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'''Iraq'''



La nuova ondata di massicci bombardamenti ha colpito Baghdad verso le 17:30 locali (le 16:30 in Italia), secondo quanto riferito da un giornalista della France Presse nella capitale irachena. I bombardamenti hanno preso di mira la periferia ovest. Sporadici in mattinata, gli attacchi si sono intensificati nel pomeriggio, colpendo soprattutto la periferia sud della città.
Le truppe americane sarebbero ormai a una quindicina di chilometri dalla capitale irachena posizionate attorno all'aeroporto internazionale di Baghdad. Ma fonti giornalistiche della France Presse hanno detto che l'aeroporto è completamente in mano irachena. In questa zona si sono udite violente esplosioni. .
Proprio in vista dell'attacco definitivo a bagdad, il generale frank ha ricevuto dalla casa bianca la carta bianca, cioè il diritto di agire come crede, purchè questo conduca alla vittoria.
Non è chiaro cosa significhi carta bianca, ma è probabile che significhi l'intensificarsi dei bombardamenti sulla città, indipendentemente dalle postaziobni colpite, siano esse civili o militari. Non è un caso che i vertici americani abbiamno finora minimizzato, se non negato, le stragi compiute.
E oggi ancora un'altra strage: a Nahrawan, a sud est di Baghdad, l'ennesima bomba «intelligente» ha centrato l'ennesimo mercato. Pieno di gente. Un'altra strage di civili. Per ora sono otto morti e cinque civili. Ma secondo il governo iracheno i morti sono quattordici.Tutti sono stati trasportati all'ospedale di Kindi, alla periferia di Baghdad. E ieri, stando a fonti mediche indipendenti, vi sono diversi morti e almeno 25 feriti, tra cui tre fra medici e infermiere dell'ospedale. Numerosi anche i feriti tra i pazienti che si erano rivolti alla Mezzaluna Rossa in cerca di aiuto. Alcune bombe sono finite anche su automobili in transito sulle strade della città, causando altri morti.
L'accelerazione nell'avanzata verso nord è venuta nelle ultime 24 ore dopo la presa nella notte del ponte sull'Eufrate sottratto al controllo della Guardia Repubblica. Nella battaglia sarebbero morti 500 soldati iracheni della divisione meccanizzata Hammurabi.
Si combatte violentemente anche alle porte di Bassora: i carri armati britannici hanno risposto al fuoco dei mortai iracheni. Uno degli scontri più duri dall'inizio della guerra, secondo la testimonianza di un giornalista della Reuters. I carri armati britannici hanno risposto al fuoco mirando a un edificio nel quale sono asserrragliati i miliziani fedeli a Saddam. Sempre secondo la Reuters i marines americani avrebbero ora il controllo di un'altra città, Nassirya, più a nord. Secondo il ministro britannico della difesa Geof Hoon la coaliziaone angloamericana avrebbe fatto 9mila prigionieri fra gli iracheni.
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I militari israeliani hanno ucciso sei palestinesi nel corso di operazioni lanciate prima dell'alba in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Lo hanno riferito fonti palestinesi, secondo le quali i militari con la Stella di David avrebbero demolito 5 case a Rafah, nella parte meridionale della Striscia di Gaza, Circa 25 mezzi corazzati, appoggiati da elicotteri da combattimento, sono entrati nella cittadina poco dopo la mezzanotte, e sono stati subito impegnati in combattimento dai miliziani palestinesi. Secondo le fonti locali, tre civili sarebbero rimasti uccisi da un razzo sparato da un elicottero, ma i militari israeliani hanno affermato invece che l'elicottero aveva sparato un missile contro un gruppo di palestinesi armati, che avevano aperto il fuoco e lanciato granate contro i militari.

Un miliziano palestinese e' rimasto ucciso negli scontri, secondo quanto riferito da entrambe le parti. A Kalkilya, in Cisgiordania, i militari israeliani hanno ucciso un ragazzo di 14 anni che, secondo i testimoni palestinesi, osservava gli scontri dal tetto di una casa. A Nablus, infine, i militari israeliani hanno ucciso Fadi Rayan, un membro del movimento islamico Hamas, ed hanno arrestato un secondo miliziano.
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Amnesty International ha denunciato che gli abusi dei diritti umani collegati alla guerra in Iraq non sono limitati a questo paese: l'impatto della guerra sui diritti umani è infatti visibile in molti paesi del mondo.

"I governi sembrano voler sfruttare l'attenzione rivolta al teatro di guerra per violare i diritti umani al riparo dagli sguardi dell'opinione pubblica" – si legge nel rapporto, che descrive violazioni dei diritti umani verificatesi dall'inizio della guerra in 14 paesi: Belgio, Danimarca, Egitto, Germania, Giordania, Gran Bretagna, Grecia, Norvegia, Spagna, Sudan, Svezia, Turchia, USA e Yemen. "I governi devono rispettare i diritti umani fondamentali ed evitare di usare la guerra in Iraq come un pretesto per limitarli o violarli". Il rapporto di Amnesty International denuncia:

Attacchi ai diritti alla libertà di espressione e di riunione

Le autorità di vari paesi hanno tentato di impedire la partecipazione alle manifestazioni contro la guerra e hanno minacciato o arrestato arbitrariamente i dimostranti, utilizzando in alcuni casi le leggi "antiterrorismo" vigenti. In Belgio, dall'inizio di marzo, oltre 450 manifestanti sono stati posti agli arresti amministrativi, una forma di detenzione "preventiva" che può durare fino a 12 ore. In Gran Bretagna, l'Atto sul Terrorismo è stato applicato in alcune aree per attribuire alla polizia poteri speciali di "fermo e perquisizione" ai danni di persone senza plausibili motivi.

Uso eccessivo della forza da parte della polizia contro i manifestanti

A partire dal 20 marzo, milioni di persone nel mondo hanno preso parte alle manifestazioni contro la guerra in Iraq. In sette paesi, la polizia ha fatto ricorso all'uso eccessivo della forza, provocando in alcuni casi la morte dei dimostranti, tra cui un ragazzo di 11 anni. Diverse persone sono state picchiate e migliaia arrestate arbitrariamente; alcuni degli arrestati sono stati sottoposti a maltrattamenti e torture. In Sudan, tre studenti sono stati uccisi nel corso di una manifestazione a Khartum. In Grecia, la polizia anti-sommossa ha picchiato un gruppo di immigrati iracheni, arrestando 38 persone per controllare i loro documenti: tre di esse sono ancora ricoverate in ospedale. In Turchia, il 21 marzo, la polizia ha disperso con i manganelli circa 5000 persone che si erano radunate per protestare contro la guerra in Iraq all'uscita della moschea di Beyazit a Istanbul.

Limitazioni al diritto di asilo

In molte parti del mondo, i diritti di chi chiede asilo politico sono sottoposti a limitazioni e abusi. Danimarca, Gran Bretagna, Norvegia e Svezia hanno congelato le richieste di asilo politico presentate da cittadini iracheni. Negli Stati Uniti, l'operazione Liberty Shield prevede la detenzione dei richiedenti asilo politico in arrivo dall'Iraq e da almeno altri 33 paesi, il cui elenco non è stato reso ancora noto

'''Diritti umani 2'''



La pubblicazione del rapporto annuale del Dipartimento di Stato degli Usa sui casi di violazione dei diritti umani nel mondo ha scatenato quest'anno numerose polemiche. Ed è stata anche caratterizzata da una gaffe che potrebbe restare storica anche se si è fatto l'impossibile per rimediarvi. Presentato ufficialmente due giorni fa, il documento è per alcuni Paesi un atto d'accusa, per altri un rimbrotto e per altri ancora una sorprendente pacca sulla spalla (tra questi ultimi, per esempio, Bahrein, Marocco e Qatar). Sarà stato anche per la guerra in Iraq, ma a molti non è andato tanto giù il giudizio americano formulato ai loro danni. Paesi come Cina, Corea del Nord, Zimbabwe, Iraq, Pakistan, Venezuela, Colombia, Israele e 'Palestina' (Anp), sono additati come responsabili, a seconda dei casi, di torture, violenze, pestaggi, imprigionamenti ingiustificati nei confronti di dissidenti o esponenti di minoranze etniche e comportamenti deplorevoli in genere. Il giorno dopo l’uscita del rapporto, numerose voci di protesta si sono levate dai quattro angoli del mondo. Dalla Cina sono allora arrivate le lamentele del portavoce del ministro degli Esteri Liu Jianchao che ha espresso “forte malcontento e marcate critiche alle irragionevoli calunnie mosse dagli Stati Uniti sulla condizione dei diritti umani in Cina”. Il Pakistan ha dichiarato che le accuse sono esagerate.“Si sono verificati casi isolati di abusi che però sono stati evidenziati e rimarcati in maniera spropositata” ha detto il ministro pachistano per l’informazione Rashid Ahmad. Dall’altro capo del mondo le reazioni non cambiano. Roy Chaderton, ministro degli Esteri del Venezuela risponde al rapporto di Washington affermando che “in questo Paese i diritti umani non vengono violati” e accusa gli Stati Uniti di “autoerigersi a giudice che emette verdetti sulla condotta di un altro Paese”. Da Panama arriva la denuncia di Adán Arnulfo Arjona, presidente della Corte Suprema di Giustizia. “E’ inaccettabile – ha detto il giudice panamense – che gli Usa pretendano di giudicare il nostro sistema giudiziario”. E dalla Colombia il Procuratore generale Luis Camilo Osorio chiede al Dipartimento di Stato degli Usa di rendere pubbliche le prove sulle presunte violazioni dei diritti umani commesse in Colombia per mano delle forze di polizia. Alla fin fine nulla di così sorprendente. Più spiacevole è stata invece la strana gaffe relativa a Israele : il documento è uscito con la parola "numerosi" a proposito dei "gravi abusi di diritti umani" compiuti da Tel Aviv nei confronti dei palestinesi, ma sulla versione definitiva nel sito Internet, che è ora testo ufficiale, "numerosi" è scomparso. La gaffe è sicura: ma dove sta? Nella prima versione, nella seconda o nell'insieme delle due?



Line 17: Line 59:
Un ramo del Parlamento del Belgio con 63 voti contro 48 ha votato alcuni emendamenti alla legge che autorizza la magistratura belga di perseguire sul suo territorio gli stranieri che abbiano commesso crimini di guerra e contro l'umanita' anche se in altri Paesi del mondo. In Belgio esistono procedimenti in atto nei confronti del premier israeliano Ariel Sharon (per la strage perpetrata nel 1982 nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila, in Libano), dell'ex presidente Usa George Bush senior (per la prima guerra del Golfo), del presidente cubano Fidel Castro, del presdiente iracheno Saddam Hussein e del presidente dell'Autorita' nazionale palestinese (Anp) Yasser Arafat. A quanto riferisce l'agenzia Misna, i cambiamenti apportati alla legge vincolano il procedimento penale al vaglio di un procuratore capo, inoltre la possibilita' di avviare un processo si applicherebbe solo se i tribunali dei Paesi dove si sono commessi i crimini non diano garanzie di equita'. Se gli emendamenti verranno approvati anche dal Senato, la legge avra' valore retroattivo sui procedimenti avviati. Fino ad oggi con questa legge la corte belga era riuscita a condannare 4 ruandesi coinvolti nel genocidio del 1994.


In un intervento alla Commissione dei diritti umani, Ziegler ha messo in evidenza quanto afferma l'articolo 54 del primo protocollo alle Convenzioni di Ginevra: ''H vietato attaccare, distruggere, rubare o mettere fuori uso beni indispensabili alla sopravvivenza della popolazione civile, quali gli impianti e le riserve di acqua potabile e la rete di irrigazione''. Per il relatore dell'ONU, distruggere linee e centrali elettriche, danneggiare impianti per il pompaggio dell'acqua e intralciare il trasporto di beni essenziali sono violazioni delle Convenzioni di Ginevra. Ziegler stigmatizza inoltre il forte aumento del prezzo dei generi alimentari, nonche' l'intralcio alle attivita' dei contadini provocato dalle bombe. Sono due settimane che, a causa dei combattimenti, a Bassora la popolazione non ha piu' un accesso normale ad acqua e cibo, ha aggiunto Ziegler: numerosi civili sono gia' morti a causa dell'acqua contaminata e della malnutrizione.


'''Diritti umani'''

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Espulsione per un giornalista di Al Jazeera e divieto di trasmissione per un altro reporter della Tv del Qatar. Lo ha deciso il governo iracheno, secondo quanto riferito oggi dalla stessa rete araba, che ha deciso di sospendere l'attività dei sei giornalisti ancora presenti nel Paese. Continuerà a mandare in onda solo immagini ricevute dal paese in guerra. I provvedimenti sono stati adottati nei confronti di Tayseen Allouni, che dovrà lasciare il paese, e di Diar al-Omari il quale, essendo iracheno, ha ricevuto solo l'ordine di non trasmettere più. Al Jazeera ha detto che il ministero irachenon non ha spiegato le ragioni della sua azione, che l'emittente del Qatar chiama "improvvisa e ingiustificata". "Al Jazeera annuncia che ha deciso di sospendere fino a nuovo ordine il lavoro di tutti i suoi corrispondenti da Baghdad, Bassora e Mosul, mentre continuerà a trasmettere immagini dal vivo e registrate ricevute dal suo ufficio a Baghdad" ha detto l'emittente. In una precedente verisone del comunicato, Al Jazeera aveva detto: "Esprimendo disappunto per la decisione, Al Jazeera ha deciso di sospendere le trasmissioni dal vivo dall'Iraq e manderà in onda solo immagini registrate provenienti dall'Iraq". L'emittente del Qatar ha detto di avere ancora "una mezza dozzina" di giornalisti al lavoro in Iraq. Precedentemente network americani, come la Cnn, erano stati colpiti da provvedimenti simili.

Al Jazeera ha sospeso il lavoro di tutti i suoi corrispondenti dall'Iraq, dopo l'espulsione da parte delle autorità di Baghdad di un giornalista e il divieto di trasmissione per un altro reporter. Lo ha reso noto l'emittente satellitare del Qatar, precisando che continuerà a trasmettere le sue riprese video da alcune zone del Paese in guerra. Un comunicato letto da un presentatore della tv araba ha reso noto: "Il ministero dell'Informazione irachena ha annunciato all'ufficio di corrispondenza di Al Jazeera di Baghdad la sua decisione di impedire al giornalista Diar al-Omari di svolgere il suo lavoro". La decisione coinvolgerebbe anche un altro reporter, "Tayseer Allouni, invitato a lasciare il Paese quanto prima. Al Jazeera è spiacente per questa decisione inattesa e irragionevole del ministero" ha aggiunto lo speaker. In risposta al provvedimento, a quanto si è appreso dal comunicato, la "rete televisiva ha deciso di interrompere, fino a nuovo ordine, il lavoro di tutti i suoi corrispondenti in Iraq. Continuerà in ogni caso a trasmettere immagini in diretta e differita raccolte dagli uffici di Baghdad, Bassora e Mosul
 

GR ORE 19.30

Proposta sommario

Iraq, strategie militari

Iraq

La nuova ondata di massicci bombardamenti ha colpito Baghdad verso le 17:30 locali (le 16:30 in Italia), secondo quanto riferito da un giornalista della France Presse nella capitale irachena. I bombardamenti hanno preso di mira la periferia ovest. Sporadici in mattinata, gli attacchi si sono intensificati nel pomeriggio, colpendo soprattutto la periferia sud della città. Le truppe americane sarebbero ormai a una quindicina di chilometri dalla capitale irachena posizionate attorno all'aeroporto internazionale di Baghdad. Ma fonti giornalistiche della France Presse hanno detto che l'aeroporto è completamente in mano irachena. In questa zona si sono udite violente esplosioni. . Proprio in vista dell'attacco definitivo a bagdad, il generale frank ha ricevuto dalla casa bianca la carta bianca, cioè il diritto di agire come crede, purchè questo conduca alla vittoria. Non è chiaro cosa significhi carta bianca, ma è probabile che significhi l'intensificarsi dei bombardamenti sulla città, indipendentemente dalle postaziobni colpite, siano esse civili o militari. Non è un caso che i vertici americani abbiamno finora minimizzato, se non negato, le stragi compiute. E oggi ancora un'altra strage: a Nahrawan, a sud est di Baghdad, l'ennesima bomba «intelligente» ha centrato l'ennesimo mercato. Pieno di gente. Un'altra strage di civili. Per ora sono otto morti e cinque civili. Ma secondo il governo iracheno i morti sono quattordici.Tutti sono stati trasportati all'ospedale di Kindi, alla periferia di Baghdad. E ieri, stando a fonti mediche indipendenti, vi sono diversi morti e almeno 25 feriti, tra cui tre fra medici e infermiere dell'ospedale. Numerosi anche i feriti tra i pazienti che si erano rivolti alla Mezzaluna Rossa in cerca di aiuto. Alcune bombe sono finite anche su automobili in transito sulle strade della città, causando altri morti. L'accelerazione nell'avanzata verso nord è venuta nelle ultime 24 ore dopo la presa nella notte del ponte sull'Eufrate sottratto al controllo della Guardia Repubblica. Nella battaglia sarebbero morti 500 soldati iracheni della divisione meccanizzata Hammurabi. Si combatte violentemente anche alle porte di Bassora: i carri armati britannici hanno risposto al fuoco dei mortai iracheni. Uno degli scontri più duri dall'inizio della guerra, secondo la testimonianza di un giornalista della Reuters. I carri armati britannici hanno risposto al fuoco mirando a un edificio nel quale sono asserrragliati i miliziani fedeli a Saddam. Sempre secondo la Reuters i marines americani avrebbero ora il controllo di un'altra città, Nassirya, più a nord. Secondo il ministro britannico della difesa Geof Hoon la coaliziaone angloamericana avrebbe fatto 9mila prigionieri fra gli iracheni.

Iraq, Al Jazeera e l'informazione

I militari israeliani hanno ucciso sei palestinesi nel corso di operazioni lanciate prima dell'alba in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Lo hanno riferito fonti palestinesi, secondo le quali i militari con la Stella di David avrebbero demolito 5 case a Rafah, nella parte meridionale della Striscia di Gaza, Circa 25 mezzi corazzati, appoggiati da elicotteri da combattimento, sono entrati nella cittadina poco dopo la mezzanotte, e sono stati subito impegnati in combattimento dai miliziani palestinesi. Secondo le fonti locali, tre civili sarebbero rimasti uccisi da un razzo sparato da un elicottero, ma i militari israeliani hanno affermato invece che l'elicottero aveva sparato un missile contro un gruppo di palestinesi armati, che avevano aperto il fuoco e lanciato granate contro i militari.

Un miliziano palestinese e' rimasto ucciso negli scontri, secondo quanto riferito da entrambe le parti. A Kalkilya, in Cisgiordania, i militari israeliani hanno ucciso un ragazzo di 14 anni che, secondo i testimoni palestinesi, osservava gli scontri dal tetto di una casa. A Nablus, infine, i militari israeliani hanno ucciso Fadi Rayan, un membro del movimento islamico Hamas, ed hanno arrestato un secondo miliziano.

Iraq, aiuti umanitari

Amnesty International ha denunciato che gli abusi dei diritti umani collegati alla guerra in Iraq non sono limitati a questo paese: l'impatto della guerra sui diritti umani è infatti visibile in molti paesi del mondo.

"I governi sembrano voler sfruttare l'attenzione rivolta al teatro di guerra per violare i diritti umani al riparo dagli sguardi dell'opinione pubblica" – si legge nel rapporto, che descrive violazioni dei diritti umani verificatesi dall'inizio della guerra in 14 paesi: Belgio, Danimarca, Egitto, Germania, Giordania, Gran Bretagna, Grecia, Norvegia, Spagna, Sudan, Svezia, Turchia, USA e Yemen. "I governi devono rispettare i diritti umani fondamentali ed evitare di usare la guerra in Iraq come un pretesto per limitarli o violarli". Il rapporto di Amnesty International denuncia:

Attacchi ai diritti alla libertà di espressione e di riunione

Le autorità di vari paesi hanno tentato di impedire la partecipazione alle manifestazioni contro la guerra e hanno minacciato o arrestato arbitrariamente i dimostranti, utilizzando in alcuni casi le leggi "antiterrorismo" vigenti. In Belgio, dall'inizio di marzo, oltre 450 manifestanti sono stati posti agli arresti amministrativi, una forma di detenzione "preventiva" che può durare fino a 12 ore. In Gran Bretagna, l'Atto sul Terrorismo è stato applicato in alcune aree per attribuire alla polizia poteri speciali di "fermo e perquisizione" ai danni di persone senza plausibili motivi.

Uso eccessivo della forza da parte della polizia contro i manifestanti

A partire dal 20 marzo, milioni di persone nel mondo hanno preso parte alle manifestazioni contro la guerra in Iraq. In sette paesi, la polizia ha fatto ricorso all'uso eccessivo della forza, provocando in alcuni casi la morte dei dimostranti, tra cui un ragazzo di 11 anni. Diverse persone sono state picchiate e migliaia arrestate arbitrariamente; alcuni degli arrestati sono stati sottoposti a maltrattamenti e torture. In Sudan, tre studenti sono stati uccisi nel corso di una manifestazione a Khartum. In Grecia, la polizia anti-sommossa ha picchiato un gruppo di immigrati iracheni, arrestando 38 persone per controllare i loro documenti: tre di esse sono ancora ricoverate in ospedale. In Turchia, il 21 marzo, la polizia ha disperso con i manganelli circa 5000 persone che si erano radunate per protestare contro la guerra in Iraq all'uscita della moschea di Beyazit a Istanbul.

Limitazioni al diritto di asilo

In molte parti del mondo, i diritti di chi chiede asilo politico sono sottoposti a limitazioni e abusi. Danimarca, Gran Bretagna, Norvegia e Svezia hanno congelato le richieste di asilo politico presentate da cittadini iracheni. Negli Stati Uniti, l'operazione Liberty Shield prevede la detenzione dei richiedenti asilo politico in arrivo dall'Iraq e da almeno altri 33 paesi, il cui elenco non è stato reso ancora noto

Diritti umani 2

La pubblicazione del rapporto annuale del Dipartimento di Stato degli Usa sui casi di violazione dei diritti umani nel mondo ha scatenato quest'anno numerose polemiche. Ed è stata anche caratterizzata da una gaffe che potrebbe restare storica anche se si è fatto l'impossibile per rimediarvi. Presentato ufficialmente due giorni fa, il documento è per alcuni Paesi un atto d'accusa, per altri un rimbrotto e per altri ancora una sorprendente pacca sulla spalla (tra questi ultimi, per esempio, Bahrein, Marocco e Qatar). Sarà stato anche per la guerra in Iraq, ma a molti non è andato tanto giù il giudizio americano formulato ai loro danni. Paesi come Cina, Corea del Nord, Zimbabwe, Iraq, Pakistan, Venezuela, Colombia, Israele e 'Palestina' (Anp), sono additati come responsabili, a seconda dei casi, di torture, violenze, pestaggi, imprigionamenti ingiustificati nei confronti di dissidenti o esponenti di minoranze etniche e comportamenti deplorevoli in genere. Il giorno dopo l’uscita del rapporto, numerose voci di protesta si sono levate dai quattro angoli del mondo. Dalla Cina sono allora arrivate le lamentele del portavoce del ministro degli Esteri Liu Jianchao che ha espresso “forte malcontento e marcate critiche alle irragionevoli calunnie mosse dagli Stati Uniti sulla condizione dei diritti umani in Cina”. Il Pakistan ha dichiarato che le accuse sono esagerate.“Si sono verificati casi isolati di abusi che però sono stati evidenziati e rimarcati in maniera spropositata” ha detto il ministro pachistano per l’informazione Rashid Ahmad. Dall’altro capo del mondo le reazioni non cambiano. Roy Chaderton, ministro degli Esteri del Venezuela risponde al rapporto di Washington affermando che “in questo Paese i diritti umani non vengono violati” e accusa gli Stati Uniti di “autoerigersi a giudice che emette verdetti sulla condotta di un altro Paese”. Da Panama arriva la denuncia di Adán Arnulfo Arjona, presidente della Corte Suprema di Giustizia. “E’ inaccettabile – ha detto il giudice panamense – che gli Usa pretendano di giudicare il nostro sistema giudiziario”. E dalla Colombia il Procuratore generale Luis Camilo Osorio chiede al Dipartimento di Stato degli Usa di rendere pubbliche le prove sulle presunte violazioni dei diritti umani commesse in Colombia per mano delle forze di polizia. Alla fin fine nulla di così sorprendente. Più spiacevole è stata invece la strana gaffe relativa a Israele : il documento è uscito con la parola "numerosi" a proposito dei "gravi abusi di diritti umani" compiuti da Tel Aviv nei confronti dei palestinesi, ma sulla versione definitiva nel sito Internet, che è ora testo ufficiale, "numerosi" è scomparso. La gaffe è sicura: ma dove sta? Nella prima versione, nella seconda o nell'insieme delle due?

Iraq, ONU

Belgio, corte penale

Un ramo del Parlamento del Belgio con 63 voti contro 48 ha votato alcuni emendamenti alla legge che autorizza la magistratura belga di perseguire sul suo territorio gli stranieri che abbiano commesso crimini di guerra e contro l'umanita' anche se in altri Paesi del mondo. In Belgio esistono procedimenti in atto nei confronti del premier israeliano Ariel Sharon (per la strage perpetrata nel 1982 nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila, in Libano), dell'ex presidente Usa George Bush senior (per la prima guerra del Golfo), del presidente cubano Fidel Castro, del presdiente iracheno Saddam Hussein e del presidente dell'Autorita' nazionale palestinese (Anp) Yasser Arafat. A quanto riferisce l'agenzia Misna, i cambiamenti apportati alla legge vincolano il procedimento penale al vaglio di un procuratore capo, inoltre la possibilita' di avviare un processo si applicherebbe solo se i tribunali dei Paesi dove si sono commessi i crimini non diano garanzie di equita'. Se gli emendamenti verranno approvati anche dal Senato, la legge avra' valore retroattivo sui procedimenti avviati. Fino ad oggi con questa legge la corte belga era riuscita a condannare 4 ruandesi coinvolti nel genocidio del 1994.

In un intervento alla Commissione dei diritti umani, Ziegler ha messo in evidenza quanto afferma l'articolo 54 del primo protocollo alle Convenzioni di Ginevra: H vietato attaccare, distruggere, rubare o mettere fuori uso beni indispensabili alla sopravvivenza della popolazione civile, quali gli impianti e le riserve di acqua potabile e la rete di irrigazione. Per il relatore dell'ONU, distruggere linee e centrali elettriche, danneggiare impianti per il pompaggio dell'acqua e intralciare il trasporto di beni essenziali sono violazioni delle Convenzioni di Ginevra. Ziegler stigmatizza inoltre il forte aumento del prezzo dei generi alimentari, nonche' l'intralcio alle attivita' dei contadini provocato dalle bombe. Sono due settimane che, a causa dei combattimenti, a Bassora la popolazione non ha piu' un accesso normale ad acqua e cibo, ha aggiunto Ziegler: numerosi civili sono gia' morti a causa dell'acqua contaminata e della malnutrizione.

Diritti umani

Palestina

Espulsione per un giornalista di Al Jazeera e divieto di trasmissione per un altro reporter della Tv del Qatar. Lo ha deciso il governo iracheno, secondo quanto riferito oggi dalla stessa rete araba, che ha deciso di sospendere l'attività dei sei giornalisti ancora presenti nel Paese. Continuerà a mandare in onda solo immagini ricevute dal paese in guerra. I provvedimenti sono stati adottati nei confronti di Tayseen Allouni, che dovrà lasciare il paese, e di Diar al-Omari il quale, essendo iracheno, ha ricevuto solo l'ordine di non trasmettere più. Al Jazeera ha detto che il ministero irachenon non ha spiegato le ragioni della sua azione, che l'emittente del Qatar chiama "improvvisa e ingiustificata". "Al Jazeera annuncia che ha deciso di sospendere fino a nuovo ordine il lavoro di tutti i suoi corrispondenti da Baghdad, Bassora e Mosul, mentre continuerà a trasmettere immagini dal vivo e registrate ricevute dal suo ufficio a Baghdad" ha detto l'emittente. In una precedente verisone del comunicato, Al Jazeera aveva detto: "Esprimendo disappunto per la decisione, Al Jazeera ha deciso di sospendere le trasmissioni dal vivo dall'Iraq e manderà in onda solo immagini registrate provenienti dall'Iraq". L'emittente del Qatar ha detto di avere ancora "una mezza dozzina" di giornalisti al lavoro in Iraq. Precedentemente network americani, come la Cnn, erano stati colpiti da provvedimenti simili.

Al Jazeera ha sospeso il lavoro di tutti i suoi corrispondenti dall'Iraq, dopo l'espulsione da parte delle autorità di Baghdad di un giornalista e il divieto di trasmissione per un altro reporter. Lo ha reso noto l'emittente satellitare del Qatar, precisando che continuerà a trasmettere le sue riprese video da alcune zone del Paese in guerra. Un comunicato letto da un presentatore della tv araba ha reso noto: "Il ministero dell'Informazione irachena ha annunciato all'ufficio di corrispondenza di Al Jazeera di Baghdad la sua decisione di impedire al giornalista Diar al-Omari di svolgere il suo lavoro". La decisione coinvolgerebbe anche un altro reporter, "Tayseer Allouni, invitato a lasciare il Paese quanto prima. Al Jazeera è spiacente per questa decisione inattesa e irragionevole del ministero" ha aggiunto lo speaker. In risposta al provvedimento, a quanto si è appreso dal comunicato, la "rete televisiva ha deciso di interrompere, fino a nuovo ordine, il lavoro di tutti i suoi corrispondenti in Iraq. Continuerà in ogni caso a trasmettere immagini in diretta e differita raccolte dagli uffici di Baghdad, Bassora e Mosul

ITALIA

mobilitazioni

occupazioni

Governo

relazione al parlamento

GR ORE 17.00

Iraq

  • Le forze speciali della coalizione anglo-britannica hanno dato l'assalto la scorsa notte a un palazzo di Saddam Hussein a 90 km da Baghdad, ha annunciato oggi il generale Vincent Brooks al Comando centrale americano (Centcom) nel Qatar. Il governo iracheno smentisce. I soldati iracheni hanno sparato sulle forze speciali nel momento del loro arrivo in elicottero, ma non si contano vittime, ha detto il generale. L'operazione ha permesso alla coalizione di impossessarsi di documenti che saranno utilizzati dai servizi di spionaggio, secondo la stessa fonte. Il ministro degli Esteri iracheno Naji Sabri ha dichiarato che i civili uccisi dall'inizio della guerra superano il numero di 1250 mentre i feriti sono 5.000. Ha inoltre criticato aspramente il segretario generale dell'ONU, Kofi Annan, accusandolo di non avere fatto nulla per impedire lo scoppio del conflitto. "Ormai sono piu' di 1.250 i civili uccisi e 5.000 i feriti in tutto il paese dall'inizio della geurra," ha detto Sabri in un'intervista concessa alla Reuters nell'Hotel Palestine dove alloggiano gli inviati di guerra stranieri. Quanto ad Annan, secondo Sabri "il segretario generale dell'ONU non ha fatto nulla per fermare la guerra, di fatto ha fatto qualcosa nella direzione opposta. Ha facilitato l'invasione e ha ritirato il personale UNSCOM al confine tra Kuwait e Iraq in modo da sgomberare la via alle forze nemiche di invadere l'Iraq". Il ritiro dell'UNSCOM, creata nel 1991 dal Consilgio di Sicurezza per inviare gli ispettori alla caccia di armi di sterminio in Iraq, e' avvenuto il 18 marzo, due giorni prima dell'apertura delle ostilita'.

Dopoguerra

Non ho nessun dubbio sul fatto che le Nazioni Unite giocheranno un ruolo di grande importanza" nel dopoguerra in Iraq: lo ha detto l'Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza (Pesc) dell'Ue, a margine dell'incontro del segretario di Stato americano Colin Powell con i ministri degli Esteri di Nato ed Ue. Solana ha affermato che "c'è un accordo sul fatto che l'Onu giocherà un ruolo molto importante non solo sotto il profilo umanitario, ma anche nel legittimare qualsiasi eventuale governo ad interim o qualsiasi sviluppo politico ci sarà in Iraq". Solana ha confermato che incontrerà lunedì Kofi Annan, per affrontare in dettaglio gli sviluppi della giornata di oggi a livello di Nazioni Unite.

  • "In questo momento dobbiamo essere molto attenti ad evitare divisioni artificiali -ha osservato Solana sul tema delle divergenze esistenti tra Ue e Usa- e dobbiamo restare molto pragmatici".

"Non sappiamo -ha aggiunto- quello che succederà nel lasso di tempo compreso tra oggi ed il momento in cui le Nazioni Unite svolgeranno il loro ruolo e questo avrà una grande influenza sul tipo di ruolo che esse saranno chiamate a svolgere". "Ci sono molti esempi -ha ricordato Solana- dell'impegno dell'Onu nel mondo, basta pensare al Kosovo o a Timor Est ed in tutti i casi il ruolo giocato e' molto importante, ma variano le modalita' in cui viene svolto".

Aiuti umanitari

In un intervento alla Commissione dei diritti umani, Ziegler ha messo in evidenza quanto afferma l'articolo 54 del primo protocollo alle Convenzioni di Ginevra: H vietato attaccare, distruggere, rubare o mettere fuori uso beni indispensabili alla sopravvivenza della popolazione civile, quali gli impianti e le riserve di acqua potabile e la rete di irrigazione. Per il relatore dell'ONU, distruggere linee e centrali elettriche, danneggiare impianti per il pompaggio dell'acqua e intralciare il trasporto di beni essenziali sono violazioni delle Convenzioni di Ginevra. Ziegler stigmatizza inoltre il forte aumento del prezzo dei generi alimentari, nonche' l'intralcio alle attivita' dei contadini provocato dalle bombe. Sono due settimane che, a causa dei combattimenti, a Bassora la popolazione non ha piu' un accesso normale ad acqua e cibo, ha aggiunto Ziegler: numerosi civili sono gia' morti a causa dell'acqua contaminata e della malnutrizione.

Diritti umani

La pubblicazione del rapporto annuale del Dipartimento di Stato degli Usa sui casi di violazione dei diritti umani nel mondo ha scatenato quest'anno numerose polemiche. Ed è stata anche caratterizzata da una gaffe che potrebbe restare storica anche se si è fatto l'impossibile per rimediarvi. Presentato ufficialmente due giorni fa, il documento è per alcuni Paesi un atto d'accusa, per altri un rimbrotto e per altri ancora una sorprendente pacca sulla spalla (tra questi ultimi, per esempio, Bahrein, Marocco e Qatar). Sarà stato anche per la guerra in Iraq, ma a molti non è andato tanto giù il giudizio americano formulato ai loro danni. Paesi come Cina, Corea del Nord, Zimbabwe, Iraq, Pakistan, Venezuela, Colombia, Israele e 'Palestina' (Anp), sono additati come responsabili, a seconda dei casi, di torture, violenze, pestaggi, imprigionamenti ingiustificati nei confronti di dissidenti o esponenti di minoranze etniche e comportamenti deplorevoli in genere. Il giorno dopo l’uscita del rapporto, numerose voci di protesta si sono levate dai quattro angoli del mondo. Dalla Cina sono allora arrivate le lamentele del portavoce del ministro degli Esteri Liu Jianchao che ha espresso “forte malcontento e marcate critiche alle irragionevoli calunnie mosse dagli Stati Uniti sulla condizione dei diritti umani in Cina”. Il Pakistan ha dichiarato che le accuse sono esagerate.“Si sono verificati casi isolati di abusi che però sono stati evidenziati e rimarcati in maniera spropositata” ha detto il ministro pachistano per l’informazione Rashid Ahmad. Dall’altro capo del mondo le reazioni non cambiano. Roy Chaderton, ministro degli Esteri del Venezuela risponde al rapporto di Washington affermando che “in questo Paese i diritti umani non vengono violati” e accusa gli Stati Uniti di “autoerigersi a giudice che emette verdetti sulla condotta di un altro Paese”. Da Panama arriva la denuncia di Adán Arnulfo Arjona, presidente della Corte Suprema di Giustizia. “E’ inaccettabile – ha detto il giudice panamense – che gli Usa pretendano di giudicare il nostro sistema giudiziario”. E dalla Colombia il Procuratore generale Luis Camilo Osorio chiede al Dipartimento di Stato degli Usa di rendere pubbliche le prove sulle presunte violazioni dei diritti umani commesse in Colombia per mano delle forze di polizia. Alla fin fine nulla di così sorprendente. Più spiacevole è stata invece la strana gaffe relativa a Israele : il documento è uscito con la parola "numerosi" a proposito dei "gravi abusi di diritti umani" compiuti da Tel Aviv nei confronti dei palestinesi, ma sulla versione definitiva nel sito Internet, che è ora testo ufficiale, "numerosi" è scomparso. La gaffe è sicura: ma dove sta? Nella prima versione, nella seconda o nell'insieme delle due?

Corte penale

Un ramo del Parlamento del Belgio con 63 voti contro 48 ha votato alcuni emendamenti alla legge che autorizza la magistratura belga di perseguire sul suo territorio gli stranieri che abbiano commesso crimini di guerra e contro l'umanita' anche se in altri Paesi del mondo. In Belgio esistono procedimenti in atto nei confronti del premier israeliano Ariel Sharon (per la strage perpetrata nel 1982 nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila, in Libano), dell'ex presidente Usa George Bush senior (per la prima guerra del Golfo), del presidente cubano Fidel Castro, del presdiente iracheno Saddam Hussein e del presidente dell'Autorita' nazionale palestinese (Anp) Yasser Arafat. A quanto riferisce l'agenzia Misna, i cambiamenti apportati alla legge vincolano il procedimento penale al vaglio di un procuratore capo, inoltre la possibilita' di avviare un processo si applicherebbe solo se i tribunali dei Paesi dove si sono commessi i crimini non diano garanzie di equita'. Se gli emendamenti verranno approvati anche dal Senato, la legge avra' valore retroattivo sui procedimenti avviati. Fino ad oggi con questa legge la corte belga era riuscita a condannare 4 ruandesi coinvolti nel genocidio del 1994.

Palestina

Abbiamo riaffermato la nostra volontà di riprendere il pieno controllo delle aree palestinesi per quanto riguarda la sicurezza interna, ma abbiamo affermato nello stesso tempo che ciò potrà avvenire soltanto con il ritiro israeliano ha dichiarato il generale Ribhi Arafat, capo del coordinamento degli apparati militari dell’Autorità nazionale palestinese (Anp). In una intervista al quotidiano palestinese ‘Al-Ayyam’ Arafat ha sostenuto che nei colloqui per la sicurezza, in corso tra Anp e governo israeliano, l’Autorità ha chiesto a Tel Aviv di ritirare le sue forze militari da Gaza e Cisgiordania e di tornare alla situazione al 28 settembre 2000, cioè prima dell’inizio della seconda Intifada. Le delegazioni si sono incontrate la scorsa settimana al valico di Erez tra Israele e Striscia di Gaza. I partecipanti erano, lo stesso Arafat e il generale Abdelrizak Al Majiali, per i palestinesi, e il generale israeliano Doron Almog, comandante della regione sud. La trattativa si è svolta in un clima di cordialità, anche se Israele non ha ancora dato alcuna risposta alla richiesta preliminare dell’Anp. Le delegazioni non si incontravano da molti mesi per tentare di sconfiggere la violenza che da anni colpisce Cisgiordania e Gaza.

Sei palestinesi uccisi, decine di feriti e altrettanti militanti dell'intifada arrestati dalle forze armate israeliane. È questo il bilancio provvisorio di una nottata di scontri tra israeliani e palestinesi avvenuti a Gaza e in Cisgiordania. Gli incidenti più gravi si sono verificati a Rafah (nel sud della striscia di Gaza) dove, secondo fonti palestinesi, almeno quattro persone sono rimaste uccise e otto ferite durante un'incursione dell'esercito israeliano nel campo profughi che si trova nei pressi della città. Mahmud Shaath, 24 anni, è stato ucciso da un proiettile di carro armato, Ibrahim Shaluf, 18 anni, e Wissam al Shaar, 24, sono stati colpiti da due razzi tirati da elicotteri da combattimento israeliani, mentre Walid Al Leddaui, 19 anni, è stato raggiunto dalle schegge di altri razzi lanciati da elicotteri. All'operazione nel campo profughi, non lontano dalla frontiera con l'Egitto, hanno partecipato una trentina di mezzi corazzati, accompagnati da diversi bulldozer. Le autorità militari di Tel Aviv hanno spiegato che lungo la frontiera che divide l'Egitto dalla striscia di Gaza recentemente si è intensificata l'attività militare palestinese, costringendo Israele ad energiche contromisure. Le altre due vittime sono un ragazzo di 14 anni, morto nel corso di una sparatoria fra militari israeliani ed attivisti della intifada a Kalkilya (in Cisgiordania) e un palestinese - ricercato per attività legate alla intifada - ucciso a Nablus mentre cercava di sfuggire alla cattura, almeno secondo le fonti israeliane.

g.r. ore 9.30 e 13.00

Iraq

Mentre si susseguono le notizie di propaganda sulle operazioni militari la situazione dei civili e la situazione umanitaria si va aggravando di ora in ora, gli intensi bombardamenti delle ultima ore con ogni tipo di bombe dalle cluster bombs alle superbombe tagliamargherita mirano principalmente a terrorizare la popolazione civile.

  • Un intenso bombardamento si e' verificato sulla periferia di Baghdad dove un giornalista dell'Afp ha sentito delle violente esplosioni,percepibili anche in centro. Tuttavia, la contraerea non e' entrata in azione e in citta' non hanno suonato le sirene d'allarme. Un'intensa attivita' aerea e' stata percepita nel cielo sopra Baghdad, ma nessuna bomba e' caduta sul centro della citta', mentre: le truppe statunitensi si sono attestate intorno all'aeroporto di Baghdad, nella periferia sud della città, a 20 chilometri dal centro cittadino. Ma una divisione di fanteria sarebbe a soli 10 chilometri da Baghdad. Fonti ospedaliere della capitale, intanto, riferiscono di un altro missile caduto su mercato nei quartieri sudorientali: i morti civili sono almeno 8, i feriti 5.

altre fonti riferiscono che alcune unità della Guardia Repubblicana sono uscite dalla capitale irachena in direzione sud, verso le forze americane che stanno avvicinandosi. Si susseguono le notizie della resistenza delle truppe irachene in tutto il paese un elicottero Blackhawk Usa e' stato abbattuto nel sud del Paese, non lontano da Kerbala: il Pentagono ha confermato che sette soldati americani sono morti mentre altri quattro sono stati feriti ma tratti in salvo. All' alba, poi, si e' appreso che un caccia Fa-18 da combattimento partito da una portaerei nel Golfo e' stato centrato da un missile terra-aria mentre era in missione sull' Iraq meridionale. Ancora nessuna notizia sulla sorte del pilota.

Appello alla resistenza contro la guerra 'Chi vuole fermare questa guerra prima di tutto deve aiutare gli iracheni nella loro resistenza civile e militare'. Lo afferma a La Repubblica il leader storico della sinistra, Pietro Ingrao. Se gli iracheni si sfarinano, dice ancora Ingrao l'arroganza della Superpotenza americana diventera' ancora piu' grande. Io non paragono Bush a Hitler, aggiunge non confondo i due personaggi. Dico che dobbiamo interrogarci su che cosa e' diventata l'America, questa Superpotenza economica, militare e politica. Io sono anti Bush, non anti americano. sottolinea Anche in America c'e' chi resiste a Bush in una maniera che ha sorpreso un po' tutti.

Afghanistan

Intanto in un altro teatro di guerra l'afghanistan, l'intreccio tra combattimenti e violazioni dei diritti umani e crisi umanitarie rapresenta il filo conduttore delle guerre americane, infatti con l'arrivo della primavera, i miliziani talebani hanno intensificato gli attacchi nella regione meridionale e sud-occidentale dell'Afghanistan: lo ha detto il ministro dell'Interno afghano Ali Ahmad Jalali, in una conferenza stampa tenuta oggi a Kabul. Jalali rispondeva alle proteste levate nei giorni scorsi da parte dei responsabili delle agenzie di aiuti umanitari e della Croce rossa internazionale, per il ripetersi degli scontrii. La settimana scorsa Richardo Munguia, uno esperto idrologico svizzero che lavorava per il Comitato internazionale della Croce rossa, e' stato ucciso in un agguato ad Oruzgan, 300 chilometri circa a sud-ovest di Kabul.

Nuovo attacco con razzi nell'area di Khost, dove operano i mille militari italiani impegnati nell'operazione Enduring Freedom. Tre ordigni sono stati lanciati ieri sera intorno alle 23 verso la pista aerea 'Chapman', in prossimita' della base 'Salerno' che ospita gli alpini. Uno dei razzi e' esploso a circa 500 metri dal perimetro della struttura, gli altri sono finiti piu' lontano. Non si registrano danni o feriti. Nelle scorse settimane la base era stata fatta bersaglio di altri lanci di razzi che non avevano provocato danni.

Turchia . Una bomba è esplosa nei pressi di una sede della ditta di spedizioni internazionali United Parcel Service. In base al resoconto fornito dall'agenzia Anatolia, la deflagrazione sarebbe avvenuta lungo il recinto del cortile dell'edificio e avrebbe fatto saltare le vetrine di due negozi nelle vicinanze. L'incidente non ha provocato feriti ed è stato confermato dalle autorità locali. La città turca è stata teatro di un altro episodio del genere, nelle prime ore di stamattina, quando un ordigno esplosivo è stato lanciato contro il consolato britannico, causando danni materiali, ma nessuna vittima. Non è ancora chiaro se le due esplosioni siano in qualche modo da collegare. . Un forte sentimento antiamericano e antibritannico è nato in Turchia dopo l'inizio della guerra in Iraq. Il 90% della popolazione turca resta contraria all'azione militare in corso nel Golfo persico.

Italia

Le mozioni dell'Ulivo saranno tre, una di Ds e Margherita, una di Sdi e Udeur e una di Verdi e Pdci. E' andata male, non c'e' l'accordo -ha detto Pierluigi Castagnetti, capogruppo della Margherita-. Manca ancora del tempo al voto, puo' accadere che le altre mozioni vengano ritirare. Me lo auguro. Il testo del documento presentato da Margherita e Ds prevede l'aggiunta di tre passaggi alla mozione sugli aiuti umanitari illustrata qualche giorno fa dall'opposizione. Ci sara' una premessa che condanna la guerra parlando di grande ingiustizia, poi si chiede all'Onu di porre in essere ogni intervento possibile per fermare la guerra e al Consiglio di sicurezza una tregua per gli aiuti umanitari.

No al referendum di Rifondazione comunista sull'articolo 18, perche' pericoloso e controproducente per una politica riformista, si' allo Statuto dei lavori e a tutte le iniziative che vanno nella direzione di dare tutela a tutti quei lavoratori atipici oggi privi delle piu' elementari garanzie. Con questi obiettivi il gruppo della Margherita del Consiglio regionale della Toscana, ha organizzato per domani, venerdi' 4 aprile (ore 15.30), a Firenze, in Palazzo Panciatichi, un seminario per fare il punto sullo stato delle politiche per il lavoro in Toscana e per riflettere sui rischi che per l'occupazione e l'economia possono derivare dal referendum. All'incontro sono state invitate le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil e le associazioni di categoria. Al seminario parteciperanno i sei consiglieri regionali toscani della Margherita e l'assessore regionale alle Attivita' produttive, Ambrogio Brenna.

I

ITALIA Michael Seifert è attualmente residente in Canada Toronto, 3 apr. (Ap.Biscom) - È iniziata ieri a Vancouver l'udienza per l'estradizione di Michael Seifert, l'ex ufficiale nazista meglio noto come il "boia di Bolzano" condannato in Italia per l'uccisione e la tortura di 11 prigionieri nel campo di concentramento nazista altoatesino. L'udienza è iniziata dopo infiniti rinvii chiesti dalla difesa di Seifert, attualmente residente in Canada, nella speranza di riuscire a dimostrare la demenza dell'ex ufficiale e quindi l'impossibilità di sostenere un processo di estradizione in Italia, dove è ricercato per scontare la pena. La struttura di Bolzano è stata utilizzata dall'esercito nazista tra il 1944 e 1945 come campo di transito per i prigionieri deportati al di fuori del nostro paese. Un compagno nel campo di prigionia dove Seifert prestava servizio ha affermato di non essere a conoscenza di nessuno dei fatti contestati dal tribunale italiano e che sarebbero stati commessi nel corso della seconda guerra mondiale. Peter Makelke, che conosce Seifert da 60 anni, è stato chiamato a testimoniare dal Dipartimento di Giustizia federale essenzialmente per confermare l'identità di Seifert nella prima udienza presso la Corte Suprema della British Columbia, secondo la procedura prevista dal codice canadese. Ma Makelke ha testimoniano bel oltre l'identità dell'amico, affermando, durante l'interrogatorio incrociato, di non sapere nulla degli 11 omicidi per i quali Seifert è stato condannato, in absentia, dal tribunale militare italiano.

IMMIGRAZIONE/ MARONI: PRESTO CIRCOLARE AI PREFETTI SU BOSSI-FINI Riparerà i problemi sorti dopo il caso di Milano Roma. "Entro pochi giorni sarà pronta e distribuita ai prefetti la circolare che darà una risposta ai problemi sorti a Milano nell'applicazione della Bossi-Fini". Lo ha detto il ministro del Welfare, Roberto Maroni, conversando con i giornalisti in Transatlantico. Maroni aveva già annunciato la circolare di interpretazione della legge sull'immigrazione che, aveva sottolineato solo pochi giorni fa a Cernobbio, "contiene tutte le risposte e non occorre modificarla". Il ministro, con la circolare scritta a 4 mani con il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, intende in particolare "riparare" all'accordo ("senza valenza giuridica") sottoscritto dal prefetto di Milano e l'Inps in base al quale l'extracomunitario che dopo aver fatto domanda di regolarizzazione si fosse trovato senza lavoro non veniva comunque espulso.

Oggi a roma e stata occupata la sede romana della shell per denunciare le responsabilità delle compagnia petrolifera nella guerra in corso sentiamo la corrispondenza

gror030403 (last edited 2008-06-26 09:49:45 by anonymous)