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ROMA - Questo pomeriggio c'è stato un corteo contro la guerra, nel quartiere di San Lorenzo. Il corteo, organizzato dal Comitato Promotori azioni di Pace- Terzo Municipio, si è concluso al Parco dei caduti sempre nel quartiere di San Lorenzo. Ascoltiamo la corrispondenza. ROMA - Questo pomeriggio c'è stato un corteo contro la guerra, nel quartiere di San Lorenzo. Il corteo, organizzato dal Comitato Promotori azioni di Pace- Terzo Municipio, si è concluso al Parco dei caduti sempre nel quartiere di San Lorenzo. Ascoltiamo la corrispondenza.   Per domani è prevista una manifestazione alle ore 10.00 all'Università la Sapienza. tra gli organizzatori ci sono gli studenti dell'Aula 2 della Facoltà di Lettere.
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NAPOLI - Stamattina si è tenuta la tanto attesa assemblea-confronto tra studenti e docenti dell'Orientale in merito all'occupazione di Palazzo Giusso che va avanti da Giovedi scorso. Gli studenti si sono detti soddisfatti dell'esito dell'assemblea. Su più di mille tra studenti, docenti e semplici cittadini, gran parte della platea ha mostrato il suo appoggio e la sua solidarietà alla mobilitazione nell'ottica della crescita e della radicalizzazione della lotta contro questa guerra infame. Gli studenti chiedono che il senato accademico si faccia carico di convocare al più presto una conferenza d'Ateneo straordinaria per discutere e prendere posizione sugli ultimi avvenimenti. Intanto la lotta prosegue. NAPOLI - Stamattina si è tenuta la tanto attesa assemblea-confronto tra studenti e docenti dell'Orientale in merito all'occupazione di Palazzo Giusso che va avanti da Giovedi scorso. Gli studenti si sono detti soddisfatti dell'esito dell'assemblea. Su più di mille tra studenti, docenti e semplici cittadini, gran parte della platea ha mostrato il suo appoggio e la sua solidarietà alla mobilitazione nell'ottica della crescita e della radicalizzazione della lotta contro questa guerra. Gli studenti chiedono che il senato accademico si faccia carico di convocare al più presto una conferenza d'Ateneo straordinaria per discutere e prendere posizione sugli ultimi avvenimenti. Intanto la lotta prosegue.

Da Paula: ci lavoro dalle 15.00


Gr di mercoledi 26 marzo - ore 19.30

SOMMARIO

No WAR

VARIE

NO WAR

Mondo

IRAQ - Una pioggia di fuoco di 15 minuti si è abbattuta oggi su Baghdad, a partire dalle 12:30 ora italiana ed è proseguita ad intervalli per tutta la giornata. Questa mattina era stato colpito un affollato mercato nel nord della capitale, provocando 14 morti e decine di feriti tra i civili.

BASSORA - Non ci sarebbe stata nessuna rivolta a Bassora Prima le indiscrezioni filtrate dai servizi britannici e raccolte da SKY TV: a Bassora la popolazione si è rivoltata contro le milizie fedeli a Saddam hussein. Poi la smentita irachena, le corrispondenze scettiche dei giornalisti di al Jazeera. Ora però è l'opposizione sciita irachena, fonte al riparo da sospetti di simpatie per il regime, a dire che nella città irachena non è in corso nessuna rivolta ma solo una protesta per la mancanza di acqua e elettricità. "La rabbia, limitata a un solo quartiere, sarebbe esplosa dopo che le forze angloamericane hanno bombardato le posizione governative", ha spiegato Akram Hakim, dirigente dell'Assemblea suprema per la rivoluzione islamica in Iraq Da Washington, intanto, il ministro della Difesa americano Donald Rumsfeld si è detto riluttante a incoraggiare gli iracheni a ribellarsi al regime di Saddam Hussein nonostante fonti militari britanniche hanno dichiarato di voler appoggiare una eventuale sollevazione sciita.

GRAN BRETAGNA - Il premier britannico Tony Blair ha confermato in un discorso alla Camera dei Comuni che c'è stata un'insurrezione degli sciiti a Bassora, ma che si è trattato probabilmente di un episodio circoscritto. E sempre alla Camera il ministro della difesa britannico Geoff Hoon ha ammesso che "Al momento non c'è alcuna prova che gli iracheni stiano usando armi di distruzione di massa in questa campagna". Il ministro Hoon ha anche dichiarato che i rischi di vittime tra la popolazione civile sono destinati ad aumentare, ma che questo non rallenterà la campagna angloamericana in Iraq.

Intanto Con 56 soldati impegnati in Iraq afianco delle forze alleate, la Polonia ha più che raddoppiato ilnumero dei suoi uomini presenti nell'area del Golfo. Lo ha dettoin Parlamento il primo ministro polacco, Leszek Miller.La settimana scorsa, il presidente polacco AleksanderKwasniewski ha approvato l'invio di militari dei corpi scelti nelteatro di guerra, fino a un numero di 200 uomini, insieme a unanave di sostegno e a una unità specializzata nella guerra chimicae batteriologica.Varsavia aveva già inviato lo scorso anno 24 soldati nell'areadel Golfo Persico per partecipare alla campagna anti Iraq.

DIPLOMATICI - La Svizzera non intende espellere i diplomatici iracheni nel Paese, ne' intende chiudere le rappresentanze diplomatiche irachene a Berna e a Ginevra. Lo ha deciso oggi il governo elvetico respingendo di fatto una richiesta in tal senso degli Stati Uniti. Anche il governo nipponico ha comunicato di aver respinto la richiesta Usa di chiudere l'ambasciata irachena a Tokyo, affermando di non voler troncare i canali diplomatici. La decisione è stata comunicata dal vice ministro degli esteri Toshimitso Motegi. La settimana scorsa, il dipartimento di Stato Usa aveva invitato numerosi governi stranieri a espellere i diplomatici iracheni in quanto rappresentanti di un "regime corrotto e spietato". La stessa richiesta e' stata presentata ad una sessantina di Paesi.

INFORMAZIONE- "Le bombe e i missili "intelligenti"degli aerei angloamericani hanno colpito in questi giorni obiettivi civili inIraq, tra i quali la sede della televisione irachena. Bombardare l'informazione, anche quando viene esercitata come forma dipropaganda, e' un atto sbagliato che contrasta con le regoleinternazionali e non aiuta a costruire il pluralismo". Cosi'commenta il raid aereo di ieri contro la Tv di Baghdad, ilsegretario della Fnsi Paolo Serventi Longhi. "Lo affermammo per il bombardamento della sede dellaradiotelevisione pubblica di Belgrado - prosegue - lo ripetiamooggi. Proprio quattro anni fa 16 persone tra tecnici, montatorie giornalisti morirono sotto le bombe 'intelligenti' della Natonella capitale serba; non sappiamo se il bombardamento a Baghdadabbia fatto altre vittime oltre a quelle civili accertate oggi.La denuncia della Federazione Internazionale dei Giornalisti, diAmnesty International e di altre organizzazioni non governative,non puo' non essere condivisa e deve contribuire ad arrestare laspirale perversa che vede l'informazione come uno dei principaliobiettivi da colpire, come dimostrano i giornalisti uccisi neigiorni scorsi in Iraq.

AUSTRALIA - In 2mila hanno sfilato oggi per le strade del centro di Sydney, per dire 'no' alla guerra in Iraq. In maggioranza studenti, stamani si sono dati appuntamento di fronte al palazzo del municipio, in Martin Place. Dopo un avvio pacifico della manifestazione, connotata dallo slogan ‘Libri, non bombe’, la situazione è preciptata e al termine delle proteste 14 persone sono state arrestate. L’Australia scende così ancora una volta in piazza dopo le decisioni del governo di Canberra di appoggiare, con l’invio di 2mila soldati, le forze anglo-statunitensi impegnate nel conflitto.

MANIFESTAZIONE IN MEDIO ORIENTE - Sono continuate anche oggi lemanifestazioni di protesta contro la guerra nelle maggioricapitali dei Paesi arabi. In particolare in Egitto gli studentidell'università di Al-Azhar sono di nuovo scesi in piazza perprotestare contro la politica di Bush. Questa volta la protesta èrimasta confinata all'interno del campus universitario, dove glistudenti hanno innalzato cartelli contro gli Stati Uniti e laGran Bretagna, chiedendo al governo l'interruzione dei rapporticon questi Paesi e l' espulsione dell'ambasciatore israeliano dalPaese. Durante la manifestazione la polizia ha circondato glistudenti impedendo loro di uscire dal campus. Nelle stesse ore le autorità egiziane hanno adottato massime misure di sicurezzaintorno alle ambasciate americana, inglese e israeliana. Oltre all' Egitto anche in Libano si sono svolte marce diprotesta contro la guerra. In particolare a Tripoli, nel Nord delLibano, dove i manifestanti si sono scontrati con la polizia davanti ad un ristorante nordamericano. Il risultato degli scontri è stato di 5 feriti tra i manifestanti e 5 ferititra gli agenti di polizia. Infine anche a Beirut e a Sidone cisono stati lunghi cortei che hanno sfilato contro la guerra, aiquali hanno preso parte gli studenti delle scuole, irappresentanti dei partiti politici libanesi e dei movimentipalestinesi.

SEUL - Dopo alcuni tafferugli, la polizia sudcoreana HA arrestato i 30 dimostranti pacifisti che cercavano di irrompere nella blindata ambasciata statunitense di Seoul. Almeno uno di loro è rimasto ferito negli scontri. La polizia aveva usato lunghi bastoni di plastica contro i pacifisti, che hanno risposto con calci e pugni. Soltanto una ragazza era riuscita ad arrampicarsi fino in cima al muro dell'ambasciata prima di essere fermata dalle forze dell'ordine. Altri due pacifisti hanno spiegato uno striscione con la scritta:"Fermiamo la guerra. No a Bush". Altri tre pacifisti sono stati arrestati per un altro episodio. I tre dimostranti si erano arrampicati sopra l'insegna di un McDonald's di Seoul, dove hanno steso uno striscione che, utilizzando la grande "M" del logo del ristorante, componeva la scritta "Mad war", cioè "Guerra pazza".

Italia

TORINO - Questa mattina all'alba dalle 6.00 fino alle 9.00 c'è stata una mobilitazione dei pacifisti torinesi contro la guerra in Iraq. Si è trattato di un presidio al deposito della Esso di Chivasso, dove un centinaio di persone, i Disobbedienti, i Giovani Comunisti, il Torino Social Forum ed il Centro Sociale Gabrio, hanno manifestato con striscioni con su scritto 'No blood for oil' e 'Disobbedire, sabotare, sovvertire, diritti contro la guerra'. Ascoltiamo la corrispondenza

ROMA - Questo pomeriggio c'è stato un corteo contro la guerra, nel quartiere di San Lorenzo. Il corteo, organizzato dal Comitato Promotori azioni di Pace- Terzo Municipio, si è concluso al Parco dei caduti sempre nel quartiere di San Lorenzo. Ascoltiamo la corrispondenza.

Per domani è prevista una manifestazione alle ore 10.00 all'Università la Sapienza. tra gli organizzatori ci sono gli studenti dell'Aula 2 della Facoltà di Lettere.

E sempre a Roma anche questo mercoledi iniziativa delle Donne in nero... andiamo ad ascoltarle

ROMA - E a proposito di guerra, o meglio, a proposito di armi, il Senato ha iniziato a discutere questa mattina la legge 185 in materia di vendita di armi. Dopo un tentativo di mediazione per far saltare la discussione sembra che il governo abbia richiesto di proseguire in maniera spedita, procedendo fino a sera. La campagna a difesa della 185 ha organizzato una nuova presenza simbolica davanti al parlamento con lutto e occhi e bocche tappati per esprimere il non ascolto delle ragioni di pace e la cecità della politica di guerra. La mobilitazione si è tenuta davanti al Senato per per esprimere il dissenso nei confronti dell'approvazione di alcune modifiche. Ricordiamo che la legge 185/90 è una delle più avanzate al mondo in materia di vendita di armi e prevede la pubblicità di ogni vendita di armi effettuata dalle imprese italiane all'estero ed il divieto di transazioni con nazioni in guerra.

NAPOLI - Stamattina si è tenuta la tanto attesa assemblea-confronto tra studenti e docenti dell'Orientale in merito all'occupazione di Palazzo Giusso che va avanti da Giovedi scorso. Gli studenti si sono detti soddisfatti dell'esito dell'assemblea. Su più di mille tra studenti, docenti e semplici cittadini, gran parte della platea ha mostrato il suo appoggio e la sua solidarietà alla mobilitazione nell'ottica della crescita e della radicalizzazione della lotta contro questa guerra. Gli studenti chiedono che il senato accademico si faccia carico di convocare al più presto una conferenza d'Ateneo straordinaria per discutere e prendere posizione sugli ultimi avvenimenti. Intanto la lotta prosegue.

MILANO - Oggi si è tenuta anche una iniziativa degli studenti universitari che hanno anche sfilato in corteo.

PISA - Dopo la lunga assemblea di ieri gli studenti universitari hanno trovato altre forme per continuare le iniziative contro la guerra. Ce ne parla uno studente di Pisa

PERUGIA - La quarta circoscrizione ha organizzato per stasera (mercoledì) alle 21 una fiaccolata per la pace

VARIE

TURCHIA - La protesta contro il carcere duro in Turchia conta un'altra vittima. Yusuf Arici, 32 anni, in carcerecon l'accusa di miltanza nel Partito rivoluzionario diliberazione turco, è morto oggi nell'ospedale di Ankara, dove erastato trasferito dopo un peggioramento delle condizioni di saluteper lo sciopero della fame. Salgono così a 65 i morti dellaprotesta iniziata due anni e mezzo fa. Arici, racconta oggi SevgiBolucek, funzionario dell'associazione per i diritti umani diAnkara, aveva iniziato lo sciopero della fame lo scorso primomaggio.I carcerati protestano contro la decisione del Governo dispostarli dai grandi padiglioni che contenevano fino a 100persone a delle celle per una, massimo tre persone. Secondo ilGoverno di Ankara la situazione era diventata insostenibile, ilnumero dei carcerati era cresciuto a dismisura nei padiglioni,che rischiavano di diventare campi di addestramento per militantiestremisti. Per i carcerati le celle mettono in condizione diisolamento e di debolezza di fronte a eventuali abusi da partedelle guardie carcerarie. La protesta è guidata dal Partitorivoluzionario di liberazione, o Dhkp-c, accusato di esseredietro numerosi omicidi e attentati dagli anni '70 e messo albando. Lo scorso febbraio il Parlamento turco ha varato una leggeche prevede dure sanzioni per chi incoraggi i carcerati ainiziare lo sciopero della fame.

ARGENTINA - Per le ore 13.00 ora argentina è stato organizzato un "escrache" una azione dura di contestazione contro il governo di Duhalde davanti alla residenza dello stesso presidente. Si tratta in particolare di una iniziativa contro la repressione in continua crescita nei confronti delle mobilitazioni popolari. Repressione che causò, alcuni mesi fa, la morte di due giovani militanti del Movimento dei lavoratori e disoccupati argentini. Ed è proprio l'MTD ad essere l'organizzatore dell'iniziativa che vedrà tre concentramenti di manifestanti dirigersi verso la casa del presidente argentino, dove si terrà., oltre all'Escrache e ai picchetti, una giornata culturale e "ollas comunes", una sorta di cena comune all'aperto con pentoloni popolari. Tra le parole d'ordine della protesta di oggi ci sarà anche la condanna della guerra all'Iraq. [tel: 15-5101-8744]

PERU' - Potrebbe essere vicino alla fine l'esilio dorato del discusso ex presidente peruviano Alberto Fujimori.L'Interpol ha emesso un ordine di cattura internazionale nei suoiconfronti con l'accusa di omicidio e sequestro di persone.L'intervento dell'organizzazione era stato recentemente piùvolte sollecitato dal paese andino. Fujimori si trova attualmentein Giappone, suo paese d'origine.

NUCLEARE - L'Enel potra' andare all'estero acostruire centrali nucleari. E' quanto prevede un emendamento delrelatore Stefano Saglia (An) al ddl Marzano che rivede, in questomodo, la scelta fatta con il referendum antinucleare. Lapossibilita', naturalmente, e' estesa a tutte le societa'elettriche nazionali, non solo all'Enel. Nei mesi scorsi si eraparlato di un interesse dell'Enel a compartecipare allarealizzazione di impianti nucleari in Francia con Edf e nei paesidell'Est europeo.

AMIANTO - Ieri, all'ospedale del Ceppo di Pistoia, è morto Alfiero Rabuzzi, ex lavoratore della ditta San Giorgio-Breda, colpito da una forma tumorale al polmone. Sale così a quattro il numero delle morti sospette da amianto dall'inizio del nuovo anno. La notizia è arrivata direttamente nell'aula del Tribunale dove è in corso il processo agli ex dirigenti dell'azienda proprio sulla serie di decessi misteriosi che ha avuto come vittime tutti ex lavoratori delle ditte San Giorgio ed Ansaldo Breda. Ed anche la giornata di ieri è stata segnata dalla crisi in atto da qualche giorno fra i dipendenti e l'azienda che ha mandato a casa alcuni operai motivando la decisione con presunte "intemperanze" nei confronti dei capireparto: nell'azienda e fuori continuano le proteste dei rappresentanti sindacali

Omicidio davide-

Il ministro per i i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi ha riferito oggi alla Camera, durante il question time in programma alle 15, sulla morte di Davide Cesare, e in particolare sul comportammento tenuto dalle forze di polizia e carabinieri sia immediatamente che dopo l'omicidio,all'interno dell'ospedale san Paolo. L'interrogazione era stata posta da Graziella Mascia, deputata di rifondazione. Giovanardi ha affermato che si è trattato di una rissa senza caratterizzazioni politiche, e che le forze di polizia hanno agito legittimamente, e che non ci sono atti censurabili da parte loro. La risposta di Giovanardi è stata giudicata assolutamente inadeguata da parte della parlamentare, soprattutto dopo i riscontrio avuti anche dallo stesso personale dell'ospedale. Sabato mattina si terrà una conferenza stampa dove verranno illustrate tutte le testimonianze che confermano la tesi dell'aggressione immotivata da parte dei carabinieri nell'ospedale San Paolo.

GR ORE 13.00

‘’’Iraq’’’

Notte intensa di bombardamenti su bagdad, ripresi poi all’alba di oggi. E proprio questa mattina nel corso dei bombardamenti aerei su Baghdad è stato colpito un affollato mercato nel nord della capitale. Lo ha reso noto una fonte del ministero dell'informazione irachena, che ha parlato di "molte, molte vittime". Il portavoce ha preannunciato che nelle prossime ore ai giornalisti sarà mostrato il luogo dell'esplosione. Secondo il direttore della difesa civile irachena Hamad Abdallah al Dulaimi, citato dalla France Presse, almeno due missili sono caduti sul mercato verso le 11:30 locali (le 09:30 italiane) facendo 14 morti e 30 feriti. Secondo Al Dulaimi, i missili hanno colpito degli edifici al cui piano terra ci sono officine meccaniche, mentre i piani superiori sono occupati da appartamenti. Il mercato, secondo l'emittente Usa CNN, si trova in una zona residenziale e popolare della città.

I corrispondenti della televisione Reuters hanno riferito di aver visto almeno 15 corpi bruciati, riversi in una strada di un quartiere popolare di Baghdad, apparentemente vittime di uno dei bombardamenti alleati sulla capitale irachena o di un missile. Secondo i testimoni oculari, almeno 15 cadaveri giacciono in strada, nei pressi di un edificio pesantemente danneggiato. Non lontano ci sono i resti di alcune automobili andate in fiamme.

I bombardamenti di questa notte sembra invece avessero come obiettivo la televisione irachena, con i suoi diversi canali e le sue infrastrutture. Potrebbe essere la 'vendetta' di Washington per le drammatiche immagini, ritrasmesse in tutto il mondo, dei soldati americani fatti prigionieri e umiliati davanti alle telecamere. Si dice che accanto a bombe teleguidate e a missili di precisione sia stato impiegato anche un avveniristico ordigno, la cosiddetta 'E-bomb', in grado di scardinare reti elettriche e informatiche nemiche senza provocare conseguenze letali per la popolazioone, o quanto meno non direttamente. Il Pentagono comunque si e' rifiutato di confermare tutto cio': "Non discutiamo mai gli obiettivi", ha tagliato corto il responsabile per l'Informazione Esterna del ministero della Difesa Usa, Bryan Whitman; che pero' nemmeno ha smentito

La Federazione Internazionale dei Giornalisti (Ifj) ha condannato il bombardamento della televisione di stato irachena ieri da parte delle forze della coalizione. L'attacco alla Tv di Baghdad, ha indicato oggi la Ifj in un comunicato diffuso a Bruxelles, fa parte di una guerra psicologica di cui i giornalisti e il personale dei mass media sono le vittime. Secondo la Ifj il bombardamento della Tv irachena e' da collegarsi con la diffusione due giorni fa da parte dell'emittente del regime di Saddam Hussein delle crude immagini dei soldati americani fatti prigionieri nel sud del paese. Per il segretario della Ifj Aidan White il bombardamento sarebbe dovuto alla collera e alla frustrazione dei dirigenti politici americani dopo la diffusione di queste immagini.

Secondo Sky news almeno 750 soldati iracheni sono morti nei violenti scontri presso la città santa sciita di Najaf a sud di Baghdad. Skynews ha trasmesso immagini in diretta dell'area, ma con visibilità ancora scarsa a causa della tempesta di sabbia.

Il maggiore John Altman, un ufficiale dell'Esercito americano che ha preso parte alla battaglia, ha stimato in almeno 650 gli iracheni rimasti sul terreno.

Un'altra fonte, al Jazeera, smentisce per il momento la notizia della rivolta della popolazione civile contro i miliziani di Saddam Hussein a Bassora.

"Le strade di Bassora sono molto calme e non vi sono indicazioni di violenze o di rivolte", ha detto il giornalista della tv satellitare, aggiungendo: "Non ci sono segni di insurrezione: tutti noi possiamo udire esplosioni lontante nella zona sud orientale, e riteniamo che sia in corso una battaglia". Le prime notizie su una presunta rivolta anti-Saddam a Bassora erano state divulgate da Sky News, ma lo stesso generale britannico Peter Wall ieri aveva detto di non aver alcuna indicazione in tal senso.

’’’Russia’’’

Spregiudicato, poco diplomatico, a tratti caustico. Davanti i parlamentari del Consiglio della Federazione il ministro degli Esteri russo Igor Ivanov non risparmia il sarcasmo sugli angloamericani impegnati in Iraq: "Sta già diventando chiaro - attacca - quanto remoti rispetto alla realtà siano i tentativi degli americani di presentare l'azione armata contro l'Iraq come una marcia trionfale per la liberazione del popolo iracheno, con perdite e distruzioni ridotte al minimo". E avverte: in Iraq siamo alla vigilia di una catastrofe umanitaria e ambientale. Per Ivanov se la guerra continuerà "possiamo aspettarci una prossima catastrofe umanitaria, economica ed ecologica, non solo in Iraq ma in tutta la regione". Il capo della diplomazia russa, inoltre, ha ribadito che l'iraq non rappresentava una minaccia che giustificasse una guerra che Mosca ha tentato inutilmente di evitare. "Se da parte della forze della coalizione ci saranno asserzioni di aver individuato armi di distruzione di massa - ha sottolineato Ivanov -saranno soltanto gli ispettori internazionali che potranno effettuare accertamenti concludenti sull'origine di tali armi. Nessun'altra valutazione o conclusione definitiva al riguardo potra' essere accettata". Il ministro ha anche manifestato ai parlamentari la propria preoccupazione per un supposto "tentativo" degli Stati Uniti di "trascinare la Russia in una guerra d'informazione" sull'Iraq. "Speriamo- ha avvertito - che i nostri partner americani si dimostrino responsabili in quanto stanno facendo, e non compiano passi che potrebbero danneggiare i rapporti bilaterali". ‘’’Diplomazia’’’ In mattinata, il presidente George W. Bush fara' visita al Comando Centrale di Tampa, in Florida, da dove il generale Tommy Franks, comandante della campagna 'Liberta' per l'Iraq', ha trasferito il suo quartier generale nel Qatar. Nel pomeriggio, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si riunira' al Palazzo di Vetro di New York, per discutere di aiuti umanitari ed eventualmente di ricostruzione, in un clima ancora teso fra Stati Uniti, Gran Bretagna e Spagna, da una parte, e in particolare Russia, Francia e Germania, dall'altra. In serata, poi, il premier britannico Tony Blair e' atteso a Washington: vedra' Bush, anche giovedi', a Camp David, per una sorta di Consiglio di Guerra e per parlare di dopoguerra. Domani sera, prima di rientrare a Londra, Blair andra' all'Onu, a incontrarvi il segretario generale Kofi Annan. Il fronte diplomatico e' in movimento. Quello militare e' tutto frammentato, mentre la tempesta di sabbia ha rallentato l'avanzata delle colonne blindate e limita l'operativita' degli elicotteri. A sud-est, la situazione a Bassora e' un rebus, con voci di sommossa anti-Saddam non confermate, dopo un colpo di mano britannico contro la sede del Baath, il partito unico iracheno. Il segretario alla difesa americano Donald Rumsfeld esita a incoraggiare la sommossa, perche' le forze della coalizione non sono in grado di garantire la protezione dei ribelli. Nel centro del Paese, intorno a Najaf, una citta' santa, si conclude la battaglia piu' sanguinosa finora del conflitto. Restano sul terreno centinaia di iracheni: il numero delle vittime, a seconda delle fonti, oscilla tra 150 e 500, mentre non ci sono notizie di perdite americane. E, intanto, la Casa Bianca denuncia come un percorso di crimini di guerra le tattiche delle truppe irachene. Il portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer elenca l'uso di scudi umani, il maltrattamento dei prigionieri di guerra, lo sventolare la bandiera bianca per attirare in un tranello militari nemici, il mascherare i soldati da civili, persino l'utilizzo di veicoli della Croce Rossa per trasporti militari e la trasformazione di un ospedale in deposito di armi e centro di comando, come e' accaduto a Nassiriya. Fleischer ammonisce: chi ricorre a metodi del genere, sara' giudicato come criminale di guerra. Come chi impieghera' armi di distruzione di massa. Ma, finora, l'Iraq non ha fatto ricorso ad agenti bio-chimici e neppure le forze della coalizione ne hanno trovati

gror030326 (last edited 2008-06-26 09:53:31 by anonymous)