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'''posizioni sindacato'''

GR ORE 19.00

Proposta sommario

Iraq operazioni militari

Futuri scenari di guerra

Ricostruzione, chi e come

Ruolo ONU

Palestina

Pena morte stati uniti

manifestazioni e diritti civili

profughi

Diritti umanitari

ITALIA

Sgombero leoncavallo

Sgombero action

manifestazioni sabato 5

immigrazione

posizioni sindacato

GR ORE 17.00

Iraq

Operazioni di guerra

I soldati angloamericani non sono ancora in possesso dell'aereoporto di bagdad, come sostenuto da ieri. La smentita è arrivata questa mattina, e durante la giornata sono continate le incursioni nella zona, nel tentativo di assumere al più presto il controllo. Si parla di numerose vittime anche tra i soldati angoamericani, ma il pentagono non conferma. Il governo iracheno, dal canto suo, annuncia azioni clamorose: A dirlo è il ministro dell'Informazione Mohammed Said al-Sahaf.

"Faremo qualcosa che sarà di grande esempio per questi mercenari": una operazione "non necessariamente militare" che non verrà condotta con "armi di distruzione di massa". Potrebbe trattarsi piuttosto di una "operazione di martirio".

"L'aeroporto sarà il cimitero delle forze alleate", ha aggiunto il ministro sostenendo che la coalizione angloamericana ha subito "perdite molto pesanti" nel corso degli scontri delle ultime ore.

I pochi soldati ancora vivi nell'area dell'aeroporto - ha sostenuto Sahaf - sono isolati.

Intanto i soldati americani avrebbero trovato un secondo deposito di sostanze chimiche alla periferia di Baghdad, non lontano dal primo ritrovamento a Latifiya.

Entrambi i depositi contengono fiale di liquido non identificato e recipienti con polvere bianca.

Nel deposito di Latifiya le truppe Usa avevano trovato anche dosi di antidoto al gas nervino e documenti sulla guerra bio-chimica.

Solo le analisi di laboratorio potranno comunque rivelare se le sostanze trovare nei depositi siano collegabili alle 'armi di sterminio' che gli americani accusano il regime di Saddam Hussein di possedere. era prevedibile che dopo i quindici giorni di assedio, i militari avrebbero dichiarato di aver trovato qualcosa: già lo annunciava Franks nelle scorse ore, ed è una delle possibili giustificazioni che gli americani avranno alla fine di questa guerra. Se infatti riuscissero a dimostrare che la loro operazione è riuscita là dove non sono riusciti gli ispettori, tutta la guerra in iraq potrebbe riacquistare quella legiottimità internazionale finora negata.

Dopoguerra

"Per l'Iraq pensiamo a una soluzione come quella afghana, poi affronteremo i casi di Siria, Iran e Corea. Non vogliamo altre guerre ma non rinunceremo a fronteggiare chi sostiene il terrorismo. E con Berlino e Parigi tutto si aggiusterà, lavoreremo insieme per il dopoguerra". Il segretario di Stato Usa, Colin Powell, in un'intervista al Giornale, illustra così il programma dell'amministrazione Bush per il dopo Saddam. Ma l'Avvenire azzarda: "Mentre Powell gira per l'Europa per ricucire gli strappi, Wolfowitz, il numero due del Pentagono e ispiratore di molti strappi diplomatici, è volato a Kuwait City. Scopo: organizzare in fretta il governo militare Usa dell'Iraq, in modo da escluderne gli uomini di Powell".

Con la Germania e la Francia "l'amicizia resta" dice Powell: "Ho la sensazione che tutti ritengano che sia giunto il momento di tornare assieme, E possiamo iniziare occupandoci della ricostruzione dell'Iraq".

I fondi per la ricostruzione "verranno principalmente dagli Stati Uniti -aggiunge- Ma man mano l'Unione Europea e altri Paesi parteciperanno alla ricostruzione e saranno loro stessi a gestire questi fondi, Quando in futuro il sistema petrolifero sarà rimesso in sesto, l'Iraq diventera' un paese ricco e saranno le autorità irachene a stipulare contratti. Non esistono liste nere di società sgradite agli Usa. Vogliamo che tutto sia trasparente".

Non cerchiamo altre guerre Per il dopo Saddam, "in Europa molti ritengono -afferma poi il segretario di Stato Usa - che gli Usa cercheranno un altro posto dove far la guerra. Ciò significa non conoscere la storia. Noi non ci guardiamo attorno in cerca di guerre e quando ne iniziamo una è sempre con riluttanza. Bisognerebbe prima ricordare la storia europea, che ha visto molte nazioni andare con piacere in guerra".

"Non rinunceremo -prosegue Powell- a fronteggiare quei regimi che sostengono i terroristi. Non dopo l'11 settembre. Noi diremo al mondo: la Siria sostiene attivita' terroristiche, l'Iran anche e sviluppa armi di distruzione di massa". Ma "ciò non implica, come il giorno dopo la notte -sostiene- che ci saranno guerre con l'Iran, la Siria o la Corea del Nord. Ci sono diversi modi per affrontare i problemi del mondo. Ora vogliamo affrontare questo, creando una società migliore per gli iracheni. Poi cercheremo di risolvere gli altri".

L'Avvenire: il governatore dell'Iraq non sarà uomo di Powell "Il capo del governo provvisorio Usa sarà il generale a riposo Jay Garner, che si è distinto per dichiarazioni antipalestinesi. In una corrispondenza dagli Usa, Avvenire scrive che è stato indicato da un think tank, il Jewish Institute for National Security Affairs, che promuove l'amicizia fra alti ufficiali Usa e israeliani, in pratica un braccio del 'gruppo Wolfowitz' (il numero due del Pentagono).

Sarà ministro dell'Iraq anche James Woolsey. Ex capo della Cia, dopo l'11 settembre, Woolsey condusse sue indagini in Inghilterra, su ordine di Wolfowitz e all'insaputa di Powell, per provare il mai trovato "legame fra Saddam e Bin Laden". La polizia inglese "fermò il vecchio agente segreto, che aveva dato nell'occhio, e chiede al Dipartimento di Stato se Woolsey era in missione ufficiale, o per conto suo. Powell fece una scenata".

Bulgaria

Bulgarie a exprimé l'espoir vendredi d'être recompensée de son soutien à Washington par des contrats pour la reconstruction de l'Irak, grâce à son expérience dans ce pays à l'époque communiste.Sofia espère se faire rembourser une dette irakienne de 1,7 milliards de dollars (1,6 mds EUR) et faire travailler des entreprises bulgares en tant que sous-traitants des sociétés américaines, a déclaré le ministre des Affaires étrangères Solomon Passi lors d'une conférence sur la participation bulgare à la reconstruction de l'Irak après la guerre."Dans les conflits précédents", en Irak, en Bosnie et au Kosovo, "nos pertes dépassaient les profits, la Bulgarie n'ayant jamais participé à la reconstruction après-guerre. Nous voulons renverser cette tendance", a déclaré le vice-ministre des Affaires étrangères Lubomir Ivanov.Il a indiqué que Sofia avait pris contact avec l'administration américaine et qu'une mission bulgare se rendrait au Koweit pour rencontrer le général Jay Gardner, chargé de la reconstruction de l'Irak."Notre participation" à la reconstruction de l'Irak constituera "une conséquence logique de la position correcte du gouvernement et du parlement" bulgares dans la crise irakienne, qui constituait "un investissement dans l'avenir, dans notre intérêt national", a souligné M. Passi.La Bulgarie, membre non permanent du Conseil de sécurité de l'ONU, y était un des rares alliés des Etats-Unis au sujet de l'Irak. Elle a ouvert son espace aérien à l'aviation américaine, ainsi qu'une base et un aéroport à Sarafovo, au bord de la mer Noire, pour ses avions ravitailleurs.97 militaires bulgares, spécialistes en défense radioactive, chimique et biologique, doivent partir prochainement dans un pays voisin de l'Irak dont le nom n'a pas été officiellement précisé, mais qui serait la Jordanie, selon la presse.Le vice-ministre de l'Economie Milen Keremedtchiev a évoqué de son côté les possibilités de participation bulgare au programme Pétrole contre nourriture.Il a indiqué que le département d'Etat avait officiellement informé Sofia qu'il ferait "tout son possible" pour que des sociétés "des pays ayant contribué à la solution du conflit deviennent des sous-traitants préférentiels des sociétés américaines" ayant remporté des contrats de l'agence américaine de développement international USAID.Deux sociétés bulgares ont été autorisées à reprendre leurs fournitures de lait à poudre et d'équipements d'irrigation à l'Irak, d'une valeur de 12,5 millions de dollars (11,6 M EUR), depuis la reprise fin mars du programme Pétrole contre nourriture.Rappelant les relations étroites bulgaro-irakiennes à l'époque communiste, le président de l'Union des employeurs, Vassil Vassilev, a déclaré que la Bulgarie profiterait de "ses contacts et son expérience dans la reconstruction de l'Irak". "Des milliers d'Irakiens ont fait leurs études en Bulgarie", a-t-il rappelé.L'Irak figurait parmi les principaux partenaires commerciaux de la Bulgarie communiste dans le Tiers monde, la valeur des échanges se chiffrant à 500 millions de dollars par an. Des sociétés bulgares ont construit des usines d'industrie légère, des routes, des systèmes d'irrigation et un aéroport.

Kurdi

Les forces kurdes irakiennes ont franchi vendredi, après des combats avec les troupes de Saddam Hussein, un pont menant à la localité de Khazer dans le nord du pays, a constaté une journaliste de l'AFP.Des peshmerga (combattants kurdes) marchaient sur la crête de la colline qui surplombe Khazer, verrou stratégique sur la route de la ville de Mossoul et qui est situé juste après le pont. Mais il était impossible de voir si les peshmerga étaient entrés dans la ville elle-même.Les peshmerga interrogés aux abords du pont n'étaient pas en mesure de dire si les soldats irakiens avaient évacué Khazer, à 30 km de Mossoul, ville contrôlée par les troupes du régime de Saddam Hussein.Les Irakiens ont répliqué à cette avancée avec des tirs de lance-roquettes antichars, de mortiers et d'armes automatiques, tandis que l'aviation américaine bombardait la zone."Les peshmerga ont franchi le pont" en début d'après-midi, a indiqué Azad Mohammed Ali, un combattant kurde.Les forces kurdes, qui jeudi soir se trouvaient à 500 mètres du pont, ont avancé jusqu'à celui-ci en début d'après-midi, a constaté la journaliste. Une dizaine de véhicules remplis de membres des forces spéciales américaines, plus nombreuses que la veille, étaient visibles à 2 km du pont.Une bataille s'était engagée dès jeudi matin entre forces irakiennes et peshmerga, soutenus par des membres des forces spéciales américaines qui ont fait au sol du radioguidage pour obtenir un soutien aérien rapproché.Les bombardements aériens américains ont duré par intermittence de jeudi matin à vendredi à l'aube, selon les combattants kurdes.

palestina

Le forze speciali israeliane – secondo il quotidiano on line Haaretz -questa notte hanno arrestato il dirigente della Jihad islamica a Tulkarem. Anwar Alyan si trovava nel campo profughi della città cisgiordana e, secondo i militari di Tel Aviv, stava pianificando un attentato con un’autobomba in Israele. Ieri, era stato arrestato il capo dei Tanzim, sempre a Tulkarem, Hadi HAmshadi. La cattura dei due è avvenutra nel corso di una massiccia operazione di rastrellamento di Tulkarem che è andata avanti per tre giorni e nella quale è stato impegnato un grande numero di militari delle forze speciali. Dopo l’arresto dei leader della Jihad e dei Tanzim l’operazione è terminata. Questo potrebbe permettere il rientro in città di oltre 1500 palestinesi che erano stati espulsi da Tulkarem a partire da mercoledì scorso. Ieri mattina quattro palestinesi sono stati uccisi e altri otto feriti nel campo profughi di Rafah, nella Striscia di Gaza, quando una dozzina ti carri armati e Bulldozer sono entrati per demolire alcune case. Walid Lidawi, di 19 anni, Mahmoud Sha'ath, di 26, Ibrahim Abu Salouf, di 18, e Wissam a-Sa’ar, di 24, sono stati colpiti dal fuoco di un elicottero.

g.r. ore 9.30

Gaza MO, duplice incursione israeliana nei Territori

Di primo mattino le truppe israeliane hanno lanciato simultaneamente una duplice incursione nei territori autonomi: una a Jenin, nel nord della Cisgiordania, l'altra nel campo profughi di Nusayrat, nel settore centro-meridionale della Striscia di Gaza. Lo hanno denunciato i servizi di sicurezza dell'Autorità nazionale palestinese.(red) Durante la notte, unità corazzate americane hanno preso il controllo quasi totale dell'aeroporto Saddam Hussein di Baghdad e ne stanno ora rendendo sicuro il perimetro, neutralizzando i punti di resistenza che restano. Violenti combattimenti sono ancora in corso tra le forze americane e gli iracheni. Lo ha constatato un giornalista dell'agenzia France Presse e confermato il portavoce britannico nel Comando centrale (Centcom) in Qatar, capitano di gruppo Al Lockwood: "Richiederà del tempo controllarlo completamente perché è un'area enorme, sono quattro miglia per due". Le fonti americane al Centcom per il momento non danno valutazioni sulla situazione all'aeroporto.

iraq

Continuano ad infuriare gli scontri nei pressi dell'aeroporto di Baghdad, il Comando centrale angloamericano in Qatar a fine mattinata afferma che è prematuro parlare di pieno controllo della struttura da parte delle forze della coalizione. Ancora a metà mattinata erano in corso violenti combattimenti fra marines e truppe irachene, mentre le prime colonne di profughi cercano di allontanarsi dalla capitale.

Complessivamente, la battaglia per l'aeroporto avrebbe fatto, secondo fonti militari alleate, 320 caduti iracheni e avrebbe portato all'annientamento di 31 pezzi d'artiglieria antiaerea, tre mezzi blindati per trasporto truppe, 23 automezzi, un pezzo d'artiglieria di campagna e un camion di munizioni. Secondo Baghdad, le forze alleate avrebbero perso negli scontri cinque carri armati ed un elicottero.

E, non lontano dell'aeroporto, c'è stata una battaglia di carri: una compagnia di mezzi corazzati iracheni sarebbe stata annientata quando ha cercato di bloccare l'avanzata di una colonna del 7.o cavalleggeri, che ha avuto il supporto di elicotteri d'assalto Apache. Lo indicano fonti militari americane al Pentagono e al quartier generale del Comando Centrale nel Qatar e lo confermano le immagini che vengono trasmesse in diretta dalle tv americane e i racconti dei giornalisti "embedded", cioè al seguito delle unità d'avanguardia.

Mentre infuriava la battaglia all'aeroporto, nella capitale senza luce, secondo i quotidiani inglesi, forze speciali anglo-americane sono entrate a Baghdad. Si tratterebbe di decine di uomini dell'esercito e dei servizi segreti, penetrati nella città per dare la caccia dei dirigenti iracheni e valutare le capacità di resistenza della Guardia Repubblicana.

Anche a Bassora proseguono gli scontri fra esercito britannico e miliziani iracheni, mentre un portavoce militare iracheno ha assicurato che la città rimane sotto il controllo iracheno.

-DICHIARAZIONI DELL'AYATOLLAH-

Ai microfoni di al Jazeera l'ayatollah sciita di Najaf, Mirza ali al-Sistani, ha categoricamente smentito di aver emanato una fatwa, una sorta di decreto a carattere religioso nel quale avrebbe invitato la popolazione irachena a non opporsi all'invasione del Paese da parte delle forze angloamericane.

Era stato il Comando Centrale Usa ad annunciare ieri l'emissione dalla 'fatwa' da parte di Sistani, da sempre inviso a Saddam che fino a poco tempo fa lo aveva fatto relegare agli arresti domiciliari. Già un portavoce del leader sciita, Murtadha al-Kashmiri, aveva precisato che questi si era limitato a chiedere ai fedeli di restare fuori dal conflitto, senza prendere le parti di alcuno tra i contendenti.

"In base alle informazioni che abbiamo ricevuto, non esiste alcuna 'fatwa' concernente gli americani o l'Iraq", aveva spiegato al-Kashmiri."Il grande ayatollah ha invece chiesto alla gente di rimanere neutrali, e di non lasciarsi coinvolgere".

Washington, 07:14 Iraq, Congresso Usa stanzia altri 80 mld dollari per guerra

Prima il Senato e poi la Camera dei rapppresentanti di Washington hanno approvato fondi straordinari pari a 80 miliardi di dollari per finanziare la guerra in Iraq, ricompensare gli alleati-chiave e sovvenzionare la lotta al terrorismo. In un emendamento chiave, la Camera ha approvato una misura, contrastata dalla Casa Bianca, per impedire che i fondi per la ricostruzione vadano a compagnie con sede in Francia, Germania, Russia e Siria.

Inoltre è arrivato il sostegno al presidente George W. Bush per garantire un miliardo di dollari in aiuti alla Turchia, il Paese che Washington sta cercando di persuadere a fornire maggiore collaborazione nella guerra contro l'Iraq.(red)

Roma, Iraq, Aziz: dispiaciuto per sostegno Italia a Usa

"Sono dispiaciuto che il governo italiano sostenga l'America, ma sono sicuro che la maggioranza del popolo italiano è contro questa guerra di aggressione illegale contro l'Iraq". Lo detto il vicepresidente iracheno Tareq Aziz in un'intervista al Tg1. (red)

In prima linea per ottenere la cittadinanza americana

3 aprile Reuters Da morti, due marines caduti nei primi giorni di guerra, hanno finalmente realizzato il loro “sogno americano”: la cittadinanza. Jose Gutierrez, un orfano del Guatemala, e Jose Garibay, emigrato dal Messico all’età di due mesi, sono diventati cittadini degli Stati Uniti nel momento in cui i loro corpi sono stati riportati nei sobborghi di Los Angeles, da dove provenivano. Gutierrez, 28 anni, e Garibay, 21, entrambi possessori di “Green Card”, e cioè residenti permanentemente in Usa, sono stati tra le prime vittime della guerra, fra i più di 37000 non-cittadini che prestano servizio nell’esercito. “E' un ordine esecutivo in vigore per la lotta al terrorismo. Se presti servizio in combattimento e vuoi la cittadinanza, la puoi ottenere in modo molto più veloce” – ha detto F.Arcaute dell’Ufficio per la Cittadinanza e l’Immigrazione Usa. Nel caso dei due sfortunati soldati, il conferimento della cittadinanza è solo simbolico perché, come ha continuato il funzionario “non apporterà benefici ai loro familiari

Milano, 08:49 Milano, rosticceria araba in fiamme: è un attentato

Un attentato incendiario ha danneggiato durante la notte un negozio di gastronomia, la 'rosticceria araba Oum Errabi' in via Panigarola a Milano. Sul posto la polizia ha trovato due taniche con residui di benzina e scoperto che gli ignoti attentatori avevano anche tracciato due svastiche con una bomboletta di vernice blu. L'allarme è arrivato al 113 poco dopo l'una, quando un passante ha segnalato le fiamme che divampavano davanti alla saracinesca dell'esercizio commerciale. I vigili del fuoco, prontamente accorsi, hanno spento l'incendio prima che potesse provocare danni ingenti: è rimasta danneggiata la sola saracinesca e una vetrina.

Il proprietario del negozio, un immigrato cinquantenne di origine araba, ha spiegato agli investigatori di non aver mai ricevuto minacce. Sull'episodio indaga anche la Digos. (red)

IBRUXELLES E A WASHINGTON SI PENSA AL DOPO SADDAM

  • BRUXELLES - Al di la' delle dichiarazioni di principio, la strada verso un accordo sul ruolo della Nato e delle Nazioni Unite in Iraq nel dopo Saddam Hussein sembra ancora in salita.

Il segretario di stato Usa Colin Powell, dopo la serie di colloqui a Bruxelles, ha ribadito che nessun ruolo e' previsto per gli organismi internazionali nella fase di passaggio politico ed amministrativo dal regime di Saddam al futuro governo dell'Iraq. E due circostanze lo confermano. Nel Kuwait gli Stati Uniti stanno alacremente lavorando per la costituzione di un 'governo ombra' presto chiamato ad assumere il potere in Iraq: ex ambasciatori o diplomatici in servizio assumeranno il controllo e si dedicheranno alla creazione della futura amministrazione del Paese, per la quale chiedono incarichi di rilievo numerosi personaggi in esilio dell' opposizione al regime. Da Londra, il ministro degli esteri britannico Jack Straw ha dichiarato che l' Iraq sara' amministrato dalle forze anglo americane prima che si passi, il piu' rapidamente possibile, ad un Governo iracheno approvato dall' Onu. Powell ha chiuso la sua missione in Europa con un incontro con il ministro degli esteri russo Igor Ivanov e oggi l' Alto rappresentante Ue per la politica estera e per la sicurezza comune, Javier Solana, incontrera' a Washington il vice presidente Dick Cheney, con lo stesso Powell e con il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Condoleezza Rice.

CAMERA E SENATO USA VOTANO BILANCIO GUERRA - A larghissima maggioranza la Camera, all'unanimita' il Senato degli Stati Uniti hanno varato, giovedi' notte, bilanci di guerra suppletivi, che non sono, pero', identici e che dovranno ora essere collimati, prima di essere trasmessi per la firma al presidente George W. Bush. Rispetto alle proposte dell'Amministrazione del presidente George W. Bush, sia la Camera che il Senato hanno aumentato gli stanziamenti previsti da 75 miliardi di dollari circa a 80 miliardi circa: sono soldi in larghissima parte destinati al conflitto (oltre 66 miliardi) e, per il resto, alla sicurezza interna. Come esempio di aumento degli stanziamenti, entrambi i rami del Congresso hanno aggiunto al bilancio di guerra proposto circa due o tre miliardi di dollari per l'industria aeronautica in crisi. Ma la Casa Bianca ha gia' fatto sapere di considerare la cifra eccessiva. Sono stati, inoltre, aumentati, qua e la', gli stanziamenti per la sicurezza interna. Un problema da risolvere e' quello della flessibilita' di spesa che l'Amministrazione chiede e che il Congresso e' poco incline a concedere, preferendo attribuire i fondi a capitoli di spesa specifici. Il presidente George W. Bush auspica si potere firmare, entro la fine della prossima settimana, il bilancio suppletivo. La rapidita' del voto di giovedi', a neppure dieci giorni dalla presentazione della proposta di bilancio suppletivo, e' considerata un successo dell'Amministrazione.

BUSH: A UN PASSO DELLA VITTORIA, RUMSFELD: ANCORA GIORNI DIFFICILI - Non ci fermeremo fin quando l'Iraq non sara' libero: lo ha detto il presidente Usa George W. Bush durante un vero e proprio show tenuto a Camp Lejeune, una base dei marines, nella Nord Carolina. Il presidente ha ringraziato i marines per il loro contributo alla Guerra del Golfo 2 e ha ricordato i loro compagni gia' caduti. Non c'e' vista migliore -ha detto- che quella di 12 mila marines. A meno che non siate la Guardia Repubblicana irachena. Finiremo quello che abbiamo cominciato: ha detto il presidente Usa. Il regime iracheno sta capendo che manterremo l'impegno di disarmarlo dalle armi di distruzione di massa: I suoi giorni sono agli sgoccioli e stanno giungendo alla fine. Bush ha aggiunto: I paesi liberi non staranno ad aspettare un nuovo 11 Settembre e, per la nostra propria sicurezza, libereremo il popolo dell'Iraq da uno dei piu' crudeli regimi su questa Terra. Bush ha anche ripercorso i risultati conseguiti dai marines in questa guerra, citando l'occupazione dei pozzi di petrolio e della penisola dove c'e' il porto di Umm Qasr nel sudest dell'Iraq, la battaglia di Nassiriya, la liberazione della soldatessa Jessica Lynch. Tutte cose difficili. Ma, ha detto, 'Nessuno diventa marines per fare le cose facili. Siamo ormai a pochi metri dal traguardo, dopo avere percorso centinaia di chilometri'. E ha concluso il suo discorso affermando che la destinazione ultima dell'intervento americano in Iraq e' la capitale Baghdad, dove ci sara' la vittoria finale. 04/04/2003 07:00

ambiente

INDONESIA ATTIVISTI: FERMARE COMPAGNIA PETROLIFERA IN KALIMANTAN ORIENTALE

  • Peace/Justice, Brief

Fermare i finanziamenti ad una compagnia impegnata nell?estrazione di petrolio e gas naturale nel Kalimantan orientale (Borneo indonesiano), perch?l progetto comporta seri rischi per l?ambiente e la popolazione locale. ?quanto chiesto di recente da ?Environmental Defense?, organizzazione no profit con sede a New York, insieme ad una coalizione di oltre 90 organizzazioni non governative (ong) provenienti da una ventina di Paesi. Gli attivisti hanno sollecitato l?agenzia governativa statunitense Opic (Overseas Private Investment Corporation) a cancellare i 350 milioni di dollari di finanziamento destinati all?espansione della ?Unocal Corporation?s West Seno?, azienda Usa impegnata nello sfruttamento delle risorse energetiche. Questa compagnia intende costruire 40 nuovi pozzi e 2 oleodotti nel Kalimantan orientale. "Esistono indizi di seri rischi per l?habitat naturale e per il rispetto dei diritti umani connessi con il progetto in corso", ha dichiarato Stephanie Gorson Fried della ?Environmental Defense?, che ha 300mila aderenti e dal 1967 si occupa di questioni ambientali. "Il piano ? ha proseguito ? viola le leggi indonesiane sull?ambiente, in base alle quali qualsiasi struttura o prodotto con un impatto ambientale sul territorio deve prima ottenere l?approvazione della cittadinanza locale".

gror030404 (last edited 2008-06-26 09:49:46 by anonymous)