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SIRIA: MISSILE USA COLPISCE AUTOBUS CIVILE, 5 MORTI Lo dice l'agenzia ufficiale siriana Damasco, 24 mar. (Ap) - Secondo quanto riferisce l'agenzia ufficiale siriana, un missile Usa ha colpito un autobus civile vicino alla frontiera irachena in Siria. I morti sarebbero cinque. | == GR ORE 19.30 == |
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'''Proposta sommario''' '''sciopero europeo''' in assenza della convocazione di uno sciopero generale europeo,che si sarebbe dovuto tenere con l'accordo di tutte le sigle sindacali presenti nella cse, il sindacalismo di base decide di convocare lo sciopero generale in italia per il 2 aprile. Ce ne parla pino giampietro, portavoce nazionale della confederazione cobas '''sciopero della scuola''' testo più audio di mauretto '''mobilitazioni''': sigonella - ispezioni nelle basi audio di killerina + audio di paolo cento '''guerra''': ultime da bagdad testo da notizie , perlopiù da lemonde '''palestina'''testo da cercare '''legge sulle armi''' testo su vita.org * audio (chiedere a brescia) '''processo previti''' testo da notizia '''riunione forum sociale europeo''' testo da notizia + audio di nicotra '''frase di bush''': manisco - marco d'eramo '''diplomatici esplusi''' (riunione commisioni esteri camera e senato) == Gr ore 9.30 == '''ESTERI''' '''Guerra''' '''Attacchi militari''' Dopo quella che gli stessi vertici militari Usa hanno definito la "giornata più difficile", il presidente Bush mette le mani avanti e parla di una guerra che forse sarà più "lunga" e più "dura" del previsto mentre la stampa americana solleva i primi pesanti dubbi sulla strategia militare dei comandi Usa. La scelta di andare subito all'offensiva di terra e di condurla a tappe serrate sta mostrando i suoi limiti. Lo dimostrano i morti, i prigionieri, le città del sud che continuano a resistere anche se l'avanguardia alleata è già a 150 chilometri circa da Baghdad. E all'orizzonte si materializza un rischio pesante: l'avanguardia blindata americana rischia di trovarsi isolata alle porte di Baghdad mentre il grosso delle truppe potrebbe essere ancora "impantanato" più a Sud. Mentre il Los Angeles Times scrive di una guerra che "comincia a sembrare più lunga e costosa del previsto" e mette in evidenza il malcelato imbarazzo di Bush, di "dubbi sulla strategia" parla esplicitamente il Washington Post. Dopo tre giorni di offensiva di terra, il progetto di un'avanzata rapida e indolore su Baghdad sembra in qualche modo complicato e smentito dai fatti. Mentre gli analisti militari non hanno dubbi che quella in atto sia una della avanzate militari più veloci della storia, proprio questa 'velocità' solleva interrogativi e perplessità. L'avanguardia americana prosegue ad inoltrarsi nel deserto iracheno senza incontrare resistenze. Il grosso delle truppe, che l'avrebbe dovuta seguire a ruota, sembra invece proseguire con un ritmo ben più lento e il rischio evidente è quello di un pericoloso scollamento tra la "testa" e il "corpo" dell'armata Usa. Bassora e Umm Qsar, sul Golfo, si sono mostrati ostacoli più duri del previsto e lì la situazione non è ancora davvero risolto. Poco più a nord, al valico dell'Eufrate a Nasiryia, gli americani hanno subito perdite e smacchi pesanti e di fatto sono bloccati da due giorni. SIRIA: MISSILE USA COLPISCE AUTOBUS CIVILE, 5 MORTI Lo dice l'agenzia ufficiale siriana Damasco, 24 mar. (Ap) - Secondo quanto riferisce l'agenzia ufficiale siriana, un missile Usa ha colpito un autobus civile vicino alla frontiera irachena in Siria. I morti sarebbero cinque. SADDAM: SCONFIGGEREMO IL MALE CON FORZA E RESISTENZA .Il nemico è ovunque in difficoltà Roma, 24 mar.Saddam Hussein è tornato a comparire alla televisione irachena. terreo in volto ma apparentemente in buona salute il Rais sottolinea: il "male" sarà sconfitto, le "ingenti forze" mandate dal nemico sono "ovunque in difficoltà". E proprio sulla capacità di resistenza del popolo e dell'esercito iracheno Saddam insiste molto: "dovete assolutamente continuare a resistere" dice Saddam. "Dovrete infliggere al nemico grandi perdite" aggiunge rivolgendosi ai "combattenti": il "popolo", "le tribù", "l'esercito". "Oh combattenti, dovrete continuare a combattere il nemico e impedirgli di commettere assassini contro l'umanità e il nostro popolo". Ai nostri "martiri" vada la "ricompensa del signore". Voi iracheni, dice Saddam, state infliggendo "una lezione al nemico... colpitelo perché vi sia pace". Moore alla cerimonia degli Oscar contro la guerra. Nel bel mezzo di una cerimonia per la consegna degli Oscar quanto mai noiosa, il documentarista Michael Moore, che aveva appena ottenuto il premio per il miglior documentario (Bowling for Columbine"), ha scioccato il pubblico con una forte presa di posizione contro la guerra: Vergogna su di te, mister Bush, vergogna!ha detto il documentarista, agitando la statuetta dorata appena ricevuta. Moore ha definito George W.Bush un presidente fittizio, frutto di “risultati elettorali fittizi” che ha voluto una guerra per motivi fittizi;. Mentre la musica che faceva da colonna sonora alla manifestazione cominciava a coprire le sue parole, Moore ha ripetuto concitatamente una frase che aveva già pronunciato in una precedente e più pacata intervista a proposito del fatto che, avendo a suo avviso scontentato tutti, “dal Papa alle Dixie Chicks”, Bush poteva considerarsi “finito”. Le “Dixie Chicks” sono un complesso musicale femminile texano una delle quali, qualche giorno fa, in un concerto a Londra, aveva detto di “vergognarsi” di essere texana come Bush; la sua casa discografica le aveva imposto di chiedere scusa. Dovrà ora farlo anche Moore? Il documentarista ha una sua casa di produzione indipendente e il suo documentario, che prende spunto da una sparatoria in una scuola americana, costituisce un’inchiesta e una denuncia contro la facile e abbondante diffusione di armi ad uso privato negli Stati Uniti e si interroga, peraltro senza risposta, sull’eccesso di violenza che caratterizza alcuni aspetti della vita americana. “ Siamo contro di te, mister Bush, vergogna mister Bush!” ha concluso Moore, mentre tra i 3500 invitati in sala si levavano sia vigorosi applausi sia reazioni di disapprovazione. Anche lo spagnolo Pedro Almodovar, stringendo in pugno il premio, ha espresso il suo vigoroso dissenso, altrettanto significativo vista la posizione del suo Paese rispetto alla guerra. Qualche altro premiato, come Chris Cooper, ha fatto ugualmente accenni con toni pacati alla pace, invitando perfino a "pregare". Per le strade vicine al teatro, raggiunto da alcuni invitati a bordo di auto blindate, si svolgevano contemporaneamente una grande manifestazione contro la guerra, “caricata” dalla polizia che ha effettuato anche alcuni arresti, e una più ridotta contromanifestazione di solidarietà per le truppe americane in Iraq. Molti attori del movimento “Artist united to win without war” (artisti uniti per vincere senza guerra) avevano già da ieri annunciato la loro intenzione di non partecipare alla cerimonia degli Oscar per manifestare il loro dissenso; era perfino circolata la voce che, come accaduto solo tre volte in decenni, l’evento potesse essere sospeso o rinviato. - Certo, il governo dovra' spiegare in Parlamento i motivi del suo gesto, ma di per se' espellere dei diplomatici, o persino chiudere una sede di rappresentanza, e' legittimo e non implica affatto uno stato di guerra. E' il parere, in una intervista al CORRIERE DELLA SERA, di Lamberto Dini, ex ministro degli Esteri e oggi senatore della Margherita. Quello che, piuttosto, Dini rimprovera e' la ''logica cerchiobottista'' del governo: ''Berlusconi - sottolinea - dice di nuovo, come per la concessione delle basi e dello spazio aereo, facciamo come la Germania e altri, anche se la maggior parte dei Paesi ha risposto 'no' alla richiesta americana''. In questo modo, secondo Dini, ''un po' accontenta gli Usa, un po' cerca di dimostrare autonomia portando a prova la similitudine con politiche non belligeranti altrui''. Tornando sulla espulsione dei diplomatici, Dini sottolinea che ''ogni Paese ha il diritto di allontanare quei diplomatici che svolgono attivita' ritenute incompatibili con il loro status, per esempio attivita' di spionaggio: ci sono regole diplomatiche che riguardano il gradimento o il non gradimento di singoli rappresentanti''. La chiusura di una sede, invece, avviene ''di solito in circostanze drammatiche come la guerra, ma e' una prerogativa di ogni Paese ospitante''. In una intervista al SOLE 24 ORE, invece, il senatore della Margherita respinge il parallelo tra crisi irachena e Kosovo. ''L'azione del Kosovo - evidenzia Dini - fu portata avanti con un'ampio sostegno multilaterale: c'era la decisione all'unanimita' del Consiglio Atlantico, c'era l'appoggio pieno dell'Ue e di tutti i Paesi limitrofi''. Dini, infine, si dice preoccupato per la situazione europea alla vigilia del semestre di presidenza italiana. ''Sono preoccupato - dice - perche' dopo le ultime dichiarazioni di Berlusconi a Bruxelles, l'europeismo dei 'padri fondatori' viene tradito. Le dichiarazioni contro la Francia, il mancato via libera italiano alla direttiva sulla tassazione del risparmio per cercare di ottenerne uno sulle multe per le quote latte mettono a rischio la nostra ambizione di riportare armonia nell'Ue |
chi vuole puo segnare le tacche!!!!
Buongiorno aperto da luca
GR ORE 19.30
Proposta sommario
sciopero europeo
in assenza della convocazione di uno sciopero generale europeo,che si sarebbe dovuto tenere con l'accordo di tutte le sigle sindacali presenti nella cse, il sindacalismo di base decide di convocare lo sciopero generale in italia per il 2 aprile. Ce ne parla pino giampietro, portavoce nazionale della confederazione cobas
sciopero della scuola testo più audio di mauretto
mobilitazioni: sigonella - ispezioni nelle basi audio di killerina + audio di paolo cento
guerra: ultime da bagdad testo da notizie , perlopiù da lemonde
palestinatesto da cercare
legge sulle armi testo su vita.org * audio (chiedere a brescia)
processo previti testo da notizia
riunione forum sociale europeo testo da notizia + audio di nicotra
frase di bush: manisco - marco d'eramo
diplomatici esplusi (riunione commisioni esteri camera e senato)
Gr ore 9.30
ESTERI
Guerra
Attacchi militari
Dopo quella che gli stessi vertici militari Usa hanno definito la "giornata più difficile", il presidente Bush mette le mani avanti e parla di una guerra che forse sarà più "lunga" e più "dura" del previsto mentre la stampa americana solleva i primi pesanti dubbi sulla strategia militare dei comandi Usa. La scelta di andare subito all'offensiva di terra e di condurla a tappe serrate sta mostrando i suoi limiti. Lo dimostrano i morti, i prigionieri, le città del sud che continuano a resistere anche se l'avanguardia alleata è già a 150 chilometri circa da Baghdad. E all'orizzonte si materializza un rischio pesante: l'avanguardia blindata americana rischia di trovarsi isolata alle porte di Baghdad mentre il grosso delle truppe potrebbe essere ancora "impantanato" più a Sud. Mentre il Los Angeles Times scrive di una guerra che "comincia a sembrare più lunga e costosa del previsto" e mette in evidenza il malcelato imbarazzo di Bush, di "dubbi sulla strategia" parla esplicitamente il Washington Post. Dopo tre giorni di offensiva di terra, il progetto di un'avanzata rapida e indolore su Baghdad sembra in qualche modo complicato e smentito dai fatti. Mentre gli analisti militari non hanno dubbi che quella in atto sia una della avanzate militari più veloci della storia, proprio questa 'velocità' solleva interrogativi e perplessità. L'avanguardia americana prosegue ad inoltrarsi nel deserto iracheno senza incontrare resistenze. Il grosso delle truppe, che l'avrebbe dovuta seguire a ruota, sembra invece proseguire con un ritmo ben più lento e il rischio evidente è quello di un pericoloso scollamento tra la "testa" e il "corpo" dell'armata Usa. Bassora e Umm Qsar, sul Golfo, si sono mostrati ostacoli più duri del previsto e lì la situazione non è ancora davvero risolto. Poco più a nord, al valico dell'Eufrate a Nasiryia, gli americani hanno subito perdite e smacchi pesanti e di fatto sono bloccati da due giorni.
SIRIA: MISSILE USA COLPISCE AUTOBUS CIVILE, 5 MORTI Lo dice l'agenzia ufficiale siriana Damasco, 24 mar. (Ap) - Secondo quanto riferisce l'agenzia ufficiale siriana, un missile Usa ha colpito un autobus civile vicino alla frontiera irachena in Siria. I morti sarebbero cinque.
SADDAM: SCONFIGGEREMO IL MALE CON FORZA E RESISTENZA .Il nemico è ovunque in difficoltà Roma, 24 mar.Saddam Hussein è tornato a comparire alla televisione irachena. terreo in volto ma apparentemente in buona salute il Rais sottolinea: il "male" sarà sconfitto, le "ingenti forze" mandate dal nemico sono "ovunque in difficoltà". E proprio sulla capacità di resistenza del popolo e dell'esercito iracheno Saddam insiste molto: "dovete assolutamente continuare a resistere" dice Saddam. "Dovrete infliggere al nemico grandi perdite" aggiunge rivolgendosi ai "combattenti": il "popolo", "le tribù", "l'esercito". "Oh combattenti, dovrete continuare a combattere il nemico e impedirgli di commettere assassini contro l'umanità e il nostro popolo". Ai nostri "martiri" vada la "ricompensa del signore". Voi iracheni, dice Saddam, state infliggendo "una lezione al nemico... colpitelo perché vi sia pace".
Moore alla cerimonia degli Oscar contro la guerra.
Nel bel mezzo di una cerimonia per la consegna degli Oscar quanto mai noiosa, il documentarista Michael Moore, che aveva appena ottenuto il premio per il miglior documentario (Bowling for Columbine"), ha scioccato il pubblico con una forte presa di posizione contro la guerra: Vergogna su di te, mister Bush, vergogna!ha detto il documentarista, agitando la statuetta dorata appena ricevuta. Moore ha definito George W.Bush un presidente fittizio, frutto di “risultati elettorali fittizi” che ha voluto una guerra per motivi fittizi;. Mentre la musica che faceva da colonna sonora alla manifestazione cominciava a coprire le sue parole, Moore ha ripetuto concitatamente una frase che aveva già pronunciato in una precedente e più pacata intervista a proposito del fatto che, avendo a suo avviso scontentato tutti, “dal Papa alle Dixie Chicks”, Bush poteva considerarsi “finito”. Le “Dixie Chicks” sono un complesso musicale femminile texano una delle quali, qualche giorno fa, in un concerto a Londra, aveva detto di “vergognarsi” di essere texana come Bush; la sua casa discografica le aveva imposto di chiedere scusa. Dovrà ora farlo anche Moore? Il documentarista ha una sua casa di produzione indipendente e il suo documentario, che prende spunto da una sparatoria in una scuola americana, costituisce un’inchiesta e una denuncia contro la facile e abbondante diffusione di armi ad uso privato negli Stati Uniti e si interroga, peraltro senza risposta, sull’eccesso di violenza che caratterizza alcuni aspetti della vita americana. “ Siamo contro di te, mister Bush, vergogna mister Bush!” ha concluso Moore, mentre tra i 3500 invitati in sala si levavano sia vigorosi applausi sia reazioni di disapprovazione. Anche lo spagnolo Pedro Almodovar, stringendo in pugno il premio, ha espresso il suo vigoroso dissenso, altrettanto significativo vista la posizione del suo Paese rispetto alla guerra. Qualche altro premiato, come Chris Cooper, ha fatto ugualmente accenni con toni pacati alla pace, invitando perfino a "pregare". Per le strade vicine al teatro, raggiunto da alcuni invitati a bordo di auto blindate, si svolgevano contemporaneamente una grande manifestazione contro la guerra, “caricata” dalla polizia che ha effettuato anche alcuni arresti, e una più ridotta contromanifestazione di solidarietà per le truppe americane in Iraq. Molti attori del movimento “Artist united to win without war” (artisti uniti per vincere senza guerra) avevano già da ieri annunciato la loro intenzione di non partecipare alla cerimonia degli Oscar per manifestare il loro dissenso; era perfino circolata la voce che, come accaduto solo tre volte in decenni, l’evento potesse essere sospeso o rinviato.
- Certo, il governo dovra' spiegare in Parlamento i motivi del suo gesto, ma di per se' espellere dei diplomatici, o persino chiudere una sede di rappresentanza, e' legittimo e non implica affatto uno stato di guerra. E' il parere, in una intervista al CORRIERE DELLA SERA, di Lamberto Dini, ex ministro degli Esteri e oggi senatore della Margherita. Quello che, piuttosto, Dini rimprovera e' la logica cerchiobottista del governo: Berlusconi - sottolinea - dice di nuovo, come per la concessione delle basi e dello spazio aereo, facciamo come la Germania e altri, anche se la maggior parte dei Paesi ha risposto 'no' alla richiesta americana. In questo modo, secondo Dini, un po' accontenta gli Usa, un po' cerca di dimostrare autonomia portando a prova la similitudine con politiche non belligeranti altrui. Tornando sulla espulsione dei diplomatici, Dini sottolinea che ogni Paese ha il diritto di allontanare quei diplomatici che svolgono attivita' ritenute incompatibili con il loro status, per esempio attivita' di spionaggio: ci sono regole diplomatiche che riguardano il gradimento o il non gradimento di singoli rappresentanti. La chiusura di una sede, invece, avviene di solito in circostanze drammatiche come la guerra, ma e' una prerogativa di ogni Paese ospitante. In una intervista al SOLE 24 ORE, invece, il senatore della Margherita respinge il parallelo tra crisi irachena e Kosovo. L'azione del Kosovo - evidenzia Dini - fu portata avanti con un'ampio sostegno multilaterale: c'era la decisione all'unanimita' del Consiglio Atlantico, c'era l'appoggio pieno dell'Ue e di tutti i Paesi limitrofi. Dini, infine, si dice preoccupato per la situazione europea alla vigilia del semestre di presidenza italiana. Sono preoccupato - dice - perche' dopo le ultime dichiarazioni di Berlusconi a Bruxelles, l'europeismo dei 'padri fondatori' viene tradito. Le dichiarazioni contro la Francia, il mancato via libera italiano alla direttiva sulla tassazione del risparmio per cercare di ottenerne uno sulle multe per le quote latte mettono a rischio la nostra ambizione di riportare armonia nell'Ue