59 tunisini, e' arrivata la notte scorsa nel porto di Pozzallo. Il natante era stato individuato ieri pomeriggio nel Canale di Sicilia da un aereo della marina militare italiana e successivamente soccorso dalla guardia di finanza perche' in avaria. Gli immigrati, tutti uomini di eta' compresa tra 20 e 40 anni, stanno bene. Sono stati gia' sottoposti a visita medica e, dopo essere stati ascoltati, saranno trasferiti nel centro di accoglienza di Crotone. Sul posto stanno operando i carabinieri del comando provinciale di Ragusa, la polizia e la guardia di finanza del reparto operativo aeronavale di Palermo.
9.30
livorno
E' gia' salpata dal porto di Livorno la nave portacontainer Thebeland. A bordo, nel corso della nottata e' stato caricato il materiale bellico (camion e altri mezzi) trasferito fin da ieri sera dalla base statunitense di Camp Darby. Le Forze dell'ordine hanno presidiato per tutta la serata l'accesso doganale Galvani, nella darsena 1, dove la nave era attraccata. Un gruppo di pacifisti ha cercato di ritardare l'arrivo dei mezzi da Camp Darby, attuando una serie di blocchi stradali. Ma la chiusura di alcune strade di accesso a Livorno da parte di polizia e carabinieri ha di fatto impedito l'arrivo nella citta' toscana di altri manifestanti. Ad effettuare il carico della portacontainer molti militari statunitensi e, sembra, anche personale civile della base. Notizie non confermate ufficialmente dicono che e' gia' stata caricata anche una seconda nave, la Rosa Dhelmas. Ancora non e' chiaro se i portuali di Livorno attueranno lo stesso lo sciopero di 24 ore annunciato ieri. Sembra invece certo, che sempre oggi, i portuali si fermeranno per due ore mentre negli altri porti italiani i lavoratori di Cgil, Cisl e Uil dovrebbero incrociare le braccia per un'ora.
Iraq
L'ambasciatore americano alle Nazioni Unite ha annunciato il rinvio del voto sulla risoluzione che sancirebbe l'attacco all'Iraq. Una scelta quasi obbligata dopo che, prima la Russia, poi la Francia - per voce del presidente Jacques Chirac - avevano minacciato ieri di ricorrere al veto se Stati Uniti e Gran Bretagna presentassero una seconda risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu che imponga il disarmo di Bagdad con la forza. Londra, intanto, ritocca il testo della risoluzione: potrebbero slittare il voto e l’ultimatum all’Iraq posto dagli anglo-americani e dalla Spagna per il 17 marzo. Sono stati i rappresentanti permanenti di Usa e Regno Unito, John Negroponte e sir Geremy Greenstock, ad annunciare che il testo della seconda risoluzione sull'Iraq dopo la numero 1441 del 18 novembre scorso, non sarebbe stato messo in votazione oggi; anche se poi Negroponte ha insistito affinche' lo sia entro questa stessa settimana. A sua volta Greenstock ha riferito che il proprio governo sta valutando una serie di richieste specifiche al regime di Saddam Hussein, o comunque di test cui sottoporlo, per verificarne l'ottemperanza. "L'esame e' ancora in corso", ha puntualizzato l'ambasciatore britannico. "C'e' chi vuole maggiori chiarimenti". La nuova sortita di Londra sembrerebbe in qualche modo coincidere con l'ipotesi ventilata ieri da sei tra i membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza, i cosiddetti 'indecisi' (Angola, Camerun, Cile, Messico, Pakistan e la Guinea, presidente mensile di turno dell'organo decisionale al Palazzo di Vetro), di fissare cioe' all'Iraq un ultimatum per adempiere la cui scadenza sia spostata di un mese in avanti rispetto alla data prevista nella bozza di risoluzione anglo-americano-spagnola: dunque dal 17 marzo al 17 aprile prossimo. Cio' permetterebbe di mettere a punto una serie di obblighi cui Baghdad debba sottostare, cioe' qualcosa non molto diverso da quanto ha ventilato sir Greenstock. Grandi manovre diplomatiche da parte dei due schieramenti, pro e contro la guerra, per conquistare l’adesione dei membri a rotazione del Consiglio. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, lancia un appello: “Un accordo anche all’ultimo momento rafforzerebbe il Consiglio di Sicurezza e renderebbe il mondo più sicuro”. Uno degli attuali sei membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza, il Pakistan, avrebbe deciso di astenersi quando l'organo decisionale dell'Onu sara' chiamato a pronunciarsi sulla bozza di risoluzione presentata da Usa, Regno Unito e Spagna per dichiarare l'Iraq inadempiente in materia di disarmo e autorizzare dunque un attacco. La indiscrezione e' venuta da fonti di 'Quaid-i-Azam', uno dei gruppi politici che fanno parte della Lega Musulmana del Pakistan, sostenitrice della giunta al potere a Islamabad. La scelta dell'astensione risalirebbe soltanto a ieri sera, nel corso di una riunione tenuta dai vertici . -E' stato in particolare il senatore Mushaid Hussain ad anticipare che il suo Paese (il cui rappresentante permanente in Consiglio e' stato finora tra i sei 'indecisi' sul da farsi insieme ai colleghi di Angola, Camerun, Cile, Messico e Guinea, che ha anche la presidenza di turno) non si schiererebbe con i tradizionali alleati americani, ma nemmeno si porrebbe loro di traverso. ""E' stata una decisione unanime", ha notato Hussain, "molto positiva e basata su solidi principi". Nel pomeriggio di oggi il Consiglio di Sicurezza medesimo si riunira' in seduta pubblica, ma prima ancora a Islamabad lo stesso primo ministro pakistano Zafarullah Khan Jamali dovrebbe ufficializzare l'astensione, illustrandone le ragioni, in un discorso alla Nazione. Altre fonti del 'Quaid-i-Aazam' hanno affermato che la decisione adottata risponde si' "agli interessi nazionali e alla volonta' del nostro popolo", ma che comunque e' dipesa soprattutto dalla preoccupazione di evitare "gravi reazioni negative da parte dell'opinione pubblica" locale E la francia spiega lòe ragioni del suo no alla guerra, che non sono dettate nè da pacifismo nè da antimaericanismo. Lo fa attraverso le parole del suo presidente, Chirac, che sottolinea come, in caso di guerra, il primo vincitore sara' chi vuole lo scontro delle civilta' e delle culture, e che una guerra di questo tipo non solo non blocca il terrorismo, coem si vorrebbe, ma anzi lo alimenta e distrugge l'unità tra gli stati che finora si sono mossi insieme.
E aumenta l'opposizione interna negli stati uniti così come in inghilterra. Le due amministrazioni non devono fare i conti soltanto con le manifestazioni di piazza, ma anche con la contrarietà dei loro diplomatici. "In tutto il pianeta gli Stati Uniti vengono sempre più associati all'uso ingiustificato della forza. Il disprezzo del presidente per il punto di vista in altre nazioni, frutto del suo disinteresse per la diplomazia pubblica, sta dando i natali a un secolo antiamericano. Non posso in buona coscienza sostenere i piani di guerra del presidente Bush contro l'Iraq": con queste dure parole, contenute in una lettera di dimissioni indirizzata al segretario di stato Colin Powell, John Brown, diplomatico statunitense dal 1981 - già addetto culturale a Mosca - ha spontaneamente troncato ieri la sua lunga carriera al dipartimento di stato.Brown è stato in servizio a Londra, Praga, Cracovia, Kiev e Belgrado ed era attualmente in forza all'Istituto per lo studio della diplomazia della prestigiosa Georgetown University di Wahington. "Venni agli Esteri perchè amo il mio Paese. Rispettosamente, signor segretario, sopprimo ora questa vocazione con il cuore gonfio ma per lo stesso motivo per cui l'avevo seguita". Due funzionari del Dipartimento di Stato hanno confermato che Powell ha ricevuto la lettera. Brown è il secondo diplomatico statunitense di carriera che lascia il servizio in pochi giorni, per protesta sul caso iracheno.Alla fine di febbraio si era dimesso John Brady Kiesling, consigliere politico presso l'ambasciata americana di Atene, già in servizio a Casablanca, Yerevan e Tel Aviv. "La nostra fervente ricerca della guerra con l'Iraq ci sta portando a dissipare quella legittimazione internazionale che ha sempre costituito la nostra più potente arma di offesa e di difesa sin dai giorni di Woodrow Wilson". Il riferimento a Wilson, 28esimo presidente dal 1913 al 1921, non è casuale: fu lui a presentare alla Camera e al Senato il trattato di Versailles che poneva fine alla prima guerra mondiale e la cui prima sezione conteneva il patto per la nascita della Lega delle Nazioni dalle cui ceneri sarebbe poi nata l'Onu.
palestina
Due incursioni sono state compiute la scorsa notte nella striscia di Gaza da reparti israeliani. Secondo le fonti militari a Tel Aviv obiettivi scelti si trovavano a Khan Yunes, nel sud della striscia, e a Beit Hanun, nel settore nord. A Beit Hanun sono stati catturati tre palestinesi ricercati per attivita' armate. A Khan Yunes, hanno aggiunto le fonti, e' stato individuato e demolito un laboratorio per la produzione di ordigni, al cui interno sono stati scoperti decine di chilogrammi di materiali esplosivi pronti per l'uso. Da Gaza fonti locali riferiscono intanto di un duro scontro a fuoco avvenuto all'alba nella zona di Dir el-Balah. Un doldato israeliano e' morto ed altri cinque sono rimasti feriti negli scontri a fuoco avvenuti nella tarda serata di ieri nel centro di Hebron, nusl sud della Cisgiordania. La vittima e' stata colpita nel corso di un attacco di un commando di palestinesi contro un reparto militare israeliano I militanti palestinesi si sono poi asserragliati all' interno di un edificio contro il quale carri armati israeliani hanno sparato diversi colpi di mortaio. L' edificio, secondo fonti militari israeliane, e' crollato e tra le macerie e' stato trovato il corpo di un palestinese.
Brasile La riforma agraria si farà ma non sarà una ‘distribuzione di terra’ ai poveri. Questo il contenuto, in breve, dell’impegno preso ieri dal neopresidente Luiz Inácio Lula da Silva, in un intervento pubblico a San Paolo (Brasile). “Tutti sanno che faremo la riforma agraria in questo Paese. Ma non possiamo portarla avanti in competizione con i governi precedenti come se fosse questione di quante persone abbiamo sistemato nei campi”, ha spiegano Lula. “Non è una questione matematica ma di maggiore qualità” ha chiosato il presidente. Il Capo di Stato ha insistito sulla necessità di garantire ai contadini gli strumenti per produrre e vivere dignitosamente con il lavoro agricolo. “E’ nostro dovere fare in modo che queste persone abbiano accesso al credito bancario, possano organizzarsi in cooperative o in agroindustrie a gestione familiare”, ha aggiunto. L’impegno di Lula per la riforma agraria, uno dei punti forti del suo programma elettorale, arriva una settimana dopo che alcune centinaia di ‘Sem Terra’, per la prima volta da quando è stato letto il nuovo governo, hanno occupato tre uffici dell’Istituto per la riforma agraria e i campi di diverse aziende private in varie parti del Paese. Secondo stime diffuse dallo stesso presidente, in Brasile oggi ci sarebbero oltre 4mila insediamenti su appezzamenti di terra assegnati a persone povere, ma nell’80 per cento dei casi questo non ha migliorato le condizioni di vita degli occupanti.
Congo
L'épidémie de fièvre hémorragique d'Ebola a tué 100 personnes dans le département de la Cuvette Ouest (Nord-Ouest du Congo), selon un nouveau bilan publié lundi soir par le ministère congolais de la santé à Brazzaville.L'épidémie sévit depuis janvier dernier dans les districts de Kellé et de Mbomo respectivement à 700 km et à 800 km au nord de la capitale congolaise.Samedi dernier, le bilan était de 98 morts pour 135 cas détectés.Lundi, le ministère congolais de la santé a ramené à 119 le nombre de cas détectés.Interrogé par l'AFP, le ministre de la santé et de la population, Alain Moka, a indiqué que ce nombre avait été revu à la baisse parce qu'on y a extrait des personnes qui ont été guéries après avoir développé des anti-corps.Selon M. Moka, trois malades ont survécu à l'hôpital de Kellé où il a conduit dimanche une mission gouvernementale chargée d'exprimer la solidarité des autorités nationales avec les victimes."Les sujets qui ont survécu ont développé des anti-corps. Il est intéressant pour les chercheurs de se pencher sur les cas de ces malades pour voir si les anti-corps qu'ils ont développés ne peuvent pas servir de pistes d'étude pour la mise au point des traitements ou de vaccins", a dit M. Moka.Une réunion des experts et spécialistes internationaux de la fièvre hémorragique d'Ebola organisée la semaine dernière à Brazzaville a abouti à l'adoption d'un programme de lutte contre le virus d'Ebola.Une autre réunion destinée à mobiliser les bailleurs de fonds aura lieu du 18 au 19 mars à Washington.M. Moka a annoncé qu'il quitterait Brazzaville jeudi pour Washington où il prendra part à cette réunion