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= Gr flash di mercoledi 26 marzo - ore 17.00 = | = Gr di mercoledi 26 marzo - ore 19.30 = == SOMMARIO == '''No WAR''' '''VARIE''' |
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IRAQ - Una pioggia di fuoco di 15 minuti si è abbattuta oggi su Baghdad, a partire dalle 12:30 ora italiana. A quanto riferiscono testimoni, diverse esplosioni si sono udite provenire dalla parte sudest della capitale irachena. "Sembra che stiano aumentando il ritmo" dei raid, ha riferito un giornalista, "ho sentito tre detonazioni e poi altre quattro". E' impossibile però per gli inviati vedere con precisione cosa stia accadendo: "Il cielo è arancione per la tempesta di sabbia e la visibilità non va oltre i 500 metri". Tra l'altro questa mattina è stato colpito un affollato mercato nel nord della capitale, provocando 15 morti e decine di feriti tra i civili. E' una notizia confermata da diverse fonti, e anche dai giornalisti dell'agenzia Reuters oltre che dal ministero dell'informazione iracheno. BASSORA - Nessuna rivolta a Bassora Prima le indiscrezioni filtrate dai servizi britannici e raccolte da SKY TV: a Bassora la popolazione si è rivoltata contro le milizie fedeli a Saddam hussein. Poi la smentita irachena, le corrispondenze scettiche dei giornalisti di al Jazeera. Ora però è l'opposizione sciita irachena, fonte al riparo da sospetti di simpatie per il regime, a dire che nella città irachena non è in corso nessuna rivolta ma solo una protesta per la mancanza di acqua e elettricità. "La rabbia, limitata a un solo quartiere, sarebbe esplosa dopo che le forze angloamericane hanno bombardato le posizione governative", ha spiegato Akram Hakim, dirigente dell'Assemblea suprema per la rivoluzione islamica in Iraq Da Washington, intanto, il ministro della Difesa americano Donald Rumsfeld si è detto riluttante a incoraggiare gli iracheni a ribellarsi al regime di Saddam Hussein nonostante fonti militari britanniche hanno dichiarato di voler appoggiare una eventuale sollevazione sciita. |
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Intanto il segretario generale dell'Onu Kofi Annan ha detto che oggi "il Consiglio discuterà e deciderà il ruolo dell'Onu nell'Iraq del dopoguerra". Annan ha detto di avere "idee" in proposito che comunicherà ai membri del Consiglio. | |
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DIPLOMATICI - La Svizzera non intende espellere i diplomatici iracheni nel Paese, ne' intende chiudere le rappresentanze diplomatiche irachene a Berna e a Ginevra. Lo ha deciso oggi il governo elvetico respingendo di fatto una richiesta in tal senso degli Stati Uniti. Le condizioni per adottare tali misure non ci sono: per il governo svizzero infatti, i membri di una ambasciata straniera a Berna possono essere dichiarati 'persona non grata' solo quando pesanti sospetti di atti gravi contro gli interessi svizzeri gravano su di loro oppure quando hanno violato le regole sul comportamento diplomatico. Tale non e' il caso. L'ambsciata d'Iraq a Berna conta attualmente tre persone accreditate. Per quanto concerne le rappresentanze straniere presso le organizzazioni internazionali di Ginevra i loro membri possono essere espulsi solo con il consenso dell'Onu, e' stato spiegato a Berna.. Anche il governo nipponico ha comunicato di aver respinto la richiesta Usa di chiudere l'ambasciata irachena a Tokyo, affermando di non voler troncare i canali diplomatici. La decisione è stata comunicata dal vice ministro degli esteri Toshimitso Motegi. La settimana scorsa, il dipartimento di Stato Usa aveva invitato numerosi governi stranieri a espellere i diplomatici iracheni in quanto rappresentanti di un "regime corrotto e spietato". La stessa richiesta e' stata presentata ad una sessantina di Paesi. | DIPLOMATICI - La Svizzera non intende espellere i diplomatici iracheni nel Paese, ne' intende chiudere le rappresentanze diplomatiche irachene a Berna e a Ginevra. Lo ha deciso oggi il governo elvetico respingendo di fatto una richiesta in tal senso degli Stati Uniti. Le condizioni per adottare tali misure non ci sono: per il governo svizzero infatti, i membri di una ambasciata straniera a Berna possono essere dichiarati 'persona non grata' solo quando pesanti sospetti di atti gravi contro gli interessi svizzeri gravano su di loro oppure quando hanno violato le regole sul comportamento diplomatico. Tale non e' il caso. Anche il governo nipponico ha comunicato di aver respinto la richiesta Usa di chiudere l'ambasciata irachena a Tokyo, affermando di non voler troncare i canali diplomatici. La decisione è stata comunicata dal vice ministro degli esteri Toshimitso Motegi. La settimana scorsa, il dipartimento di Stato Usa aveva invitato numerosi governi stranieri a espellere i diplomatici iracheni in quanto rappresentanti di un "regime corrotto e spietato". La stessa richiesta e' stata presentata ad una sessantina di Paesi. |
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E l'ambasciatore iracheno ad Amman,Sabah Yassin, avrebbe detto stamane che Baghdad sostituira' al piu' presto possibile i cinque diplomatici espulsi domenica scorsa dalla Giordania e che la vicenda rappresenta solo una ''nube passeggera'' nelle fraterne relazioni fra i due Paesi. Lo riferisce oggi l'agenzia di stampa ufficiale Petra Da Baghdad intanto, l'agenzia di stampa irachena Ina ha riferito che il ministro degli esteri Naji Sabri ha inviato una lettera ufficiale di protesta al suo collega giordano, Marwan Muasher, il quale sabato scorso aveva dichiarato 'personae non gratae' l'addetto culturale, l'addetto commerciale e tre funzionari consolari dell'ambasciata irachena ad Amman,intimando loro di lasciare il paese entro 24 ore. Amman aveva poi annullato l'ordine di espulsione nei confronti di due dei cinque diplomatici, ma essi erano gia' partiti per Baghdad passando per la Siria. La Giordania e' stata il primo paese arabo ad espellere diplomatici iracheni. INFORMAZIONE- "Le bombe e i missili "intelligenti"degli aerei angloamericani hanno colpito in questi giorni obiettivi civili inIraq, tra i quali la sede della televisione irachena. Bombardare l'informazione, anche quando viene esercitata come forma dipropaganda, e' un atto sbagliato che contrasta con le regoleinternazionali e non aiuta a costruire il pluralismo". Cosi'commenta il raid aereo di ieri contro la Tv di Baghdad, ilsegretario della Fnsi Paolo Serventi Longhi. "Lo affermammo per il bombardamento della sede dellaradiotelevisione pubblica di Belgrado - prosegue - lo ripetiamooggi. Proprio quattro anni fa 16 persone tra tecnici, montatorie giornalisti morirono sotto le bombe 'intelligenti' della Natonella capitale serba; non sappiamo se il bombardamento a Baghdadabbia fatto altre vittime oltre a quelle civili accertate oggi.La denuncia della Federazione Internazionale dei Giornalisti, diAmnesty International e di altre organizzazioni non governative,non puo' non essere condivisa e deve contribuire ad arrestare laspirale perversa che vede l'informazione come uno dei principaliobiettivi da colpire, come dimostrano i giornalisti uccisi neigiorni scorsi in Iraq. AUSTRALIA - In 2mila hanno sfilato oggi per le strade del centro di Sydney, per dire 'no' alla guerra in Iraq. In maggioranza studenti, stamani si sono dati appuntamento di fronte al palazzo del municipio, in Martin Place. Dopo un avvio pacifico della manifestazione, connotata dallo slogan ‘Libri, non bombe’, la situazione è preciptata e al termine delle proteste 14 persone sono state arrestate. L’Australia scende così ancora una volta in piazza dopo le decisioni del governo di Canberra di appoggiare, con l’invio di 2mila soldati, le forze anglo-statunitensi impegnate nel conflitto. mANIFESTAZIONE IN mEDIO ORIENTE - Sono continuate anche oggi lemanifestazioni di protesta contro la guerra nelle maggioricapitali dei Paesi arabi. In particolare in Egitto gli studentidell'università di Al-Azhar sono di nuovo scesi in piazza perprotestare contro la politica di Bush. Questa volta la protesta èrimasta confinata all'interno del campus universitario, dove glistudenti hanno innalzato cartelli contro gli Stati Uniti e laGran Bretagna, chiedendo al governo l'interruzione dei rapporticon questi Paesi e l' espulsione dell'ambasciatore israeliano dalPaese. Durante la manifestazione la polizia ha circondato glistudenti impedendo loro di uscire dal campus. Nelle stesse ore le autorità egiziane hanno adottato massime misure di sicurezzaintorno alle ambasciate americana, inglese e israeliana. Oltre all' Egitto anche in Libano si sono svolte marce diprotesta contro la guerra. In particolare a Tripoli, nel Nord delLibano, dove i manifestanti si sono scontrati con la polizia davanti ad un ristorante nordamericano. Il risultato degli scontri è stato di 5 feriti tra i manifestanti e 5 ferititra gli agenti di polizia. Infine anche a Beirut e a Sidone cisono stati lunghi cortei che hanno sfilato contro la guerra, aiquali hanno preso parte gli studenti delle scuole, irappresentanti dei partiti politici libanesi e dei movimentipalestinesi. SEUL - Dopo alcuni tafferugli, la polizia sudcoreana HA arrestato i 30 dimostranti pacifisti che cercavano di irrompere nella blindata ambasciata statunitense di Seoul. Almeno uno di loro è rimasto ferito negli scontri. La polizia aveva usato lunghi bastoni di plastica contro i pacifisti, che hanno risposto con calci e pugni. Soltanto una ragazza era riuscita ad arrampicarsi fino in cima al muro dell'ambasciata prima di essere fermata dalle forze dell'ordine. Altri due pacifisti hanno spiegato uno striscione con la scritta:"Fermiamo la guerra. No a Bush". Altri tre pacifisti sono stati arrestati per un altro episodio. I tre dimostranti si erano arrampicati sopra l'insegna di un McDonald's di Seoul, dove hanno steso uno striscione che, utilizzando la grande "M" del logo del ristorante, componeva la scritta "Mad war", cioè "Guerra pazza". |
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TORINO - E' incominciata all'alba la mobilitazione dei pacifisti torinesi contro la guerra in Iraq. Dalle sei di questa mattina e' in corso un presidio al deposito della Esso di Chivasso, dove un centinaio di persone, i Disobbedienti, i Giovani Comunisti, il Torino Social Forum ed il Centro Sociale ''Gabrio'', stanno manifestando con striscioni con su scritto 'No blood for oil' e 'Disobbedire, sabotare, sovvertire, diritti contro la guerra' | TORINO - Questa mattina all'alba dalle 6.00 fino alle 9.00 c'è stata una mobilitazione dei pacifisti torinesi contro la guerra in Iraq. Si è trattato di un presidio al deposito della Esso di Chivasso, dove un centinaio di persone, i Disobbedienti, i Giovani Comunisti, il Torino Social Forum ed il Centro Sociale ''Gabrio'', hanno manifestato con striscioni con su scritto 'No blood for oil' e 'Disobbedire, sabotare, sovvertire, diritti contro la guerra'. Ascoltiamo la corrispondenza ROMA - Questo pomeriggio c'è stato un corteo contro la guerra, nel quartiere di San Lorenzo. Il corteo, organizzato dal Comitato Promotori azioni di Pace- Terzo Municipio, si è concluso al Parco dei caduti sempre nel quartiere di San Lorenzo. Ascoltiamo la corrispondenza. E sempre a Roma anche questo mercoledi iniziativa delle Donne in nero... andiamo ad ascoltarle ROMA - E a proposito di guerra, o meglio, a proposito di armi, il Senato ha iniziato a discutere questa mattina la legge 185 in materia di vendita di armi. Dopo un tentativo di mediazione per far saltare la discussione sembra che il governo abbia richiesto di proseguire in maniera spedita, procedendo fino a sera. La campagna a difesa della 185 ha organizzato una nuova presenza simbolica davanti al parlamento con lutto e occhi e bocche tappati per esprimere il non ascolto delle ragioni di pace e la cecità della politica di guerra. La mobilitazione si è tenuta davanti al Senato per per esprimere il dissenso nei confronti dell'approvazione di alcune modifiche. Ricordiamo che la legge 185/90 è una delle più avanzate al mondo in materia di vendita di armi e prevede la pubblicità di ogni vendita di armi effettuata dalle imprese italiane all'estero ed il divieto di transazioni con nazioni in guerra. NAPOLI - Stamattina si è tenuta la tanto attesa assemblea-confronto tra studenti e docenti dell'Orientale in merito all'occupazione di Palazzo Giusso che va avanti da Giovedi scorso. Gli studenti si sono detti soddisfatti dell'esito dell'assemblea. Su più di mille tra studenti, docenti e semplici cittadini, gran parte della platea ha mostrato il suo appoggio e la sua solidarietà alla mobilitazione nell'ottica della crescita e della radicalizzazione della lotta contro questa guerra infame. Gli studenti chiedono che il senato accademico si faccia carico di convocare al più presto una conferenza d'Ateneo straordinaria per discutere e prendere posizione sugli ultimi avvenimenti. Intanto la lotta prosegue. MILANO - Oggi si è tenuta anche una iniziativa degli studenti universitari che hanno anche sfilato in corteo. PISA - Dopo la lunga assemblea di ieri gli studenti universitari hanno trovato altre forme per continuare le iniziative contro la guerra. Ce ne parla uno studente di Pisa |
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ARGENTINA - Per le ore 13.00 ora argentina è stato organizzato un "escrache" una azione dura di contestazione contro il governo di Duhalde davanti alla residenza dello stesso presidente. Si tratta in particolare di una iniziativa contro la repressione in continua crescita nei confronti delle mobilitazioni popolari. Repressione che causò, alcuni mesi fa, la morte di due giovani militanti del Movimento dei lavoratori e disoccupati argentini. Ed è proprio l'MTD ad essere l'organizzatore dell'iniziativa che vedrà tre concentramenti di manifestanti dirigersi verso la casa del presidente argentino, dove si terrà., oltre all'Escrache e ai picchetti, una giornata culturale e "ollas comunes", una sorta di cena comune all'aperto con pentoloni popolari. Tra le parole d'ordine della protesta di oggi ci sarà anche la condanna della guerra all'Iraq. [tel: 15-5101-8744] | |
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PERU' - Potrebbe essere vicino alla fine l'esilio dorato del discusso ex presidente peruviano Alberto Fujimori.L'Interpol ha emesso un ordine di cattura internazionale nei suoiconfronti con l'accusa di omicidio e sequestro di persone.L'intervento dell'organizzazione era stato recentemente piùvolte sollecitato dal paese andino. Fujimori si trova attualmentein Giappone, suo paese d'origine. NUCLEARE - L'Enel potra' andare all'estero acostruire centrali nucleari. E' quanto prevede un emendamento delrelatore Stefano Saglia (An) al ddl Marzano che rivede, in questomodo, la scelta fatta con il referendum antinucleare. Lapossibilita', naturalmente, e' estesa a tutte le societa'elettriche nazionali, non solo all'Enel. Nei mesi scorsi si eraparlato di un interesse dell'Enel a compartecipare allarealizzazione di impianti nucleari in Francia con Edf e nei paesidell'Est europeo. AMIANTO - Ieri, all'ospedale del Ceppo di Pistoia, è morto Alfiero Rabuzzi, ex lavoratore della ditta San Giorgio-Breda, colpito da una forma tumorale al polmone. Sale così a quattro il numero delle morti sospette da amianto dall'inizio del nuovo anno. La notizia è arrivata direttamente nell'aula del Tribunale dove è in corso il processo agli ex dirigenti dell'azienda proprio sulla serie di decessi misteriosi che ha avuto come vittime tutti ex lavoratori delle ditte San Giorgio ed Ansaldo Breda. Ed anche la giornata di ieri è stata segnata dalla crisi in atto da qualche giorno fra i dipendenti e l'azienda che ha mandato a casa alcuni operai motivando la decisione con presunte "intemperanze" nei confronti dei capireparto: nell'azienda e fuori continuano le proteste dei rappresentanti sindacali Omicidio davide- Il ministro per i i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi ha riferito oggi alla Camera, durante il question time in programma alle 15, sulla morte di Davide Cesare, e in particolare sul comportammento tenuto dalle forze di polizia e carabinieri sia immediatamente che dopo l'omicidio,all'interno dell'ospedale san Paolo. L'interrogazione era stata posta da Graziella Mascia, deputata di rifondazione. Giovanardi ha affermato che si è trattato di una rissa senza caratterizzazioni politiche, e che le forze di polizia hanno agito legittimamente, e che non ci sono atti censurabili da parte loro. La risposta di Giovanardi è stata giudicata assolutamente inadeguata da parte della parlamentare, soprattutto dopo i riscontrio avuti anche dallo stesso personale dell'ospedale. Sabato mattina si terrà una conferenza stampa dove verranno illustrate tutte le testimonianze che confermano la tesi dell'aggressione immotivata da parte dei carabinieri nell'ospedale San Paolo. |
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‘’’diplomatici’’’ La Svizzera non intende espellere i diplomatici iracheni nel Paese, ne' intende chiudere le rappresentanze diplomatiche irachene a Berna e a Ginevra. Lo ha deciso oggi il governo elvetico respingendo di fatto una richiesta in tal senso degli Stati Uniti. Le condizioni per adottare tali misure non ci sono: per il governo svizzero infatti, i membri di una ambasciata straniera a Berna possono essere dichiarati 'persona non grata' solo quando pesanti sospetti di atti gravi contro gli interessi svizzeri gravano su di loro oppure quando hanno violato le regole sul comportamento diplomatico. Tale non e' il caso. L'ambsciata d'Iraq a Berna conta attualmente tre persone accreditate. Per quanto concerne le rappresentanze straniere presso le organizzazioni internazionali di Ginevra i loro membri possono essere espulsi solo con il consenso dell'Onu, e' stato spiegato a Berna.. Anche il governo nipponico ha comunicato di aver respinto la richiesta Usa di chiudere l'ambasciata irachena a Tokyo, affermando di non voler troncare i canali diplomatici. La decisione ?tata comunicata dal vice ministro degli esteri Toshimitso Motegi. Secondo una portavoce del ministero, Washington ?i?tata informata. La settimana scorsa, il dipartimento di Stato Usa aveva invitato numerosi governi stranieri a espellere i diplomatici iracheni in quanto rappresentanti di un "regime corrotto e spietato". La stessa richiesta e' stata presentata ad una sessantina di Paesi. ‘’’Mobilitazioni’’’ Circa diecimila studenti hanno manifestato ancora ieri a parigi contro l'aggressione americana all'iraq - In 2mila hanno sfilato oggi per le strade del centro di Sydney, Australia. In maggioranza studenti, stamani si sono dati appuntamento di fronte al palazzo del municipio, in Martin Place, nel cuore del Central Business District (Cbd). Dopo un avvio pacifico della manifestazione, la situazione è degenerata e al termine delle proteste 14 persone sono state arrestate. Al grido di “No war - No war” e "One, two, three, four, we don't want your racist war" (un, due, tre, quattro, non vogliamo la vostra guerra razzista), i ragazzi australiani sono scesi in piazza per protestare contro le posizioni del primo ministro conservatore John Howard. Scopo della manifestazione era dire ‘no’ alla decisione del governo di Canberra di appoggiare, anche con l’invio di 2mila soldati, le forze anglo-statunitensi impegnate nel conflitto in Iraq. Nel pieno dei discorsi dei leader del movimento, alcuni manifestanti hanno dato fuoco a tre bandiere statunitensi, organizzando poi blocchi del traffico lungo George Street. Gli organizzatori del corteo, invece, sostengono che gli incidenti sarebbero stati causati dalla decisione improvvisa delle forze dell’ordine di proibire ai ragazzi di sfilare per le vie del centro. La protesta ?tata la pi??olenta da quando l'Australia ha deciso di partecipare all'intervento militare in Iraq. Poco prima degli scontri con la polizia, i pacifisti si erano riuniti in prossimit?el consolato statunitense. Altre manifestazioni sono previste in altre citt?australiane Palestina C??nche Christine Saade, una bambina di 10 anni, tra le quattro persone uccise ieri sera da unit?peciali dell?esercito israeliano a Betlemme, a poca distanza dalla Basilica della Nativit?Fonti giornalistiche locali riferiscono che soldati di Tel Aviv hanno aperto il fuoco contro un?auto. Sono stati uccisi i due occupanti, che gli israeliani ritenevano a quanto pare attivisti di Hamas. Nella sparatoria ?tato ucciso anche un passante. La piccola Christine e i suoi genitori, che hanno riportato ferite non gravi, si trovavano per caso a passare in quel momento. Non ?ncora chiaro se l?azione dei militari israeliani sia stata un tentativo di cattura oppure una delle ?esecuzioni mirate? con cui le forze di sicurezza dello Stato ebraico combattono i gruppi radicali. ‘’’Afghanistan’’’ Les journalistes de la province de Herat, dans le nord-ouest de l'Afghanistan, sont en grève depuis une semaine pour protester contre les atteintes à la liberté de la presse dans cette province.Une dizaine de journalistes de Herat, qui travaillent tous comme correspondants pour des médias internationaux, ont indiqué à l'AFP être entrés en grève pour protester contre l'agression le 21 mars de Ahmad Shah Behzad, correspondant de Radio Liberty, par des proches du gouverneur de Herat, Ismael Khan.M. Behzad avait été notamment pris à partie par le chef des services de sécurité de Herat et brièvement incarcéré lors de l'inauguration de la représentation locale de la Commission afghane des droits de l'homme, après avoir interrogé le ministre de l'Intérieur sur les violations des droits de l'homme dans la ville ‘’’Pakistan’’’ Il Pakistan ha proceduto oggi a un test con un missile a corta gittata, lo stesso giorno in cui New Delhi ha annunciato di aver provato un missile a capacita' nucleare, ha annunciato un portavoce del ministero degli Esteri. Le autorita' pachistane non hanno precisato se questo test ha seguito o preceduto il lancio del missile indiano. ''Abbiamo proceduto oggi con successo a un test del missile Abdali e ne abbiamo informato in precedenza i nostri vicini'', ha assicurato all'Afp il portavoce pachistano Aziz Ahmed Khan, che in compenso ha affermato che il ''test missilistico indiano ha costituito una sorpresa ‘’’Italia, mobilitazioni’’’ E' incominciata all'alba la mobilitazione dei pacifisti torinesi contro la guerra in Iraq. Dalle sei di questa mattina e' in corso un presidio al deposito della Esso di Chivasso, dove un centinaio di persone, i Disobbedienti, i Giovani Comunisti, il Torino Social Forum ed il Centro Sociale ''Gabrio'', stanno manifestando con striscioni con su scritto 'No blood for oil' e 'Disobbedire, sabotare, sovvertire, diritti contro la guerra' ‘’’Italia, previti’’’ Sono state rese note oggi le motivazioni della remissione della richiesta di spostamento del processo Previti da milano ad altra sede. E' evidente" la "inesistenza dei condizionamenti dell'imparzialità, segno evidente, dunque, della inesistenza della grave situazione locale". Le Sezioni unite penali della Cassazione hanno reso note oggi le motivazioni del 'no' dello scorso 27 gennaio alle richieste della difesa di Silvio Berlusconi e Cesare Previti di spostare i processi da Milano a Brescia. A Milano, insomma, non sussistono le condizioni previste dalla legge per chiedere il trasferimento per legittimo sospetto. E non può negarsi che è la stessa memoria che, nell'illustrare anche le ultime acquisizioni processuali - le ultime deposizioni- consente di dire che la verità sta emergendo nel processo e, in un processo in cui si fa strada la verità, è difficile che si possa pensare ad un condizionamento della imparzialità del giudice". ‘’’Italia, migranti’’’ Il ministero del Welfare ha inviato questa mattina al Prefetto di Milano una lettera ufficiale in cui sospende in via cautelativa la propria adesione al protocollo sottoscritto ieri presso la Prefettura di Milano anche dal Direttore regionale del ministero del Welfare, protocollo che stabilisce una nuova procedura di regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari. Lo rende noto un comunicato. La lettera, firmata dal direttore generale, Maurizio Silveri, precisa che ''il ministero del Welfare sospende la propria adesione al verbale per valutare la legittimita' della nuova procedura rispetto alla Legge Bossi-Fini e inviata il Prefetto a non dar corso alla nuova procedura prima che sia stata definita la sua corrispondenza con la legge 189/2000''. Il ministero ha contestualmente inviato la circolare a tutte le proprie dipendenze per disporre che nessuna iniziativa non espressamente prevista dalla Legge Bossi-Fini venga presa, sostenuta o condivisa. Secondo l'accordo sottoscritto ieri a Milano tra istituzioni e parti sociali, il lavoratore extracomunitario rimasto senza occupazione dopo aver presentato la domanda di regolarizzazione potra' essere assunto da un nuovo datore di lavoro e non perdera', quindi, la possibilita' di essere incluso nella sanatoria. ‘’’Fisco’’’ E' scattato il definitivo semaforo verde alla riforma fiscale del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. La Camera ha, infatti, appena approvato la delega fiscale ad un anno dall'inizio del suo iter parlamentare. Arrivato in Transatlantico, il ministro dell'Economia 'sfodera' ancora una volta un 'no comment'. ''Io non parlero' mai piu' qua'', risponde ai giornalisti che gli chiedono di esprimere un giudizio sulla delega. . |
Da Paula: ci lavoro dalle 15.00
Gr di mercoledi 26 marzo - ore 19.30
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IRAQ - Una pioggia di fuoco di 15 minuti si è abbattuta oggi su Baghdad, a partire dalle 12:30 ora italiana. A quanto riferiscono testimoni, diverse esplosioni si sono udite provenire dalla parte sudest della capitale irachena. "Sembra che stiano aumentando il ritmo" dei raid, ha riferito un giornalista, "ho sentito tre detonazioni e poi altre quattro". E' impossibile però per gli inviati vedere con precisione cosa stia accadendo: "Il cielo è arancione per la tempesta di sabbia e la visibilità non va oltre i 500 metri". Tra l'altro questa mattina è stato colpito un affollato mercato nel nord della capitale, provocando 15 morti e decine di feriti tra i civili. E' una notizia confermata da diverse fonti, e anche dai giornalisti dell'agenzia Reuters oltre che dal ministero dell'informazione iracheno.
BASSORA - Nessuna rivolta a Bassora Prima le indiscrezioni filtrate dai servizi britannici e raccolte da SKY TV: a Bassora la popolazione si è rivoltata contro le milizie fedeli a Saddam hussein. Poi la smentita irachena, le corrispondenze scettiche dei giornalisti di al Jazeera. Ora però è l'opposizione sciita irachena, fonte al riparo da sospetti di simpatie per il regime, a dire che nella città irachena non è in corso nessuna rivolta ma solo una protesta per la mancanza di acqua e elettricità. "La rabbia, limitata a un solo quartiere, sarebbe esplosa dopo che le forze angloamericane hanno bombardato le posizione governative", ha spiegato Akram Hakim, dirigente dell'Assemblea suprema per la rivoluzione islamica in Iraq Da Washington, intanto, il ministro della Difesa americano Donald Rumsfeld si è detto riluttante a incoraggiare gli iracheni a ribellarsi al regime di Saddam Hussein nonostante fonti militari britanniche hanno dichiarato di voler appoggiare una eventuale sollevazione sciita.
Gran BRETAGNA - Il premier britannico Tony Blair ha confermato in un discorso alla Camera dei Comuni che c'è stata un'insurrezione degli sciiti a Bassora, ma che si è trattato probabilmente di un episodio circoscritto. E sempre alla Camera il ministro della difesa britannico Geoff Hoon ha ammesso che "Al momento non c'è alcuna prova che gli iracheni stiano usando armi di distruzione di massa in questa campagna". Il ministro Hoon ha anche dichiarato che i rischi di vittime tra la popolazione civile sono destinati ad aumentare, ma che questo non rallenterà la campagna angloamericana in Iraq.
Intanto il segretario generale dell'Onu Kofi Annan ha detto che oggi "il Consiglio discuterà e deciderà il ruolo dell'Onu nell'Iraq del dopoguerra". Annan ha detto di avere "idee" in proposito che comunicherà ai membri del Consiglio.
DIPLOMATICI - La Svizzera non intende espellere i diplomatici iracheni nel Paese, ne' intende chiudere le rappresentanze diplomatiche irachene a Berna e a Ginevra. Lo ha deciso oggi il governo elvetico respingendo di fatto una richiesta in tal senso degli Stati Uniti. Le condizioni per adottare tali misure non ci sono: per il governo svizzero infatti, i membri di una ambasciata straniera a Berna possono essere dichiarati 'persona non grata' solo quando pesanti sospetti di atti gravi contro gli interessi svizzeri gravano su di loro oppure quando hanno violato le regole sul comportamento diplomatico. Tale non e' il caso. Anche il governo nipponico ha comunicato di aver respinto la richiesta Usa di chiudere l'ambasciata irachena a Tokyo, affermando di non voler troncare i canali diplomatici. La decisione è stata comunicata dal vice ministro degli esteri Toshimitso Motegi. La settimana scorsa, il dipartimento di Stato Usa aveva invitato numerosi governi stranieri a espellere i diplomatici iracheni in quanto rappresentanti di un "regime corrotto e spietato". La stessa richiesta e' stata presentata ad una sessantina di Paesi.
E l'ambasciatore iracheno ad Amman,Sabah Yassin, avrebbe detto stamane che Baghdad sostituira' al piu' presto possibile i cinque diplomatici espulsi domenica scorsa dalla Giordania e che la vicenda rappresenta solo una nube passeggera nelle fraterne relazioni fra i due Paesi. Lo riferisce oggi l'agenzia di stampa ufficiale Petra Da Baghdad intanto, l'agenzia di stampa irachena Ina ha riferito che il ministro degli esteri Naji Sabri ha inviato una lettera ufficiale di protesta al suo collega giordano, Marwan Muasher, il quale sabato scorso aveva dichiarato 'personae non gratae' l'addetto culturale, l'addetto commerciale e tre funzionari consolari dell'ambasciata irachena ad Amman,intimando loro di lasciare il paese entro 24 ore. Amman aveva poi annullato l'ordine di espulsione nei confronti di due dei cinque diplomatici, ma essi erano gia' partiti per Baghdad passando per la Siria. La Giordania e' stata il primo paese arabo ad espellere diplomatici iracheni.
INFORMAZIONE- "Le bombe e i missili "intelligenti"degli aerei angloamericani hanno colpito in questi giorni obiettivi civili inIraq, tra i quali la sede della televisione irachena. Bombardare l'informazione, anche quando viene esercitata come forma dipropaganda, e' un atto sbagliato che contrasta con le regoleinternazionali e non aiuta a costruire il pluralismo". Cosi'commenta il raid aereo di ieri contro la Tv di Baghdad, ilsegretario della Fnsi Paolo Serventi Longhi. "Lo affermammo per il bombardamento della sede dellaradiotelevisione pubblica di Belgrado - prosegue - lo ripetiamooggi. Proprio quattro anni fa 16 persone tra tecnici, montatorie giornalisti morirono sotto le bombe 'intelligenti' della Natonella capitale serba; non sappiamo se il bombardamento a Baghdadabbia fatto altre vittime oltre a quelle civili accertate oggi.La denuncia della Federazione Internazionale dei Giornalisti, diAmnesty International e di altre organizzazioni non governative,non puo' non essere condivisa e deve contribuire ad arrestare laspirale perversa che vede l'informazione come uno dei principaliobiettivi da colpire, come dimostrano i giornalisti uccisi neigiorni scorsi in Iraq.
AUSTRALIA - In 2mila hanno sfilato oggi per le strade del centro di Sydney, per dire 'no' alla guerra in Iraq. In maggioranza studenti, stamani si sono dati appuntamento di fronte al palazzo del municipio, in Martin Place. Dopo un avvio pacifico della manifestazione, connotata dallo slogan ‘Libri, non bombe’, la situazione è preciptata e al termine delle proteste 14 persone sono state arrestate. L’Australia scende così ancora una volta in piazza dopo le decisioni del governo di Canberra di appoggiare, con l’invio di 2mila soldati, le forze anglo-statunitensi impegnate nel conflitto.
mANIFESTAZIONE IN mEDIO ORIENTE - Sono continuate anche oggi lemanifestazioni di protesta contro la guerra nelle maggioricapitali dei Paesi arabi. In particolare in Egitto gli studentidell'università di Al-Azhar sono di nuovo scesi in piazza perprotestare contro la politica di Bush. Questa volta la protesta èrimasta confinata all'interno del campus universitario, dove glistudenti hanno innalzato cartelli contro gli Stati Uniti e laGran Bretagna, chiedendo al governo l'interruzione dei rapporticon questi Paesi e l' espulsione dell'ambasciatore israeliano dalPaese. Durante la manifestazione la polizia ha circondato glistudenti impedendo loro di uscire dal campus. Nelle stesse ore le autorità egiziane hanno adottato massime misure di sicurezzaintorno alle ambasciate americana, inglese e israeliana. Oltre all' Egitto anche in Libano si sono svolte marce diprotesta contro la guerra. In particolare a Tripoli, nel Nord delLibano, dove i manifestanti si sono scontrati con la polizia davanti ad un ristorante nordamericano. Il risultato degli scontri è stato di 5 feriti tra i manifestanti e 5 ferititra gli agenti di polizia. Infine anche a Beirut e a Sidone cisono stati lunghi cortei che hanno sfilato contro la guerra, aiquali hanno preso parte gli studenti delle scuole, irappresentanti dei partiti politici libanesi e dei movimentipalestinesi.
SEUL - Dopo alcuni tafferugli, la polizia sudcoreana HA arrestato i 30 dimostranti pacifisti che cercavano di irrompere nella blindata ambasciata statunitense di Seoul. Almeno uno di loro è rimasto ferito negli scontri. La polizia aveva usato lunghi bastoni di plastica contro i pacifisti, che hanno risposto con calci e pugni. Soltanto una ragazza era riuscita ad arrampicarsi fino in cima al muro dell'ambasciata prima di essere fermata dalle forze dell'ordine. Altri due pacifisti hanno spiegato uno striscione con la scritta:"Fermiamo la guerra. No a Bush". Altri tre pacifisti sono stati arrestati per un altro episodio. I tre dimostranti si erano arrampicati sopra l'insegna di un McDonald's di Seoul, dove hanno steso uno striscione che, utilizzando la grande "M" del logo del ristorante, componeva la scritta "Mad war", cioè "Guerra pazza".
Italia
TORINO - Questa mattina all'alba dalle 6.00 fino alle 9.00 c'è stata una mobilitazione dei pacifisti torinesi contro la guerra in Iraq. Si è trattato di un presidio al deposito della Esso di Chivasso, dove un centinaio di persone, i Disobbedienti, i Giovani Comunisti, il Torino Social Forum ed il Centro Sociale Gabrio, hanno manifestato con striscioni con su scritto 'No blood for oil' e 'Disobbedire, sabotare, sovvertire, diritti contro la guerra'. Ascoltiamo la corrispondenza
ROMA - Questo pomeriggio c'è stato un corteo contro la guerra, nel quartiere di San Lorenzo. Il corteo, organizzato dal Comitato Promotori azioni di Pace- Terzo Municipio, si è concluso al Parco dei caduti sempre nel quartiere di San Lorenzo. Ascoltiamo la corrispondenza.
E sempre a Roma anche questo mercoledi iniziativa delle Donne in nero... andiamo ad ascoltarle
ROMA - E a proposito di guerra, o meglio, a proposito di armi, il Senato ha iniziato a discutere questa mattina la legge 185 in materia di vendita di armi. Dopo un tentativo di mediazione per far saltare la discussione sembra che il governo abbia richiesto di proseguire in maniera spedita, procedendo fino a sera. La campagna a difesa della 185 ha organizzato una nuova presenza simbolica davanti al parlamento con lutto e occhi e bocche tappati per esprimere il non ascolto delle ragioni di pace e la cecità della politica di guerra. La mobilitazione si è tenuta davanti al Senato per per esprimere il dissenso nei confronti dell'approvazione di alcune modifiche. Ricordiamo che la legge 185/90 è una delle più avanzate al mondo in materia di vendita di armi e prevede la pubblicità di ogni vendita di armi effettuata dalle imprese italiane all'estero ed il divieto di transazioni con nazioni in guerra.
NAPOLI - Stamattina si è tenuta la tanto attesa assemblea-confronto tra studenti e docenti dell'Orientale in merito all'occupazione di Palazzo Giusso che va avanti da Giovedi scorso. Gli studenti si sono detti soddisfatti dell'esito dell'assemblea. Su più di mille tra studenti, docenti e semplici cittadini, gran parte della platea ha mostrato il suo appoggio e la sua solidarietà alla mobilitazione nell'ottica della crescita e della radicalizzazione della lotta contro questa guerra infame. Gli studenti chiedono che il senato accademico si faccia carico di convocare al più presto una conferenza d'Ateneo straordinaria per discutere e prendere posizione sugli ultimi avvenimenti. Intanto la lotta prosegue.
MILANO - Oggi si è tenuta anche una iniziativa degli studenti universitari che hanno anche sfilato in corteo.
PISA - Dopo la lunga assemblea di ieri gli studenti universitari hanno trovato altre forme per continuare le iniziative contro la guerra. Ce ne parla uno studente di Pisa
VARIE
PALESTINA - C'è anche Christine Saade, una bambina di 10 anni, tra le quattro persone uccise ieri sera da unità speciali dell'esercito israeliano a Betlemme, a poca distanza dalla Basilica della Natività. Fonti giornalistiche locali riferiscono che soldati di Tel Aviv hanno aperto il fuoco contro un?auto. Sono stati uccisi i due occupanti, che gli israeliani ritenevano a quanto pare attivisti di Hamas. Nella sparatoria è stato ucciso anche un passante. La piccola Christine e i suoi genitori, che hanno riportato ferite non gravi, si trovavano per caso a passare in quel momento. Non è ancora chiaro se l'azione dei militari israeliani sia stata un tentativo di cattura oppure una delle esecuzioni mirate con cui le forze di sicurezza dello Stato ebraico combattono i gruppi radicali.
ARGENTINA - Per le ore 13.00 ora argentina è stato organizzato un "escrache" una azione dura di contestazione contro il governo di Duhalde davanti alla residenza dello stesso presidente. Si tratta in particolare di una iniziativa contro la repressione in continua crescita nei confronti delle mobilitazioni popolari. Repressione che causò, alcuni mesi fa, la morte di due giovani militanti del Movimento dei lavoratori e disoccupati argentini. Ed è proprio l'MTD ad essere l'organizzatore dell'iniziativa che vedrà tre concentramenti di manifestanti dirigersi verso la casa del presidente argentino, dove si terrà., oltre all'Escrache e ai picchetti, una giornata culturale e "ollas comunes", una sorta di cena comune all'aperto con pentoloni popolari. Tra le parole d'ordine della protesta di oggi ci sarà anche la condanna della guerra all'Iraq. [tel: 15-5101-8744]
PERU' - Potrebbe essere vicino alla fine l'esilio dorato del discusso ex presidente peruviano Alberto Fujimori.L'Interpol ha emesso un ordine di cattura internazionale nei suoiconfronti con l'accusa di omicidio e sequestro di persone.L'intervento dell'organizzazione era stato recentemente piùvolte sollecitato dal paese andino. Fujimori si trova attualmentein Giappone, suo paese d'origine.
NUCLEARE - L'Enel potra' andare all'estero acostruire centrali nucleari. E' quanto prevede un emendamento delrelatore Stefano Saglia (An) al ddl Marzano che rivede, in questomodo, la scelta fatta con il referendum antinucleare. Lapossibilita', naturalmente, e' estesa a tutte le societa'elettriche nazionali, non solo all'Enel. Nei mesi scorsi si eraparlato di un interesse dell'Enel a compartecipare allarealizzazione di impianti nucleari in Francia con Edf e nei paesidell'Est europeo.
AMIANTO - Ieri, all'ospedale del Ceppo di Pistoia, è morto Alfiero Rabuzzi, ex lavoratore della ditta San Giorgio-Breda, colpito da una forma tumorale al polmone. Sale così a quattro il numero delle morti sospette da amianto dall'inizio del nuovo anno. La notizia è arrivata direttamente nell'aula del Tribunale dove è in corso il processo agli ex dirigenti dell'azienda proprio sulla serie di decessi misteriosi che ha avuto come vittime tutti ex lavoratori delle ditte San Giorgio ed Ansaldo Breda. Ed anche la giornata di ieri è stata segnata dalla crisi in atto da qualche giorno fra i dipendenti e l'azienda che ha mandato a casa alcuni operai motivando la decisione con presunte "intemperanze" nei confronti dei capireparto: nell'azienda e fuori continuano le proteste dei rappresentanti sindacali
Omicidio davide-
Il ministro per i i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi ha riferito oggi alla Camera, durante il question time in programma alle 15, sulla morte di Davide Cesare, e in particolare sul comportammento tenuto dalle forze di polizia e carabinieri sia immediatamente che dopo l'omicidio,all'interno dell'ospedale san Paolo. L'interrogazione era stata posta da Graziella Mascia, deputata di rifondazione. Giovanardi ha affermato che si è trattato di una rissa senza caratterizzazioni politiche, e che le forze di polizia hanno agito legittimamente, e che non ci sono atti censurabili da parte loro. La risposta di Giovanardi è stata giudicata assolutamente inadeguata da parte della parlamentare, soprattutto dopo i riscontrio avuti anche dallo stesso personale dell'ospedale. Sabato mattina si terrà una conferenza stampa dove verranno illustrate tutte le testimonianze che confermano la tesi dell'aggressione immotivata da parte dei carabinieri nell'ospedale San Paolo.
GR ORE 13.00
‘’’Iraq’’’
Notte intensa di bombardamenti su bagdad, ripresi poi all’alba di oggi. E proprio questa mattina nel corso dei bombardamenti aerei su Baghdad è stato colpito un affollato mercato nel nord della capitale. Lo ha reso noto una fonte del ministero dell'informazione irachena, che ha parlato di "molte, molte vittime". Il portavoce ha preannunciato che nelle prossime ore ai giornalisti sarà mostrato il luogo dell'esplosione. Secondo il direttore della difesa civile irachena Hamad Abdallah al Dulaimi, citato dalla France Presse, almeno due missili sono caduti sul mercato verso le 11:30 locali (le 09:30 italiane) facendo 14 morti e 30 feriti. Secondo Al Dulaimi, i missili hanno colpito degli edifici al cui piano terra ci sono officine meccaniche, mentre i piani superiori sono occupati da appartamenti. Il mercato, secondo l'emittente Usa CNN, si trova in una zona residenziale e popolare della città.
I corrispondenti della televisione Reuters hanno riferito di aver visto almeno 15 corpi bruciati, riversi in una strada di un quartiere popolare di Baghdad, apparentemente vittime di uno dei bombardamenti alleati sulla capitale irachena o di un missile. Secondo i testimoni oculari, almeno 15 cadaveri giacciono in strada, nei pressi di un edificio pesantemente danneggiato. Non lontano ci sono i resti di alcune automobili andate in fiamme.
I bombardamenti di questa notte sembra invece avessero come obiettivo la televisione irachena, con i suoi diversi canali e le sue infrastrutture. Potrebbe essere la 'vendetta' di Washington per le drammatiche immagini, ritrasmesse in tutto il mondo, dei soldati americani fatti prigionieri e umiliati davanti alle telecamere. Si dice che accanto a bombe teleguidate e a missili di precisione sia stato impiegato anche un avveniristico ordigno, la cosiddetta 'E-bomb', in grado di scardinare reti elettriche e informatiche nemiche senza provocare conseguenze letali per la popolazioone, o quanto meno non direttamente. Il Pentagono comunque si e' rifiutato di confermare tutto cio': "Non discutiamo mai gli obiettivi", ha tagliato corto il responsabile per l'Informazione Esterna del ministero della Difesa Usa, Bryan Whitman; che pero' nemmeno ha smentito
La Federazione Internazionale dei Giornalisti (Ifj) ha condannato il bombardamento della televisione di stato irachena ieri da parte delle forze della coalizione. L'attacco alla Tv di Baghdad, ha indicato oggi la Ifj in un comunicato diffuso a Bruxelles, fa parte di una guerra psicologica di cui i giornalisti e il personale dei mass media sono le vittime. Secondo la Ifj il bombardamento della Tv irachena e' da collegarsi con la diffusione due giorni fa da parte dell'emittente del regime di Saddam Hussein delle crude immagini dei soldati americani fatti prigionieri nel sud del paese. Per il segretario della Ifj Aidan White il bombardamento sarebbe dovuto alla collera e alla frustrazione dei dirigenti politici americani dopo la diffusione di queste immagini.
Secondo Sky news almeno 750 soldati iracheni sono morti nei violenti scontri presso la città santa sciita di Najaf a sud di Baghdad. Skynews ha trasmesso immagini in diretta dell'area, ma con visibilità ancora scarsa a causa della tempesta di sabbia.
Il maggiore John Altman, un ufficiale dell'Esercito americano che ha preso parte alla battaglia, ha stimato in almeno 650 gli iracheni rimasti sul terreno.
Un'altra fonte, al Jazeera, smentisce per il momento la notizia della rivolta della popolazione civile contro i miliziani di Saddam Hussein a Bassora.
"Le strade di Bassora sono molto calme e non vi sono indicazioni di violenze o di rivolte", ha detto il giornalista della tv satellitare, aggiungendo: "Non ci sono segni di insurrezione: tutti noi possiamo udire esplosioni lontante nella zona sud orientale, e riteniamo che sia in corso una battaglia". Le prime notizie su una presunta rivolta anti-Saddam a Bassora erano state divulgate da Sky News, ma lo stesso generale britannico Peter Wall ieri aveva detto di non aver alcuna indicazione in tal senso.
’’’Russia’’’
Spregiudicato, poco diplomatico, a tratti caustico. Davanti i parlamentari del Consiglio della Federazione il ministro degli Esteri russo Igor Ivanov non risparmia il sarcasmo sugli angloamericani impegnati in Iraq: "Sta già diventando chiaro - attacca - quanto remoti rispetto alla realtà siano i tentativi degli americani di presentare l'azione armata contro l'Iraq come una marcia trionfale per la liberazione del popolo iracheno, con perdite e distruzioni ridotte al minimo". E avverte: in Iraq siamo alla vigilia di una catastrofe umanitaria e ambientale. Per Ivanov se la guerra continuerà "possiamo aspettarci una prossima catastrofe umanitaria, economica ed ecologica, non solo in Iraq ma in tutta la regione". Il capo della diplomazia russa, inoltre, ha ribadito che l'iraq non rappresentava una minaccia che giustificasse una guerra che Mosca ha tentato inutilmente di evitare. "Se da parte della forze della coalizione ci saranno asserzioni di aver individuato armi di distruzione di massa - ha sottolineato Ivanov -saranno soltanto gli ispettori internazionali che potranno effettuare accertamenti concludenti sull'origine di tali armi. Nessun'altra valutazione o conclusione definitiva al riguardo potra' essere accettata". Il ministro ha anche manifestato ai parlamentari la propria preoccupazione per un supposto "tentativo" degli Stati Uniti di "trascinare la Russia in una guerra d'informazione" sull'Iraq. "Speriamo- ha avvertito - che i nostri partner americani si dimostrino responsabili in quanto stanno facendo, e non compiano passi che potrebbero danneggiare i rapporti bilaterali". ‘’’Diplomazia’’’ In mattinata, il presidente George W. Bush fara' visita al Comando Centrale di Tampa, in Florida, da dove il generale Tommy Franks, comandante della campagna 'Liberta' per l'Iraq', ha trasferito il suo quartier generale nel Qatar. Nel pomeriggio, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si riunira' al Palazzo di Vetro di New York, per discutere di aiuti umanitari ed eventualmente di ricostruzione, in un clima ancora teso fra Stati Uniti, Gran Bretagna e Spagna, da una parte, e in particolare Russia, Francia e Germania, dall'altra. In serata, poi, il premier britannico Tony Blair e' atteso a Washington: vedra' Bush, anche giovedi', a Camp David, per una sorta di Consiglio di Guerra e per parlare di dopoguerra. Domani sera, prima di rientrare a Londra, Blair andra' all'Onu, a incontrarvi il segretario generale Kofi Annan. Il fronte diplomatico e' in movimento. Quello militare e' tutto frammentato, mentre la tempesta di sabbia ha rallentato l'avanzata delle colonne blindate e limita l'operativita' degli elicotteri. A sud-est, la situazione a Bassora e' un rebus, con voci di sommossa anti-Saddam non confermate, dopo un colpo di mano britannico contro la sede del Baath, il partito unico iracheno. Il segretario alla difesa americano Donald Rumsfeld esita a incoraggiare la sommossa, perche' le forze della coalizione non sono in grado di garantire la protezione dei ribelli. Nel centro del Paese, intorno a Najaf, una citta' santa, si conclude la battaglia piu' sanguinosa finora del conflitto. Restano sul terreno centinaia di iracheni: il numero delle vittime, a seconda delle fonti, oscilla tra 150 e 500, mentre non ci sono notizie di perdite americane. E, intanto, la Casa Bianca denuncia come un percorso di crimini di guerra le tattiche delle truppe irachene. Il portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer elenca l'uso di scudi umani, il maltrattamento dei prigionieri di guerra, lo sventolare la bandiera bianca per attirare in un tranello militari nemici, il mascherare i soldati da civili, persino l'utilizzo di veicoli della Croce Rossa per trasporti militari e la trasformazione di un ospedale in deposito di armi e centro di comando, come e' accaduto a Nassiriya. Fleischer ammonisce: chi ricorre a metodi del genere, sara' giudicato come criminale di guerra. Come chi impieghera' armi di distruzione di massa. Ma, finora, l'Iraq non ha fatto ricorso ad agenti bio-chimici e neppure le forze della coalizione ne hanno trovati