Differences between revisions 6 and 7
Revision 6 as of 2003-03-17 12:09:57
Size: 13378
Editor: anonymous
Comment:
Revision 7 as of 2003-03-17 12:10:14
Size: 13378
Editor: anonymous
Comment:
Deletions are marked like this. Additions are marked like this.
Line 1: Line 1:
= Ore 11.00 = = Ore 13.00 =

Ore 13.00

LUNEDI 17 marzo

Milano- Questa notte (tra il 16 e il 17 marzo) a Milano, in zona Navigli in via Brioschi, 3 compagni del centro sociale O.R.So sono stati aggrediti da un gruppetto di fascisti, aggressione premeditata e nel tipico stile mafioso con cui sono soliti rispondere a quelle che ritengono "offese all'onore": quelle di chi da sempre lavora contro razzismo e ignoranza, quelle di chi si oppone in prima persona al ritorno di ideologie che su questi sentimenti pongono le loro basi. Alla fine un compagno è rimasto a terra, colpito alla gola e al ventre: ucciso ancora una volta da una mano fascista. A seguire è nato spontaneamente un presidio di solidarietà all'ospedale San Paolo di Milano, dove però la polizia ha subito reagito con cariche dentro i corridoi e alcuni fermi. Ascoltiamo ora una breve ricostruzione dei fatti.

Vi ricordiamo che oggi pomeriggio verso le 18.00 ci sarà una assemblea a Milano, al Centro socile l'Orso. La mattina si è già tenuta una conferenza stampa all'orso mandata in diretta dal circuito Radio GAP. Per quanto riguarda Roma si sta attualemtne decidendo cosa fare a riguardo. Naturalemte Radio GOnda Rossa vi continuerà a riferire su quanto avviene soprattutto a Milano.

PALESTINA - nOVE palestinesi sono stati uccisi oggi dalle forze militari israeliane nel corso di una vasta operazione che ha interessato, all'alba di questa mattina, il campo profughi di Nusseirat, al centro della striscia di Gaza. Intorno alle 04:00 di oggi, una quarantina di carri armati e autoblindo dell'esercito di Tel Aviv hanno fatto irruzione a Nusseirat, appoggiati da alcune unità Scelte di fanteria. Secondo alcune fonti, nell'attacco le forze armate israeliane avrebbero utilizzato anche due elicotteri da combattimento di fabbricazione americana 'Apache'. Scopo dell'irruzione: ottenere l'evacuazione di una zona del campo, ritenuto dai servizi israeliani una roccaforte di Hamas. Nella violenta sparatoria che si è Sviluppata dopo l'ingresso dei soldati, è rimasto ucciso anche un bambino di soli due anni. Fonti ospedaliere palestinesi hanno riferito che il piccolo, Hanan al-Assar, è stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco alla testa ed è morto qualche minuto dopo essere stato trasferito in ospedale. Negli scontri sono rimasti uccisi anche tre adolescenti , uno di 13 e gli altri rispettivamente di 17 e 22 anni, e altre due persone sono morte sotto le macerie della loro casa abbattuta dai bulldozer israeliani. Intanto Olympia, capitale dello stato di Washington, sul versante occidentale degli Stati Uniti, sta vivendo in queste ore il suo lutto più assurdo e amaro: la morte di Rachel Corey, una sua giovane, cittadina uccisa a Rafah, nella striscia di Gaza, al confine con l'Egitto, da un bulldozer militare israeliano blindato del tipo D-9 che non si è fermato nè davanti alla sua giacca arancione fluorescente nè di fronte al suo megafono. Rachel, studentessa dell'"Evergreen State College", era a Gaza dalla fine di gennaio, come aderente all'International Solidarity Movement (Ism), per opporsi, con molti altri, alle sistematiche distruzioni di case di 140mila palestinesi, proprio sul confine con l'Egitto. Ieri mattina - alla presenza di quattro testimoni oculari europei, altri tre statunitensi e diversi residenti del quartiere Al Salam - la potente pala color blu del D-9 l'ha prima coperta di terra, sabbia e detriti e l'ha poi colpita, fatta cadere e travolta. All'ospedale A-Najjar, il dottor Ali Musa, alle 17.20 ha potuto solo constatarne la morte per fratture al cranio e al torace. Poco meno di otto ore dopo, a diecimila chilometri di distanza, sul molo Percival, uno dei luoghi storici di Olympia , molti dei 42mila abitanti piangevano la perdita di Rachel in una vigilia di lutto cittadino. Nella scia di luce della "Vigilia mondiale delle candele per la pace", svoltasi ieri alle 7 di sera di 130 Paesi, a partire dalla Nuova Zelanda, mancava una fiammella. E sulla cosiddetta "mappa della pace", che il presidente George W.Bush ha appena promesso per Israele e la Palestina, è comparsa una bruciatura. Piccola e inutile, forse neanche più vsibile nell'accecante bagliore di quel "momento della verità promesso/minacciato dal mini-summit delle Azorre.

Iraq - Oltre mezzo milione di persone hanno marciato ieri nello Yemen per protestare contro la guerra in Iraq. Solo nella capitale Sanaa, 200mila persone hanno sfilato. Oltre mezzo milione di persone hanno marciato ieri nello Yemen per protestare contro la guerra in Iraq. Solo nella capitale Sanaa, 200mila persone hanno sfilato, agitando i ritratti del presidente Ali Abdullah Saleh e di Saddam Hussein e sventolando bandiere irachene. Cortei e manifestazioni si sono tenute in tutto il resto del Paese. Parlando alla folla che ha sfilato nella capitale, il presidente del Parlamento, Sheikh Abdullah bin Ussayn Al Ahmar, ha condannato l'egemonia e l'arroganza dell'America che protegge le armi di distruzione di massa di Israele e il colonialismo americano.

La Russia ha invitato tutti i propri cittadini a lasciare l'Iraq. Lo ha reso noto il portavoce del ministero degli affari Esteri Alexandre Iakovenko, In considerazione dell'aggravarsi della situazione, il ministero russo raccomanda a tutti i cittadini di lasciare l'Iraq e di evitare di recarsi nel Paese. La settimana scorsa Mosca aveva annunciato che l'evacuazione di gran parte dei propri cittadini nel Paese era conclusa, ma finora non era stato emesso nessun avviso ufficiale. Al momento circa 25 persone restano al lavoro all'ambasciata a Baghdad, che tuttavia, quanto rende noto una fonte citata dall'Interfax, prevede di dimezzare tale numero.

La Germania ha chiuso oggi la propria ambasciata a Baghdad. Lo ha detto un portavoce del ministero degli esteri a Berlino. L'incaricato d'affari e il resto del personale diplomatico, ha aggiunto la fonte, si stanno dirigendo verso la capitale giordana Amman, da dove continueranno a seguire le vicende della crisi irachena. Ieri Berlino aveva fatto sapere che l'ambasciata a Baghdad sarebbe stata chiusa di lì a poco, non appena fossero state concluse le operazioni di assistenza ai cittadini tedeschi (una sessantina) in partenza dall'Iraq, invitati a lasciare il paese al più presto. Inutile aspettare il consiglio di Sicurezza di oggi pomeriggio. La guerra ci sarà, e inizierà fra poche ore. Pertanto l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) ha ordinato ai suoi ispettori di lasciare l'Iraq. La decisione, ancora non ufficiale, trapela da fonti dello stesso organismo a Vienna e sarebbe stata presa dalla Giunta dei governatori dell'ente Onu dopo che l'amministrazione statunitense aveva raccomandato ieri sera tardi al diretore generale, l'egiziano Mohamed ElBaradei, di compiere un passo in tal senso. Considerazioni di opportunità politica avevano consigliato al capo degli ispettori Aiea El Baradei di dichiarare che l'ordine di evacuazione agli ispettori verrà comunque dato dopo istruzioni Onu, attese per le serata di oggi, dopo la riounione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Il capo degli ispettori dell'Aiea Mohammed el Baradei ha detto oggi che il governo degli Stati Uniti ha consigliato a lui e all'Unmovic di portare via gli ispettori da Baghdad. Gli ispettori dell'Onu in Iraq sono usciti stamane dalla loro base per compiere come ogni giorno le loro ispezioni nei siti dove si sospetta che il regime di Baghdad possa aver prodotto o immagazzinato armi di distruzione di massa.

Stamani gli ispettori dell'Onu si sono recati di nuovo del complesso militare di al Taji, 40 km a Nord di Baghdad, dove dal primo marzo scorso stanno supervisionando la distruzione dei missili proibiti al Samoud 2 da parte dei militrari iracheni.

Circa un milione di barili al giorno di esportazioni di petrolio iracheno sono bloccate al porto di Mina el Bakr per il rifiuto delle banche occidentali di garantire i finanziamenti ai trasportatori. Lo rivelano fonti del commercio internazionale, secondo le quali le banche non ritengono ci sia piu' il tempo sufficiente per le petroliere di attraccare al porto di Mina el Bark e caricare il greggio prima dell'inizio dei bombardamenti americani. "Questo vuol dire - sostengono le fonti - che le esportazioni di petrolio iracheno per ora sono state bloccate". Le principali banche responsabili delle lettere di credito per i trasportatori di petrolio iracheno sono Bnp Paribas, Societe Generale e Credit Suisse.

Ore 9.30

Milano- Un compagno è stato ucciso a coltellate, un altro è grave ed è sotto intervento chirurgico al Policlinico e altri 16 feriti. E' il bilancio di una agressione fascista avvenuta poco dopo la mezzanotte nella birreria Tipota alla periferia sud di Milano e proseguita poi con l’intervento delle forze dell'ordine al pronto soccorso del Policlinico. Il giovane ucciso a coltellate si chiamava Davide Cesare e aveva 29 anni.

Palestina

'Hanno ammazzato Rachel a sangue freddo, la sua e' una morte assurda, che l'esercito poteva e doveva evitare. Lo afferma a La Repubblica Gregory Schnebel, militante del Movimento per la solidarieta' internazionale,dove ieri e' rimasta uccisa dalle ruspe israeliane la pacifista americana Rachel Corrie. Stavamo cercando di fermare la demolizione di una casa. -racconta Schnebel- A un certo punto Rachel e' rimasta sola davanti all'abitazione. Si e' distesa a terra, gridando al conducente di fermarsi. Ma quello ha tirato dritto. In conducente, con la scavatrice, -continua Schnebel- ha raccolto un carico di sabbia e glielo ha rovesciato addosso, quindi le e' passato sopra e poi di nuovo a marcia indietro. E' stata una questione di secondi. -conclude il ragazzo- Neppure noi abbiamo avuto il tempo di intervenire.Intanto continuano le aggressioni israeliano alla popolazione palestinese: Sono almeno sei i palestinesi uccisi in seguito all' incursione nel campo profughi di Nusayrat, nel settore centrale della Striscia di Gaza, dove una trentina tra carri armati e autoblindo israeliani hanno fatto irruzione durante la notte prima dell'alba nel campo profughi, dove vivono 16mila persone.Fra le vittime, riferisce Ali Rabah, responsabile delle emergenze nell'ospedale del centro della Striscia, vi sono un bebe', un ragazzino di 13 anni e un civile che ha rifiutato di lasciare la sua casa prima che gli israeliani la distruggessero. Secondo Rabah, il numero delle vittime potrebbe crescere. "Arrenditi, pensa ai tuoi figli!", hanno intimato attraverso i megafoni i soldati occupanti a , Mohammad a-Sassafin, accusato di essere un dirigente di Hamas. L'uomo si e' arrampicato sul tetto della propria casa, circondata dai mezzi corazzati, e per tutta risposta ha preso a sparare raffiche di mitraglietta e a lanciare 'pipe bombs', tubi imbottiti di esplosivo, all'indirizzo degli israeliani: a quel punto gli hanno sparato, uccidendolo. Alla fine, trascorse alcune ore, le truppe ebraiche si sono ritirate, ma non prima di avere demolito l'abitazione di Sassafin. Ufficialmente la operazione e' stata motivata con l'obiettivo di catturare estremisti locali, colpevoli di alcuni recenti attacchi anti-israeliani. Il raid a Nusayrat ha fatto seguito alla uccisione, sempre a Gaza, di una pacifista americana che stava cercando di impedire l'abbattimento di un edificio ove vivevano semplici civili; la ragazza e' finita ricoperta di sabbia e travolta da una ruspa. Morti anche altri due palestinesi.

GUERRA ALL’IRAQ PARIGI, 17 MAR -Il ministro degli esteri Dominique de Villepin ha definito oggi inaccettabile una seconda risoluzione Onu che contenga un ultimatum all'Iraq. La Francia - ha sottolineato de Villepin parlando ai microfoni della radio Europe 1 - non puo' accettare la risoluzione che e' sul tavolo e che pone un ultimatum. Non vedo come questa risoluzione possa essere presa in esame. A detta del capo della diplomazia francese non ci sono i presupposti per una guerra perche' l'Iraq non sta bloccando il lavoro degli ispettori dell'Onu e non c'e' nessuna prova di legami tra Saddam e al Qaida. Ieri sera il premier britannico Tony Blair aveva chiesto alla Francia di decidere nel corso della notte se era disposta ad avallare una seconda risoluzione e tramite l'intervista radiofonica de Villepin gli ha stamattina risposto un secco no.

Intanto dal Kuwait i cittadini britannici e poi quelli statunitensi sono stati invitati dalle rispettive ambasciate in Kuwait a lasciare immediatamente l'emirato. Due le motivazioni addotte: i pericoli insiti in un eventuale intervento militare contro il confinante Iraq, che ormai appare davvero prossimo, nonche' l'accresciuto rischio di attentati terroristici anti-occidentali derivante dallo stato di guerra. In precedenza il Dipartimento di Stato Usa aveva rivolto ai connazionali una raccomandazione nello stesso senso, e soprattutto aveva ordinato di rientrare in patria dallo stesso Kuwait, dalla Siria e da Israele ai diplomatici non adibiti a compiti essenziali come pure al personale di rango non diplomnatico delle legazioni americane nei tre Paesi mediorientali. Nel comunicato diramato dalle autorita' del Regno Unito se ne sollecitano i cittadini a partire dal Kuwait "con urgenza, finche' voli commerciali sono ancora disponibili".

gror030317 (last edited 2008-06-26 09:50:55 by anonymous)